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Siate forti, siate audaci. e non TEMETE LA NOTTE: Neil Gaiman e Lorenzo Mattotti vi aspettano nella foresta.
HANSEL E GRETEL
HANSEL E GRETEL
NEIL GAIMAN · Lorenzo Mattotti
9 788899 064709
NEIL GAIMAN · Lorenzo Mattotti
HANSEL E GRETEL
NEIL GAIMAN Lorenzo Mattotti HANSEL E GRETEL traduzione di damiano abeni
Tutto è successo tanto tanto tempo fa, ai tempi della nonna, o del nonno della nonna. Tanto tanto tempo fa. Allora abitavamo tutti al limitare della grande foresta. 0 C’era un taglialegna. Abbatteva gli alberi. Tagliava i rami dai tronchi e poi spaccava tronchi e rami per farne ciocchi da bruciare che portava al villaggio, spingendo un carretto per il viottolo più breve. Era un lavoro misero, tagliare gli alberi. 0 Il taglialegna aveva trovato una moglie giovane e bella che lo aiutava quanto poteva. Cucinava, e cercava in ogni modo di dargli tranquillità e sollievo, così che non si sorpresero, poco dopo il matrimonio, quando la pancia cominciò a gonfiarsi e, in inverno, con la neve alta, lei dette alla luce una bambina che chiamarono Margaret, poi abbreviato in Greta e infine trasformato in Gretel. Due anni dopo la moglie del taglialegna dette alla luce un bambino, che chiamarono Hans. Siccome quel nome non lo si poteva accorciare, decisero di allungarlo, e scelsero Hansel. 0 Hansel e Gretel non andavano a scuola perché le scuole erano lontane dalla foresta dove abitavano, e poi le scuole costavano tanti soldi,
che il taglialegna non aveva, perché di soldi non se ne facevano tanti spaccando legna e vendendo ciocchi. Ad ogni modo il padre insegnò loro come cavarsela nei boschi e la madre insegnò loro a cucinare, a fare le pulizie e a cucire. E se anche la madre qualche volta si arrabbiava e si lasciava scappare qualche parola grossa, e se il padre qualche volta si incupiva e avrebbe avuto voglia di andarsene dalla loro casetta, beh, a Gretel e Hansel non importava un bel niente, fintanto che potevano giocare nella foresta, arrampicarsi sugli alberi e attraversare i torrenti; fintanto che a tavola trovavano pane appena sfornato e uova e verze lesse. 0 Quando vendeva la legna a un buon prezzo, il padre al mercato comprava carne per la famiglia: una bella pecora o una capra, che riportava a casa trotterellante dietro al carretto; o magari un taglio di manzo fresco, ancora grondante di sangue, nero di mosche o giallo di vespe. Quella sera era festa in famiglia. C’erano conigli nella foresta, c’erano anatre nello stagno, c’erano polli che razzolavano nella polvere dietro la piccola casa del taglialegna.
Di cibo ce n’era sempre.
Ma quelli erano i bei tempi, prima della guerra, prima della carestia. 0 Venne la guerra, e con la guerra arrivarono i soldati – affamati, lividi di rabbia, sconfortati; uomini pieni di spavento che, quando passavano, rubavano le verze e i polli e le anatre. La famiglia del taglialegna non sapeva chi stava combattendo chi, né perché si combatteva, né cosa ci si contendeva. Ma al di là della foresta i raccolti venivano bruciati e i campi d’orzo erano diventati campi di battaglia, e i contadini venivano uccisi o costretti a farsi soldati anche loro e a marciare via lontano. E ben presto il mugnaio non ebbe più grano da macinare in farina, il macellaio non ebbe più animali da uccidere e da appendere in vetrina, e si raccontava che chi aveva un bel coniglio grasso l’avrebbe potuto vendere a peso d’oro. 0 Ben presto i frutti della terra, rape e carote e patate, marcirono nei campi, perché erano sempre meno quelli che potevano raccoglierli. E pioveva, pioveva sempre, così che gli unici esseri con la pancia piena, su quei campi, erano le lumache. 0 La baita del taglialegna era lontana dai
combattimenti, ma il taglialegna e sua moglie e Gretel e Hansel sentivano tutti gli effetti della guerra. La minestra veniva fatta con le vecchie foglie di verza e i bambini ci inzuppavano il pane raffermo, che adesso era duro come la pietra, e la famiglia andava a letto con la fame e si svegliava ancora più affamata. 0 I bambini dormivano sui pagliericci. I genitori dormivano in un vecchissimo letto che un tempo era appartenuto alla nonna del taglialegna. Hansel si svegliava di notte, con un dolore acuto e la pancia vuota, ma non diceva niente, perché sapeva che da mangiare non c’era quasi niente. Teneva gli occhi chiusi e cercava di riaddormentarsi. Quando dormiva non sentiva la fame. 0 Sentiva i genitori che parlavano al buio. 0 “Siamo in quattro” diceva la madre. “Quattro bocche da sfamare. Se andiamo avanti così moriremo tutti. Senza quelle bocche in più, io e te ce la potremmo fare.” 0 “Ma non possiamo” rispose il taglialegna a bassa voce. “Sarebbe una cosa mostruosa uccidere i nostri figli. Io non voglio saperne.” 0 “Perderli,
non ucciderli” continuò la moglie del taglialegna.
“Non ho detto di uccidere nessuno, neanche per sogno.
Li portiamo nel
cuore della foresta, e li perdiamo. Se la caveranno. Forse una persona di
buon cuore li prenderà in casa, gli darà da mangiare. E poi noi possiamo sempre fare altri figli” aggiunse, in modo spiccio. 0 “Ma potrebbe divorarseli un orso” disse il taglialegna, desolato. “Non lo possiamo proprio fare.” 0 “Se tu non mangi” insistette la moglie, “non riuscirai nemmeno a sollevare l’ascia. E se non sei in grado di abbattere un albero, o di trasportare il legno al villaggio, allora moriremo tutti di fame. Due morti sono meglio di quattro morti. È matematico, ed è logico.” 0 “Non m’importa un bel niente della tua matematica né della tua logica” borbottò il taglialegna. “Ma non voglio più discuterne.” 0 Dopo di che, Hansel sentì solo silenzio dal letto dei genitori. 0 Il mattino dopo Gretel svegliò Hansel. “Sarà una bella giornata” disse. “Papà ci porta nella foresta con lui, per insegnarci a tagliare la legna.” Il
padre di solito non li portava con sé nel fitto della foresta. Diceva che era troppo pericoloso per i bambini. 0 Hansel scese al ruscello canterino che scorreva tra gli spruzzi dietro alla baita e si riempì le tasche dei sassolini bianchi che coprivano il fondo del corso d’acqua. 0 “Perché li raccogli?” domandò Gretel. 0 Hansel alzò gli occhi e vide i genitori in piedi sulla porta di casa, e non disse niente alla sorella. Il padre li portò nella foresta. Ogni volta che cambiavano direzione, Hansel, zitto zitto, lasciava cadere un sassolino bianco, per segnare tutte le svolte che facevano. 0 Il padre ordinò loro di aspettarlo in un boschetto di betulle dai tronchi bianchi come carta che risaltavano sull’oscurità della foresta. Preparò per loro un piccolo falò, per riscaldarli. 0 Diede loro quello che si era portato per il pranzo, per fargli passare la fame: pane nero raffermo e formaggio indurito. 0 Disse che sarebbe tornato di lì a poco. 0
Aspettarono.
0 “Non tornerà mai indietro” disse Hansel.