Piangi cuore, ma...
Pardi
Glenn Ringtved · Charlotte
In memoria di mia madre Lone Ringtved Madsen
© 2023 Orecchio acerbo s.r.l. Viale Aurelio Saffi 54, 00152 Roma www.orecchioacerbo.com
Titolo originale: Græd blot hjerte... Traduzione dal danese di Claudia Valeria Letizia
The cost of this translation was defrayed by a subsidy from the Danish Arts Foundation, gratefully acknowledged
© Glenn Ringtved & Charlotte Pardi & Gyldendal, 2001 Copenhagen Published by agreement with Gyldendal Group Agency
Grafica: orecchio acerbo
Stampa: Livonia Print (Lettonia) Finito di stampare nel mese di gennaio 2023
Piangi cuore,
ma...
traduzione di Claudia Valeria Letizia
Glenn Ringtved · Charlotte Pardi
Intorno alla tavola di una cucina erano riuniti quattro fratelli, due maschi con le sorelle più piccole. Con loro, a capotavola, sedeva una figura lugubre con un mantello nero; da sotto il cappuccio spuntava solo il naso adunco. Fuori dalla porta aveva lasciato la falce.
Era
la Morte.
La Morte aveva il respiro affaticato e lamentoso, che le dava un’aria ancora più tetra.
Ma i bambini erano troppo addolorati per averne paura.
Perché la loro nonna era a letto, malata, e la Morte voleva portarsela via.
Loro lo sapevano e cercavano di prendere tempo, anche perché la Morte non ha altri amici che la Notte e deve rientrare nel suo regno prima dell’alba. “Se facesse tardi, sarebbe costretta ad andarsene senza la nonna” pensavano i bambini.
Perciò le offrirono un caffè e, ogni volta che la Morte finiva di bere, il più grande era lì pronto a riempirle di nuovo la tazza.
«Un altro caffettino?» le chiedeva gentilmente. La Morte accettava, perché il caffè le piaceva molto. Preferibilmente bello forte e nero come la notte.
Il tempo passava, ma alla fine la Morte posò la mano ossuta sulla tazza per indicare che il caffè le bastava e fece per alzarsi. All’improvviso però la bimba più piccola, che fino ad allora l’aveva guardata in silenzio, l’afferrò per una manica e disse con la sua voce più struggente:
«Cara Morte, perché la nonna deve morire? Noi le vogliamo tanto bene!»
C’è chi dice che la Morte abbia il cuore sordo e nero come il carbone. Ma non è vero. Sotto quel mantello, il suo cuore è rosso come il tramonto più bello e batte d’amore profondo per la vita. Rattristata dalla situazione, la Morte restò un istante con lo sguardo assorto. Poi raccontò ai bambini questa storia:
«Tanto tempo fa, ma così tanto che lo ricordo quasi solo io, c’erano due fratelli che abitavano nella stessa casa. Uno si chiamava Dolore, l’altro Pianto, e in effetti erano due tipi sconsolati, la mestizia fatta persona, abituati com’erano a stare sempre insieme, giorno dopo giorno, l’uno più cupo, malinconico e chiuso dell’altro.
Abitavano in una valle tutta circondata da monti, dove non arrivava mai un raggio di sole.