P E R I O D I C O D ’ I N F O R M A Z I O N E T E C N I C A A C U R A D I A U D I O G A M M A E A U D I O D E LTA - A N N O V N U M E R O 1 9 D I C E M B R E 2 0 0 8
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24 Acacia Lane. La tecnologia di Abbey Road. Gli stessi ingegneri che hanno creato la Serie 800 – i diffusori di riferimento ad Abbey Road - hanno sviluppato la Serie 600 per il vostro ambiente domestico. Ed hanno utilizzato molte delle stesse tecnologie rivoluzionarie. Come ad esempio l’unità per le medie frequenze FST™, dotata di un anello in schiuma polimerica che circonda il cono in Kevlar®. A differenza delle sospensioni tradizionali che riflettono l’energia verso il cono generando così
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distorsione, il midrange FST™ riesce ad assorbire completamente questa energia, garantendo una gamma media più limpida e realistica. Proprio come viene richiesta in uno studio di registrazione. Dr Peter Fryer, Senior Research Engineer e Membro della Società del Suono, sulla nuova Serie 600. Visita la Società del Suono su www.bowers-wilkins.com
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L’editoriale
Al momento in cui scrivo questo editoriale, mancano pochissimi giorni all’elezione del presidente degli Stati Uniti d’America, l’uomo – o uno degli uomini – più potenti al mondo. Ed il mondo ha bisogno di stabilità economica. Da noi stiamo vivendo una situazione complessiva non facile, con una sensibile compressione dei consumi, ma nonostante questo l’Italia ha le spalle ancora sufficientemente grosse per affrontare questi momenti e per venirne fuori. Prova ne è che, seppur in sordina, gli acquisti continuano, magari privilegiando alcuni generi rispetto ad altri. Natale è in arrivo e per molti sarà l’occasione per regalare, o regalarsi, un desiderio, un sogno, un premio. L’hi-fi e l’audio/video sono da sempre oggetto di desiderio e non cesseranno di esserlo certo quest’anno. Conterà di più, però, rispetto agli anni passati, il valore dei soldi. Nei negozi ed in Rete si trovano decine, se non centinaia, di prodotti Hi-Fi e A/V. Alcuni sono nomi noti, magari non l’eccellenza, ma di origine produttiva e commerciale accertata. 3
Poi ci sono gli altri, i tanti altri nomi, evocativi, altisonanti, ammiccanti, che propongono apparecchi dalle caratteristiche pretenziose, formidabili, incredibili... A partire dal prezzo, sbalorditivamente accattivante. Ognuno è libero di rischiare il proprio “dané” come meglio crede, ma chi vuole investire in qualcosa di durevole e concreto deve ricordare che dal nulla, nulla si ricava. Questo per ricordare ai lettori di Gammadelta, occasionali o consolidati, che TUTTI i marchi firmati Audiogamma o Audiodelta presentano una “filiera” assolutamente trasparente e lineare. Si conosce il costruttore e le modalità di costruzione; si conosce chi le importa e chi le distribuisce (da oltre trent’anni), si conosce chi le vende e le garantisce. In sintesi e chiusura: comprare un prodotto Audiogamma o Audiodelta, significa dare un valore certo e ben riposto ai propri soldi ed avere un apparecchio – o una serie di essi – dal consolidato patrimonio tecnologico e prestazionale, destinato a sopravvivere nel tempo. Guardate gli annunci nell’usato vintage e ne avrete conferma. In questo numero, com’è consuetudine, in passerella, una serie di interessanti, se non formidabili protagonisti: i diffusori B&W CM9, il pre digitale Classé SSP-800, la nuova generazione di Denon AVR, sempre da Denon il superlettore Blu-ray DVD-3800BD. Quindi il proiettore InFocus IN80, il giradischi Pro-Ject Xtension. Ce n’è per tutti. Come al solito, come sempre. Guido Baccarelli
Raffinati, potenti, musicali. Very Rotel. Il nome Rotel rappresenta oltre 40 anni di eccellenza nel settore hi-fi, una costante ricerca guidata dal principio del Balanced Design Concept sinonimo da sempre di componenti dalle prestazioni straordinarie. Ne costituiscono un esempio il preamplificatore RC-1082 e il finale stereo RB-1070, coppia eccellente della prestigiosa Serie 10. Il preamplificatore RC-1082 progettato per offrire la più elevata qualità musicale e la massima purezza del segnale, vanta una straordinaria flessibilità di ingressi. È infatti in grado di accettare ben nove sorgenti tra cui CD, tuner, due tape, due aux oltre ad ospitare una sezione phono MM/MC a basso rumore con stadi d’ingresso differenziali separati.
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Gli ingressi linea sono commutati da relays di alta qualità connessi a una coppia di stadi buffer a circuiti integrati per ogni canale. Sul pannello frontale è inoltre presente un ingresso media per lettori MP3. L’RC-1082 si presta facilmente ad installazioni custom e può essere controllato da un punto di accesso remoto grazie alla sua interfaccia RS-232 o l’ingresso IR. Completa la dotazione un comando a distanza completo di tutte le funzioni. Nuovissima interpretazione dei gloriosi finali di potenza Rotel, l’RB-1070 continua la tradizione dei trasformatori toroidali sovradimensionati e dello stadio di alimentazione ad alta capacità. A questo si aggiunge la topologia circuitale Symmetrical Signal Trace che garantisce il perfetto timing tra i canali per una corretta riproduzione stereo. I 130 watts per canale su 8 ohms, possono diventare 330 in modalità mono bridge, grazie ad una commutazione interna. I led sul pannello frontale poi consentono un immediata analisi del sistema, indicando la potenza d’uscita, lo stato di protezione e la modalità bridge. Tutto questo per un suono raffinato potente, musicale. Very Rotel.
In questo numero GammaDelta Indice Editoriale Sommario News Denon AVR Bowers & Wilkins CM-9 Pro-Ject Audio Xtension Classé Audio SSP-800 InFocus IN80 Denon DVD-3800BD EVO: Porsche 911 Targa Rotel | B&W Soluzione 2 Hi-Fi Story B&W L'Orologio: Vacheron Constantin Quai de l’Ile Le monografie di MusikBox: Peter Gabriel I migliori rivenditori: Spinelli Il software di riferimento Lo specchio di Cassandra GammaDelta Periodico d’informazione tecnica a cura di Audiogamma e Audiodelta
Anno V - Numero 19 - Dicembre 2008 Autorizzazione Tribunale Milano Numero 433 del 14-06-2004 Direzione editoriale Guido Baccarelli Direttore responsabile Giancarlo Valletta Art director Andrea Penati Grafica ed impaginazione XMedium Collaboratori Marco Fullone, Ken Kessler, Gianfranco Machelli, Roberto Missoli, Anselmo Patacchini, Alessandro Pasi, Francesca Pieralli, Dario Vitalini, Marco Vivaldini, Lorenzo Zen. Editore Audiogamma spa Milano Italy Via Pietro Calvi 16 Telefono +39 02 55181610 info@gamma-delta.net Stampa AG Bellavite Abbonamenti info@gamma-delta.net Spedizione PostaTarget Copyright GammaDelta è un marchio registrato da Audiogamma spa Tutti i marchi, i marchi registrati e i nomi di prodotto citati sono di proprietà dei rispettivi proprietari. © 2008 - Audiogamma spa Informazioni sul copyright La riproduzione è vietata con qualsiasi mezzo analogico o digitale senza il consenso scritto dell'editore. Sono consentite le citazioni a titolo di cronaca, studio o recensione, purché accompagnate dall'indicazione della fonte “GammaDelta” e l'indirizzo Internet “www.gammadelta.it”. Contenuti Salvo dove espressamente citato valgono le vigenti leggi sulla proprietà intellettuale. Caratteristiche tecniche / strutturali e prezzi dei prodotti citati negli articoli possono subire modifiche o aggiornamenti senza preavviso.
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News: le ultime novità Audiogamma News
Solidsteel Hyperspike diventa Junior e Wide
La specialista italiana di tavolini audio Solidsteel presenta due nuove varianti alla prestigiosa linea Hyperspike: la Serie HJ e la Serie HW. Grande qualità costruttiva, affidabilità, eleganza e prestazioni ragguardevoli sono i connotati irrinunciabili e tradizionali di una costruzione apprezzata in tutto il mondo.
Hyperspike è la linea di punta del catalogo Solidsteel. Alla Serie HS, Solidsteel ha affiancato altre due varianti: HJ e HW. Hyperspike Junior (HJ), è la coniugazione verso il basso della Serie top di gamma HS, pur mantenendo quasi inalterata la struttura e buona parte delle prestazioni. La convenienza di questa serie, rispetto a quella top, deriva da una attenta semplificazione di alcuni elementi e dalla lavorazione di altri. I materiali, invece - come i gambi torniti dall’acciaio massiccio ed i ripiani in MDF Light da 30 millimetri di spessore - sono gli stessi della Serie HS. Da qui il valore tecnico e commerciale della Serie HJ. Gli audio-tables Hyperspike Junior sono disponibili in versioni da due 6
(HJ-2), tre (HJ-3) e quattro ripiani (HJ-4), integrabili con quelli dedicati agli amplificatori finali (HJ-A e HJ-B). Sempre nell’ottica del risparmio intelligente, la finitura disponibile è in “tecnico” nero opaco. La Serie HW, invece, è dedicata agli amanti dell’Home Cinema, che troveranno in questa struttura l’accessorio ideale. A disposizione dell’audio-cinefilo, quattro modelli in grado di esaltare le prestazioni dei più sofisticati sistemi multicanale, con un ripiano superiore utile ad accogliere, a seconda della versione, schermi TV da 42” o 50”. Gli HW-2 e HW-3 sono a due o tre ripiani, con struttura a cinque gambi fissi per la massima robustezza. I colori sono nero opaco, nero laccato e bianco laccato. Prezzi a partire da 690 Euro per HS e 890 Euro per HW.
Particolare del modello a tre ripiani HW-3 (Hyperspike Wide), in versione bianco laccato. Splendida la lavorazione dei gambi di supporto in acciaio massiccio.
News
La nuova cuffia Denon dotata della tecnologia Noise Cancelling permette un ascolto ottimale anche in aree rumorose. Il rumore viene captato da un microfono incorporato nella cuffia, quindi eliminato digitalmente.
Viva la Musica, senza rumore e distorsione Si chiamano AH-D7000 e AH-NC732 le due nuove, interessantissime cuffie proposte da Denon. La prima combina la classicità con l’ultima tecnologia; la seconda elimina il mondo esterno e i suoi rumori, lasciandovi immersi nella vostra musica preferita. La AH-D7000 è un magnifico connubio tra “old world style” e l’ultima frontiera tecnologica, con gusci in vero mogano, associato alla morbida pelle nera degli auricolari e all’archetto in duralluminio e magnesio. Altra dotazione significativa è l’Acoustic Optimiser, tecnologia esclusiva Denon, il quale bilancia la pressione sonora tra i due fronti in cui agisce la membrana, in microfibra, mossa da un driver con magnete in neodimio. Il peso è di 370 grammi, mentre il cavo – da 3 metri – è in rame OFC ad alta purezza (7N). Il prezzo è di 990 Euro. Più eclatante, per alcuni aspetti, è l’AH-NC732. Pensata e costruita per coloro che amano ascoltare la musica ovunque e comunque
Autorevoli, ma convenienti, i nuovi tavolini audio della Serie HJ (Hyperspike Junior) stabiliscono il nuovo standard di riferimento per il rapporto qualità/prezzo nella loro categoria.
Nuovo lettore Blu-ray Denon È siglato DVD-1800BD il nuovo lettore Blu-ray varato da Denon. Punto focale della nuova macchina è quello di poter accedere a prestazioni molto vicine ai top-players DVD-2500BT e DVD-3800BD, ad un prezzo, però, sensibilmente più contenuto. La flessibilità d’impiego e le prestazioni sono decisamente generose: compatibilità con BD (Blu-ray Disc), DVD-V, CD e CD-R (DivX/JPEG/MP3/WMA), uscita A/V HDMI 1.3a con flusso dati Dolby
TrueHD, DD+ e DTS-HD; uscite video composito, video component; uscite audio analogico stereo e digitale elettrico coassiale. Convertitore D/A: PCM1782. La costruzione è a blocchi separati, con schermatura contro disturbi elettrici. Circa la meccanica, lo chassis è antivibrazioni con gruppo di lettura in cabinet d’acciaio. Telecomando luminescente Glow Key e menu-su-schermo facile da capire ed usare. Il prezzo è di 799 Euro.
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(in lunghi viaggi in aereo o treno), adotta la funzione denominata Noise-Cancelling, integrata nell’ultima tecnologia Denon (Acoustic Optimiser, magneti in neodimio, struttura ultra leggera). La AH-NC732 è dotata di microfono – alimentato da una batteria AAA interna per 40 ore d’uso - il quale capta il rumore esterno alla cuffia, che viene “istantaneamente processato” ed eliminato, lasciando solo musica da ascoltare. Naturalmente, in condizioni di quiete, la cuffia può funzionare senza il Noise Cancelling inserito. Bello, no? Essendo stata pensata per musicofili viaggiatori, AH-NC732 è dotata di una sua custodia da viaggio, di cavo estensibile con prolunga, di doppio connettore, tra cui quello predisposto per l’uso con l’Apple iPhone. Il peso è di soli 146 grammi, compresa la batteria. Prezzo al pubblico: 250 Euro.
DENON AH-D7000 e AH-D5000 La migliore musica da indossare.
Chiamarle cuffie suona un po’ riduttivo. AH-D7000 e AH-D5000 sono infatti dei sistemi d’ascolto dinamici hi-end progettati per gli appassionati più esigenti. Gli alloggiamenti dei trasduttori con magnete al Neodimio sono realizzati in mogano (finitura piano nel modello AH-D7000), un legno di superiori caratteristiche acustiche per un suono di grande naturalezza. Per i diaframmi è stata utilizzata la microfibra, un
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AH-D5000
materiale in grado di riprodurre fedelmente tutti i dettagli sonori e la spazialità di una sala da concerto. I cavi in rame ad alta purezza 7N-OFC rivestiti in tessuto garantiscono inoltre un’ottima qualità del segnale. E poi, nessun affaticamento: la leggera struttura in magnesio e i morbidi padiglioni rivestiti in pelle offrono infatti un comfort senza precedenti nelle lunghe sessioni d’ascolto. Comode da indossare, belle da sentire.
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Il nuovo look delle elettroniche Rotel è molto innovativo e di grande impatto. Del tutto originale ed esclusivo, il design della nuova Serie 15 non mancherà di riscuotere un grande successo di pubblico. Nella foto i modelli RT-1510 - RMB-1565 - RSP-1570.
La nuova “Serie 15” di Rotel Rotel rinnova completamente la gamma Home-Theater con la nuova “Serie 15”, destinata a soppiantare la Serie 10, da molto tempo in servizio e che necessitava –viste soprattutto le novità audio HD - di un profondo rinnovamento.
che non mancherà di farsi apprezzare. Alle sigle RSX-1560 e RSX-1550 corrispondono i due nuovi amplificatori audio/video, il primo capace di 100Wx7 canali, con amplificazione in classe D Hi-End, il secondo di 100Wx5, con circuitazioni di tipo tradizionale. Entrambi dotati di circuiti di decodifica audio HD, vantano numerosi ingressi HDMI (eventualmente espandibili) e di funzioni multi-room. Nuovo anche il processore RSP-1570, ovviamente HD-Audio Ready, equipaggiato con doppio processore DSP a 32 bit e di convertitori DA a 24bit/192 kHz per il massimo delle prestazioni audio. Numerosi, poi, gli ingressi video HDMI (4 in/1out), completabili
Radicalmente diversa, prima di tutto, l’estetica, che in questa Serie 15 si fa più morbida e accattivante, abbandonando le linee quasi squadrate, lievemente “pro”, della precedente. Disponibili in argento o in nero, le nuove elettroniche si fanno subito apprezzare per il design originale,
RSX-1560 - Nel nuovo "integratone" della Serie 15 di Rotel batte un "cuore" digitale in classe D di ultima generazione, capace di ben 7x100 watt con eccelenti capacità di pilotaggio. 9
HDMI 1.3a, le quali supportano Deep Color e spazio colore xvYCC. Molto semplice da configurare e dotato di porta RS-232, offre anche numerose funzionalità multi-room per sonorizzare in modo semplice ed efficace numerosi ambienti secondari. Ciò per venire incontro alle esigenze –sempre crescenti- di chi vuole sonorizzare altri spazi del proprio appartamento, con grande qualità ma senza spendere grosse cifre. Ad affiancarsi all’RSP-1570, due nuovi amplificatori finali, entrambi funzionanti in classe D, l’RMB-1575 e l’RMB-1565. 250Wx5 canali su 8 ohm o 500Wx5 canali su 4 ohm il primo, 100Wx5 canali su 8 ohm o 200Wx5 canali su 4 ohm il secondo. La tecnologia digitale usata da Rotel in questi due apparecchi, è quella di ultima generazione, “raffinata e corretta” secondo la filosofia del costruttore, per raggiungere una qualità sonica assolutamente senza pari. Entrambi dotati di ingressi RCA e uscite con morsetti Hi-Grade, in grado di serrare anche cavi di grosse dimensioni, i due finali Rotel si qualificano per essere prodotti di assoluto livello e “almeno” degni della firma che portano. Dotati di un fattore di smorzamento superiore a 400, sono in grado di pilotare, senza alcuna difficoltà, anche diffusori dal carico ostico. Prezzi da definire.
X-01D2 VERTICE DI PERFEZIONE
Il lettore CD SACD X-01D2 si pone al vertice della straordinaria serie X grazie alla presenza di una raffinata versione della meccanica VRDS-NEO con slitta di lettura del disco derivata dall’unità di trasporto Esoteric P-03. Il convertitore D/A multibit adotta una configurazione dual differential per una completa separazione dei canali. Come nei modelli X-01 e X-01 LE sono utilizzati quattro DAC Burr Brown 1704 x 8 per canale ed ogni serie è posta su circuiti separati, destro e sinistro. Oltre alla tecnologia D/A multibit, la versione D2 è dotata di decodifica DSD (direct stream digital) con processore di segnale a 1 bit Analog Devices AD 1955,
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un’altra rivoluzionaria innovazione che deriva dai componenti separati Esoteric P-03/D-03. Un nuovo meccanismo di chiusura del vassoio porta disco consente inoltre un’ulteriore isolamento da rumori esterni. La connettività è garantita dall’ingresso di sincronizzazione clock WORD, dal sistema iLINK, uscite analogiche e digitali multicanali, oltre a uscite bilanciate e sbilanciate audio 2 canali con terminali RCA nextgen. Una meccanica allo stato dell’arte e un’elaborazione del segnale digitale all’insegna della più avanzata tecnologia fanno dell’X-01D2 una macchina al vertice della perfezione. Come ogni componente Esoteric.
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Nuovi sintoampli Denon entry-level AVR-1509 e AVR-1709.
Jadis 25 Anniversary Il rinomato costruttore francese di elettroniche valvolari Jadis compie venticinque anni di attività. Per festeggiarla, André Calmettes, che nei primi anni Ottanta creò le sue elettroniche per uso prettamente personale e privato, ha deciso di proporre, in serie limitata e speciale, la linea 80 versione “Anniversary”. I modelli interessati sono il pre JP80MC ed il finale JA80. Il pre JP80MC Gold consiste nella replica del modello di serie (due telai), con alcuni, esclusivi “ritocchi” celebrativi, quali cablaggio speciale per ogni ingresso; condensatori
La Serie AVR dei sintoamplificatori Denon si rinnova nella classe d’accesso e in quella mediana, lasciando invariati i top di gamma, dall’AVR-3808 in poi. Nel segmento d’accesso, quindi, due nuovi modelli, AVR-1509 e AVR-1709, nei quali il costruttore giapponese ha profuso tutto il know-how tecnologico, maturato in anni di leadership. Molte le novità introdotte in queste macchine, a partire dal prezzo ancor più appetibile. E proprio quest’ultima è la prima ad essere interessata dall’innovazione, con un “primo” prezzo ancor più appetibile, passando da 425 Euro dell’AVR-1508, ai 359 Euro del nuovo AVR-1509 (mentre rimane invariato il prezzo dell’AVR-1709 rispetto al precedente, di 549 Euro). Inoltra, porta con sé molte delle nuove funzioni implementate dalla neonata serie. Prima di tutto nella ingegnerizzazione, che si avvale di alimentazioni ridisegnate e completamente separate, ad alta corrente per la parte analogica, digitale e dei servizi. I percorsi di massa sono di nuova concezione, con quelli di segnale i più corti e
ultra selezionati, valvole “corazzate”; frontalino in ottone da 3 millimetri; pulsanti cromati; piedi conici, ingresso MC auto adattabile. Per il finale JA-80 Gold, le varianti esclusive sono: schermo per i trasformatori di alimentazione dorati, connettori in rodio; gabbia di copertura con logo serigrafato; piedini conici con sfere di acciaio; commutatori sovradimensionati; condensatori in teflon, nuovo trasformatore d’uscita; nuovo circuito catodico. Il prezzo è fissato in 36.900 Euro per la coppia pre e finale.
circuiti vicini tra di loro, per evitare fenomeni di interferenze e diafonia. Tra le nuove funzionalità offerte, la Audissey Dynamic Volume e la Dynamic EQ. La prima permette di mantenere costante il volume di riproduzione indipendentemente dalla sorgente (e evita quindi di dover continuamente regolare il livello quando si commuta tra un ingresso e l’altro). La seconda corregge in modo intelligente il Loudness, in modo da ottenere un suono ricco di armoniche a qualsiasi livello di riproduzione. Viene poi garantita la totale compatibilità con lo standard video HDMI 1.3a (2 in+1 out per l’AVR-1509 e 3 in/1 out per l’AVR-1709), con chip Silicon Image di alta qualità (compatibilità fino a 1080p, supporto Deep Color e xv.YCC). Le potenze in gioco sono di 75Wx5 per AVR-1509 e di 80Wx7 per il modello più grande, che differisce anche per la possibilità di bi-amping dei canali frontali e multizona per la diffusione della musica in altri ambienti. Caratteristiche aggiuntive solo per il più grande AVR-1709 sono la conversione in component dei segnali video analogici in ingresso, i menù GUI a video per il controllo della macchina e le uscite pre-out audio.
Il pannello posteriore del modello AVR-1709 è quanto mai ricco di possibilità e varianti. 11
HOVLAND HP-200 RADIA NEL CUORE DELLA MUSICA Da più di 20 anni Hovland persegue l’ideale di una riproduzione sonora in grado di restituire a chi ascolta l’arte e le emozioni di una performance musicale. Un’esperienza che avvolga i sensi in una straordinaria e unica dimensione. L’ispirazione di ogni prodotto nasce infatti dal desiderio di ricreare non solo i dettagli o la dinamica della musica, ma la sua passione, la sua grazia e la sua poesia senza tempo. La realizzazione di un Hovland è un processo che comporta migliaia di comparazioni e giudizi. Ogni componente è costruito e continuamente raffinato utilizzando come riferimento l’ideale musicale. Il preamplificatore a valvole HP-200 e il finale di potenza a stato solido RADIA racchiudono questa filosofia di fedeltà all’arte. Evoluzione del famoso HP-100, Hovland HP-200 è un preamplificatore linea con comando a distanza che fissa nuovi standard in fatto di naturalezza nella riproduzione musicale. L’implementazione di un ingresso phono è resa possibile con l’aggiunta dello straordinario modulo P-200. Assemblato interamente a mano utilizzando condensatori Music Cap e i cablaggi che hanno reso famosa Hovland, HP-200 è racchiuso in una raffinata struttura totalmente in alluminio rigido. Particolare cura è stata posta nella realizzazione del controllo volume con circuito di attenuazione a resistenze a film metallico. L’integrazione in un sistema multicanale è garantita da un circuito di commutazione Processor Direct. Oltre ad una coppia di uscite bilanciate XLR e RCA, la presenza di un ingresso RS 232 permette inoltre una piena compatibilità con sistemi di automazione audiophile. Costruzione totalmente dual monophonic con possibilità di configurazione a ponte, il finale RADIA vanta uno stadio di alimentazione allo stato dell’arte con trasformatori interamente realizzati a mano. 170 w per canale su 8 ohm garantiti in purezza dai dispositivi di potenza TO-3 a contenitore metallico e dalla leggendaria componentisca Hovland: condensatori Music Cap e interconnessioni placcate in argento Generation 3 nei cablaggi sui punti critici del percorso del segnale. Per questo Hovland esprime da sempre il meglio di una performance musicale: il suo cuore.
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Pro-Ject 6 perspeX un classico in acrilico
Lehmann Black Cube, stirpe in evoluzione La germanica Lehmann Audio continua ad evolversi nelle prestazioni e nelle applicazioni. La “neue Welle” del Black Cube si apre con il Rhinelander, amplificatore per cuffia che eredita buona parte del patrimonio costruttivo dell’omologo B.C. Linear. 2 ingressi linea (1 può essere selezionato come uscita preout tramite jumper interno); selettore delle sorgenti a relais; stadio di guadagno Burr-Brown (selezionabile tra 6 e 20 decibel); connettore Neutrik e RCA dorati; scheda circuitale a doppia faccia; costruzione totalmente tedesca, per un prodotto dall’incredibile rapporto Q/P. Novità anche sul fronte dei pre phono, con il Black Cube SE II, che
L’austriaca Pro-Ject Audio, sempre in evoluzione tra miglioramenti e varianti, presenta l’erede del famoso Perspective. Come suggerisce la denominazione, questa versione è realizzata per gran parte in perspex trasparente (il telaio portante), con la parte sospesa (magneticamente, su tre punti) fatta in materiale composito (Corian). La trazione è, naturalmente, a cinghia, con doppio motore alimentato in AC per 33 e 45 giri RPM. Il piatto, in MDF, pesa due chilogrammi ed è acusticamente ottimizzato con un rivestimento in vinile spesso quattro millimetri. Un clamp fermadisco migliora la stabilità del disco durante la lettura.
affianca, senza sostituirla, la versione SE. Chassis della serie Decade ed una più estesa funzionalità del bassmanagement, con sedici differenti configurazioni, tese ad ottimizzare la resa in gamma bassa del Vinile. Anche qui, costruzione totalmente “made in Germany”, circuitazione a doppia faccia noise-free, stadio RIAA passivo, condensatori MKP, connettori dorati. Ulteriore, sfiziosa novità, il Black Cube Linear Pre, modello basato sul leggendario B.C. Linear, con telecomando e miglioramenti circuitali. Caratteristiche salienti, 4 ingressi; selettore delle sorgenti a relais di alta qualità; uscita sbilanciata con filtro commutabile; uscita bilanciata per casse attive; stadio di guadagno Burr-Brown; circuitazione a doppia faccia. Rhinelander 375 Euro Black Cube SE II 890 Euro Linear Pre 2.750 Euro
Il cuscinetto è in acciaio, ed accoglie una biglia ceramica sulla quale poggia a sua volta il perno di rotazione del piatto, anch’esso in ceramica. Il braccio è il nuovo 9cc Evolution, realizzato in carbonio ed in un solo pezzo. L’articolazione è a cuscinetti ed impiega quattro sfere di acciaio indurito, mentre il contrappeso è smorzato con Sorbothane, materiale sintetico contraddistinto da una bassissima risonanza strutturale. I contrappesi disponibili consentono di accogliere testine di massa compresa tra 8 e 14 grammi. Prezzo 1.390 Euro.
Il Continuum di Jeff Rowland Tra i pochi, pochissimi autentici “fondatori” dell’Audio High-End, c’è sicuramente Jeff Rowland, titolare dell’omonima azienda, autore di mirabili elettroniche che han fatto – e fanno – letteratura e cronaca nell’hi-fi d’eccellenza. Erede e sintesi di tutto questo è l’amplificatore integrato Continuum, prodotto originale e superlativo sotto ogni aspetto. Disponibile in due versioni – 250 o 500, relativamente ai watt disponibili per ogni canale e su 8 ohm- rappresenta uno dei più recenti, avanzati e ambiziosi progetti della Casa americana. La preziosa circuitazione è duale, una operante in bilanciato, l’altra in sbilanciato,
I nuovi “gioiellini” Lehmann comprendono l’ampli per cuffia Rhinelander, la versione SE II del mitico pre phono Black Cube; ed il pre linea Black Cube Linear Pre. 13
con relative connessioni per ingressi ed uscite. Il controllo del volume è di altissima qualità e risoluzione, ed agisce per mezzo di un encoder ottico, silenziosissimo, che mantiene il “feeling” tattile del tradizionale potenziometro meccanico. Anche il Continuum si giova della tecnologia ICE-Power – in cui Jeff Rowland è stato pioniere e massimo interprete - tecnologia che consente di ottenere elevata potenza con la massima efficienza di funzionamento ed eccellente qualità sonica. Il prezzo delle due versioni: Continuum 250 7.990 Euro Continuum 500 9.900 Euro
vpi aries 3 black knight
riscoprire la purezza Nero e prezioso come il vostro vinile, Aries 3 Black Knight vanta straordinaria eleganza e performance assolute, prossime a quelle del top di gamma VPI: il favoloso HR-X. Un grande suono che deriva da una realizzazione accurata e materiali che sono frutto di scelte sapienti. Il piatto è in materiale composito di elevato spessore con un sistema perno-cuscinetto invertito di altissima qualità. La base, estremamente stabile, è costituita da due piani di materiale acrilico in cui si interpone uno strato di alluminio.
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Una formula che si è rivelata efficace al fine di ridurre drasticamente le vibrazioni esterne. Nel pieno rispetto della tradizione VPI il motore è posto in un contenitore separato ma perfettamente integrato nella base, che poggia su quattro coni in alluminio con sfere d’acciaio sulla parte terminale così da fornire un’eccezionale rigidità e un ampia possibilità di regolazione. Gli straordinari bracci JWM 9 e l’assoluto JWM 10.5ì lo corredano in alcune versioni disponibili. Tutto ciò che serve a riscoprire la purezza della vostra musica.
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Systemline Modular, Multiroom evoluto
Aquavision Dal mese di Ottobre, Audiogamma distribuisce in esclusiva sul territorio nazionale, i monitor LCD Aquavision. Azienda inglese giovane e dinamica, Aquavision ha nel nome la sua destinazione d’uso particolare: i TV LCD waterproof adatti ad essere installati in qualsiasi ambiente. L’espandersi di un mercato sempre più alla ricerca di soluzioni su misura, ha permesso al produttore di diversificare la propria gamma, che vanta numerosi modelli appositamente costruiti per
Systemline Modular è un innovativo approccio al multi-room domestico. Sviluppato dall’inglese Systemline, facente capo al gruppo Armour International, da sempre in prima linea nella Custom Installation, è un prodotto che non mancherà di trovare presto la sua collocazione nel mercato italiano, ponendosi a metà tra i sistemi minimalisti e quelli di più alta complessità. Systemline Modular offre facilità di installazione, prestazioni, semplicità di utilizzo, ed un costo estremamente abbordabile. Il sistema si basa su una rete cablata - con cavo Cat5 - da installare preventivamente in appartamento, congiuntamente con i lavori di restauro o edili. L’impianto consta di un concentratore che funge da centrale di controllo e smistamento; da tastierini, molto eleganti, dai quali effettuare i controlli. Questi sono installabili anche in numero cospicuo, con prese per audio e/o video, essendo Modular un sistema capace di diffondere entrambi i segnali.
sala da bagno, cucina, collocazioni a specchio o da incasso, con dimensioni che vanno dai 17” fino ai 40”. Le finiture disponibili sono in bianco ghiaccio, nero, o specchio. Vengono utilizzati esclusivamente pannelli LCD di elevata qualità, con filtri anti-riflesso, in modo da offrire il massimo delle prestazioni video. Anche il telecomando a corredo è totalmente waterproof. Si può comodamente cambiare canale immersi nella vasca! Prezzi a partire da 2.250 Euro + IVA.
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Oltre ai tastierini, è disponibile un telecomando, esteticamente riuscito, in grado di gestire Systemline Modular e la quasi totalità degli apparati audio/video in commercio. Può pertanto fungere da telecomando universale. Ciliegina sulla torta, i diffusori da incasso attivi, alimentati direttamente via Cat5. Per chi disponesse - o preferisse delle casse passive in luogo delle Systemline Modular - è disponibile un modulo di amplificazione al quale poterle connettere. Il tutto è esteticamente elegante e discreto, in grado di integrarsi perfettamente con ogni tipo di interior-design.
HD generation Denon AVR-1909 | AVR-2309 | AVR-2809
La gamma dei nuovi sintoamplificatori Denon è composta da ben cinque modelli: AVR-1509, AVR-1709, AVR-1909, AVR-2309 e AVR-2809. Rimangono in catalogo i top AVR-3808 e AVR4308, che guadagnano una “A” per testimoniare l’aggiornamento del firmware con l’aggiunta del programma di equalizzazione surround Audissey Dynamic Volume e Dynamic EQ e le funzioni CEC (Consumer Electronics Control).
Ben tre i modelli della nuova linea di sintoamplificatori Denon dotati di decodifica audio HD. Diversi tra loro per prestazioni e prezzo, dal miracoloso AVR-1909 al sofisticato AVR-2909, ma sempre fortemente Denon, anche in Alta Definizione. Per entrare, senza svenarsi, nel rutilante mondo dell’audio HD.
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Molte le nuove proposte, quindi, nonostante l’edizione “08” abbia riportato un confortante successo. Ma l’Audio HD spinge forte e vuole entrare nelle case e nel cuore degli appassionati con tutto il bagaglio di meraviglie che è in grado di produrre. L’edizione “09” degli AVR Denon presenta, oltre alla tradizionale affidabilità del marchio, una maggiore versatilità a fronte di un prezzo di accesso notevolmente più concorrenziale (359 Euro dell’AVR-1509 contro i 425 Euro del precedente AVR-1508). Già questo aspetto potrebbe rendere la “09” vincente in partenza, sulla carta. Denon, come sempre, fa di più. Profonde nella progettazione dei nuovi modelli un rinnovato impegno, migliorando e/o riprogettando particolari sia circuitali, sia strutturali, che rendono le versioni “09” macchine davvero “nuove”, e non una semplice rivisitazione in “salsa HD” di progetti già a catalogo. In questa occasione, fuoco puntato sui tre modelli dotati di decodifica HD: AVR-1909, AVR-2309 e AVR-2809. A parte, nelle news di questo numero, i due “piccolini” AVR-1509 e AVR-1709.
Denon
Alta Definizione, Alta Convenienza La prima buona notizia per gli interessati all’audio HD, è il prezzo di partenza, ad una soglia ancor più bassa. Partiamo con l’AVR-1909 a 699 Euro, uguale al suo predecessore AVR-1809, ma senza decoder HD. Un grande impegno di Denon per offrire l’HD Audio a
I nuovi sintoamplificatori Denon della linea AVR puntano decisamente sull’HD ed il Blu-ray con un occhio di attenzione in più per il multiroom ed il cablaggio in rete domotica.
evitare fenomeni di interferenze e diafonia. Davvero ricca la funzionalità aggiuntiva, una parte è comune a tutti i modelli, un’altra è dedicata agli apparecchi di punta. In comune, l’Audissey Dynamic Volume ed il Dynamic EQ, funzioni che permettono mantenere costante
E’ inoltre ampliata la funzione CEC che permette di gestire tramite, connessione HDMI, i principali comandi tra elettroniche compatibili (le Denon di ultima generazione lo
segnale analogico (di qualsiasi tipo, quindi Composito, S-Video e Component) a HDMI con scaling della risoluzione da 480/576p fino a 1080p, più funzione di Auto LipSync (sincronizzazione dell’audio con il video) su HDMI.
Potenza e non solo
prezzi realmente concorrenziali. Venendo alle novità introdotte, in primo luogo c’è l’ingegnerizzazione, che si avvale di circuiti di alimentazione completamente ripensati: separati per stadio; ad alta corrente per la parte analogica, quella digitale e dei servizi. Percorsi di massa di nuova concezione; quelli di segnale più corti possibile e vicini tra di loro per
il volume di riproduzione indipendentemente dalla sorgente (evitando quindi di dover continuamente regolare il livello quando si commuta tra un ingresso e l’altro) e di correggere in modo intelligente il Loudness (circuito di compensazione acustica), in modo da ottenere un suono ricco di armoniche a qualsiasi livello di riproduzione.
sono tutte). Sarà quindi possibile attivare, o meno, l’unità, regolare il volume, commutare l’audio e/o le sorgenti con un solo telecomando. Per la gestione del video viene utilizzato il chip Faroudja, che si occupa dello scaling del segnale fino a 1080p e la conversione su HDMI. A proposito di HDMI: è ovviamente supportato lo standard 1.3a con supporto Deep Color 30/36 bit e xv.YCC. Numerosi gli ingressi/uscite nello stesso standard (4 in/1out su AVR-2809 e AVR-2309 e 3 in/1out su AVR-1909), con funzione di repeater e non solo di switcher. Vale a dire è agevolata la veicolazione sia del video, sia dell’audio HD, non solo del primo, come avviene nei modelli minori AVR-1509 e AVR-1709. Altra interessante caratteristica della sezione video, è la conversione da 17
Le potenze in gioco per queste macchine sono davvero ragguardevoli, e in grado di sonorizzare anche vasti ambienti, soprattutto nel caso del più grande AVR-2809, capace di ben 115 watt per 7 canali. Gli altri non sono comunque dei “debolucci”: 100 watt per 7 l’AVR-2309, 90 watt per 7 l’AVR-1909. Le decodifiche audio effettuate da tutti i modelli sono numerose: TrueHD, Digital Plus, Dolby Digital, Digital EX, Pro Logic IIx. Per il DTS: HD High Resolution, HD Master Audio, ES Discrete/Matrix 6.1, Neo:6, DTS 96/24. La sostanziale differenza, tra il più grande AVR-2909 e gli AVR-2309, e AVR-1909 sta nei circuiti di decodifica e trattamento del segnale digitale audio. Il modello più grande utilizza ben due DSP a 32 bit in virgola mobile di tipo Hi Grade, il processore DDSC HD (Dynamic Discrete Surround Circuit High Definition) e il circuito di up-sampling AL 24 Processing Plus, di brevetto Denon. I modelli AVR-1909 e AVR-2309, invece, sono dotati di dispositivi di autoregolazione standard quali l’AutoSet up e l’Auto EQ.
Denon Nell’AVR-2809 è accessibile anche l’Audissey MultiEQ XT, un programma di auto-regolazione con equalizzazione più completa ed efficace. L’AVR-2309 e l’AVR-2809 si differenziano dall’AVR-1909 per una maggiore versatilità nella connettività sia analogica, sia digitale, più il benefit di un ingresso per giradischi, presente solo nei primi due. I controlli destinati al multi-room sono poi garantiti in tutti e tre i modelli, ma maggiormente sofisticati nell’AVR-2809, con uscite audio/video per la zona remota e secondo telecomando.
Uno spettacolo a tutto tondo La decodifica HD è un sensibile passo avanti. E non solo per i film Blu-ray. I nuovi circuiti di decodifica HD Audio, infatti, sono più performanti anche con le normali codifiche Dolby Digital e DTS, cosa che permette di riscoprire, al meglio, anche le colonne sonore attuali seppur nel formato precedente. E’ un passo in avanti generazionale molto importante, non solo per l’audio. Anche la parte video dei sintoamplificatori, grazie alle maggiori prestazioni dei chip di
deinterlaccio e scaling, è di molto migliorata, come lo sono, a loro volta, le prestazioni degli schermi e/o proiettori.
Pannello posteriore del modello AVR-2809, la migliore dimostrazione visiva della grande flessibilità operativa offerta dal gigante nipponico.
Room EQ Dolby DTS DDSC-HD DSP a 32bit a virgola mobile AL24 processing Potenza nominale su 8 ohm Porta RS-232 Conversione Video Ingressi/Uscite Video Component Ingressi/Uscite S-Video Gestione ingressi HDMI Ingressi/uscita HDMI (1.3a HDCP) Upscaling Video su HDMI Ingressi audio digitali (ottici/coax) Uscite audio digitali Ingressi Audio Analogici Uscite PRE-OUT Multi Zone - uscite audio Multi Zone - uscite video Telecomando Telecomando con apprendimento Telecomando per zona remota Dimensioni (LxAxP) mm Peso Kg Finitura Prezzo Euro
Conclusioni Queste tre nuove macchine HD Audio sono molto probabilmente quanto di meglio il mercato possaal momento – offrire. Prestazioni d’eccellenza e con la collaudata affidabilità Denon, rappresentano un ottimo investimento sia per il presente che per il prossimo futuro, nel quale il Blu-ray andrà via via affermandosi. Una ghiotta occasione per appassionati cinefili, che troveranno in queste nuove macchine ottimi partners per le loro emozioni, sia con la loro vecchia collezione di DVD, sia con i nuovi Blu-ray Disc.
AVR-2809
AVR-2309
AVR-1909
Audissey MultiEQ XT TrueHD, Digital Plus, Dolby Digital, Digital EX, Pro Logic IIx HD High Resolution, HD Master Audio, ES Discrete/Matrix6.1, Neo:6, DTS 96/24 앫 High Grade x 2 앫 (Plus) 115W 앫 Analogico -> HDMI 3/1 7/3 Repeater 4/1 480/576p, 720p, 1080i, 1080p 3/3 1 (ottica) 1 + Phono 7.1 canali 2 Pre-out + 1 amp 1 composito 앫 앫 434x171x414 12,8 Premium Silver/Nero 1.290 Euro
앫 TrueHD, Digital Plus, Dolby Digital, Digital EX, Pro Logic IIx HD High Resolution, HD Master Audio, ES Discrete/Matrix6.1, Neo:6, DTS 96/24 앫 100W 앫 Analogico -> HDMI 3/1 5/2 Repeater 4/1 480/576p, 720p, 1080i, 1080p 3/2 1 (ottica) 2 + Phono 7.1 canali 1 Pre-out + 1 amp 앫 434x171x414 12,3 Premium Silver/Nero 990 Euro
앫 TrueHD, Digital Plus, Dolby Digital, Digital EX, Pro Logic IIx HD High Resolution, HD Master Audio, ES Discrete/Matrix6.1, Neo:6, DTS 96/24 앫 90W Analogico -> HDMI 3/1 3/2 Repeater 3/1 480/576p, 720p, 1080i, 1080p 2/2 1 (ottica) 3 Subwoofer 1 Pre-out + 1 amp 앫 434x171x383 11,4 Premium Silver/Nero 699 Euro
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Convergent. Quando il suono è tutto.
JL2 SIGNATURE MKII
FINALE
Convergent Audio Technology torna ad affascinarci. Il finale di potenza JL2 Signature MKII, da 2x100W su 4/8 ohm, è una scoperta che si rinnova, con la sua straordinaria capacità di armonizzare i contrasti: forza e dolcezza, velocità e controllo, costruzione possente e riproduzione sonora agile ed ariosa. Prestazioni allo stato dell’arte per una timbrica perfetta. Uno splendido esempio di tecnologia hand-made, ulteriormente valorizzato in unione al leggendario preamplificatore a valvole SL1, oggi nella sua ultima, esclusiva versione Reinassance.
www.audiogamma.it
PRE
SL1 REINASSANCE
Potenza, con classe! Bowers & Wilkins CM-9
E’ alto, è bello, è potente, ha una bella voce ed è molto dinamico. E’ anche molto giovane e di buonissima famiglia. Il principe azzurro? No, ma può diventare il vostro compagno fedele di lunghe ore di musicalissimo ascolto.
catalogo, ma diventato nel giro di un paio d’anni il “minimonitor di riferimento” (lo hanno sancito Stereophile e The Absolute Sound, rispettivamente bibbia e vangelo dell’audio a cinque stelle) in virtù delle sue squisite bontà sonore. Se poi aggiungiamo un’estetica ed un prezzo da urlo, lasciamo a chi legge immaginare quanto possa essere ghiotta la proposta del costruttore britannico. Ma la CM Series non è certo solo il CM-1, pur essendo questo un formidabile rappresentante. Le caratteristiche tipiche della linea erano originariamente declinate su tre modelli: il già citato CM-1, babyspeaker da stand; il CM-7, 3/vie da pavimento, ed il “centrale” CM Centre per applicazioni in surround. All’inizio di quest’estate, traducendo con tempismo e correttezza le richieste che provenivano da più parti, B&W ha allargato la famiglia e le opzioni cosmetiche. Le newNon stiamo raccontando favole, ma entries sono il CM-5, modello da presentando con la pretesa di stand di litraggio maggiorato essere un po’ spiritosi, il diffusore rispetto al CM-1; il CM Centre-2, a acustico CM-9, neo top-di-gamma 3/vie in luogo del CM Centre a della linea CM by B&W, 2/vie; il subwoofer ASW-10CM, a contraddistinta da un mix di grande completare sistemi home-cinema efficacia: bellezza, prestazioni, ed, infine, il CM-9, modello di punta prezzo. della serie, 3vie/4 altoparlanti, A fare da rompighiaccio alla serie destinato alle configurazioni audio e nel mercato dell’acustica di qualità audio/video più ambiziose. Le è stato il CM-1, il più piccolo in finiture, inoltre, Tipo: 3 vie/4 altoparlanti, in reflex si arricchiscono Altoparlanti: 1 tweeter da 25mm. della versione 1 midrange da 150mm. | 2 woofer da 165mm. “gloss black”, Risposta in frequenza: 56 Hz | 22 kHz +/- 3 dB in asse nero laccato, Sensibilità: 89 dB spl (1 w/1 mt) che va ad Impedenza 8 ohm nominale | 3 ohm minimo aggiungersi a Dimensioni: 102,5x20x30cm (LxAxP) Peso: 26.6 kg. rosenut e Finiture: rosenut | wengé | nero laccato wengé, sempre Prezzo: 2.500 la coppia con griglia nera. 20
Bowers & Wilkins
DNA da purosangue Tecnicamente parlando, CM-9 è un sistema di altoparlanti a torre, dotato di quattro drivers con la tradizionale qualità costruttiva B&W, direttamente derivata dal progetto Nautilus, molto probabilmente l’acustica commercializzata tecnologicamente più avanzata al mondo. Alto 1.025 millimetri per 200 di larghezza e 300 di profondità e pesante oltre 26 chilogrammi, il CM-9, soprattutto in livrea nera da grand soiree, produce un appeal di rispettabile entità, dove la percezione “tecnica” del pannello frontale si fonde con il volume importante e voluttuoso del cabinet laccato. La Serie CM si situa a metà strada tra la 600 Series e la 800 Series. Il malizioso che arriva a pensare che la CM sia “solo” una Serie 600 imbellettata fa un torto alla serietà B&W e al proprio acume. Per i seguenti motivi. Innanzi tutto, tanto di cappello alla Serie 600, che tramite
posteriore (tecnologia Nautilus); un midrange con cono in Kevlar a sospensione fissa da 150 millimetri (tecnologia FST, Fixed Suspension Transducer); due woofer con membrana in carta e Kevlar da165 millimetri. I valori dichiarati nelle specifiche dicono che i CM-9 sono casse dalla voce forte e profonda (6dB a 30Hz, impedenza nominale di 8 ohm con un minimo di 3. 89dB la sensibilità), ma vanno pilotate con amplificazioni ben dotate di ampere, ancor prima che di watt.
intelligenti risparmi in aspetti non cruciali per le prestazioni mette a disposizione del pubblico una serie di modelli dal formidabile rapporto qualità/prezzo. Prego informarsi sulla stampa specializzata. Secondo, basta dare un’occhiata un po’ più accorta ad alcuni particolari per capire che la CM Series è categoria a sé. La finitura esterna è in vero legno, bellissime ed esotiche essenze. Andando al cuore della questione, gli altoparlanti dei modelli CM hanno bobine e magneti più grandi, potendo quindi produrre più potenza con minor distorsione. Inoltre, i cabinet, al loro interno, hanno una struttura di rinforzo particolarmente solida, sì da limitare risonanze e scatolarità. Naturalmente anche il filtro è differente per componentistica e grado di selezione. Gli altoparlanti che equipaggiano l’ammiraglia della CM Series sono un tweeter con cupola in alluminio da 25 millimetri con camera di decompressione
Utilizzazione Come accennato in precedenza, un modello come il CM-9, con nei cromosomi un alto livello di trasparenza e risoluzione, associato ad una notevole escursione in gamma bassa, va scelto, installato e abbinato con cura e rispetto. E’ la conditio-sine-qua-non per fruire delle sue intrinseche doti, senza trasformarle in difetto. Una cassa trasparente e rivelatrice, se mal gestita, esibisce senza pietà tutti i limiti o gli errori commessi prima dei suoi morsetti d’ingresso. Ecco allora che con i CM-9 è d’uopo dotarsi di una buona/ottima sorgente (come minimo un lettore digitale non inferiore ai 500/600 Euro). Nello stesso solco va selezionata l’amplificazione, che deve essere di nobile sonorità e solida alimentazione: dovrà guidare, sostenere, 21
controllare un carico elettrico ed energetico di tutto rispetto sempre in bella e corretta calligrafia. Alla luce di tutto questo, la soluzione d’impianto per questa occasione è composta dal lettore Primare CD-31 (4 convertitori D/A Burr-Brown 1704K, uscite bilanciate) ed amplificatore Primare I-30 (100w/canale 8 Ohm; 180 su 4. Ingressi bilanciati), tandem svedese di raffinata e controllata musicalità che ben si adatta alle caratteristiche delle CM-9. La capacità analitica dell’ottimo tweeter è ben servita dalla neutrale ed informativa emissione dei due Primare. Lo stesso dicasi per il midrange, ma con un tocco di platinato calore che ne umanizza e ne affascina la resa. In gamma bassa, avendo avuto l’accortezza di aver posto gli speakers a perlomeno cinquanta centimetri lontani da qualsiasi parete ed in una sala non inferiore ai venti metri quadri, si può avere una resa eccellente. La timbrica prodotta dal mix carta/kevlar è assolutamente efficace, e con le calibrate doti di controllo dell’I-30, la riproduzione arriva ad essere completa, articolata e coinvolgente. A chiudere, un modello musicalmente ed esteticamente affascinante, da rispettare per usarlo al meglio, ad un prezzo particolarmente invitante considerando ogni aspetto del prodotto, non ultimo il fatto che sia firmato B&W.
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Il ritorno dei giganti Pro-Ject Audio Xtension
Nonostante gli annuari audio siano pieni di macchine “leggivinile”, sono poche quelle che possono vantare una storia, un “background” ideale e manifatturiero di grande spessore. Tra queste, l’austriaca Pro-Ject Audio che cominciò in punta di piedi oltre diciotto anni fa, costruendo le sue prime macchine cinematiche a Litovel, vicino Praga, sito poco consueto per gli audiofili occidentali abituati ad amene località in Massachusetts o Cambridgeshire come luoghi d’origine per i loro prodotti. In punta di piedi, certo, ma con gli occhi ben aperti a quel che succedeva attorno al Disco Nero, forse in declino nei numeri, ma non certo nel prestigio. Un po’ come è successo con l’avvento degli orologi al quarzo (il CD-Player), regnando il modello meccanico. L’orologio cessò di essere un bene di lusso, ma perse di prestigio.
Negli anni Settanta era il giradischi a recitare la parte del leone, quella più fascinosa ed intrigante, con le grandi sfide della meccanica al servizio del Disco Nero, l’unica vera fonte di riproduzione musicale di alta qualità. Come oggi.
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Oggi, in grandissima percentuale, un cronografo di alta orologeria è puramente meccanico. Per la lettura dei vecchi (e nuovi!) 33 giri il motivo di recuperare la pratica dell’uso è ancor più valida. Il tempo potete misurarlo anche con orologi al quarzo; la Musica la potete sentire solo con un giradischi meccanico. Pro-Ject ha avuto la sua legittimazione come prodotto maturo e degno di competere sul mercato proprio nella patria dei giradischi, la Gran Bretagna, insidiando, e spesso scalzando, modelli indigeni che la facevano da padrone da circa un decennio. C’è riuscita usando il loro stesso approccio, ma variando in meglio dove l’ossessionante e testardo conservatorismo britannico ha proseguito in scelte tecniche invecchiate con il tempo o non più giustificabili con l’incremento dei costi. Pro-Ject ha fatto esattamente il contrario: ha migliorato i materiali, le prestazioni, le macchine in sostanza, mantenendo altamente concorrenziali i prezzi, arrivando ad essere la proposta più diffusa, competente e conveniente dell’intero mercato. RPM-10, l’attuale top di gamma, riprende, riassume e potenzia al massimo esponente i tipici dettami costruttivi della gamma Pro-Ject attuale. Heinz Lichtenegger, direttore della Pro-Ject Audio Systems con sede a Vienna, ha però voluto qualcosa in più, qualcosa di più evocativo, di distintivo, di rappresentativo. Non solo per l’Azienda in sé, ma per tutta quella generazione di appassionati cresciuta attorno a trenta centimetri di vinile.
Bowers & Wilkins
Primo piano del braccio Evolution 12 cc., montato sul Pro-Ject Xtension. Con canna in carbonio per evitare l’instaurarsi di risonanze e garantire la massima rigidità contenendo la leggerezza, il 12cc ha un’articolazione imperniata di tipo cardanico con cuscinetto realizzato con sfere in acciaio indurito.
Da qui Xtension, il primo modello Pro-Ject nato senza porsi limiti di budget, ma con la forte intenzione di recuperare il concetto di giradischi dei primi anni ’80, maestoso, autorevole, preciso, il re dell’hi-fi.
Super in tutto Il progetto è sfizioso, la realizzazione di più: riprendere la tipologia dei super-giradischi anni ’80 e replicarla al meglio con la tecnologia e le conoscenze di oggi. Wow! Cominciamo a vedere ricetta ed ingredienti per un capolavoro. Lo Xtension è un modello di elevata massa (25 kg!), con trazione a cinghia e piatto bilanciato ad alta precisione, smorzato con Sorbothane (materiale sintetico di bassissima risonanza propria), rivestito di vinile. Il perno di rotazione è di tipo invertito con sospensione magnetica, mentre il cuscinetto reggi-spinta è ceramico, soluzione tesa a minimizzare l’attrito tra le parti in movimento e presentare la massima durezza e rigidità per mantenere inalterate le tolleranze di funzionamento nel tempo. Il blocca disco è in ottone, di massa elevata. Il motore è del tipo a basso rumore e di speciale selezione, coadiuvato dalla Speed Box SE (dispositivo per la stabilizzazione della velocità di rotazione, qui di serie), il quale assicura l’esatta velocità di rotazione, la silenziosità del motore ed il cambio di velocità tra 45 e 33 giri RPM.
Old fashion, new fashion
dettagli, ben articolato come prospettiva e scena acustica, di Già, ma come suona un giradischi sicuro uno dei punti di forza della così? Meglio di quelli d’epoca? performance complessiva, dove è la Non abbiamo qui un esemplare neutralità e la trasparenza piuttosto funzionante di quel periodo, però è analitica dell’insieme non fanno il “nostro” Xtension è presumibile sconti nemmeno al più piccolo suoni sensibilmente meglio; venti e atomo sonoro. Il risultato passa anni di tecnologia e di complessivo è un suono sofisticato affinamento negli strumenti di e preciso; la sensazione di lavorazione meccanica non passano “certezza” con la lettura di ogni invano, e nella meccanica di disco, anche se d’annata, è elevata, precisione fanno la differenza. segno che la micromeccanica paga Un bel front-end quello composto – soprattutto - in questo aspetto, dall’Xtension dotato di testina MC potendo finalmente inseguire, Sumiko Blue Point Special Evo III, di raggiungere e recuperare ogni massa compatibile con il braccio da informazione musicale anche 12”. La testina, di tipo MC ad alta nell’angolo più remoto e scabroso uscita, è collegata ad un pre-phono del solco, sia questo polveroso, Primare R20 a sua volta sporco o ipermodulato. comunicante con l’integrato Primare I30, da oltre 100 watt/canale su 8 ohm. Casse acustiche B&W 805S. Conclusioni Un sistema di classe High-End, ma Sì, Herr Lichtenegger, anzi “ja”. dal costo ancora umano, perfetto Ha fatto benissimo a resuscitare, a per molte situazioni domestiche, ed ricreare questo tipo di creatura. energeticamente sufficiente nella E’ bello da vedere; è bello da maggior parte delle situazioni ascoltare. Ascoltare a lungo, per i ambientali nell’ortodosso ascolto prossimi vent’anni, quando sarà entro 3-4 metri di distanza dagli pronto l’Xtension MkII. speakers. La caratteristiche di questo trittico (base+braccio+testina) è l’omogeneità dell’intera gamma tonale riprodotta, senza enfasi Giradischi di tipo rigido apprezzabili. Velocità di rotazione: 33/45 rpm Impostazione Controllo elettronico della velocità dinamica netta e Piatto in alluminio con sospensione magnetica discriminante, con Prezzo solo base: 2.950 Euro buonissimo peso in basso, ma senza Con braccio Pro-Ject 9cc Evolution 3.800 Euro eccessi (transienti a Pro-Ject 12cc Evolution 3.950 Euro bassa frequenza Ortofon AS-212S 4.250 Euro troppo secchi o Ortofon RS-212D 4.800 Euro troppo enfatici). Il Ortofon AS-309S 4.400 Euro medio è liquido ed Ortofon RS-309D 4.900 Euro introspettivo, ricco di
Il telaio, splendido esternamente con finitura in vero legno (molte e bellissime le essenze disponibili: melo laccato, ciliegio laccato, olivo laccato, black piano laccato), è reso sordo con l’addizione di granulato metallico ad altissimo grado di smorzamento. La perfetta messa in piano e l’isolamento dalla superficie di appoggio è assicurata regolando i piedi di supporto, di tipo magnetico. Il giradischi è acquistabile con l’originale braccio Pro-Ject Evolution in fibra di carbonio da 9” o 12”, oppure si può scegliere tra quattro diversi modelli di bracci Ortofon ugualmente premontati. E’ anche disponibile una basetta preforata per adattare pressochè qualsiasi braccio in commercio.
Un Partner all’Altezza La nuova linea di bracci Evolution ha spinto sensibilmente in avanti le già egregie prestazioni della serie precedenti. Vediamo qualche caratteristica significativa: disponibili nella lunghezza di 9” e 12”, con canna conica in fibra di carbonio (rigida e leggera), studiata per contenere al massimo la massa e l’insorgere di risonanze proprie. Il portatestine è di tipo integrato così da non presentare “fratture” nella struttura portante. L’articolazione a cuscinetto è realizzata con quattro sfere di acciaio indurito, mentre il cablaggio interno è con rame di alta qualità. L’alzabraccio è smorzato con liquido al silicone. Il contrappeso è ottimizzato con materiale antirisonante in Sorbothane. 24
Direttore d’orchestra, poi regista. Classé Audio SSP-800 Audio, con l’iniziale maiuscola. Da qui, è più facile capire a quale tipo di cliente si rivolga il Classé SSP-800: colui che vuole il meglio di entrambi i mondi, Audio e Video (sempre con la maiuscola.).
“First Class”, “Music First”.
Siate musicofili, cinefili, audiofili, è oggi tra noi la macchina che mette tutti d’accordo, che rende tutti felici. Si è dovuta aspettare un po’ più a lungo del preventivato in attesa della legittimazione commerciale per le ultime soluzioni tecnologiche come la connessione HDMI 1.3a ed il Blu-ray, ma finalmente possiamo goderne appieno, sia per l’audio, sia per il video, sia per entrambi in un’unica, magica soluzione. Il merito di questa rara opportunità va all’ultima, pregevole creatura della canadese Classé: SSP-800. Tecnicamente parlando si tratta di un preamplificatore /processore multicanale audio/video, un “mostro” tecnologico dall’animo da artista. “Mostro” perché è una sintesi magistrale di quanto di più avanzato e di migliore la tecnologia A/V sia oggi in grado di esprimere, “artista” perché il frutto di questa sintesi sono una somma di performances di classe mondiale che vedono – come è tradizione conclamata di Classé – la qualità
E’ tra noi il superbo SSP-800, destinato a far rivivere le emozioni di Hollywood con la qualità audio di un auditorium.
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Da qui, la parola d’ordine Classé: “First Class”. Sin dalla sua nascita, nel 1980 (fondatore fu David Reich, uno dei più grandi audio designer di tutti i tempi), Classé ha sempre manifestato – con le sue pregevoli creature – una passione ed una dedizione qualificata ed assoluta per il raggiungimento della massima qualità nella riproduzione acustica. In tempi più recenti, entrando a far parte del gruppo B&W, Classé ha accresciuto e migliorato la sua forma produttiva, innestando in una metodologia progettuale già efficace, l’affidabilità e la potenza della produzione industrializzata diretta da un centro Ricerca & Sviluppo di primissimo livello. Ciò ha posizionato il marchio di Montreal tra i primi al mondo nel ristrettissimo podio dell’audio e audio/video High-End, superando nel tempo autentici miti dell’hi-fi dei decenni passati, incapaci di rinnovarsi o di trovare risorse per farlo.
Specializzazione e flessibilità a prova di futuro Come accennavamo all’inizio, sono le ultime conquiste tecnologiche connessione HDMI, versione 1.3a, la più evoluta, ed il disco Blu-ray – ad aver dato il via al fenomeno Alta Definizione, o HD, parola d’ordine
Classé Da accademia dell’elettronica il preampli digitale SSP-800, con un lay-out circuitale esemplare per nettezza realizzativa, materiali impiegati, ingegnerizzazione. Da notare il toroidale per l’alimentazione. Spettacolare il profilo curvo dello chassis, di notevole massa e spessore.
dogmatica e universale sia che ci si rivolga all’audio, o al video. E’ nella logica aristocratica degli apparecchi per “connoisseurs” che un prodotto come SP-800 non può certo puntare sulla spettacolarità della dotazione o degli effetti per manifestare la sua nobile estrazione e destinazione. Meglio allora guardare alla sostanza reale delle soluzioni costruttive ed alle relative performances estraibili dai singoli supporti e formati. Pragmaticamente inteso, SSP-800 è un pre/processore multicanale A/V (10 canali), attingibili da connessioni bilanciate (terminali XLR), sia sbilanciate (terminali RCA). Il processo del segnale audio digitale è affidato ad un DSP di fabbricazione Texas Instruments, da 64-bit di altissima qualità ed accuratezza, facilmente sostituibile per l’up-grade all’occorrenza. Con tale soluzione, SSP-800 non rischia di diventare obsoleto nel breve volgere di pochi anni, proteggendo l’investimento iniziale compiuto dal cliente. Se il DSP è il cervello di un pre/processorecessore, i circuiti di distribuzione e di alimentazione sono il suo sistema nervoso e
circolatorio, ed una accorta strategia di dislocazione e percorso degli stessi consente di conseguire prestazioni complessive allo stato dell’arte. Entrando un po’ di più nel particolare, va spiegato che una circuitazione di tipo bilanciato consente di sfruttare al meglio le potenzialità del processore. Il lay-out circuitale va poi disegnato seguendo una specifica metodologia, come, ad esempio, separando i segnali analogici da quelli digitali a partire dalle alimentazioni, fornite da ottimi trasformatori, di tipo toroidale, per questo a basso flusso magnetico disperso. Come sottolineato in precedenza, SSP-800 oltre a comportarsi da eccellente pre/processore audio/video, sa essere soprattutto uno straordinario preamplificatore stereo, un sensibile
e raffinato ri-produttore di musica ad ogni livello. All’audiofilo in “vacanza” nell’esperienza dell’Home-Theater multicanale basterà, per tornare ai suoi prediletti lidi d’origine sonora, by-passare gli stadi di conversione e del DSP ed andare in assetto stereo diretto. Delizia tra le delizie, SSP-800 è dotato di apposito DAC stereo esclusivamente preposto alla riproduzione di segnali puramente musicali.
Specialista nella qualità Lo SSP-800 è certamente un apparecchio importante ed autorevole per il suo aspetto e per le sue risorse tecnologiche, ciò non di meno è una macchina emozionante anche nell’uso. E questo nonostante si stia parlando
di un “pre/processore multicanale A/V”, ovvero il dispositivo d’intrattenimento domestico più complesso al momento. Per rassicurare l’utilizzatore basta uno sguardo al suo pannello frontale, quanto di più “pulito” ed ordinato ci sia nella categoria. Questo pratico e razionale approccio è possibile grazie all’adozione di un sistema touch-screen come interfaccia di controllo tra macchina e utilizzatore. Con il familiare sistema a “finestre”, è possibile accedere alle diverse sezioni d’interesse, regolare parametri, valori, livelli; selezionare ingressi e uscite, sorgenti e modalità d’ascolto. Insomma, quel che serve, come serve, quando serve. Con un dito, anche se usato sul telecomando. Passando alle virtù tecnologiche dello SSP-800 è inevitabile ricordare quanto questo sia funzionale alla disponibilità del collegamento HDMI 1.3a. Ad esso dedica quattro ingressi, affiancati da inputs audio digitali più tradizionali quali lo SPDIF elettrico, e lo EIAJ ottico. Lungo il cavo HDMI possono viaggiare segnali digitali in HD, quali quelli video fino a 1080p, il 36-bit Deep Color, l’audio multicanale non
Vista di ¾ del preampli digitale Classé nel suo tipico look, autorevole nei volumi, intrigante nell’associazione cromatica delle superfici. Dal display touch-screen è possibile intervenire sui controlli e/o visualizzare la preview del disco in lettura.
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Classé
Il pannello posteriore dello SSP-800 è molto ordinato e razionale ad onta delle numerose opzioni esistenti. Fan spicco le connessioni XLR per il collegamento in bilanciato.
compresso LPCM ed i formati Dolby TrueHD, DTS-HD Master Audio. Non mancano, ovviamente, ingressi/uscite per l’audio analogico, sia in XLR che in RCA, sia stereo che multicanale. Insomma, una dotazione tale da soddisfare le necessità qualitative più elevate. Dal punto di vista delle possibilità operative, SSP-800 possiede un grande margine di intervento sul segnale, compreso, per esempio, la regolazione indipendente del livello per tutti gli ingressi audio. Questo consente di non avere improvvide escursioni di volume passando da una sorgente all’altra. Ovviamente, il controllo sul volume per ogni ingresso è fatto in modo
Conclusioni
da non degradare minimamente il segnale, sia che ciò avvenga con l’analogico, sia con il digitale, lasciando inalterate le performances. Altra cosa interessante è l’equalizzatore manuale a cinque bande che viene proposto al posto del sistema di “auto-setup”, comune a tutte le elettroniche A/V. Secondo i progettisti Classè, è molto più efficace un sistema del genere che abbina la misura strumentale all’orecchio e al gusto individuali, piuttosto che un apparato di autotaratura che agisce su parametri preimpostati senza altre possibilità di intervento, quindi di “personalizzazione”.
Come spesso avviene, è difficile trasferire, per chi scrive, l’alto tasso di qualità che trasuda da una realizzazione del genere. Oltre all’aspetto – elegante e fantascientifico – c’è, nell’uso, quello “human-touch” che fa meglio comprendere il lavoro che c’è stato dietro una macchina di calibro assoluto quale certamente è SSP-800. Chi ha progettato l’SSP-800 non ha pensato solo alle prestazioni, che ci sono tutte e di livello stratosferico, ma anche a chi deve usarlo, a come vuole usarlo. Una forma di rispetto doverosa a questo prezzo, ma in realtà rara da riscontrare a qualsiasi livello. Questo ci preme sottolineare, oltre all’esorbitante bagaglio prestazionali e operativo che cela nel suo futuribile look. Un rispetto per l’utilizzatore/cliente che mantiene vivo un rapporto di “simpatia” umana quasi totalmente consunto dalla routine quotidiana uomomacchina. Una nota sul prezzo richiesto, naturalmente elevato, ma con delle valide giustificazioni.
Caratteristiche tecniche Ingressi/uscite: HDMI 1.3: 4 in/2 out Component: 2 in/1 out SVideo: 2 in Composito: 2 in COAX: 4 in/1 out Ottico: 4 in/1 out XLR analogico 1 coppia in | 5 coppie out RCA analogico 1 set 7.1 in | 2 coppie in | 5 coppie out DC trigger out: 2 Formati audio supportati Dolby Digital Surround EX | Dolby Digital 5.1 | DTS-ES discrete | DTS 3/2/1 | DTS 96/24 | 24bit/32-192kHz PCM | Dolby True e DTS-HD supportati dopo l’upgrade gratuito del DSP Post processing: Dolby pro logic IIx | DTS-ES matrix | DTS Neo:6 | Mono | Mono plus | Stereo (downmix) | Music plus | Movie plus | Party Conversione video: Composite / s video verso component e HDMI Component (720p-1080i) a component e HDMI HDMI - HDMI Dimensioni: 44,4x17,2x41,9cm (LxAxP) Peso: 13kg Prezzo: 8.000 Euro
SSP-800 è un investimento in grado di sfidare i tempi tecnologici come forse nessun altro analogo modello in commercio (totale aggiornabilità sia hardware, sia software). La progettazione, l’ingegnerizzazione, la costruzione, i materiali sono quelli da accademia dell’audio, indispensabili per raggiungere quelle prestazioni assolute che sono la “mission” primaria di Classé. E a proposito di prestazioni, SSP-800 è (anche) un magnifico pre stereo, in grado di misurarsi ad armi pari con qualsiasi concorrente di pari schiatta e su un terreno di confronto criticamente più feroce dell’A/V, ma con riconoscimenti definitivi più longevi ed affidabili. Per chiudere ed in sintesi, un fuoriclasse, o un fuoriclassè se vogliamo essere spiritosi. La realtà fisica e prestazionale dell’SSP-800 è tangibile solo da un incontro diretto; dalle recensioni o dalle specifiche potete solo leggere la sua carta di identità. Cercatelo. E per fargli onore dategli solo il meglio.
Particolare della circuitazione interna, dove è possibile accedere al DSP Texas Instruments per sostituirlo in caso di aggiornamento. 28
L’intervista Dave Nauber una vita a cinque stelle
Programmare, progettare, produrre e, soprattutto, vendere, un preampli processore audio/video di classe High-End è tema da “Mission: impossible”. C’è la complessità rompicapo della circuitazione; la sfida feroce dell’Hi-Tech, le prestazioni da primato mondiale. Roba da uomini forti, veterani, ambiziosi e un po’ audaci. Roba da David Nauber. David Nauber, attualmente vice presidente esecutivo del marchio Classé Audio, con sede a Montreal, Canada, ha scoperto la sua passione per l’audio di alta, altissima qualità sin da giovane, da studente, prima di laurearsi ingegnere all’Università dell’Illinois. Questa passione lo ha guidato per tutta la sua carriera, facendogli raggiungere i traguardi più prestigiosi. Prima di passare in Classé, nel 2002, Nauber ha lavorato per 17 anni in Madrigal (Mark Levinson, Proceed, Revel). Dave Nauber, dal suo arrivo in Classé, partecipa a guidare l’Azienda verso sempre nuovi confini della purezza sonora, mantenendo con il suo contributo Classè Audio ai vertici dell’Audio High-End. Gammadelta: Mr. Nauber, il Classé SSP-800 va annoverato, senza ombra di dubbio, tra i preamplificatori/processori di pura classe High-End. Qual è stato l’approccio progettuale per un prodotto di questo calibro? Dave Nauber: L’aspetto più importante alla base del progetto SSP sono le sue prestazioni sonore. L’SSP800 doveva suonare bene in stereofonia e con la musica, ancor
prima che nella riproduzione multicanale o con i film. Tecnicamente, i maggiori sforzi sono stati profusi a ridurre ogni forma di rumore ed ad isolare la parte analogica da quella digitale. Basso rumore, gamma dinamica molto ampia ed un’accurata concezione del DSP sono i tre pilastri su cui poggia il progetto SSP-800. Gammadelta: Quindi possiamo considerare SSP-800 “anche” un pre/processore High-End, ma soprattutto un preamplificatore stereofonico. Potrebbe sostituire, in questo ruolo, il pre CP-700 o il CP500? Dave Nauber: Non c’è dubbio che SSP-800 sia superiore al CP500. Qualcuno potrebbe obiettare sull’effettiva superiorità nei confronti del CP-700, ma utilizzando gli ingressi digitali di SSP 800 e quindi i suoi circuiti di conversione D/A, in questa condizione, probabilmente SS800 è superiore a CP-700. Usando una buona sorgente digitale associata allo stadio di conversione D/A interno al pre/processore, non credo esista migliore combinazione al momento e a qualsiasi prezzo. Va veramente bene! Gammadelta: Mr. Nauber, considera mature le tecnologie audio HD, o ci dobbiamo aspettare ulteriori sviluppi? C’è una ragione particolare alla base della lunga attesa per il nuovo pre/processore di Classé? Dave Nauber: Penso che i nuovi codecs dell’audio HD forniscano più gamma dinamica di quella che possiamo ascoltare, e più di quella che i nostri sistemi di riproduzione possano smaltire. Pertanto, per il momento, non vedo nulla
all’orizzonte, o quanto meno, nulla che rappresenti nuove sfide. Le proprietà della HDMI 1.3 sono la vera ragione per cui SSP-800 è stato sviluppato solo ora. Eravamo favorevoli alla HDMI 1.3 perché con la sua banda passante permette la piena risoluzione di tutti i segnali video. Probabilmente poi, nei prossimi 4-5 anni, vedremo l’affermarsi di nuovi formati HD Audio. Mettere a frutto le potenzialità della HDMI 1.3 è una delle caratteristiche chiave dello SSP-800. Gammadelta: SSP-800 potrà essere aggiornabile via software? Dave Nauber: Sebbene gli aggiornamenti potranno essere fatti tramite downloading, come già avviene per i componenti della Delta Series, per le decodifiche HD Audio SSP-800 richiede l’aggiornamento hardware del chip DSP, tale aggiornamento sarà offerto, senza oneri, agli originali acquirenti di ogni unità SSP-800. Il nuovo modulo DSP offre prima di tutto più potenza di calcolo, cosa che sarà un vantaggio anche in futuro. Gammadelta: Mr Nauber, quale futuro alla luce del Blu-ray? Dave Nauber: L’adozione del Bluray come standard universale è stata più laboriosa di quanto fosse prevedibile, ma penso sia la migliore sorgente per l’homecinema digitale, almeno i prossimi cinque anni. Il modo in cui il formato funziona nel dominio digitale non lascia intravedere sostanziali margini di miglioramento nelle prestazioni. Per questo ha poco senso lo sviluppo di un lettore Blu-ray da parte di Classé Audio. I 29
nostri sforzi sono focalizzati sullo sviluppo del trattamento del segnale emesso da questi lettori. Questo è il terreno in cui le aziende audio High-End possono fare veramente la differenza. Gammadelta: Le elettroniche Classè Serie Delta sono state sviluppate insieme agli ingegneri della B&W. Quale aspetto si è curato con maggiore attenzione? Dave Nauber: E’ indubbio che sviluppare delle elettroniche, delle amplificazioni, sapendo aprioristicamente quale tipo di acustiche e quale profilo sonoro è possibile realizzare può rappresentare un vantaggio, o almeno una precisa strada da seguire. Si fa “brainstorming” (scambio libero di idee ed opinioni. NdT) e ognuno dello staff mette a disposizione degli altri la propria esperienza, il suo gusto, la sua sensibilità. Alla fine si raggiunge un grado di equilibrio che, in funzione della progetto classe e complessità del progetto in atto, si reputa efficace. Si tratta di una sinergia – quella tra B&W e Classé praticamente impossibile da raggiungere per un produttore di sole acustiche o di elettroniche. Va da sé che i prodotti B&W e Classé sono “anche” perfettamente e totalmente universali, tecnicamente ed acusticamente parlando. La Serie Delta è stata sviluppata utilizzando "anche" diffusori B&W, e di contro, i diffusori B&W sono stati perfezionati "anche" con elettroniche Classè. Come dire, buoni da soli, ottimi assieme.
Il campione dei Full-HD InFocus IN80
La statunitense InFocus non è certo nuova a piccoli/grandi miracoli. La sua fama di livello internazionale, se l’è sempre guadagnata progettando - e costruendo macchine dal formidabile rapporto qualità/prezzo nei segmenti di maggior competizione del mercato video.
IN80, oltre ad essere il nuovo proiettore full-HD d’attacco della Casa statunitense, e anche quello con il miglior rapporto qualità/prezzo oggi in commercio. Performante, esteticamente piacevole, molto ben costruito, è una macchina realisticamente valida che darà filo da torcere a tutta la concorrenza.
Successe così per esempio, con X1, una macchina dal costo contenutissimo, soprattutto se rapportato ai prodotti dell’epoca. In quel momento, X1 rappresentava una scelta di qualità quasi assoluta al prezzo di un entry-level, facendo registrare un clamoroso successo di vendite, capace di influenzare tutto il mercato, concorrenti compresi. Il modello IN80 segue le orme del suo predecessore e, più in generale, della tradizione InFocus, una macchina di ultima generazione ad un prezzo di poco superiore i 2.000 Euro, arena commerciale rovente ed insidiosa, nella quale IN80 si destreggia da par suo. La matrice con cui equipaggiato è una DLP DC1 da 1920 x 1080, con un rapporto di contrasto 2500:1 nativo e 7500:1 (con iris dinamico) massimo. Ruota colore a sette segmenti, luminosità di 960 ANSI lumen in modalità normale e di 1200 in Hight-Bright. L’obbiettivo è dotato di iris dinamico ed ha un rapporto di tiro pari a 1,85:1-2,22:1. Supporta quindi distanze di proiezione da 1,5 metri fino a 10. Può tranquillamente “popolare” uno schermo di 2 metri di base – misura ideale per una macchina del genere - con una distanza variabile tra 3,7
Disponibile in nero opaco, un colore neutro che saprà adattarsi in ogni arredamento. 30
InFocus
metri e i 4,40, in ottima media con le cubature dei soggiorni Europei. Gli ingressi a disposizione sono: 1 HDMI 1.3 con HDCP, 1 M1DA (da poter utilizzare con segnali HDMI, DVI, VGA o component), 1 component, 1 composito. La macchina beneficia di un controllo della linearità della scala dei grigi fatta in fabbrica per ogni esemplare, e ciò e di fondamentale importanza per la prestazione finale, visto che la scala dei grigi è proprio quella che stabilisce le prestazioni del proiettore negli scuri, e che fa la differenza. Ricordiamo ai lettori come le macchine per uso HT debbano essere maggiormente prestanti sulle basse luci, visto il loro impiego prevalente per uso immagini e quindi in netto contrasto con i proiettori professionali, che invece devono dimostrare prestanza con forte luce ambientale, e quasi sempre in presentazioni dove padroneggia il bianco.
Molti gli ingressi a disposizione, sia analogici che digitali e in grado di accogliere qualsiasi sorgente, da quelle a definizione standard fino a Blu-ray e sat HD.
Visione
A proposito di ottimizzazione per uso immagini IN80 è anche dotato di due preset ISF (Imaging Science Foundation) che aiuteranno l’utente ad nell’ottimizzazione della macchina sia per l’ambiente che con per lo schermo. Dal punto di vista estetico, il “guscio” è lo stesso che ospita i fratelli ricchi della Serie IN, eccezion fatta per una finitura nera opaca, meno preziosa e più economica da realizzare, rispetto a quella laccata lucida dei modelli più pregiati.
L’analisi visiva dell’IN80 rassicura e conforta quando detto sinora, con prestazioni formidabili per la classe dell’oggetto, a tal punto da farci gridare al miracolo paragonando l’immagine prodotta a quella generata da macchine di classe ben superiore di solo un anno fa o poco più. Un vero “bingo” per tutti i cinefili dal budget “stretto”. Merito certo dell’abbattimento dei costi della tecnologia, ma anche di InFocus, capace di
dei microcontrasti. Non bisogna esagerare, però – colpa la non infinita potenza di illuminazione - con la grandezza del telo di proiezione: attestarsi su un massimo di 2,2 metri di base schermo è cosa saggia. Volendo strafare, però, pensate alla densità di pixel che può ottenere con una matrice full-HD e 2 metri di base! Un’immagine – quella prodotta dall’IN80 - compatta, fluida, perfettamente contrastata. Rispetto al fratello maggiore IN81, oltre alla minore potenza luminosa, l’IN80 adotta una matrice DLP Dark Chip di minor qualità, con un rapporto di contrasto più contenuto, cosa tangibile alla visione. Questo confronto è però fatto – ricordiamolo - con una macchina dal prezzo di listino quasi doppio rispetto all’IN80. I miracoli non sono ancora possibili, ma InFocus ci si avvicina molto.
Conclusioni
Specifiche tecniche Matrice: DLP DC1 1920x1080 Rapporto di contrasto: 2500:1 nativo | massimo 7500:1 Ruota colore: 7 segmenti Luminosità: 960/1200 ANSI lumen normal/hight bright Rapporto di tiro: 1,85:1 | 2,22:1 Ingressi: 1 HDMI 1.3 con HDCP | 1 M1-DA | 1 component | 1 composito Rumore generato: 30 dB Dimensioni: 43x15x48cm (LxAxP) Consumo tipico/massimo: 350W | 375W Alimentazione: 100-240 VCA a 50/60Hz Prezzo: 2.200 Euro
sfornare “campioncini” del best-buy con regolarità svizzera. Senza chiedere o pretendere la perfezione, che neanche dai modelli top di gamma si ottiene, IN80 arriva però a convincere sotto molti aspetti della prestazione, come in presenza di immagini molto scure, dove mostra un eccellente discernimento 31
Dovrebbe ormai apparire chiaro l’essere di fronte ad un proiettore formidabilmente efficace e con un rapporto qualità prezzo praticamente imbattibile. E’, inoltre, una ghiotta opportunità per chi voglia godere appieno delle nuove sorgenti come Blu-ray e Sky-HD, senza spendere cifre astronomiche. Appassionati cinefili e non, fatevi avanti, è il momento giusto per il proiettore giusto. Il telo da abbinare, per chi non ne sia in possesso, potrebbe essere un validissimo OS Screen, altro incredibile campione nel rapporto qualità/prezzo.
Il bello del Blu-ray Denon DVD-3800BD
La tecnologia c’è, il software pure, i clienti anche. Cosa manca allora per far decollare definitivamente il fenomeno del Blu-ray? Ci volevano le prestazioni e la macchina che le producesse. Ora ci sono entrambi e non è un caso che siano firmate Denon.
Se il varo del DVD-2500BT - sola meccanica di lettura, da associare al decoder interno di un ampli A/V – ha sancito la scesa in campo di Denon nell’arena del Blu-ray al livello più qualificato, il lettore integrato DVD-3800BD stabilisce i termini della contesa: altissima tecnologia, flessibilità d’uso, prestazioni, qualità globale, prezzo. Roba da far tremare i polsi. Ai concorrenti.
Se finora Blu-ray ha significato Sony Playstation e/o macchine molto consumer, dalle oneste prestazioni, ora che il formato gode della investitura ufficiale di standard universale, anche i consumatori più diffidenti fanno un passo avanti, chiedendo ai loro rivenditori di fiducia informazioni su cosa offre il mercato e qual’è il panorama del prossimo futuro, da qui a qualche anno. La risposta al pubblico più curioso ed esigente, quello che vuole un po’ di più che la semplice, funzione d’uso c’è, ed è Denon. E’ arrivata nel suo stile tradizionale: tecnicamente maturo, prestazionalmente competente, ergonomicamente completo, e ad un prezzo terrestre. A voler esser sinceri, è una risposta con due varianti: il DVD-2500BT, macchina per la sola lettura di BD (e non solo) da collegare ad un buon decoder/converter presente in un “receiver” aggiornato e di alto bordo, tanto per non vanificare le bontà del nuovo formato. Seconda variante, forse più significativa e concreta è il lettore integrato (cioè dotato di proprio decodificatore e convertitore D/A) DVD-3800BD.
Linea pulita ed autorevole con il profilo del pannello dolcemente flesso verso l’alto. 32
Denon Grazie al proprio background tecno/costruttivo la casa nipponica ha sviluppato un decoder audio HD da mettere all’interno del lettore. Un doppio DSP, dove è implementata anche la funzione di decodifica D/A proprietaria AL24 Processing Plus, che fa capo, da una parte, all’uscita HDMI, e dall’altra a ben cinque convertitori D/A stereo a 192 kHz/24
Conclusioni Il DVD-3800BD è una macchina che può considerarsi – al momento – tecnologicamente definitiva per clienti dal palato fine, che fin dalle prime battute del nuovo standard vogliano aggiudicarsi un lettore resistente all’invecchiamento tecnologico precoce.
Definitivo Il DVD-3800BD è una macchina completa, fisicamente e tecnologicamente importante, senza intimidire l’appassionato mediamente esperto. Va da sé che la sua peculiarità essenziale è quella di leggere e trasformare il segnale audio e video nella miglior forma fruibile. Motivo per cui il DVD-3800BD è un lettore di BD (Blu-ray Disc), di DVD (video), di CD, compresi quelli masterizzati con files MP3, WMA, JPEG e DivX (ver.6), più le SD (Secure Digital) memory card con slot sul pannello frontale. E’ dotato di uscita A/V HDMI 1.3a, per collegarsi a qualsiasi monitor TV HD di ultima generazione, e di uscita audio analogica 7.1. Le uscite a disposizione sono numerose, oltre quelle elencati, component su BNC o RCA, uscita stereo L e R, digitale ottico o coassiale, RS232 per il controllo tramite sistemi Home Automation. Nel DVD-3800BD, così come avviene nel DVD-2500BD, sono adottate le migliori soluzioni disponibili, dove Denon ha dato fondo alle sue migliori risorse, sviluppando una meccanica di lettura di livello assoluto, in grado di estrarre al meglio le informazioni dal Blu-ray. Ricordiamo la tecnologia Bluray per grandi linee. Essa è
Il DVD-3800BD versione “black beauty”.
basata su un supporto – disco da 12cm - ad elevata densità di informazioni, che vengono lette da un laser blu di nuova generazione (con raggio molto più sottile) ed attraverso una maggiore velocità di rotazione rispetto al DVD ed al CD. Va da sé che la “vecchia” meccanica DVD andava completamente rivista e corretta. Oltre a questa, uno chassis completamente ridisegnato e meccanicamente molto robusto, sordo alle vibrazioni in modo che nulla del mondo esterno possa trasmettersi al gruppo di lettura. Dal punto di vista circuitale, Denon fa, da molti anni, corsa a sé.
bit che sovrintendono le uscite L+R e quelle 7.1. La parte video è completamente gestita dal chip Realta (la circuitazione è la stessa presente nel DVD-A1XVA) che fa la conversione interlacciato /progressivo e lo scaling del segnale. Questa risponde ad un convertitore D/A Hi-End video a 297 MHz/12 bit per la parte analogica (uscite component, S-Video e composito), e al chip di interfaccia HDMI per la parte digitale. Questo tipo di architettura permette, tra l’altro, l’uscita simultanea di tutti i segnali video, sia digitali che analogici.
Denon non è nuova a queste imprese: molti di voi ricorderanno il DVD-A1. Debuttò praticamente insieme allo standard DVD e rimase per molti anni il lettore di riferimento. C’è chi ancora oggi – a dieci anni di distanza - lo utilizza con grande soddisfazione, ritenendolo una delle migliori macchine della categoria mai costruite. Il DVD-3800BD sembra avere le stesse stimmate.
Il pannello posteriore del DVD-3800BD mostra un set di connessioni di grande flessibilità operativa e di alta qualità meccanica.
Dischi compatibili: BD/DVD video | BD-RE/BD-R (registrati in formato BDMV) | DVD-R/RW | CD | CD-R/RW. SD Memory Card | SDHC Memory Card | miniSD | microSD. Formati supportati: in Blu-ray | Dolby Digital | Dolby Digital Plus | Dolby TrueHD | DTS | DTS-HD | LPCM. In DVD-Video: Dolby Digital | DTS | LPCM | DivX | CD/CD-R MP3/WMA Uscite video: video-composito | S-video | video-component | HDMI 1.3a Uscite audio: analogico | 2/canali R/L RCA | multicanale 7.1 RCA. Digitale: 1 ottica | 1 coassiale elettrica. Dimensioni: 43,4x13,9x39,9cm (LxAxP) Peso: 10.3 kg Prezzo: 2.099 33
Sportive, eleganti, uniche. Una vetrina sulle più belle autovetture in commercio, curata dalla più esclusiva rivista di settore.
Porsche 911 Targa
Per una volta, le discussioni da bar lasciamole a chi è più avezzo a trascorrere le sue giornate con un bicchiere di bianco in mano, che a stringere un volante.
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Che una 911 Targa non possa essere tanto efficace quanto la rispettiva versione coupé è qualcosa di quanto meno scontato e naturale. Se così non fosse, con 30 kg in più sul piatto della bilancia, un centro di gravità più alto dato dal più pesante tetto panoramico in vetro apribile e una minore rigidità torsionale (in Porsche dichiarano che si pone a metà strada tra quella della coupé e della cabrio), sarebbe come riconoscere che dalle parti di Zuffenhausen sono riusciti a sovvertire le leggi della fisica. Nella realtà, la versione più incompresa nella gamma delle 911 ha un comportamento molto simile a quello della coupé, e questa è già una buona cosa.
Evo
Ma la questione è piuttosto un’altra: a quale tipo di cliente si rivolge? Se siete tra quelli pronti a mettere all’indice quest’auto, sicuramente sarete anche quel tipo di cliente che considera come degne di essere prese in considerazione solo le versioni GT3 e GT3 RS (le più pure) della 911. Se, invece, siete tra i cultori della guida con il vento tra i capelli, i montanti laterali sui quali scorre all’indietro il tetto in vetro non possono che rappresentare un ostacolo alla vostra voglia di “libertà”. Insomma per voi la scelta è unica: cabrio. Però, se siete tra coloro che da una Porsche oltre che le prestazioni e il piacere di guida ricercano anche praticità e fruibilità nell’uso
quotidiano ecco che la Targa potrebbe rappresentare un interessante alternativa alle solite Carrera... A fronte di un telaio che appare un po’ “molliccio” solo quando si mette alla frusta l’auto sugli asfalti più sconnessi, la Targa ripaga con una maggiore luminosità in abitacolo (la superficie vetrata è pari a 1,52 m2, la possibilità di poter procedere con l’aria che accarezza la nuca senza fastidiosi vortici (basta tenere sollevati i finestrini laterali) e la comodità di aprire il lunotto posteriore (come un normale portellone) per caricare delle valigie sui due strapuntini posteriori. Per il resto si ritrova il solito 3.8 (ma c’è anche il 3.6), potente e ricco di coppia a tutti i regimi e l’efficace
trazione integrale a controllo elettronico mutuata dalla Turbo, che permette di guidare l’auto con il posteriore e non ritrovarsi in costante sottosterzo. E, se mi permettete un consiglio, l’opzionale cambio a doppia frizione e sette rapporti PDK, che più che far guadagnare “preziosi” decimi in accelerazione regala una guida fluida e rilassata anche in mezzo al traffico del raccordo anulare.
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Certo, qualcuno potrà dirvi che in pista la Targa è più lenta della coupé, ma voi potrete sempre ricordargli che è più veloce della cabrio. Ammesso, poi, che tutto ciò sia davvero importante e che i possessori di Carrera passino la maggior parte del loro tempo a limare decimi tra i cordoli di un circuito. Federico Ruffino
Soluzioni GammaDelta Rotel | B&W Soluzione 2 nell’eleganza estetica e musicale il suo punto di forza. I componenti di questo sistema, che potremmo definire, “belli fuori & buoni dentro”, sono una coppia di elettroniche Rotel Serie 06, associate ai diffusori acustici da piedistallo B&W CM-1, serie ora ampliata dall’arrivo di nuovi modelli (CM-5, CM-9 e CM-C2) ed una nuova, intrigante finitura: il nero laccato. Il leitmotiv di questo impianto, come accennato in precedenza, è la sobria, lineare eleganza dei componenti, in classicheggiante livrea d’argento i Rotel, in palissandro o “black lacquered” i CM-1, unita ad una tecnologia evoluta ed affinata verso il lato squisitamente musicale della performance audio.
Il lettore
Belli dentro, buoni sempre
Gli annuari del suono e le guide all’acquisto sono piene di marchi, apparecchi di ogni tipo, dati tecnici da decifrare. Innumerevoli le combinazioni, come gli errori possibili, ed alla fine l’insinuante interrogativo: era possibile spendere meglio? GammaDelta risponde con soluzioni appositamente studiate per non “stonare” l’acquisto.
Nella prima puntata di questa rubrica abbiamo proposto una soluzione appena al di sopra dei 1.000 Euro, compito non facile se si vuole rispettare l’obiettivo della qualità a tutto tondo. Nel nostro spazio, oltre a proporre apparecchi storicamente qualificati a recitare una parte da protagonista nell’arena commerciale internazionale, diamo una serie di coordinate (elettriche, cosmetiche, prestazionali) in grado di garantire all’appassionato un risultato sonico gratificante sotto ogni aspetto, per molto tempo. La proposta di questo numero ha come “mission” la cifra di 2.000 Euro per un sistema base (sorgente + ampli + casse acustiche), che ha 36
Il lettore RDC-06 è una macchina che possiede tutti i numeri per rinverdire i fasti del mitico RCD-855, tra i primissimi lettori CD ad essere catalogati come “giants killer”, e a riappacificare con il Digitale una grande fetta di appassionati nostalgici del Vinile. RCD-06 è una macchina progettata e costruita con molto buon senso e competenza. Tralasciando il superfluo da consumer, c’è stato messo dentro, oltre ad una bella “faccia”, esattamente, esclusivamente ciò che serve per far suonare – bene – un lettore digitale. Al massimo della sintesi: meccanica di precisione, alimentazioni diversificate e specializzate per funzione, convertitore D/A Burr-Brown 24 bit/96 kHz, componentistica selezionata dove questa fa effettivamente la differenza.
Soluzioni GammaDelta riprende un formato caro agli amanti del british-sound, quello della shoes-box, di retaggio storico e con un fascino del tutto particolare, non disgiunto da una grande semplificazione nell’inserimento nell’ambiente domestico. E’ la più piccola del catalogo CM Series, ed è idonea per l’ascolto in campo ravvicinato (2-3.5 metri), in spazi non eccedenti i 20-25 mq. Oltre queste misure, lasciando il resto del sistema invariato, è consigliabile la CM-5, più grande e sensibile, sempre da piedistallo.
A completare, la solita affidabilità e longevità di catalogo dei prodotti Rotel che ne mantiene a lungo il valore commerciale e prestazionale.
L’amplificatore L’amplificazione è costituita dall’integrato top della serie, RA-06, rappresentate esemplare della migliore tradizione Rotel nel bollente settore dei piccoli ampli “terribili”, con dentro il DNA del grande suono High-End ed una sfacciata musicalità, tanto da far spesso dubitare se valga la pena spendere di più. Similmente al lettore, anche l’ampli ha un’impostazione di sostanza, con un unica concessione agli utilizzatori più giovani, quale un ingresso per media player sul frontale, ed il controllo di toni (bassi e alti), comunque escludibile dall’audiofilo a tempo pieno. Cinque ingressi e stadio phono di serie, RA-06 dispone di 70 watt continui (su 8 ohm) forniti da una ben dimensionata sezione di alimentazione, con tanto di trasformatore toroidale di rassicurante ingombro, dal quale partono i rami per alimentare separatamente la sezione di preamplificazione da quella di potenza. La circuitazione è stata studiata per essere la più “corta” possibile tra l’ingresso e l’uscita, così
da influenzare il meno possibile il segnale originale consegnandolo al meglio ai diffusori acustici. Nella dotazione dello RA-06, c’è la separazione pre/finale, opzione che dà la possibilità di trasformare RA-06 in preamplificatore o aggiungere un secondo finale a quello presente nell’apparecchio, così da poter conseguire una biamplicazione attiva dei diffusori collegati. Le CM-1 qui selezionate sono predisposte per questo tipo di collegamento.
Se la sala d’ascolto dovesse superare i 30 metri quadri, l’adozione di un modello da pavimento come la CM-7 diventa plausibile ed efficace. Va comunque sottolineato che il vantaggio delle piccole, buone acustiche – o dei “mini-monitor”, in accezione anglofona – è quello di fornire, se ben pilotate, un’immagine acustica tridimensionale, quasi da cassa elettrostatica, pressoché priva di effetto scatolare e con un notevole effetto presenza. Va da sé che grandi orchestre e hard rock possono risentirne di più rispetto ad altri generi musicali.
Soluzione 2 Rotel RCD-06 Lettore CD con meccanica ad alta precisione, convertitori Burr-Brown 24 bit/96 kHz con oversampling 8x. Costruzione ed approccio progettuale audiophile con componentistica selezionata. Dimensioni: 437x72x342 mm. Peso: 5 kg. Finiture: nero o argento. Telecomando. Prezzo: 550 Euro
Le casse acustiche Le CM-1 appartengono alla “terra di mezzo” del catalogo B&W comprese come sono tra la Serie 600 e la top di gamma Serie 800. L’elemento caratterizzante è una costruzione mediamente più raffinata rispetto alla serie entry-level, senza però raggiungere il costo della Serie 800, mantenendo un prezzo finale al pubblico molto competitivo. Naturalmente anche la Serie CM fa largo impiego della corrente tecnologia B&W, dal tweeter con cupola in alluminio con camera di decompressione posteriore al mid/woofer in kevlar, dal crossover di raffinata fattura, ad altre altre minuzie di non banale importanza nel concorrere al risultato finale. La CM-1, un classico 2 vie in reflex con midbasso da 130 millimetri,
Rotel RA-06 Amplificatore integrato ad alta corrente. Potenza d’uscita: 70 watt/canale/8 ohm. 4 ingressi linea, 1 per media player, 1 phono, separazione pre/finale. Progetto e costruzione audiophile grade con trasformatore toroidale e componentistica ad hoc selezionata. Protezione elettronica. Telecomando. Speaker A/B, A+B, Speaker Off. Uscita cuffia. Dimensioni: 435x92x342 mm Peso: 7,7 kg. Finiture: nero o argento. Telecomando. Prezzo: 750 Euro
Bowers & Wilkins CM-1 Diffusore acustico da scaffale. 2 vie in reflex, con tweeter da 25 mm in alluminio e mid/woofer da 130mm in Kevlar. Sensibilità di 84 dB. Impedenza nominale: 8 ohm, 5.1 minima. Amplificatore consigliato: 30 - 100 watt. Dimensioni: 280x165x255 mm. Peso: 6,7 kg. Finiture: palissandro, wengé, lacca nera. Prezzo: 400 Euro cadauno Per completare l’impianto: Rotel RT-06 Sintonizzatore 600 Euro ProJect RPM-5 Samba Giradischi 695 Euro Audioquest Alpha Snake Cavi 26 Euro 0.5mt G2 3,65 Euro/mt Solidsteel ZR6 Piedistalli 199 Euro la coppia Denon AH-D1001 Cuffia 149 Euro 37
Hi-Fi Story B&W 2a parte Ken Kessler Guardando un attimo indietro nella storia di B&W, è davvero straordinario quanto velocemente essa sia passata dal retrobottega del negozio di John Bowers, allo status di azienda internazionale. Nel 1972 B&W apre la fabbrica di Meadow Road, a Worthing, che include camere anecoiche e strumentazione Bruel & Kjaer, entrambe indispensabili per procedere ad accurate serie di controlli e misurazioni. Con ciò, prende corpo il sogno di John: possedere una strumentazione d’avanguardia per fare ricerca avanzata di livello mondiale. E’ il 1973, ed oltre il 60% della produzione è destinata all’esportazione. B&W è insignita del suo primo Queen’s Award per l’Industria (ne avrà altri), una gran bella, significativa soddisfazione per un’azienda così giovane. Nonostante si attraversi un’epoca che tende a sostituire l’approccio scientifico con quello soggettivo, B&W rimane orgogliosamente fedele al suo metodo progettuale, basato sulla conoscenza tecnica e sulla ricerca scientifica. Con l’ausilio di sistemi informatici particolarmente avanzati, e con la collaborazione delle Università britanniche, il team di ricerca B&W indaga su tutte le problematiche relative al diffusore acustico e alle sue prestazioni, focalizzando una precoce attenzione - grazie all’impiego dell’interferometria laser - alla ricerca sulla linearità di fase. Nel 1974 viene nominato capo dello staff progettuale l’industrial designer Kenneth Grange. Il suo ingresso in azienda aumenta ulteriormente
Ken Kessler è uno tra i più noti recensori di Hi-Fi a livello mondiale. Firma autorevole di molte riviste internazionali di settore in lingua inglese, tra le quali ricordiamo Stereophile (USA) e Hi-Fi News (UK). Oltre ad aver realizzato molti libri specifici sulla materia e scritto innumerevoli articoli, può definirsi a pieno titolo un vero appassionato di riproduzione musicale fin dai suoi albori, e rappresenta una delle icone viventi del settore, almeno dal punto di vista giornalistico. Acuto osservatore e grande professionista, coltiva molte altre passioni, tra cui orologi, vini e.. l’Italia..!
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l’appeal del prodotto, ponendo in maggior considerazione aspetti come la forma e la finitura estetica, fino allora sostanzialmente ignorati dalla maggior parte dei costruttori audio. E’ sempre in questo periodo che B&W si arricchisce di un altro segno distintivo: il Kevlar. Si tratta di una fibra sintetica, brevettata dalla DuPont, in origine utilizzata per la produzione di giubbetti antiproiettile in virtù della sua straordinaria resistenza. B&W intravede in questa fibra la possibilità di realizzare membrane per altoparlanti dalle caratteristiche straordinarie. I vantaggi del Kevlar sono notevoli; oltre alla grande resistenza, tende a ridurre drasticamente le onde stazionarie, dannose alla gamma media, porzione cruciale per la riproduzione musicale. Contemporaneamente risulta assai efficace come materiale per i woofer, ai quali dona un basso pulito, profondo e controllato. In virtù di tutto ciò, si progettano rapidamente dei modelli di brevetto esclusivi. Quando arriva in B&W, la fibra di Kevlar subisce un procedimento che la rende idonea allo specifico impiego. Innanzi tutto viene impregnata con una resina che ne irrigidisce la struttura e ne permette la formatura a cono durante l’apposito, susseguente processo. Una volta uscito da questo stadio, il cono di Kevlar, ancora allo stato grezzo, viene trattato con una pellicola polimerica che ne sigilla le singole fibre, trasformando la membrana tessile in una struttura virtualmente unica, semiflessibile, dotata di un prefissato fattore di
Hi-Fi Story di “pinguino in gravidanza”, a causa del pannello frontale prominente. Un anno più tardi, il DM7 aggiunge un'altra innovazione denominata “free-standing tweeter configuration”, vale a dire, l’unità per le alte frequenze montata esternamente, in cima al cabinet, al fine di ridurre le diffrazioni. Nel 1978 B&W si guadagna il suo secondo Queen’s Award per aver decuplicato il volume esportato dal 1973. Niente male per un’azienda appena dodicenne, in un paese inflazionato di costruttori di casse acustiche, molti dei quali attivi da prima del secondo conflitto mondiale. B&W completa il decennio con uno dei modelli più rappresentativi della sua storia: il Modello 801. Nato come monitor da studio, si ricava immediatamente un posto d’onore in un mercato fin là dominato da marchi come Altec, Tannoy, JBL. L’etichetta discografica EMI è la prima a provarlo nei propri studi e quindi prontamente lo adotta come standard di riferimento per gli studi di Abbey Road, noti dai tempi dei Beatles. Ad essi seguono Decca, Philips, Deutsche Grammophon. Questo successo può essere distribuito tra gli ingegneri dello staff e John Bowers
B&W DM6, il primo diffusore acustico a fase lineare costruito nel Regno Unito.
smorzamento. B&W afferma che i suoi coni in Kevlar esibiscono un punto di “break-up” (momento in cui la membrana si deforma producendo distorsione. NdT) sconosciuto ai materiali convenzionalmente usati. Inoltre, presenta una dispersione più costante a tutte le frequenze trattate, e con più coerenza temporale. I vantaggi degli altoparlanti in Kevlar si sarebbero riverberati nel tempo anche in altre applicazioni audio, quali l’Home-Theater, che ha visto proliferare il numero degli speakers nello stesso ambiente, e la CustomInstallation, con acustiche destinate ad essere dissimulate nelle pareti domestiche e ad interagire con ogni tipo di cubatura. Nel 2009 saranno 35 anni che B&W utilizza il Kevlar come materiale prediletto per le membrane dei propri drivers.
Sebbene gli altoparlanti dinamici siano apparsi in coincidenza con gli esordi della riproduzione sonora, il comportamento di un driver durante il suo funzionamento era impossibile da analizzare a causa dei rapidi, microscopici movimenti, sia ad occhio nudo, sia con gli strumenti tecnici disponibili al momento. Nel 1976, John (Bowers), investendo nella creazione di strumenti diagnostici e di misura, inaugura il dipartimento R&D (Ricerca e Sviluppo), capitanato da uno staff di validi tecnici – specialisti in acustica ed ingegneri del suono destinato ad indagare proprio in tal senso. Il primo risultato di questo nuovo approccio e “creatura” dell’ufficio R&D, è il modello DM6, il primo diffusore acustico a fase lineare costruito nel Regno Unito. Il suo look originale gli vale il soprannome
stesso. Nel corso della sua carriera, l’ossessione per la musica classica ed il perenne rifiuto al compromesso, portano Bowers a stabilire una stretta e fruttuosa collaborazione con i suoi ingegneri, benedetta da un reciproco rispetto e tradotto nella ricerca dal continuo miglioramento che farà, tre anni più tardi, il B&W 801 un riferimento mondiale. Al contempo, il modello 801 fornisce alla B&W un ulteriore livello di visibilità, oltre a quello, già conquistato, del mercato audio domestico nazionale. Con il successo nel settore professionale, B&W si costruisce una reputazione di classe internazionale e ben oltre il circuito dell’hi-fi. Sebbene la Gran Bretagna sia colpita da una recessione nei consumi, le vendite B&W non risentono più di tanto del problema. Nel frattempo, Robert Trunz è nominato direttore marketing, liberando John Bowers da i molti impegni che lo vedevano spesso lontano dall’Azienda. Ora potrà finalmente tornare ad occuparsi più attivamente dell’ufficio Ricerca & Sviluppo, a capo delle sue amate maestranze. Ken Kessler
B&W 801, la prima mitica 801 con i pulsanti anteriori per il controllo del sistema di protezione elettronica (APOC) ed il cappuccio copripolvere opzionale. 39
Una vetrina sui grandi classici dell’orologeria scelti ed analizzati dalla più autorevole rivista di settore.
Tradizione e moderne tecnologie: Vacheron Constantin, marchio che ha alle spalle ben 250 anni di storia, propone un nuovo concetto di alta orologeria con un sguardo verso il futuro. Un’idea, quella della Maison, decisamente originale, che si traduce in un particolarissimo
Vacheron Constantin Quai de l’Ile
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concetto di personalizzazione proposto nel nuovo modello Quai de l’Ile Giorno-Data e Riserva di Carica (il cui nome deriva dallo storico indirizzo del negozio di Ginevra), presentato durante gli scorsi Saloni primaverili. Si comincia con la cassa, composta da sette elementi, che permette l’accostamento di tre diversi metalli (oro rosa, titanio e palladio), combinabili secondo i propri gusti e desideri. Anche per il quadrante, costituito in questo caso da due elementi, un vetro zaffiro e una pellicola di sicurezza trasparente, c’è la possibilità di tre diverse soluzioni. Poiché il movimento è interamente visibile (ed è disponibile con due diverse finiture, rodiate o in rutenio), la versione grigia è il risultato della combinazione di un quadrante scuro su un calibro rodiato, la versione bianca di un quadrante chiaro sempre su un calibro rodiato, la versione nera di un quadrante scuro su un calibro in rutenio. Ma la vera particolarità consiste nell’utilizzo - per la prima volta nell’alta orologeria - delle tecnologie “Security-Printing” (come per le banconote) contro la contraffazione. Si tratta di un’idea oggetto di quattro domande di brevetto in via di deposito, che utilizza scritte segrete, microstampa, inchiostri di sicurezza e marchiature UV con inchiostro invisibile. Un quadrante, dunque, sapientemente orchestrato, che gioca sulle trasparenze e sull’alternanza di elementi visibili e invisibili. Il vetro zaffiro, infatti, integra tutta una serie di tecniche avanguardistiche e trattamenti davvero singolari, a cominciare dal sistema di incisione
L’Orologio
L’idea della sicurezza proposta con questo modello è enfatizzata dal passaporto svizzero che va a corredo di ogni orologio, insieme a un astuccio contenente una chiavetta USB, sistemi multimediali e vari accessori in dotazione.
laser con o senza inchiostrazione per il logo o per gli indici, per continuare con il trattamento superficiale della metallizzazione. Posizionati intorno all’indicatore del giorno della settimana e al calendario, infatti, è presente un micro-testo metallizzato, illeggibile senza l’aiuto di uno strumento
particolarissimo esemplare sono 400, un numero davvero sorprendente che lascia solo l’imbarazzo della scelta. Oltre a tutte le tecniche all’avanguardia sviluppate per questo esemplare, la Casa comunque mette a frutto la grande sapienza meccanica che l’ha sempre contraddistinta, con lo sviluppo di un calibro automatico che si fregia del famoso Punzone di Ginevra, segno distintivo e prestigioso dell’alta orologeria che viene assegnato solo ai prodotti ginevrini che rispettino un preciso e dettagliato schema costruttivo e di
d’ingrandimento. Si tratta di un estratto tradotto in inglese di una lettera scritta da Jaques-Barthélémy Vacheron al suo socio François Constantin il 21 marzo 1829, con i complimenti per i nuovi clienti trovati in Italia. Insomma, in tutto le possibili combinazioni per realizzare in modo personalizzato questo
finitura. Ricordiamo infine che ogni modello è accompagnato da un vero e proprio passaporto che ne certifica la qualità, da una chiavetta USB contenente libretto di istruzioni, consigli per la manutenzione, informazioni tecniche, presentazione della manifattura, la sua storia, foto e filmati, oltre agli accessori in dotazione (una lente di ingrandimento, una matita correttore per il calendario, un panno in microfibra), e un secondo cinturino (in alligatore o in caucciù).
Con il Quai de l’Ile Giorno-Data e Riserva di Carica di Vacheron Constantin, il cliente può realizzare a proprio piacimento 400 varianti diverse dello stesso modello. Scegliendo infatti varie combinazioni, tra tre metalli, tre quadranti e due finiture di movimento, è possibile creare il proprio orologio completamente “personale”. Nelle foto pubblicate si possono notare alcune delle possibili declinazioni, con i tre materiali utilizzati (oro rosa, titanio e palladio) per la cassa, caratterizzata dalla costruzione particolarmente complessa della carrure, in sette elementi. Prezzi: a partire da 33.900 Euro.
Il quadrante, che utilizza le tecnologie “Security-Printing” (stampa di sicurezza) anticontraffazione, per le quali è in corso domanda di brevetto, è contrassegnato con scritte segrete, microstampe e marchiature con particolari inchiostri di sicurezza o invisibili. 41
Genesis... e poi rimasero in tre 1977 - 2008 Anselmo Patacchini
Dopo la partenza di Steve Hackett il terzetto Collins, Rutherford e Banks non si scoraggia più di tanto. Si ironizza, addirittura, per questa defezione con il titolo del nuovo ellepi in studio …And Then There Were Three... (marzo 1978) citazione presa in prestito dal libro Dieci piccoli indiani di Agatha Christie. Il buon Pluto Rutherford si prende carico per la prima volta di tutte le parti di chitarra elettrica, comprese quelle soliste. Dimostrerà di essere un intelligente rifinitore e un costruttore di riff e giri armonici vincenti, orecchiabili, raramente banali. Collins inizia a picchiare sui tamburi in modo più secco e incisivo, mettendo a punto quello che diventerà il suo segno ritmico distintivo. Apre Down And Out motivo splendido e piuttosto complesso. Si cambia subito mood con l’accattivante Undertow, mentre Ballad Of Big torna a raccontare storie. Snowbound è drammatico:
“ … Non puoi fare nulla quando sei l’ultimo della fila, devi seguire l’effetto domino…” Domino da Invisible Touch
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un bambino decide di diventare pupazzo di neve sdraiandosi per terra, l’immagine romantica e giocosa dell’inverno si tramuta in tragedia. Burning Rope gioca su squisite sequenze tastieristiche. Il lato B ha inizio con Deep In The Motherlode un incisivo 6/8 dove si racconta la storia di un adolescente che, convinto dalla famiglia, va nel West in cerca d’oro nelle miniere. Many Too Many è un bel pezzo d’amore incentrato sul melodico pianoforte. In Scenes From A Night’s Dream fanno il loro ritorno draghi, ninfe, gnomi e altri personaggi fantastici che popolano i sogni che il piccolo Nemo compie in una notte qualsiasi. Nella struggente Say It’s Alright Joe ci si affida alle chitarre 12 corde, agli accordi sospesi, alle tastiere liquide. Respiriamo arie tipicamente medioevali in The Lady Lies, ma è un pretesto per affermare che non tutto è come sembra. L’ellepi termina con Follow You, Follow Me, quattro minuti di pop ineccepibile, con la chitarra flangerata di Rutherford e un ritornello semplice semplice ma quasi perfetto, ancora con Phil che canta su due ottave diverse. Un po’ prima dell’uscita di questo disco si comincia a pensare alle esibizioni dal vivo: si conferma dietro i tamburi il roccioso Chester Thompson, ma si deve trovare il sostituto di Hackett, e considerato il nuovo ruolo di chitarrista solista di Mike deve essere uno che sappia suonare possibilmente sia il basso sia la sei corde. La scelta ricade su di un musicista americano di Philadelphia: Daryl Stuermer. La tournée comincia bene (data d’inizio il 28 marzo 1978 alla Broome County Arena di
Le monografie di Musikbox: Genesis
Binghamton, New York) con l’album in cima alle classifiche, e il tutto esaurito. Entrano parecchi soldi e finalmente si può investire sulla scenografia, puntando su sei grandi specchi esagonali comandati, per la prima volta nella storia dei concerti rock, dai computer. A novembre sbarcano in Giappone, dove sono accolti come eroi. Alla fine del faticoso tour i Genesis si prendono una pausa di un anno. Duke ha una gestazione più serena del precedente. Il feeling è quello giusto e i tre realizzano insieme svariate composizioni. Si parte con Behind The Lines, costruito su un valido ritmo sincopato, e Rutherford fa un lavoro egregio al basso e qualche svisata di chitarra. Il link che lega questa traccia iniziale alla successiva Duchess è siglato dalla comparsa della drum machine: uno strumento micidiale e non sempre creativo. Ancora una volta l’opener è lungo ed estenuante, un crescendo poco riuscito, che poi sfocia nell’incisivo attacco della batteria vera e della voce. Guide Vocal è un breve frammento di pura emozione. Pianoforte elettrico, un canto sul filo della commozione, il basso che sottolinea le note fondamentali, il tutto impreziosito da violini sintetici. Man Of Our Times è un 4/4 con anticipi ritmici resi ancora più netti dall’azione del sintetizzatore e della chitarra elettrica e dai contrappunti del pianoforte. Misunderstanding, che sfonderà clamorosamente negli States, è un motivo leggero e spensierato, costruito su diversi accordi con un paio di cambi di tonalità tra strofa e ritornello. Di ben altra levature Heathaze, il masterpiece dell’ellepi.
modale su un unico accordo di sottofondo, dove fanno capolino delle discrete linee di chitarra elettrica. In No Reply At All si nota la vivace sezione fiati dei validissimi ospiti Earth, Wind & Fire. Me & Sarah Jane (il pezzo migliore del progetto) è parto del solo Banks, su una ritmica quasi reggae. A livello melodico può ricordare, più delle altre, la vecchia produzione, con passaggi da tonalità maggiore a minore, intermezzi effettati, piano (e drum machine). Keep It Dark mostra un certo interesse sotto l’aspetto armonico perché i fraseggi di chitarra e sintetizzatore si ripetono sullo stesso giro per quasi tutta la durata. La traccia iniziale del lato B è idealmente divisa in due parti: Dodo narra le vicende di un grosso volatile in via di estinzione nelle isole Galapagos e Lurker è la sua parte strumentale dopo il parlato di Phil. Appena il tempo di sfumare il pezzo ed ecco sul piatto Who Dunnit?, il pezzo più insignificante dell’intero repertorio dei Genesis. In Man On The Corner chitarra e basso, pur intervenendo solo nella fase conclusiva, contribuiscono alla dinamica di una song discreta, ma alquanto ripetitiva. Rutherford firma Like It Or Not: un tre quarti - senza infamia e senza lode - su un giro armonico quasi blues. L’opener struggente di Another Record ci illude, ma l’incanto si stempera dopo poco. Le tastiere simulano il suono di un’armonica a bocca, gli altri fanno il loro mestiere svogliatamente. Un album brutto e destabilizzante anche se le esibizioni dal 1978 al 1982 raggiungono una perfezione formale e una invidiabile intesa esecutiva tra i musicisti. Nel maggio 1982 esce un curioso EP dal titolo 3x3 contenente tre composizioni frutto delle session di Abacab: il funky-soul Paperlate è impreziosito dai lussureggianti fiati degli Earth Wind & Fire, che sul finale duettano con la voce di Collins; You Might Recall mostra un buon refrain condotto dalle abili keys di Banks e Me And Vigil gioca sulla voce filtrata di Collins con un improvviso
Armonicamente complesso è realizzato sotto forma di ballata soft. Turn It On Again, in apertura della B-side, ci scuote con il suo ritmo danzereccio, che è in realtà un insidioso 13/4. Alone Tonight è una composizioni acustica con chitarra effettata. Meritevole di maggiori attenzioni è Cul-De-Sac, dove Banks nei sessanta secondi introduttivi si diletta al piano con affascinanti partiture di musica sinfonica doppiate dal synth. Lo squisito Please Don’t Ask è una sentita dedica al figlio da un padre che non lo sta vedendo crescere. Le ultime due tracce in scaletta sono due magnifici strumentali uniti idealmente fra loro. Nel primo, Duke’s Travels, c’è anche una parte cantata che riprende il testo di Guide Vocal con l’aggiunta di una bellissima strofa [si uccide quello di cui si ha paura, e si ha paura di ciò che non si capisce]. In Duke’s End vengono riutilizzate brevemente le strutture di Behind The Lines e Turn It On Again, come in ogni suite che si rispetti. Il relativo tour di Duke (forse il migliore dell’era Collins) ha luogo in spazi ridotti, per tornare a quel contatto con il pubblico perso nel giro precedente del 1978. Shock, sorpresa, repulsione, incredulità. Sono alcuni dei sentimenti espressi dai fan dei Genesis quando nel settembre 1981 si affaccia sul mercato Abacab. La title-track nonostante i sette minuti di durata è tutt’altro che una progressive-song. Andamento pesante, sintetizzatori acidi usati in modo ritmico e mai melodico, voce tirata; la seconda parte (strumentale) mantiene le caratteristiche di improvvisazione 43
cambio scenografico sottolineato da un riff di chitarra. Dopo appena un mese è nei negozi Three Sides Live, un doppio album dal vivo con un repertorio non completamente esaltante, ma indicativo della scaletta del periodo. In tutto il mondo questo disco presenta tre lati live e il quarto con B-side di studio, mentre il Regno Unito sarà deliziato sulla quarta facciata dalle splendide One For The Vine e The Fountain Of Salmacis (estrapolate rispettivamente dai concerti del 1980 e del 1978), e addirittura dalla felice accoppiata fra It e la parte strumentale di Watcher Of The Skies (prelevata dal tour 1976), che vede in azione Steve Hackett e Bill Bruford. A settembre, dopo sette anni, il carrozzone Genesis tocca di nuovo la nostra Penisola e al termine della tournée accade l’incredibile. Peter Gabriel ha accumulato un grosso debito per l’organizzazione del primo festival W.o.m.a.d. e i vecchi compagni si offrono di dargli una mano. L’estemporanea reunion avviene il 2 ottobre 1982 sotto la pioggia battente a Milton Keynes, in Inghilterra. I Genesis, visibilmente emozionati, offrono al pubblico in delirio una set list favolosa, con due sole concessioni al presente: Turn It On Again, con Peter alla batteria e Solsbury Hill che ironia della sorte, narra del motivo dell’abbandono dei Genesis da parte del cantante. La scaletta continua con i pezzi celebri: Firth Of Fifth, Back In N.Y.C., The Carpet Crawlers, In The Cage, The Lamb Lies Down On Boadway, Fly On A Windshield, The Musical Box e Supper’s Ready (Gabriel indossa la maschera da fiore e spada luminosa). Per i bis di I Know What I Like e The Knife sale sul palco anche Steve Hackett, volato appositamente dal Brasile per stare accanto ai vecchi compagni d’arme. I magnifici sette (i cinque della storica line-up con l’aggiunta dei fedeli gregari Daryl Stuermer e Chester Thompson) salutano il pubblico con un tocco di ironia, mettendo tutti dei nasi rossi da pagliaccio.
Le monografie di Musikbox: Genesis Nel settembre 1983 è sul mercato l’omonimo Genesis. Si parte con Mama una composizione cupa, che si avvale di una notevole performance vocale di Collins, convincente e teatrale. That’s All alleggerisce il clima. Si viaggia spediti con una ritmica ondeggiante, mentre Phil si disimpegna con naturalezza al canto. La chitarra introduce il pezzo forte dell’album, Home By The Sea, direttamente collegato alla sua parte strumentale Second Home By The Sea. La seconda frazione è introdotta dai violenti e sequenziali colpi della batteria elettronica, da un felice assolo di synth e da sferzate chitarristiche. A un primo lato alquanto soddisfacente fa riscontro la più brutta facciata fra tutti gli album dei Genesis che inanella il pessimo Illegal Alien, la scialba canzone d’amore Taking It All Too Hard Just, il funky-pop A Job To Do, Silver Rainbow e It’s Gonna Get Better. Il tour che segue la pubblicazione del long playing (da novembre 1983 fino al gennaio 1984) si svolgerà negli Stati Uniti, con qualche data in Canada e un breve finale di concerti in madrepatria. Nel giugno 1986 arriva Invisible Touch che ottiene un successo di vendite incredibile. Saranno addirittura sei i singoli estratti dall’ellepi che raggiungono la vetta delle classifiche di tutto il mondo. Inoltre il tour negli stadi quasi un anno, dal settembre 1986 al luglio 1987 - che tocca Stati Uniti, Australia ed Europa, fa registrare sold out a ogni tappa. La title-track nasce da un infelice riff chitarristico di Rutherford, su cui gli altri aggiungono banalità ritmiche e melodiche. Batteria elettronica e percussioni simulate, fraseggi lunghi e lancinanti di chitarra sono gli ingredienti di Tonight Tonight Tonight (si parla di droga) con una strofa interessante e un ritornello scontato. Land Of Confusion è uno spedito e robusto pop-rock con il synth-bass in continuo movimento. La sentimentale In Too Deep scava nel passato ingentilita dal piano, da soavi tappeti tastieristici e ricami di
poveri creduloni. Driving The Last Spike racconta e celebra l’epopea dei tanti lavoratori inglesi che persero la vita nell’800 per costruire la rete ferroviaria britannica. La sarcastica I Can’t Dance è un rockblues piuttosto tirato, sia pur stemperato dalla batteria elettronica e dai curiosissimi tam tam percussivi creati dal synth. Never A Time è il classico pezzo d’amore di Mike, diventato oramai uno specialista nel proporre storie che affrontano l’incomunicabilità di coppia. In Dreaming While You Sleep aleggia un’atmosfera dark. Il secondo vinile parte con Tell Me Why realizzata in perfetto stile Sixties utilizzando il caratteristico jingle jangle delle chitarre Rickenbacker. Nello spumeggiante Living Forever Collins si ricorda di essere uno dei migliori batteristi al mondo, cimentandosi con uno felice drumming dalle evidenti reminiscenze jazz. Hold On My Heart è il classico pezzo da piano bar. Way Of The World viene sostenuto dalla chitarra e dalla batteria precisa e regolare con un’eccellente sequenza di accordi nelle strofe, e un ritornello più leggero. Since I Lost You è una dedica commossa, sotto forma di dolce ballata in tre quarti, a Conor Clapton, il piccolo figlio del grande chitarrista Eric e di Lory Del Santo, che precipitò tragicamente da un palazzo newyokese proprio mentre i Genesis stavano componendo i brani di We Can’t Dance. Cala il sipario con Fading Lights, la traccia più lunga, contraddistinta da ottimi assoli di un Banks in piena forma e di quello breve di Rutherford, che altrimenti accompagna in modo ritmico ed efficace. Il disco dal vivo Live - The Way We Walk Volume One: The Shorts è immesso sul mercato discografico inglese nel novembre 1992. Questo primo volume, sottotitolato The Shorts, racchiude undici canzoni scelte tra gli hit più leggeri e di minor durata degli ultimi tre ellepi, registrati in Germania durante l’esibizione di Hannover (luglio 1992), tranne il trittico Mama, That’s All e In Too Deep
chitarra acustica. Inaugura l’altra facciata l’inutile Anything She Does. Un funkettino dove Banks scimmiotta i fiati. A rialzare le sorti dell’album ci pensa Domino, una ghiotta suite suddivisa in due partiture: In The Glow Of The Night e The Last Domino. La prima sezione, più lenta e riflessiva, è introdotta da una frase iterativa di chitarra doppiata da soffici suoni campionati su cui si inserisce il funzionale canto di Collins. La seconda sezione viene aperta da una dolcissima linea di keyboard su cui Phil canta emozionato, preludio a una tiratissima sezione che dà ampio spazio alle fasi strumentali tra una strofa e l’altra. Throwing It All Away è una traccia smielata, Si chiude il sipario con il vivace strumentale The Brazilian. Dalla fine del tour di Invisible Touch, Banks, Collins e Rutherford si ritroveranno sopra un palco solo in due occasioni: nella primavera 1988 per festeggiare, insieme a una parata di altre star, i quarant’anni della loro etichetta americana, l’Atlantic e il 30 giugno 1990 al Festival di Knebworth, che raduna la crema del rock mondiale: Pink Floyd, Paul McCartney, Eric Clapton, Robert Plant (con ospite Jimmy Page), Dire Straits, Elton John, Status Quo, Cliff Richards, Tears For Fears. Nel periodo che va da marzo a maggio 1991 i Genesis compongono ben quattordici canzoni per il nuovo album, di cui due resteranno fuori. We Can’t Dance esce nel mese di novembre. Introdotta da un ticchettio di metronomo, No Son Of Mine lascia ampio spazio alla grancassa, a spruzzate di tastiera e a un buffo suono emesso dal sintetizzatore simile a un barrito. Poi entrano in pista le solite secche rullate e l’elettrica incisiva e dura sullo sfondo. Phil canta in maniera coinvolgente la storia di un figlio mandato via di casa da un genitore violento. Jesus He Knows Me è un pop-rock scattoso che si scaglia contro i tele-evangelisti che in America invadono i teleschermi a tutte le ore abbindolando molti 44
proveniente dall’Invisibile Touch Tour datato ‘86/’87. Il secondo volume Live - The Way We Walk Volume Two: The Longs, pubblicato nel gennaio del 1993, racchiude i brani lunghi eseguiti nel tour, quelli ad ampio respiro che rappresentano la vera anima del gruppo. La versione in CD è arricchita da un altro pezzo Drum-Duet, il celebre duetto di batteria fra Collins e Thompson, che dal 1977 è un must di tutti i concerti. Conclusa definitivamente la tournée, durata quasi due anni, i Nostri si concedono una lunga vacanza per dedicarsi all’attività solista, ma ora si dovrà superare un altro problema, forse il più grosso di sempre. Il 28 marzo 1996 Phil Collins lascia i Genesis, decisione maturata da diverso tempo, ma resa ufficiale solo in quella data. Banks e Rutherford decidono di continuare assieme e nell’estate ‘96 cominciano le registrazioni di ...Calling All Stations... incredibilmente, le session più prolifiche di tutta la carriera. Nel ruolo di voce solista è scelto, dopo una lunga serie di audizioni, lo scozzese Ray Wilson componente degli Stiltskin. Per le parti ritmiche ci si affida a due session-man. Il drummer principale sarà l’israeliano Nir Zidkyahu, che li accompagnerà anche in tour, mentre in tre brani (e mezzo) siede dietro le pelli Nick D’Virgilio, batterista degli Spock’s Beard. Calling All Stations esce il primo settembre 1997. La title-track è una canzone vincente, costruita sui fraseggi sporchi della chitarra e sulle luminose variazioni tra accordi minori e maggiori di Banks. Incisivo e duro il drumming. Ma la vera sorpresa è la voce del giovane Ray: intensa, calda, emozionante. Shipwrecked, che si regge su solide tastiere, su due riff chitarristici e su un’altra bella prova vocale, è seguita da Alien Afternoon, un incubo a occhi aperti. Not About Us procede lenta, con un assolo da brividi di tastiera. If That’s What You Need è un altro slow nello stile dei Mike & The Mechanics. Un ripetitivo riff di sintetizzatori sostiene la prima parte
Genesis: la discografia 1977 - 2008 del nervoso The Dividine Line, dove si tenta di descrivere la sottile linea di demarcazione tra il bene e il male. Uncertain Weather è la migliore ballata fra le tante proposte nel long playing. Small Talk è invece un pop leggero che prende di mira tutte quelle persone che si divertono a spettegolare alla spalle degli altri. There Must Be Some Other Way poggia nella fase centrale su un gradevole solo di Banks che lentamente sale di tono. One Man’s Fool parte con la programmazione di una batteria elettronica doppiata da curiosi interventi di keyboard e chitarra. Poi entra (picchiando più forte che mai) Nyr Z. insieme alla bella ugola di Wilson. Si chiude così il primo e unico lavoro in studio dei Genesis del dopo Collins. Dopo la pubblicazione del disco viene pianificato il tour, ma i Genesis sono costretti prima a riprogrammare e poi addirittura ad annullare quello americano per la scarsissima prevendita, mentre le tappe Europee, svolte da gennaio a maggio 1998, raramente fanno registrare il tutto esaurito. Nel frattempo Banks e Rutherford si dedicano alla promozione del primo cofanetto retrospettivo di inediti dell’era Gabriel, in uscita nel giugno 1998. A fine 1999 usce un’antologia dell’era Collins con una rielaborazione di Carpet Crawlers, ricantata in modo superbo da Gabriel e Collins, che si dividono le strofe. Poi Banks passa ad assemblare i brani del secondo cofanetto di inediti, pubblicato a fine 2000, fermandosi però sino al 1992. Nel 2007 Collins, Banks e Rutherford con l’aiuto dei fedelissimi Thompson e Stuermer sono ritornati in azione - facendo sognare milioni di fan - con il fatidico Turn It On Again Tour che li ha visti protagonisti, prima in Europa (l’esibizione del 14 luglio al Circo Massimo di Roma davanti a oltre 500.000 persone è entrata nella leggenda e immortalata nel DVD When In Rome 2007) e successivamente nel Nord America. Anselmo Patacchini
...And Then There Were Three... 1978
Duke
1980
Abacab
1981
Three Sides Live
1982
Genesis
1983
Invisible Touch
1986
We Can’t Dance
1991
The Way We Walk 1/2
...Calling All Stations...
1997
EP 3x3
1991
Archive 1967-75
Genesis 1970-1975
2008
1992-1993
1998
Nella discografia abbiamo preso in esame tutti gli LP ufficiali pubblicati nel Regno Unito dal 1978 al 2008. Le valutazioni riportate si intendono per dischi in condizioni di copertina e vinile M/M (Mint/Mint) e si riferiscono esclusivamente alla stampa originale. ...And Then There Were Three... (LP Charisma CDS 4010; quotazione attuale 15 Euro) è pubblicato nel marzo 1978. Duke (LP Charisma CBR 101; 15 Euro) è pubblicato il 28 marzo 1980. Abacab (LP Charisma CBR 102; 10 Euro) è pubblicato nel settembre 1981. Sono state realizzate ben quattro stampe che differiscono fra loro per i colori utilizzati nel disegno di copertina (la loro quotazione non subisce variazioni). Three Sides Live (2LP Charisma GE 2002; 30 Euro) è pubblicato in doppio vinile nel giugno 1982. Genesis (LP Charisma/Virgin GEN LP1; 10 Euro) è pubblicato il 24 settembre 1983. Invisible Touch (LP Virgin GEN LP2; 10 Euro) è pubblicato nel giugno 1986. We Can’t Dance (2LP Virgin GEN LP3; 25 Euro) è pubblicato il 21 novembre 1991. The Way We Walk - Volume One The Shorts (LP Virgin GEN LP4; 10 Euro) è pubblicato nel novembre 1992. The Way We Walk - Volume Two The Longs (LP Virgin GEN LP5; 15 Euro) L’album dal vivo è pubblicato nel gennaio 1993. L’edizione in vinile non contiene il brano Drum Duet, presente, invece, nella stampa in CD. ...Calling All Stations... edizione in vinile (2LP Virgin GEN LP6; 40 Euro) è pubblicata in tiratura limitata il 2 settembre 1997. EP 3x3 (EP Charisma GEN1; 20 Euro) è pubblicato nel maggio 1982. Contiene tre pezzi inediti. Archive 1967-75 pubblicato il box 22 giugno 1998 è (4CD Virgin CDBOX6; 60 Euro) arricchito da un libretto di ottanta pagine con foto e testimonianze dirette di artisti, critici e altri addetti ai lavori. Turn It On Again - The Hits Il 25 ottobre 1999 è sul mercato internazionale la raccolta (CD Virgin GENCD8; 18 Euro), apprezzabile per la presenza di Carpet Crawlers ‘99, rivisitazione dello storico brano con la voce di Gabriel e Collins. Il 6 novembre 2000 è nei negozi un secondo box denominato Archive #2 1976-1992 8 (3CD Virgin CDBOX7; 40 Euro) arricchito da un libretto ma meno interessante del precedente. Da segnalare fra le ultime uscite il doppio CD Turn It On Again - Tour Edition uscito per la Rhino, il box Genesis 1983 - 1998 e Live Over Europe 2007 edito dalla Atlantic, mentre il 28 novembre 2008 è annunciato l’atteso box Genesis 1970-1975. 45
I migliori rivenditori: Spinelli
Gammadelta: Qual è la storia che l’ha portata ad aprire l’attività? Spinelli: Il negozio esiste da tre generazioni, mio nonno prima, mio
"cerco di offrire al cliente il miglior mix di tutti gli elementi che ho a disposizione, una soluzione “chiavi in mano”, di quelle collaudate e della quale sono assolutamente certo dei risultati"
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padre poi, ora io. Siamo partiti con i prodotti dell’epoca, le radio, i primi giradischi, e via via seguendo l’evoluzione della tecnologia. Da quarant’anni in qua. Gammadelta: E’ lei, adesso, a condurre il punto vendita? Spinelli: C’è una sinergia familiare, ci siamo mio padre, mia sorella ed io, ognuno con mansioni diverse. Io seguo l’Audio e l’Audio/Video. Gammadelta: Quindi Spinelli non è solo un negozio di Hi-Fi e Audio/Video? Spinelli: Teniamo separati i vari settori, tramite una superficie suddivisa su due piani: al piano inferiore abbiamo il Video, con TV LCD e Plasma e prodotti correlati, quali DVD-R, camcorder, DVD e tutta l’elettronica di consumo che gli gira attorno. Al piano superiore, invece, l’Hi-Fi stereofonica, l’Home-Theater, la video-proiezione. Gammadelta: E’ un appassionato di audio o di video? Insomma, c’è la passione alla base dell’attività?
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Spinelli: In primis, mi piacciono i begli oggetti, quindi gli apparecchi in quanto tali. La qualità costruttiva mi affascina molto, e le filosofie che ci sono dietro. Ascolto musica e vedo film, e sono altrettanto appassionato di CD e DVD. Gammadelta: Possiede un sistema audio o A/V in casa propria? Spinelli: Fino a poco tempo ne avevo uno, che cambiava di continuo: ogni tre mesi era tutto nuovo. Adesso possiedo un sistema installato in ambiente, con diffusori ad incasso, plasma annegato nella parete e così via. Non era possibile andare avanti e indietro con gli apparecchi per soddisfare la mia curiosità. Gammadelta: A proposito di installazioni personalizzate con diffusori a scomparsa (incassati a parete), ci sono appassionati che detestano questa soluzione a causa del fatto che un diffusore incassato non può essere sostituito con la stessa facilità di uno tradizionale. Lei
che ne pensa, vista la sua esperienza? Spinelli: L’installazione personalizzata vincola alle proprie scelte iniziali, ma d’altra parte il mercato si è spostato in quella direzione. Volevo rendermi conto personalmente delle implicazioni che questa scelta comporta. La Custom Installation consente di avere impianti che “scompaiono”, con soluzioni meno invasive dal punto di vista estetico. Le propongo come valida alternativa al classico sistema Hi-Fi o Home-Theater e trovo largo consenso. E’ stato possibile allestire molti sistemi proprio grazie all’opportunità offerta dalla custom installation. Altrimenti non sarebbe stato possibile. Gammadelta: A proposito dell’”ingombro” estetico dei sistemi audio e audio/video, le donne influenzano molto queste scelte, e nasconderli fa parte del gioco. Spinelli: Dipende dall’uomo, di solito. Ci sono uomini che riescono
a far condividere le proprie esigenze, altri meno. Quando è la donna a decidere, la cosa si fa più complessa e sfaccettata. Oltre all’apparecchio TV è difficile convincerla ad acquistare altro. A quel punto diventa decisiva la carta della “custom installation”. La proponiamo con molta convinzione, e notiamo un deciso riscontro anno dopo anno, con la soddisfazione di tutti, uomini e donne. Gammadelta: L’Hi-Fi sta diventando una passione per “adulti”, per clienti maturi. Qual è l’età media dei frequentatori del negozio? Nota un ricambio generazionale? Spinelli: Fortunatamente c’è un riciclo nei frequentatori del negozio, transita gente nuova, oltre allo zoccolo duro degli appassionati.
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Quello c’è sempre. Di solito, gli uomini dai trent’anni anni in su sono i clienti più abituali. Persone più giovani ne vedo poche. Il ragazzo con l’iPod non entra, o entra molto raramente. Va detto che tutti si sono avvicinati all’iPod, anche gli audiofili, ed è più facile che uno di questi mi chieda di sentire meglio l’iPod, che non un giovane. Gammadelta: Come vede il mercato dal suo punto di osservazione, tenendo anche conto del momento economico? Spinelli: Le cose belle si vendono sempre, ma è indubbio che il prodotto medio-basso, o basso, sia piuttosto stagnante. Come già detto, va bene la fascia medio-alta; quella va sempre. Il prodotto di qualità si vende sempre. Alla fine i conti tornano e il volume di affari è, più o meno, lo stesso. Il mercato si muove sempre: a volte capita che giri un po’ di più il settore mediobasso, altre volte si vendono più pezzi nel medio-alto, ma alla fine il bilancio quadra. Gammadelta: Qual è il ritratto del suo cliente tipo? Spinelli: Chi si rivolge ad un negozio come il nostro cerca una offerta diversa rispetto a quella delle grandi superfici, del largo consumo. Poi ci sono gli appassionati che hanno le idee chiare e si divertono a venire a vedere, a provare i prodotti nuovi, magari cose che mai potrebbero permettersi. Gammadelta: Qual è il suo approccio al cliente?
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Spinelli: Cerco di capire le sue esigenze, il suo bugdet e cerco di offrire il miglior mix di tutti gli elementi che ho a disposizione, una soluzione “chiavi in mano”, di quelle collaudate e della quale son certo dei risultati. Gammadelta: Arriva a proporre al cliente ciò che sceglierebbe per sé? Spinelli: Sicuramente, proviamo i materiali a nostra disposizione, ci rendiamo conto di cosa va bene e questo tipo di esperienza la trasferiamo al cliente. L’Hi-Fi è come un buon cocktail, se si sbaglia un ingrediente è tutto da buttare. Gammadelta: Nella vostra politica commerciale c’è spazio per l’Usato? In che termini? Spinelli: La permuta è legata al prodotto da accettare; cerchiamo di lavorare con marchi prestigiosi, assistiti e conosciuti. Una volta esaminato l’apparecchio da ritirare, gli si dà un valore definitivo, che è quello della permuta.
quelli delle sale cinematografiche. L’esperienza diventa di assoluto livello. Gammadelta: Sta notando un contemporaneo aumento di vendite di videoproiettori, o il boom è già passato? Spinelli: Credo che il numero di pezzi - in assoluto - non sia cambiato molto; semplicemente prima c’erano meno costruttori rispetto ad ora. Trovo la richiesta di proiettori sempre costante, senza particolari flessioni; ci sono semplicemente più marchi. I clienti apprezzano molto le prestazioni del proiettore. Molti non ne conoscono le potenzialità e quindi non si avvicinano, per questo motivo dimostriamo esclusivamente con i videoproiettori e ciò paga dell’impegno profuso. Gammadelta: Trattate anche schermi al plasma o LCD, non sentite la concorrenza delle grandi superfici? Spinelli: Per i modelli correnti, per le novità, il prezzo di mercato è uguale ovunque. Sui modelli fuori
Gammadelta: L’avvento dell’HD sta facendo svalutare molto le macchine che non ne sono dotate? Spinelli: Senza dubbio, anche se un bell’apparecchio rimane un bell’apparecchio. Si può vedere tranquillamente un film in AC3 o in DTS con grande soddisfazione, e godere appieno dell’audio così com’è. Certo l’audio HD ha una grana più fina, un maggiore dettaglio, ma sono dell’idea che un ottimo sistema in AC3 o DTS rimanga comunque molto appagante. Gammadelta: Il Blu-ray, e quindi del video e dell’audio in HD, stanno cambiando il mercato o sono l’ennesimo pretesto per cambiare generazione di apparecchi ? Spinelli: Sì, il Blu-ray sta generando un interessante flusso di riciclo del mercato, ed è indubbiamente un altro modo di vedere e sentire lo spettacolo in casa, con risultati a volte superiori a
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catalogo, si possono trovare numerose offerte presso i centri commerciali, perché la Grande Distribuzione acquista grossi quantitativi di prodotti spuntando i prezzi migliori. Per quanto riguarda i modelli nuovi, invece, quelli che noi vendiamo allo stesso prezzo delle grandi superfici, offriamo con essi e allo stesso prezzo, anche la consegna e l’installazione gratuita a domicilio, che comprende disimballaggio, sistemazione, sintonizzazione e eventuale smaltimento del vecchio televisore. Naturalmente per la zona di Milano; per le zone limitrofe si chiede un modesto sovraprezzo. Questo i supermarket dell’elettronica non lo offrono di certo. Gammadelta: Come percepisce il mercato di internet? Spinelli: Ignorarlo sarebbe stupido, bisogna sempre confrontarcisi mantenendo una “forbice” nel prezzo che non si allarghi troppo, altrimenti si rischia di fare la show room per gli altri. La gente viene nel mio negozio a vedere e sentire, e poi compra in rete! Io cerco di lavorare con fornitori che mi offrano garanzie da questo punto di vista, che non diano il prodotto a chiunque e che controllino la situazione. Alcuni distributori sono di manica troppo larga, e creano situazioni ingestibili: quelli non saranno mai miei partner. Un altro pericolo è l’importazione parallela dalla Germania. Da quello ci si difende con la garanzia, solo il prodotto venduto in Italia gode della garanzia ufficiale, che assicura i servizi ai clienti fino a tre e talvolta cinque anni.
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Il software di riferimento Marco Fullone
Quando presentai su queste pagine il primo box dei Genesis che venne pubblicato (“1976 – 1982”) parlai subito anche del planning relativo alle release degli altri due cofanetti che la EMI aveva prontamente annunciato. Ovviamente tutti i fan bramavano per il terzo della serie, quello contenente i primi album del gruppo (del periodo Gabriel), peccato però che lo stesso avrebbe visto la luce alla fine del 2008 con oltre un anno di ritardo dalla data annunciata inizialmente. Su questo ritardo per certi versi insopportabile sono circolate le voci più disparate: dal rifiuto di Peter Gabriel a lavorare con gli ex compagni per il progetto di remastering a vari errori tecnici nella realizzazione grafica del box e delle copertine, fino al ritiro dei primi box perché realizzati con
I mitici 5 album dei Genesis con Peter Gabriel sono statai finalmente rimasterizzati e pubblicati in un box davvero da non perdere.
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materiali considerati non adatti dal gruppo o, nel caso degli LP perché realizzati con vinili di qualità inferiore rispetto a quanto pubblicizzato (200 grammi). Se fossero vere queste voci è probabile che ci siano in giro delle vere chicche per collezionisti (siete avvisati!). Ma a parte le voci destinate a diventare leggenda, rimane per fortuna l'aspetto più importante, quello relativo alla straordinario interesse e qualità di questa realizzazione. Resa ancor più sostanziosa dal fatto che i 5 album contenuti nel box ("Trespass" del 1970, "Nursery Cryme" del1971, "Foxtrot2 del 1972, "Selling England by the Pound" del 1973 e il doppio "The Lamb Lies Down on Broadway" del 1974) sono non solo gli album più belli e amati dei Genesis, ma anche degli autentici capolavori del progressive e di tutta la storia del rock inglese. Non avendo lo spazio per poter raccontare in dettaglio gli aspetti musicali e la storia di questi capolavori – che però immagino conoscete già a fondo -, cercherò invece di descrivere tutte le caratteristiche tecniche della realizzazione, davvero unica nel suo genere. Anzi tutto voglio premettere che i 5 album inseriti nel box, a differenza di quanto avvenuto per i titoli inseriti nelle due edizioni precedenti, non verranno venduti separatamente ma solo ed esclusivamente in questo cofanetto (fonte EMI Music Italy). Una scelta forse dispendiosa ma certamente logica ai fini commerciali e di collezionismo. Tuttavia non è stato comunicato ufficialmente se la stampa del box sarà o meno limitata nel tempo, mentre sono
Il software di riferimento: Audio
sicuramente “Limited” le versioni in vinile del box, già abbastanza difficili da trovare. Altra curiosità da segnalare riguarda la versione americana del box che è del tutto identica alla trasposizione europea tranne che nel supporto principale, il quale curiosamente - non è un SACD/CD ibrido ma semplicemente CD audio standard. Ma vediamo in dettaglio i contenuti tecnici e di repertorio. Come per i due precedenti, anche questo nuovo box è stato realizzato utilizzando per ogni titolo un doppio supporto composto da un SACD/CD ibrido con traccia multicanale (5.1) e stereo in alta definizione (compresa la classica traccia CD) mentre il secondo disco è un DVD con l’intero album in surround (DTS 24bit/96k e Dolby Digital 24bit/48k) comprendente i tanto attesi bonus video, foto rare e le interviste ai componenti del gruppo realizzate esclusivamente per questo box. Fa eccezione “The Lamb Lies Down On Broadway”, composto da 2 SACD/CD e un DVD. Completa infine la collezione un CD + DVD contenente solo brani rari mai pubblicati su album in precedenza, live e – sul DVD – anche apparizioni TV e in concerto. Nel complesso stiamo parlando di materiale per un totale di 12h e 27m di immagini in gran parte mai viste o circolate su video introvabili e/o non ufficiali. C’è da dire che i fan già possedevano le bonus track audio in quanto in gran parte inserite nei due box di rarities pubblicati dalla Virgin qualche anno fa (“Archives” Voll 1 e 2). Meritano un approfondimento i 4 demo
la voce di Peter Gabriel, pulita e presente come mai in passato, da brivido soprattutto nel canale centrale se si ascolta in SACD 5.1. Dinamica e profondità prima limitate e compresse oggi offrono una nuova lucentezza soprattutto ad album come “Foxtrot” e “Selling England By The Pound”. Ho ascoltato ad esempio più volte la mitica “Firth of fifth” e sono rimasto colpito dalla maggiore pulizia e prospettiva delle tracce SACD mentre quella CD audio standard rimane più scura e piatta dinamicamente. Ho riprodotto lo stesso brano anche dal CD stampato in Giappone qualche anno fa (sonicamente migliore delle versioni europee) e devo dire che anche in questo caso le nuove tracce SACD al paragone risultano ancora di gran lunga migliori. La cosa mi riempe di gioia, perché dimostra la validità dell’alta risoluzione anche in campo musicale, e che grandi gruppi come i Genesis apprezzano il suono di qualità e i nuovi formati, allo stesso tempo mi fa arrabbiare l’idea che sono sempre meno i dischi che offrono le prerogative del SACD. Speriamo solo che questa riedizione possa indurre i numerosissimi fan di Gabriel e soci ad aprirsi a questo sistema, magari cambiando il proprio lettore CD con uno più evoluto. Sempre a proposito di suono, ho provato anche le tracce audio surround inserite nei DVD di ciascun album e devo dire che la traccia DTS (24bit/96k) suona bene ma non quanto il SACD mentre quella Dolby Digital (24bit/48k) la trovo artificiosa e innaturale. In definitiva siamo di fronte ad uno dei prodotti più belli e ben realizzati nella storia delle ristampe su box-set, e questo al di là della straordinaria importanza della musica in esso contenuta (a parte forse “Trespass”...). Se proprio volessi trovare qualche difetto direi che rimane incomprensibile il fatto che i CD
conosciuti come “Jackson Tape” che i Genesis (solo Tony, Mike e Peter) registrarono nel 1969 per un film documentario della BBC sul pittore Michael Jackson, rimasti realmente inediti fino ad oggi. Inspiegabilmente i “Jackson Tape” non vennero mai usati all’epoca e altrettanto misteriosamente si persero fisicamente. Qualche tempo fa la band – dopo un’apparizione fraudolenta su internet – è riuscita a riacquistare la mitica bobina pensando bene di inserirli come rarità proprio su questo box. Pur essendo rudimentali nel suono (e la voce di Gabriel un tantino fuori tono) credo si tratti delle chicche più gustose tra le tante bonus inserite nel progetto. Discorso a parte merita il lavoro di restauro vero e proprio sui master originali realizzato con maniacale cura da Nick Davis e dai Genesis stessi. Ci sono voluti anni di attesa ma alla fine siamo al cospetto di un suono eccellente, assolutamente superiore a qualsiasi versione Cd precedente. Anzi, è davvero incredibile constatare quanti particolari, arrangiamenti, musica ci siamo persi in passato! Certamente oggi gli studi dediti al remastering digitale possiedono software e strumenti che possono fare miracoli per ripulire nastri vecchi anche 40 anni, e il miracolo è udibile chiaramente al punto che le emozioni si susseguono freneticamente ad ogni CD. Colpisce 51
sono stati inseriti in banali jewel box quando, vista la ricchezza del prodotto, si poteva realizzarli con dei CD cartonati (tipo libro) come fatto per i bellissimi “The Lamb...” e nel doppio con le rarità, stampati con tanto di libretto interno. Certo forse avremmo pagato qualche Euro in più ma a questo punto credo che i fan avrebbero apprezzato notevolmente. Mi chiedo se la versione giapponese sarà diversa... Marco Fullone
Genesis 1970 - 1975 Trespass CD/SACD DVD + EXTRAS 1. Reissues Interview 2007
Nursery cryme CD | SACD DVD + EXTRAS 1. Reissues Interview 2007
Foxtrot CD/SACD DVD + EXTRAS 1. Reissues Interview 2007 2. Rock of the 70's 1972 Brussels 3. Rome, Italy - Piper Club 1972
Selling England by the pound CD/SACD DVD + EXTRAS 1. Reissues Interview 2007 2. Shepperton Studios, Italian TV 3. Bataclan, France 1973
The lamb lies down on Broadway 2CD/2SACD DVD + EXTRAS 1. Reissues Interview 2007 2. Melody - French TV 1974 3. Slide-Show 4. Photos
Extra tracks 1970 to 1975 CD/SACD 1. Happy the Man (7" single) 2. Twilight Alehouse (B-side - I Know What I Like) 3. Going out to get You (Demo) 4. Shepherd (BBC Nightride) 5. Pacidy (BBC Nightride) 6. Let us now make Love (BBC Nightride) 7. Provocation (Genesis plays Jackson) 8. Frustration (Genesis plays Jackson) 9. Manipulation (Genesis plays Jackson) 10. Resignation (Genesis plays Jackson) DVD + EXTRAS 1. Reissues Interview 2007 2. Box Set 1967-1975 VH1 Special
Il software di riferimento: Video Nei precedenti numeri di GammaDelta avevamo accennato al fatto che ci stavamo attrezzando per iniziare a visionare titoli Blu-ray, sia legati al cinema che alla musica, e proporvi i titoli più interessanti da acquistare. In effetti in questi mesi ho avuto la possibilità di godere appieno della nuova tecnologia ad alta definizione e, come ampiamente pubblicizzato dalla Sony, mi è stato difficile tornare alla definizione standard dopo aver goduto delle meraviglie audio e video del Blu-ray. I titoli in catalogo non sono ancora molti ma tutte le case più importanti si stanno prodigando a pubblicare soprattutto le opere più recenti e importanti in contemporanea con l’emissione DVD. Certo, in alcuni casi i prezzi
sono ancora elevati per il grande pubblico, però non mancano le promozioni di BRD ad prezzo quasi identico ai DVD. Il consiglio è sempre lo stesso: confrontate i prezzi perché anche le grandi catene spesso differiscono notevolmente nei prezzi e nelle offerte. Ma veniamo ai primi titoli che vi consiglio caldamente. Anzi tutto partiamo dalla musica con i Police la cui reunion è stata certamente uno dei grandi eventi musicali del 2008. “Certifiable” (Universal) è proprio il documento audio e video del tour, pubblicato su Blue-ray Disc unitamente a 2 CD audio con la registrazione del concerto finale di Buenos Aires. Si tratta di un concentrato di
canzoni indimenticabili, di energia e tecnica che fa ancora impallidire molte band. La cosa che più stupisce è che i tre sembra non si siano mai separati, tanto perfetta appare l’intesa tra di loro. Ogni canzone è un tuffo in un passato ancora attualissimo, amato anche da chi tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta era appena nato. “Certifiable” è un grande evento musicale, reso ancor più interessante dalla straordinaria tecnica dell’alta definizione, grazie alla quale il coinvolgimento è totale. L’audio in Dolby TrueHD (o in PCM stereo) è di ottima qualità, dinamico e profondo ai massimi livelli. I titoli di film in BRD che mi sono piaciuti sono diversi. Purtroppo lo spazio a disposizione non è molto ma vi segnalo quelli a mio avviso più interessanti. Partirei dalla confezione deluxe 2 dischi di “007 Casino Royale” (Sony Pictures) che offre rispetto alla versione standard una
serie davvero infinita di bonus, con interviste e commenti mai visti prima. Eccellente sia la qualità del video che dell’audio (un ottimo TrueHD in italiano), decisamente superiore alla corrispondente versione in DVD. Lo stesso si può dire per altri due prodotti Sony Pictures – “Vertical Limit” e “Trappola in Fondo Al Mare” – che su BRD acquistano moltissimo grazie al coinvolgimento generato dalla strepitosa qualità audio e video in HD. Entrambi propongono una spettacolare traccia audio in PCM 5.1 lineare in Italiano (quindi non compressa) mentre sul versante video offrono splendidi colori e definizione al top, consigliatissimi per testare colori e immagini di natura (montagne e panorami mozzafiato sul primo e splendide scene sottomarine nel secondo). Altro imperdibile titolo Sony Pictures è la saga TV “Tudor (Scandali a corte)” che offre su 3
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dischi l’intera prima stagione di una serie di grande successo in Inghilterra e USA. Anche qui nulla da eccepire con stupende immagini valorizzate da riprese sontuose e bellissimi costumi (si tratta di una delle serie più costose mai realizzate). L’audio è un ottimo TrueHD Italiano, anche se privo di momenti di gande impatto dovuti ovviamente al tipo di storia e alla rigorosa ricostruzione scenica. Anche qui eccellente la qualità delle immagini, sia per la scintillante precisione dei dettagli che per la ricchissima gamma cromatica. Nonostante le critiche siano piovute numerose (soprattutto per alcune inesattezze storiche nella narrazione) il pubblico si è appassionato alle vicende piccanti di Enrico VIII e delle sue mogli, e credo ritroverà in questi 3 BRD molte ore di piacevole intrattenimento. Marco Fullone
APPLICANDO LA RIVISTA PER IL MONDO MAC
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Lo specchio di Cassandra Lorenzo Zen A volte è un po’ doloroso, ma purtroppo necessario, abbandonare gli altopiani della colta speculazione, del dialogo intelligentemente intessuto attorno alle meraviglie della Musica, attorno al suo ineffabile esprimersi, al suo ascolto e alla sua ri-produzione. A volte è necessario piombare giù, nel mercato, che, per forza di cose, è l’ambito deputato alla circolazione delle apparecchiature necessarie alla domestica fruizione della musica. Ed il mercato oggi purtroppo è uno strampalato e frastornato coacervo che sempre meno risponde a quella che dovrebbe essere la sua normale funzione: fornire oggetti utili a soddisfare, nel continuo evolversi delle tendenze dei gusti e delle necessità, le esigenze di ogni fascia di pubblico. Da molto tempo ormai il processo si è completamente invertito e, ora, le esigenze non si soddisfano, ma continuamente si creano in un parossistico crescendo di allucinato sviluppo che ha portato a tutte le nefande conseguenze che, proprio in questi tempi, sono sotto gli occhi di tutti. “La decrescita può aiutarci ad essere felici” ha detto Serge Latouche , professore emerito di economia all’Università di Parigi e credo fermamente che questo docente abbia perfettamente ragione. Per fortuna, il mondo della riproduzione musicale si trova ad essere naturalmente orientato nella pacata direzione della semplicità, della tranquilla continuità, della sostenibilità. Lo si vede dal logico risorgere dell’analogico, dalla qualità tutt’ora insuperata delle classiche apparecchiature, dal tonfo di sistemi
La leggenda narra che il Dio Apollo era innamorato di Cassandra, figlia di Priamo ed Ecuba. Egli aveva promesso d'insegnarle a indovinare il futuro, se ella avesse acconsentito a concedersi a lui. Cassandra accettò lo scambio, e ricevette le lezioni del dio; ma, una volta istruita, si sottrasse a lui. Allora Apollo le sputò in bocca, ritirandole non il dono della profezia, ma quello della persuasione. Pierre Grimal Enciclopedia dei miti - Ed. Garzanti
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assolutamente inutili come il Super Audio CD (dove si andava a mutuare dalle tecniche dell’audio per il video concetti che nella semplice riproduzione audio stanno come i cavoli a merenda...), dal mantenimento di quello zoccolo duro di clientela che, fatta salva ogni digressione verso un legittimo momento ludico/tecnologico, fondamentalmente vuole “ascoltare bene la musica a casa propria” ! Ma ora, dato che: “primum vivere, deinde philosophare” dobbiamo scendere per un attimo in pianura e mescolarci alla folla per guardare quello che succede in questo benedetto, nostro mercato. Ecco, credo fermamente che vi sia una nuova, prorompente realtà che sta condizionando tutto lo sviluppo di ogni commercio: il web, la rete! Anche se i nostri fatturati sono irrisori, anche se la nostra è una sparuta nicchia di pochi appassionati, anche se ci sembra di abitare una irrilevante valle sperduta, egualmente la totale comunicazione sta cambiando, anche nella nostra piccola realtà, tutti i rapporti di forza che si stabiliscono nel classico equilibrio tra domanda e offerta. In primis non vi possono più essere “listini di fantasia”: tutti possono sapere qual è il prezzo di un prodotto, sia all’origine, che sugli altri mercati, e quindi, a parte i prodotti squisitamente artigianali privi di un prezzo per l’esportazione, tutto tende ad una internazionale uniformità. Mi ricordo, per esemplificare concretamente, che quando ho iniziato questo mio lavoro, alla fine degli anni cinquanta, le
Lo specchio di Cassandra
apparecchiature della Marantz (che allora era americana e costruiva preamplificatori e finali a valvole di altissima qualità) avevano addirittura non solo un importatore, ma altresì un esportatore. In sostanza vi era la Marantz che costruiva, poi v’era una società americana (la “Delrama” per la cronaca...) che si occupava della esportazione, poi v’era una società che importava per l’Italia (la “Audio” di Torino, sempre per la cronaca...) e poi i vari rivenditori che vendevano al pubblico. L’informazione era inesistente e quindi la correlazione fra il prezzo iniziale ed il prezzo finale era lasciata all’arbitrio dei vari operatori: capitava che lungo la catena distributiva il prezzo del prodotto addirittura decuplicasse e... nessuno se ne accorgesse. Oggi tutto ciò non è più possibile e,
esclusivamente di prodotto, ma sappiamo tutti che un prodotto usato non correttamente può veder vanificata ogni sua intrinseca qualità, un prodotto meraviglioso inserito in un contesto sbagliato può deludere completamente ogni legittima aspettativa. Non bastano, quindi, ottimi componenti, ma, per il valido risultato, occorre che il tutto sia utilizzato perfettamente. Ed ecco che allora avanzerà prepotentemente la necessità di trovare professionalità e competenza! Pertanto, se un audiofilo si riterrà competente, potrà acquistare direttamente su Internet e là troverà i prezzi più convenienti perché obbligatoriamente calmierati dal confronto planetario. Ma questo benedetto audiofilo, però, non potrà pretender di farsi, prima, la competenza necessaria facendo “scuola gratuita”, rubando al rivenditore di turno ascolti (si pensi all’attuale costo dell’obbligatorio magazzino, senza il quale non si può toccare, conoscere, sentire...), spiegazioni, paragoni, verifiche, imparando tutto quello che desidera sapere e poi... congedarsi con un “grazie, arrivederci” ! Se avrà bisogno di un “servizio”, qualsivoglia sarà, dovrà rassegnarsi
nella compressione dei costi, vengono eliminati tutti gli intermediari non indispensabili. Nell’hi-end, poi, dove i prezzi dei singoli prodotti sono decisamente importanti, questa necessità arriva a dover piano, piano sopprimere ogni passaggio supplementare e vediamo che sempre più l’importatore vorrebbe fare anche il rivenditore e il rivenditore lavora sempre più con prodotti che si importa direttamente. Non hanno più senso rappresentanti, promotori, ispettori di vendita o figure similari. Quindi, teoricamente, il prodotto può passare, tramite la rete, dal costruttore direttamente al consumatore senza bisogno di intermediario alcuno: su Internet si guarda, ci si documenta, si sceglie e su Internet si compera. Ovviamente finora abbiamo parlato
a pagarlo: o separatamente o all’interno di un congruo prezzo del prodotto. E se qualche negoziante, al contrario, vorrà ancora fornirgli tutto gratuitamente, praticando, poi, prezzi da Internet, sarà sicuramente padrone di farlo, ma dubito che costui potrà avere un qualsivoglia futuro... perché rimane sempre valido quello che mi diceva un vecchio operatore del settore: “ Ricordati che se non guadagni, fallisci!” Vi sarà, dunque, una chiara divisione fra “prodotto” con il suo valore e “lavoro” con il suo corrispettivo. Va da sé che i rivenditori, privi di una specifica competenza, spariranno, come già in molti sono spariti, o si trasformeranno in semplici “consegnatori di scatoloni” che vivranno di “dumping” fra telefonini, plasma, prodotti life styling ed affini, trattando articoli che per loro non hanno bisogno di nulla se non di essere allacciati ad una presa di corrente. Finirà, con l’obbligatoria professionalità della vendita fuori dalla rete, anche l’equivoco della “finta consulenza” che si verifica quando il commerciante, che si fregia con l’appellativo di “specialista”, banalmente e fraudolentemente “consiglia” solo ciò che ha già, pronto in casa da vendere, spacciandolo come scelta ideale! Ed in genere sono i clienti più ingenui ed in buona fede ad essere le vittime predestinate... Con la semplice e chiara differenziazione fra lavoro e prodotto, volenti o nolenti, si procederà verso una specificità di mercato ove non avrà più senso la concezione della consulenza come obbligatorio corollario della vendita, a prescindere dal prezzo praticato, ma sarà, al contrario, la competente consulenza, considerata come indispensabile valore a sé stante, che avrà come eventuale optional la fornitura del prodotto necessario. Lorenzo Zen
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