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ARIPA DI MARIANA PAPARA’

Volendo ammirato, scrivere oggi sull’arte di Mariana, sottolineo subtio quello coerenza profesionale che - in pratica - la caratterizza da sempre, giustficata dall’equilibrata linearita insita in ogni lavoro espresso a tecnica mista e ad acrilico che se svela l’autonomo volto espressivo. Il suo e un impegno di ricerca che tuttavia non va da un luogo all’altro: mai dettato dalla casualita, rifugge l’odierna altrui superficiale e invadente consuetudine cucita alla casualita e all’ apparenza. Il percorso d’ogni dipinto include, înfatti, la stessa ‘ memoria’ per cui Marta Geirut, poetessa e artista scomparsa nel 2005, se l’avesse conosciuta, avrebbe senza dubbio detto essere ‘carta viva’.

Tracce e tracciati, simboli.

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In Mariana Papara vivono indiscutibilmente i segni della constante riflessione dove gli attimi vitali, composti anche da lamine dorate e argentee, da ferite rosso/ sacrificio e da vibrazioni astratte, conducono îl pensiero verso una pulsante tensione non priva di intimi accenti e ormai lontani echi figurali, si da evocare îl ‘mistero’.

L’artista proseque un interessante viaggio interpretando il proprii tempo, ecco che sulle tavole e sulle tele e sulle carte vive un pensiero lirico concretizzato da uno spazio/ colore funzionale ai propri valori morali indiscutibilmente significativi. In lei non c’e l’imitazione dell’oggetto o della materia, bensi una fantasia fata imagine in cui confluiscono, s’addensano e s’agrumano immagini di un ‘Io’ che dice e che fa, in un dare forme assestate e spiritualizzate, quasi come un voler consegnare continuativamente agli anni la generosita creativa di cui e dotata.

(Lodivico

Geirut)

Nata a Braila, in Romania nel 1955, Mariana Papară si è laureata in pittura presso la prestigiosa Accademia d’Arte “Ion Andreescu” di Cluj Napoca, conseguendo successivamente il riconoscimento di artista professionista attraverso un ulteriore e severo percorso formativo triennale, richiesto nel suo Paese per l’accesso all’Albo dell’Unione Artisti Professionisti della Romania. In parallelo, si è dedicata allo studio di numerose tecniche specialistiche antiche e contemporanee come l’iconografia bizantina, la tempera all’uovo, il vetro cattedrale e la pittura su vetro, che ha sperimentato con personali esiti di “grafismo al rovescio”.

Per oltre vent’anni è stata docente di discipline pittoriche e disegno al Liceo artistico di Piatra Neamt, avviando al contempo, a partire dal 1978, una vasta attività espositiva che l’ha vista partecipare in veste di artista ospite in simposi internazionali, ed esporre presso gallerie e musei in Olanda, Belgio, Canada, Francia, Spagna, Svizzera e Italia.

(…) Il suo linguaggio fortemente comunicativo è frutto di lunghi anni di studi ed esperienze artistiche interdisciplinari, e si esprime su tavole lignee e installazioni, realizzate con materiali non solo utilizzati al servizio della forma ma concettualmente impiegati come trasmettitori di memorie e simbologie. Legni antichi, garze, pergamena, papiro, chiodi, carte da imballaggio, colle, tempere, acrilici e olii, si addensano e si raggrumano in impasti materici, amalgamati all’interno di una scrittura segnica e gestuale che per antitesi ne smaterializza il peso, allevia la gravità, suscita il levitare dell’anima. Raffinato e colto, il vocabolario di Mariana Papară sgorga da una consapevole capacità espressiva, dove ogni segno, ogni traccia, prende corpo e si traduce in immagine visiva, seguendo con esattezza il processo di pensiero che intende estrinsecare. I suoi lunghi e rigorosi studi accademici, e le profonde conoscenze di tecniche antiche e contemporanee sperimentali (spazianti dall’iconografia bizantina al vetro cattedrale, dalla tempera all’uovo alla pittura su vetro graffito con soluzioni personali per arrivare alla scultura mi- niaturizzata del gioiello d’artista e all’utilizzo del medium tessile) le permettono di approdare all’improvvisazione creativa, che, come succede per altre discipline quali la musica e il teatro, è territorio di chi ha percorso con umiltà molti cammini di apprendimento e confronto.

Con una scrittura di radice neo-espressionista e informale, dalla quale tuttavia si discosta con stile ed esiti del tutto personali, Mariana Paparà intesse un efficace e coinvolgente dialogo tra finito e infinito, da cui sgorgano parole silenti e tratti che esplorano il sudario per trovare la via verso la purezza della gioia.

. ( Silvana Notta- critico d’arte) mail.: marianaaripa@gmail.com www.facebook.com/ aripa.dimarianapapara tel. +40 0736 785 363

Dal 5 aprile al 27 agosto 2023, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita la mostra Picasso e l’antico che intende illustrare la profonda influenza di uno dei più grandi musei di arte classica sull’opera di uno dei più importanti artisti moderni, Pablo Picasso. La rassegna, curata da Clemente Marconi e allestita nelle sale della collezione Farnese, si divide in due parti: la prima relativa ai soggiorni a Napoli di Picasso, delineando come si presentava il museo al tempo della visita dell’artista (allora non ancora specificatamente “archeologico”, ma Museo Nazionale di Napoli dalla disposizione assai moderna nel superamento dei canoni espositivi ottocenteschi), e la seconda relativa al confronto tra le opere del museo e i lavori di Pablo Picasso.

In mostra l’eccezionale prestito del BritishMuseum di Londra di 37 delle 100 tavole che compongono la Suite Vollard.

A queste si aggiungono i rilevanti prestiti del Museo Picasso di Parigi e di Gagosian New York per un insieme di 43 opere messe a confronto principalmente con le sculture Farnese e i dipinti da Pompei, entrambi importanti chiavi di lettura del percorso artistico picassiano. La mostra è stata promossa dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il sostegno della Regione Campania, e con l’organizzazione della casa editrice Electa, la mostra Picasso e l’antico si inserisce nel progetto internazionale “Picasso Celebration 1973 – 2023: 50 mostre ed eventi per celebrare Picasso” nel cinquantenario della morte.

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