è nata nel 1979 vicino a Lione e da 15 anni scrive per bambini e ragazzi di tutte le età. I suoi libri sono spesso ispirati a storie vere e per questo apprezzati anche dagli adulti. L’età dei sogni è il suo romanzo di maggior successo.
Settembre 1957, Grace e Molly hanno 15 anni e sono alla vigilia di un anno scolastico importante. La prima è la reginetta della scuola, con una famiglia benestante alle spalle e gli amici che l’adorano; la seconda è tra i nove studenti neri ammessi per la prima volta nella storia degli Stati Uniti a frequentare un liceo di bianchi. Entrambe hanno qualcosa da imparare l’una dall’altra: Grace dovrà superare le barriere del conformismo e cominciare a pensare con la propria testa, Molly dovrà accettare la mano tesa da parte di chi pensava provasse solo odio nei suoi confronti.
ISPIRATO A UNA STORIA VERA, L’ETÀ DEI SOGNI RACCONTA LE EMOZIONI E I PROBLEMI DI OGNI ADOLESCENTE, MA ANCHE L’INARRESTABILE AFFERMAZIONE DEL DIRITTO UNIVERSALE ALLA FELICITÀ, ALL’EGUAGLIANZA E ALLA LIBERTÀ.
In copertina Fotografia: © Bettmann / Getty Images Art director: Francesca Leoneschi Graphic designer: Pietro Piscitelli / theWorldof DOT
Consigliato dai ai anni
12 99
C
i tenevo a dirti quanto sono stata felice di aver incrociato il tuo cammino. Sei stata forse l’unica a darmi la sensazione che non abbiamo fatto tutto questo per niente. Porto con me questo ricordo. È prezioso. Spero che non ce l’avrai con noi per aver creduto di potercela fare, per aver tentato di cambiare le cose. Per aver sognato di essere uguali.
è nata nel 1979 vicino a Lione e da 15 anni scrive per bambini e ragazzi di tutte le età. I suoi libri sono spesso ispirati a storie vere e per questo apprezzati anche dagli adulti. L’età dei sogni è il suo romanzo di maggior successo.
Settembre 1957, Grace e Molly hanno 15 anni e sono alla vigilia di un anno scolastico importante. La prima è la reginetta della scuola, con una famiglia benestante alle spalle e gli amici che l’adorano; la seconda è tra i nove studenti neri ammessi per la prima volta nella storia degli Stati Uniti a frequentare un liceo di bianchi. Entrambe hanno qualcosa da imparare l’una dall’altra: Grace dovrà superare le barriere del conformismo e cominciare a pensare con la propria testa, Molly dovrà accettare la mano tesa da parte di chi pensava provasse solo odio nei suoi confronti.
ISPIRATO A UNA STORIA VERA, L’ETÀ DEI SOGNI RACCONTA LE EMOZIONI E I PROBLEMI DI OGNI ADOLESCENTE, MA ANCHE L’INARRESTABILE AFFERMAZIONE DEL DIRITTO UNIVERSALE ALLA FELICITÀ, ALL’EGUAGLIANZA E ALLA LIBERTÀ.
In copertina Fotografia: © Bettmann / Getty Images Art director: Francesca Leoneschi Graphic designer: Pietro Piscitelli / theWorldof DOT
Consigliato dai ai anni
12 99
C
i tenevo a dirti quanto sono stata felice di aver incrociato il tuo cammino. Sei stata forse l’unica a darmi la sensazione che non abbiamo fatto tutto questo per niente. Porto con me questo ricordo. È prezioso. Spero che non ce l’avrai con noi per aver creduto di potercela fare, per aver tentato di cambiare le cose. Per aver sognato di essere uguali.
UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni
Annelise Heurtier L’età dei sogni traduzione di Ilaria Piperno ISBN 978-88-9348-475-6 Prima edizione italiana settembre 2018 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2022 2021 2020 2019 2018 © 2018 Carlo Gallucci editore srl - Roma Titolo dell’edizione originale francese: Sweet sixteen © 2013 Casterman - Bruxelles, Belgio
galluccieditore.com
Il marchio FSC® garantisce che la carta di questo volume contiene cellulosa proveniente da foreste gestite in maniera corretta e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. L’FSC® (Forest Stewardship Council®) è una Organizzazione non governativa internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno, scienziati e tecnici che operano insieme per migliorare la gestione delle foreste in tutto il mondo. Per maggiori informazioni vai su www.fsc.org e www.fsc-italia.it Tutti i diritti riservati. Senza il consenso scritto dell’editore nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma e da qualsiasi mezzo, elettronico o meccanico, né fotocopiata, registrata o trattata da sistemi di memorizzazione e recupero delle informazioni.
Annelise Heurtier
L’età dei sogni traduzione di Ilaria Piperno
Ai “nove di Little Rock” per aver creduto che le cose potessero cambiare. A Brigitte, Aurélien e Christophe per la loro gentilezza e professionalità. A Paul e Diane, che mi fanno venire voglia di migliorare.
Introduzione
Nell’America degli Anni Cinquanta imperversa la segregazione. Negozi, uffici, mezzi di trasporto e giardini pubblici: tutto è accuratamente organizzato affinché i bianchi non debbano “sopportare” la presenza dei neri. Questi vengono considerati esseri inferiori, sporchi, incivili e portatori di ogni genere di malattie. Per la maggior parte dei bianchi, è assolutamente impensabile fare il bagno nella stessa piscina, utilizzare le stesse toilette, entrare dalla medesima porta o venire sepolti nello stesso cimitero di un nero. Ciononostante, grazie all’intervento di diverse organizzazioni, le cose iniziano a cambiare. Così, nel maggio 1954, la Corte suprema degli Stati Uniti prende una delle decisioni più importanti per la storia sociale del paese. Rendendo incostituzionale la segregazione razziale nelle scuole pubbliche, la sentenza Brown versus Board of Education rimette in discussione una regola di ottant’anni prima. A scuola il principio “separati ma uguali” non vige più: i neri potranno beneficiare, così, della stessa educazione dei bianchi. La decisione è relativamente ben accolta nel Nord del paese, mentre provoca indignazione e rabbia negli Stati del Sud, di tradizione più marcatamente segregazionista. In proposito, il Daily News di Jackson (Mississippi) scrive: “Potrà anche essere versato del sangue a causa di questa decisione, ma sono i gradini di marmo bianco 7
della Corte suprema che ne porteranno le tracce. Unire bambini bianchi e neri nelle stesse scuole porterà al meticciato, il meticciato porterà ai matrimoni misti e i matrimoni misti porteranno all’imbastardimento della razza umana.” È in questo contesto di opposizione di massa che il prestigioso liceo di Little Rock (Arkansas) decide comunque di impegnarsi nel processo di integrazione. Dopo tre anni di lavori preliminari, raggiunge l’obiettivo di consentire l’ingresso a nove studenti neri, selezionati in base al comportamento e al curriculum scolastico. Nove adolescenti neri che dovranno studiare fra duemila e cinquecento bianchi. Costantemente provocati, umiliati, messi in serio pericolo, questi ragazzi tra i quattordici e i diciassette anni (Ernest Green, Elizabeth Eckford, Jefferson Thomas, Terrence Roberts, Carlotta Walls, Minnijean Brown, Gloria Ray, Thelma Mothershead e Melba Pattillo) restarono al liceo di Little Rock soltanto un anno. Un anno di una violenza inaudita, che ci dà la misura della strada percorsa da allora e, soprattutto, del coraggio che è loro servito per tracciarla. Uno dei personaggi centrali di questo romanzo, Molly Costello, è ispirato alla figura di Melba Pattillo, la cui incredibile testimonianza può essere letta nell’autobiografia Warriors don’t Cry. A Searing Memoir of the Battle to Integrate Little Rock’s Central High (Washington Square Press, 1994). La maggior parte degli avvenimenti e dei personaggi di questo romanzo sono di pura finzione, ma alcuni, per quanto romanzati, sono ispirati a fatti reali (in particolare gli episodi legati al primo giorno di scuola o la tristemente celebre scodella di chili rovesciata 8
in testa). Il fine non era quello di scrivere una lezione di storia, conforme in tutto e per tutto alla realtà, ma di descrivere la brutalità dei giorni che Melba Pattillo e i suoi otto compagni hanno trascorso in questo liceo. Dato che si tratta prima di tutto di un’invenzione, i nomi dei protagonisti principali sono stati cambiati. Il “ping-pong” politico-giudiziario (gradi di giudizio delle diverse corti di giustizia, interventi del governatore Faubus e del presidente Eisenhower) è stato semplificato e non è esaustivo, ma si è verificato davvero.
9
Maggio 1954 La professoressa Carter rivolse uno sguardo d’insieme alla classe. Era una donnina paffuta, dallo sguardo chiaro e penetrante, che insegnava al liceo Horace-Mann da una dozzina d’anni. «Allora? Qualcuno di voi si offre volontario?» domandò. Nessuno rispose. Dalla finestra aperta entrò una mosca e volò dritta verso di lei, che la cacciò via con un gesto del braccio. Dopo alcuni secondi di attesa, la Carter riunì i fogli sparsi di fronte a sé e li infilò in una cartellina grigia. «Molto bene. Allora passiamo ad altro». La mosca ritornò, zigzagando intorno alla testa della professoressa, prima di posarsi su un angolo della cattedra. Fu in quel momento che Molly Costello percepì il suo braccio alzarsi. Prima con dolcezza, poi con maggiore fermezza, fin quando non raggiunse la posizione definitiva, l’indice puntato verso il soffitto fatiscente. La professoressa Carter, intenta a distribuire fogli ciclostilati, non la individuò subito. Fu Trevor Forman, un tredicenne ripetente, a fargliela notare.
11
«Ehi Molly, sei fuori di testa o vuoi solo dire che il soffitto è completamente marcio?» Seguirono alcune risate e la Carter si voltò, lasciando cadere gli occhiali sulla camicetta inamidata. Lanciò uno sguardo interrogativo alla ragazza. «Cosa c’è, Molly? Che succede?» «Sono d’accordo» «D’accordo su cosa?» «Tentare la prova». La professoressa Carter restò immobile. Le sopracciglia aggrottate, fissò Molly, che non capiva il suo comportamento. Sorpresa? Fierezza? Inquietudine o disapprovazione? «Ne sei proprio sicura?» Molly annuì sotto lo sguardo dei compagni che, come Medusa, la stavano fulminando. Accanto a lei la sua amica Suzanna mormorò: «Non dici sul serio, vero? Non lo farai mica?» Molly fece spallucce: non rischiava granché, in fondo. Tra una decisione della Corte di giustizia e la realtà passava un mondo intero. E poi chissà, se fosse accaduto davvero, era comunque un’occasione da non perdere.
12
Grace Estate 1957 La voce di Johnny Mathis tacque e la stanza piombò di nuovo in un torpore umido e silenzioso. Era un pomeriggio senza un alito di vento, sonnacchioso, lento. Brook Sanders si lasciò mollemente andare all’indietro sul letto. «Quel tipo mi farà impazzire». Inarcò un sopracciglio, che prese la forma di un accento circonflesso: «Sono sicura che ha un odore divino. Raffinato, ma anche molto virile. Il genere di profumo che si porta a Parigi, avete presente?» Le sue tre amiche risero, attorno a lei. Stesa sul copriletto a fiori, Grace Anderson, bionda e smilza, s’immaginava con il naso contro il collo del cantante, davanti a un’orda di groupie isteriche di gelosia. Seduta sul bordo del letto, come per occupare meno spazio possibile, Judy Griffin seguiva con gli occhi le linee del volto di Johnny Mathis, che le sorrideva dalla copertina del vinile. La sua timidezza e il suo naturale contegno le impedivano di dirlo ad alta voce, ma anche lei sognava di baciarlo selvaggiamente. Quanto a Dorothy Mitchell, figlia del titolare di uno dei più grandi studi di avvocati di Little Rock, aveva smesso di sfogliare 13
uno degli ultimi numeri di Seventeen. La sedia a dondolo su cui era seduta emetteva un cigolio cadenzato, rassicurante. Dopo aver a sua volta immaginato l’odore animale di Johnny Mathis, riprese la lettura di un articolo che prometteva “un trucco naturale in meno di otto minuti”, poco prima interrotto a metà. Nell’ampia gonna di crinolina, Grace appariva ancora più magra di quanto già non fosse. Comunque troppo, secondo lei. Le sembrava di avere il corpo di una bimbetta. Con gli occhi che brillavano di malizia, rotolò da un lato, ritrovandosi di colpo davanti a Brook. «Di fronte ai fianchi di Elvis, il tuo Johnny può andare a nascondersi, ammettilo!» Nel suo angolino, Judy passò dal bianco latteo al rosso rubino. Quando le amiche se ne accorsero, scoppiarono in una risata. Grace alzò gli occhi al cielo: «Judy, non fare la bacchettona! Rilassati un po’, siamo nel 1957!» Grace tirò l’amica per le braccia e la trascinò al centro della stanza, canticchiando l’ultimo successo di Elvis Presley: Baby let me be your lovin’ Teddy Bear. Put a chain around my neck, and lead me anywhere. Grace si divertiva un mondo. Cercava in ogni modo di far ballare Judy, che la osservava gesticolare senza sapere, evidentemente, cosa farsene del suo corpo, la schiena rigida come una scogliera. Per motivarla, Grace si mise a cantare a squarciagola, prima di lanciarsi in un’imitazione del cantante: 14
Oh let me beeeeee your Teddy Beaaaaar. Brook era divertita. Tentando di ritrovare la solita serietà, si ricompose. «Shh! Basta, Grace! Se mia madre ti sente cantare Elvis non ti permetterà mai più di entrare in questa casa, te lo assicuro!» Judy approfittò della pausa per ritirare le mani da quelle di Grace. A casa sua, come nella maggior parte delle case delle ragazze di buona famiglia, Elvis Presley era bandito. Ce l’aveva con lui persino la stampa, che denunciava quella sua maniera oscena di muoversi. «Se lo avesse fatto per strada, lo avrebbero arrestato» titolava Times Magazine alcune settimane prima. Grace si tamponò con le mani le guance, arrossate per lo sforzo e la calura di inizio agosto, poi aggiunse: «Ho sentito dire, comunque, che farà un concerto qui». Brook si alzò dal letto. «Ne sei sicura? Qui a Little Rock?» Grace annuì. «È ufficiale. L’ho letto sull’Arkansas Gazette qualche settimana fa». Udendo il nome del giornale, Brook, Dorothy e Judy s’irrigidirono di colpo. Fissavano l’amica come se avesse appena annunciato che si sarebbe rapata a zero. «L’Arkansas Gazette? Quel giornale di negri? Grace, ma come diavolo…» Grace fece spallucce. «Tranquille, non ho mai speso un centesimo per quella cartaccia. È Minnie, la mia tata, che ha ritagliato l’articolo per me. Sa che adoro... mmm... Pelvis». Grace lanciò un’occhiata canzonatoria a Judy, poi scoppiò a ridere. Era troppo facile metterla a disagio. 15
Brook si portò la mano sul cuore, sulla piccola spilla preziosa, di smeraldo e rubino, che la madre le aveva regalato per il suo quindicesimo compleanno. Grace la osservava da quando era arrivata. «Così va meglio. Per un attimo ho creduto che avessi davvero perso il buon senso. Non ne sarei così sicura al tuo posto, in ogni caso. Quel giornale dice un mucchio di stupidaggini». Dorothy, interrotta la lettura della rivista, si arricciava i boccoli castani con le dita. L’Arkansas Gazette era di proprietà di Maxene Tate, un’attivista nera eletta da poco a capo della corrente locale della NAACP1 e seriamente intenzionata a ottenere maggiori diritti per la sua comunità. «Mio padre dice che questa Maxene è un pericolo per la coesione dello Stato e che, forse, si potrebbe addirittura denunciarla per questo». «Sono d’accordo. Quella negra dev’essere rinchiusa. Vi ricordate tre anni fa, dopo la causa “Brown... nonsocché”?» rincarò la dose Brook. «Brown versus Board of Education of Topeka» precisò Dorothy, che grazie al padre aveva più familiarità con le questioni di legge. Le altre tre annuirono. Quella sentenza della Corte suprema degli Stati Uniti, la più alta istituzione giuridica del paese, aveva provocato un terremoto impossibile da dimenticare. Nome a parte, forse. Brook si picchiettò la tempia con l’indice, come a dire “che follia!” «Come se i neri potessero frequentare i nostri stessi licei! È da morire dal ridere». 1 La National Association for the Advancement of Colored People è un’associazione che mira a difendere i diritti dei neri negli Stati Uniti. [N.d.A.]
16
«Quella pazza è proprio cocciuta. Chi crede di poter convincere? Tutte le ricerche scientifiche dimostrano che la razza bianca è superiore alla razza nera da ogni punto di vista. Fine del discorso» aggiunse Dorothy. «Lo prova persino la forma del cranio»2 sottolineò Brook. «I neri si comportano da selvaggi, si danno all’alcool e al sesso e fanno baldoria. Non è un caso che siano stati loro nostri schiavi e non il contrario». Fece un lungo respiro. «Be’, questi discorsi mi hanno fatto venire caldo! Non avete sete? Vado a chiedere a Martha di portarci dell’aranciata». «Così avrà un motivo per muovere quel sederone che si ritrova!» aggiunse, e rise pensando alla domestica.
La frenologia è una teoria secondo cui la forma del cranio dell’essere umano riflette il suo carattere. È stata utilizzata, in particolare, dai fautori delle teorie razziste per legittimare una distinzione e una classificazione fra le “razze”. [N.d.A.] 2
17
è nata nel 1979 vicino a Lione e da 15 anni scrive per bambini e ragazzi di tutte le età. I suoi libri sono spesso ispirati a storie vere e per questo apprezzati anche dagli adulti. L’età dei sogni è il suo romanzo di maggior successo.
Settembre 1957, Grace e Molly hanno 15 anni e sono alla vigilia di un anno scolastico importante. La prima è la reginetta della scuola, con una famiglia benestante alle spalle e gli amici che l’adorano; la seconda è tra i nove studenti neri ammessi per la prima volta nella storia degli Stati Uniti a frequentare un liceo di bianchi. Entrambe hanno qualcosa da imparare l’una dall’altra: Grace dovrà superare le barriere del conformismo e cominciare a pensare con la propria testa, Molly dovrà accettare la mano tesa da parte di chi pensava provasse solo odio nei suoi confronti.
ISPIRATO A UNA STORIA VERA, L’ETÀ DEI SOGNI RACCONTA LE EMOZIONI E I PROBLEMI DI OGNI ADOLESCENTE, MA ANCHE L’INARRESTABILE AFFERMAZIONE DEL DIRITTO UNIVERSALE ALLA FELICITÀ, ALL’EGUAGLIANZA E ALLA LIBERTÀ.
In copertina Fotografia: © Bettmann / Getty Images Art director: Francesca Leoneschi Graphic designer: Pietro Piscitelli / theWorldof DOT
Consigliato dai ai anni
12 99
C
i tenevo a dirti quanto sono stata felice di aver incrociato il tuo cammino. Sei stata forse l’unica a darmi la sensazione che non abbiamo fatto tutto questo per niente. Porto con me questo ricordo. È prezioso. Spero che non ce l’avrai con noi per aver creduto di potercela fare, per aver tentato di cambiare le cose. Per aver sognato di essere uguali.
è nata nel 1979 vicino a Lione e da 15 anni scrive per bambini e ragazzi di tutte le età. I suoi libri sono spesso ispirati a storie vere e per questo apprezzati anche dagli adulti. L’età dei sogni è il suo romanzo di maggior successo.
Settembre 1957, Grace e Molly hanno 15 anni e sono alla vigilia di un anno scolastico importante. La prima è la reginetta della scuola, con una famiglia benestante alle spalle e gli amici che l’adorano; la seconda è tra i nove studenti neri ammessi per la prima volta nella storia degli Stati Uniti a frequentare un liceo di bianchi. Entrambe hanno qualcosa da imparare l’una dall’altra: Grace dovrà superare le barriere del conformismo e cominciare a pensare con la propria testa, Molly dovrà accettare la mano tesa da parte di chi pensava provasse solo odio nei suoi confronti.
ISPIRATO A UNA STORIA VERA, L’ETÀ DEI SOGNI RACCONTA LE EMOZIONI E I PROBLEMI DI OGNI ADOLESCENTE, MA ANCHE L’INARRESTABILE AFFERMAZIONE DEL DIRITTO UNIVERSALE ALLA FELICITÀ, ALL’EGUAGLIANZA E ALLA LIBERTÀ.
In copertina Fotografia: © Bettmann / Getty Images Art director: Francesca Leoneschi Graphic designer: Pietro Piscitelli / theWorldof DOT
Consigliato dai ai anni
12 99
C
i tenevo a dirti quanto sono stata felice di aver incrociato il tuo cammino. Sei stata forse l’unica a darmi la sensazione che non abbiamo fatto tutto questo per niente. Porto con me questo ricordo. È prezioso. Spero che non ce l’avrai con noi per aver creduto di potercela fare, per aver tentato di cambiare le cose. Per aver sognato di essere uguali.