Sussidiarieta' pubblico privato

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LA SUSSIDIARIETA’ PUBBLICO/PRIVATO: OVVERO I COSTI OCCULTI DELLA POLITICA LOCALE A DANNO DEI CITTADINI E DEI LAVORATORI DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI NELL’EMILIA DEL PD Venerdì sera 9 settembre 2011, “Festa Reggio”, ovvero la ex festa de l’Unità di Reggio Emilia, che da sempre si svolge presso il Campo Volo (il piccolo aeroporto di Reggio Emilia dedicato al volo turistico). Molti di voi probabilmente la conoscono per il recente concerto live di Ligabue. Io invece, assieme ad alcuni altri lavoratori del subappalto del servizio di trasporto pubblico urbano di questa città, e con la presenza attivissima del nostro collega nonché R.s.u. della Usb Trasporti della nostra azienda, ci siamo andati dopo una giornata di lavoro passata a bordo dei vecchi autobus tipo “Bussotto”, ceduti per capitolato d’appalto alla nostra ditta - la Sogea Srl gruppo SacaBus scarl - ove recentemente l’Asl a seguito della denuncia sporta dal nostro R.l.s., ha rilevato una temperatura al posto di guida che sfiora i 54 gradi e dove noi autisti di serie “B” passiamo anche dalle tre alle quattro ore e rotti esposti a tali temperature in modo continuativo. Cosa siamo andati a fare alla Festa del Pd? Semplice; abbiamo ascoltato i mirabolanti ed autocelebrativi discorsi dell’assessore regionale ai Trasporti dell’Emilia Romagna, del Presidente del Consorzio Act/Agenzia della Mobilità di Reggio, dell’assessore alla viabilità della città; nonché del presidente della C.N.A.(Confartigianato) sempre di Reggio, con la partecipazione e la moderazione del direttore della Gazzetta di Reggio E., che infatti non ha poi pubblicato nulla al riguardo, circa il nostro intervento. E quindi direte voi? E quindi abbiamo ascoltato la solita litania di quanto loro siano stati bravi, anzi bravissimi a tamponare i tagli dei trasferimenti di denaro orditi da quel cattivone di Tremonti agli Enti locali e siano riusciti a salvare il T.p.l. cittadino e regionale, grazie all’aumento degli stanziamenti regionali dirottati da altri capitoli di spesa “secondari” verso Sanità e Trasporti. In particolare è emerso che alla fine dell’opera - tutto sommato - a livello locale si può parlare di un taglio complessivo del 5% circa da redistribuire su tutta la regione. Poi il presidente dell’Act/Agenzia della Mobilità, ha spiegato che dalla cessione del settore ferroviario delle linee “Reggiane” alla FER (Ferrovie Emilia Romagna srl 100% proprietà pubblica suddivisa fra regione E.R. e Province) l’azienda ex pubblica (si fa per dire) AE S.p.A. (Autolinee dell’Emilia), ha incassato circa 30 milioni di euro, ma ha ancora 5 milioni di euro di buco di bilancio! Sempre il presidente dell’Act/Agenzia della Mobilità, ha poi illustrato le difficoltà di carattere storico urbanistico legate alla peculiarità dell’impianto e dello sviluppo della città, spiegando che per anni inutilmente l’azienda pubblica avrebbe cercato di rincorrere la domanda di trasporto dei cittadini sempre più crescente, ma che la stessa - ahilui - non sarebbe riuscita a catturare il favore del potenziale pubblico, il quale ha continuato a fruire del mezzo privato in concomitanza dello sviluppo rapido e poco ordinato delle periferie attorno a Reggio E. Prima nota dolente. Per circa quindici anni in passato, lo stesso attuale presidente dell’Act è stato proprio assessore all’urbanistica, quindi come mai oggi si lamenta della mancata progettazione di un sistema integrato favorevole agli interscambi fra auto private e mezzi pubblici della città? E poi, per quale motivo da anni ed anni non ci si occupa di una corretta progettazione degli orari dei bus urbani ed extraurbani, cercando di promuovere studi e sondaggi sulle reali ed attuali esigenze fra le diverse fasce della popolazione del Comune e della Provincia? E infine - ma non trascurabile - per quale motivo, nonostante oramai da circa un decennio la vecchia azienda pubblica “consorzio Act”, che comprendeva sotto un’unica Direzione i trenini delle linee locali e gli autobus urbani ed extraurbani è esplosa, trasformandosi in una scatola vuota senza mezzi, né autisti, ma dotata di un regolare C.d.A. e tutto il resto, per fungere da Agenzia della Mobilità cittadina aggiudicataria dell’appalto del servizio di trasporto pubblico locale di persone, subappaltandolo a sua volta alle due sotto


ditte private (ma pubbliche a tutti gli effetti economici) quali appunto AE S.p.A. e T.I.L. (Trasporti Integrati e Logistica), con conseguente moltiplicazione delle poltrone dirigenziali e del numero di Quadri ed impiegati, abbandonando nel contempo ogni e qualsiasi forma concreta di lotta all’evasione dei biglietti e degli abbonamenti? Chi potrà mai essere il responsabile di questo “buco” da 5 milioni di euro in capo al trasporto pubblico del bacino di Reggio E., visto che ininterrottamente dal dopoguerra ad oggi mai si è verificata la possibilità di una amministrazione di un colore solamente appena, appena scolorito rispetto al rosso Pci o al simbolo tricolore dell’attuale Pd? Nel frattempo, bisogna che si sappia che proprio Reggio E. fu la prima città italiana ad iniziare il percorso della così detta sussidiarietà pubblico-privato, a seguito degli interventi legislativi della metà degli anni ’90 che hanno portato attraverso il D.lgs 422/97 derivato dalla famosa riforma del settore pubblico meglio nota come la “riforma Bassanini” in virtù della quale sono nate tutta una serie di esternalizzazioni del servizio di trasporto pubblico locale della città e provincia reggiana. Così oggi abbiamo tre Aziende monopoliste ex pubbliche e fintamente privatizzate: il già citato Consorzio ACT/Agenzia della Mobilità, che ha un C.d.A. e nessuno strumento o personale per esercitare attivamente l’attività di trasporto di persone su strada, pur aggiudicandosi l’appalto per tale servizio. L’AE S.p.A. (servizio urbano ed extraurbano), seguita dalla T.I.L. la quale si occupa prevalentemente dei servizi scolastici (gli scuolabus), delle navette urbane (i Minibù), del servizio TH (Trasporto disabili) e del noleggio di autobus Gran Turismo (circa quaranta autobus, la gran parte nuovi di pacca e delle marche più prestigiose che non girano mai, essendo la T.I.L. poco concorrenziale sul mercato, pur pagando ai suoi autisti mediamente salari uguali a quello di un metalmeccanico non specializzato, ovvero 1000-1200€ al mese!). Ed infine, dopo vari anni di sperimentazioni con ingressi ed uscite continui di piccoli padroncini, dapprima riuniti sotto l’ex Consorzio “Orfeo”, siamo agli attuali circa 90 autisti ghettizzati e spartiti fra “TranscoopBus” (cooperativa rossa reggiana), “G.A.M.”(tratte extraurbane dell’Appennino reggiano), “Gaspari Viaggi Autoservizi”, Sogea Srl gruppo SacaBus (cooperativa regionale con base a Bologna, Modena e Reggio E.). Quest’ultima - la Sogea srl - raggruppava sino a giugno di quest’anno circa 45 autisti; adesso siamo circa in 34 e lottiamo per la sopravvivenza. Già la sopravvivenza; perché il concetto della sussidiarietà pubblico/privato così come lo si è voluto intendere ed applicare a Reggio E., prevede che tutti gli scarti ed i servizi peggiori o le linee meno frequentate, o ancora i turni extraurbani con orari di lavoro fuori dalle regole e quindi “fuori legge”, siano assegnati a quest’ultimo personale. Personale al quale inoltre non vengono applicate le leggi e i contratti nazionali di categoria, così come invece è espressamente previsto dalle leggi vigenti in materia di subappalti; (vedi appunto art. 36 legge 300/1970, D.lgs 422/97, legge regionale 30/98 dell’Emilia Romagna). Naturalmente, questi oltre ottanta autisti (fra cui il sottoscritto), non hanno sconti circa le responsabilità civili e penali derivanti dallo svolgere ad un salario più basso lo stesso identico lavoro dei colleghi fortunati delle due ex aziende pubbliche, ma private sulla carta. I miei obblighi contrattuali e le mie responsabilità in caso di sinistro verso i passeggeri sono identiche a quelle dei colleghi di AE S.p.A. Però io e gli altri “ghettizzati” del subappalto, percepiamo uno stipendio inferiore e non possiamo vantare gli stessi diritti sindacali e contrattuali dei nostri colleghi “pubblici”. Abbiamo turni disagiati con nastri lavorativi che ci tengono impegnati fuori casa per 12, 13 ed anche 14 ore al giorno, per fare magari fra le 6 ore e mezza o le otto ore di guida pura. Abbiamo inoltre vetture scadenti, vetuste, sulle quali si risparmia al massimo in quanto a manutenzione; tanto se poi dovesse accadere qualcosa - Codice della Strada alla mano - la colpa sarà sempre dell’autista in primis.


Vallo a spiegare al giudice o al giornalista poi, che chi come me ha avuto due contratti a termine e poi addirittura ha lavorato 11 mesi senza che nemmeno gli sia stato fatto firmare l’ennesimo contratto a termine (cosa che comunque mi ha aiutato a conquistare il “posto fisso” grazie all’intervento del sindacato di base Usb Trasporti, coadiuvato dal tempestivo intervento dell’Ispettorato del Lavoro) che se provi a protestare per le condizioni tecniche dei mezzi, rischi grosso e se non rischi proprio di perdere il lavoro, comunque stai pur tranquillo di non riuscire mai ad avere il giorno di ferie o di permesso che ti serve o il cambio turno che vorresti per andare dal meccanico o dal dentista! Ebbene, nel cuore pulsante di sinistra della “Festa Reggio”, alle nostre domande a questi signori pubblici amministratori, sul perché si continui a permettere tutto ciò: ovvero lo sfruttamento di buona parte dei lavoratori con le modalità sopra descritte e il continuare a permettere ad una ditta privata come Sogea Srl, di mantenere un appalto pubblico, nonostante in pochi mesi a seguito delle insistenti denunce e richieste di intervento della D.P.L. (L’Ispettorato del Lavoro) sia stato certificato nel giro di tre distinte ispezioni la bellezza di circa 132.000,00 euro di evasioni contributive a danno dei propri dipendenti e degli enti previdenziali (Inps, Inail), consentendo alla stessa Sogea Srl di mantenere l’appalto di un servizio pubblico, pagato con denaro dei cittadini. Denaro pubblico che viene dirottato nelle tasche dei privati partecipanti al grande Monopoli della politica locale, il quale concede questi appalti e la piena libertà di frodare i lavoratori, lavandosi le mani dietro la scusa che il consorzio Act/ Agenzia della Mobilità non sarebbe responsabile del controllo e del rispetto delle leggi e dei contratti, nonché delle condizioni di lavoro dei dipendenti dei “privati” in quanto appunto dipendenti di società terze rispetto all’AE o alla T.I.L. A queste domande abbiamo ottenuto sorrisetti da supponente da parte dell’assessore regionale ai Trasporti, la negazione dei fatti accaduti e documentati (i verbali inflitti dall’ispettorato del Lavoro alla ditta Sogea srl, con certificazione delle somme contributive evase in danno dei dipendenti e della collettività), la reazione stizzita ed aggressiva del presidente dell’Act/Agenzia della Mobilità, il quale ha accusato il delegato R.s.u. della Usb Trasporti di Sogea Srl, di praticare da anni una inutile battaglia ideologica e pretestuosa tesa al voler far riconoscere a lui ed agli altri dipendenti dei privati lo status di dipendente pubblico, con relativo assorbimento nell’azienda madre col contratto da 36 ore settimanali e tutti i diritti e le tutele degli impiegati pubblici! Avete capito benissimo, ci è stato risposto questo. Ma sono tutte balle. I dipendenti di AE S.p.A. e di T.I.L., non hanno il contratto da dipendenti pubblici e non fanno 36 ore a settimana; non le hanno mai fatte, semplicemente perché il CCNL previsto per tale tipologia di lavoratori addetti al T.p.l., prevede l’inquadramento esclusivamente mediante il CCNL degli “Autoferrotranvieri”, il quale ha già recepito da molti anni l’adeguamento alle 39 ore lavorative settimanali. E poi noi abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere a gran voce semplicemente che ci siano riconosciuti i nostri diritti e il nostro contratto nazionale di categoria, e quindi la parità del salario, così come previsto dalla legge (mai rispettata anche grazie alla fattiva collaborazione delle OO.SS. confederali, che per oltre dieci anni hanno fatto finta di non vedere e non sapere nulla di questa macelleria sociale), nessuno chiede di essere assorbito dall’azienda madre. In ogni caso, volendo rimandare ad un successivo articolo per l’approfondimento tecnico e politico su come funzioni nel dettaglio questo “Monopoli” dei subappalti nel trasporto pubblico locale, dove giocano e si spartiscono assieme - politica e cooperative private - i soldi dei contribuenti, per l’erogazione di servizi scadenti, posso solo concludere amaramente che, nonostante le solenni promesse fatte in varie sedi ed incontri istituzionali sino a poche ore fa, alla fine è saltato fuori che alle 18 circa del 15 settembre 2011, il responsabile dell’Esercizio della Sogea Srl, ha consegnato una comunicazione “ufficiale” (manoscritta a biro su un foglio A4) dalla quale risulta che a seguito della riorganizzazione dell’intero Servizio invernale di trasporto pubblico su gomma di Reggio E. e provincia, vi saranno solamente 12 posti presso la sede di Reggio E., circa 11 posti per il capolinea esterno di Reggiolo nella “Bassa reggiana” al confine con le


province di Mantova e Modena e - dulcis in fundo - una dozzina di esuberi di personale, per i quali stavano già per essere spedite le letterine di licenziamento. Dopo una drammatica assemblea sindacale, cui erano presenti venti lavoratori di Sogea, e le rappresentanze sindacali unitarie aziendali e quelle territoriali (Cgil, Cisl e Faisa-Cisal), si è votato per la linea di richiedere con la massima urgenza l’attivazione della cassa integrazione straordinaria in deroga sino al 31 dicembre prossimo, e il sollecito intervento delle autorità preposte (Prefetto), nonché del sindaco e della presidente della provincia che rappresentano a tutti gli effetti di legge la proprietà societaria dell’azienda pubblica dei trasporti locali reggiani (l’AE S.p.A.), e il caro nostro amicone presidente del consorzio ACT/ Agenzia per la Mobilità e degli assessori comunale e regionale ai Trasporti e mobilità competenti e responsabili politicamente per tutto ciò. Nel frattempo cari cittadini e utenti, a fronte dell’aumento del 20% del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti, preparatevi oltre che a nuovi ed imminenti ritocchi tariffari, a viaggiare stipati come le sardine sugli autobus a seguito dell’intervento di “razionalizzazione e riorganizzazione” del T.p.l. reggiano, cui mancheranno quest’anno circa un milione e mezzo di Km percorsi, comprensivi dell’amputazione di 250.000 Km in danno dei dipendenti della Sogea Srl, ai quali dopo anni di duro lavoro e sacrifici imposti da contratti precari, poi stabilizzati (ma non a tutti) e da condizioni di inferiorità salariale, si è infine deciso di far pagare il conto delle manovre di riequilibrio economico degli Enti locali portati al dissesto più che da Tremonti, da una classe politica locale vorace ed incapace; incapace perché da quanto ci risulta al momento, gli organici dell’azienda ex pubblica e monopolista AE S.p.A. sarebbero sottodimensionati rispetto alle reali esigenze di servizio, pur tuttavia non si prevedono né nuove assunzioni, né passaggi di personale tra i piccoli e brutti “privati” verso l’azienda madre. Queste - al momento - sono le politiche economiche e sociali perseguite dal Pd dell’Emilia Romagna, che poi in Tv o ai meeting nazionali, vanno cianciando per bocca dei vari Bersani, D’Alema, & C. di lotta al precariato, meritocrazia, tutela dei Lavoratori, attenzione alle famiglie, investimenti in infrastrutture e Servizi pubblici e tutte le altre amenità; salvo poi a livello locale, (vedi caso Penati e “sistema Sesto” a Milano), fare comunella con soggetti privati, imprese e cooperative, spartendosi denari pubblici dirottati nelle tasche dei soliti noti in cambio del finanziamento alle feste e agli eventi locali del partito a danno della qualità della vita e dei servizi che devono essere erogati al cittadino, e sui quali - a mio parere - non dovrebbero essere permesse speculazioni di imprese private in settori che non hanno nulla di industriale o di manifatturiero. Evitare gli sprechi, quello senz’altro sì; sono il primo a non volere sperperi e “carrozzoni” pubblici stile anni ’80. Ma siamo sicuri che queste presunte privatizzazioni, per le quali comunque è previsto e stanziato per legge il sovvenzionamento del 65% dei costi operativi di gestione, lasciando al soggetto che esercisce il Trasporto, l’obbligo di procurarsi il restante 35% attraverso la vendita dei biglietti, degli abbonamenti e della lotta all’evasione, sia più efficiente delle ex aziende municipalizzate, ove se non altro i costi per il personale dirigente e amministrativo erano controllati e vincolati al normale trattamento del personale del pubblico impiego, mentre oggi queste presunte S.p.A. o S.r.l. sono lo stesso dei carrozzoni infarciti di ex politici trombati, ex sindacalisti e parrucconi vari, i quali hanno pure la pretesa di avere stipendi, prebende e benefit stile “Top Manager” alla Marchionne? Ai cittadini ed utenti del trasporto pubblico l’ardua sentenza.

A cura di Germano Gianvenuti


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