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COVER STORY
«Ogni giorno in competizione con me stesso per produrre il miglior gelato.»
intervista di Luigi Frassinelli
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ROBERTO PILAT
Classe: 1970 Segno zodiacale: vergine Gusto preferito: nocciola Hobby: automobilismo
Com'è diventato gelatiere?
«Abito a Tarzo un paesino in provincia di Treviso, con molti abitanti che di professione fanno i gelatieri emigrati all'estero. A 15 anni, mi proposero di fare una stagione in Germania, così partii.»
Da quanto tempo lavora in Germania?
«Da quella mia prima esperienza iniziata nel 1985 presso la gelateria Eiscafe Venezia a Bad Saulgau.»
Cosa ricorda dell'esperienza da dipendente?
«Tanto sacrificio, molte ore di lavoro e la severità dei miei datori di lavoro nell'insegnamento.»
Sono rimasti in pochi i giovani che seguono le orme dei padri. Perché?
«Crescendo in una famiglia di gelatieri hanno vissuto in prima persona i sacrifici di questo mestiere: ti assorbe molto tempo è fatto di tante rinunce e non sempre equamente remunerato.»
Il lavoro in gelateria è cambiato negli anni, come?
«Sì, il cliente è più attento alle tendenze salutistiche e consapevole delle proprie scelte.»
Cosa significa essere un artigiano?
«Rimanere sempre aggiornati, sui sistemi di produzione, sul marketing in gelateria e utilizzare materie prime di primissima qualità. Ne consegue un impegno costante per preparare un prodotto di qualità appetibile alla clientela.»
Quando è nato l'Eiscafe Roberto?
«Nel marzo del 1997. Volevo avverare il mio sogno, e con mia moglie Federica decidemmo di aprire la nostra gelateria. Trovammo i locali vicino a Offenbach a Obersthausen-Hausen con 110 posti tra interno ed esterno.»
Siete sempre aperti?
«Da metà febbraio a metà ottobre.»
Quanti gusti di gelato produce?
«36 fissi e a rotazione arriviamo a circa 50. I clienti preferiscono i gusti classici come: vaniglia, fragola, limone, cioccolato, nocciola e poi quelli di tendenza sia per asporto che nelle coppe servite ai tavoli.»
Nel suo menù ci sono le coppe di gelato, sono apprezzate?
«Moltissimo dalle famiglie, ma la scelta varia a seconda della stagione. In autunno prediligono le coppe con gelato alle creme decorate con frutta secca, mentre in estate aumenta il consumo del gelato alla frutta accompagnato da tanta frutta fresca.»
Proponete alternative al gelato?
«Nei mesi più freddi vengono apprezzati: waffel, tiramisù e strudel, tutti prodotti di nostra produzione.»
Chi ha contribuito al successo della gelateria?
«Sicuramente mia moglie, è fondamentale e insostituibile. È la colonna portante in gelateria inoltre nei momenti di sconforto mi sta vicino e mi trasmette la carica per affrontare le avversità. Non finirò mai di ringraziarla.»
Come si vive in Germania?
«Sono qui per lavorare, il mio cuore è a casa in Italia. Con il passare delle stagioni la nostalgia aumenta...»
Un suo consiglio per un giovane che volesse intraprendere questa attività?
«Sinceramente gli consiglierei di riflettere molto attentamente e di valutare tutti gli aspetti legati a questo lavoro prima di prendere una decisione. Una volta presa, non è un'avventura di breve durata se si vuole ottenere dei risultati concreti. Le soddisfazioni che può dare non devono farci scordare i sacrifici che richiede.» gliare, mio padre faceva il carrozziere e gli stavo accanto fin da piccolo. Circondato dalle auto giorno dopo giorno è cresciuta la passione dentro di me. Prima di dedicarmi al rally ho praticato ciclismo per quattro anni, ma ho dovuto interrompere per il lavoro in Germania. Nei ritagli di tempo incominciai a costruire la mia auto da corsa, una Peugeot 205 1300 rally. Con l'aiuto di un preparatore competente, esordii affrontando le prime gare e le prime delusioni. Passa il tempo e arrivano le prime soddisfazioni andando ad occupare il primo posto sul podio. Quest'anno, nonostante il Covid, ho partecipato alla finale della "Coppa Italia", piazzandomi al quarto posto di classe, un grande risultato se consideriamo che partecipavano i migliori piloti italiani. Ho concluso la stagione delle corse conquistando il primo posto al "Rally Ciocchetto" a Lucca.»