IO PARLO COME
UN FIUME
Parole di
Jordan Scott · Immagini di Sydney Smith
Questo libro è per mio padre, Roy Scott (J.S.) A mio figlio, Salvador (S.S.)
Mi sveglio
con i suoni delle parole
ogni mattina
che mi circondano.
P per il pino fuori dalla finestra della mia camera. C per la cornacchia tra i suoi rami. L per la luna che svanisce nel cielo del mattino. Mi sveglio ogni mattina con i suoni delle parole che mi circondano. E non posso dirle tutte.
La P del pino mette nella mia bocca radici che mi si aggrovigliano nella lingua. La C è una cornacchia che mi si attacca in fondo alla gola. La L della luna mi spolvera le labbra con un incantesimo per cui riesco solo a farfugliare.
Mi sveglio ogni mattina con questi suoni di parole intrappolati in bocca. Rimango silenzioso come un sasso.
Mangio i fiocchi d’avena senza fiatare. Mi preparo alla giornata senza una parola.
A scuola, mi nascondo in fondo alla classe. Spero di non dover parlare. Quando il maestro mi fa una domanda, tutti i miei compagni si girano a guardarmi.
Non vedono un pino che spunta fuori dalle mie labbra al posto della lingua. Non sentono la cornacchia che fa Cra Cra! nella mia gola. Non chiudono gli occhi davanti al chiaro di luna che brilla dalla mia bocca aperta.
Tutto quello che sentono è che io non parlo come loro. Tutto quello che vedono è che il mio viso è strano e che non posso nascondere quanto sono spaventato.
La mia bocca non funziona. È piena delle parole del mattino.
Le mattine sono sempre difficili, ma questa è particolarmente dura. Sono più bloccato che mai. Il maestro ci dice di parlare del posto del mondo che amiamo di più. Oggi tocca a me, ma la mia bocca non funziona e voglio tornare a casa.
Mio padre viene a prendermi a scuola: «È solo una giornata di difficoltà di parole» dice. «Andiamocene in un posto tranquillo.»
Mi porta al fiume.
Camminiamo lungo la riva alla ricerca di sassi colorati e insetti d’acqua.