ARMANDO MASSARENTI
“So di non sapere”. È l’idea che balenò nella mente di Socrate, il grande filosofo vissuto ad Atene tra il 470 e il 399 a.C. Nel corso della sua lunga vita non smise mai di fare domande, mettendo in difficoltà tutte le persone che, al contrario di lui, pensavano di sapere qualcosa. Era un “rompiscatole”, e questo gli costò molto caro, ma era il più saggio di tutti. Sapendo di non sapere, la sapeva più lunga! Le sue domande, per quanto fastidiose, avevano un solo scopo: quello di scoprire qual è il bene per sé e per l’umanità intera. “Io non posso insegnare niente a nessuno, – diceva – posso solo far pensare”.
€ 6,90
SOc quell’adorabile rompiscatole
ISBN 979-12-221-0299-3
SOc
quell’adorabile rompiscatole
Armando Massarenti è filosofo e giornalista, firma storica
del supplemento culturale “Il Sole 24 Ore - Domenica” di cui è stato direttore. Per il quotidiano ha curato le collane I grandi filosofi, Filosofia antica per spiriti moderni, Lezioni d’amore e I grandi della scienza dedicata ai Premi Nobel.
ARMANDO MASSARENTI
Quante invenzioni intorno a te! Le automobili, la tv, i videogiochi, i computer e i telefonini, l’elettricità, senza la quale nessuna delle altre cose potrebbe funzionare. Ma l’invenzione più incredibile è quella che puoi trovare anche dentro di te. È l’invenzione del pensiero. Questa collana ti racconterà la storia di tutti quei personaggi che hanno saputo pensare con la loro testa. Si chiamano filosofi ma spesso si confondono con gli scienziati. Ci hanno insegnato a conoscere il mondo, la natura e anche il cuore degli uomini. Le loro avventure sono entusiasmanti. Ma attenzione: sono contagiose! Nessuno dopo averle lette potrà più smettere di pensare con la propria testa.
Armando Massarenti Socrate, quell’adorabile rompiscatole disegni di Camilla Garofano ISBN 979-12-221-0299-3 Prima edizione rinnovata gennaio 2024 ristampa 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 anno 2028 2027 2026 2025 2024 © 2024 Gallucci - La Spiga prima edizione © 2019 Eli - La Spiga Edizioni a cura di Beatrice Loreti e il logo
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quell’adorabile rompiscatole
Indice Introduzione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Spettacolo n. 1
Il concorso di bellezza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11 Spettacolo n. 2
Il filosofo tra le nuvole. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Spettacolo n. 3
Socrate contro tutti. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 Cruciverba filosofico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
Introduzione C’era una volta un grande rompiscatole...
No, scusate ragazzi. Questo inizio si vede già che non va bene. Cerchiamone un altro senza parolacce. Dunque...
C’era una volta un bambino. Un bambino abba-
stanza piccolo, diciamo di tre o quattro anni. Avrebbe
potuto essere anche una bambina. Ma il suo nome
era Socrate, che è un nome da maschio. Era una vera peste perché non si stancava mai di fare domande. E perché questo, e perché quello, e poi quest’altro ancora, e poi ancora e ancora, per tutto il giorno e per tut-
ta la sera – Perché? Perché? Perché? – portando i suoi
genitori ai limiti dello sfinimento. Perché i gatti mia-
golano e i topi squittiscono? Perché gli animali non parlano come noi e invece fanno versi che noi riusciamo a imitare e chiamiamo con diversi nomi (anche
se resta sempre aperta una questione fondamentale:
e il coccodrillo come fa?). E ancora: dove va la luna quando è giorno? Perché è un po’ diversa ogni sera?
Perché dobbiamo vestirci e non possiamo andare in
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giro nudi? Perché ci sono persone ricche e persone povere?
I
genitori
rispondevano pa-
zientemente
alle
domande più facili.
E già tra queste, non
tutte sono facili! Però a
volte dovevano anche in-
ventarsi le risposte, come ad
esempio per le domande più diffici-
li, sulla vita e sulla morte, sulla bellezza e sul perché non bisogna dire le bugie o sul perché i bambini devono obbedire, domande cui a volte è quasi impossibile rispondere su due piedi.
Dove ero io prima di nascere? E com’è che prima
non c’ero e adesso ci sono? Come nascono i bambini?
E perché alcuni sono maschi e altri femmine? Potevo anche avere degli altri genitori? E come mai ci
sono persone che a un certo punto scompaiono e non ci sono più? Perché ci abbandonano all’improvviso?
Non è scorretto fare così? Prima il nonno e la nonna ti dicono ogni giorno quanto sei importante per loro e
quanto ti vogliono bene, e poi, un brutto giorno, se ne
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vanno! Dove vanno? In cielo? Cosa nasciamo a fare se
poi dobbiamo andarcene così? E che cosa facciamo là in cielo? E quanto tempo ci dobbiamo rimanere? Per
sempre? Ma non sarebbe meglio starsene qui per sem-
pre con i nostri amici e la nostra famiglia? E se non ci fosse proprio nessun posto, non solo per i bambini
che non sono ancora nati, ma anche per i nonni – e tutte le persone – che se ne vanno? Insomma, le domande era-
no tante. Ma proprio tante. Non sempre i genitori erano all’altezza di rispondere. Per cui Socrate si sen-
tiva un po’ insod-
disfatto. Per fortu-
na viveva in un posto
dove c’era una piazza con
molta gente. Poteva dunque
chiedere a qualunque adulto gli ca-
pitasse a tiro: calzolai, bottegai, mercanti... ma anche ricconi, politici e generali.
Solo quando Socrate finalmente crollava nel sonno
e la smetteva di “rompere le scatole”, i poveri genitori potevano avere un po’ di pace.
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Che dite, questo secondo inizio della nostra storia va già meglio? In effetti, non siamo proprio sicuri che
“rompiscatole” sia davvero una parolaccia: in realtà è un “eufemismo”, cioè un’espressione più gentile che si usa al posto di una vera e propria parolaccia, per dire la stessa cosa.
A
forza di farsi domande e di chiedersi sempre il
perché delle cose, Socrate diventò un grande
saggio, forse il più saggio e il più sapiente di tutti gli
uomini. Aveva però uno strano vizio: quello di fare
il finto tonto e di prendersi un po’ in giro. Infatti, se qualcuno voleva fargli un complimento, magari dicendogli “Quanto sei saggio!” o “Quanto sei intel-
ligente!”, lui rispondeva: “Saggio io? Sapiente? Ma fatemi il piacere! Amo la sapienza e la saggezza in generale, e mi piace riconoscerla negli altri quelle volte
che c’è. Ma questo non significa che io sia saggio o intelligente”. Effettivamente questo era un modo per fare il “finto tonto” e per esercitare l’arte di cui era indiscusso maestro: l’ironia. Dunque anche
per “rompere le scatole”
e prendere bonariamente in giro il prossimo.
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A questo punto fermiamoci un momento. Tu stesso,
lettore o lettrice, forse ti ricorderai che da bambino ti
comportavi così. Ora che sei più grande avrai modifi-
cato il modo di fare domande agli adulti, e magari le risposte sei in grado di trovarle anche da te.
Bene. Nonostante non sappiamo se Socrate – il
grande filosofo vissuto tra il 470 a.C. e il 399 a.C. – da piccolo, fosse un bambino di questo tipo, sappiamo di
certo che per tutta la sua lunga vita, durata 70 anni, non ha mai smesso di fare domande alle persone che
incontrava, mettendole a volte anche in difficoltà. Insomma, è sempre stato fino alla fine un grande rompiscatole.
Meglio un grande, simpatico, a tratti adorabile
rompiscatole, perché le sue domande avevano un uni-
co scopo: scoprire qual è il bene per sé e per tutti gli uomini e tutte le donne.
Per capire come la pensava Socrate, e com’era la sua filosofia, bisogna capire che tipo
era. Era simpatico o antipatico, serio o burlone, sapiente o ignorante, bello o brutto?
I capitoli del volume
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che stai leggendo hanno nel titolo la parola Spettaco-
lo, perché nel primo si parla di una gara di bellezza,
nel secondo di una commedia, e nel terzo del proces-
so a Socrate – uno dei processi più famosi di tutta la
Socrate amava le conversazioni con un unico interlocutore che sottoponeva alla sua raffica di domande
storia dell’umanità inte-
ra – che è anch’esso una forma di spettacolo.
Socrate amava soprat-
tutto le conversazioni a due, con un unico inter-
locutore che sottoponeva alla sua raffica di do-
mande, ma ci sono diversi episodi nella sua vita che
lo vedono al centro dell’attenzione di molte persone,
se non addirittura dell’intera città di Atene, finendo per dare spettacolo, magari senza volerlo.
Il primo degli spettacoli di cui parleremo è il più
leggero. Si tratta di un concorso di bellezza ma anche qui, come poi nel processo, c’è una giuria che deve
giudicare. Per fortuna non per la vita o per la morte,
come succederà nell’ultimo drammatico “spettacolo” che lo vedrà protagonista.
Armando Massarenti
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“So di non sapere”. È l’idea che balenò nella mente di Socrate, il grande filosofo vissuto ad Atene tra il 470 e il 399 a.C. Nel corso della sua lunga vita non smise mai di fare domande, mettendo in difficoltà tutte le persone che, al contrario di lui, pensavano di sapere qualcosa. Era un “rompiscatole”, e questo gli costò molto caro, ma era il più saggio di tutti. Sapendo di non sapere, la sapeva più lunga! Le sue domande, per quanto fastidiose, avevano un solo scopo: quello di scoprire qual è il bene per sé e per l’umanità intera. “Io non posso insegnare niente a nessuno, – diceva – posso solo far pensare”.
SOc
quell’adorabile rompiscatole
Armando Massarenti è filosofo e giornalista, firma storica
SOc quell’adorabile rompiscatole
del supplemento culturale “Il Sole 24 Ore - Domenica” di cui è stato direttore. Per il quotidiano ha curato le collane I grandi filosofi, Filosofia antica per spiriti moderni, Lezioni d’amore e I grandi della scienza dedicata ai Premi Nobel.
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