Che idea! Aristotele amico mio

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A s le

amico mio
ARMANDO MASSARENTI

Quante invenzioni intorno a te! Le automobili, la tv, i videogiochi, i computer e i telefonini, l’elettricità, senza la quale nessuna delle altre cose potrebbe funzionare. Ma l’invenzione più incredibile è quella che puoi trovare anche dentro di te. È l’invenzione del pensiero. Questa collana ti racconterà la storia di tutti quei personaggi che hanno saputo pensare con la loro testa. Si chiamano filosofi ma spesso si confondono con gli scienziati. Ci hanno insegnato a conoscere il mondo, la natura e anche il cuore degli uomini. Le loro avventure sono entusiasmanti. Ma attenzione: sono contagiose! Nessuno dopo averle lette potrà più smettere di pensare con la propria testa.

Armando Massarenti

Aristotele, amico mio disegni di Camilla Garofano

della stessa serie: Socrate, quell’adorabile rompiscatole Platone e l’uomo invisibile

ISBN 979-12-221-0449-2 Prima edizione rinnovata maggio 2024

ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2028 2027 2026 2025 2024

© 2024 Gallucci - La Spiga prima edizione © 2020 Eli - La Spiga Edizioni a cura di Beatrice Loreti

Si ringraziano Maria Cristina Fortunato e Eugenia Lanzano per il prezioso contributo dato all’opera.

e il logo sono marchi registrati

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ARMANDO MASSARENTI

Aristotele

amico mio

Indice

Introduzione

Aristotele amico della scienza e della verità

Amico di Platone

Amico della scienza

Amico dei delfini

Amico di Platone, ma più amico della verità

L’insegnamento e i diversi tipi di amicizia

L’importante è non esagerare!

Il primo professore della storia

Il Liceo e il teatro di Dioniso

Metti tutto in ordine. Gli amici, per esempio

Il piacere di essere amici

Amici amici

Amici di tutti, amici di nessuno

La lettura silenziosa

Dolci frutti, radici amare

Coraggio Alessandro, coraggio!

Come è fatto il mondo

Quattro cause

Amici di Aristotele, ma più amici della verità

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Impariamo a ragionare 57

Ci vuole un uovo

Che cos’altro ci vuole

Il testamento

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. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 74 Cruciverba filosofico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76

Introduzione

Diventiamo amici? Sì, dico a te che stai iniziando a leggere questo libro. Sappi fin da ora che a me farebbe molto piacere essere tuo amico, e farò di tutto per diventarlo.

Visto che però non ci conosciamo di persona – almeno per ora, ma chissà, forse un giorno ci incontreremo da qualche parte, magari nella tua scuola – vorrei provare a diventare tuo amico parlandoti di un grande filosofo che ha scritto sull’amicizia. O perlomeno, è stato quello che ne ha scritto per primo, spiegando i concetti più importanti sull’essere e sul diventare amici, concetti che valgono ancora oggi, nonostante siano passati più di 2.300 anni da quando lui è vissuto. Il suo piccolo “trattato” sull’amicizia è contenuto in un libro più grande intitolato Etica a Nicomaco, un libro attraverso cui Aristotele cerca di trasmettere a suo figlio – che si chiamava appunto Nicomaco, ma noi per semplicità lo chiameremo Nico – tutto ciò che bisogna sapere per vivere una vita buona e felice.

Aristotele amico della scienza e della verità

Aristotele, che era nato a Stagira, in Grecia, nel

384 a .C ., in realtà aveva una spiegazione non solo per l’amicizia ma per qualunque argomento e qualunque disciplina: biologia, zoologia, logica, etica, astronomia, medicina, epica, arte, teatro, matematica, fisica. Alcune materie ti potranno sembrare strane, magari noiose, ma ti piaceranno se immagini di studiarle non solo per dovere, perché te lo dice l’insegnante, bensì per alimentare la curiosità e la “meraviglia” verso tutto ciò che ti circonda . Così sarai già molto vicino allo spirito che animava Aristotele . Lui aveva una risposta a tanti tuoi perché . «Gli uomini – scrive Aristotele –

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hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre più grandi: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo» .

Essere curiosi, meravigliarci, chiederci il perché delle cose, dalle più semplici alle più complicate e difficili, per il puro piacere di farlo e non perché serve a qualcosa, farà di noi delle persone più libere e più felici. E non solo i fenomeni della natura, gli animali, le piante, il sole e le stelle ma anche le favole, le storie inventate – cioè i miti, come li chiamavano gli antichi Greci – sono utili per destare meraviglia e suscitare quei dubbi che ci aiutano a capire e a crescere . «Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia – scrive ancora Aristotele – riconosce di non sapere» .

Sì, “sapere di non sapere” è fondamentale per essere sempre pronti a meravigliarsi: ai Greci antichi lo aveva insegnato il grande Socrate (vedi il volume Socrate quell’adorabile rompiscatole, in questa stessa collana) .

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Amico di Platone

Aristotele era un tipo davvero speciale . Era un grande ottimista . Se gli chiedevi se un bicchiere era mezzo vuoto o mezzo pieno, rispondeva senza esitazione: «mezzo pieno!»

Era una persona positiva, attiva, felice; figlio di un medico alla corte macedone, aveva avuto degli indubbi privilegi, ma era anche abbastanza saggio per saper gestire le cose persino quando non gli andavano proprio dritte, come è successo verso la fine della sua vita. Sarebbe meraviglioso ancora oggi averlo come amico . E forse, meglio ancora, come maestro .

Aristotele aveva avuto a sua volta un grande amico e maestro: Platone, il grande filosofo che visse tra il 428 e il 348 a .C . Si era recato apposta da lui, ad Atene, quando era molto giovane, nel 367 a .C . e aveva studiato con lui nella sua scuola chiamata Accademia . (Anche a lui è dedicato un volume di questa collana, Platone e l’uomo invisibile) . Un posto fantastico, l’Accademia platonica, dove si poteva esercitare a tempo pieno la propria intelligenza in un contesto piacevole e ricco di umanità, di dialogo, di amore e di amicizia . Si imparava di tutto: matematica, astronomia, politica, etica . E soprattutto si praticava l’arte del dialogo che Socrate aveva trasmesso

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a Platone, e Platone ai suoi allievi, tra cui il più geniale era Aristotele: ogni idea veniva rimessa in discussione con un’idea contraria e alternativa e le si esaminava tutte, fino allo sfinimento, senza limiti di tempo. Saper conoscere e analizzare anche le opinioni che non si condividono è importantissimo . È la base di ogni vero sapere, che parte sempre dalla meraviglia di chi sa di non sapere . O perlomeno di non sapere abbastanza . Il che significa che è sì importante saper sostenere le proprie idee, ma se si vuole essere davvero filosofi, bisogna anche intrattenersi con le idee che non conosciamo o che non ci convincono per niente . E magari discutere per ore e ore, senza porsi limiti, proprio come si faceva all’Accademia . Se lo facciamo con grazia e intelligenza, senza litigare, diventiamo persone migliori, impariamo tantissimo su di noi e sul mondo che ci circonda . Aristotele conosceva le idee di tanti filosofi venuti prima di lui e si informava su tutto; sulla base di quelle degli altri si era costruito le proprie teorie che mettevano ordine e spiegavano praticamente ogni aspetto della realtà .

Amico della scienza

Se tu e io diventeremo amici, ancora prima di incontrarci di persona, sarà dunque grazie ai pensieri di Aristotele . Lui aveva capito molto dell’amicizia . Nella sua vita si è occupato di tantissime cose, ma, a ben vedere, se non avesse dato così tanto valore all’amicizia, probabilmente non sarebbe diventato uno dei più importanti pensatori e scienziati di tutti i tempi . Si dice giustamente che è stato un grande biologo, zoologo e botanico . La biologia è la scienza che studia tutte le creature viventi, mentre la zoologia e la botanica ci permettono di catalogarle . La biologia

è una scienza importantissima . L’ha inventata lui, Aristotele . Lo si può dire tranquillamente . Ti parrà strano ma prima di lui questa materia non c’era . C’era solo un mare di stranezze che circolavano sulle piante e sugli animali, tutte in disordine, per cui anche se ogni tanto si diceva qualcosa di giusto, era difficile capirlo, in mezzo a tante affermazioni.

Non devi pensare che Aristotele studiasse solo sui libri, anche

se naturalmente leggeva moltissimo e la sua biblioteca personale era immensa e leggendaria; aveva anche una specie di museo e collezionava oggetti che raccoglieva lui stesso, o che gli mandavano gli amici e gli allievi . Devi dunque immaginarlo anche, anzi soprattutto, mentre parla con un pescatore, o passeggia con un amico su una spiaggia .

Pensava che anche le creature

Più brutte contenessero qualcosa di meraviglioso

Se vedevano una conchiglia, i due amici si fermavano e uno diceva: «Guarda che bella! È simile a quella che abbiamo visto ieri, ma vedi, qui è un po’ diversa» . «Sì, deve essere di un tipo diverso . . . forse è di un altro genere, o di un’altra specie» . Oppure: «Che dici, non ti sembra che questo animale corrisponda proprio alla descrizione che abbiamo letto in quel libro l’altro giorno? Ricordi?» E via discorrendo . Oppure immagina i due amici in un bosco a scoprire una nuova specie di uccelli, di pipistrelli, di topi, di ragni, di rettili, di insetti . Che meraviglia!

Aristotele pensava che anche le creature più brutte e più sgraziate contenessero qualcosa di meraviglioso, e che avessero tutte un loro perché, un loro fine, un loro senso .

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E, se già non ce l’avevano, bisognava dar loro un nome, dopo aver capito di che genere o specie fossero .

In generale il nostro filosofo ricavava il senso del mondo intero dalle idee che si faceva proprio osservando gli animali .

Meravigliosa era anche l’amicizia (in greco, philia) che gli permetteva di condividere queste conoscenze, e di non doversene stare sempre lì a studiarle da solo .

Aristotele condivideva questa passione per la natura con quello che fu forse il suo più grande amico, Teofrasto .

Amico dei delfini

Dopo aver compiuto trent’anni, e prima di andare a insegnare ad Alessandro Magno, il più grande conquistatore dell’antichità, figlio del re macedone Filippo II, Aristotele visse per due anni nell’isola di Lesbo, un’isola greca che si trova nel mar Egeo, proprio di fronte all’Anatolia, una regione compresa nell’odierna Turchia. Furono anni bellissimi perché insieme a Teofrasto, che era nato lì, poté studiare la biologia marina in una grande laguna .

Leggendo le loro opere immense sugli animali e sulle piante, composte di centinaia e centinaia di pagine,

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si capisce bene quanto si erano impegnati e, allo stesso tempo, quanto si erano divertiti i due amici . Ti piacciono i delfini? Bene, immaginiamo i due amici mentre insieme elaborano osservazioni su questi splendidi animali .

«Teo caro, guarda che cosa incredibile: il delfino tende ad avere una doppia natura, acquatica e terrestre nello stesso tempo» . E aggiungeva: «Si raccontano pure cose incredibili sulla velocità di questo animale, che sembra essere il più spedito fra tutti gli esseri animati, sia acquatici che terrestri» . «Davvero pare avere questa doppia natura terrestre e acquatica – rispondeva l’amico – questo bellissimo animale immette nel corpo l’acqua marina, che poi espelle dallo sfiatatoio e, al contempo, immette aria per mezzo dei polmoni» . «Questi animali, in effetti – aggiungeva Aristotele – hanno polmoni e respirano» .

Il delfino non è come i pesci che si servono delle branchie . Respira come noi esse-

ri umani e come gli altri animali che vivono sulla terra . Catturato nelle reti soffoca . Quando è fuori dall’acqua non muore velocemente come succede ai pesci, ma resta in vita molto più a lungo, soffrendo. Queste sono considerazioni che Aristotele faceva osservando i delfini, i quali «quando dormono, fanno emergere il muso al di sopra della superficie dell’acqua per respirare».

Quanta esattezza e quanta sensibilità c’erano in molte loro osservazioni! E anche nel tener conto delle opinioni comuni della gente del porto, che rispettavano anche se non erano “scientifiche”, badando comunque di selezionare, tra le tante storie che si raccontavano, quelle più credibili . Aristotele pensava che l’amicizia – la philia – fosse la cosa più importante per gli uomini che vogliono vi-

aristotele Pensava che l ’ amicizia fosse la cosa Più imPortante Per gli uomini che vogliono vivere una vita felice

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vere una vita felice, e pensava che per natura l’uomo fosse un animale sociale, o politico (zoon politikon, in greco), che ama stare con gli altri, tanto da non poterne fare a meno . Ma qui sembra dirci che anche altri animali talvolta sono animali sociali, e sicuramente lo sono i delfini.

E aveva ragione! Ti sarà capitato di vedere la scena, quasi identica a come lui la descrive, dei delfini che si aiutano tra loro, in qualche fantastico documentario. Lo sapevi che i delfini, quando uno di loro non sale a respirare per troppo tempo, si allarmano? Due di loro si affiancano a quello che evidentemente non si sente troppo bene e lo portano su, fino alla superficie dell’acqua, in maniera che possa riprendere fiato.

Non oso immaginare quanto sarebbero piaciuti ad Aristotele e a Teofrasto i documentari che vediamo oggi in tv, che esplorano ogni angolo del nostro meraviglioso pianeta alla ricerca di ogni specie vivente per descriverne tutti i comportamenti . Che è quello che facevano loro, con quei pochi strumenti che avevano allora e tra mille ostacoli, quando, passeggiando e discorrendo amabilmente, divennero i padri indiscussi dello studio degli animali e delle piante, della zoologia e della botanica .

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Che idea l’amicizia! Aristotele è stato il primo a parlarne, spiegando cosa significa in una maniera chiara ancora oggi, dopo più di duemila anni. Il filosofo pensava che l’amicizia – la philia – fosse fondamentale per vivere una vita felice: lui stesso ha avuto per compagni altri filosofi, come Platone e Teofrasto, e come allievo il più grande condottiero dell’antichità, Alessandro Magno, ma era anche amico della verità e della scienza. I suoi pensieri hanno fatto compagnia per millenni all’intera umanità, illuminandola su cos’è la vita, su come è fatto l’universo, come si costruisce un buon ragionamento e su come coltivare virtù quali il coraggio, l’altruismo e la fantasia.

Armando Massarenti è filosofo e giornalista, firma storica del supplemento culturale “Il Sole 24 Ore - Domenica” di cui è stato direttore. Per il quotidiano ha curato le collane I grandi filosofi, Filosofia antica per spiriti moderni, Lezioni d’amore e I grandi della scienza dedicata ai Premi Nobel.

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