Apostila Berlim

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Apostila Berlim

Prof. Dr. Giacomo Calandra di Roccolino


Hermann Henselmann e altri – Stalinallee (oggi Karl Marx-­‐Allee)

La Stalinallee è stata la più importante strada della Berlino scialista e a partire dalla sua ideazione, un luogo dalla fortissime valenze politiche e sociali. Essa nacque nel secondo dopoguerra, sul tracciato di una delle grandi radiali storiche di Berlino: il percorso della Grosse Frankfurter-­‐Strasse/ Frankfurter-­‐Allee, che usciva dalla città verso est in direzione di Frankfurt Oder. Subito dopo la guerra, il dibattito sulla ricostruzione si orientava sui modelli urbanistici formulati nei CIAM (Congressi Internazionali di Architettura Moderna). Prima delle distruzioni belliche. Il quartiere di Friedrichshein era stato caratterizzato dalle caserme d’affitto: enormi caseggiati con una densità abitativa altissima. L’edificazione di una città moderna o città-­‐paesaggio non venne mai realizzata. I programmi della neonata Deutsche Demokratische Republik erano altri: nel marzo 1950 il partito socialista di unità nazionale fornì le linee guida per una nuova urbanistica e architettura. Il governo comunista aveva capito l’importanza della Stalinallee come simbolo della nuova capitale dello stato Socialista. Nell’agosto del 1951 ebbe luogo il concorso per il piano regolatore della Stalinallee. Il 3 febbraio 1952 fu posta la prima pietra della “prima strada socialista di Berlino”. Per l’accesso occidentale alla Stalinallee, Hermann Henselmann progetto due grattacieli simmetrici ad uso residenziale con un emporio per bambini e un ristorante sui 2 lati della Strausberger Platz. La grande arteria fu suddivisa in settodi dalla A alla F e furono costruiti gli edifici in base ai progetti di Henselmann, Hartmann, Paulik, Leucht, Hopp e Souradny. Per la configurazione della Bersarin Platz, l’odierna Frankfurter Tor fu indetto un concorso a parte, vinto nuovamente da Henselmann con due torri coronate da cupole. Nel configurare le due piazze partì dallo stesso principio: il pieno rispetto della tradizione berlinese delle piazze come ingressi alla città, rafforzandole ulteriormente con torri. Dal punto di vista politico-­‐sociale, le enormi case in linea della Stalinallee, erano palazzi d’abitazione costruiti dal popolo per il popolo e molti dei lavoratori che fisicamente le eressero andarono poi ad abitarvi. Gli inquilini di questi edifici vivevano in una ricchezza che non avevano mai conosciuto prima e che negli anni successivi non troverà più applicazione nelle case socialiste. Le Case della Stalinallee definite sarcasticamente a Berlino “zuckerbeckerstil” per le loro decorazioni “da pasticciere” direttamente tratte dall’architettura stalinista moscovita, erano però dei manifesti. La nuova architettura si era dimostrata del tutto inadeguata a ridurre in tempi brevi la carenza di alloggi. La formula di costruire in modo bello e razionale venne sostituita con il motto “+ velocemente, + a buon mercato” e si imbocco la strada più coerente dell’industrializzazione edilizia. Se in un primo momento la svolta tecnica non aveva incrinato la valenza ideologica dei progetti nel ’55 vi fu una correzione di rotta: da un’architettura guidata dal primato dell’arte ad un’altra dominata da quello della tecnica e dell’economia.


Neue Nationalgalerie – Ludwig Mies van der Rohe – Potsdamer Strasse 50

La Neue Nationalgalerie è l'unico edificio realizzato in Germania da Ludwig Mies van der Rohe, dopo la seconda guerra mondiale. Egli fu incaricato di realizzare il museo nel 1962, all'età di 76 anni. Mies prese come riferimento il proprio progetto del 1957, non realizzato, per l’edificio amministrativo del produttore di rum Bacardi a Santiago de Cuba e anche un altro suo progetto sviluppato tra il 1960 e il1963 per il Georg Schäfer Museum a Schweinfurt, anch’esso non realizzato. Entrambi i progetti prevedevano, in una dimensione inferiore, un tetto sostenuto da otto pilastri e l'interno libero. La costruzione della Neue Nationalgalerie di Berlino iniziò tre anni dopo l’assegnazione dell’opera e fu completata nel 1968, un anno prima della morte di Mies. I disegni esecutivi e la direzione del cantiere furono eseguiti dal nipote Dirk Lohan, che dopo aver conseguito il diploma presso l'Università Tecnica di Monaco di Baviera nel 1962, aveva lavorato a Chicago nell'ufficio di suo nonno. L’architetto si recò a Berlino per due volte, ma non poté prendere parte all’inaugurazione. La Neue Nationalgalerie è stato il primo museo, aperto nel nuovo “foro culturale” a Berlino-­‐Tiergarten vicino alla Potsdamer Platz il Kulturforum. In seguito vennero inaugurate la Philharmonie , la biblioteca nazionale di Hans Scharoun e altri musei. Con la nuova Galleria Nazionale Mies è riuscito a realizzare in modo sorprendente la propria idea di spazio. Il padiglione quadrato in vetro e acciaio è costruito su un basamento in granito di 105 x 110 metri, che compensa la leggera pendenza sulla riva del canale Landwehr. La lunghezza del bordo della costruzione, che corrisponde al tetto quadrato è di 64,8 metri, e le pareti di vetro che circondano su tutti i lati vengono collocate a 7,2 metri dal bordo e costituiscono la sala principale. Il tetto montato a terra, fu sollevato durante la costruzione come un unico elemento fino all'altezza di montaggio grazie a 24 martinetti a controllo sincronizzato. In nove ore fu sollevato il tetto e furono fissate le otto colonne di acciaio sulle quali venne poi appoggiato. Lo spazio sottostante costituisce la grande sala principale, senza colonne, che consente a qualsiasi progetto espositivo. La grande sala ha solo due spazi tecnici di alimentazione indipendenti (riscaldamento / ventilazione / scarico dell’acqua del tetto) e le due rampe di scale per il piano interrato. Questa sala principale è destinata a mostre temporanee. Nel seminterrato si trovano le sale per la collezione permanente.


Sul lato ovest dell'edificio una grande vetrata continua permette di vedere un giardino delle sculture, che è visibile anche dalla piattaforma superiore. La soluzione Mies è caratterizzata da un moderno classicismo messo in atto con la realizzazione trasfigurata dell'antico podio del tempio, che corrisponde all’Altes Museum di Karl Friedrich Schinkel.


Landhaus Lemke – Mies van der Rohe – Oberseestrasse 56/57

Nel 1932 la coppia di imprenditori Martha e Karl Lemke acquistarono un doppio lotto con accesso diretto al piccolo lago di Obersee. Su consiglio di un amico, si rivolsero al già rinomato architetto Mies van der Rohe, a quel tempo direttore del Bauhaus, che avrebbe dovuto eseguire la costruzione. Dopo diverse varianti, la maggior parte delle quali prevedeva un edificio a due piani, nell'estate del 1932 cominciarono i lavori. Il costo di costruzione si attestò a 16.000 marchi per una superficie totale di appena 160 metri quadrati. Nella primavera del 1933, i Lemke poterono occupare la loro nuova casa. L’edificio, a tetto piano si raccoglie attorno ad una sorta di patio, che si affaccia sul giardino. Su questo patio si aprono le grandi superfici vetrate del soggiorno e di una zona di collegamento che fu realizzata in maniera piè ampia del previsto diventando a tutti gli effetti una stanza di lavoro. In fondo si trova la camera da letto con il bagno dei padroni di casa. Sul lato nord e ovest si aprono gli spazi di sevizio: cucina, ripostiglio e camera della cameriera. Gli ingressi della casa e del Garage sono funzionalmente accostati. L'edificio a forma di L è relativamente semplice e modesto, ma corrispondeva in pieno alle esigenze della coppia senza figli e risponde in pieno alla poetica dello spazio di Mies van der Rohe. La facciata è costituita da mattoni cotti a carbone. Anche il mobilio proveniva in parte dallo studio o di Mies van der Rohe e fu progettato dalla sua partner Lilly Reich. I coniugi Lemke vissero solo alcuni anni nella loro villa. Nel maggio del 1945, in seguito all’occupazione della zona di Alt-Hohenschönhausen da parte dell'Armata Rossa, fu richiesto alla famiglia di lasciare la casa il più presto possibile. La zona circostante fu dichiarata zona vietata e la casa Lemke venne utilizzata come garage e deposito. Più tardi vi si trasferirono alcuni dipendenti del Ministero per la Sicurezza dello Stato (Stasi). In seguito la casa fu acquistata e furono messe in atto importanti modifiche all’edificio e al


giardino. Dal 1977 è inserita nella lista dei monumenti dell’amministrazione di Berlino e vincolata. Dal momento che la casa era stata fortemente alterata fino a quel momento, negli anni 1980 iniziò una prima opera di restauro, ma senza molto successo poiché i fondi messi a disposizione erano insufficienti. Fino alla caduta del Muro la casa è stata usata come lavanderia e mensa per i dipendenti della Stasi. Il giardino fu parzialmente cementato e utilizzato come parcheggio. Nel 1990, il distretto di Hohenschönhausen ha assunto la proprietà del lotto e dell’edificio e l’ha ribattezzata con la nuova denominazione ufficiale di “Mies van der Rohe Haus”. La necessaria riorganizzazione venne attuata tra il 2000 e il 2002. Oggi la casa è utilizzata come padiglione espositivo di Arte Moderna.


IBA “Interbau” 1957 – Alvar Aalto, Le Corbusier, Walter Gropius, Oscar Niemeyer e altri

La Internationale Bauausstellung Interbau del 1957, si poneva l’obiettivo di realizzare un esempio per la “città di domani” nell’area dell’Hansa Viertel un quartiere un tempo densamente popolato, che era stato completamente distrutto dalla guerra. I promotori volevano che l’Interbau fosse un simbolo dell’immutata spinta a costruire di Berlino Ovest e dell’efficienza della economia edilizia della Germania occidentale. Il quartiere sperimentale doveva fare da contraltare al monumentale quartiere residenziale classicista sulla Stalinallee nel cuore di Berlino Est e doveva divenire il manifesto dell’architettura residenziale nel centro della città. 53 architetti provenienti da tredici diversi paesi (19 stranieri, 16 tedeschi dell’ovest, 18 berlinesi) furono invitati a progettare 45 edifici secondo alcune direttrici comuni. Solo 36 progetti furono effettivamente edificati, poiché gli architetti delle unità immobiliari a 2 piani, avrebbero dovuto trovare autonomamente i committenti. In seguito a numerose proposte della disposizione urbana, si disposero infine: i moduli a due e tre piani tra il percorso della S-­‐ Bahn e Kloppstockstrasse; su ambo i lati della Altonaerstrasse, grattacieli isolati di 16-­‐17 piani; a sud della Kloppstockstrasse e sul suo prolungamento, il Bartning Allee, le case in linea da 4 a 8 piani e le case unifamiliari e a un piano. Completano l’Ensemble una chiesa evangelica e una cattolica, un’area per negozi con un cinema (oggi teatro), una biblioteca civica nelle vicinanze dalla stazione della metropolitana e un asilo. Le case, costruite per la maggior parte in cemento armato, mostrano sia soluzioni di piante schematiche (Gropius) sia più articolate come quelle di Jacobsen e Hassenpflug, che presentano grandi cucine abitabili o di Alvar Aalto, caratterizzate da un ampio salotto centrale. Mueller Rehem con Siegman invece, nel loro grattacielo, utilizzarono solo monolocali. Numerose soluzioni interessanti non furono realizzate e le proposte dell’Interbau furono presto dimenticate a causa dei costi elevati. Dei padiglioni espositivi sopravvisse solo il padiglione “Berlino” degli architetti Fehling e Gogel. Tra gli edifici realizzati in occasione dell’Interbau vanno ricordati anche la sala congressi Haus der Kulturen der Welt di Stubbing e l’Unité d’Abitation di Le Corbusier, entrambi all’esterno dell’Hansa Viertel. Grazie al buon collegamento con i mezzi pubblici, le ampie superfici verdi del quartiere e la grande vicinanza del Tiergarten e della City, così come la divisione interna a volte inconsueta degli appartamenti, l’Hansa Viertel è ancora oggi un quartier urbano dotato di un’alta qualità abitativa.



Hufeisensiedlung – Bruno Taut e Martin Wagner – Fritz-Reuter-Allee

La Hufeisensiedlung (insediamento a ferro di cavallo), ufficialmente Grosssiedlung Britz, fu realizzata su progetto degli architetti Bruno Taut e Martin Wagner tra il 1925 e il 1933 nel sobborgo berlinese di Britz. Si tratta del primo progetto di residenza sociale collettiva, realizzato sotto la regia dello Stadtbaurat Martin Wagner, che si fece promotore di altri importanti complessi come le Siedlungen di Reinickendorf e d Siemens-Stadt. Nell’allora „area per cavalcare“ di Britz, nel quartiere di Neukoelln, sarebbe dovuto sorgere un insediamento residenziale con circa 2000 appartementi. Bruno Taut era responsabile , come architetto e urbansta incaricato della società immobiliare GEHAG, per la pianificazione di metà dell’insediamento. Il Gruppo di edifici a „ferro di cavallo“ che danno il nome alla Siedlung, sono anche punto centrale dell’area. Insieme all’assessore all’urbanistica Martin Wagner, Taut sviluppò il progetto urbanistico. Entrambi i progettisti, seguaci del Neues Bauen, volevano portare avanti metodi di costruzione industrializzati nell’ambito dell’edilizia. Appartamenti-tipo e edifici-tipo erano parte integrante del progetto. Martin Wagner utilizzò l’ edificazione della Siedlung per scrivere il libro Studien über wirtschaftliches Bauen (Studi sulla edificazione economica) Taut sfruttò l’esperienza acquisita con la pianificazione della Città giardino di Falkenberg e ,nonostante un’alta densità abitativa e un sottolineatura dello spazio urbano furono realizzate ampie aree verdi e libere. Come paesaggista e progettista degli spazi liberi fu chiamato Lebrecht Migge, per la realizzazione definitiva si utilizzarono infine i progetti del direttore dell’ufficio tecnico die parchi e die giardinei del quartiere di Neukoelln Ottokar


Wagler. L’edifico principale abbraccia un piccolo lago di raccolta delle acque sotterranee e l’edificazione in linea presenta diverse angoli ameni e di valore, creando così delle analogie con un villaggio di forma circolare. Inoltre l’edificio in linea è dotato di una cintura verde. Tra il 1925 e il 1933, in 7 diversi periodi di edificazione, furono realizzati 1072 appartamenti. Vi sono 4 diversi tipi di piante. 472 abitazioni sono abitazioni monofamiliari accostate l’una all’altra, 600 sono invece edifici di tre piani destinati alla locazione. Eccetto il ferro di cavallo centrale tutti gli edifici sono disposti in filari successivi e ad ogni abitazione corrisponde il proprio giardino. Taut diede forma a questa semplice architettura funzionale con pochi ma efficaci mezzi. Finestre suddivise per parti, rivestimenti in Klinker sugli angoli degli edifici, differenziazione nei tipi di malte. Il carattere identiario di queste architetture è però dato dalla colorazione che viene qui utilizzata come „il mezzo di composizione più economico“ per dare individualità alle unità abitative. L’utilizzo del colore è una delle caratteristiche più peculiali dell’architettura di Bruno Taut Dal 2008 il complesso è inoltre Patrimonio dell’umanità dell’Unesco.


Erich Mendelsohn -­‐ Ex edificio della corporazione tedesca dei lavoratori del metallo

L’edificio si trova nel quartiere di Keuzberg. Il lotto cuneiforme offrì all’architetto l’occasione della progettazione di un complesso di edifici innovativo sotto molti aspetti. Il suo centro è rappresentato da un edificio di testata, alto 5 piani, con la facciata principale concava. In questo primo volume trovava posto la parte dell’amministrazione. Il piano superiore sopraelevato rende la sala riunioni visibile dall’esterno. La grande sala riunioni è messa ulteriormente in risalto dalla presenza di un piccolo aggetto vetrato al centro della vetrata, sormontato da una bandiera. Materiali lussuosi come il bronzo per le porte e le finestre e lastre di travertino per le rimanenti superfici della facciata, evidenziano il suo particolare carattere. Sulla facciata interna della testata, si trova il corpo delle scale, circolare e anch’esso vetrato, che risulta aggettante per metà rispetto alla linea di facciata. Dalla testata dell’edificio partono le due ali che formano tra loro un angolo acuto, ciascuna alta 4 piani. Per sottolineare le linearità orizzontale i cordoli delle finestre vennero unificati. Tra le due ali allungate si trova il corpo di collegamento della tipografia, alto 2 piani Nella sede della corporazione dei lavoratori del metallo (Haus der deutschen Metallarbeiterverbandes) furono impiegati elementi topici dello stile del Neues Bauen (blocchi stereometrici e unitari, sottolineatura delle linee orizzontali, tetto piano) insieme a elementi espressivi, come l’andatura concava dell’edificio di testa o l’orientamento convergente dei corpi laterali, collegati ad un’unità omogenea e piena di tensione. L’edificio è oggi sede della camera degli architetti di Berlino.


Altes Museum – Karl Friedrich Schinkel – 1825/1830

L’edificazione dell’edificio fu decisa in occasione del rientro delle opere d’arte sequestrate da Napoleone in seguito alla campagna di Prussia. Il progetto fu affidato a Karl Friedrich Schinkel che lo portò a termine tra il 1822 e il 1823. L’edificio fu costruito tra il 1825 e il 1830 su un terreno paludoso rinforzato da pali, sopra il sedime di un antico fossato interrato. Egli costituì con questo edificio una quinta al Lustgarten, il giardino di piaceri che si trovava di fronte al luogo in cui sorgeva il castello di Berlino. Il giardino esiste ancora oggi, mentre il Castello, distrutto dai bombardamenti e dalle successive demolizioni, è attualmente in fase di ricostruzione. Quest’opera è univocamente considerata un capolavoro del classicismo e divenne un modello per gli edifici museali durante tutto l’Ottocento. L’edificio, posto sopra un alto basamento, è composto da quattro ali di due piani di altezza che formano due corti al centro delle quali si trova il corpo circolare. Il volume cubico che racchiude la rotonda e che la nasconde completamente all’esterno grazie all’estensione dei muri di imposta della cupola, è coronato da statue rampanti di Christian Friedrich Tieck. Il fronte sul Lustgarten, lungo 78 metri, che costituisce il motivo principale dell’idea progettuale, si apre su un portico con 18 colonne ioniche di ordine gigante. Al centro del portico una grande scala libera conduce al primo piano. Qui la doppia altezza diviene leggibile. Le scale conducono da ambo i lati rispetto l’ingresso verso l’alto. Dietro la scala monumentale di trova la rotonda, uno spazio di chiarezza classica, dichiarata citazione del Pantheon. Nella rotonda un anello di colonne corinzie sostiene una galleria. Sopra il tamburo, liscio nella parte inferiore e interrotto da nicchie in quella superiore, si imposta la cupola cassettonata illuminata da un occhio centrale. Due statue bronzee di cavalieri sono poste sulla scala e furono fuse rispettivamente nel 1842 da August Kiss (amazzone) e nel 1854 da Albert Wolff, (cacciatore di leoni). Sul tetto si trovano aquile prussiane. L’edificio bruciato durante la guerra fu ricostruito tra il 1958 e il 1966. La vasca di granito davanti alla scala venne portata nel 1828-­‐29 da Christian Goettlieb Cantian da una cava della marca a sud di Fuerstenwalden.


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