Anne-Gaelle Balpe :
disegni di Ronan Badel
«Non può essere una coincidenza! Il capitolo del libro corrisponde a questa stanza!»
«Questa ragazzina è fuori di testa» disse Manolo «conosce il libro a memoria!»
Anche Mandy si avvicinò. «Vorresti dire che ogni capitolo del romanzo corrisponde a una stanza del castello? E che il libro è una specie di… mappa?»
Manolo impallidì. La situazione era peggiore di quanto avesse potuto immaginare: il successo della missione, e persino la loro vita, dipendevano da un libro!
Universale d’Avventure e d’Osservazioni
UAO
Anne-Gaëlle Balpe
Maliardo di uno scrittore
disegni di Ronan Badel
traduzione dal francese di Deborah Cerri
degli stessi autori: Il diabolico libraio
ISBN 979-12-221-0591-8
Prima edizione italiana giugno 2024
ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0
anno 2028 2027 2026 2025 2024
© 2024 Carlo Gallucci editore srl - Roma
Titolo dell’edizione originale francese: L’Écrivain Abominable © 2017 Éditions Sarbacane - Parigi, Francia
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Tua madre è la donna barbuta?
Non erano passati nemmeno tre giorni da quando avevano montato il tendone del circo a Saint Laurent, e Manolo non ne poteva già più.
Ne aveva fin sopra i capelli…
Era stufo di rimanere seduto in classe.
Era stufo di sentire la voce nasale della maestra Gastrò (be’, in realtà, solo per quella specie di scioglilingua del nome – maestra Gastrò – il primo giorno era stato uno spasso).
Era stufo dell’imperfetto congiuntivo dei verbi della prima coniugazione (siamo tutti d’accordo che non serve a niente, giusto?).
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Era stufo degli uomini preistorici con le loro pelli di animale e i denti marci (solo perché sono riusciti a dar fuoco a un bastone sembra che abbiano fatto chissà cosa!), e soprattutto… soprattutto…
Era stufo marcio delle divisioni in colonna. Per farla breve, l’unica cosa che Manolo aveva capito era che assomigliavano a una forca a cui andava appeso il quoziente. E dove sarebbe il divertimento? Bastava prendere una calcolatrice e, voilà, il gioco era fatto, non c’era bisogno di studiarle per intere settimane!
E la ricreazione non era tanto meglio. I compagni di classe lo trattavano come se fosse un alieno e non la smettevano di fargli domande stupide:
«Ehi, Manolo, c’è la doccia nella tua roulotte?»
«Tuo padre se lo toglie il naso da clown quando mangia?»
«Possiamo avere dei biglietti gratis?»
«Tua madre è la donna barbuta?»
Andava avanti così da due giorni e Manolo avrebbe voluto appendersi alla forca delle di-
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visioni del libro di matematica, insieme ai quozienti. Oppure avrebbe voluto liberare le tigri e lasciarle gironzolare per la scuola (sarebbero andati bene anche i lama, meno pericolosi ma comunque divertenti).
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Di solito la compagnia si spostava insieme a un maestro itinerante, che teneva lezioni nella sua scuola su ruote. Quindi Manolo e gli altri ragazzi (ossia i suoi cugini Paco e Mandy) non avevano bisogno di lasciare il circo. Peccato, però, che l’insegnante in questione era stato travolto da una mandria di pony un po’ agitati durante le prove dello spettacolo, aveva un paio di costole fratturate, un braccio ingessato, e non avevano ancora trovato qualcuno che lo sostituisse.
Risultato: lui e Paco perdevano tempo in una scuola “normale”, circondati da bambini insopportabili, nell’attesa di poter tornare alla loro scuola su ruote. La cosa ingiusta – che faceva veramente imbufalire Manolo – era che Mandy aveva il permesso di saltare le lezioni perché era più grande e perché, a quanto pareva, aveva dei numeri da provare (o almeno così aveva detto Luis, il padre di Manolo, che era direttore del circo nonché capo clown… ma che, purtroppo, non era una persona particolarmente divertente).
Che rabbia! E lui, allora? Studiare la differenza tra una pietra focaia e un’amigdala lo a-
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vrebbe forse preparato a entrare in pista con l’otaria Honk? Come avrebbe fatto Honk a imparare a restituire la palla se il suo ammaestratore sprecava il tempo ad arrovellarsi su problemi del tipo: “Martin taglia la torta in sei parti: colora due terzi della torta”?!
E poi, la maestra Gastrò (che si arrabbiava costantemente quando lo vedeva agitarsi sulla sedia o guardare fuori dalla finestra, o fare entrambe le cose insieme) non capiva una questione fondamentale; ossia che al circo l’insegnante faceva sempre delle lunghe pause tra le lezioni, per permettere ai ragazzi di dare da mangiare agli animali, di partecipare alla parata in città, con i microfoni, le tigri ammaestrate alla fine del corteo, e tutto il resto, oppure di provare i loro numeri. Uscire tra un esercizio e l’altro aiutava Manolo a sgombrare la mente. Per lui era quello il modo migliore di imparare: studiando a piccole dosi! Ma in quella classe, non poteva muovere un dito – figuriamoci camminare sulle mani. Finché non fosse stata l’ora della ricreazione, sarebbe dovuto rimanere seduto in silenzio.
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E ogni giorno iniziava con la solita serie di rituali:
Appendi lo zaino al lato del banco…
Scrivi la data sulla prima riga…
Traccia una linea rossa sotto il titolo della lezione (e guai a chi osava tracciare una linea verde)…
Lascia tutti gli oggetti nell’astuccio e “non giocare con la penna” (cosa che, apparentemente, impediva di ascoltare la lezione… come se le orecchie si trovassero sulla punta delle dita).
E tante altre piccole ossessioni come queste.
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Ronan Badel
È nato nel 1972 a Auray, in Bretagna. Diplomato in Arti decorative a Strasburgo, è stato docente in una scuola d’arte a Parigi e ha firmato diverse opere, edite in patria e all’estero. Tra queste Il diabolico libraio, sempre in coppia con Anne-Gaëlle Balpe.
Degli stessi autori:
Manolo vive in un circo, sogna di diventare domatore di otarie e i libri proprio non li sopporta.
L’invito in classe al famoso scrittore Roland Dale si prospetta ora come il giorno più noioso della sua vita!
Quell’autore, dicono tutti, è capace di stregarti. Il bello è che gli studenti vengono davvero ipnotizzati e rapiti…
“Cosa potrebbe mai fare questo scrittore?
Giochi di destrezza con libri infuocati?
Domare delle penne? Io non lo vorrei nel mio circo un pagliaccio del genere!”
Consigliato dai 9 ai 99 anni
traduzione di Deborah Cerri