Annie Barrows + disegni di Sophie Blackall traduzione di Paola Mazzarelli
Ely+Bea 1 agile 112 pag_Ely + Bea 13/02/17 10:55 Pagina 2
A Clio, naturalmente, ma anche a Claire, Keith, Maddy, Sam, Vincenzo, Melissa, Quinn, Chephren (e Jennifer Ennifer), Noah, Jonathan, Raejean, Dominic, Tanisha, Veronica, Christopher, Gabi, Xenia, Paul e Amber. A. B. A Olive ed Eggy S. B. Annie Barrows Ely + Bea disegni di Sophie Blackall traduzione di Paola Mazzarelli ISBN 978-88-9348-170-0 Prima edizione ottobre 2012 Prima ristampa febbraio 2014 Seconda ristampa marzo 2015 Terza ristampa gennaio 2016 Nuova edizione agile febbraio 2017 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2021 2020 2019 2018 2017 © 2012 Carlo Gallucci editore srl - Roma Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it
Ivy and Bean testo © 2006 Annie Barrows illustrazioni © 2006 Sophie Blackall Pubblicato per la prima volta in lingua inglese da Chronicle Books LLC, San Francisco, California Tutti i diritti riservati
Stampato per conto di Carlo Gallucci editore srl presso Longo spa (Bolzano) nel mese di febbraio 2017
galluccieditore.com
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INDICE NO GRAZIE 5 BEA HA UN’IDEA GENIALE 11 IL FANTASMA DI PANCAKE COURT 19 BEA FA AMICIZIA CON ELY 27 ELY HA UN’IDEA GENIALE 39 ALLA LARGA 51 UN’IMPRESA FACILISSIMA 67 IL GIARDINO DI BEA 81 L’INCANTESIMO 93 NIENTE DOLCE 103
NO GRAZIE Prima di conoscerla, Bea non sopportava Ely. La mamma le proponeva sempre di andare a giocare con la bambina nuova, quella che era venuta ad abitare nella casa di fronte. Ma Bea non ne voleva sapere. «Ha sette anni anche lei, come te» diceva la mamma. «E dev’essere proprio una brava bambina. Magari diventate amiche»
«Amici ne ho già tanti» diceva Bea. Ed era vero. Bea aveva moltissimi amici. Ma il fatto era che lei non voleva giocare con Ely proprio perché la mamma aveva ragione: Ely sembrava davvero una brava bambina. Perfino a guardarla dall’altra parte della strada, sembrava una brava bambina. E brava, Bea lo sapeva benissimo, è un altro modo per dire noiosa. Ely stava seduta composta sui gradini di casa. Bea saettava qua e là per il giardino, urlando. Ely aveva i capelli rossi, lunghi e morbidi, e li teneva a posto con un cerchietto di lustrini. Bea aveva i capelli neri, che le 6
arrivavano solo fino al mento, perchÊ quando diventavano piÚ lunghi si riempivano di nodi. Se si metteva il cerchietto, le cadeva dopo due minuti. Ely portava sempre il vestito. Bea il vestito se lo metteva solo quando la obbligava la mamma. Ely aveva sempre un libro in mano. Bea non leggeva mai. Leggere le faceva venire l’orticaria. Ely di sicuro non metteva mai i piedi nelle pozzanghere. E non spaccava le pietre per cercare l’oro.
BEA HA UN’IDEA GENIALE Tutto cominciò perché Bea voleva dare una lezione a sua sorella. Sua sorella si chiamava Nancy e aveva 11 anni. Nancy considerava Bea pestifera e rompiscatole. Bea considerava Nancy la più grande seccatrice di tutti i tempi. Da quando aveva compiuto 11 anni, Nancy si comportava come se fosse sua madre. Metteva su una voce da grande e dava ordini in continuazione. «Vai a pettinarti. Basta biscotti. Lavati i denti. Si dice per piacere».
La mamma diceva che Nancy era in un periodo così. Bea sapeva che cosa voleva dire: che Nancy era prepotente. Sapeva anche che i bambini prepotenti non sono simpatici a nessuno, perciò cercava di aiutare Nancy a uscire da quel periodo così. Per aiutarla usava questo sistema: la scocciava finché Nancy perdeva le staffe. Secondo Bea, quel sistema era molto utile. Il giorno in cui le venne l’idea geniale, Bea era andata a fare spese 12
con la mamma e con Nancy. O meglio, era stata trascinata dalla mamma e da Nancy. Bea detestava andare per negozi. A Nancy piaceva da morire. Sua sorella si stava provando delle gonne. Un numero spropositato di gonne. Se ne era messa una viola e si guardava allo specchio. Prima davanti. Poi di lato. Poi si girò e cercò di guardarsi di spalle. «Ti sta bene» disse Bea. «Andiamo» «Ancora un attimo di pazienza» disse la mamma a Bea. «Molto carina, questa, tesoro» disse a Nancy. Nancy si guardò ancora un po’ allo specchio. «Ma le tasche non sono una noia?» «Io le trovo graziose» disse la mamma. 13
Bea vide gli occhi di Nancy che la guardavano nello specchio. «Spilorcia» ripeté muovendo appena le labbra. Gli occhi di Nancy diventarono due fessure; tirò fuori la lingua, così rapida che la mamma non si accorse di nulla, poi disse: «No, questa gonna costa troppo, mamma. Preferisco dare un’occhiata ai top». Allora Bea capì che Nancy lo faceva apposta a metterci tutto quel tempo. Solo per farla arrabbiare. Per prima cosa pensò di darle un calcio negli stinchi. Ma poi le venne un’altra idea. Un’idea geniale. Era anche un’idea utile, perché avrebbe insegnato a Nancy a non fare la spilorcia. Ma soprattutto era un’idea che avrebbe fatto uscire sua sorella dai gangheri. «Te ne pentirai» disse a Nancy a fior di labbra.
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IL FANTASMA DI PANCAKE COURT Bea si era nascosta dentro un grosso cespuglio tondo nell’aiuola davanti a casa. Il cespuglio era proprio accanto al marciapiede ed era tutto pieno di rametti che pungevano, ma per mettere in atto la sua idea geniale Bea doveva stare proprio là dentro. L’idea era questa: aveva preso una banconota da venti dollari dal borsellino di Nancy e ci aveva attaccato con il nastro adesivo un pezzo di filo per cucire.