Cinzia Ghigliano
Rudyard
“La madre e il padre si erano incontrati e subito amati, in un giorno d’estate. La luce sul lago Rudyard era accecante. L’acqua, dello stesso colore dei loro occhi. «Quando nascerà il nostro primo bambino lo chiameremo Rudyard!» si erano sussurrati.”
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9 788832 070293
Cinzia Ghigliano Rudyard
Dai magici colori dell’India alla nebbiosa Inghilterra, la difficile infanzia di uno degli scrittori più amati di tutti tempi.
Il bambino
con gli occhiali
Cinzia Ghigliano
Rudyard Il bambino
con gli occhiali
La madre e il padre si erano incontrati e subito amati, in un giorno d’estate. La luce sul lago Rudyard era accecante. L’acqua, dello stesso colore dei loro occhi. «Quando nascerà il nostro primo bambino lo chiameremo Rudyard!» si erano sussurrati.
Ma lui nascerà lontano da quel lago…
Con naso occhi bocca ogni giorno, di mattina presto, al mercato della frutta gustava il sapore dell’India.
Era la sua casa, la sua vita.
Il pomeriggio, nelle stanze silenziose, con il sole che filtrava dalle persiane, imparava canzoni in quella lingua melodiosa. Le cantava fra sé mentre il sonno, morbido, lo avviluppava.
E c’era un tempo, durante il giorno, che passava nello studio del padre. Tra profumi di colori a olio e trementina. Faceva da solo la strada che da casa lo portava da lui. Fu lì che incontrò quel terribile mostro che lo inseguiva strepitando! Lui, che conosceva tigri, antilopi, scimmie, coccodrilli ed elefanti, quella bestia non l’aveva mai vista! La ricorderà per sempre! Suo padre la dipinse per lui… E lui capì che non doveva avere paura degli animali.
La sera passeggiavano in riva al mare. Se si alzava il vento, cadevano rumorose le noci di cocco. Le ombre del crepuscolo tropicale gli facevano paura. Ma adorava ascoltare la voce del vento tra le foglie dei banani, al sicuro nella sua casa.
Anni bellissimi, quei suoi primi.
Ma all’arrivo dei sei anni tutto cambiò. All’inizio fu un grande battello a ruote. Poi un treno per attraversare il deserto.
Stava allontanandosi dal magico mondo della sua infanzia.
Aveva raggiunto l’età della scuola, il tempo di studiare. E, come ogni bambino inglese nato in India, l’avrebbe trascorso in Inghilterra. E non era tutto. La madre e il padre li avrebbero lasciati. La sua sorellina e lui.
Soli.
L’ Inghilterra era grigia, tetra, nebbiosa. Assolutamente triste. Ma c’era di peggio. Oh, la casa della Desolazione! Tutto così diverso, tutto così difficile. Tutto così duro.
E in quelle stanze, incaricati di occuparsi dei piccoli venuti da lontano,
LORO.