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Nota introduttiva

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L’IRA DI ACHILLE

L’IRA DI ACHILLE

Sulle rive del Mediterraneo antico scorre il filo del racconto, seguendo in parte le linee classiche, in parte discostandosene per una più libera interpretazione.

In questo mitico bacino, c’è un’isola molto piccola, Tenedo, di fronte alla quale, più di tremila anni fa, s’innalzava su un colle la ricca e fiorente città di Troia.

Bella la città e saggiamente governata dal re Priamo, padre di cinquanta figli.

Proprio uno di essi, Paride, rapisce l’incantevole Elena, moglie del re di Sparta, Menelao, il quale per vendicare l’offesa chiede aiuto ai re e principi di tutta la Grecia. I principi accettano. È la guerra!

Per dieci anni Greci e Troiani combattono nella piana insanguinata, in un clima tremendo, che anche gli dèi, non meno degli uomini, contribuiscono ad arroventare.

Nel poema tra tutti spiccano le intense figure di Achille ed Ettore, eroi valorosi, pronti al sacrificio, alla difesa della patria e dell’onore.

Luminose, come squarci di luce tra le tenebre della battaglia, brillano le figure leggiadre di Andromaca, moglie di Ettore, e di Teti, madre di Achille.

L’IRA DI ACHILLE

Lo stile dell’opera, pur essendo moderno, è in alcuni punti volutamente classicheggiante, proprio per mantenere l’analogia con il poema originale.

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