GhigginiArte P re m i o g i o v a n i
Numero 6
Varese - Via Albuzzi 17 - galleria@ghiggini.it - www.ghiggini.it
Aprile 2009
DIECI GIOVANI ARTISTI A CONFRONTO
PREMIO VIII Inaugurazione sabato 4 aprile ore 11 - proclamazione del vincitore sabato 25 aprile ore 11 la mostra terminerà il 2 maggio 2009 - dal martedì al sabato 10 - 12,30; 16 -19,30 - aperti la I e II domenica del mese
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a stagione primaverile è sinonimo di rinascita e rinnovamento nel campo dell'organizzazione di mostre ed eventi. Anche la Ghiggini 1822 inaugura la sua Ver Sacrum riproponendo una nuova edizione del Premio GhigginiArte giovane di pittura e scultura, confermando una duplice finalità di azione: da una parte la volontà di rispondere alla crescente esigenza di giovani artisti desiderosi di presentare le proprie opere al pubblico, dall'altra la più viva intenzione a far emergere nuove fervide e prolifiche ricerche artistiche. Il Premio, giunto oggi alla sua ottava edizione, è nato nel 2001 da un'idea di Emilio Ghiggini e di Gottardo Ortelli, già docente di pittura all'Accademia di Belle Arti di Brera e ha visto in questi anni la partecipazione di centinaia di aspiranti giovani artisti. Il bando di concorso, rimasto fedele alla sua impostazione iniziale, che prevede per il vincitore la possibilità di allestire una personale presso le sale della galleria, si è ampliato negli anni, con il “reclutamento di giovani leve under 30” dapprima in un ambito territoriale provinciale, estendendosi in un secondo tempo al Verbano Cusio-Ossola, al Canto Ticino, per poi abbracciare l'intera regione Lombardia. Un ulteriore rinnovamento ha interessato la giuria artistica che ha visto l'alternarsi di critici e storici dell'arte, direttori museali, docenti dell'Accademia di Belle Arti di Brera, titolari di gallerie d'arte e giornalisti, fino alla formazione attuale che annovera le seguenti personalità: Anna Bernardini, storico dell'arte e direttore Villa e Collezione Panza-FAI, Giuseppe Bonini, docente di Estetica all'Accademia di Brera, Italo Bressan, docente di Pittura all'Accademia di Brera, Claudio Cerritelli, docente di Storia dell'Arte all'Accademia di Brera, Maria Rosa Ferrari, direttore del Circolo Culturale “Il Triangolo” di Cremona, Licia Spagnesi, giornalista e curatore del Premio Cairo Mondadori e Paolo Zanzi, fotografo e art director. Come ogni anno è stata selezionata la rosa dei finalisti che esporranno alcune opere nel corso di una mostra collettiva, al termine della quale la giuria artistica, in collaborazione con una seconda giuria formata da oltre 70 personalità, tra amanti dell'arte, collezionisti e giornalisti, designerà il vincitore. In occasione della sua VIII edizione, il Premio GhigginiArte giovani di pittura e scultura avrà una finestra ulteriore grazie alla sinergia con Artevarese.com, il settimanale on-line di informazione artistico-culturale della provincia di Varese. Il sito internet pubblicherà le opere dei finalisti, dando modo a tutti i lettori di far parte di una giuria interattiva i cui voti, espressi solamente on line, eleggeranno il vincitore del Premio Artevarese giovani. L'artista vincitore in base alle scelte dei votanti on line realizzerà una mostra personale sulle pagine del sito. Oggi il Premio è una realtà consolidata e tramite per artisti esordienti che desiderino mettere in gioco le proprie capacità e intraprendere un percorso personale nel difficile mondo dell'arte, nonché un appuntamento imperdibile nel calendario degli eventi culturali varesini.
Aprile 2009
GhigginiArte - Premio giovani
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Gabriela Bodin (Focsani, Romania 1983)
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er l'opera LUCI il non-colore fa da protagonista. Il nero viene utilizzato per lo scopo d'intenso impatto emotivo, invocando l'aggressività e nello stesso tempo il vuoto crudele di una città ormai in mutazione evidenziata dalle linee semplici del modernismo in continuo cambiamento, addolcendo l'atmosfera, a suo tempo, i piccoli spruzzi di luce (oro) come simbolo della vita presente nell'abisso della notte. Propongo a voi il silenzio caotico della notte. PER SEMPRE, invece, racconta un amore devoto, non più corrisposto, annegato nel sapore amaro del dolore prigioniero di un corpo cupo dalla falsa speranza in un ritorno invocando parole eterne. Il viso ormai ombreggiato dalla coraggiosa vergogna confessata, ghiacciato, versa una sola calda goccia di sentimento.
Luci, 2008 tecnica mista su tela, 80x90 cm.
Per sempre, 2009 tecnica mista su tela, 40x40 cm.
Cucina parte C-O, 2008 tecnica mista su carta, 90x100 cm.
Cucina parte B-O, 2008 tecnica mista su carta, 100x100 cm.
Untitled, 2009 inchiostro su carta, 29,7x21 cm.
Untitled, 2008 inchiostro su carta, 29,7x21 cm.
Look at you, 2008 foto su carta lucida, 3pz 50x50 cm.
Objects in the mirror are closer than they appear, 2008 foto su carta lucida, 3pz 50x50 cm.
Luigi Consolandi (Milano 1984)
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l mio lavoro parte dal presupposto che non sappiamo quello che si può trovare nei pressi di casa. Attraverso la mappatura dei luoghi in cui vivo, esploro e contestualizzo il territorio da cui parte la mia azione nel mondo. All'inizio dell'era volgare Strabone rimproverò ad Erastotene di aver concepito la Terra non come un geografo, ma come un astronomo, preoccupato innanzitutto di prendere le misure come fosse un qualsiasi corpo celeste. Quella che invece nei suoi diciassette libri di geografia Strabone descrive non è la Terra nel suo insieme, ma soltanto quella parte che egli conosce e per la quale possiede il linguggio: qualcosa che nella geografia classica prende il nome di “ecumene”, il mondo così come è conosciuto e abitato. “L’ignoto sta nascosto nel cuore del noto, e basta cambiare occhi, cambiare sguardo oppure obiettivo, per scoprire nell’ambiente familiare, o domestico, un’estraneità insolubile, una complessità infinita e senza destino, ovvero senza significato”.
Paolo Dell'Elce (Pescara 1983)
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el tentativo di catturare l’immagine liquida e dinamica della società contemporanea, la mia opera si avvale della rappresentazione grafica, pittorica e fotografica. “Incomplete space”, titolo di questo progetto di ricerca, indaga l’incontro tra reale e virtuale; i bit si confondono con gli atomi; ciò che emerge è il divenire, la trasformazione, l’instabilità delle percezioni reali che si complicano. Le opere rappresentano le tecnologie pervasive, nonché le azioni con cui l’umanità si interfaccia quotidianamente alle ultime. L’obiettivo è quello di esplorare e offrire la consapevolezza della presenza di una computazione ubiqua che non è più parte del solo sistema informatico e tecnologico ma pervade ogni luogo e ogni attimo delle nostre esistenze. Per antitesi, il tema tanto attuale viene affrontato e restituito attraverso medium tradizionali e consolidati. Incomplete space è la rappresentazione della componente "soft" della nostra esistenza e dello stato di confusione che questa procura.
Anna Fracassi (Cantù 1979) Look@U (look at you). Il percorso di autoconsapevolezza dell'io: l’emozione incoercibile scaturisce incondizionata dalla dimensione inconscia; l'io la contiene e la rende socialmente accettabile all'interno di schemi definiti dalla personalità; il super io la concettualizza e la incastona nel suo costrutto mentale. Il percorso dell’atto creativo è rovesciato, l’obiettivo cessa di riprendere immagini del mondo e si rivolge all’interno: una sorta di processo "digestivo" di esperienze e valori, opportunità di riflessione che sfocia in un'immagine specchiante dell’inconscio. Objects in the mirror are closer than they appear. Gli oggetti riflessi sono più vicini di quanto appaiano. Nonostante l’ego cerchi di allontanarci dalla dimensione viscerale delle emozioni, l‘inconscio riesce comunque a mantenerle ed esprimerle in un'immagine pura ed essenziale. L'autoritratto psicologico veicola la dimensione individuale verso l’esterno, rendendola visibile. Lavorare su tale immagine permette di scandagliare vissuti, esperienze ed emozioni al fine di affrontare problematiche personali ed intime o temi astratti di carattere allegorico e metaforico.
Aprile 2009
GhigginiArte - Premio giovani
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FRP2 (Filippo Piantanida, Varese 1979) (Roberto Prosdocimo, Pordenone 1979)
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a ricerca artistica si basa sull’analisi e la ricerca di una realtà maniacalmente perfetta, simmetrica e precisa. La freddezza espressiva del rigore e della centralità, nel comporre le immagini e le installazioni, rendono alle opere la possibilità di non essere connotate nel tempo e nello spazio. I soggetti ritratti con gli stessi principi si trasformano in fruitori asettici degli spazi ritratti. I bambini e i soggetti diventano icone perfette senza storia e senza tempo, ma drammaticamente reali nella loro forza espressiva.
Untitled-0004, 2008 fotografia, 70x100 cm.
Untitled-0008, 2008 fotografia, 70x100 cm.
Senza titolo, 2009 tecnica mista su carta, 100x70 cm.
Senza titolo, 2009tecnica mista su carta, 100x70 cm.
Interfaccia 2, 2008 acrilico su tela, 80x80 cm.
Building, 2008 acrilico su tela, 80x80 cm
En plein web, 2009 acrilico su tela, 70x100 cm.
War game, 2009 acrilico su tela, 70x100 cm.
Riccardo Garolla (Tradate 1986)
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on ha movimento, Non ha voce, non ha suono, non ha un ordine ne una regola, eppure continua a mostrarmeli, dandomi la forza di gettare le energie lavorando, per codificare uno spazio caotico e indifferenziato. Continua a crearmi illusioni di arrivi, poi a lasciarmi di nuovo scoprire di essere incatenato ad un’idea, cui solo a me sta dare un valore. Ciò che mi spinge a fare arte e vivere la pittura, talvolta quasi come un dovere: il continuo scontrarmi con me per giungere al mondo, il continuo scontrarmi con il mondo per giungere a me; creare un sentiero attraverso una situazione di caos, rendere l’ordine caotico, al fine di conoscere i miei limiti e creare la potenza per sfondarli con il lavoro. Mentre lavoro, ho spesso l’intuizione di voler mirare alla potenza che può tenere in sé la natura nel suo mutare, tento di trovare una forma che possieda la vita e la morte. Il materiale cessa di essere un limite e diviene un prolungamento del mio braccio. Utilizzo tutto il corpo, dentro ogni movimento del corpo, c’è una storia da raccontare. Creo il mio sentiero percorrendone la sua assenza.
Federico Lissoni (Sesto S. Giovanni 1980)
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a mia ricerca pittorica si basa sul cambiamento della comunicazione avvenuto in questi anni per mezzo del sempre più profuso linguaggio della tecnologia. Le immagini prese a modello fanno parte di quella grafica "segnaletica" che costituisce il nuovo volto della comunicazione breve: immagini che nascono dal web e invadono tutte le tipologie possibili di artefatti. Quadri come interfaccia di un mondo altro dove lo spettatore vi accede mentalmente come se fosse un’internauta. Dipinti che non vogliono essere una simulazione dei modi della multimedialità elettronica, di uno stile della tecnologia, ma ben si vogliono proporre una riflessione su questo nuovo linguaggio diventato ormai globale. Non si limitano a rappresentarlo.
Andrea Mattoni (Varese 1981)
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l mio lavoro si è sempre incentrato sull'analisi dei mezzi di comunicazione di massa, le opere rileggono in modo doppio i messaggi, notizie, cronache che contraddistinguono giornali, televisione ecc. Al primo impatto l'immagine trasmette con senso ironico dell'argomento, cercando di sensibilizzare il pubblico su tematiche a volte di drammatica importanza, per poi cercare di coinvolgerlo in una riflessione successiva dell'argomento. Nel 2009 ho iniziato una serie di opere concentrando l'attenzione su internet, i suoi vantaggi e le sue contraddizioni, le grandi opportunità di gestire informazioni da parte dell'utente, ma anche l'utilizzo futile e a volte arido che le nuove generazioni ne fanno.
Aprile 2009
GhigginiArte - Premio giovani
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Fabio Roncato (Rimini 1982)
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'aspetto che più ritengo significativo nella mia pittura è la scelta del soggetto che andrò a rappresentare. Di fatto non scelgo soggetti direttamente vicini alla mia esperienza, cerco piuttosto di ragionare sul significato che l'immagine da sola proietta su di me. Con il termine "memoria di forma" (termine liberamente sottratto alla meccanica dei metalli) mi piace definire quei tipi di soggetti completamente estranei al mio vissuto ma che, proprio per questo, meglio si prestano per descriverlo, mantenendo intatta la loro forma appunto. La serie dei sumotori ne è un esempio. La disciplina del sumo è una forma di lotta corpo a corpo nella quale due lottatori si affrontano con lo scopo di atterrare o estromettere l'avversario dalla zona di combattimento detta dohyo, ritengo che il lottatore rappresenti pienamente la figura dell'artista emergente che si agita e si dimena all'interno di un sistema granitico, e nello specifico il sumotori, che con la sua stazza e con le sue spinte cerca di estromettere il suo avversario dal cerchio. Trovo che l'analogia con il mio vissuto e il mio lavoro sia molto forte.
Sumotori, 2009 smalto e catrame su tela, 60x60 cm.
Rooster, 2009 smalto e catrame su tela, 100x75 cm.
Corpo/Vestito ceramica sperimentale, 40x30x5 cm.
Donna ceramica sperimentale, 30x30x18 cm.
Verificare se nella nuova generazione vi sia qualcuno che possieda talento nel campo dell’arte visiva è iniziativa opportuna e lodevole. Gli addetti ai lavori sanno che gli artisti non nascono, come il sole, ogni giorno. In passato vi sono state generazioni ricche ed altre poverissime: per questo è bene vegliare sulla soglia pronti a festeggiare il loro arrivo. Sarei anche favorevole ad allargare l’ambito territoriale della verifica.
Credo che una galleria attiva in una cosiddetta “città di provincia” debba svolgere anche la funzione di presidio culturale del territorio, ovvero di verificare periodicamente l'esistenza - o meno - di nuove realtà artistiche locali e di farle emergere. E' all'interno di questo discorso che trova la sua ragione questo premio che può, in futuro e crescendo, allargare il suo campo d'indagine.
... il Premio GhigginiArte giovani aperto agli artisti dell’ultima generazione ha lo scopo di promuovere nuove conoscenze e nuove comunicazioni. Per ogni giovane artista l’esordio è una sfida positiva, ma è anche uno sforzo e una difficoltà. Le difficoltà devono esserci, perché senza sacrificio non si arriva mai alla propria realizzazione. Ma numerose circostanze esteriori devono comunque essere risolte, e di esse una della prime è la possibilità di presentarsi realmente, di scendere in campo e offrire pubblicamente il frutto del proprio lavoro, per quanto è stato realizzato finora e per quanto potrà essere compiuto nella successiva maturazione. Cominciare a esporre, aprire il colloquio artistico con gli altri, certamente non a caso ma secondo una proposta di avvio selezionata dai critici e dagli amatore d’arte. In ciò risiede il significato artistico, socioculturale e umano del Premio GhigginiArte giovani.
Giuseppe Bonini, Ottobre 2001
Giuseppe Curonici, Marzo 2005
Sara Russo (Ponte dell’Olio 1980)
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materiali utilizzati sono legati all’uomo, alla creazione; sono umili e allo stesso tempo preziosi, insieme creano dall’informe una forma: un corpo. La scelta è figurativa ed è data dal calco, riproduzione non solo del corpo, ma della trasformazione dello stesso in altro…in vestito ed in materia. La sottrazione evoca, eliminando i rivestimenti, e ciò che resta sono le strutture primarie. La forma è ridotta al suo primario valore di segno. La terra rappresenta da sempre la materia per eccellenza, sia dal punto di vista concettuale che da quello operativo; è contenitore fisico di simboli e memorie, elemento primo di ogni trasmutazione fisica, momento originario di relazione tra l’uomo e il reale. Terra – donna - terra madre - vita - pancia, che si trasforma e si impreziosisce, il corpo diventa vestito, pelle, tessuto, arricchito e spogliato, l’essenza, il connubio; la superficie, che cambia, forma - materia … delicata, essere o non essere, concreta? Caos ed ordine, solo, tutto, in un po’ di “terra”…
Hanno scritto di noi ... Questo Premio GhigginiArte giovani ha già una sua notevole e un po’ sfacciatella (se vogliamo visto l'impatto felice) fortuna. A meno - ed è più probabile - che di sola fortuna non si possa parlare ma anche di capacità organizzativa e di scelte. Si vuol dire, per cominciare, che l'idea è buona: "muovere" i giovani ma, soprattutto, dar loro una possibilità di approdo, ad un punto di prestigio con una collettiva che, anche proprio dalla sede di allestimento prestigio non può che ricavare, è, certamente, ottima cosa. [...] Tanto più ove ci si riporti al significato della mostra: quello di individuare giovani di talento facendo loro spazio. E se costoro - chi più chi meno un po' tutti - dimostrano di avere delle idee, o, meglio di essersi impegnati per ricercarle creando anche - a tratti - del nuovo, il risultato deve considerarsi felicemente raggiunto. [...] Bene, dunque, questi giovani. E non facile compito sarà, per i giurati, la scelta del vincitore in un campo in cui vincitori ci paiono già un po' tutti. Ettore Pagani, Ottobre 2001
con il patrocinio di
con la collaborazione di
Silvio Zanella, Ottobre 2001
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si ringraziano