Gianluca Ranzini
PERCHÉ DICONO CHE
LA TERRA È PIATTA
Il nuovo fenomeno dei terrapiattisti spiegato in 20 punti
Illustrazioni di Federico Bonfiglio
Nel metodo scientifico il dubbio è fondamentale. Mettere in discussione qualsiasi risultato fa parte del gioco e la scienza vera non fornisce certezze immutabili ed eterne. Il dubbio portato all’eccesso, però, diventa allarmante. Di fronte a prove solide e ripetute, è ragionevole accettare i risultati che sono sostenuti dagli esperti competenti nei diversi campi. Anche questo fa parte del metodo della scienza.
Lo scopo di questo volume non è di confutare punto per punto gli esperimenti e le considerazioni dei terrapiattisti, ma di inquadrare il fenomeno nei suo aspetti principali e di fornire una serie di fatti sui quali ciascuno possa riflettere per proprio conto.
Gianluca Ranzini
PERCHÉ DICONO CHE
LA TERRA È PIATTA
Il nuovo fenomeno dei terrapiattisti spiegato in 20 punti
Illustrazioni di Federico Bonfiglio
© 2019 Centauria srl – Milano
Publisher
Balthazar Pagani
Testi
Gianluca Ranzini
Illustrazioni
Federico Bonfiglio
Graphic design
PEPE nymi
Proprietà artistica letteraria riservata per tutti i Paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata.
Prima edizione novembre 2019
Isbn 9788869214332
Gianluca Ranzini
PERCHÉ DICONO CHE
LA TERRA È PIATTA
Il nuovo fenomeno dei terrapiattisti spiegato in 20 punti
Illustrazioni di Federico Bonfiglio
INTRODUZIONE
C’era una volta la Terra, la nostra casa nell’universo. Il nostro pianeta. Gli astronomi ci dicono che si formò 4,54 miliardi di anni fa, poche decine di milioni di anni dopo la nascita del Sole, all’interno di una gigantesca nube di gas e di polveri. Ma qualcuno pensa che non sia andata così. E, tra le altre cose, nega uno dei fatti più consolidati della nostra cultura scientifica: che la Terra sia tonda.
Sono i terrapiattisti, movimento che negli ultimi anni sta ritrovando un certo successo. Anche se meno di quanto i terrapiattisti stessi vogliano far apparire: i sondaggi nei Paesi anglosassoni indicano che a ritenere che la Terra sia senza dubbio piatta è tra l’1 e il 2 per cento della popolazione, un valore che tende a salire tra i giovani e i credenti.
Nel metodo scientifico il dubbio è fondamentale. Mettere in discussione qualsiasi risultato fa parte del gioco. Ciò significa anche che la scienza spesso si deve accontentare di risposte parziali, incomplete, che potrebbero essere confutate o semplicemente perfezionate il giorno dopo. La scienza vera non fornisce certezze immutabili ed eterne.
Il dubbio portato all’eccesso, però, diventa allarmante. Di fronte a prove solide e ripetute, è ragionevole accettare i risultati che sono sostenuti dagli esperti competenti nei diversi campi. Anche questo fa parte del metodo della scienza. Altrimenti diventa plausibile mettere in discussione qualsiasi cosa. Per esempio, esistiamo davvero? Oppure l’umanità è solo il frutto di un esperimento perverso messo in atto da una civiltà aliena superevoluta per combattere la noia? O
anche: siamo sicuri che la realtà sia reale? E che non sia invece una sorta di sogno imposto, dagli alieni cattivi o da qualcun altro, come nel film Matrix? Bisogna considerare anche che il terrapiattismo moderno è nato nell’Ottocento, e che da allora l’evoluzione tecnologica è stata esponenziale. Per dirne una, siamo passati dalla mongolfiera alle stazioni spaziali e alle sonde interplanetarie. Ma le convinzioni dei terrapiattisti non si sono evolute granché: i nuovi fatti portati dalla scienza sono liquidati in modo approssimativo. Approssimazione, competenze specifiche modeste, mescolanza di temi senza alcun legame logico (se non quello del complotto) e diffidenza verso qualsiasi critica (qualunque obiezione si avanzi, viene considerata faziosa) sono i metodi di propaganda utilizzati. E la filosofia di contraddittorio dei terrapiattisti si basa su una serena negazione dell’evidenza, esemplificata in modo esemplare dal commento di Samuel Shenton, fondatore della Flat Earth Society, di fronte alle prime immagini della Terra riprese dai satelliti: «È facile capire quanto foto come queste possano confondere un occhio non allenato». Per questo, la convinzione che la Terra sia piatta appare oggi quantomeno anacronistica. Tuttavia, la società attuale fornisce mezzi impensabili fino a vent’anni fa per comunicare e diffondere le idee a livello globale. E quindi siti web e blog, opinionisti veri e presunti, un documentario su un popolare canale digitale fanno riemergere idee che forse altrimenti sarebbero andate perdute, come quella della Terra piatta. Ai nostri giorni è facile trovare consenso sul web.
Per qualsiasi cosa. Meglio se sottintende verità nascoste e cospirazioni. Una ricerca svolta dall’Economist mostra come, dal 2013 al 2018, i terrapiattisti siano quintuplicati. Con picchi di consenso in occasione del coming out terrapiattista di personaggi noti, come il
rapper B.o.B o il cestista della NBA Kyrie Irving. Nella società moderna la disinformazione (anche su fatti storici acclamati) va di pari passo con l’informazione. Diventa quindi fondamentale essere in grado di vagliare in modo critico ciò che ci viene rifilato dai media, soprattutto digitali, e dai social network. Per esempio chiedendosi: perché un rapper o un giocatore di basket dovrebbero essere più autorevoli di una schiera di scienziati e astronomi che hanno dedicato la vita allo studio della loro disciplina, relegando le canzoni a qualche momento sotto la doccia e i canestri alle partite con i figli?
Lo scopo di questo volume non è di confutare punto per punto gli esperimenti e le considerazioni dei terrapiattisti. Altri l’hanno già fatto, e sarebbe anche piuttosto noioso. L’idea è invece di inquadrare il fenomeno nei suoi aspetti principali, e di fornire una serie di fatti sui quali ciascuno possa riflettere per proprio conto.
GIANLUCA RANZINI è vicecaporedattore del mensile Focus, presidente dell’Associazione dei Planetari Italiani (PLANit) ed è membro della I.P.S. (International Planetarium Society). Si è laureato in Fisica con indirizzo astrofisico con un lavoro di astronomia infrarossa volto alla ricerca di sistemi planetari extrasolari. In seguito si è dedicato alla divulgazione, ed è stato per alcuni anni responsabile scientifico del Planetario di Milano. Ha pubblicato oltre un centinaio di articoli su riviste di divulgazione e diversi libri, tra cui Tutto comincia dalle stelle e Stelle da paura con Margherita Hack.
FEDERICO BONFIGLIO è un illustratore e graphic designer. Lavora prevalentemente per l’editoria realizzando progetti grafici e illustrazioni per Rizzoli, Mondadori, Centauria, Vallardi e DeAgostini.
“IL FATTO CHE I TERRAPIATTISTI
SIANO IN AUMENTO SIGNIFICA DUE COSE: LA PRIMA È CHE VIVIAMO IN UN PAESE
CHE PROTEGGE LA LIBERTÀ DI PAROLA. E LA SECONDA
CHE VIVIAMO IN UN PAESE
CON UN SISTEMA EDUCATIVO INEFFICACE.”
NEIL DEGRASSE TYSON
Astrofisico e divulgatore, direttore dell’Hayden Planetarium di New York
NELLA SOCIETÀ MODERNA LA DISINFORMAZIONE VA DI PARI PASSO CON L’INFORMAZIONE.
DIVENTA QUINDI FONDAMENTALE
ESSERE IN GRADO DI VAGLIARE IN MODO CRITICO
CIÒ CHE CI VIENE PROPOSTO DAI MEDIA, SOPRATTUTTO DIGITALI, E DAI SOCIAL NETWORK.