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Nucleo Tutela Donne e Minori nella Rete Antiviolenza del Comune di Milano
La Rete Antiviolenza del Comune di Milano
La Polizia Locale svolge un ruolo all’interno di un tema particolarmente complesso
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Nelle giornate del 29 e 30 giugno, presso la sede della Fondazione l’Albero della Vita, si sono tenuti una serie di incontri nell’ambito delle attività relative alla Rete Antiviolenza del Comune di Milano. A questo confronto hanno partecipato tutta una serie di attori coinvolti, per le proprie competenze, alla problematica inerente la prevenzione e repressione della violenza domestiche. Tra le presenze significative, oltre alle figure direttamente coinvolte dell’amministrazione comunale, sono intervenute la dottoressa Mannella, Procuratore Aggiunto del 5° Dipartimento del Tribunale di Milano, specificatamente dedicato alla protezione delle fasce deboli, la dottoressa Ortolan, giudice presso il tribunale per i reati di minorenni, la dottoressa Kustermann, fondatrice del Servizio Violenza Sessuale Domestica e l’avvocato Olivi, presidente della Casa delle Donne. Per la Polizia Locale è intervenuta il Commissario Terrana, come responsabile del Nucleo Tutela Donne e Minori, che da anni è impegnata su tutti gli aspetti di questo tema, svolgendo indagini come Polizia Giudiziaria. L'intervento del nucleo può definirsi articolato in quanto opera sia in fase di prevenzione che di repressione dei reati ricompresi all'interno del cosiddetto “CODICE ROSSO”: maltrattamenti in famiglia, atti persecutori (stalking), violenza sessuale, revenge porn, pedopornografia, tratta e bullismo. Il nucleo è composto attualmente da un ufficiale e 12 agenti donna e 9 agenti uomini. La presenza femminile costituisce un valore aggiunto in relazione alla alta sensibilità dell’ambito (in particolare in fase di ascolto della parte lesa avendo riguardo alla sofferenza psicologica che comunque comporta il dover rivivere, raccontando, il dettaglio una violenza subita) e alla possibilità di agevolare un approccio empatico nei riguardi di minori vittime di violenza diretta o assistita. L’empatia assume rilievo in ordine alla possibilità di conciliare lo svolgimento dell’attività investigativa e di polizia giudiziaria garantendo un alveo di sicurezza anche emotiva alla fragilità delle vittime. Nel 2020 il Nucleo ha trattato 350 fascicoli, che hanno interessato 233 donne e 117 minori.