Anno VII - n.3, Dicembre Febbraio 2011
2011 Anno internazionale del volontariato
la Vite & il Pioppo Foto: Salvatore Di Vilio
Periodico di ambiente, cultura e sviluppo locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”
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la Vite & il Pioppo Periodico di Ambiente, Cultura e Sviluppo Locale del Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La Vite & il Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria Capua Vetere n.611 del 23/12/03
2011 RIPARTIAMO DALLE ECCELLENZE Anno VII - n.3, Dicembre - Febbraio 2011 Susy Pascale DIRETTORE RESPONSABILE Raffaele Lupoli CAPOREDATTORE Maria Rosaria Coppola, Gennaro Conte, Francesco Pascale, Laura Garofalo, Pasquale Cirillo, Eugenio Tinto, Ferdinando Pirro, Leopoldo Coleti, Antonio Pascale, Giovanni Capobianco, Francesco Cosentino. REDAZIONE Alessandra Tommasino, Stella Danna, Paola Pascale, Annamaria Raviele HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Rosanna Comune, Ersilia Mozzillo, Elsa Cristiano, Raffaele Conte, Giovanni Daliento, Rosita Comune, Federica Coppola. redazione junior Salvatore Di Vilio, Eugenio Tinto, Francesco Pascale, Gennaro Conte, Gianfranco Stabile FOTO Orazio Pascale Layout Coordinator Legambiente Geofilos Casale di Teverolaccio, 81030 Succivo - Caserta EDITORE Questo numero è realizzato nell’ambito del progetto “LEGAME legalità, giovani, ambiente @ nuovi media” con i fondi protocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato
Con la foto “augurale” di copertina, comincia la collaborazione con l’artista Salvatore Di Vilio, con il quale condividiamo numerose iniziative tutte animate dall’amore per il territorio. Studio fotografico Salvatore Di Vilio tel. 081.5011120 info@salvatoredivilio.it www.salvatoredivilio.it
editoriale UN ANNO DIVERSO è POSSIBILE di Susy Pascale
Care amiche, cari amici con questo numero chiudiamo il lavoro di un anno e vorrei graziare i volontari dei circoli Legambiente, gli amici che ci hanno onorato della loro presenza ai nostri convegni e seminari, giudici, magistrati, docenti e tutti quelli che ancora credono insieme a noi di poter vivere in un mondo diverso. Gli eventi si susseguono inesorabili senza lasciarci neanche il tempo di assimilare le conseguenze di ogni circostanza. E, intanto, nel breve periodo che ci ha separato dall’ultimo numero, con l’arrivo delle prime piogge si riaffaccia con violenza la questione di un dissesto idrogeologico che viaggia lungo tutto il Paese, purtroppo, con conseguenze sempre più tragiche: alluvioni, frane, esondazioni causate dalla violenza di operazioni urbanistiche di dubbia coerenza con il rispetto del territorio e della legge. Ad Atrani, nel salernitano ha perso la vita Francesca, travolta da un fiume di fango e trascinata in mare. E’ crollato persino un pezzo della nostra storia: la Scuola dei gladiatori a Pompei distrutta da intense piogge (o da scarsa tutela?). Quello che è accaduto a Pompei, come ha detto anche il nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano dobbiamo sentirlo come una vergogna per l’Italia. Non è finita qui. In Campania si dice sia riesplosa l’emergenza rifiuti (ammesso che sia mai terminata!) e che le altre regioni d’Italia, dopo avere sversato di tutto nella nostra terra, ora ripudiano l’idea di aiutarci a togliere dalle strade i rifiuti accumulati. Nonostante tutto, in linea con la mia visione del futuro ritengo di poter augurare a tutti un felice anno di cambiamento, sostenuto dalla speranza di poter vivere in un mondo fatto di tradizioni, di sana memoria di tempi migliori. In considerazione di ciò abbiamo consegnato a diciotto pensionati succivesi, gli orti sociali nel Casale di Teverolaccio dai quali aspettiamo presto gustosi prodotti. Le radici della nostra cultura, il patrimonio di conoscenze duramente conquistate, non possono essere tralasciate o peggio ancora distrutte da chi crede di progredire costruendo centrali nucleari, screditando l’istituzione scolastica, negando il futuro a giovani ricercatori, privatizzando l’acqua. Per il nuovo anno diamo una svolta al nostro quotidiano, cerchiamo di pretendere dagli altri, da noi stessi e da chi ci governa sempre il meglio. Lo meritiamo. Ripartiamo dal pretendere di vivere in un ambiente sano, di mangiare i prodotti genuini della nostra terra, di avere accesso libero ai doni della madre terra, di godere della libera circolazione dell’informazione. Ripartiamo dal pretendere qualità. Buona lettura.
in questo numero
in cantiere 2011 anno internazionale del volontariato Al via l’anno dedicato a tutti i volontari - segui le iniziative “Anno Europeo delle Attività Volontarie che promuovono la Cittadinanza Attiva”, questo è il nome scelto dal Consiglio dell’Unione Europea per l’Anno Europeo del Volontariato nel 2011. Per la preparazione e realizzazione delle iniziative e dei progetti a sostegno della sensibilizzazione e della promozione del volontariato e della cittadinanza attiva, l’UE ha stanziato 11 milioni di euro. Il tentativo della Commissione Europea è di lavorare alla creazione di una strategia che sostenga e riconosca il volontariato in modo da valorizzare i progressi che il terzo settore ha maturato nel corso di dieci anni. Fare il volontario è soprattutto una scelta consapevole. www.agenziagiovani.it http://ec.europa.eu/youth/index_en.htm
legambiente operazione mal’aria Gli obiettivi: denunciare i danni alla salute provocati dallo smog, spronare le amministrazioni locali a trovare soluzioni efficaci e durature, promuovere buone pratiche verso la sostenibilità urbana. La lotta allo smog è uno dei cavalli di battaglia dell’associazione e viene portata avanti quotidianamente e con determinazione dai circoli territoriali ovunque è necessario. Sotto il comune denominatore di “No allo smog” si svolgono in tutta Italia manifestazioni, blitz contro l’inadem-
pienza o l’inefficacia delle amministrazioni, la promozione di progetti e vertenze, le biciclettate dimostrative, il monitoraggio delle sostanze inquinanti e della vivibilità cittadina. E ancora progetti educativi e divertenti per i più piccoli come, ad esempio, i percorsi sicuri casa-scuola con il Piedibus oppure i laboratori di ricerca sull’inquinamento. Il tutto all’insegna di estendere sempre più la consapevolezza che un’altra città è possibile, urgente e necessaria.
www.legambiente.it
ACCORDO PER LA DIFESA DELLA CULTURA E DEL PAESAGGIO Un’intesa inedita per la promozione dei beni culturali minori e della valorizzazione del paesaggio. E’ stata siglata tra Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, Carmine Gambardella, preside della Facoltà di Architettura della SUN e Antonio Pascale, presidente del Circolo Legambiente Geofilos, promotore del progetto di Ecomuseo “Terra Felix”. Oggetto dell’accordo, l’attivazione di forme di collaborazione, rivolte a studenti, tesisti, tirocinanti, dottorandi e ricercatori atte a favorire una migliore conoscenza dei beni di interesse artistico, storico- culturale, oltre che lo studio scientifico di alcuni casi esemplari, come il Casale di Teverolaccio a Succivo. Saranno proprio legate a questo antico borgo le prime attività di ricerca, guidate dai docenti dell’Ateneo casertano. info www.geofilos.org tel 081.5011641
E’ Antonio Diana l’ambientalista dell’anno 2010 Per il 2010, Legambiente e “La nuova ecologia”, hanno promosso l’impegno di chi, da imprenditore nella filiera dei rifiuti, cerca di affermarsi in un territorio ed in un contesto socio economico, come quello casertano, tra i più difficili d’Italia. Ad Antonio, nostro caro amico ed entusiasta sostenitore di molte nostre iniziative sul territorio atellano, vanno gli auguri della redazione e dei circoli Legambiente della rete casertana.
4 TRADIZIONI
A RACCOLTA
eccellenze 6 SAPORI DA IERI 8 LA QUALITà BATTE LA 8 9 10 11
CRISI UN PRESIDIO PER L’ALBERATA AVERSANA UN BRINDISI A KM ZERO ACQUISTI ETICI INTORNO A “LA TAVOLA ROTONDA” SE LA CORRENTE LA FACCIO COL GAS
11 I COMUNI RICICLONI
sviluppo locale 12 BENVENUTI A CAVERTA 14 UNA FESTA PER TERRA FELIX 17 UN’ALTRA CASA?
beni comuni 21 TI VOGLIO BERE
volontariando 22 UN VILLAGGIO ECO-
SOSTENIBILE IN TANZANIA 23 EUROPEI SI DIVENTA
cea 18 PICCOLI COMUNI
GRANDE SCUOLA
20 INVIATI SPECIALI
TRADIZIONI A RACCOLTA
di Alessandra Tommasino
Tradizione, socialità, ecosostenibilità. Gli orti ricavati nell’antico casale del Teverolaccio, assegnati a diciotto cittadini della terza età che dovranno coltivarli adottando il metodo dell’agricoltura biologica, si innestano nel percorso di valorizzazione - a partire dal recupero del passato e dall’aggregazione sociale- promosso nell’ambito del progetto “Ecomuseo della Terra Felix”
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resentato dal circolo Geofilos Legambiente e finanziato dalla Fondazione per il Sud, il progetto Terrafelix è a un anno dal decollo. A due mesi dalla pubblicazione del bando per l’assegnazione degli orti, ai 18 succivesi in età pensionistica che hanno fatto domanda, sono state consegnate altrettante zappe. Ad ognuno, con sorteggio, è stato affidato un terreno, la cui denominazione fa riferimento alle città antiche della provincia di Caserta. Capuae, Clatia, Sinuessa, Clanius, Suessa sono alcuni dei nomi dati a siti destinati a trasformarsi in luogo di incontro per gli anziani contadini. Ma chi ha partecipato al bando? Soprattutto pensionati che durante i colloqui con il circolo Geofilos di Legambiente hanno ammesso di nutrire una grande nostalgia per la loro gioventù, La cerimonia della “consegna della zappa” (foto grande). A destra e a pag. seguente: alcuni momenti dell’assegnazione degli orti nel Casale di Teverolaccio
l’orto di Teverolaccio
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ossia per i tempi in cui, nell’ambito della propria famiglia d’origine, lavoravano i campi. Col tempo, “abbiamo dovuto rinunciare alla terra- spiegano alcuni partecipanti- e cambiare lavoro, facendo così i muratori o gli operai per poter andare avanti”. Storie comuni a quasi tutti i diciotto assegnatari ,felici di poter ritornare al passato coltivando l’orto. Il più anziano, Salvatore Luongo, ha 88 anni.
Ma l’età anagrafica non è certo un limite per chi ha buona volontà. “Mi sento bene e ce la posso fare a coltivare un piccolo orto”, afferma deciso Salvatore. Al suo fianco ci saranno anche due donne, le uniche partecipanti al bando, che si dicono ben felici di poter essere alle prese con insalata, pomodori, melanzane. Insomma con ortaggi e verdure. Che siano però di qualità. Sì, perché la qualità
dovrà essere un obiettivo indiscusso della coltivazione. Il progetto prevede infatti il rilancio dell’agricoltura biologica, che dovrà offrire un modello positivo in un luogo simbolo del riscatto ecosostenibile dell’agro aversano. Nel Casale del Teverolaccio, innalzato a Ecomuseo della Campania Felix, si intrecciano attività didattiche sul tema dei rifiuti, i campi di volontariato tesi alla riqualificazione dei terreni, eventi di sensibilizzazione sull’abusivismo edilizio e sulle ecomafie, percorsi del gusto con la valorizzazione dei prodotti tipici locali. Ma non finisce qui. Nei seimila metri quadrati del Casale sarà anche realizzato un Giardino dei sensi, un’area in cui gli odori delle essenze si mescoleranno ai colori dei fiori. “ Finalmente un tesoro architettonico a lungo lasciato nel degrado potrà essere definitivamente riconsegnato alla collettività- commenta il presidente del circolo Geofilos Antonio Pascale- favorire l’aggregazione puntando sulla passione per la terra e i suoi prodotti è un risultato che ci riempie di speranza”. Accanto agli orti sociali ci saranno anche degli spazi ludici, destinati ai bambini. Un modo per far incontrare le generazioni.
Aversa: l‘Orto dei Saperi È stato inaugurato il 5 novembre 2010, parallelamente all’apertura dell’attività didattica, l’Orto di San Lorenzo, all’interno del complesso della sede della facoltà di Architettura. Il progetto ha coinvolto studenti, docenti e personale tecnico.
Pontecagnano: gli archeo-orti A Pontecagnano Faiano, nell’area del parco archeologico, un tempo inaccessibile e a rischio vandalizzazione. Legambiente ha creato 50 orti di città, di 100 metri quadri affidati ognuno ad anziani in pensione.
Entusiasta dell’iniziativa il sindaco Francesco Papa. “ E’ stato bello vedere che i cittadini anziani- dice Papa- hanno accolto con entusiasmo l’idea degli orti sociali e sono certo che la centralità del Teverolaccio avrà un ruolo determinante nel percorso di crescita del territorio”. Intanto però se dal Comune non giungerà presto la concessione dei locali per realizzare il museo della cultura e delle tradizioni, si rischia concretamente di perdere una parte del finanziamento della Fondazione per il Sud. Un fondo di duecentomila euro al momento è congelato e sarà sbloccato solo quando e se ci sarà la disponibilità dell’ente locale a concedere gli spazi necessari.
Eboli: gli Orti di Città Dall’estate del 2003 in un’area di proprietà del Comune di Eboli (SA), in località S.Antonio sono nati gli Orti di CIttà.
Per la realizzazione degli orti sono stati recuperati 7.000 mq di terreno che versava in un stato di degradato e abbandono trasformandolo in uno spazio destinato a colture biologiche, visibile dalle aule didattiche e irrigato da un pozzo che recupera le acque di una falda a 50 m di profondità. Lo spazio è pensato per essere un elemento di legame tra la facoltà e la città: per la sua gestione infatti è stata appositamente costituita l’associazione Amici dell’orto di San Lorenzo. La fruizione dell’orto e dei suoi prodotti sarà aperta alla popolazione, in cambio di un contributo volontario a sostegno dell’iniziativa.
Tra gli orti dei pensionati, dove si coltiva con la tecnica dell’agricoltura biologica, melanzane, zucchine, peperoni, pomodori, ci sono orti didattici visitati da tantissime scuole provenienti da tutta la Campania. Gli obiettivi della campagna sono legati alla produzione, ma anche al miglioramento delle interrelazioni tra le persone. Dal punto di vista sociale la coltivazione amatoriale dell’orto può costituire una valida risposta al desiderio di «sapere cosa si mangia», rappresentando, allo stesso tempo, un’opportunità per investire positivamente il proprio tempo libero, per stare all’aria aperta, per socializzare. Nell’area interamente ripulita e bonificata dai volontari del Circolo Legambiente Silaris, sono stati ricavati gli orti assegnati gratuitamente a cittadini pensionati che li coltivano per uso proprio. L’area è utilizzata dai volontari di Legambiente come Laboratorio Didattico per progetti di Educazione Ambientale con le scuole cittadine. Il progetto è sostenuto dall’Amministrazione Comunale. info tel.3495442410
Le due zie nella preparazione della tavola
sapori di natale SAPORI DA IERI Nel borgo di Alvignanello, un viaggio alla riscoperta delle tradizioni gastronomiche dell’alto casertano. di Francesco Cosentino
A
rriviamo ad Alvignanello, in una giornata particolarmente fredda. Il paese, vicino a Caiazzo in provincia di Caserta, custodisce un borgo medievale di straordinaria bellezza. Ci rechiamo in una piccola casa, dove sono ad aspettarci le donne intente a preparare ricette tipiche del periodo natalizio. Una scena da presepe che prende vita, scorcio d’altri tempi: una cucina con focolare accogliente e una cortesia tale da farci sentire in famiglia, permettono l’instaurarsi di un clima speciale.
Le signore di casa, “zì”, come si chiamano in paese, iniziano a presentarci tutte le migliori tradizioni culinarie che partono dai giorni d’autunno e terminano con il cenone. La tavola è imbandita: scartelle, pane casereccio, scarole ripiene e zeppole con alici e uva passa. Tutto stuzzica l’appetito e la curiosità. Iniziano a raccontare che le scartelle sono pezzi di pasta fritti nell’olio, ottenuto dal raccolto d’olive dell’anno precedente. Zì Amelia ci spiega che ancora fino a qualche anno fa si diceva: “Aunate l’aulive, osinò ‘e scartelle nun v’è mangiate!”, un monito
la ricetta
LE SCARTELLE Ingredienti: 500 g di farina, 4 uova, 2 cucchiai di olio d’oliva, Sale q.b. Pepe q.b.
Disporre la farina sul piano da lavoro, creando un cratere al centro in cui mettere poi le uova, i due cucchiai di olio, sale e pepe. Lavorare l’impasto lentamente, e rigorosamente con le mani, e “tirare” la sfoglia, fino a che non sarà diventata di uno spessore di pochi millimetri; tagliare dei pezzi a forma di rombo, e friggere in olio d’oliva, portato a sufficiente temperatura, per il tempo necessario ad una cottura adeguata alla doratura delle scartelle. NB: invece del pepe, per rendere tale pietanza dolce, si può aggiungere, dopo la cottura, una spolverata di zucchero a velo.
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a raccogliere le olive per degustare le scartelle, che venivano cotte direttamente negli uliveti. Potevano essere “laveniate”, cioè impastate e lavorate, per ricavarne un impasto dolce cosparso poi di zucchero, o salato dal gusto semplice con aggiunta di sale e pepe. Il sapore è ottimo e non faccio in tempo a gustare delle scartelle che arriva “a padrona d’a tavola ‘e Natale”: la scarola ripiena, una sintesi di tutti i sapori dell’alto Casertano. Dopo il primo morso non riesco ad essere più attento. Tra le portate del cenone, continua zì Benita, c’era il pesce che loro stessi pescavano nel Volturno, che scorre proprio ai confini del paesino, e che forniva delle gustosissime anguille, che oggi, purtroppo, non risalgono più il fiume, a causa della diga, e quindi non possono più essere pescate. Si concludeva con i dolci, che potevano essere sia panettoni fatti in casa, sia delle zeppole bollite e poi arricchite di miele. Gli anziani di Alvignanello raccontano le loro tradizioni con una luce negli occhi che li fa tornare a decenni fa. Sottolineano che un tempo, per queste festività, i poveri mangiavano meglio dei ricchi, perchè producevano da sé ciò che avrebbero poi consumato nel periodo natalizio, e che era importante che tutta la famiglia fosse radunata attorno al tavolo, al “tatillo” e alla “mamella”, i nonni, chiamati ancor’oggi così in dialetto dai piccoli alvignanellesi. Concludiamo la nostra visita chiedendo ai padroni di casa quanto è rimasto oggi di queste usanze: cala un velo di tristezza negli occhi delle sagge donne che abbiamo incontrato, le quali, al tepore del focolare della loro casa, ci fanno comprendere che forse qualcosa è cambiato. Sicuramente non la loro forza d’animo, che obbliga i giovani di famiglia a rispettare e mantenere vive ancor oggi quelle tradizioni di qualche tempo fa.
piccoli grandi mestieri del bosco
di Annamaria Raviele *
Legambiente è da anni impegnata nella campagna nazionale Piccola Grande Italia, a sostegno della conoscenza e valorizzazione dei piccoli comuni, la maggior parte collocati in aree montane e parchi naturali, che conservano “tesori” locali poco conosciuti ma ricchi di storia e bellezza.
I
n queste realtà è ancora possibile ritrovare tradizioni che nel tempo sono rimaste inalterate e che possono offrire modelli di sostenibilità “ante litteram” da recuperare e rilanciare in chiave moderna, per favorire la diffusione di consumi consapevoli. Se ad un primo approccio il boscaiolo sembra avere poco a che fare con la sostenibilità di un bosco, in realtà può essere il garante della sua conservazione e riproduzione e del presidio di territori montani a forte rischio idrogeologico, se interviene rispettando le regole per un taglio non distruttivo e i tempi di ricrescita delle piante cedue. (in dialetto si dice lasciare la “dote” per i tagli futuri) Per integrare la povera economia della montagna, una delle attività più sviluppate in passato nel Matese ed oggi in via di scomparsa, era quella del carbonaio, che è il mestiere di trasformare la legna in carbone vegetale L’arte consiste nel tagliare legna nei boschi, soprattutto di faggio (ma anche nel raccogliere i tanti rami secchi del sottobosco, prevenendo così gli incendi), trasportarla in spiazzi piani e aperti chiamati “aria”, accatastarla in carbonaie o “catuozzi” (“piramidi” di rami costruite con grande perizia), innescare il processo di combustione lenta che porta alla carbonizzazione, ossia alla trasformazione della legna che è un composto organico in carbone. In passato il carbone vegetale veniva utilizzato come bene succedaneo del carbone fossile e per alcuni usi speciali dovuti all’alto potere di assorbimento. Ora il carbone vegetale è richiesto per alimentare i barbecue e i forni a legna delle pizzerie. L’uso del carbone vegetale per cuocere e arrostire i cibi è migliore di ogni altro metodo perché è naturale e le sostanze che rilascia non sono nocive. Un conto infatti è usare la fiamma del gas o del metano, i cui residui di combustione rilasciati prima di disperdersi nell’aria si attaccano ai cibi, un altro è il calore della brace che, se ben gestita, evita la fiamma . I carbonai dovevano abbandonare il paese dall’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato per trasferirsi con la famiglia in montagna in una capanna temporanea costruita per l’occasio-
Murales rappresentante la preparazione del catuozzo realizzato dal CEDA Matese; foto Ibello
ne, per sorvegliare giorno e notte il catuozzo per circa 15 giorni, per ottenere da 30/40 quintali di legna circa fino a 6/8 quintali di carbone. La sua forma di montagnola conica, formata da un camino centrale ed altri cunicoli di sfogo laterali, usati con lo scopo di regolare il tiraggio dell’aria, serviva a garantire una combustione perfetta della legna e a produrre ottimo carbone.
Nel quartiere Vallata di Piedimonte Matese si è stabilita fin dall’Ottocento una comunità di carbonai provenienti dall’avellinese (un’antica filastrocca definisce i vallatani “facci tinti”) e tuttora qui vivono le famiglie che continuano ad esercitare il mestiere di boscaioli e carbonai sui monti del Matese, certo con l’utilizzo di tecniche e mezzi di trasporto moderni.
Nel mese settembre è stata organizzata nel quartiere la 1^ Festa del catuozzo, con l’allestimento in città di una carbonaia a scopo dimostrativo e l’allestimento di una mostra didattica, che sono state visitate da centinaia di alunni e cittadini, contentissimi di rivivere un’antica tradizionale locale che rischia di essere dimenticata. Il Circolo Legambiente del Matese, ha deciso per questo di organizzare l’edizione 2010 di Puliamo il Mondo nella vicina Piazza Pioppetelli dove è stato realizzato da Giovanni Di Tommaso un bellissimo murales che riproduce scene di vita dei carbonai del Matese. Per mantenere in vita e valorizzare questa produzione, potrebbe essere utile in futuro certificare il carbone vegetale prodotto nel Parco Regionale del Matese, garantendo l’uso di legna dei boschi locali gestiti con tecniche di silvicoltura sostenibile. * Docente, formatrice del CEDA Legambiente Matese.
Dicembre/Febbraio 2011 - la Vite & il Pioppo - 7
Dove le coltivazioni non sono remunerative, spesso, i suoli vengono abbandonati, destinati a pratiche di abusivismo o di smaltimento illegali. Come vede l’idea di destinare una parte del suolo agricolo alla produzione di energie rinnovabili per
“agevolare” un ritorno alle pratiche
agricole?
LA QUALITà BATTE LA CRISI
Tommaso De Simone in foto con Michele Buonomo in occasione di Festambiente Terrafelix
Eccellenze del territorio, filiera corta, pratiche sostenibili, la ricetta per la ripresa in Terra di Lavoro. Ne parliamo con Tommaso De Simone, presidente di Unioncamere Campania di Stella D’Anna Presidente
quali sono i numeri del-
la crisi e quali le indicazioni che la
Camera
di
Commercio
di
dando ai suoi associati?
I
Caserta
sta
numeri della crisi sono numeri importanti. Nel 2009, che è stato “l’annus horribilis”: gli indicatori hanno evidenziato in modo forte la sofferenza del mondo delle imprese, con richieste importanti di accesso al credito. Altro indicatore, il saldo tra le imprese che hanno chiuso i battenti ed i nuovi iscritti è pari a ca. 400 imprese, su una platea di ca. 100.000 imprese iscritte alla CCIAA di Caserta. Tale dato è il più basso dagli ultimi 15 anni. Anche il tasso di disoccupazione è notevole con una percentuale intorno al 10% ma con una fuoriuscita importante dal mercato del lavoro. Nel 2010 la CCIAA ha messo in piedi una serie di attività a vantaggio delle imprese associate in diversi settori, alcune anche intersettoriali. Tra queste vanno evidenziate certamente le agevolazioni per l’accesso al credito attraverso i consorzi fidi; le attività di sostegno all’agricoltura attraverso incentivi per l’acquisto di macchinari innovativi; le attività di sostegno ai commercianti mediante la costituzione di centri commerciali naturali e l’accompagnamento delle imprese sui mercati nazionali ed internazionali. Da non trascurare, inoltre, le iniziative per la legalità attraverso l’attivazione di Sportelli Antiusura ed il progetto “Un camper per la legalità”. Presidente, quali sono i prodotti che, come la mozzarella di bufala campana, potrebbero dare un contributo positivo, diretto?
8 - La Vite & il Pioppo
Tutte le eccellenze del territorio che reggano la sfida con il mercato globale: dalla mela annurca ai vini, dalla seta al calzaturiero. Come fare per rendere le filiere di questi prodotti rapidamente competitive? La strada è quella già intrapresa da Coldiretti, attraverso i farmer market, i mercati di campagna amica a km zero; tutte iniziative finalizzate ad accorciare la filiera, a garantire la rintracciabilità degli alimenti ed a promuovere i prodotti tipici.
Non sono contrario, a patto che non si “violenti il territorio” innalzando megacentrali e sottraendo terreni all’agricoltura, poiché è fondamentale risparmiare e preservare il suolo e le risorse idriche che sono beni non più recuperabili una volta consumati. Un ritorno alle pratiche veramente sostenibili nell’agroalimentare sarebbe di per sé un indicatore di qualità positivo. A che punto siamo nella nostra provincia? Ci sono già dei dati significativi? La salubrità dei prodotti è certamente un indicatore positivo, mi riferisco, nell’agroalimentare, a tutti i prodotti a denominazione di origine (DOP, IGP, IGT) quali appunto la mela annurca, la mozzarella di bufala campana; tutti prodotti dove i controlli sulla sicurezza alimentare sono costanti e seri. Quella casertana è una terra fertile e generosa, basterebbe solo rispettarla di più. Tommaso De Simone è originario di Teano. Fin da giovanissimo, alla sua attività di imprenditore agricolo (è proprietario di un’azienda di castagne n.d.r.) ha affiancato quella di politico. Nel 1991 è vicepresidente nazionale dei giovani di Coldiretti, nel 1998 vicepresidente della Coldiretti di Caserta della quale diventa Presidente nel 2007. Nel dicembre 2009 è eletto Presidente della CCIAA di Caserta. Il 14.12.2010 è stato eletto all’unanimità leader di UnionCamere Campania.
Un Presidio SlowFood per l’alberata aversana Salvaguardare il territorio e promuovere prodotti d’eccellenza. Con questi obiettivi nasce, in occasione di Festambiente 2010, un’intesa tra Legambiente e Slow Food intorno all’idea di valorizzare l’”alberata aversana”, comunemente indicata come “vite maritata al pioppo”. Ne abbiamo parlato con Nino Pascale, presidente di Slow Food Campania (nella foto con L. Pignataro). Come può essere rivalutata la Vite Maritata? Quale può essere la soluzione per salvaguardare e riproporre questa biotipicità dell’agro aversano-atellano? La Vite Maritata viene salvata prima di tutto dai contadini, devono poter credere che il lavoro che svolgono è un lavoro prezioso che va al di là della remunerazione economica. Tutto ciò presuppone un lavoro culturale dei soggetti istituzionali e sociali che hanno a cuore la salvaguardia di un prodotto
unico. Dal punto di vista dell’azione di Slow Food, riteniamo che uno strumento come il Presìdio (che ha già salvato tanti prodotti, con le relative tecniche di produzione, dal rischio di estinzione) possa garantire quel supporto tecnico, di comunicazione e commerciale, utile superare le difficoltà che rendono antieconomica la produzione. Volendo
Cifre che si devono tenere presente quando si sceglie la bottiglia che scandirà l’ultimo giorno dell’anno. Quando dietro alla produzione di spumante c’è la lunga tradizione vitivinicola e paesaggistica di un territorio, la storia acquista un valore aggiunto. È questo ciò che accade L’Asprinio di Aversa, per la sua acidità nell’agro aversano con la produziotipica, ha trovato nella versione spumante la più di spumante riuscita utilizzazione. Ne parliamo con uno dei pochi ne derivato da uva produttori della zona della DOC. asprinia. Una tradizione che di Eugenio Tinto resiste all’usura del tempo e a un mercato sempre più legato alla uci, tante luci e poi festoni, grande distribuzione nelle cantialberi, acquisti all’ultima corne dell’azienda Magliulo. Con olsa, supermercati affollati che tre 100 annidi storia a Frignano, sversano le loro merci provenienti da un paese vicino Aversa, la famiglia ogni dove nelle case di quasi tutti i Magliulo produce vino asprinio e consumatori: questo è il Natale, allo spumante derivante delle stesmeno in alcune parti del mondo. so vino. Queste uve si sviluppa su Da non dimenticare la bevanda reuna “vite maritata al pioppo” che gina di tutte le festività, lo spumanpuò raggiungere anche i 15 metri te. Nel 2009 sono state consumate di altezza. Lo spumante è prodotin tutto il mondo circa 400 milioni to come da tradizione rispettando di bottiglie, per un fatturato di 3 mile fasi naturale di fermentazione. liardi di euro.
un brindisi a km zero
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Conservando il sapore acidulo del vino asprinio, lo spumante si differenzia dai prodotti commerciali. La Vite Maritata al Pioppo è una biodiversità che ai comuni della DOC dona un patrimonio da preservare ed incentivare. Una cinta naturale composta da festoni di vite maritata potrebbe essere il nuovo paesaggio e la nuova ricchezza turistica e vitivinicola dell’agro aversano, ma come afferma Raffaele Magliulo «i costi di gestione legati alla vite maritata sono troppo alti. Con 30-40 centesimi al kilo non si possono giustificare i costi legati agli investimenti». La tradizione è giusto che si conservi, anche perché gli stessi Magliulo posseggono Viti Maritate ma utilizzate come chiusura naturale dei terreni, ma come sostiene il titolare dell’azienda «ci sarebbe bisogno che la Regione incentivi l’acquisto di macchinari per la raccolta dell’uva ad un’altezza di almeno dieci metri».
quella buona soffermarci, per ora, agli aspetti comunicazionali e commerciali dobbiamo rilevare alcune cose. Innanzitutto, chi consuma oggi l’Asprinio di Aversa da Vite Maritata, cosa sa di quanto sia difficile coltivare questi vigneti? Io credo molto poco. Perciò si tratta di spiegare che acquistando quella bottiglia, non si acquista soltanto la qualità del vino (e in ogni caso sulla qualità sarà fondamentale lavorare con agronomi, enologi), bensì si acquista anche la possibilità di poter ancora vedere quelle viti e di poter salvaguardare una tecnica di produzione ben radicata nella tradizione agricola del territorio. Il Presìdio, attraverso, la partecipazione alle manifestazioni internazionali, l’alleanza con i ristoratori, le campagne di comunicazione ad hoc, prova a fare esattamente questo tipo di lavoro. C’è chi sostiene che il rilancio della vite maritata ha costi troppo onerosi
e non raccoglie tra i giovani agricoltori il consenso che serve per mandare avanti l’attività. In più, l’attività di raccolta ad altezze elevate pone problemi di sicurezza sul lavoro. La questione dei costi onerosi è strettamente legata agli aspetti sottolineati in precedenza. Faccio un esempio: il Sauter-
nes, vino dolce francese famoso in tutto il mondo, ha dei costi di produzione elevatissimi, in quanto i produttori effettuano la vendemmia con 7-8 passaggi in vigna per raccogliere i singoli chicchi di uva al giusto grado di maturazione. Eppure nessun appassionato di Sauternes si sogna di dire che i costi di produzione sono troppo elevati, perchè ormai accetta che quella tecnica sia l’unica praticabile se vuol continuare a bere Sauternes. Ho fatto un esempio estremo, per rendere l’idea di quanto sia importante un approccio scrupoloso al problema. Ovviamente anche la sicurezza sul lavoro è un elemento correlato ai costi di produzione, infatti per garantirla è necessario di dotarsi delle attrezzature adatte oggi disponibili, più costose rispetto a quelle utilizzate attualmente, che sarebbero antieconomiche se il costo medio per bottiglia si dovesse mantenere sotto i 4 euro per bottiglia.
frutta e verdura fresche - un esempio di “fornitura tipica” dei gruppi di acquisto solidale
Acquisti etici intorno a “La Tavola Rotonda” L’acronimo GAS sta per Gruppo di Acquisto Solidale. Per saperne di più abbiamo chiesto a Nicola Ciccarelli, uno dei fondatori del “La tavola rotonda” di Aversa, che cos’è e come si partecipa ad un gruppo di acquisto. di Laura Garofalo Quando nasce l’idea di costituire il GAS “La tavola rotonda” ?
è
la storia di “tre amici al bar” Fulvio e Maurizio Farinaro ed io che, alla fine del 1999, decidono di costituire un’associazione finalizzata a promuovere la cultura dello sviluppo e delle produzioni alimentari ecosostenibili, con particolare riguardo all’agricoltura biologica e biodinamica, alla bioarchitettura, alle medicine alternative ed in generale a tutte le scienze umane che pongono alla loro base la ricerca ed il rispetto dell’equilibrio uomo-universo. Del gruppo, oggi, fanno parte circa 80 famiglie che si sono unite per l’acquisto di prodotti alimentari che singolarmente sarebbero difficili da reperire, senza un contatto diretto con i produttori.
Ciascun membro del gruppo si occupa di reperire un determinato prodotto, io e mia moglie, ci occupiamo, in particolare, di reperire mele acquistate nel bellunese e del parmigiano, scegliendo accuratamente i produttori che adottano tecniche di coltivazione biologiche e biodinamiche.
Come si entra a far parte di un gruppo di acquisto? Gli acquisti avvengono attraverso un forum presente su www.latavolarotondagas.org dove tutti, che siano veterani o al primo acquisto possono effettuare il proprio ordinativo. Il gruppo è aperto a tutti senza alcun vincolo di numero. Entrare a far parte di un gruppo significa anche partecipare in modo attivo nella ricerca di nuovi prodotti e produttori, nella speranza che diventino sempre più numerose le piccole aziende locali fornitrici per poter incrementare gli acquisti a chilometro zero. Quali sono i vantaggi della partecipazione ad un GAS? I vantaggi sono numerosi ed evidenti. A partire dalla conoscenza del produttore che è certezza di un prodotto salubre e biologico. Per non parlare del prezzo che risulta inferiore ai prezzi di mercato dal momento che viene eliminata l’intera filiera distributiva. Riesco ad acquistare mele biologiche ad 1.20 euro al chilo mentre le pagherei molto di più al supermercato.
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doppio click www.latavolarotondagas.org www.retegas.org www.energiacomune.org
E poi c’è la S di Solidale a contraddistinguere i nostri acquisti che risultano vantaggiosi anche per gli agricoltori che forniscono i prodotti. Non è tutto, basti pensare che l’odierno sistema economico predilige le quantità che permettono di ridurre i costi di produzione anche a discapito della qualità, mentre la nostra tipologia d’acquisto, da l’opportunità alle aziende più piccole, che hanno come obiettivo la qualità e la certificazione piuttosto che la quantità, di avere maggiori chance e di poter continuare a produrre con metodologie corrette e che rispettino “l’uomo e la natura”. Quali sono gli errori più comuni che i consumatori commettono? Spesso, anzi forse sempre, recandoci al supermercato riempiamo il carrello di numerosi prodotti il cui acquisto è dettato dalla routine o dai bombardamenti pubblicitari e non da una scelta ponderata. Non riflettiamo mai abbastanza sulla provenienza dei prodotti, su quanti km facciano prima che li troviamo al supermercato sotto casa e, soprattutto se siano qualitativamente buoni. Non si comprende che nel prezzo di un prodotto è spesso inclusa la quota parte destinata alla pubblicità. Infine, c’è la questione legata allo sfruttamento dei lavoratori, spesso minorenni o immigrati, che abbattono molto il prezzo dei prodotti. Dalle parole di Nicola ho colto l’invito a pensare che dietro l’acquisto di un prodotto c’è ben altro. E tu?
comuni ricicloni Le discariche e i termovalorizzatori devono essere solo l’ultima soluzione al problema di Eugenio Tinto Per il sesto anno consecutivo sono stati premiati i comuni più virtuosi della regione che hanno effettuato la raccolta differenziata di qualità raggiungendo percentuali davvero significative. Ad aggiudicarsi il premio è stato il comune di Raccagloriosa. La virtuosa realtà in provincia di Salerno ha totalizzato nel corso del 2009 oltre il 93% di raccolta differenziata, risultando così il primo comune della Campania. Nella classifica dedicata ai comuni con oltre 10mila abitanti a vincere è stato Bellizzi, con una percentuale del 72%, mentre a Cave de’ Tir-
se la corrente la faccio col GAS Parte in Campania la promozione dei Gruppi di Acquisto di Legambiente per il fotovoltaico e il solare termico
N
di Antonio Pascale
on solo ortaggi biologici buoni e a costi contenuti o pannolini e scarpe a prezzo d’ingrosso, da oggi anche l’energia puoi produrla col “GAS”. Esperienza ormai collaudata al nord della penisola, grazie all’iniziativa di Legambiente, i Gruppi di Acquisto Solare, stanno facendo breccia anche a sud. E con grande soddisfazione degli aderenti. Dopo le numerose esperienze di GAS in Veneto, quest’anno, grazie a Legambiente, oltre 230 famiglie siciliane hanno potuto installare un impianto di 3kW ad un prezzo intorno ai 10.500€-12.000€ iva compresa e chiavi in mano. E tra poco, si partirà anche in Campania, dove lo sportello regionale di Legambiente, sito a Succivo, si è già attivato sul territorio casertano e beneventano.
Il 16 dicembre ad Avellino si è svolto il Premio Comuni Ricicloni 2010, manifestazione organizzata da Legambiente Campania. La VI edizione della manifestazione ha visto come vincitrice la provincia di Salerno. Mentre per Caserta la provincia resta ancora un mistero.
Ma come funziona? Un GAS solare è -in praticaun gruppo di cittadini che, sotto la guida di Legambiente, si mettono insieme per acquistare impianti solari “chiavi in mano” ottenendo condizioni particolarmente vantaggiose. Per la fornitura, viene predisposto un capitolato che viene inviato a decine di aziende installatrici. Dopo una scrematura da parte di una commissione di esperti, tocca alle famiglie scegliere la proposta più vantaggiosa. Ma i vantaggi per i cittadini non sono limitati al risparmio sul costo di acquisto. Infatti i Gas solari possono contare su tecnologie e materiali di fascia alta, selezionate da una commissione di esperti, che ha il compito di valutare l’affidabilità delle aziende e la qualità dell‘impianto proposto. Non solo, rappresenta un parametro di scelta anche la trasparenza del contratto, che oltre alle garanzie di risultato, deve prevedere specifiche modalità di manutenzione e di intervento in caso di guasto. Per il solare termico, il GAS si occupa anche delle detrazioni fiscali del 55%, confermate anche per il 2011.
reni è andato il premio come comune più virtuoso nella classifica dedicata ai comuni con oltre 20mila abitanti. I capoluoghi di provincia, che raccolgono i 551 comuni che compongono il mosaico Campania, fanno ben sperare. Il comune di Avellino ha raccolto il 62,57% di immondizia differenziata: questo fa si che il capoluogo irpino sia il più virtuoso dalla Regione. In appena due anni, infatti, il livello di raccolta differenziata è aumentato del 52,47%. Il comune di Caserta anche quest’anno non è riuscito ad ottenere almeno la denominazione di Comune Riciclone. Ha chiuso il 2009 con il 47,25% di raccolta differenziata. Questo è indice che la discarica è considerata ancora come il primo sistema utile per smaltire i rifiuti. ”Il primo passo per uscire dal costante stato di emergenza nel quale parte della Campania si trova dal 1994 è quello di ridurre gli imballaggi ed effettuare una raccolta differenziata di qualità ed infine, come ultima istanza, infossare o termovalorizzare” ha affermato Stefa-
Infine, spesso, il pacchetto comprende anche la possibilità di finanziamento da parte delle Banche, alcune delle quali, come le Banche di Credito Cooperativo, hanno già stilato con Legambiente accordi particolarmente vantaggiosi per i clienti. Vantaggi che difficilmente il singolo utente riesce ad ottenere ma che, appunto, con il sistema del gruppo di acquisto, sono sempre più alla portata di tutti. Interessati? Scrivete a energia@legambiente.campania.it.
i vantaggi del GAS • fornitura omogenea di prodotti di qualità per tutti; • possibilità di avere un servizio di installazione “chiavi in mano”, risparmiando a tutti tempo e risorse economiche; • abbattimento del costo di acquisto del 20-30%; • risparmio sulle bollette, che vengono ridotte con l’installazione degli impianti solari; • sgravi fiscali previsti dalla legge; • incentivi dati dal Conto Energia; • accesso agevolato ai crediti, scegliendo fra i prodotti migliori offerti dalle banche
no Ciafani responsabile scientifico di Legambiente. “Queste realtà dimostrano che in Campania si sono ottenuti ottimi risultati”, ha concluso Ciafani. Oltre ai Comuni Ricicloni è stato consegnato il Premio Ecologista dell’Anno. Ad aggiudicarsi il premio è stato l’imprenditore Antonio Diana, che con l’azienda ErrePlast, viva realtà di Gricignano di Aversa, da anni è impegnato nel campo del recupero degli imballaggi in PET e nella sensibilizzazione della difesa dell’ambiente. Antonio Diana è chiaro: “questo premio può rappresentare per tutte le aziende presenti nel settore una pagina bianca sulla quale iniziare a scrivere la nuova storia della Regione Campania”. Sono considerati comuni ricicloni quelli che nel corso dell’anno ha raggiunto il 50% di raccolta differenziata
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Martedì 14 dicembre si è indecorosamente conclusa la Conferenza dei Servizi che doveva decidere sulla prosecuzione o meno dell’attività di cava nel nostro territorio. Questa conferenza è durata illegalmente per due anni, dal momento che gli enti partecipanti rimandavano le proprie decisioni, ognuno sperando che fossero altri ad avere il coraggio di opporre il giusto diniego ad un potentato quale quello dei Caltagirone di Leopoldo Coleti
C
ome sempre, i Casertani se ne accorgeranno a scoppio ritardato, quando non si potrà più tornare indietro. Tutto nasce da un progetto presentato dalla Cementir che chiede un ampliamento dell’area, cosiddetta B, della cava Vittoria ricadente nel comune di Maddaloni. Il progetto preliminare presentato dalla Cementir, dal quale risulta lo stralcio degli interventi di ultimazione della cava attiva, prevede complessivamente un’estrazione di 9.467.650 mc di calcare da realizzarsi in circa venti anni.
Leopoldo Coleti, ingegnere chimico, presidente del Circolo Legambiente Caserta per oltre venti anni. Autore del libro “La leggenda del Minotauto” sulla mobilità sostenibile. Sul settimanale “Il Caffè” di Caserta gestisce una rubrica dal 1997.
BENVENUTI A CAVERTA Ovvio che un’attività di cava, così come la produzione di cemento dell’annesso cementificio, non si concilia affatto con altri progetti di recupero e valorizzazione del territorio e con i vincoli esistenti che sono: il vincolo paesistico, il vincolo di rimboschimento,il vincolo relativo all’area soggetta ad incendi nel 2001, il vincolo derivante dal fatto che il sito è classificato dal PRG del Comune di Maddaloni come E1- Territorio ru-
Ancora cave Ancora cemento Il progetto di ampliamento doveva essere sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi degli art. 23 e 24 del testo unico dell’ambiente. L’art. 24 comma 1 titolo III capo del decreto alla lettera b) impone di tener conto degli effetti indiretti e diretti che l’attuazione dei progetti hanno sull’uomo, la flora, la fauna, il suolo, le acque di superficie e sotterranee, il paesaggio, i beni materiali e il patrimonio culturale e ambientale.
Tutto questo non è sembrato sfiorare minimamente non solo la Cementir, ma neanche i soggetti preposti ai controlli di legge.
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rale di salvaguardia paesistica; il vincolo idrogeologico a macchia di leopardo per il rischio di
“
le Associazioni e i comitati portatori degli interessi diffusi si auguravano chiare prese di posizione degli altri Enti territoriali
”
frana R1 (rischio moderato), R2 (rischio medio), R3 (rischio alto), sino a R4. Le attività della Cementir si svolgono a ridosso di case e strutture pubbliche e sanitarie, in vicinanza di monumenti storici di pregio la cui concausa di degrado è attribuibile anche alle polveri di cava e cementifici e alle vibrazioni causate dallo scoppio delle mine. La continuità estrattiva impedisce l’apertura del nuovo polo ospedaliero che è in avanzata costruzione e rappresenta un’inconfutabile struttura di interesse pubblico di tutta la provincia di Caserta, oltre che un volano per lo sviluppo economico del capoluogo di provincia (550 po-
sti letto, oltre 500 posti di lavoro diretto e almeno 5000 per attività connesse). Gli Enti partecipanti, da parte loro, hanno spesso cercato di blandire la Cementir, partecipando ad un gioco del cerino che ciascuno cercava di passare di mano evitando di assumersi la
relazione 2650 del 26 gennaio 2009 in ordine alla richiesta Cementir, esprime parere negativo, ne illustra le valide motivazioni ostative alla realizzazione del progetto, in piena consapevolezza dello stato dei fatti, dei vincoli e delle decisioni del consiglio comunale. In seno alla Conferenza del 16 settembre, poi, c’è stata la netta presa di posizione del Comune di Caserta che, tramite il Sindaco di Caserta ing. Petteruti intervenuto personalmente, si è espresso contrario al progetto Cementir. Petteruti ha chiaramente affermato che la sorte della cava “Vittoria” non è riconducibile ad un problema puntuale del nostro territorio, ma è un elemento che va preso in considerazione in un ampio contesto di pianificazione territoriale. Che insomma, o si continua a cavare e produrre cemento (con le conseguenze che conosciamo) oppure si progetta uno sviluppo del territorio basato sulla valorizzazione ambien-
responsabilità di esprimere un chiaro no al progetto. Di qui la durata abnorme del procedimento che avrebbe dovuto concludersi perentoriamente il 16 Settembre c. a. con l’acquisizione del parere VIA e i pareri paesaggistici. In merito a questi ultimi sono già stati dati alcuni pareri negativi. Infatti il dirigente dell’area tecnica comunale di Maddaloni nella
tale e sul terziario avanzato. Una delibera di giunta ha poi confermato questa posizione senza alcuna esitazione. Le Associazioni e i comitati portatori degli interessi diffusi si auguravano analoghe chiare prese di posizione degli altri Enti territoriali, Provincia e Regione. Malgrado questa storia dei fatti, che è necessario tene-
re presente per comprendere bene in mano a chi siamo e il concetto che hanno del popolo e dell’ambiente molti enti preposti alla gestione del territorio, la ventesima seduta della conferenza dei servizi di martedì 14 dicembre si è conclusa con il parere positivo al progetto della Cementir.
Silenzi e contraddizioni La Commissione Valutazione impatto Ambientale regionale ha dato parere favorevole all’azienda di Caltagirone che potrà ampliarsi sul versante della montagna che affaccia in vicinanza dell’acquedotto Carolino, eremo San Michele e altre strutture. I tecnici della commissione sono caduti in una plateale contraddizione che arrecherà ai cittadini casertani un danno di ben 42 milioni di euro spesi per realizzare la struttura del policlinico. A causa di questo inspiegabile comportamento della commissione regionale non ci sarà più possibilità di aprire il policlinico il quale è stato costruito grazie ad un parere favorevole di valutazione impatto ambientale condizionato all’obbligo di delocalizzazione di cave e cementifici. Tale obbligo con il parere favorevole dato alla Cementir non è stato adempiuto. La Regione prima ha detto di si alla costruzione del Policlinico e oggi dice di no, come se automaticamente annullasse il parere favorevole VIA rilasciato alla struttura ospedaliera nel 2004. La Sovrintendenza ai beni paesaggistici (sic!) ancora una volta è stata assente e non ha presentato il suo parere sul vincolo paesaggistico facendo scattare il silenzio assenso. A tal proposito è bene ricordare che la Commissione Edilizia Integrata del Comune di Maddaloni aveva espresso parere negativo sul progetto in quanto aveva confermato l’esistenza del vincolo paesaggistico. Forse è la prima volta che la Sovrintendenza non confermi un parere tecnico: a fronte di questo comportamento omissivo già le Associazioni hanno intenzione di valutare tutte le possibilità di azioni legali. Difficile trovare parole per descrivere la profonda insoddisfazione per questa ingiusta conclusione che reca danno alla città così come fin troppo spesso si sente (a parole) per bocca dei responsabili di tante istituzioni.
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Una festa per Terra Felix Dopo il successo della prima edizione, parte l’organizzazione di Festambiente 2011
L
’abbiamo dedicata ad Angelo Vassallo, sindaco di Pollica massacrato dalla camorra. L’abbiamo vissuta fino all’ultimo come un mezzo per riscattare la nostra terra, in un momento in cui tutto il mondo ne pensa e ne parla male. L’abbiamo realizzata grazie all’impegno di decine di volontari con un unico obiettivo: mostrare quello che di buono c’è e che sappiamo fare, noi persone che vogliono bene alla Campania.
di Antonio Pascale
6000 ore di volontariato, 3000 presenze, 300 partecipanti alle degustazioni, 25 relatori ai 4 convegni sul paesaggio, l’ambiente, la legalità e l’energia, 10 ore di musica e spettacolo, 15 associazioni e cooperative in rete, oltre 1000 piatti serviti nel ristorante biologico e sociale della festa, dove i rifiuti sono stati raccolti in maniera differenziata e l’acqua servita rigorosamente dal rubinetto.
I premi “Fort Apash”
La prima edizione di FestAmbiente Terra Felix ha segnato la nascita dei due premi FortApash e TerraFelix. Il primo, ispirato a Giancarlo Siani, viene assegnato annualmente a persone, Enti ed organizzazioni che si distinguono nella denuncia contro
Sono questi e tanti altri i numeri che hanno reso Festambiente Terra Felix tra i più apprezzati festival ecologisti a livello nazionale. E poi, il Casale di Teverolaccio, protagonista, nel suo splendore, di un momento di festa, contenitore e allo stesso tempo contenuto di tre giorni di “buon vivere” in armonia con il territorio di Terra di Lavoro. Oggi ripartiamo per la seconda edizione. Abbiamo deciso, infatti, che Festambiente, anche in Campania merita di essere un evento annuale. E ripartiamo con la consapevolezza di avere al nostro fianco una rete sempre più vasta di soggetti istituzionali, del terzo settore e del mondo produttivo che vogliono insieme a noi scommettere in uno sviluppo equilibrato e sostenibile della nostra terra che abbracci economia, cultura, ambiente e sociale. Slow Food, Libera, le Pro Loco, Archeoclub, gli scout, i Comuni, le Province, la Camera di Commercio, gli artisti e i musicisti che hanno scommesso insieme a noi, i sostenitori privati, le associazioni di categoria, gli amici agricoltori e i produttori di qualità del nostro territorio, a lavoro insieme a Legambiente per organizzare la festa campana del “buon vivere” del 2011. E ripartiamo con la speranza che il prossimo anno possa essere migliore di questo che, tra crisi dei rifiuti, ritorno al nucleare, fenomeni climatici estremi, inquinamento delle acque ed eventi eco mafiosi ci lascia non poche preoccupazioni per il futuro. Vogliamo ancora provare a vedere il lato positivo. Anche l’anno prossimo faremo festa. Siete tutti invitati… anche all’organizzazione!
e “Terra Felix”
le illegalità e le ecomafie. Il secondo riconoscimento vuole premiare persone che nella loro comune attività sono impegnate nella promozione delle eccellenze culturali, ambientali enogastronomiche della Regione Campania .
QUANDO L’AMBIENTE FA NOTIZIA
a cura della RedazioneJunior
Da dieci anni il corso di giornalismo Laura Conti prepara giovani alla comunicazione ambientale. Nel corso delle lezioni i partecipati hanno conosciuto firme importanti del settore ambientale ed energetico.
A
fine ottobre, si è concluso il Corso di Giornalismo ambientale per ragazzi organizzato dal circolo Geofilos. Con il contributo della Regione Campania per il progetto “Ambientegiovani.TV” quindici ragazzi dai 16 ai 26 anni sono venuti a conoscenza delle nozioni base del giornalismo ambientale, della fotografia e delle video riprese e una parte di loro è già integrata nella redazione junior de “La vite e il pioppo”. Tra i ragazzi che hanno partecipato al corso c’è Eugenio, giovane succivese, appassionato alla scrittura e molto legato alla sua terra ma “non proprio convinto di essere un ambientalista”. Si è descritto così lui stesso, durante i colloqui preliminari per la selezione al corso, e non si aspettava che sarebbero bastate poche settimane per rendersi conto di avere trovato la risposta alla domanda che solitamente si rivolge ai ragazzi della sua età: da grande voglio fare il giornalista…. ambientale. Eugenio si è sentito così coinvolto che ha subito voluto partecipare al corso di Giornalismo ambientale EuroMediterraneo Laura Conti organizzato a Savona, in collaborazione con Legambiente Nazionale, che ogni anno forma nuove leve, non solo tra i volontari di Legambiente, che vogliono impegnarsi nella promozione e nella tutela del territorio. “Formarsi per conoscere. Informare per far conoscere. Un corso di Giornalismo ambientale tenuto da ambientalisti è prima di tutto una scuola per la mente e l’anima e poi un laboratorio per costruire o ridefinire la propria coscienza ambientalista – ci racconta Eugenio. L’ambiente ha bisogno di essere difeso in modo costante e quotidiano e il miglior modo per farlo è conoscerlo in maniera minuziosa e consapevole. Comunicare l’ambiente è difficile ma la sfida non è impossibile, anzi raggiungibile e stimolante.
Durante le sei settimane di corso ho avuto modo di conoscere molte personalità che del giornalismo e della divulgazione scientifica hanno fatto il proprio credo, la propria missione e questo per me è stato un vero onore”. Ventuno ragazzi hanno avuto modo di capire che il giornalismo ambientale non è affatto materia da intellettuali da salotto ma si esercita scendendo per strada conoscendo i reali problemi che affliggono il nostro Paese, sporcandosi se occorre le scarpe di fango e percolato, attraversando un fiume inquinato o una spiaggia vittima dell’incuria dell’uomo. Questo e tanto altro nelle settimane trascorse a Savona durante gli approfondimenti su campo. “Alla fine di quest’esperienza ho la consapevolezza che l’Ambiente fa notizia e spetta ai giornalisti il compito di leggere scrupolosamente la realtà e riuscire a diffondere l’importanza di assumere atteggiamenti utili alla sua tutela”. Eugenio, tornato il 10 Dicembre, è pronto per iniziare un nuovo corso della sua vita che speriamo lo conduca a soddisfazioni professionali e personali.
Momenti del corso. In aula durante il workshop finale, altri momenti durante i sopralluoghi alla discarica e impianto di biogas nel savonese.
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Angelo Vassallo durante una delle tante premiazioni delle “vele blu” di Legambiente e Touring Club.
Abbiamo chiesto a Michele Buonomo, Presidente di Legambiente Cam-
per non dimenticare Di Angelo Vassallo, Sindaco pescatore di Pollica, e della sua morte è stato detto e scritto tutto riguardo alle battaglie per portare i suoi cittadini a poter urlare fieri di vivere in un luogo sicuro, pulito e giusto. di Susy Pascale
S
i è tenuto nei giorni 17, 18 e 19 settembre “Festambiente” organizzata dalla rete dei circoli casertani in particolare di Succivo, Caserta e Piedimonte Matese. Il Festival dell’ambiente, della cultura e della promozione al bello della nostra terra è stato dedicato all’amico Angelo Vassallo, ucciso barbaramente in un agguato il 5 settembre. Durante la tre giorni gli ospiti che hanno partecipato ai convegni e seminari hanno rivolto il loro pensiero ad un uomo così coraggioso e impegnato nella difesa del suo territorio. Il giorno dei funerali di Angelo i volontari di Legambiente provenienti da tutt’Italia si sono uniti al corteo per testimoniare l’orgoglio di avere condiviso una parte delle campagne contro le illegalità di ogni genere. Anche il Circolo Geofilos era lì a
confermare la volontà di continuare la strada della legalità intrapresa da Angelo per la salvaguardia, la tutela e promozione dei servizi e l’attenzione ai cittadini.
I volontari dello Sportello Ambiente e Legalità di Geofilos ai funerali di Vassallo
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pania e amico di Angelo Vassallo, quali sono i ricordi che ancora affiorano vivi nella sua mente di un uomo tanto attivo nella difesa dell’ambiente e della legalità. Di ricordi ne ho tanti ma ciò che mi piace ricordare è il suo modo di essere e le azioni a favore del suo territorio. Angelo aveva capito una cosa fondamentale: che la legalità dovrebbe essere un prerequisito del fare politica, ma spesso non lo è. Soprattutto, però, aveva intuito che una leva fondamentale per lo sviluppo del Cilento, di Pollica, era la promozione e tutela del paesaggio, delle sue risorse, spinto dal suo essere ambientalista e dall’amore per il suo paese. Angelo era un amministratore, un uomo molto attento a tutto quello che gli accadeva intorno e spesso dovevo insistere con lui perché rendesse noto agli altri quello che stava sperimentando sul territorio. Per Legambiente i risultati raggiunti da Vassallo erano diventati un fiore all’occhiello, dalla raccolta differenziata all’attenzione per i turisti. Pollica si candidava sempre più a diventare volano di sviluppo ed modello per tutta la Campania, in termini di rispetto e promozione dell’ambiente. Pollica e i territori intorno, oggi hanno il dovere morale di continuare tutte le battaglie intraprese da Angelo e diventare un motore per disinnescare
quell’atavica rassegnazione che porta spesso a dire non si può fare, è troppo difficile. Angelo non si è mai sottratto all’ulteriore impegno di andare in giro, raccontare la sua esperienza, come incoraggiamento per altre simili. Quali sono stati gli ultimi atti della sua amministrazione? Aveva aderito allo stop al consumo di suolo. Aveva così fermato la cementificazione selvaggia della zona, non dando concessioni per nuove costruzioni. Aveva messo al bando gli shopper di plastica. Aveva anche deciso la scorsa estate di mettere i defibrillatori in spiaggia su nostro suggerimento Quali sono le parole di Angelo che non dovremmo mai dimenticare? E’ difficile per me scegliere tra le tante cose dette quelle che sono più importanti da ricordare, perché quando un amministratore della cosa pubblica, quale Angelo era, è attento al benessere dei cittadini sapendo che questo scaturisce dal vivere in un ambiente
che si sviluppa e si modifica in maniera sostenibile, ogni sua parola è giusta.
Lui mi diceva spesso che bisognava puntare a far crescere il benessere dei cittadini e insegnare loro anche ad essere ospitali “Vedrai che tanto più staranno bene, tanto più conserveranno un tratto di gentilezza e ospitalità”. Con queste parole voleva, in un certo senso, far comprendere che gli uomini non si rendono conto che è possibile vivere meglio se prima non si sperimentano alternative valide, sottolineando che tocca a chi intraprende la lotta contro le illegalità, la difesa dell’ambiente di non stancarsi mai di convincere che si può e si deve vivere in modo migliore. Così era Angelo.
un'altra casa? Continuano le iniziative di sensibilizzazione contro il consumo di suolo dello Sportello Ambiente e Legalità “È importante far conoscere la bellezza alle persone, perché dalla bellezza prende il via tutto il resto”. Con le parole di Peppino Impastato si è aperto il convegno “Un’altra Casa?”, organizzato dal circolo Legambiente di Succivo lo scorso 30 novembre. Frutto dei responsabili e dei volontari degli Sportelli Ambiente e Legalità, il convegno è nato per far comprendere alla cittadinanza le criticità del nostro territorio. Tra le tante: il consumo di suolo e il rilancio dell’economia attraverso il ciclo del cemento. Al convegno hanno preso parte Vezio De Lucia, urbanista e redattore del Piano Territoriale della Provincia di Caserta, Donato Ceglie, Magistrato della Procura di Santa Maria Capua Vetere, Enrico Fontana, Presidente dell’Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Nazionale, il presidente del Circolo locale di Legambiente Antonio Pascale. Coordinatrice della serata Gabriella Corona, membro dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo. Al centro del dibattito, la situazione urbanistica di Terra di Lavoro, che per metà del costruito è in una situazione di assoluto degrado. In più, preoccupazioni sono venute da più parti in merito alla concreta possibilità che la camorra si inserisca nelle varie fasi del ciclo del cemento: dalla produzione delle materie prime alle operazioni finanziarie immobiliari. Dal convegno è emerso un dato inequivocabile: non c’è la necessità reale di edificare su nuovo suolo. Lo spazio verde è poco e i comuni dell’agro atellano – aversano mostrano chiari i segni di una vivibilità perduta. La proposta degli ambientalisti è chiara. Occorre superare una visione del paesaggio ferma alla tutela di alcune aree e beni, ragionare di salvaguardia ma anche di come contaminare con la chiave della qualità gli interventi sul territorio. Invertire la rotta, ripianificare lo sviluppo del comprensorio non in un ottica di aumento di capacità insediativa bensì di riqualificazione e valorizzazione dell’esistente, rappresenta la vera sfida per le amministrazioni dei comuni a nord di Napoli. Il convegno rientra nelle attività dell’Osservatorio Provinciale Ambiente e Legalità della Provincia di Caserta costituito con il Progetto Legame, realizzato in collaborazione con il CSV Assovoce, finanziato con i fondi Protocollo d’intesa fondazioni bancarie e volontariato. Dalla giovane redazione web è stato prodotto il video di denuncia al consumo di suolo e degli effetti che questo provoca sull’anima e sulla vivibilità dei luoghi.
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Momenti della manifestazione dello scorso ottobre a Caserta
piccoli comuni grande scuola di Ferdinando Pirro *
Legambiente è da anni impegnata nella campagna nazionale PiccolaGrandeItalia, a sostegno della conoscenza e valorizzazione dei piccoli comuni, e promuove tramite il progetto “La scuola adotta un Comune” il ruolo delle scuole che operano in queste realtà con l’attivazione di gemellaggi tra scuole di città e dei piccoli comuni.
Striscia tratta dal manifesto per l’iniziativa Stop the fever del CEA di Piedimonte Matese. Disegni di Giovanni Di Tommaso
doppio click w w w. s to p t h e feve r. o rg
18 - La Vite & il Pioppo - Dicembre/Febbraio 2011
L
’associazione ha aderito alla manifestazione promossa dalle Amministrazioni comunali di Fontegreca, Gallo Matese, Letino, San Gregorio Matese, Valle Agricola, svoltasi il giorno 8 ottobre a Caserta, per chiedere la revoca delle pluriclassi istituite per l’a.s. 2010/11, applicando le deroghe previste dalla legge per le scuole di montagna; il completamento degli organici docenti ed ATA; nuove norme per favorire la stabilità degli insegnanti nelle scuole di montagna; risorse adeguate
per garantire il potenziamento delle strutture e dell’offerta formativa: queste realtà territoriali, infatti, sono già penalizzate da isolamento e fenomeni di spopolamento, che rischiano di aggravarsi in seguito alla riduzione della qualità del servizio scolastico, dovuta ai tagli degli organici e delle risorse degli Enti Locali, previsti dalle ultime manovre finanziarie. Alla manifestazione hanno partecipato centinaia di persone delle piccole comunità interessate, genitori, insegnanti, bambini, con alla testa del corteo i sindaci di numerosi centri del Matese, i presidenti della Comunità Montana e del Parco Regionale, il vescovo emerito Nogaro, rappresentanti di sindacati e associazioni. Anche la Legambiente ha partecipato con una qualificata rappresentanza dei Circoli della Provincia di Caserta, di Legambiente Campania e di Legambiente Scuola e Formazione nazionale, con lo striscione “Piccoli Comuni, Grande Scuola”. Gli Uffici Scolastici Provinciale e Regionale si sono impegnati a trovare una soluzione ai problemi segnalati, anche se è necessario affrontare la precarietà delle scuole di montagna in maniera strutturale e con un progetto culturale e organizzativo di ampio respiro, per evitare che l’emergenza si riproponga all’inizio di ogni anno scolastico. Per sviluppare in positivo i temi della mobilitazione, Legambiente ha proposto di organizzare momenti approfondimento sui problemi e le
prospettive del fare scuola nei piccoli comuni, con il coinvolgimento di tutti soggetti locali interessati ed il confronto con altre esperienze regionali: è necessaria, infatti, l’elaborazione di un Patto Formativo Territoriale pluriennale che garantisca non solo il mantenimento delle scuole di montagna, messe a rischio dai nuovi criteri di dimensionamento, ma anche la loro riqualificazione culturale tramite innovazioni metodologiche ed organizzative, per garantire ai cittadini di queste aree una scuola di qualità e, come diceva efficacemente uno striscione, “all’altezza dei nostri territori”. Per fare questo servono progetti mirati di aggiornamento dei docenti e occasioni di confronto con esperienze didattiche innovative, anche perché, entro certi limiti, le pluriclassi sono inevitabili (certo evitando le triclassi o le aggregazioni di classi discontinue); bisognerà, inoltre, individuare delle misure per la stabilizzazione del personale scolastico, che cambia frequentemente riducendo la qualità del servizio, e investire per l’ampliamento dell’offerta formativa ed il suo collegamento alle caratteristiche del territorio. Indispensabile, infine, la realizzazione di sinergie tra gli Enti Locali per la messa in rete dei servizi educativi (dai trasporti al servizio mensa, dalle
strutture per il tempo libero alle biblioteche), in applicazione della L.122/10 sulla riforma federalista dello stato, al fine di razionalizzare l’uso di risorse che saranno sempre più limitate. In questo modo si affiancherà alla legittima protesta delle comunità locali una proposta credibile e condivisa perché le scuole di montagna del Matese siano “capaci di futuro”. *Segreteria Nazionale Legambiente Scuola e Formazione
Il Centro per l’Educazione Ambientale e lo Sviluppo Sostenibile “La vite e il pioppo” di Succivo propone Percorsi Educativi con finalità che puntano alla conoscenza delle problematiche ambientali, alla consapevolezza dell’influenza delle azioni dell’uomo sull’equilibrio dell’ecosistema, alla tutela e alla promozione dell’ambiente e della cultura del luogo in cui si vive offrendo strumenti di lavoro per scoprire e conoscere. Gli esperti del CEA sostengono insegnanti ed alunni in tutte le fasi di realizzazione dei percorsi: progettazione, formazione dei docenti, realizzando lezioni frontali, laboratori pratici di riciclaggio e recupero materiale riutilizzabile, di realizzazione manufatti, visite guidate in oasi protette, stabilimenti di selezione e riciclaggio dei rifiuti, laboratori di interesse storico come il ritrovamento e la catalogazione di reperti, la produzione di oggetti in ceramica ecc. Uno spazio verde di 4000 mq ospita orti sociali e spazi attrezzati per il percorso del giardino dei sensi in cui i nostri piccoli ospiti possono ascoltare, guardare, toccare, assaggiare e “annusare” la natura. Tra i laboratori che è possibile realizzare: - Il rifiuto fiorisce che consiste nel riconciliarsi con la natura ed i suoi cicli, vedere la materia organica trasformarsi da elemento di disturbo, rifiuto, a qualcosa di vitale. Lo scopo è quello di insegnare ai ragazzi che in natura non esistono rifiuti: tutto si trasforma e viene riutilizzato. - Il giardino in 8 D propone di stimolare la conoscenza dell’ambiente in maniera diretta e immediata attraverso un insieme di percorsi sensoriali alla scoperta di alberi, arbusti, foglie e fiori. OSSERVO, ASCOLTO, ASSAGGIO, ANNUSO, TOCCO: un percorso attraverso le 5 dimensioni sensoriali più le 3 spaziali. - Sulle tracce di Pulcinella, “pronipote” della maschera atellana Maccus, un percorso che consente alle scolaresche un approccio alla dimensione del recupero della Storia Antica trasferita su un piano pratico. Il contatto con i reperti conduce alla loro comprensione: dal momento del rinvenimento alla pulitura, dalla selezione alla catalogazione, pubblicazione ed esposizione museale. E inoltre, laboratori di esperimenti: - sulle energie rinnovabili; - creazione di oggetti utilizzando materiale recuperato e da riciclare; - ricerche mirate a definire qualità dell’aria e dell’acqua; - l’efficienza energetica degli edifici; E tanto altro. E’ possibile personalizzare i tempi, i luoghi e i temi dei laboratori seguendo le esigenze programmate da ogni singolo istituto. info: tel 081.5011641 e-mail: cea@geofilos.org
agire agire localmente localmete
Dicembre/Febbraio 2011- la Vite & il Pioppo - 19
I responsabili di Legambiente Geofilos durante una sessione dei lavori a Rispescia
INVIATI SPECIALI Si è svolta a Rispescia, in provincia di Grosseto, nei giorni 12/13/14 novembre la XIII Assemblea Nazionale dei Circoli di Legambiente, appuntamento annuale di tutti i circoli territoriali per confrontarsi, condividere iniziative ed esperienze, per decidere gli obiettivi futuri e le azioni per raggiungerli. di Rosaria Coppola
diversamente uguali Puoi contribuire alle uscite ed alla distribuzione di questo periodico. Partecipa alla nostra redazione.
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20 - La Vite & il Pioppo - Dicembre/Febbraio 2011
A
lla tredicesima assemblea ha partecipato anche una delegazione del circolo Geofilos per socializzare le proprie esperienze e i progetti realizzati. Tre giorni trascorsi immersi nella natura, circondati da bandiere gialle, da volontari provenienti da tutta Italia impegnati a discutere di energie rinnovabili, efficienza energetica e battaglia contro il nucleare. A questi temi, infatti, è stato dedicato l’incontro di quest’anno, basato sulle esperienze dei vari circoli, che hanno permesso di fare il punto della situazione italiana. Tanti scenari vissuti attraverso i racconti dei volontari, dei dirigenti nazionali dell’associazione e dei soci interessati che si sono riuniti in gruppi di lavoro sui temi caldi che l’organizzazione si trova quotidianamente ad affrontare. Chiari ed efficaci sono stati gli incontri, tenutisi nelle varie sale del centro, che hanno
permesso ai partecipanti di approfondire le tematiche più attuali in ambito ambientale. Sono state messe a punto le proposte che la più grande associazione ambientalista d’Italia lancerà per il 2011 ai nostri governanti, relative alle battaglie contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua, il consumo di suolo e la sensibilizzazione all’assunzione di atteggiamenti sostenibili per l’ambiente, esercitando il diritto di essere cittadini di un paese democratico quale è il nostro. L’Assemblea è stata anche un’occasione per il nostro circolo di presentare, a livello nazionale, i progetti messi in campo quest’anno e che hanno raccolto il consenso dei partecipanti, entusiasti delle attività e dello spirito di iniziativa che contraddistingue i volontari di Geofilos. Emozionante è stata la presentazione del video montato per celebrare “Festambiente Terra Felix”, il primo festival dell’ambiente e del buon vivere della Regione Campania, svoltosi il 17/18/19 settembre presso il casale di Teverolaccio. Non meno esaltante è stata l’illustrazione di Legame, l’altro progetto che vede impegnati i volontari dei circoli di Succivo, Caserta e Piedimonte per la creazione di un Osservatorio Provinciale Ambiente e Legalità e del Laboratorio di comunicazione di cui questa rivista è il risultato evidente. Un’esperienza, dunque, quella di Grosseto, che sicuramente rimarrà nella mente delle persone che hanno partecipato all’incontro convinti, adesso più di prima, che “Un Mondo Diverso è Possibile”.
L
’acqua si rinnova continuamente attraverso il suo ciclo naturale, tuttavia, l’inquinamento, l’incuria, la superficialità e gli sprechi hanno distorto il ciclo idrico compromettendone la sostenibilità della risorsa. Disporre di acqua da bere è un diritto fondamentale dell’uomo ma, ancora oggi quasi 4 miliardi di persone sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5 milioni di persone muoiono per malattie legate alla sua scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di base. Tutto ciò accade mentre il 12% della popolazione mondiale da per scontato che l’acqua sia disponibile in ogni momento e per qualsiasi uso. Nel 2008 il consumo pro capite dell’ acqua per uso domestico in Italia è 68,4 m3 per abitante, in diminuzione dell’1,9% rispetto al valore del 2007 (dati ISTAT). In tale contesto, tuttavia, la provincia di Caserta si caratterizza per un trend inverso rispetto alle altre province italiane: il consumo di acqua è aumentato del 9% rispetto all’anno precedente. A livello europeo ci distinguiamo negativamente per quantità di acqua potabile consumata. A tutto ciò si aggiunge la scarsa fiducia nei cittadini della Provincia, nella qualità dell’acqua da rubinetto, che genera un altro primato del quale certamente non andare fieri: siamo i maggiori consumatori di acqua in bottiglia. Con cadenza quasi quotidiana la cronaca ci riporta casi in cui le autorità vietano l’utilizzo dell’acqua da rubinetto per usi alimentari: emblematico è stato il “caso” dei metalli pesanti scoperti dalle analisi della U.S.Navy presso le abitazioni del casertano; non ultimo il recente manifesto del Comune di S.Nicola La Strada che intima di non utilizzare le acque dai pozzi in zona Saint Gobain a Caserta in quanto inquinate da arsenico e altri metalli pesanti. Per reagire a questa tendenza, diventa necessaria una corretta informazione sulla qualità dell’acqua che scorre dai rubinetti delle nostre case. Il cittadino, infatti, ha il diritto di conoscere la composizione chimico fisica dell’acqua che beve ma ha il dovere di attivare un cambiamento di rotta rispetto agli attuali livelli di consumo, deve essere consapevole della scarsità della risorsa acqua e adottare un nuovo stile di consumo orientato alla responsabilità. Parte con queste premesse “T.V.B. Ti Voglio Bere!” la campagna di informazione ed educazione sul consumo responsabile dell’acqua del Circolo Legambiente Geofilos, in collaborazione con i circoli di Pietramelara e di Sessa Aurunca, e il Centro di Servizi per il Volontariato della provincia di Caserta, CSV Asso.Vo.Ce. Il progetto
Ti Voglio Bere di Paola Pascale
Al via il progetto di Legambiente sulla qualità dell’acqua da rubinetto nel casertano prevede un’analisi dei comportamenti e delle abitudini di consumo dell’acqua dei cittadini della provincia di Caserta, oltre che una vera e propria attività di monitoraggio chimico – biologico delle acque della
provincia, attraverso il prelievo di ben 20 campioni di acqua e la successiva analisi chimicobiologica, che sarà realizzata dalla società specializzata SEPA sud, partner del progetto.
il punto IL VALORE DELLE COSE IN “ACQUA” La quantità di acqua pro capite che beviamo (da 2 a 5 litri) e usiamo per altre necessità quotidiane (da 50 a 200 litri) è nulla se paragonata all’acqua che “mangiamo”: circa 3000 litri al giorno. Altri esempi di quanta acqua serve per “fare” le cose che ci circondano: cosa quanta acqua per farla (litri) 1 bicchiere di birra (250 ml) 75 1 bicchiere di latte (200 ml) ................................... 200 1 tazza di caffè (125 ml) 140 1 fetta di pane (30 gr) 40 1 patata (gr 100) 25 1T-shirt di cotone ( gr250) .................................... 2000 1 foglio di carta A4 10 1 bicchiere di vino (ml 125) 120 1 bicchiere di succo di mela (ml200) 190 1 bicchiere di succo d’arancia (ml 200) 170 1 busta di patatine (gr200) 185 1 uovo (gr 40) 135 1 hamburger (gr150) .................................................. 2400 1 pomodoro ( gr70) 13 1 arancia (gr100) 50 1 kg di carne bovina 15.000
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UN VILL AGGIO ECOSOSTENIBILE IN TANZ ANIA Sabbia e argilla per i mattoni, siepi per tenere lontani animali e insetti, pannelli solari per quel pò di energia che serve. Un’esperienza unica di volontariato in terra d’Africa di Gennaro Conte
R
ientrato da appena
villaggio dotato
pochi giorni da un
con case indipendenti, tutti
campo
di
di edifici
volonta-
comunque costruiti con me-
riato in Africa, ma piuttosto
todi e materiali biocompati-
che avvertire la “solita” stan-
bili ed alimentati da energie
chezza post viaggio avverto un
rinnovabili, con lo scopo di
desiderio irrefrenabile di rac-
raggiungere una quasi com-
contare la meravigliosa espe-
pleta autonomia futura nel
rienza di terra e di amore che
limite del possibile.
ho vissuto in Tanzania, uno
Il progetto procede ormai da
spicchio di mondo che mi ha
anni e continuerà ad anda-
offerto uno speciale ritorno
re avanti, con i suoi buoni
alle origini della vita: alla ter-
propositi, la mia come quel-
ra, al sole, all’acqua, agli ani-
la degli altri volontari pro-
mali, alla natura tutta e agli
venienti da tutto il mondo
uomini.
è stata una semplice com-
Mi sono evidenti da subi-
parsa per una giusta causa,
to due grandi paradossi. Per
che vuole essere da stimolo
prima cosa, anche chi non
e insegnamento alla nostra
ha mai messo piede in terra
società.
d’Africa immagina quei luoghi
giorni ritorno in Italia,
come il trionfo della natura e
rante il Natale, ci accingia-
allora si domanderà come mai
mo a festeggiare con monta-
proprio lì è nato un progetto
gne di regali, pranzi e cene
di realizzazione di un villaggio
luculliani
ecosostenibile. Rispondo che
nuovo anno ancora più ricco
è straordinariamente sempli-
di spese smodate, dimenti-
ce, per uomini che vivono in
cando di riflettere sulla ve-
un mondo “semplice”, sentire
rità di valori come l’amore
un rispetto incondizionato per
e il rispetto per l’ambiente
quella natura che li sostiene e
che oggi, non sono altro che
gli dà la vita, ed è quindi ovvio
gusci vuoti. Nella mia mente
per quelle comunità aiutare
riaffiorano le file per un pez-
il loro ambiente a vivere e a
zo di pane e un bicchiere di
conservarsi. Il nostro compi-
latte, la gioia di divertirsi co-
to era quello di costruire un
struendo insieme
villaggio
bia e argilla il muro di una
ecosostenibile,
un
Proprio
in
questi
aspettando
du-
un
con sab-
casa o di una scuola, organizzare le giornate nei campi per ottenere dall’agricoltura il cibo per tutti, non in abbondanza, ma a sufficienza per tutti, nulla da buttare via, tutto necessario. La riflessione è che l’aumento del benessere, misurato in denaro, sta portando ad una crescita della povertà sul piano culturale, ecologico e spirituale. Resta quindi dentro di me il desiderio che mi ha guidato fin dal mio primo viaggio: ero spinto dalla volontà di conoscere e comprendere la realtà dei paesi in via di sviluppo per contribuire in qualche modo alla loro crescita, prendendo parte a qualcosa che durasse “oltre noi”, un progetto continuativo nel tempo che riporti l’uomo verso l’amore per il proprio ambiente naturale. In questa scelta so oggi di non avere sbagliato, e spero di poter contribuire nel prossimo futuro a nuovi progetti che stimolino anche in Europa una simile sensibilità verso l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
europei si diventa sveliamo come Il Servizio Volontario Europeo SVE è un programma rivolto ai giovani, di età compresa tra i 15 e i 28 anni
di Gennaro Conte
Q
uando, ad una riunione presso il Circolo Legambiente Geofilos di Succivo, ho sentito parlare per la prima volta dello SVE (Servizio Volontario Europeo) una delle azioni del programma “Gioventù in azione” ho manifestato subito la mia volontà di far parte come associazione a questo progetto. Come volontario del circolo ho avuto la possibilità di frequentare un corso di formazione svolto in settembre a Santander –Spagna, per la formazione di coordinatori di servizio volontario europeo. Il Servizio Volontario Europeo (SVE) è una delle azioni previste da Gioventù in azione, il programma rivolto esclusivamente ai giovani, di età compresa tra i 15 e i 28 anni, con particolare attenzione per coloro che hanno minori opportunità. I ragazzi hanno la possibilità di partecipare attivamente alla costruzione dell’Europa, con attività educative non formali attuate con progetti europei individuali o di gruppo.
Gennaro Conte (in foto in una missione di volontariato nei paesi sconvolti dallo tsunami). Laureato in Geologia ha svolto il servizio civile in Geofilos. è in associazione come responsabile del settore volontariato internazionale
Il programma si articola in 5 Azioni; di cui l’Azione 2 si riferisce appunto al Servizio Volontario Europeo. Lo SVE permette ai giovani di realizzare un’esperienza di volontariato in un Paese straniero, da 6 a 12 mesi. I volontari non percepiranno alcun compenso ma avranno vitto, alloggio e una piccola indennità, saranno accolti da un’organizzazione accreditata che si è resa disponibile (Hosting) e che è stata giudicata idonea dall’Agenzia Nazionale del Paese. Eccoci siamo su questa scia, Geofilos è pronta per l’accreditamento, pronta per ospitare e inviare volontari in e da tutta Europa: e tu sei pronto a partire?
doppio click
http://ec.europa.eu/youth/index_en.htm
Cancun Cop 16 - Legambiente alla manifestazione del Dialogo climatico “Un’altro mondo e’ possibile”: e’ questo lo striscione con cui Legambiente ha sfilato stamattina nel corso della manifestazione di Cancun, organizzata dal Dialogo Climatico in occasione del COP16. I volontari di Legambiente hanno proseguito, poi, con l’altro gruppo di manifestanti, l’accampamento di via Campesina per avvicinarsi al vertice istitituzionale. Manifestiamo con questo striscione dal WTO di Seattle del 1999 per chiedere che vengano finalmente poste le basi reali per un cambiamento di rotta e una vera lotta alle emissioni climalteranti – ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale di Legambiente -. Impegni vincolanti e chiari obiettivi di riduzione per i paesi industrializzati, ma anche un nuovo protocollo che ridefinisca la posizione di Cina, India e Brasile: sono queste le richieste che portiamo oggi qui per spingere le economie emergenti ad indicare quali azioni metteranno in pratica per limitare la crescita delle emissioni prevista nei prossimi dieci anni. Su questo fronte, l’Europa non puo’ e non deve abbandonare la sua leadership, ma continuare a puntare con forza, nonostante le difficoltà, sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e il potenziamento dell’efficienza energetica. “ Mentre si continua a discutere per trovare un accordo – ha concluso Gubbiotti –gia’ cinquanta milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie terre per cause ambientali. Sono proprio le comunità più povere e i territori più fragili, infatti, a pagare fin da ora i prezzi più alti delle conseguenze dei mutamenti. E’ per questo che dopo il fallimento del vertice di Copenaghen, chiediamo risposte concrete ai governi, il rispetto degli impegni presi e soluzioni adeguate, a cominciare dai paesi industrializzati.”
pensare pensare globalmente globalmente Ufficio stampa Legambiente a Cancun - Sabina Galandrini
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gioca pulito, iscriviti a legambiente Ogni territorio ha le sue criticità e le sue eccellenze, bisogni diversi, differenze culturali e sociali. Ogni intervento per migliorare la qualità della vita dei luoghi che viviamo, per avere concretezza e successo, deve tenere conto di tutto questo. É quello che fanno con passione, giorno per giorno, i volontari dei circoli di Legambiente, 1000 lungo la penisola, 11 in Provincia di Caserta. Contatta il circolo Legambiente più vicino o scrivi a soci@legambiente.it LEGAMBIENTE CASERTA 0823.304922 gf.tozza@libero.it www.legambientecaserta.it LEGAMBIENTE GEOFILOS SUCCIVO 081.5011641 fax: 081.19318538 info@geofilos.org www.geofilos.org LEGAMBIENTE PIETRAMELARA saverio.zeppetella@fastwebnet.it
LEGAMBIENTE SESSA AURUNCA 328.4592281 legambientesessa@libero.it
LEGAMBIENTE P. MATESE 335.6985098 cedamatese@virgilio.it
LEGAMBIENTE S.FELICE 328.1030993 legambientesanfelice@libero.it www.legambientesanfelice.splinder.com
LEGAMBIENTE MONDRAGONE 328.1247884 legambientemondragone@gmail.com www.legambientemondragone.it
LEGAMBIENTE CASTEL VOLTURNO 320.7648525 veronica.traettino@libero.it
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