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LA BELLEZZA SALVERÀ IL MONDO Dostoevskij
IN RETE PER UNA RIVOLUZIONE POETICA DEL MONDO UN’ASSOCIAZIONE CON TANTI SOGNI NEL CASSETTO ARTURO SCHWARZ UN PRESIDENTE ONORARIO I L L U M I N A R E L A P O E S I A P E R S A LV A R E L A V I T A UN’ITALIA POCO SURREALISTA E MOLTO SURREALE 17° FESTIVAL INERNAZIONALE DI POESIA DI GENOVA
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O D ON M EL E PER UNA RIVO D T A E LUZI R ONE POETIC
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l sito “Soffoco” è nato dalla collaborazione tra persone dai caratteri e dalle professionalità molto diverse: Claudio Pozzani e Mauro Maraschin, poeti e autodidatti, profondi conoscitori di tutto ciò che dovrebbe essere conosciuto da tutti e non lo è, soprattutto in campo artistico e culturale, Augusto Forin e Patrizia Biaghetti, creativi e impegnati in arti visive e musicali, e Martina Feola, scrittrice e giornalista dalla formazione classica e accademica. Queste persone così differenti, tuttavia, hanno qualcosa in comune: il desiderio, di salvare spicchi di bellezza, una convinzione che potrebbe essere parafrasata da una semplice, ma efficace frase di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Sulla base di questo principio è nato un sito che ha qualche originalità. La prima è di occuparsi di arte e di poesia, con particolare attenzione a chi è dimenticato (sezione “Ricordiamoci di…” con articoli su poeti come Desnos e Peret), ma anche di ecologia e di tutela del patrimonio artistico (“Salviamo la bellezza…” dove si raccontano alcune vergogne nella tutela del centro storico di Genova) e di scoperte scientifiche magari ignorate in nome di inconfessabili interessi economici (“L’altra scienza”), perché il mondo è molto più unito e intimamente connesso di quanto comunemente si pensi. Nella sezione scientifica si parla, ad esempio, di Ervin Laszlo, un filosofo della scienza che racconta in modo affascinante di metauniversi e delle connessioni tra il cosmo e la nostra coscienza.
In secondo luogo si occupa di cronaca spicciola, con notizie artistiche e culturali che potremmo definire “di servizio”, ma ha anche moltissimi approfondimenti e si presta quindi a due livelli di lettura, uno più rapido e superficiale, l’altro più attento e impegnato. Nelle notizie, inoltre, si ha attenzione verso la Liguria, ma non mancano “incursioni” verso altre zone di Italia e del mondo poiché spesso il capoluogo ligure è piuttosto soffocante per chi vuole impegnarsi nella cultura. Altro principio fondamentale è la valorizzazione della figura femminile, spesso trascurata da una società ancora, nonostante tutto, piuttosto patriarcale e maschilista; nella sezione “L’altra metà”, infatti, ci sono biografie e opere di artiste donne significative, dalla rinascimentale Porzia De’ Rossi ad amiche che vivono e lavorano (bene) in mezzo a noi. L’attenzione verso le avanguardie, in particolare verso il surrealismo, faro artistico di tutta la redazione, si unisce a una sezione dove si analizzano alcuni aspetti della storia passata in una chiave un po’ diversa da quella solitamente utilizzata nelle scuole. Ci siamo voluti chiamare“Soffoco”, ma in realtà siamo disposti ad utilizzare ogni mezzo per liberare il respiro di ognuno di noi dalla cappa imperante di ignoranza e volgarità che spesso ci opprimono.
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offoco è da poco diventata anche un’associazione. Il passo è stato fatto per poter agire ancora più efficacemente nel perseguire i nostri obiettivi artistici e culturali. La nostra attività, infatti, non si limiterà alla redazione di un sito Internet, ma comprenderà anche iniziative di altro tipo: incontri culturali, mostre di arte, spettacoli teatrali, sempre nello spirito che ci contraddistingue. L’associazione, ovviamente, cercherà di valorizzare in particolar modo le tecniche che Mauro Maraschin ha già brevettato con il nome Discaricart e che hanno destato tanto interesse da essere oggetto di una tesi di laurea della giovane critica d’arte Michela Tattarletti. È nostro intento promuovere la collaborazione tra vari artisti, la coesistenza di varie forme di arte (musica, pittura e poesia) anche nella stessa performance e il rispetto per l’ambiente, con l’utilizzo di materiali ecologici o riciclati. Ma Soffoco cercherà anche di riscoprire e riciclare i rifiuti culturali, ovvero i poeti e gli artisti dimenticati o trascurati, anche quelli viventi, che sono ignorati da quella che non a caso si chiama “industria culturale”. Per noi invece l’arte è una forma di sublime e inimitabile artigianato, che rende ogni artista diverso da un altro e non un prodotto confezionato per essere alla moda o fruibile senza eccessivo impegno. Per questo motivo si vorranno anche organizzare incontri e conferenze che permettano di conoscere una corrente che ha massimamente valorizzato in ogni creatura umana ciò che è unico e irripetibile e che è poco studiata in Italia: il Surrealismo. Soffoco nasce anche da una stretta collaborazione con il Festival Internazionale della Poesia di Genova. Abbiamo creato un archivio on-line di opere per noi significative di poeti che hanno partecipato al Festival. Le testimonianze, divise per anno, sono documentate anche da materiale fotografico. Citiamo tra i documenti più importanti il Manifesto della Rivoluzione Poetica del 2002. L’archivio on-line non è ancora completo, stiamo raccogliendo materiale anche con la prospettiva di un’uscita editoriale, supportata da valenti poeti-traduttori che hanno partecipato al Festival, come Viviane Ciampi, e dalla casa editrice Liberodiscrivere di Antonello Cassan. Nostra intenzione è anche quella di diffondere in altre zone della Liguria il Festival Internazionale della Poesia. Occorreranno risorse economiche, per questo confidiamo anche nella sensibilità e nella lungimiranza dei privati. Alcuni stanno già collaborando con noi: la galleria Artré di Bruna Solinas, Artelier di Elisabetta Lodoli e Elena Boschieri e l’azienda Docchem specializzata in prodotti per il restauro conservativo. Li ringraziamo e speriamo di trovare qualche altro compagno in un viaggio in salita, ma assai affascinante.
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ASSOCIAZ ’ N
IO ASSETTO NE NEL C I N G CO N TANTI SO
ARTURO SCHWARZ
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UN PRESIDENTE ONORARIO TESTIMONE DELLA STORIA CULTURALE DEL NOVECENTO
e c’è un risultato di cui Soffoco è particolarmente soddisfatta è avere un presidente onorario come Arturo Schwarz. Schwarz è saggista, critico d’arte, poeta, uno dei massimi conoscitori delle avanguardie artistiche del Novecento. Prima ancora di venire riconosciuti burocraticamente come un’associazione, esattamente il 4 marzo 2011, abbiamo organizzato una conversazione tra Schwarz e il giornalista culturale Giuliano Galletta al Teatro Hops. Schwarz ha dialogato con Galletta sulle differenze tra il futurismo e il surrealismo, sul significato della provocazione nell’attività artistica, sull’amore e sulla poesia. Si è anche commosso ricordando André Breton, da lui conosciuto e frequentato. Ha citato uno dei primi doveri del poeta e dell’artista, quello di essere un uomo libero e di rimanere sempre fedele a se stesso. Insomma, un viaggio nella cultura migliore della Parigi degli anni Venti e Trenta del Novecento da una persona
che lo ha conosciuto, senza bisogno di dover ricorrere ai film patinati di Woody Allen. Un incontro con un vero maestro in un’epoca disorientata in cui c’è sempre più bisogno di maestri. Noi vorremmo anche molti dialoghi con queste che potremmo definire, senza rischio di sembrare enfatici, “guide spirituali”. Citiamo alcuni nostri sogni nel cassetto: Alejandro Jodorowsky, alla cui rievoluzione poetica ci siamo ispirati, Salvatore Settis, impegnatissimo storico dell’arte che da anni denuncia gli scempi del paesaggio italiano, Philippe Daverio, che riesce a portare l’arte e la bellezza in Tv con ironia e competenza, ma anche giornalisti coraggiosi come Milena Gabanelli, Riccardo Iacona, Marco Preve, anche loro in prima linea nella difesa della bellezza, prima e forse anche più di noi. Avremmo bisogno anche che alla nostra voce ancora debole si unisca pure la loro.
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uando capita d’illuminare la propria vita con un’intuizione poetica ci si distrae dalle proprie attività quotidiane. Le persone che si estraniano dai doveri con maggior frequenza sono emarginate. Questo capita perché la vita sociale richiede individui sempre più efficienti nell’adempimento di compiti pratici, produttivi e di consumo. Non tutto può essere abolito, quindi fra le varie espressioni artistiche o spirituali dell’essere vivente possono essere valorizzate quelle più in sintonia con i tempi o che comunque si adattino a rientrare in un sistema commerciale. Ecco il punto: la poesia non rientra in questa logica di produzione e consumo perché non è vendibile. Anche per questo motivo nella storia dell’umanità la poesia è stata rivoluzionaria. Si può pertanto dedurre che la poesia sempre più spesso si sviluppa fuori dalle accademie e non segue i generi ricorrenti.
con la prostituzione e l’arte commerciale. L’Italia è una triste avanguardia di questo fenomeno; anche se dotata di un patrimonio unico al mondo, sta diventando sempre più una nazione simbolo di volgarità e di cultura mafiosa. Genova, purtroppo, è uno specchio assai eloquente di questa situazione, o, comunque, mostra una generale inibizione verso qualsiasi novità artistica o culturale. Per questi motivi il nostro movimento di Ri(e)voluzione poetica è denominato “Soffoco”, perché soffocante è la situazione che tutti stiamo vivendo, e proprio nel tentativo di sviscerare le cause di questa oppressione ci preoccupiamo, tra l’altro, di salvare la poesia. Nel nostro intento vogliamo iniziare con il salvaguardare le avanguardie e perciò i nonni della poesia, intendendo le avanguardie storiche che radunavano artisti in gruppi che cercavano di controbattere le ingiustizie del potere con le armi delle loro coscienze.
Pertanto, in tempi, per così dire, migliori, accadeva che un poeta fosse riconosciuto in epoche diverse da quella in cui era vissuto, epoche segnate da profonde rivoluzioni sociali, politiche e culturali quasi sempre intuite in anticipo nella poesia. Anzi, citando Alejandro Jodorowsky, potremmo dire che la vera rivoluzione è quella poetica, da lui ribattezzata ri(e)voluzione poetica e tutte le altre evoluzioni vengono di conseguenza Se torniamo indietro nel tempo possiamo ricollegarci a molti padri di rivoluzioni poetiche, ma nell’attuale condizione culturale non abbiamo più riferimenti: le avanguardie storiche sono poco conosciute e spesso sfruttate da logiche di mercato o di parrocchie accademiche. Così, quando artisti e poeti muoiono, sono subito dimenticati, sostituiti dal nuovo antipoetico che avanza. Inesorabilmente le strategie consumistiche invadono tutti i territori, cercando di sostituire l’amore e la poesia
Dedicheremo quindi molta attenzione al Surrealismo (Arturo Schwarz è il nostro presiente onorario) ricordando che nei surrealisti si scalavano percorsi ascetici verso la trasformazione dell’io collettivo. Le persone si incontravano per cambiare se stesse o, per meglio dire, per conoscere a fondo se stesse. Ed ognuno cercava in piena libertà di scovare le soluzioni più appropriate, dalle quali derivavano scoperte e invenzioni tali da influenzare gli altri membri del gruppo ed il nostro pensiero ancora oggi. Non mi risulta che in Italia ci siano ancora brandelli di questa vivacità culturale. Spetta a tutti noi cambiare, altrimenti saremo soverchiati da montagne di spazzatura cerebrale. Dobbiamo, ad esempio, rispondere uniti a questa che non è una crisi soltanto economica, ma è sopratutto una crisi culturale, e dobbiamo partire, come stiamo iniziando adesso, a salvare il Festival Internazionale della Poesia di Genova.
ILLUMINARE LALA POESIA PER SALVARE LALA VITA ILLUMINARE POESIA PER SALVARE VITA
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C’è un legame, sia pur sottilissimo fra il Surrealismo, il Simbolismo ed ovviamente il Romanticismo, su questo tema così scriveva Alberto Savinio: “le correnti del Romanticismo hanno seguito in Europa l’itinerario delle cicogne. Nei loro periodici viaggi dall’Europa all’Africa e viceversa attraversano la Francia da una parte e la penisola balcanica dall’altra, ma, o non sorvolano affatto l’Italia, o la sorvolano in numero molto ristretto.” Alla dolente riflessione di Savinio André Breton risponde: “(…) ma se fossi una cicogna, come potrei difendermi in viaggio dall’impressione perniciosa che non mi dirigo dove vorrei?”. Il surrealismo è liberazione integrale della poesia ed è uno stile di vita, chi inventò la ruota creò un’azione che superò la realtà, un’azione sovra la realtà, quindi surreale. Tale invenzione può dunque annoverarsi tra quelle surrealiste, ma, si badi bene, non deve trattarsi di operazioni prettamente utili, Arturo Schwarz spiega che il Surrealismo è, innanzitutto, uno stato d’animo, una presa di coscienza della non dualità della dualità (l’Advaita per il pensiero indù. La coniunctio oppositorum per l’alchimista). La poesia, sia perché introdotta nelle nostre scuole e nelle nostre università in maniera tale da renderla quasi sempre odiosa, sia perché ritenuta da reminiscenze fasciste o staliniste appropriata a sentimentalismi deboli e al tempo stesso futili, si perdette, grazie al colpo fatale dell’industrializzazione, dello sfrenato consumismo ed alla conseguente formazione dell’uomo tecnologico moderno (che non ha tempo neppure per sapere chi è), uomo ormai incapace di esporre la propria visione poetica ed impossibilitato a proporsi a livello editoriale. Ditemi voi il nome del vostro preferito poeta contemporaneo svizzero, oppure sloveno, oppure belga, olandese, svedese, finlandese, se qualcuno dei pochi lo sa è un addetto ai lavori. In realtà stiamo vivendo il peggiore Medioevo, peggiore perché un tempo i poeti erano acclamati per le strade anche nei periodi più bui, oggi spesso sono invece disprezzati.
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e ci riferiamo all’elogio della follia possiamo affermare che l’Italia è campione nel mondo per fantasticherie al potere. In una civiltà che sta divorando se stessa potremmo dire che il dominio stia degenerando in una caricatura in tutto simile all’Ubu Roi. Se però parliamo di Surrealismo, l’irrefrenabile sete di libertà e di uguaglianza finiscono però per infastidire l’orgia crapulona in giacca e cravatta da sempre prostrata in genuflessioni di equilibrismo fra potenze criminali e pseudo pentimenti ecclesiastici o condoni di svariata natura. Parlando però di Surrealismo non possiamo riferirci ad un genere, ma ad un aspetto della vita, come fu ad esempio la scoperta della gravità terrestre. C’è sempre stata, ma chi l’ha scoperta non ha potuto delimitarla alla sua sola proprietà, patria o continente. Quindi il Surrealismo non può essere italiano come non può essere francese, tedesco, belga o spagnolo. Dare al Surrealismo un luogo d’elezione geografico è già negarlo. Apollinaire ha scritto che il primo surrealista fu l’uomo che inventò la ruota. Ma se vogliamo rimanere in tema dobbiamo soffermarci sul decadimento politico e culturale che imperversò, ed in un certo senso imperversa tutt’ora nel nostro Paese: se da un lato siamo permeati da una educazione cristiana, e più precisamente restrittiva e cattolica, da un altro lato l’aspetto di ribellione nei confronti di questa educazione assume ancora i contorni obsoleti di un becero materialismo dove l’operato dell’artista al servizio della rivoluzione proletaria doveva ingrigire i suoi propositi di innalzamento poetico attraverso il setaccio di un neorealismo che, nonostante queste restrizioni, oltre che culturali anche economiche dell’Italia del dopoguerra, riusciva comunque a sfornare capolavori. Questo perché siamo comunque un popolo di poeti. E questo neorealismo fu talmente forte da essere censurato da governo per l’immagine di povertà che l’ Italia proponeva all’estero. Queste azioni repressive si sono poi stemperate nel tempo ma si sono trasformate in sottili discriminazioni.
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17° Festival Internazionale AL VIA LA DICIASSETTESIMA EDIZIONE TRA PASOLINI, MAJAKOVSKIJ E L'ETERNO FEMMININO
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opravvive alle difficoltà anche quest’anno il Festival Internazionale della Poesia e come sempre propone appuntamenti di grande qualità.
Il 9 giugno arrivano Pierpaolo Capovilla e Giulio Ragno Favero de Il Teatro degli Orrori e presentano il reading in due atti “Eresia” sul poeta russo Majakovskij. «La cosa che mi affascina di più di Majakovskij - racconta Capovilla - sono le sue parole d’amore, che sanno essere profonde e attualissime. In Majakovskij l’amore non è mai soltanto l’amore fra uomo e donna ma è l’amore per l’umanità, per il progresso, per una società più giusta». E aggiunge riguardo alla poesia: «La poesia ci salverà. Le nostre esistenze, insignificanti, chiedono alla poesia riscatto, emancipazione, amore. Attraverso la cultura, possiamo rendere la nostra società un po’ meno bugiarda ed egoista».
Raul Montanari farà un reading includendo anche degli inediti di cover poetiche di canzoni.
Maddalena Crippa, Andrea Nicolini e Caterina Picasso portano in prima nazionale “In quelle stagioni furiose”, tratto da racconti di Raymond Carver.
Un’altra presenza importante è Samba Diabaré Samb del Senegal, poeta e cantautore, un vero e proprio mostro sacro .
Il 10 ci sarà la presentazione della Guida di Parigi Ribelle, con Ramon Chao (scrittore e papà di Manu Chao), pubblicata da Voland.
Altro appuntamento con Tre allegri ragazzi morti che propongono lo spettacolo di disegni, musica e parole “Pasolini, l’incontro”, un viaggio ispirato alla biografia del poeta friulano. Davide Toffolo, disegerà dal vivo con pennelli e colori questa sua visione accompagnato da un emozionante ambiente sonoro live, mentre le registrazioni audio della vera voce di Pasolini irrompono nel tappeto sonoro .
La performance si ispira al romanzo a fumetti "Pasolini", pubblicato da Coconino Press in Italia e in Francia da Casterman: “Un viaggio nell’Italia di oggi, alla ricerca di un mitomane che pensa di essere Pasolini, e, allo stesso tempo, è un lavoro sul recupero della parola di Pasolini. Lo spettacolo accentua la riflessione sulla biografia del poeta”.
Ci sarà anche la mostra fotografica “Sulle tracce dell’avventura”, dedicata ad Hugo Pratt e al personaggio di Corto Maltese.
La poesia sarà unita alla danza nello spettacolo “Alma matrix”, un viaggio cosmoerotico intorno al corpo femminile. È un adattamento scenico di una prosa erotica di Leo Ferré, tradotta da Mauro Macario e fotografata da Giuseppe Gilardi per la casa editrice Liberodiscrivere che diventa qui un monologo rappresentato e condiviso da due artisti: lo stesso Macario (voce recitante) e Gianluigi Cavaliere (voce cantante). Anche le immagini che si susseguono sullo schermo interagiscono e si animano fondendosi in un unico immaginario.
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le di Poesia di Genova Samba Diabaré Samb è uno degli ultimi “griot”, cantastorie e custodi della memoria collettiva nella tradizione senegalese. L’Unesco lo ha definito tesoro umano vivente, l’archivio vivente di una vasta regione del Senegal che non aveva tradizione scritta prima dell’arrivo dei bianchi e dell’annessione del Senegal alla Francia. I canti di Samba Diabaré Samb sono litanie di nomi ed episodi. Le genealogie dei re del Senegal e le loro imprese sono raccontate al suono degli strumenti tradizionali, tra cui il Kalam, piccolo liuto a cassa allungata, strumento prediletto dell’artista.
Maite Dono (1969) è spagnola. Diplomata in recitazione, unisce fin dall’inizio della carriera attività teatrale e musicale. Il suo ultimo disco Sons nos, in collaborazione con il contrabbassista jazz Baldo Martinez e dedicato al poeta galiziano Uxio Novoneyra, ha ottenuto successo di critica. Tra le opere poetiche ricordiamo “Manta de Sombra” vincitore del primo premio al concorso internazionale Libri dell’Egoista, “Mar vertical”, “Desilencios”, primo premio al concorso di poesia in galiziano Esquio e, del 2009 “Circus Girl”.
Nikola Madzirov, macedone, nato nel 1973, è poeta, saggista e traduttore. Le sue poesie sono state tradotte in 30 lingue e pubblicate in Europa, Stati Uniti e Sud America. Madzirov ha ricevuto il premio europeo per la poesia Hubert Burda, dedicato agli autori dell’Europa Centro-Orientale, oltre a numerosi remi nazionali ed internazionali. Sono stati realizzati anche due film ispirati alle sue poesie. ll compositore jazz Oliver Lake, già collaboratore di Bjork e Lou Reed, ha composto ispirandosi a poesie di Madzirov.
Simona Popescu (1965) è poetessa e saggista rumena, esponente di spicco del postmodernismo. È lettrice presso l’Università di Bucarest. Ha fatto parte del cosiddetto gruppo di Brasov, accanto ad altri importanti scrittori, come Andrei Bodia, Caius Dobrescu, Marius Oprea.
LA TABULA RASA DELL’ESERCITO DELL’OMBRA
L’
di Claudio Pozzani TABULA RASA Hanno fatto tabula rasa. E non si fermano. esercito d’ombra degli ignoranti e fieri di esserlo, dei consulenti dalle idee devastanti, degli intellettuali da talk show, dei rintronati da happy hour, degli analfabeti di ritorno, degli ossessionati dal politically correct, degli assetati di potere, dei frustrati incattiviti, ha fatto tabula rasa, riempiendo di sabbia gli ingranaggi mentali ed emotivi di moltitudini di persone. Certo è che al brodo di coltura ottimale per rafforzare e propagare questi virus ci si arriva anche tagliando le spese per la cultura dell'80% mentre Germania e molti altri Paesi europei le aumentano fino al 10%. C’era qualcuno che quando sentiva la parola “cultura” metteva mano alla pistola. Ora siamo attorniati da persone che quando la sentono sparano direttamente. Siamo a un bivio: o alziamo le mani e ci arrendiamo e magari emigriamo in qualche Paese per poter continuare a produrre e divulgare arte e cultura, oppure restiamo qui mantenendo la posizione pensando che “ha da passa’ ’a nuttata” e non può andare peggio di così. Solo che questo lo si diceva anche gli anni scorsi… Il Festival Internazionale di Poesia di Genova è il più grande e longevo evento di poesia in Italia dal 1995, abbiamo portato in città per la prima volta premi Nobel e grandi personaggi, autori emergenti e giovani talenti. E tutti gli spettacoli sono stati gratuiti, per permettere a chiunque di venire a vedere sia il giovane talento che la grande star. Abbiamo portato la nostra città, Genova, al primo posto in Italia nel nostro settore. Sarà pure un settore ristretto, la poesia, però non so quanti possano dire altrettanto nel proprio campo di attività. E l’abbiamo portata, con passione e con orgoglio, in tutti i grandi eventi che abbiamo organizzato all’estero: Bruges, Helsinki, Parigi, Monaco, Tokyo, Berlino, Vienna. Non è possibile avere dei numeri e dei dati così prestigiosi e aver fatto un’opera di promozione per la città che ha pochi eguali e ogni anno dover ricominciare daccapo, come fossimo dei debuttanti… Alla fine di ogni edizione del Festival mi si chiede il numero degli spettatori e quanto è costato. Difficilmente interessa un’analisi dei contenuti della manifestazione. Ormai tutto è misurato solo in quantità e non in qualità. A proposito, c'è chi vorrebbe sostituire il PIL con un indicatore che tenesse conto anche del benessere e della qualità di vita di una nazione. Sarebbe una rivoluzione. E farebbe riflettere. Crediamo tuttavia in un colpo di reni possibile, in qualcosa che faccia riaprire i sensi. Per quanto è nelle nostre (ultime) forze, attraverso questo Festival, abbiamo deciso di non arrenderci neanche quest’anno, cercando di regalarvi parole, idee, sogni, spunti di riflessione provenienti da donne e uomini che in varie parti del mondo continuano a crederci e hanno accettato il nostro invito di dividerli con voi. Buon 17° Festival a tutti, alla faccia dell'armata dell'ombra.
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www.docchem.it
www.artregallery.it
www.arteliergenova.eu
www.soffoco.org - redazione@soffoco.org Giugno 2011 hanno collaborato: Martina Feola, Mauro Maraschin, Claudio Pozzani, Patrizia Biaghetti, Augusto Forin stampato su carta riciclata ♟
progetto grafico: ilpigiamadelgatto info@ilpigiamadelgatto.it
www.ilpigiamadelgatto.it