GhigginiArte Contemporanea Numero 5
Varese - Via Albuzzi 17 - galleria@ghiggini.it - www.ghiggini.it
Febbraio 2009
A TUTTO NUDO - IL DECANO DEGLI ARTISTI VARESINI ALLA GHIGGINI
ALBERTI Inaugurazione sabato 28 febbraio ore 11 - la mostra terminerà il 22 marzo
LE DONNE DI ALDO ALBERTI di Luigi Piatti da Lombardia Oggi del 2 aprile 2000
D
iceva Oscar Wilde che le donne amano gli uomini per i loro difetti, e più sono tanti i difetti, e tanti ancora, più sono disposte a perdonare tutto, anche l'intelligenza. Ritengo che l'aforisma s'addica ad Aldo Alberti che, di donne, ne ha dipinte tante e sempre con grande rispetto. I suoi nudi mai osceni, sempre casti e pudichi, solitamente di macroformato, sono il monumento alla "forma" femminile, accompagnata solitamente da delicata armonica malinconia. E', quella di Alberti, la donna "madre", la donna "sposa", la devota compagna del maschio anche insolente. Potrebbe apparire, dunque, questa pittura un atto di acuto maschilismo, di violenza intellettuale nei confronti della femmina sottomessa, "a disposizione"; ma non è così. E' l'omaggio di un uomo che ha attraversato il secolo ventesimo constatando che, pur nel turbine dei disastranti avvenimenti, la donna mai ha rinunciato al suo ruolo primario. Certo, c'è stata e c'è la donna, per esempio, alla Max Weber, che ne "La politica come professione" è l'emblema, appunto, della "politica" quando prende per il naso il proprio marito; Alberti l'ha vista e non l'ha considerata. Anzi, sono certo che, a chiederglielo, risponderebbe di non averla mai incontrata. Galanteria? Non credo. E' convinzione profonda, e di grande apprezzamento, dell'importanza di un ruolo che madre natura ha assegnato al genere femminile. Le eccezioni? Beh, come sempre, servono per confermare la regola. Tutto ciò sta a dimostrare che l'aforisma di Wilde s'addice ad Alberti, e non già per i difetti dell'uomo. Le donne, anche qui, sono obbligate all'eccezione: perdonarlo soltanto per l'intelligenza. Che è uno stato mentale naturale rimasto inalterato in lunga vita; e che ha determinato un'intelligenza "pittorica" coerente, produttrice di "forme" femminili, cioè figure campite nel colore, che sono sì immagini d'interiorità intensa, ma nello stesso tempo "volumi" evidenti. In questa dicotomia sta la grandezza di Aldo Alberti, pittore consolidato e scultore mancato. Forse è per questa sua seconda
Aldo Alberti, Nudo di schiena, 1994, olio su tela , 170x200 cm. (particolare)
U
n giorno, alla fine degli anni sessanta, il pittore Alberto Tian disse a Giuliano Vangi: “Ti va di conoscere un pittore che dipinge come tu scolpisci?”. Vangi, incuriosito, rispose di sì e finì alcuni giorni dopo nello studio di Aldo Alberti. Lì lo attendevano i grandi, plastici Nudi dell'artista bustocco che Vangi guardò con attenzione per poi esclamare: “Ma perché tu Alberti non fai lo scultore?”.
Luigi Piatti, Schegge 2, ... anche per continuare, dove si può, a riderci su, Grafica Varese Edizioni, Induno Olona (Va), Novembre 2002.