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FOCUS ON
People go to parks because they make dreams come true, create optimism and everything that bothers us is filtered out. Soon individuals will be able to create this type of environment on their own
CHO OSE YOUR REALITY
by Domenico Matarazzo
he future is impossible to predict, and yet at many conferences
Twe find speakers whose title is “futurist” or executive at some “future” research firm. These futurists don’t really have a crystal ball, but what they are good at is to identify early signals that may anticipate upcoming trends and define future scenarios. These signals come mostly from news originated from scientific research, academic papers, newspaper articles, social media or events. Amy Webb is one of the most popular futurist, as well as an author, academic and founder and CEO of the Future Today Institute in New York. She was one of the speakers at the recent virtual SXSW, the annual conglomeration of film, interactive media, music festivals and conferences that in normal time takes place in mid-March in Austin, Texas. She presented a summary of the outlook for the post-
Nei parchi si realizzano i sogni, si respira ottimismo e tutto ciò che può infastidire viene offuscato. Presto ciascuno sarà in grado di creare da solo ambienti di questo tipo
LA REALTÀ È A SCELTA
di Domenico Matarazzo
Il futuro è impossibile da prevedere, eppure in molte conferenze troviamo relatori il cui titolo è “futurologo” o dirigente di qualche società di ricerca “sul futuro”. Questi futurologi non hanno la sfera di cristallo, ma hanno la capacità di identificare i primi segnali di nuove tendenze e definire scenari futuri. Questi segnali provengono principalmente da notizie su ricerche scientifiche, articoli accademici e da periodici, social media o eventi. Amy Webb è una delle futurologhe più accreditate, CEO del Future Today Institute di New York, scrittrice di best-seller, relatrice e docente. L’abbiamo ascoltata al recente SXSW, il meeting annuale che raduna l’industria dei film, dei media interattivi, delle kermesse musicali e conferenze. In tempi normali, l’evento si svolge a metà marzo ad Austin, in Texas ma quest’anno si è tenuto in formato virtuale. La ricercatrice ha presentato una sintesi dello studio preparato dal suo istituto sulle prospettive per il futuro post-pandemia. Questi risultati vengono normalmente pubblicati ogni anno in un rapporto unico. Il Covid-19 quest’anno ha invece spinto il suo team a pubblicare ben 12 rapporti per illustrare tutte le variabili che sono state influenzate dalla
pandemic future prepared by her institute. The findings are normally published every year in one single report. This year instead, Covid-19 prompted her firm to publish 12 reports in order to take into account all the variables that have been affected by the pandemic. Amy Webb did warn the audience that these scenarios could be unsettling to some. On the other hand, she also warned that “Companies cannot be blind at early signals if they want to survive.” What Amy Webb thinks is disruptive for traditional business is actually good news for managers of attractions, as the scenarios provide opportunities to leisure destinations to create new experiences for visitors. One scenario that was identified was the rise of the so-called the “You of Things”. Contrary to the Internet of Things that connects a multitude of sensors anywhere in space to the Internet, the You of Things puts the individual at the center of a network made of the personal devices he/she is connected to. These can be wearables, home and car devices or anything that can collect data from an individual. A similar concept, labelled “quantitative self”, first emerged with the early generation of fitness trackers that collected data but limited to heartbeat, steps, active minutes or hours of sleep. The You of Things is much more complex as it gathers data from sensors all around the individual: not only phones or wristbands, but also on cameras, cars, doors, even trash cans and toilets, which will track what we consume and if we are sick. But what happens if a central system can put together and analyze these data? The answer could make Disney not the ultimate destination for those that look for optimism or a place where dreams can come true. Queen Mary University in London demonstrated that a neural network can use the radio waves coming from the devices around the individual to measure heart rate and breathing signals and predict how someone is feeling, even in the absence of any
pandemia. Amy Webb ha avvertito il pubblico che questi scenari potrebbero essere inquietanti per alcuni. D’altra parte, ha anche avvertito che “le aziende non possono ignorare i primi segnali se vogliono sopravvivere”. Ciò che Amy Webb pensa sia inquietante per le imprese tradizionali sono in realtà buone notizie per i gestori di attrazioni. Gli scenari presentati infatti offrono agli operatori del leisure opportunità per creare nuove esperienze per i visitatori. Uno scenario che è stato identificato è il prendere piede del cosiddetto ‘You of Things’ (Il Tu delle cose). Contrariamente all’Internet delle cose che collega una miriade di sensori alla rete, lo ‘You of Things’ mette l’individuo al centro di una rete composta dai dispositivi personali a cui è connesso. Questi possono essere dispositivi che si indossano, dispositivi per la casa, per l’auto e qualsiasi altra cosa che possa raccogliere dati relativi ad un individuo. Un concetto simile, chiamato ‘quantitative self’, era già emerso in passato con la prima generazione di fitness tracker che raccoglievano dati, ma limitati a battito cardiaco, passi, minuti attivi o ore di sonno. Il Tu delle cose è molto più complesso in quanto raccoglie dati dai sensori intorno all’individuo: non solo smartphone o wristband, ma informazioni da telecamere, automobili, porte, perfino bidoni della spazzatura e toilette in grado di rilevare cosa consumiamo e se stiamo per ammalarci. Il problema si crea quando un sistema centrale può mettere insieme e analizzare questi dati. La soluzione potrebbe rendere obsoleta la missione di Disney di essere la destinazione per coloro che cercano ottimismo o il luogo in cui i sogni diventano realtà. In una recente ricerca, la Queen Mary University di Londra ha dimostrato che una rete neurale può essere addestrata ad utilizzare le
Futurist, writer and academic Amy Webb is also the founder of the Future Today Institute in New York. The company produces a yearly report that gives an idea of future scenarios. This year they had to publish 12 reports to accommodate all the changes brought by the pandemic.
Futurologa, scrittrice, docente universitaria, Amy Webb ha anche fondato il Future Today Institute di New York. L’istituto pubblica ogni anno un rapporto che tratteggia gli scenari futuri. Quest’anno ha dovuto pubblicare 12 rapporti per far posto a tutti i cambiamenti causati dalla pandemia.
Noise cancellation is a form of diminished reality discussed at the recent virtual SXSW conference. An example comes from Israeli startup Hi-Auto which provides noise cancellation in drive-thru ordering. The technology uses AI for lips reading to isolate speech and produce voice recognition while eliminating all background noise. The company first focused on the automotive and mobile phone industries.
La cancellazione del rumore è una forma di realtà diminuita discussa al recente congresso virtuale SXSW. Un esempio viene dalla start-up con sede in Israele Hi-Auto che propone la cancellazione del rumore nei ristoranti con servizio drive-thru. La sua tecnologia utilizza l’intelligenza artificiale per leggere le labbra, isolare il parlato e produrre il riconoscimento vocale eliminando tutti i rumori di fondo. La società si è inizialmente concentrata sui settori automotive e della telefonia mobile.
other visual cues, such as facial expressions. In the future, the research team plans to work with healthcare professionals and social scientists on public acceptance and ethical concerns around the use of this technology. The fear is that the system can determine if an individual is feeling bad or if he/she is depressed and can intervene to offer a stimulation that brings cheer, even though it was unsolicited and, therefore, preventing the individual from reflecting about the issue. On the other hand, if it detects a state of optimism and energy, the network can take advantage of this mental state by sending some form of digital advertising as it will have the highest probability to elicit a response by the target. A second scenario is the convergence of reality with other forms of realities. Amusement parks, but also museums and business events are increasingly using VR and AR, but there are two other forms of digital realities that Amy Webb’s team sees developing: assistive reality and diminished reality. Assistive reality uses digital
onde radio provenienti dai dispositivi intorno all’individuo, per misurare la frequenza cardiaca ed il respiro e da questi determinare lo stato d’animo dell’individuo stesso, anche in assenza di altri segnali visivi, come le espressioni facciali. In futuro, il team di ricerca prevede di collaborare con esperti nel settore medico ed in scienze sociali per valutare l’accettazione da parte del pubblico e le problematiche etiche sull’uso di questa tecnologia. Il timore è che il sistema possa determinare se un individuo si sente male o se è depresso e possa intervenire per offrire uno stimolo che trasformi il suo stato d’animo da negativo a positivo, anche se non richiesto, e senza quindi dare il tempo all’individuo di riflettere. D’altro canto, se il sistema rileva uno stato di ottimismo ed elevata energia nell’individuo, lo stesso apparato potrebbe sfruttare questo stato mentale per inviare pubblicità digitale in quanto avrebbe la più alta probabilità di suscitare una risposta positiva da parte del soggetto. Un secondo scenario è la convergenza della realtà quotidiana con altre forme di realtà. I parchi di
elements to get through the physical world and a GPS device is the best example in this category. Diminished reality instead, can be simplified as the elimination of events that disturb us. Noise is probably the most frequent cause of disturbance, whether it is at home, in the office or in a transportation system. Noise cancelling headsets are a form of diminished reality as they eliminate the noise around the user. The background noise removal feature, available in software for online meetings like Microsoft Teams, Zoom or Webex is also part of this category. The way it works is based on machine learning: thousands of speakers and hundreds of different types of noise are collected, and the samples are then used to create a training set for a neural network. The set is then used to create a model that can distinguish which signal is the speech and which one is the noise. The same model is then trained to deliver only the signal with the speech. An alternative technology unveiled at the 'Voice of the Car Summit' we attended in the past relies on AI for lips reading. A neural network detects the lip movement of the speaker in a group and can then completely eliminate the sound coming from the same speaker. The application is designed for those who drive, but it has also proved useful in political debates. In the near future these capabilities can be extended to consumer electronics but also windows or even entire buildings. The sign comes from researchers in Singapore which recently embedded sensors in windows that can automatically recognize the waves and
divertimento, ma anche i musei e gli eventi aziendali utilizzano sempre più spesso VR e AR, ma ci sono altre due forme di realtà digitali che il team di Amy Webb vede all’orizzonte: la realtà assistiva e la realtà diminuita. La realtà assistiva utilizza elementi digitali per attraversare il mondo fisico, e un dispositivo GPS ne è il miglior esempio. La realtà diminuita, invece, può essere semplificata come una realtà in cui gli eventi che ci disturbano sono eliminati. Il rumore è probabilmente la causa più frequente di disturbo: a casa, in ufficio o nei mezzi di trasporto pubblici. Le cuffie con cancellazione rumore sono una forma di realtà diminuita. Lo stesso vale per la funzione di rimozione del rumore di fondo disponibile nei software per riunioni online come Microsoft Teams, Zoom o Webex. La tecnologia dietro queste funzioni si basa sul machine learning e sta già producendo segnali per nuove applicazioni che potrebbero rivoluzionare l’intrattenimento ed il modo in cui viviamo. Per eliminare il rumore di sottofondo attraverso il machine learning vengono raccolti migliaia di suoni e centinaia di tipi diversi di rumore. Questi campioni sono poi utilizzati per creare un set di addestramento per una rete neurale. La stessa rete neurale viene poi istruita a distinguere il parlato dal rumore e a filtrare solamente il parlato. Una tecnologia alternativa presentata al ‘Voice of The Car Summit’ a cui abbiamo partecipato, si basa invece sull’intelligenza artificiale per la lettura delle labbra. Una rete neurale rileva il movimento
Thanks to Synthesia software company creating engaging videos featuring avatar presenters is as easy as writing an email as all you need to do is to type in text. No need for actors, cameras or audio equipment.
Grazie alla software house Synthesia, creare dei bei video con attori avatar è facile come scrivere una email dal momento che ciò che si deve fare è solo scrivere il testo. Non servono attori né telecamere né attrezzature audio.
the frequency of a city noise, like honking trucks, and then generate a mirror sound wave or an anti-wave from a speaker which cancels out the noise. The innovation can impact the value of real estate, but for the leisure sector it could impact the way auditoriums, theaters or the hotels near a park are designed. Hotels, for example, could offer rooms that deflect the noise from fireworks, restaurants, bars, even noise in hotels like slamming doors, people screaming or loud TVs. The future smart glasses too have a role in the diminished reality as they can eliminate from the field of view the visual elements that disturb the person wearing them. At a restaurant, for example and according to Amy Webb, we can remove from the field of view the people around us and have the lenses present only the image of the person in front of us. This feature opens up new opportunities for parks as, for example, they can create experiences in which a visitor is alone with his or her favorite cartoon character. The feature does
labbiale di chi parla in un gruppo per poi eliminare la voce del soggetto. L’applicazione è studiata per chi guida, ma si è dimostrata utile anche in dibattiti politici quando i partecipanti parlano tutti insieme. Nel prossimo futuro queste funzioni potranno essere integrate nell’elettronica di consumo ma anche in finestre o persino in interi edifici. L’indicazione giunge da ricercatori di Singapore che di recente hanno incorporato nelle finestre dei sensori in grado di riconoscere automaticamente le onde e la frequenza di un rumore cittadino, come i clacson dei camion, e quindi generare un’onda sonora speculare o un’anti-onda da un altoparlante che viene ad annullare il rumore. L’innovazione potrebbe influire sul valore degli immobili, ma nel settore del leisure potrebbe influire sul modo in cui sono progettate strutture come gli auditorium, i teatri, gli hotel vicino a un parco. Questi, ad esempio potrebbero offrire stanze che deviano il rumore prodotto da fuochi d’artificio, ristoranti, bar; persino il rumore di porte che sbattono, grida o TV ad alto volume. Anche i futuri smart glasses faranno parte della realtà diminuita in quanto possono eliminare gli elementi visivi che disturbano. Così come il suono, anche oggetti possono essere rimossi dal campo visivo della persona che li indossa. In un ristorante, ad esempio, secondo Amy Webb, le nuove lenti digitali potranno eliminare dal campo visivo le persone che ci circondano e presentare solo l’immagine della persona che abbiamo di fronte. Questa funzione potrà offrire nuove esperienze ai parchi in quanto, ad esempio, si potranno creare ambienti in cui un ospite è a tu per tu con il suo supereroe preferito. La funzione però solleva delle proble-
raise some important issues, like what if we choose to visually cancel garbage on the street rather than picking it up or what if we visually cancel the homeless rather than interacting with them. The risk is that at some point diminished reality can desensitize us to actual reality and give us the feeling of living in a bubble, just like the feeling we experience in an amusement park. New software powered by artificial intelligence will also make the virtual world even more realistic. Software like Synthesia for example, creating a realistic avatar is as easy as typing an email. Just type the message with what you want to say, and a realistic character will come to life to deliver it. The character can be customized, and research shows that adding personal details to a virtual character helps to earn trust and keep people paying attention. A different body of research shows that the AI that is powering the character can also be trained to detect, interpret and mirror emotions, so that the virtual character can fully communicate in an even more engaging way. Digital fashion is also an emerging trend that got a boost during the pandemic, as most fashion shows went online. The next step is to be able to buy digital clothing, have it digitally tailored for the buyer and then wear it in real time during social media interactions. The early signals for this trend come from the demand for wedding dresses from people who were not able to get married during the pandemic but now are shopping for digital dresses so that they can take wedding photos. There is no doubt that we will see digital fashion used in parks, where the younger visitors can have the possibility to dress and act as their favorite character. There is a disturbing side emerging from these technologies. Early this year Microsoft has patented a software that will allow individual to interact with deceased family member or friend. According to the patent, the program works by pulling in data from images, social media posts, messages, voice data and written letters from the chosen individual. The zombie software, as it has been called, will use data to train a chatbot to converse and interact with the living breathing digital synthetic person. On Twitter the developers behind the software acknowledge that the software is disturbing and there is no plan to use it. We may believe them for now, but as the world produces more virtual content, and individuals get used to interact with virtual characters, in the future we might find it normal to interact with a zombie software.
matiche, legate ad esempio alla scelta di cancellare visivamente la spazzatura per strada piuttosto che raccoglierla, o quella di cancellare visivamente i senzatetto, invece di interagire con loro. Il rischio è che ad un certo punto la realtà diminuita possa renderci insensibili alla realtà effettiva e darci la sensazione di vivere in una bolla, esattamente come avviene all’interno di un parco. Anche nuovi software integrati con intelligenza artificiale renderanno il mondo virtuale ancora più realistico. Con Synthesia ad esempio, già oggi si può creare un avatar virtuale e realistico con la stessa facilità con cui si scrive una email. Basta digitare il messaggio con quello che si vuol dire ed un avatar del tutto realistico prenderà vita per comunicare il messaggio a voce ed in molteplici lingue. L’avatar può essere personalizzato e le ricerche dimostrano che l’aggiunta di dettagli su misura aiutano l’avatar a guadagnare la fiducia e a mantenere l’attenzione dell’interlocutore. Anche la moda digitale è una tendenza emergente che ha avuto una spinta durante la pandemia, dato che la maggior parte delle sfilate si è svolta online. Il passo successivo consentirà di acquistare abiti digitali, averli confezionati su misura e quindi indossarli in tempo reale sui social media. Tra i primi segnali di questo futuro vi è la richiesta di abiti da sposa da parte di persone che non sono state in grado di sposarsi durante la pandemia, ma ora vogliono abiti digitali per poter scattare le foto del matrimonio. Anche in questo caso sicuramente vedremo la moda digitale utilizzata nei parchi, dove i visitatori più giovani potranno avere la possibilità di vestire e recitare come il loro personaggio preferito. C’è però anche un lato inquietante che emerge da queste tecnologie. All’inizio di quest’anno Microsoft ha brevettato un software che permetterà di interagire con un familiare o un amico deceduto. Stando al brevetto, il programma funziona estraendo immagini e post dai social media, nonché messaggi scritti e vocali e lettere del defunto. Lo ‘zombie software’, come è stato definito, verrebbe utilizzato per creare un chatbot col quale conversare e interagire con l’avatar del deceduto come se fosse ancora in vita. Su Twitter i programmatori di Microsoft hanno ammesso che il software è controverso e non vi è intenzione di usarlo. Al momento il messaggio può essere veritiero, ma più il mondo si arricchisce di contenuti virtuali e più ci si abitua a interagire con un avatar, più è probabile che il software venga adottato.