Settimana della Cooperazione: The Cooperation-Time Magazine

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THE COOPERATIONTIME MAGAZINE Il gruppo stampa: Sofia, Arianna, Virginia, Alessandra, Maria Valeria, Iva, Martina, Asia, Aurora, Alina, Elisa, Emanuela

Sara, Riccardo, Giorgia, Veronica, Simona, Ginevra. Tutor: Alice

Settimana della Cooperazione: Lunedì 22 Febbraio Un mondo di idee

Sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare.

Il 22 Febbraio 2016 ha avuto inizio la settimana della Cooperazione Internazionale, grazie a IBO Italia in collaborazione con Forum Solidarietà, che vede la partecipazione di numerose associazioni e di 150 ragazzi di diverse scuole superiori di Parma (Bodoni, Marconi, Romagnosi, Sanvitale e Toschi), che si sono riuniti al Workout Pasubio per intraprendere il percorso di alternanza scuola-lavoro all’interno del progetto “Un solo mondo, un solo futuro”. L'intento è di trattare argomenti poco discussi in ambito scolastico quali l’immigrazione, il ruolo della donna, l’incontro di popoli e di culture

l’obiettivo di trasmettere importanti tematiche tramite strumenti ludici, il differenti e il diritto all'educazione. Gli gruppo stampa si occupa del campo della comunicazione, il gruppo favola idea una fiaba per sensibilizzare e coinvolgere i più piccoli, il gruppo rap scrive tra le studenti sono stati divisi in vari gruppi, righe di realtà differenti, il gruppo video affronta questi argomenti tramite immagini, il gruppo disegno si occupa della realizzazione di un fumetto, il gruppo ciascuno dei quali ha un determinato lingua raccoglie in un dizionario differenti culture e infine il gruppo teatro compito: il gruppo gioco ha permette ai ragazzi di esprimersi liberamente. Iamite ragazzistrumenti si sono trovati da subito coinvolti in prima persona poiché ritengono ludici, il dalla nostra, soprattutto grazie alconfronto che i temi trattati siano attuali e che sia dunque utile essere a conoscenza dei problemi di questa natura per arrivare a una soluzione collaborando e fra coetanei,che fa sì che questa esperienza confrontandosi con persone di diverse scuole e differenti opinioni. Questa occasione è considerata dai ragazzi un’importante fonte di arricchimento educativa porti a riflettere i giovani riguardo a personale, poiché permette di aprire la mente e conoscere altre realtà diverse tematiche ancora oggi sottovalutate.

Le foto Dove non arrivano le parole arrivano le immagini


La nostra prima intervista

Il gruppo disegno al lavoro

Ksenija e Beatrice

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Settimana della Cooperazione: Martedì 23 Febbraio Dolce come il miele

Parma per gli altri incontra gli studenti.

Durante la plenaria di Martedì 23 Febbraio è stata ospitata presso il Workout Pasubio l’ONG Parma per gli altri, che ha parlato ai ragazzi di importanti tematiche quali il ruolo delle donne, l’agricoltura, la comunità e in particolare la situazione economica e sociale dell’Etiopia. Nello specifico nella cittadina di Shelallà, dove le maggiori problematiche riguardano la sanità, l’istruzione, la condizione della donna e lo sviluppo economico territoriale, sono state costruite scuole, strutture sanitarie e di sostegno alle donne. L’economia di questo villaggio si basa soprattutto sull’apicoltura, fondamentale per il sostentamento e il miglioramento delle condizioni di vita dei suoi abitanti; gli etiopi, a differenza di quanto avviene nei paesi più Il progetto chiamato “Rete dei mieli” ha permesso agli apicoltori del luogo di sviluppati, hanno adottato tecniche di mettere in commercio i propri prodotti. lavorazione manuale per la produzione Carlotta Pioli, relatrice per Parma per gli altri, ha viaggiato varie volte in Etiopia e di varie tipologie di miele (bianco, ha potuto conoscere più da vicino questa realtà, traendone importanti giallo e rosso) che differiscono per insegnamenti; per questo motivo la presenta come un’esperienza costruttiva, che gusto e consistenza. infatti anche i ragazzi hanno colto con entusiasmo. L’importanza di questa iniziativa è sicuramente fondamentale poiché permette a noi giovani, spesso inconsapevoli, di essere a conoscenza dei progetti ai quali anche la nostra città prende parte attivamente. In particolare colpisce la dedizione con cui queste persone si occupano della lavorazione del miele, prodotto per noi facilmente reperibile e di uso quotidiano, mentre per loro primaria fonte di reddito.

Le foto Dove non arrivano le parole arrivano le immagini

Da domani, grazie a questa esperienza, quando andremo a comprare un vasetto di miele, lo sceglieremo con maggiore cura, consapevoli del grande impatto sociale che un gesto per noi così semplice può avere sugli altri.


Gruppo video

Il gruppo Musica e il gruppo Teatro

Alessandra e Virginia

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Settimana della Cooperazione: Mercoledì 24 Febbraio

Una meraviglia che indigna In data 24 Febbraio, hanno presenziato alla plenaria Matteo e Alessandro che fanno parte del Gruppo Mission, un'associazione di promozione sociale di stampo cristiano istituita ufficialmente nel 2012 ma già esistente dal 1994 nella parrocchia di Santa Maria del Rosario a Parma. Lo spirito del gruppo è quello di incontrarsi e camminare insieme sulla via della missionarietà con umiltà lasciandosi, anno dopo anno, meravigliare ed ingannare, scoprendo la bellezza e il miracolo della speranza dei poveri, specie dei bambini, imparando con loro l'ospitalità, la dignità, la fede. Si torna a casa con il cuore gonfio, gli occhi pieni di volti e l'impegno a trasformare l'indignazione per la disparità e le ingiustizie sociali vissute in prima persona in amore e spinta positiva verso l’altro. “I viaggi, nonostante siano di 1520 giorni, non possono essere come il flash di una macchina fotografica, ci arricchiscono e ci formano come persone: ci si trova immersi in realtà totalmente differenti, non si parte con la pretesa di cambiare la situazione, ma con il desiderio di ricevere qualcosa dando un po' di sé”. Lo spirito del gruppo è quello di incontrarsi e camminare insieme sulla via della missionarietà con umiltà lasciandosi, anno dopo anno, meravigliare ed ingannare, scoprendo la bellezza e il miracolo della speranza dei poveri, specie dei bambini, imparando con loro l'ospitalità, la dignità, la fede.

“Non si può cambiare nulla se non si è disposti a cambiare se stessi”

Si torna a casa con il cuore gonfio, gli occhi pieni di volti e l'impegno a trasformare l'indignazione per la disparità e le ingiustizie sociali vissute in prima persona in amore e spinta positiva verso l’altro. L'accoglienza che le persone del posto offrono ai volontari va oltre le formalità e permette loro di creare un legame immediato: non sono spaventati da ciò che dovrebbe essere una consuetudine perché in India una stretta di mano è ricambiata sempre con un abbraccio. Ci avete mai pensato? In Occidente tutto è scandito dagli orologi, non ci curiamo di ciò che accade attorno a noi, distratti dalla tecnologia, ormai indispensabile. In Oriente invece il tempo scorre lento, ci si concentra su ciò che si fa e si apprezza ogni singolo istante della giornata e è proprio questo che permette di dare importanza ai veri valori. Modificando le nostre abitudini attraverso il viaggio potremmo riuscire a rendere la nostra vita più completa, non di beni materiali accumulati negli anni ma di semplici cose che ci rendono realmente vivi.


Le foto Il Gruppo Disegno

Ginevra all' opera

Qui si gioca!

Sara e l'espressione corporea!

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Settimana della Cooperazione: Giovedì 25 Febbraio

LIS:quando l'indifferenza non ha bisogno di parole In data24 febbraio 2016 al Workout Pasubio è stata ospitata dal gruppo lingua Martina La Bruna, un’esperta di LIS (Lingua Italiana dei Segni), affinché i ragazzi comprendessero l’importanza di questa lingua, spesso sottovalutata. Martina ha spiegato che la LIS è una lingua vera e propria, dotata di una sua grammatica, fonetica e morfologia e che si differenzia dalle altre lingue poiché viaggia sul canale visivo-gestuale piuttosto che su quello acusticoverbale.La lingua dei segni è innata ed è sempre esistita poiché la sordità non ha mai permesso di comprendere in maniera tradizionale ciò che accade attorno a noi e si è dunque reso necessario trovare sin da subito un nuovo modo di comunicare; come la nostra, questa lingua si è evoluta nel tempo, infatti le prime testimonianze risalgono all’antichità classica.Ad esempio Platone nel dialogo Cratilo ammette che la comunicazione gestuale sia una forma naturale di espressione che si fonda sull’imitazione e sulla raffigurazione; in seguito Aristotele stesso si rende conto che le persone sorde dalla nascita sono anche “mute”, non perché abbiano problemi agli organi articolatori ma perché non possono ascoltare e quindi non riescono a modulare la voce. Alla base di questa lingua ci sono, oltre ai segni, anche le espressioni e la postura, due aspetti che noi tralasciamo, potendoci esprimere con le parole, ma che per loro sono invece fondamentali; se per esempio si riporta un dialogo per indicare lo scambio di battute tra due persone

Martina insegna al gruppo lingua la LIS della Cooperazione

è indispensabile cambiare postura a seconda che parli l’uno o l’altro. È scandaloso che, nonostante in Italia ci siano circa 23.000 persone nate sorde, la LIS non sia ancora riconosciuta come lingua ufficiale; questo comporta delle conseguenze nell’ambito sociale: infatti circa il 90% dei bambini affetti da sordità non ha la possibilità di essere affiancato da un’interprete e spesso viene aiutato da un insegnante di sostegno che non conosce la lingua dei segni, rischiando quindi di rimanere indietro col programma e ancor peggio di avere grossi problemi di integrazione e sviluppo comunicativo. Questa è un’ulteriore prova di come certe situazioni problematiche che richiederebbero un impegno e una preparazione specifica siano spesso trascurate o addirittura ignorate; riteniamo dunque che si debbano trovare soluzioni che garantiscano a queste persone un’istruzione adatta e una considerazione sociale adeguata che permetta loro di essere indipendenti.


Le foto Josephine Oggi è venuta a trovarci con Muungano Onlus Josephine Bubuya che ci ha fatto riflettere sullÏimportanza dell'accoglienza, della famiglia e su come a volte migrare possa salvare la vita di molte persone.

Aurora e Riccardo

Una riflessione sulla settimana della Cooperazione "All'inizio pensavo fosse una cazzata, detto sinceramente, ma con il passare dei giorni ha iniziato ad interessarmi molto di piĂš, mi sono affezionata a quel posto e alle persone del mio gruppo, e anche a voi tutor! Mi sono trovata stra bene, perchĂŠ appunto ero circondata da persone fantastiche... Lo rifarei" Alessia

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THE COOPERATIONTIME MAGAZINE Grazie Gruppo Stampa! La vcstra Tutor

Settimana della Cooperazione: Venerdì 26 Febbraio Parma: dove Cooperazione significa Famiglia

Cooperazione significa lavorare insieme, è sinonimo di collaborazione, questo almeno secondo il dizionario, ma IBO Italiaci ha visto dentro qualcosa di più ed è grazie a questa intuizione che è natoCooper-expo, evento riassuntivo della Settimana della Cooperazione a Parma, che si svolgerà al WO.PA. di Via Palermo 6, Parma, il 6 Marzo dalle 15.00 alle 18.00. Non a caso, infatti, IBO Italia nasce proprio nel nome della cooperazione: attiva da sempre sul territorio per sensibilizzare i giovani al volontariato, IBO Italia cerca da un lato di garantire all’infanzia dei paesi in via di sviluppo l'accesso a educazione e formazione (ad esempio con i progetti in Romania, Perù e Tanzania) e dall'altro tentando di sviluppare nei giovani una coscienza sociale tramite campi lavoro, progetti di volontariato sul territorio e progetti a scuola. È proprio grazie a questo suo impegno e in collaborazione con Forum Solidarietà che è nata la Settimana della Cooperazione, esperienza che è riuscita a riunire sotto l'occhio di 20 tutor 160 ragazzi delle scuole superiori di Parma.

„ Si metabolizzano parole, sguardi, sorrisi, concetti che forse non avremmo mai immaginato potessero essere affrontati con così tanta passione ed entusiasmo. Ero scettico, timoroso di non essere all'altezza di poter far parte di un progetto così ambizioso. Non preoccupiamoci se si e' creata confusione in noi, era proprio questo secondo me l'intento del progetto: creare un punto interrogativo nella nostra mente che ci facesse sconcertare di fronte a situazioni di discriminazione, di ingiustizia, di indifferenza, che ci facesse dire: MA È POSSIBILE?” (Francesco, Tutor)

È questo che succede quando associazioni, giovani e studenti si mettono insieme: nasce una famiglia; sì, perché cooperazione per noi ha significato famiglia, legame: abbiamo creato la nostra rete perché abbiamo capito che insieme siamo più forti e la nostra voce si sente di più.


STORIE DI UN'ESPERIENZA Alice, Tutor

A sedici anni sembra tutto interessante, è tutto un'esperienza nuova e, di conseguenza, nulla ti interessa più; ovunque troviamo scritto che sedici anni è l'età del vuoto, quella in cui i giovani sono sull'orlo del baratro e non sanno cosa sia il futuro, anzi, il futuro nemmeno esiste. Questo ci raccontano.Ci dicono che a sedici anni non vali niente, che a vent'anni non puoi fare niente per cambiare il mondo. Ci ripetono che se non lavori in una banca, se non fai carriera, se non guadagni un mucchio di soldi non vali niente. Ma si sbagliano; si sbagliano di grosso e noi glielo abbiamo dimostrato: 160 volti da ringraziare, 160 volti che hanno avuto voglia di accogliere, di sperimentarsi, di protestare, di gridare al mondo "Ho sedici anni e valgo", perché non è ciò che fai che determina quello che sei ma piuttosto è ciò che sei che determina quello che fai.

Dario, Tutor

Esco da questa settimana sinceramente rinfrancato: se queste sono le tanto bistrattate generazioni dei giovani di oggi, io ho speranza che possano costruire un mondo migliore. Anche grazie ad eventi come questi, che piantano semi che sono sicuro attecchiranno in menti fertili come quelle che ho avuto attorno in questi giorni. Vederli all’opera, sensibili e coesi, mi ha dato fiducia. Se da un lato aspetto con ansia che arrivi domenica per incontrare di nuovo i “nostri” ragazzi ed immergermi in quel mare di energia, dall’altro non posso che essere un po’ triste perché in fondo si tratta di un addio o, spero, di un arrivederci. Malala diceva che "un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo", e a questi ragazzi abbiano dato non solo una penna, ma pennelli, microfoni, stampanti, videocamere… perché possano far sentire più forte la loro voce, perché magari, un giorno, possano cambiare il mondo.

GRAZIE A TUTTI! IBO Italia 2


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