GhigginiArte 6 - Lodovico Pogliaghi IN NOME DEI SANTI

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GhigginiArte Speciale Pogliaghi 2

Numero 6

Varese - Via Albuzzi 17 - galleria@ghiggini.it - www.ghiggini.it

Marzo 2009

Lodovico Pogliaghi torna alla sua Madonna del Monte

IN NOME DEI SANTI

Chiara Palumbo continua gli studi sull'opera dell'artista con una nuova mostra a Villa Pax

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odovico Pogliaghi torna alla sua Madonna del Monte è il titolo con il quale è stato avviato un progetto culturale-turistico di durata annuale, a cura di Chiara Palumbo, che vedrà il susseguirsi di mostre tematiche, incentrate sulla poliedrica produzione di Lodovico Pogliaghi (Milano 1857-Varese 1950) e corredate da momenti di incontro, volti ad illustrare le opere esposte e a far conoscere meglio l'artista. La volontà di riportare Pogliaghi alla “Sua Madonna del Monte”, come lui stesso definiva l'amato borgo, che ancora oggi conserva la casa-museo e altre opere dell’artista, è la prima motivazione alla base dell'iniziativa. A questa si affianca il desiderio di voler approfondire e diffondere la conoscenza di Pogliaghi e di offrire un valore aggiunto a tutti i turisti che faranno visita al Sacro Monte di Varese. Lo scorso 21 Settembre 2008, nella splendida cornice dello storico borgo, si è inaugurata la mostra I 100 anni della Porta Maggiore del Duomo di Milano, allestita nelle sale di Villa Pax, oggi sede del B&B Il Parco e gli Affreschi, bellissimo esempio di architettura eclettica, progettata interamente dall'artista milanese su commissione della nota famiglia Macchi-Zonda. A corollario della mostra si è tenuto l'incontro Lodovico Pogliaghi. Tra gioia e sgomento, ricostruzione storica teatralizzata alla quale è intervenuto anche il noto e bravo attore Antonio Zanoletti. Questo secondo allestimento, ospitato all'interno delle sale della ex Villa Macchi-Zonda, accoglierà una quindicina di opere in una mostra dal titolo In nome dei Santi. L'esposizione è difatti dedicata alla rappresentazione di santi e martiri nell'arte di Pogliaghi, che tanto si è dedicato ad una produzione a stampo religioso avendo ricevuto, nel corso della sua longeva carriera lavorativa, svariati incarichi e

committenze ecclesiastiche. Per l'occasione saranno esposti oltre disegni-studio preparatori, anche alcuni olî e una placchetta raffigurante San Francesco nell'atto di ricevere le stigmate, bell'esempio di produzione orafa dell'artista, che si avvalse della professionalità dello stabilimento Johnson, attivo a Milano dal 1836. Al plastico carboncino di Santo Stefano Martire per il bronzo conservato presso l'omonima cappella nella Basilica del Santo a Padova (1913) si affiancano il bel ritratto di San Giuseppe delle pale gemelle esposte presso la Basilica di San Babila a Milano (1918) e la chiesa di San Gervasio e Protasio a Trezzo sull'Adda (1924), i bozzetti per le vetrate del Duomo di Chiavari, realizzate nel 1928 con le effigi di San Rocco e San Sebastiano, un inedito cartone con un San Sebastiano, in scala 1:1, la cui opera pittorica campeggia nel Santuario di Nostra Signora della Vittoria a Lecco, due studi per il ritratto di San Giovanni Bosco per i Salesiani di Torino e altri bozzetti raffiguranti Santa Caterina d’Alessandria e Sant’Antonio da Padova. Tutto il materiale relativo alla mostra sarà pubblicato sul sito internet www.lodovicopogliaghi.it, che vedrà inaugurata una nuova sezione didattica interattiva rivolta a studenti e curiosi che volessero cimentarsi in "prove quiz artistiche" atte alla comprensione e all'apprendimento dell'arte in modo originale e piacevole. L'evento, in collaborazione con la Galleria Ghiggini 1822 di Varese e il B&B Il Parco e gli Affreschi, vede il patrocinio della Provincia e del Comune di Varese, l'importante contributo di Eramo & Associati e la presenza, in qualità di sponsor tecnici di Artestampa grafiche di Galliate Lombardo, e della Johnson 1836 medaglie e monete.

Lodovico Pogliaghi is back to his Madonna del Monte IN SAINTS' NAME Lodovico Pogliaghi is back to his Madonna del Monte is the title with which Chiara Palumbo has started a year-tourist cultural proposal that will set up some thematic art shows based on Lodovico Pogliaghi’s (Milan 1857-Varese 1950) versatile production as well as provided with some meeting opportunities in order to explain the works shown and to make that artist better known. The main reason for that artistic initiative was the strong will to bring Pogliaghi back to “His Madonna del Monte”, as he, himself, used to call the beloved village, where his house-museum stands and where some works of his are still kept. Furthermore there is a burning desire to study in depth and to spread his knowledge as well as to offer an additional value to all the visitors of Varese Sacro Monte. Last 21st September 2008, in the wonderful setting of Santa Maria del Monte sopra Varese, the exhibition The 100-year-old Major Door of Milan Cathedral was opened and shown in the rooms of Villa Pax, now B&B “Il Parco e gli Affreschi”, a beautiful example of eclectic building, planned by the Milan artist on commission of the well-known Macchi-Zonda Family. Besides the above exhibition, the reading Lodovico Pogliaghi. Between joy and dismay took place. It was a theatrical reconstruction of the historical period when Pogliaghi had been commissioned with the Cathedral Door. The clever and famous actor, Antonio Zanoletti, took part in it. This second exhibition, entitled In Saints’ name, is being opened and housed in the rooms of the ex-Villa Macchi-Zonda with about 15 works of art on show. In fact it is based on the representation of some saints and martyrs in the art of Pogliaghi, who devoted him-

LP 704-703 Studio per due vetrate del Duomo di Chiavari: San Sebastiano e San Rocco 1928 ca, olio su cartone, 740x270 mm

self widely to a religious production since he had received several ecclesiastic commissions during his long career. For this occasion, in addition to some preliminary sketches, also some oil paintings and a small badge, with the effigy of St. Francis receiving the stigmata, will be shown. The latter is a good example of the goldsmith’s production of the artist, who made use of the Johnson Factory’s professionalism, working in Milan since 1836. Besides the sketches of Chiavari Cathedral glass walls, made in 1928, with St. Rocco’s and St. Sebastian’s effigies, you will be given the opportunity to admire as follows: the plastic charcoal of St. Stephen, the martyr, for the bronze kept in the homonymous chapel of Padua Basilica del Santo (1913), St. Joseph’s fine portrait of the twin altar-pieces, exhibited both in Milan St. Babila’s (1918) and in Sts. Gervasius and Protasius’s at Trezzo sull’Adda (1924), a new cartoon with a full-scale St. Sebastian, the painting of which stands out in the Sanctuary of Our Lady of Victory in Lecco town, two sketches of St. Giovanni Bosco’s portrait for Turin Salesiani and some other ones representing St. Catherine from Alessandria and St. Anthony from Padua. Everything concerning it will be in the internet site www.lodovicopogliaghi.it which will suggest a new online didactic section to students as well as to curious persons, who would like to test themselves against “art quizzes” in order to approach art comprehension and learning in a nice and unusual way. The event, thanks to the collaboration of Varese Galleria Ghiggini 1822 with the B&B Il Parco e gli Affreschi, is supported by Varese Province and Commune and sponsorized by Eramo & Associati as well as by Galliate Lombardo Artestampa grafiche and by Johnson 1836 medaglie monete , as technical sponsors.


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San Sebastiano e San Rocco

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odovico Pogliaghi fu chiamato dal primo vescovo di Chiavari Monsignor Vielli a dotare nel 1910 il Duomo di Chiavari di una ricca decorazione che interessò le lesene (le 14 maggiori e le 24 minori), le volte delle navate laterali, il coro, il pulpito e le vetrate. Per quest'ultime realizzò i cartoni preparatori rappresentanti San Sebastiano e San Rocco. La scelta di tali soggetti deriva dal fatto che nel luogo della miracolosa apparizione della Vergine Maria (2 luglio 1610), su cui fu edificata la chiesa, fosse già presente un pilone raffigurante la Madonna con i Santi Sebastiano e Rocco, eretto dai chiavaresi per scongiurare la peste che afflisse la cittadella nel 1493 e nel 1528. L'artista adottò per la decorazione l'iconografia tradizionale dei due martiri: San Sebastiano legato alla colonna, trafitto da frecce e San Rocco nell'atto di mostrare la piaga della peste sulla coscia sinistra. Entrambi i santi sono rappresentati entro una cornice decora-

GhigginiArte - Speciale Pogliaghi 2 tiva costituita da due fasci di palme, simboli del martirio, alla cui sommità si trova un putto. Caratteristica tipica dello stile "baroccheggiante" dell'artista è il posizionamento delle due figure sopra un finto basamento che conferisce alle stesse una certa volumetria e resa simil-statuaria. I due studi corrispondono alla versione ultima e definitiva dei cartoni preparatori, successivamente tradotti in vetrate con la collaborazione del Professor Bolgiani.

St. Sebastian and St. Rocco

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n 1910 the first bishop of Chiavari, Monsignor Vielli, called Lodovico Pogliaghi so that he could endow the town Cathedral with a rich decoration concerning its pilasters (the 14 major ones and the 24 minor ones), the vaults of its side aisles, its choir, its pulpit and its glass walls, for which the artist carried out the preliminary cartoons representing St. Sebastian and St. Rocco. The choice of such subjects springs

from the pillar, already on the spot where a miraculous apparition of the Holy Virgin took place on 2nd July 1610, portraying the Madonna with St. Sebastian and St. Rocco and raised by Chiavari inhabitants in order to avoid the plague which had troubled the town in 1493 and in 1528. A church was later built right in that place. The painter adopted the traditional iconography of the two martyrs for the decoration: St. Sebastian tied to a column and pierced by some arrows, and St. Rocco showing the plague sore on his left thigh. They both are represented inside an ornamental frame made up with two bunches of palms, symbols of martyrdom, on the top of which there is a putto. A typical characteristic of Pogliaghi's "baroque-like" style is the positioning of the two figures on a false base that gives them some disposition of volumes and makes them look like statues. The two studies correspond to the last and final version of the preliminary cartoons, later transformed into glass walls with Professor Bolgiani's collaboration.

Santo Stefano martire

St. Stephen, the martyr

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l 17 ottobre 1913 Pogliaghi informò la presidenza dell'Arca di aver pronto il bozzetto definitivo per la statua di Santo Stefano martire; tra questa data e l'iscrizione posta sul basamento (26 novembre 1914) si colloca l'esecuzione della fusione in bronzo, destinata all'altare della cappella omonima già decorata, su commissione dell'industriale Stefano Breda, nel 1907 da Ludovico Seitz, fecondo pittore aderente al movimento dei "Nazareni". Il bronzo, impreziosito d'oro, richiama modelli rinascimentali a cui Pogliaghi si è ispirato; primo fra tutti Donatello, di cui poté ammirare il celebre apparato liturgico dell'altare principale della Basilica di Sant'Antonio, ricostruito nel 1895 da Camillo Boito. Difatti, la stessa postura del diacono ricorda, seppur ribaltata, quella del Profeta Geremia dell'artista fiorentino, così come la cura nella resa dei particolari. Santo Stefano è rappresentato da Pogliaghi secondo la tradizione: un giovane con dalmatica e tonsura monacale recante in mano il libro e la palma del martirio. Sebbene non siano ancora presenti gli attributi iconografici, la veloce resa della tunica, la posizione della mano destra e il particolare analizzato a parte del volto del santo rivolto verso l'alto, fanno propendere a considerare il foglio n. 485 quale probabile studio per l'opera.

LP 485 Studio per Santo Stefano Martire 1913 ca., carboncino su carta 450x330 mm

Per la stessa cappella di Santo Stefano l'artista milanese fu inoltre incaricato di disegnare l'arredo dell'altare e i sei candelabri bronzei, allogati il 28 dicembre 1915.

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n 17th October 1913 Pogliaghi informed Arca Presidency that the final sketch for the statue of St. Stephen, the martyr, was ready. The execution of its bronze casting took place between the above date and the inscription on its base (26th November 1914). It was destined to the altar of the homonymous chapel already adorned by Ludovico Seitz, a prolific painter and a follower of the "Nazareni" movement in 1907, on commission of Mr Stefano Breda, a manufacturer. The bronze, embellished with gold, reminds some Renaissance models by which Pogliaghi was inspired; the first among all, Donatello, whose famous liturgical apparatus of the main altar, rebuilt by Camillo Boito in 1895, of St. Anthony's Cathedral he could admire. In fact the deacon's posture itself, even if overturned, reminds the prophet Jeremy's by the florentine artist, as much as the care of the details does. St. Stephen is portrayed by Pogliaghi according to tradition: a young man with a monk's tonsure, wearing a dalmatic and holding a book and a martyr palm. Even though there are no iconographic characteristics yet, the swift result of his tunic, the position of his right hand and the detail, analysed apart, of the Saint's face upward, get us to think that the sheet n. 485 may be a

Santo Stefano Martire, Basilica del Santo - Padova

study for the above work. For St. Stephen's chapel itself, the Milan artist was also given the job of drawing the altar cloths and holy vessels together with the six bronze candlesticks, settled on 28th December 1915.

San Giuseppe

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n seguito a un incendio durante il quale andò persa la pala di San Giuseppe di Agostino Caironi (1820-1907), ospitata nell'omonima cappella della Basilica di San Babila a Milano, il prevosto in carica, Gaetano Pellegrini, decise di conferire a Lodovico Pogliaghi la realizzazione di una nuova opera pittorica da sostituirsi a quella dan-

LP 602 Studio per San Giuseppe, 1918 ca., sanguigna, carboncino e biacca su carta, 350x255 mm

neggiata. Il compito non si prospettava dei più agevoli a causa della scarsa luce proveniente dalle piccole finestre presenti nello spazio di sapore Bramantesco. L'artista seppe comunque sfruttare al meglio tale "inconveniente", conferendo maggiore enfasi alla figura del Santo, colto in nobile posa in un momento di profonda estasi mistica nel volgere lo sguardo verso l'alto, come assorto in visione del cielo. San Giuseppe tiene in braccio il Bambin Gesù, che si abbandona grazioso e affettuoso alle cure del padre, mentre un angelo ai loro piedi reca in mano un giglio e due cherubini si affacciano sorridenti tra nuvole. Tutto il gruppo è sapientemente inserito all'interno di una finta nicchia di sapore rinascimentale, terminante nella parte superiore con la caratteristica conchiglia ornamentale. A conferire maggiore monumentalità alla figura del Santo, sapientemente modellato da luci e ombre, è l'illusione di averla posta, a mo' di opera scultorea, su di un classico piedistallo a finto bassorilievo rappresentante L'adorazione dei Magi e La discesa di Cristo al Limbo. L'olio su tela, della misura di 310x162 cm, firmato e datato sul fronte, in basso a destra, fu inaugurato e benedetto nella mattina del 30 Giugno 1918, in occasione della funzione religiosa dedicata alla festività di San Giuseppe. Presso la Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio a Trezzo sull'Adda (Mi), è conservata una copia par-

ticolarmente fedele dell'opera (1924 ca.), nella quale Pogliaghi apportò solo alcuni cambiamenti: la postura dell'angelo, la resa coloristica della nicchia, qui di una calda tonalità dorata, a cui si aggiunge la presenza di un terzo cherubino. Tale iconografia del santo fu cara anche a Gerolamo Poloni [Martinengo (BG) 1877-Milano 1954], allievo e braccio destro di Pogliaghi; difatti l'artista utilizzò, nel 1931, il medesimo cartone preparatorio quale base per una versione personalizzata del soggetto ad affresco, ospitato all'interno di una cappella laterale della navata sinistra della Chiesa di San Gemolo a Ganna (Va). Il disegno è uno studio alquanto accurato e raffinato del volto rapito del Santo, la cui bellezza consiste anche nell'utilizzo della sanguigna accanto al carboncino. Sul retro dell'opera l'artista ha invece sintetizzato in pochi tratti la figura del Bambino, che con molta naturalezza è colto nell'atto di portare la mano destra in avanti, a conquistare l'attenzione dell'osservatore.

San Giuseppe con il Bambin Gesù Chiesa di San Babila - Milano


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pagina 3 observer's attention, with a few strokes.

St. Joseph

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San Giuseppe con il Bambin Gesù, Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio, Trezzo sull’Adda - Milano

wing to a fire during which the altarpiece of St. Joseph by Agostino Caironi (1820-1907), housed in the homonymous chapel of San Babila's Basilica in Milan, was destroyed, the parish priest in office, Gaetano Pellegrini, decided to appoint Lodovico Pogliaghi for a brand-new painting which had to replace the damaged one. That task was not easy at all because of the faint light filtering through the small windows in that Bramante-like space. However, the artist could exploit that "inconvenience" at his best giving a greater emphasis to the figure of the Saint, caught in a noble attitude the moment he is falling into a deep mystical ecstasy and turning his eyes upward, as if he were absorbed in looking at the sky. St. Joseph is holding, in his arms Infant Jesus, who, sweet and tender, is letting himself go to His dad's care, while an angel, at their feet, is holding a lily in its hand and two smiling cherubs are peeping out among some clouds. The whole group is well put in a false Renaissance style niche, which ends with the characteristic ornamental shell in its upper part. The illusion to have put it, like a sculpture, on a classic pedestal in a false bas-relief representing The Magi's Adoration and Christ's descent into Limbo gives the Saint a superb monumentality.

The oil painting on canvas (310x162 cm), signed and dated on the front and in the bottom right-hand side, was unveiled and blessed in the morning on June 30th 1918, on the occasion of the church ceremony dedicated to St. Joseph's feast. Saints Gervasius and Protasius's Church at Trezzo sull'Adda (Milan) houses a particularly exact copy of the work (1924), to which Pogliaghi brought about only some alterations as follows: the angel's posture, the colour power of the niche, here of a warm golden shade, with the addition of a third cherub. Also Gerolamo Poloni (MartinengoBergamo1877-Milan 1954), Pogliaghi's apprentice and right-hand man, was fond of that iconography of St. Joseph's. In fact in 1931 the former used the preliminary cartoon itself as a base for his own version of the frescoed subject, housed in a side chapel of the left aisle of St. Gemolus's Church at Ganna (Varese). The drawing is a very accurate and refined study of the Saint's ravished face, whose beauty also lies in the use of both sanguine and charcoal. But on its back, Pogliaghi sketched the figure of the Infant, who is naturally caught while he is stretching out his right hand in order to attract the

San Francesco d’Assisi

St. Francis d’Assisi

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ogliaghi spesso si fregiava del titolo di “ornatista”, vale a dire artista specializzato nella pratica dell'ornato e della decorazione; questa abilità fu trasposta soprattutto nella scultura e in particolar modo nella plastica orafa, nella quale eccelse dedicandosi assiduamente nel corso della lunga carriera lavorativa. Il rimando ad artisti quali Benvenuto Cellini e Giambologna risulta immediato al confronto degli stili e dell'estrema raffinatezza tesa ad un eccesso di decorativismo fine a se stesso. Oltre alla realizzazione di centrotavola, diversi lavori si annoverano nel campo della glittica: difatti all'artista milanese furono commissionate placchette, medaglioni, targhe e anaglifi che segnarono e fermarono in immagini alcune ricorrenze e ritratti di personaggi illustri della storia d'Italia. Tra queste si citano ad esempio la medaglia in occasione del V centenario Colombiano (1892), quella per l'ottantesimo compleanno di Giuseppe Verdi (1894), quella a commemorazione del V centenario della morte di Leonardo Da Vinci (1919) e infine quella dedicata al Milite Ignoto (1921). Lo stabilimento Johnson, attivo a Milano dal 1836, coniò tutte le medaglie progettate dal Pogliaghi; queste spiccavano principalmente per la loro raffinata eleganza derivante dal modello di tradizione della medaglia ottocentesca, i cui coni e punzoni venivano eseguiti direttamente in acciaio. L'artista si avvalse, nella maggior parte dei casi, dell'abile mano di Angelo Cappuccio, noto incisore della Zecca di Milano fino al 1876, che in seguito ricoprì il ruolo di incisore-capo presso la Johnson fino al 1919, anno della sua morte. Nel 1926, in occasione della ricorrenza del VII centenario della morte di San Francesco (1182-1226), Pogliaghi modellò una placchetta (97x66 mm) con l'effige del protettore d'Assisi, incisa da Enrico Faré. Il santo, ritratto stante e rivolto a tre quarti, indossa il saio monacale, cinto in vita dalla corda con i tre nodi simbolo dei voti di povertà, castità e obbedienza; ha il

San Francesco d'Assisi Stabilimento Johnson 1836, Milano

capo nimbato e le braccia aperte di fronte a sé con il palmo affrontato nell'atto di ricevere in mistico atteggiamento le stigmate per mezzo di raggi di luce provenienti dall'angolo in alto a destra. Il disegno n. 148 rappresenta sicuramente uno studio per l'opera; veloci tratti a matita fissano la postura pressoché definitiva del santo con la tonsura e il volto emaciato rivolto verso al cielo. A basso pagina risulta altresì particolare la presenza di due schizzi di ante decorate chiuse e aperte che probabilmente erano state previste da Pogliaghi per la montatura della placchetta. Il foglio n. 346 può invece essere identificato quale successivo bozzetto, nel quale l'artista ha focalizzato la propria attenzione sulla postura del braccio e le pieghe della veste provvista di cappuccio.

LODOVICO POGLIAGHI TORNA ALLA SUA MADONNA DEL MONTE IN NOME DEI SANTI a cura di Chiara Palumbo 15 Marzo-15 Maggio 2009 Inaugurazione 15 Marzo 2009, ore 17 Orario di visita: previo appuntamento telefonico (0332.229525; 337.254440) Visite guidate: gratuite e su prenotazione (380.4658388) Informazioni: www.lodovicopogliaghi.it; info@lodovicopogliaghi.it INGRESSO LIBERO

ogliaghi was often titled “ornamentalist”, that is artist specialized in ornamentation and decoration. This ability of his was above all transferred to sculpture and in particular to the goldsmith's plastic art, at which he excelled devoting himself assiduously during his whole long working career. The references to Benvenuto Cellini and Giambologna are immediate, if we compare their styles and their utmost refinement aimed at an excessive decorativism, an end in itself. Besides conceiving table decoration, Pogliaghi made several works concerning glyptic: in fact the Milan artist was commissioned small badges, lockets, plates and anaglyphs that marked and figured some anniversaries and portraits of famous personalities of Italian history. We can mention, for instance, the medal on the occasion of the fifth Columbus centenary (1892), the one for Giuseppe Verdi's eightieth birthday (1894), the one celebrating the fifth centenary of Leonardo da Vinci's death (1919) and at last the one dedicated to the Unknown Warrior (1921). The Johnson factory, working in Milan since 1836, struck all the medals designed by Pogliaghi. They caught the eye mainly by their polished refinement coming from the traditional model of a XIX-century medal, the cones and the pushers of which were directly steel made. Pogliaghi made mostly use of Angelo Cappuccio's ability. The latter was a wellknown engraver of the Mint of Milan up to 1876 and later the head engraver at the Johnson factory till 1919 when he died. In 1926 on the occasion of the anniversary of the seventh centenary of St. Francis's death (1182-1226), Pogliaghi modelled a small badge (97x66 cm) with the effigy of Assisi patron, carved by Enrico Faré. The saint, portrayed standing and turned threefourths, is wearing the habit and, round his waist, there is a three-knot rope symbolizing the vows of poverty, chastity and obedience;

"... il mio amato Sacro Monte, il cui immenso orizzonte mi ha affascinato sin da giovane, così che mai avrei potuto fissarmi in luogo anche piacevole ma limitato e chiuso..." Lodovico Pogliaghi Lettera al Dott. Giovanni Cenzato 8 Gennaio 1945

his head is haloed and his arms are opened in front of him with the palms that are about to receive the stigmata mystically, through some beams of light coming from the top right-hand corner. The drawing n. 148 is certainly a sketch for that work; some quick pencil strokes fix the almost final posture of the Saint with his tonsure and his skyward emaciated face. At the foot of the page, there are two peculiar sketches of decorated panels, both closed and open, which Pogliaghi might have foreseen for the installation of the small badge. But the sheet n. 346 can be identified as the next sketch, in which the artist focused his own attention on the arm posture and on the folds of the cowl.

LP 148, Studio per San Francesco d'Assisi, 1926, matita su carta, 285x210 mm

Si ringraziano per la collaborazione alla mostra: Mons. Francesco Isetti, Curia Arcivescovile ,Ufficio dei Beni Culturali, Diocesi di Chiavari Sac. Don Peppino Ghezzi e Sig.ra Albertina Quadri, Parrocchia SS. Gervasio e Protasio - Trezzo sull'Adda Mons. Alessandro Gandini, Basilica di San Babila - Milano Rettore Don Enzo Rasi, Santuario di Nostra Signora della Vittoria - Lecco Sig. Giampiero Cardani - Stabilimento Johnson 1836 - Milano


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GhigginiArte - Speciale Pogliaghi 2

San Sebastiano Martire anatomia del busto e dell'incarnato chiaro che sfuma in tonalità più accese solo sul viso rivolto al cielo; una postura amata da Pogliaghi, che evidenzia la nobiltà d'animo del giovane guerriero, colto nell'atto di accettare umilmente la volontà divina. In primo piano l'artista ha posto gli attributi del Santo, così come vuole la tradizione: una faretra e un bastone, che fanno da contrappunto ad uno scenografico sfondo deserto, da cui spunta solo una costruzione a simboleggiare Roma, presso la quale -secondo la tradizione- avvenne il martirio di Sebastiano. Il carboncino presenta alcune differenze dall'opera finita; l'artista ha sostituito le colonne spezzate ad un naturalistico tronco d'albero al quale legare la figura del martire e ha reso maggiormente accentuata l'anatomia del busto e delle gambe.

St. Sebastian, the Martyr

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San Sebastiano Martire, Santuario di Nostra Signora della Vittoria - Lecco

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l Santuario di Nostra Signora della Vittoria di Lecco è dedicato alla Vergine Maria in onore dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Nel 1918, grazie a una donazione, si diede avvio alla costruzione dell'edificio, progettato dall'architetto senese Pietro Palumbo e consacrato nel Novembre 1932 dall'arcivescovo di Milano cardinale Ildefonso Schuster, seppur incompleto al suo interno e mancante di campanile. La seconda cappella a destra ospita, entro un'edicola marmorea, una tela raffigurante San Sebastiano. La scelta di tale soggetto è facilmente comprensibile: il soldato-martire -originario della Gallia- arruolato nell'esercito di Diocleziano e convertitosi al cristianesimo, è assimilabile ai giovani militi che hanno perso la vita sui campi di battaglia. Pogliaghi ha ritratto il santo nella classica iconografia che lo vede legato con le braccia dietro la schiena e trafitto di frecce, evitando di introdurre qualsiasi riferimento al dolore e alla crudeltà del martirio, al fine di privilegiare una visione eroica di nudo di sapore apollineo. L'incidenza della luce, già studiata nel cartone preparatorio per mezzo di insistenti tocchi a biacca, esalta la perfetta

Santa Maria del Monte nelle incisioni dell'Ottocento

he Sanctuary of Our Lady of Victory in Lecco town is dedicated to the Virgin Mary in the 1st World War Fallen's honour. In 1918, thanks to a gift, they started its building planned by Pietro Palumbo, an architect from Siena, and consecrated by Milan archbishop Cardinal Ildefonso Schuster in November 1932, though it was unfinished in its interior and lacking in its bell tower. The second chapel on the right houses a painting representing St. Sebastian inside a marble aedicule. The choice of that subject is easily understandable: the soldier-martyr, originally come from Gallia, enlisted in Diocletian's army and converted to Christianity, is compared to the young soldiers who lost their lives in battlefields. Pogliaghi portrayed the Saint according to the classic iconography, i.e. tied with his arms behind his back and pierced by some arrows. In so doing, the painter avoided putting any references to the pain and cruelty of martyrdom in order to favour the heroic vision of an Apollonian nude. The incidence of the light, already studied in the preliminary cartoon with persistent ceruse touches, enhances the perfect anatomy of the bust and of the fair complexion shading into brighter tones only on the Saint's skyward face. That is a posture Pogliaghi liked and it highlights the young warrior's noble mindedness, caught while he is about to accept God's will humbly. The artist put the Saint's characteristics in the foreground, according to tradition: a quiver and a stick stressing a desert background out of which only one building comes. It symbolizes Rome where they say that Sebastian's martyrdom took place. The charcoal shows some different details in comparison with the finished work; the artist replaced the real trunk of a tree, to which the martyr is tied, with some broken columns and emphasized the anatomy of the Saint's bust and legs much more.

Studio per San Sebastiano Martire, carboncino e biacca su carta, 1430x595 mm

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