I pirati della porta accanto. 1, 2, 3… All’arrembaggio!

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REGGIE NAUS

UAO Universale d’Avventure e d’Osservazioni

Reggie Naus

I pirati della porta accanto. 1, 2, 3… All’arrembaggio! disegni di Mark Janssen

traduzione dal nederlandese di Davide Trovò

della stessa serie:

I pirati della porta accanto

Alla conquista del parco

Ninja all’attacco!

ISBN: 978-88-3624-905-3

Prima edizione italiana settembre 2023

ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2027 2026 2025 2024 2023

© 2023 Carlo Gallucci editore srl - Roma

Titolo dell’edizione originale nederlandese: De piraten van hiernaast. 1, 2, 3… Enteren!

Testo e disegni © Reggie Naus e Mark Janssen, Uitgeverij Ploegsma, 2013

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Reggie Naus

disegni di Mark Janssen

traduzione di Davide Trovò

Al ladro!

Michael Brugman contava lentamente, a occhi chiusi.

«98… 99… 100! Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro!»

Aprì gli occhi e si voltò.

Il suo migliore amico, Billy Spingarda, era proprio dietro di lui. Con le mani in tasca.

«Potevi anche fermarti a cinquanta» disse annoiato. «Tanto ero pronto da un pezzo»

«Perché non ti sei nascosto?» domandò Michael, un po’ irritato.

«Nascosto? Ah, già… stavamo giocando a nascondino». Billy si strinse nelle spalle. «Mi è passata la voglia»

«Grazie di avermi avvertito» brontolò Michael. «Allora, a cosa giochiamo?»

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«Alla caccia al tesoro» propose Billy. «Quello sì che è un gioco da pirati. Mentre contavi, ho nascosto un tesoro e disegnato questa mappa per te». Porse a Michael un foglio di carta pieno di strani scarabocchi.

Michael diede un’occhiata alla mappa e poi si guardò intorno. Erano sulla spiaggia, con il mare da un lato e le dune di sabbia dall’altro. Più in là scorgeva i tetti della loro via. In vista non c’era niente che assomigliasse ai ghirigori di Billy.

«Sei sicuro di avere nascosto il tesoro qui in giro?»

«Certo. Una mappa del tesoro non deve mai essere troppo chiara, altrimenti chiunque potrebbe trovare il tesoro e sgraffignarlo»

«E allora perché disegnarla? Non basterebbe ricordarsi dov’è seppellito? Sarebbe molto

più sicuro»

«Uhm…» Billy ci pensò su un istante. «Papà non me l’ha mai spiegato… Aspetta, adesso ricordo: perché i pirati da grandi bevono così tanto rum che spesso dimenticano dove lo han-

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no seppellito. Ecco allora che la mappa torna utile»

«Ma la capiscono, una roba confusa come questa?» chiese Michael accennando agli scarabocchi.

L’amico ridacchiò. «È proprio questo il punto. A forza di giocare alla caccia al tesoro, i pirati diventano bravissimi a leggere le mappe già da bambini. È solo più avanti che imparano a sbronzarsi di rum». Poi diede a Michael una pacca sulla spalla. «Bene, ora datti da fare. Non ti dico sempre che farò di te un vero pirata?»

Michael tornò a guardare la mappa. «A dire la verità non ci capisco un’acca»

«È semplicissimo» disse Billy. Indicò il disegno. «Basta andare… uhm…» Afferrò il foglio e lo guardò al contrario. «Basta andare… a sinistra… e poi… no, aspetta». Lo girò prima da una parte e poi dall’altra. «Uhm…»

«Non ci capisci niente nemmeno tu?» chiese Michael.

Billy arrossì. «Significa soltanto che è una mappa fatta come si deve!»

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«Andiamo a dissotterrare il tesoro, quindi?» lo incalzò Michael.

«Be’, ecco…» cominciò Billy. Poi si voltò di scatto. «Sai cosa? La caccia al tesoro è una noia. Torniamo a casa. Tra poco piove»

«Non avrai mica scordato dove lo hai seppellito?» si stupì Michael. «Sono passati solo pochi minuti»

«Avevo la testa tra le nuvole!» ribatté Billy con una punta di stizza. «Tutto perché ci hai messo una vita a contare. Probabilmente pensavo a quella volta che Barbanera sbaragliò da solo cinquanta soldati. Che impresa formidabile! E adesso ho dimenticato dov’è quel maledetto tesoro, ecco! Ma è proprio per questo che ho disegnato la mappa»

«Non fa una grinza» ridacchiò Michael. «Cos’è che hai seppellito?»

«Oh, niente di importante» borbottò Billy, prima di allontanarsi in direzione delle dune.

Quando si accorse che l’amico indossava una scarpa sola, Michael scoppiò a ridere.

Presero la via di casa percorrendo un sentie-

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ro tra le dune. Il cielo cominciava a imbrunire. Sopra la spiaggia andavano raccogliendosi nubi grigie e il vento si era rinforzato.

«Comunque faccio volentieri a meno d’imparare a bere il rum» disse Michael. «Ho uno zio che una volta beveva troppo. Alle feste di famiglia saliva sempre in piedi sul tavolo e si metteva a cantare a squarciagola. Ed era pure stonato. Poi dopo qualche minuto stramazzava»

«Forte!» esclamò Billy. «Si direbbe un tipo di compagnia»

«Insomma…» disse Michael. «Dopo un’oretta si addormentava e rimaneva per terra a russare fortissimo»

«Ce lo presenti prima o poi? Penso che a papà e al nonno starebbe simpatico»

«I miei genitori ci hanno litigato. Ormai non lo vediamo più»

«Peccato».

Terminato il sentiero tra le dune, imboccarono via dei Gerani, dove abitavano fianco a fianco. Michael aveva fatto amicizia non solo con Billy, ma con tutta la famiglia Spingarda:

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autentici pirati che si erano trasferiti sulla terraferma.

Era autunno e per la strada mulinavano foglie gialle e rosse.

Billy si strinse bene la sciarpa intorno al collo. «Non mi abituerò mai a questo tempaccio» disse.

«Be’, almeno non piove» commentò Michael. In quel preciso istante caddero le prime gocce.

«Grazie tante!» si lagnò Billy. «Non potevi tenere la bocca chiusa?»

Pioveva sempre più forte, perciò si misero a correre.

Quando arrivarono alla casa dei pirati, Michael rallentò il passo. Billy invece si fiondò per la passerella sopra il fossato che cingeva la casa. All’improvviso perse l’equilibrio, cadde lungo disteso sulla schiena e continuò a scivolare in avanti a tutta velocità fino a volare nel fossato con un tonfo.

«Billy!» gridò terrorizzato Michael, e si precipitò verso la riva per tirare fuori l’amico prima che attirasse l’attenzione di Roy, il pesceca-

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ne da guardia della famiglia Spingarda. I pirati lo consideravano una bestiolina socievole, ma Michael aveva i suoi dubbi.

Riuscì a tirare all’asciutto l’amico boccheggiante proprio quando la pinna grigia sbucò da dietro l’angolo.

«Mi dispiace, Roy» ridacchiò Billy. «Ti andrà meglio la prossima volta».

Si rimise in piedi e si diede una scrollata. «Adesso la pioggia non è più un problema» disse ridacchiando. «Ormai sono fradicio». Poi si guardò alle spalle. «A proposito, perché sono scivolato?»

Michael lo seguì fino alla passerella. Tra l’erba erano sparse alcune buste, completamente zuppe di pioggia.

«La posta» disse Billy. «Ecco su cosa sono scivolato. Mistero risolto». Fece per girarsi ed entrare in casa.

«Ma perché è lì in terra? Ce l’avete una cassetta delle lettere, no?» chiese Michael, indicando il vecchio scrigno che i pirati usavano per la posta.

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«Adesso che mi ci fai pensare…» Billy si avvicinò allo scrigno e controllò la fessura in cui si infilavano le lettere. «Strano» mormorò. «È bloccata da una roba appiccicosa»

Michael controllò. «È colla» disse. «Qualcuno l’ha sigillata».

Billy raccolse le buste zuppe e le appallottolò. «Bene, adesso sappiamo anche questo. Ti va di entrare?»

«Ok» rispose Michael. «Però resto poco. La cena sarà quasi pronta».

Attraversarono la passerella ed entrarono dalla porta principale.

La casa dei pirati sembrava costruita con mille pezzi di navi inchiodati tra loro. Le stanze erano collegate da scale di corda, passerelle, scivoli e, in alcuni casi, anche da normali gradini e corridoi. L’abitazione straripava di oggetti che la famiglia Spingarda aveva portato con sé dai viaggi per il mondo. Barili di legno, statue e palme in vaso. Alle pareti erano appesi dipinti di antichi pirati e vascelli.

«La posta» annunciò Billy alla madre, seduta

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a leggere al tavolo da pranzo. Le lanciò la palla di carta, che le atterrò proprio davanti al naso con uno splat!

La signora Spingarda diede uno sguardo scocciato al grumo di buste fradicie.

«La posta sembra un tantinello bagnata, oggi» disse.

«La cassetta delle lettere è tappata» spiegò Billy, aprendo il frigorifero per ispezionarne il contenuto.

«Ci mancava solo questa» commentò la signora Spingarda, riponendo il libro. «Ma cosa succede ultimamente?»

«In che senso?» chiese Michael.

«Ieri qualcuno ci ha tirato delle uova contro casa» spiegò la signora Spingarda. «Ho provato a staccarle dalla porta per farci un’omelette, ma erano marce! È stato il colmo… Lanciassero almeno qualcosa di utile!»

«Forse sono stati dei teppistelli» disse Michael.

«E noi che pensavamo di abitare in un quartiere perbene!» rise la signora Spingarda.

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Michael prese posto a tavola. «Dove sono il nonno e il capitano?»

«A ritirare soldi» ripose la donna. «Dal forziere».

I pirati si mantenevano grazie a un grande scrigno pieno di oro e gioielli. Lo chiamavano “il tesoro di famiglia”. Un bottino accumulato dai loro antenati, talmente ricco da permettere alla famiglia Spingarda di non lavorare. Qualche volta il capitano andava a prelevare denaro dal forziere, che era nascosto in un luogo segreto.

«Ammesso che lo trovino…» disse Michael, strizzando l’occhio a Billy.

«Ovvio che lo trovano» disse l’amico, tutto rosso in viso. «Ti ho spiegato come si fa. Con la mappa del tesoro».

In quel momento, udirono aprirsi la porta d’ingresso. Nel corridoio che portava al salotto risuonarono dei passi.

«Confessa!» tuonò un vocione.

«Buono a nulla! Megattera! Cavalluccio marino!» replicò una seconda voce.

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«Stanno di nuovo litigando, quei due?» chiese la signora Spingarda.

Michael rise. Sapeva che litigare faceva parte della vita dei pirati. Al padre e al nonno di Billy, poi, riusciva particolarmente bene.

La porta del salotto si aprì e fece il suo ingresso un omaccione con i capelli lunghi e le braccia tatuate. Era il padre di Billy, il capitano Hector Spingarda.

Lo seguiva un vecchissimo lupo di mare con una gamba di legno e un uncino di ferro: nonno Spingarda, il pirata più tosto del mondo intero. E forse anche il più vecchio.

«Che c’è adesso?» chiese la signora Spingarda. «Il nonno si è di nuovo cacciato nei guai con la polizia?» Rivolse un sorriso a Michael. «Ultimamente perde le staffe ogni volta che vede un poliziotto e poi rimane di cattivo umore per tutta la giornata»

«Macché» rispose il capitano, accasciandosi sul divano. «Assai peggio».

Solo allora Michael si accorse che il capitano era pallidissimo. Pareva spaventato.

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«Di cosa si tratta, allora?» lo incalzò la signora Spingarda, anche lei preoccupata adesso. Si sedette sul divano accanto al marito.

Billy stava giocando in un angolo della stanza con Fred, il polpo di famiglia, ma smise per unirsi ai genitori.

Il capitano li guardò a uno a uno, tutto serio in viso.

«Il forziere» disse con voce tremante. «È sparito».

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La famiglia Spingarda non ha mai pace: qualcuno ha rubato il loro tesoro e li ha lasciati al verde! Non rimane che cercare un lavoro e guadagnarsi da vivere… ma chi l’ha mai visto un pirata lavorare? Fortunatamente Michael e Billy sono sulle tracce del ladro. Per recuperare la refurtiva, però, servirà tutto il coraggio dei veri corsari!

« il ladro non ha lasciato impronte, quindi non ha i piedi » . michael ridacchiò. « oppure ha le ali »

« giusto. cerchiamo un tizio senza piedi, ma con le ali »

« non credo esista tanta gente così »

« infatti » disse billy con una risata. « ormai lo abbiamo in pugno! siamo due super detective! »

Della stessa serie:

ISBN 978-88-3624-905-3

Consigliato dai 9 ai 99 anni

€ 11,50

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