Un ottico, è un evento che rappresenta una fase di studio di un lavoro più articolato che il gruppo segue in questa fase della sua attività. Prende spunto da diversi autori e li miscela in un insieme che ha come punto comune “la Visione”, anche se in questa fase, la visione sarà espressa solo dal lavoro sul testo e sulle musiche, le quali hanno un potere maggiore di realizzare immagini mentali. Lo spunto principale viene offerto da una canzone di Fabrizio De Ande, il quale a sua volta s’ispira alla poesia omonima di Edgar Lee Master, tratta dall’Antologia di Spoon River. Il lavoro svolto fino ad ora è solo una lettura che attende che vengano sviluppati gli altri elementi che compongono la rappresentazione. Noi potremmo assistere al quotidiano lavoro di un ottico che si adopera non solo per curare gli occhi e i disturbi fisiologici legati alla visione, ma soprattutto al tentativo di rendere i nostri occhi sensibili a percepire una realtà diversa. Lasciare che lo sguardo si allunghi nelle profondità di noi stessi e da qui si liberi in uno spazio ed un tempo senza limiti. Per fare questo un altro autore interviene nel progetto, Virginia Wolf, delle “Onde”, sei monologhi interiori che costituiscono una partitura musicale da sviscerare e liberare nell’aria del progetto. I suoi personaggi meriterebbero molte parole in più di quelle che possiamo al momento dedicargli. Per il momento vedremo con i nostri occhi e sentiremo con i nostri cuori, quanto le lenti prodotte dall’ottico riusciranno a mutare la nostra percezione, aggiungendo un caleidoscopio invisibile alle palpebre cigliate. Regia e manipolazione dei testi: Antonio Iorio. Voci leggenti: Gerardo Del prete, Diana Pasquini, Ornella Migliorini, Aldo Cobianchi, Antonio Iorio, Manuela Vigliotta. Musiche: (a cura dei Potlatch) Franco Basile, Marco Mattiello, Clemente Amoroso.
TESTO: Introduzione musicale, bisogna assolutamente, ricreare il mare, la risacca, il suono delle onde. (durante la lettura possono intervenire gli strumenti per sottolineare un atmosfera, mettere in risalto un particolare stato emotivo, di tensione o di calma) 1)Ottico « Daltonici, presbiti, mendicanti di vista il mercante di luce, il vostro oculista, ora vuole soltanto clienti speciali che non sanno che farne di occhi normali. Non più ottico ma spacciatore di lenti per Improvvisare occhi contenti, perché le pupille abituate a copiare inventino i mondi sui quali guardare. Seguite con me questi occhi sognare, fuggire dall'orbita e non voler ritornare. » (Fa indossare a tutti degli occhiali) 1)Ottico « Cosa vedete adesso? » 2)Bernard « Vedo un anello sospeso sulla mia testa. Pendente, tremulo e vibrante, in un cerchio di luce.» 3)Susan «E Io vedo una lastra di un giallo pallido che fugge via fino a perdersi in una striscia violetta. » 4)Rhoda « Io odo un suono cip, cip, cip, cip; su e giù tra i rami. » 5)Neville « Io vedo un globo, pendulo come una goccia contro i fianchi immensi di una qualche collina. » 6)Jinny « Vedo una nappa color cremisi con fili d'oro intrecciati.» 7)Louis «Io sento come uno scalpitìo Il piede di un grosso animale è stato incatenato. E la bestia scalpita, scalpita, scalpita. » 2)Bernard, «Guardate la ragnatela all'angolo del terrazzo! Ci sono come dei chicchi d'acqua, gocce di luce bianca come grani di un rosario. » 3)Susan. «Le foglie si affollano intomo alla finestra come tante orecchie puntute» 7)Louis « Un'ombra attraversa il sentiero, sembra un gomito piegato. » 4)Rhoda. « Isolotti di luce nuotano qua e là sull’erba. Sono piovuti giù di tra i rami degli alberi. » 5)Neville. « Gli occhi degli uccellini splendono nelle gallerie che si aprono nel fogliame » 6)Jinny « Gli steli sono coperti di una sottile ruvida coltre di peli e sono imperlati di gocce d'acqua.» 3)Susan « Un bruco si è raggomitolato in un anello verde intaccato con piedi brutali. » 4)Rhoda. « La lumaca dal guscio grigio striscia attraverso il sentiero e schiaccia i fili d'erba al suo passaggio » 7)Louis « E luci ardenti dai vetri delle finestre illuminano l'erba e si spengono subito » 5)Neville. « I miei piedi avvertono il freddo dei sassi. Li sento uno per uno, uno dopo l'altro, tondi o puntuti. » 6)Jinny « Mi brucia il dorso della, mano ma il palmo è appiccicoso e madido di rugiada. » 2)Bernard « 0ra il gallo canta; è come un getto d'acqua dura e rossa attraverso l’onda bianca » 3)Susan. « e Gli uccellini cantano su e giù, qua e là, intorno a noi » 7)Louis « La bestia scalpita; l'elefante dal piede incatenato; scalpita, l’enorme animale sulla spiaggia » 6) Jinny « Guardate la casa con tutte le sue finestre candide d'imposte. » 4) Rhoda «L'acqua fredda comincia a scorrere dal rubinetto nella retrocucina sullo sgombro nella ciotola. » 2)Bernard « I muri sono striati di screpolature d'oro e si allungano sotto le finestre ombre azzurrine di foglie. a forma di dito.» 3)Susan «Ora Mrs. Constable si tira su le grosse calze nere» 7)Louis « Quando si alza il fumo, il sonno si sfrangia via dal tetto come una nebbiolina » 4) Rhoda «Dapprima gli uccelli hanno cantato in coro. Ora la porta della retrocucina è aperta. Se ne volan via. Via, a volo, come quando si lanciano i semi nei solchi. Ma uno è rimasto e canta solo, vicino alla finestra della stanza da letto.» 6) Jinny « Si formano bollicine in fondo alla padella. Poi si alzano sempre più veloci, snodando si in una catenella d’argento. » 5)Neville «Ora Biddy ha messo il pesce su un'asse di legno e gli leva le scaglie con un coltello seghettato »
2)Bernard « La finestra della stanza da pranzo, adesso, ha preso un colore azzurro cupo e l'aria vibra sopra i comignoli.» 3)Susan « Una rondine si è appollaiata 'sul parafulmine E Biddy ha sbattuto il secchio sul pavimento di cucina. » 7)Louis « Questo è il primo rintocco della campana della chiesa. Ora seguiranno gli altri; uno, due; uno, due; uno, due; 4) Rhoda « Guardate la tovaglia che vola, bianca, lungo la tavola. Ecco i tondini di porcellana azzurra e le strisce d'argento vicino a ogni piatto.» 5)Neville «Mi sento ronzare a un tratto un'ape vicino all'orecchio. Eccola, è qui; ora non c'è più » 6) Jinny « Avvampo, rabbrividisco, uscendo da quel sole, entrando in questa ombra. » 7)Louis « ora se ne sono andati tutti. Sono solo. Sono entrati in casa per far colazione, e io sono rimasto in piedi, qui tra i fiori, accanto al muro. È molto presto, non è ancora l’ora della lezione. I fiori sono come tante macchie sulla quinta del verde fondo. I petali sono arlecchini. Gli steli si ergono dagli incavi neri. I fiori nuotano come pesci intrisi di luce nell'acqua di un verde cupo. Prendo uno stelo in mano. Io sono lo stelo. Le mie radici si sprofondano fino al centro della terra, giù nel terreno asciutto, nel terreno umido, attraverso vene di piombo e d'argento. Son tutto una fibra. Mille tremiti mi scuotono, e grave sulle mie costole è il peso della terra. Quassù, i miei occhi sono foglie verdi, non vedo nulla. Sono un ragazzo, vestito di flanella grigia, con una cintura tenuta chiusa da un serpente d'ottone, quassù. Laggiù i miei occhi sono quelli senza palpebre di una figura di pietra nel deserto, la vicino al Nilo. Vedo donne avviarsi al fiume con orci rossi; vedo cammelli avanzare col loro passo dinoccolato e uomini in turbante. Tutto intomo a me sento uno scalpitare, un tremito, un'agitazione continua. Lassù, Bernard, Neville, Jinny e Susan (Rhoda non c'è) sfiorano appena le aiuole con le reticelle. Portan via le farfalle dalle cime tremule dei fiori. Spazzano la superficie del mondo. Le loro reticelle sono piene di ali palpitanti. "Louis, Louis, Louis” urlano. Ma non possono vedermi. Sono dietro la siepe. Ci sono solamente degli occhiolini tra le foglie. Mio Dio, fa’ che passino oltre. Mio Dio, fa’ che posino le loro farfalle su un fazzoletto, tra la ghiaia. Che contino le loro prede dalle ali rosse bianche o screziate. Ma possa io restare invisibile. Sono verde come il tasso all’ombra della siepe. I miei capelli sono tutte foglie. Sono abbarbicato al centro della terra. Il mio corpo è uno stelo. Lo schiaccio e ne esce lenta una goccia che si gonfia e pian piano s’ingrossa. Qualcosa color rosa sta passando dietro la siepe. Il raggio di un occhiata s’insinua nella fessura tra foglia e foglia. Mi colpisce. Sono un ragazzo vestito di flanella grigia. Lei mi ha scoperto. Mi sento colpire alla nuca. Mi ha baciato. Tutto è andato in pezzi.» 1)Ottico «Molto bene, gli occhiali li faremo cosi.» (durante la lettura, gli strumenti da soli o accoppiati, seguono i brani seguendo uno schema di assoli e consonanze). Finale musicale, nel finale tutto deve essere più pieno, più grosso. Esigenze Tecniche per piccoli spazi: Spazio utile per tre musicisti, di cui uno è amplificato. 4 sedie, per i pazienti dell’ottico. Negli spazi di maggiori dimensioni sarà necessario amplificare tutti gli strumenti e tutte le voci. Sono previste video proiezioni che rappresentano le visioni materializzate. Antonio Iorio.