La notte in cui Babbo divenne Natale

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La notte in cui Babbo divenne Natale

disegni di Valerio Chiola

UAO

Universale d’Avventure e d’Osservazioni

Pietro Clementi

La notte in cui Babbo divenne Natale disegni di Valerio Chiola con la collaborazione di Matteo Devincenzi per la colorazione

dello stesso autore:

Non è colpa della cicogna

La favolosa favola della fatina Scemarella

La famiglia Transylvania

ISBN 979-12-221-0764-6

Prima edizione ottobre 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0

anno 2028 2027 2026 2025 2024

© 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma

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PIETRO CLEMENTI

La notte in cui Babbo divenne Natale

disegni di Valerio Chiola

Dedicato ad Alice…
bel regalo della mia vita

Prologo

18 dicembre 20…

«LEO, vai subito a dormire!» strilla la mamma.

Sono le 22:00 passate, per Leonardo è tardi. Lui di solito a quest’ora dorme già, perché fin da piccolo ha l’abitudine di svegliarsi alle 5:00 e a volte anche alle 4:00 del mattino.

All’inizio mamma Angela e babbo Lorenzo trovavano la cosa interessante: non faceva storie per andare a letto, si svegliava prima di tutti e non dovevano penare per farlo alzare… Pensate che Leo preparava anche il caffè e lo portava al lettone dei genitori ogni mattina.

Con il passare del tempo, però, il fatto che il bimbo si svegliasse alle prime luci dell’alba tanto nei giorni lavorativi quanto il sabato e la domenica e nelle sudatissime ferie d’estate… be’, non era poi così piacevole. Anche Caterina, la sorella di Leonardo, se ne lamentava continuamente e…

Ma sto divagando. Dicevo, è tardi per

Leonardo perché di solito lui alle 21:00 è già a letto: se fossimo stati ad agosto, la mamma l’avrebbe tenuto alzato il più possibile nella speranza di riposare almeno la mattina dopo, ma siamo al 18 dicembre, domani ci sarà l’ultimo giorno di scuola e alla recita di Natale Leonardo farà “l’albero cantante”, vista la sua altezza…

Ah già, non l’ho descritto ancora! Leo ha 10 anni ed è molto alto per la sua età, ha i lineamenti dolci, la bocca a cuoricino, i capelli castani a caschetto, gli occhiali grandi.

Leonardo se ne sta sdraiato a pancia sotto sul lettino, con le sue gambette lunghe incrociate all’insù, una penna stretta nella mano destra e la faccia concentrata sul foglio bianco.

Eh sì, ecco il motivo per cui ancora non dorme: perché siamo al 18 dicembre

e deve ancora scrivere la lettera a Babbo Natale…

Lo so, lo so, bambini, è impensabile scrivere la lettera a Babbo Natale il 18 dicembre. Ma Leo è stato molto impegnato negli ultimi giorni…

Sì, lo so, so anche questo: tutti voi siete tanto impegnati. La scuola, il calcio, il nuoto, pianoforte, la danza, la ginnastica artistica, il basket, il canto, il teatro… Tutti i bambini sono mooolto ma mooolto più impegnati di quanto lo fossi io alla vostra età!

Forse possiamo giustificare il ritardo di Leo con il fatto che lui a Babbo Natale non scrive semplici richieste, non si limita a dire “Vorrei questo e questo e poi questo”, ma si confida, si racconta… Insomma, è un appuntamento che capita solo una volta l’anno, e lui vuole fare bella figura. Ecco cos’ha scritto finora:

Caro Babbo Natale, sono Leonardo da Roma. Sono molto contento che quest’anno abitiamo in questa casa, perché abbiamo il terrazzo e per te sarà più facile entrare. Per sicurezza ti lascio la porta-finestra aperta. Non mi importa se entrano i ladri, basta che entri tu…

Per quest’anno volevo chiederti un po’ di regali: il planetario, le carte dei Pokémon di livello spaziale, una nuova bici che sfrecci fortissimo e il cellulare… Ma per questa storia del cellulare so già che ti contatteranno mamma e papà, perché loro non sono molto d’accordo…

Un’altra cosa: so che non dipende tanto da te, ma se ci riesci… potresti far finire tutte le guerre nel mondo? Come fai ad arrivare in quei posti così lontani e a raggiungere quei bambini che in tv

mi sembrano tanto tristi? Ho una proposta: rinuncio io a qualcosa, ma porta di più a loro che a noi… Per me non è un problema, non ti preoccupare.

Prova anche a far tornare gli adulti più buoni, e soprattutto più solidali verso chi hanno accanto, com’erano prima di quella pandemia che ha reso le persone un po’ più egoiste. Ricorda a tutti quelle belle parole che ci ha insegnato la maestra: “il bene della collettività”.

Ah, quasi dimenticavo! Non ti sbagliare nel portarmi i regali! Io sono all’interno 15, non al 12, dove c’è Marco Federici, un prepotente che non ti dico che mi dà sempre le spinte. Non sono di certo io che devo dirti come fare il tuo lavoro, ma… a lui non porterei niente, se fossi in te.

Grazie, Babbo Natale, so che farai il possibile.

A proposito, ci pensavo l’altro giorno mentre facevo la cacca… Ma tu sei mai stato bambino? Hai mai avuto i genitori? E come sei diventato Babbo Natale? Grazie ancora e ciao, Leonard…

Non finisce neanche di firmare che, con il viso sul foglio, Leo si addormenta.

E comincia a sognare…

Dallo spettacolo campione d’incassi

«Viaggiate nello spazio e nel tempo, fino ad arrivare nel 1836, a Londra. Babbo Natale si trova là…»

I due elfi pasticcioni Geo e Gea sono alla ricerca di qualcuno che possa diventare un simbolo del Natale. Una persona che sia talmente buona da rappresentare lo spirito di condivisione di questa festa e che porti i regali in tutto il mondo la notte del 24 dicembre. La persona che diventerà… Babbo Natale! Con loro grande sorpresa, però, Geo e Gea vengono spediti in un orfanotrofio nella Londra dell’Ottocento… È l’inizio di una favola mai raccontata prima, ricca di emozioni e di risate, sulla nascita del mito più amato dai bambini.

“Pietro Clementi, ancora una volta, riesce a scrivere un racconto che, tra risate e lacrime di commozione, pizzicherà le corde del cuore di bambini e adulti. Una vera favola natalizia per tutta la famiglia”

MumAdvisor

“Questo libro è un lampo di felicità che, come il Natale, ci fa tornare per un giorno bambini”

Mammecreative

Pietro Clementi (Roma, 1972) è autore teatrale, scrittore, compositore, regista e attore. Nel 2015 ha fondato la Compagnia “Un teatro da favola”, che con le sue rappresentazioni per le famiglie ha battuto tutti i record di presenze nel teatro per ragazzi. Come Non è colpa della cicogna, La favolosa favola della fatina Scemarella e La famiglia Transylvania, tutti pubblicati da Gallucci, anche questo libro è illustrato dagli inconfondibili disegni di Valerio Chiola, il talentuoso fumettista romano chiamato tra l’altro da DC Comics a disegnare Scooby-Doo.

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