Filastrocche maestra (b)

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Maria Carmela Pira

LE FILASTROCCHE DELLA MAESTRA volume1

Illustrazioni Claudia Piras





LE FILASTROCCHE DELLA MAESTRA volume primo

Maria Carmela Pira Illustrazioni e grafica Claudia Piras



La settimana della musica Un gruppetto di scolari oggi inizia la vacanza. Per l’intera settimana suon di musica più danza. Parte il lunedì sul fiume, fermi all’ombra di un ontano, scorron d’acqua flutti e gorghi come lievi dita al piano. Martedì entra nel bosco per cercare fresco e pace. Fra i rami vibra il violino mentre ogni voce tace. Siamo già a mercoledì pronti a correre sui prati. L’eco qui risuonerà di tamburi bonghi e piatti.

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Giovedì si va in montagna, se resiste ancor la neve. Ogni flauto dolce intona la sua melodia più lieve. Tutti al mare il venerdì! Si ripeton bagni e tuffi. L’oboe, l’arpa e il clarinetto accordandosi son buffi. Giunge il sabato sui colli, volan alti gli aquiloni. Al rintocco di campane danzan pure i calabroni! - La domenica in città! ha annunciato la maestra. Nel teatro dei bei sogni in concerto con l’orchestra.

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Il ballo per le doppie

C’era un gatto siamese che un fringuello avvistò. Per la zampa lo prese, ma questo via scappò. La gallinella e il gallo assistendo alla scena, inventarono il ballo del Gatto senza cena. Il ballo spopolò fra tutti gli animali, ma un grillo sentenziò: - Si balla senza mani!

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Pesci vennero a galla per la danza perfetta, la foca con la palla fece una piroetta. Un cavallo al galoppo seguì la melodia. La giraffa convenne: - Il ballo è poesia! Gli uccelli del creato danzavan tutti in volo con l’amico salvato, che non divenne bolo! Ballare è divertente, gli animali lo sanno e ininterrottamente danzano senza affanno, per ricordare il fatto dell’uccello spennato, che si salvò dal gatto abbandonando il piatto.

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Autunno Con un piede ancora in mare che s’increspa sul più bello. L’uva è già da vendemmiare. Vien l’autunno col cestello. Che profumi e quanti frutti! Fichi, cachi, mele e uva. Nel cestino dell’autunno c’e la frutta già matura! Tutti a scuola! Si riparte. Dentro gli occhi ancora il mare. Si salutan le vacanze, per riprendere a studiare. Ognun ha da raccontare dell’estate l’avventura. E del tuono il forte rombo a nessuno fa paura.

Già si sente un bel freschetto: sta arrivando un acquazzone. Che ristoro e refrigerio! Che magnifica stagione! 12


Piove piove e sulle strade i rigagnoli son lunghi. Spuntano qua e lĂ nel bosco rossi cappelli di funghi. Che emozione passeggiare quando la pioggia è cessata! Sopra tappeti di foglie la leggera camminata. Con il rosso e con il giallo fa l’autunno un acquerello, precedendo il freddo inverno ed il suo bianco mantello.

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Rotola la Erre

Un ramarro burlone risali dal burrone, comprò un po’ di torrone per fare colazione. Su una roccia inciampò finendo zampe all’aria ed in quell’incidente la erre si staccò. Con una erre sola pensò: - Sono leggero! Fece un salto e provò a tuffarsi nel cielo.

Ma la erre toccando tutto il male del modo, sommerse un dì la terra sotto il mare profondo.

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Abbracciò il caro amico, la erre vagabonda, lo trasformò in un carro che si salvò dall’onda. Ruzzolando poi la erre perduta dal ramarro, si ritrovò da sola e si staccò dal carro. La ruota cigolava sulla strada ferrata mentre il caro correva con la erre staccata. Il ramaro ferito con una erre sola, si sentiva morire per il nodo alla gola. Ritrovare la erre era la sua ragione, perciò fece fagotto con scorte di torrone.

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Correva incontro al sole e pur se claudicante, non si fermò neppure per dissetar le piante. La erre rotolando faceva un gran rumore, a lui giunse quel rombo, fu preso da emozione. Le forze a sè chiamò e raggiunse quel carro, la erre si lanciò ritrovando il ramarro. Felice e sollevato si fermò a riposare. presto riprese fiato fu bello respirare! Fuori da quel burrone con la erre ritrovata, del pezzo di torrone fecero scorpacciata !

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L’acqua e i suoi figli Nuvoloni a tavolino studiano un nuovo acquazzone. Acqua a scrosci e a catinelle per il prato un acquitrino. Acqua in bocca, nessun parli dei bei pesci nell’acquario! L’acquolina già ti sale al pensiero di mangiarli. Che pensiero fuori luogo, fa’ piuttosto un acquerello! Oltre ai pesci puoi creare fiori d’acqua sull’ombrello. Trovi in chiesa l’acquasanta per il segno della croce. Chi del coro è un gran soprano fa i risciacqui per la voce.

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Il subacqueo che s’immerge nelle acque del suo mare, in un banco di ricciole, spera tanto di nuotare. Fra i negozi della via una luce c’è in vetrina, brilla e splende sull’anello una verde acquamarina. Cerca l’acqua e non sprecarla, se il tuo acquaio è un vaso rotto, ripararlo è un tuo dovere è un diritto l’acquedotto. Gocce d’acqua sulle foglie son di pioggia o di rugiada. E le lacrime sul viso? Acqua di sorgente rara!


Una esse sulle stelle Silenzioso sopra un sasso, sotto il cielo del mattino, un serpente srotolava le sue spire passo passo. Risvegliandosi pensava ai suoi sogni colorati. Si sentiva sollevato. Sul selciato scivolava. Spine e sassi sulla strada, si spostavano al suo andare. Si muoveva in sintonia sopra l’erba verde e rada. Spesso soleva fermarsi lungo il ciglio di un fossato e la lingua biforcuta allungava per sfamarsi.

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Se per caso un topolino, transitando nei paraggi, non sfuggiva a quel sornione, ne faceva uno spuntino. Solitario riflessivo, con lo sguardo serio e fisso verso il sole che splendendo gli pareva un corpo vivo. Su nel cielo sulle stelle il suo sogno era salire, perchĂŠ un dĂŹ volea lasciare su quegli astri la sua pelle!

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Befana Sulla torre di un castello, una strega prigioniera calò giù dentro un cappello, una vecchia caffettiera. Passò lì il figlio del re che raccolse quel fagotto. Preparò un caldo caffè, ma il vapore fece un botto. Crollò il ponte del castello e la torre ciondolava, ma la strega sul più bello, su una scopa già volava. Impigliandosi ad un ramo la sua veste si strappò. Vi cucì sopra un ricamo però il naso si graffiò

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Ago e filo fra le dita giĂ la gonna rattoppava e del naso la ferita, un gran porro diventava. Dentro il bosco la Befana si trovò una catapecchia e ancor vive in quella tana, ben felice d’esser vecchia. Per i bimbi ha una passione. Generosa anche se ha poco, ai piu bravi porta un gioco ai monelli del carbone.

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Ora di mensa

Ma che chiasso in questa mensa! Chiacchiera il cuoco nella cucina, il bambino e la bambina, l’aiuto cuoco nella dispensa, chiacchieran tutti e nessuno ci pensa. Chiedono il bis quelli molto veloci, qualcuno invece non ha più appettito. Urla il maestro poi fischia col dito, ma nel frastuono confonde le voci. Ugo acchiappa ad un braccio il compagno. Che baraonda, qui passa la fame! C’è chi desidera pane e salame, l’inappettente ha la scusa del bagno.

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- Vorrei scappare da questo frastuono! pensa Michele, ma non sa star zitto. I piatti pieni nessuno ha finito. Coro di voci con rombo di tuono. Questa è la mensa dei bimbi chiassosi. Là dentro il tempo non vuole passare, c’è chi gli orecchi si deve tappare, mangiano male anche quelli golosi.

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Girotondo Sotto il tetto c’è il tuo letto. Sopra il letto c’e un biglietto. Dentro il biglietto c’è il gioco del dire dove tutto va a finire. Dietro la porta ho nascosto la torta. Sopra la torta son tre cadeline. Sulle candele la fiamma che trema. Dentro la torta dolcissima crema. Dentro la crema si tuffa un ditino. Dimmi com’è? Ma si dai, lo indovino! Aggiunge intorno meringhe alla panna. È deliziosa la torta di mamma. 26


Se vuoi saper dove poi va a finire, questo è un segreto che ti voglio dire. Quella torta deliziosa, che in un morso hai divorato, va a finir dentro la pancia dove incontra un buon gelato Un gelato? Questo è troppo! Il bambino è golosone: pizza, torte e cioccolata manda giù in un sol boccone. Però non finisce qui, tutto il cibo si trasforma e il gelato ormai squagliato, ti fa crescer lì per lì. Esploriamo il nostro mondo sopra, sotto, avanti, indietro e strigendo mani amiche, gira, gira, il girotondo.

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Voce di H Nell’alfabeto un dì la elle scivolò. Urtò contro la i che indietro si voltò. Guardandosi alle spalle vide una letterina che sembrava una elle, ma molto più carina. La lettera che vide era da sempre muta. Ora è li che sorride per la elle caduta. Con la i la mutina fece subito un patto: - Ti darò la vocina se accetterai il contratto. Prima di cominciare, ti svelerò un segreto: dentro questo alfabeto ci si può innamorare. 29


La ci e la gi son dolci se mi stanno vicine. Tu muta ora sconvolgi queste due letterine. Tra me e loro sarai e allora di sicuro, il suono sentirai da dolce farsi duro. Da quel giorno la Cina, paese assai lontano, divenne nera china con la muta per mano.

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Invece in questo giro la giostra si fermò, perché divenne ghiro con la acca che entrò. Anche la e gelosa volle un’acca vicina, che non più silenziosa ebbe la sua vocina. Il granchio più non cela il suo antico segreto. Come ebbe la chela? Grazie a ciò che vi ho detto! La muta non scordare Da allora ebbe un futuro Imparò a trasformare Un suono dolce in duro! Crescendo poi vedremo della acca il talento: insieme scopriremo chi un di mangiò un accento!

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Sei colori Nel mio astuccio ho sei pastelli, nuovi lucidi fiammanti, son preziosi come il sole, sembran pochi eppur son tanti. Col blu voglio colorare tutte le stelle del cielo. Verde il sole, giallo il mare, rosse le foglie del melo. Bianco il buio che rischiari se la notte è troppo scura, nero invece il nascondiglio dove scappo se ho paura. Ogni cosa come senti ora prova a colorare. Ăˆ un bel gioco ti diverti e non puoi certo sbagliare.

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Paroline capricciose Cuoce il cuoco un minestrone. Strilla il bimbo: - Non ho fame! Lì galleggian le verdure, voglio pane con salame! Batte il cuore al maialino: sa che può imbottire il pane. Bel bambino hai le carote per placare la tua fame! Compro scarpe in vero cuoio: quelle rosse con cerniera. È una pelle che traspira, giuste per la primavera. Il vitello pensa: - Ohibò, tutti viglion la mia pelle! Potrei viver la mia vita e dormir sotto le stelle

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Sempre a scuola, Dio che noia, mamma non ci voglio andare! No alle sveglie, spegni il gallo! Si al diritto di sognare! La maestra aspetta ancora il bambino negligente. Tutti insieme ad imparare sarà superdivertente. Chi percuote la grancassa a quest’ora della notte? Una musica di guerra scuote i vetri, ho le ossa rotte! Le parole capricciose nate un dÏ dalla protesta, come chi vuole la pasta, mentre fuma la minestra.

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Operazione Sai cos’è un’operazione? È un’azione che trasforma. Puoi cambiare dimensione, posizione, tinta o forma. Chi ha funzion di comandare vien chiamato operatore, sempre pronto a trasformare in uscita ogni valore. Gonfia il rosso palloncino! Ordina l’operatore. Ora dimmi bel bambino, è cambiato il suo colore? Prova a stringerlo in un pugno, come prima di soffiare. Non puoi, è grosso come un bugno! Ma la tinta resta uguale. Vuoi portar la dimensione come prima di soffiare? Togli il dito e la pressione e all’ingresso puoi tornare 36


Con tenacia e con pazienza ogni operatore guida. Per tornare alla partenza con la logica ti sfida. Attenzione piccolino, non lo devi far scoppiare! Altrimenti il palloncino non potrai piu ritrovare. Questo vale nel concreto, ma tu con la fantasia sempre puoi tornare indietro. Matematica è magia!

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La lattuga Nel mio orto la lattuga cresce, cresce a dismisura. Son tenere foglie intrecciate, verdi, crespe, un po’ arruffate. Per chi non le ha mai gustate, vi presento le insalate! Olio, sale e un bel limone, pronti a fare un figurone. Il bambino viziatello si fa scudo con l’ombrello. Mandar giù qualla lattuga? Mai e poi mai, è aspra e cruda!

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Te la faccio un po’ scottata? Preferisco la crostata! Troverem la soluzione: la lattuga a colazione! Dai piccino non scappare, puoi scoprire come amare queste foglie tenerelle, lecornie per paperelle! Dolce, biondo, profumato, forse non l’hai mai assaggiato? Miele e foglie di lattuga per fermare la tua fuga!

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Conta e riconta Vuoi giocare a nascondino? Conta Andres senza guardare! Greta sguscia pian pianino, tutti poi son da scovare. Mentre arrivi fino a cento, ora scappano un po’ sparsi. Resta fuori ha perso tempo Giulia ormai non può salvarsi. Reda è in turno per contare. Cinque... trenta adesso esco! Mentre intento è li a cercare, dietro a lui esce Francesco. - Tana! - grida ben felice . Cerca ancora gli altri sei: - Ti ho trovato, salve Alice! C’è anche Marco li con lei! Cerca là in fondo al giardino forse è Antonio: si sente un fruscio! Esce Fabrizio da lì pian pianino... - Tana per tutti son ultima io! 40


Chi ha salvato tutti quanti è Zaira, la furbetta. La raggiunge lì davanti, Chiara, come una saetta. Patrizia, Angelica, Cristina e Sofia, felici abbracciano la loro amica. Mirco e Pietro con maestria si eran salvati, ma senza fatica. Questo gioco è un film d’azione, vale per tutti i bambini del mondo. giocan felici per la ricreazione - Cercate voi che io mi nascondo!

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Indice



p. 5 La settimana della musica 8 Il ballo per le doppie 10 Autunno 12 Rotola la Erre 16 L’aqua e i suoi figli 18 Una Esse sulle stelle 20 Befana 22 Ora di mensa 24 Girotondo 27 Voce di H 32 Sei colori 34 Paroline capricciose 36 Operazione 38 La lattuga 40 Conta e riconta




Filastrocche per giocare, filastrocche per imparare! Una raccolta di rime da leggere e ricordare, per tenere allenate la memoria e la fantasia.

www.pirasclaudia.blogspot.it


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