Sistemi a soffitto radiante
La nostra passione non smette mai di crescere. Come il nostro Gruppo.
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milioni
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Per essere i migliori occorre avere i numeri giusti. Ed è proprio grazie a quelli che il nostro gruppo si colloca oggi tra i leader mondiali nella produzione di componenti e sistemi per la distribuzione del riscaldamento, condizionamento, acqua sanitaria per impiego nei settori residenziale, industriale e terziario. Una realtà che continua a espandersi, come i nostri obiettivi.
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FILIALI, UFFICI DI RAPPRESENTANZA E PARTNERS ESCLUSIVI 1
ITALIA (sede)
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INGHILTERRA
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POLONIA
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CANADA
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GIORDANIA
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FRANCIA
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BELGIO
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CINA
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REPUBBLICA CECA
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INDIA
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SPAGNA
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SVIZZERA
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BRASILE
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SLOVACCHIA
19
RUSSIA
4
PORTOGALLO
8
GERMANIA
12
ARGENTINA
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TURCHIA
Radiant Systems. L’innovazione tecnica al servizio del clima ideale.
Componenti per l’ottimizzazione dei consumi energetici, per la loro contabilizzazione, per la distribuzione di fluidi caldi e freddi.
Climatizzazione radiante con pavimenti e pareti, controsoffitti per uso residenziale e terziario, termoregolazione e trattamento dell’aria.
Componenti per linee di distribuzione acqua per consumo umano, dispositivi per impianti idrico-sanitari.
Prodotti e sistemi di distribuzione idonei a trasferire, in modo sicuro e performante, i gas negli edifici.
Componenti dedicati ad impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Componentistica specializzata e di altissima performance per il settore professionale antincendio.
INDICE
1 路 I sistemi a soffitto radiante
pagina 8
2 路 Soffitti radianti metallici
pagina 28
3 路 Soffitti radianti in cartongesso
pagina 62
4 路 Le rese
pagina 80
5 · Raffrescamento e trattamento dell’aria
pagina 90
6 · La regolazione
pagina 98
7 · Il progetto del sistema
pagina 114
8 · Prescrizioni generali e procedure di collaudo
pagina 124
Altissimi livelli di comfort e di qualità dell’aria con le migliori performances di risparmio energetico. I soffitti radianti sono una scelta vincente.
Capitolo 1
I sistemi a soffitto radiante
INTRODUZIONE I sistemi a soffitto radiante costituiscono una proposta moderna ed efficace per riscaldare, raffrescare e arredare gli ambienti in cui le persone trascorrono abitualmente gran parte del loro tempo: abitazioni, uffici, scuole, showroom, alberghi, ospedali, musei ne rappresentano i principali ambiti applicativi. Dal punto di vista strettamente impiantistico, i soffitti radianti sono sistemi idronici che bilanciano i carichi sensibili degli spazi climatizzati e sono affiancati da sistemi ausiliari per garantire la corretta ventilazione degli ambienti e mantenere sotto controllo il livello di umidità. Il fenomeno fisico che caratterizza l’interazione termica tra il soffitto radiante e l’ambiente in cui esso è installato è l’irraggiamento.
L’IRRAGGIAMENTO, UN INVISIBILE SCONOSCIUTO Nonostante i sistemi a soffitto radiante abbiano progressivamente trovato una crescente diffusione nella pratica delle installazioni impiantistiche durante gli ultimi vent’anni, dando con ciò a molte persone la possibilità di sperimentare direttamente la confortevole sensazione del “radiante”, il preconcetto che “il calore non può arrivare dall’alto perché l’aria calda sale” è ancora largamente presente, e chi si occupa di questi sistemi si trova frequentemente a dover vincere questa legittima – ma solo per i non addetti ai lavori – diffidenza. Nella loro naturale semplicità, i soffitti radianti non sono altro che uno dei tanti, riusciti tentativi compiuti dall’uomo per tradurre in tecnologia un fenomeno spontaneo osservabile in natura. Così come partendo dall’osservazione del volo degli uccelli si è giunti all’aeroplano, allo stesso modo si può trovare una corrispondenza tra il meccanismo con cui il Sole trasmette calore alla Terra e i sistemi a soffitto radiante. La parola chiave la si conosce bene: irraggiamento. Ma come sperimentarlo, senza un soffitto radiante a disposizione? Il modo più semplice – non certo l’unico – consiste nel rimanere al sole in una giornata invernale col cielo limpido: chi non ha mai provato di persona che quando l’aria è a 9-10 °C di temperatura è sufficiente restare al sole indossando un maglione per stare caldi? E chi non ha notato che maglioni di colore diverso permettono di ricevere più o meno calore? Questo è l’irraggiamento; il sole non lo tocchiamo, l’aria può solo raffreddarci, ma il calore che riceviamo per irraggiamento è superiore a quello che l’aria fredda ci sottrae: nel complesso, si sta bene. Sfruttando la visione nel campo dell’infrarosso, è possibile rendersi conto di ciò che avviene in pratica quando un soffitto radiante funziona in riscaldamento. L’immagine in figura 1.1 si riferisce a una stanza in cui è in funzione un soffitto radiante in cartongesso. La serpentina all’interno del pannello è percorsa da acqua alla temperatura di circa 35 °C. I colori nero e blu indicano le temperature più basse, il rosso e il giallo indicano le temperature più alte.
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Capitolo 1
fig. 1.1 Termovisione di un soffitto radiante in riscaldamento Si vede bene - immagine a sinistra - come i vetri della grande porta-finestra siano freddi, mentre le tende mostrano zone fredde e zone che risentono del riscaldamento per irraggiamento da parte del soffitto. L’immagine a destra è la più significativa. Rende visibile ciò che di più essenziale ci sia: il pavimento sottostante al pannello radiante a soffitto riceve molto bene il calore, e a sua volta si riscalda più degli altri oggetti – pareti e suppellettili – presenti nella stanza; anche la parete sulla destra del pavimento partecipa a questo scambio termico e innalza la propria temperatura. L’effetto dell’irraggiamento è quindi quello di modificare la temperatura delle superfici che racchiudono gli ambienti; ciò avviene indipendentemente dalla reciproca posizione delle superfici stesse: più queste sono affacciate l’una all’altra, più lo scambio è intenso, naturalmente a parità di altre condizioni (temperatura superficiale del soffitto, materiali, emissività, grado di nerezza dei materiali, ecc…).
LE PREROGATIVE DEI SOFFITTI RADIANTI I sistemi a soffitto radiante rappresentano un’efficace soluzione per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti; allo stesso tempo garantiscono un alto livello di comfort agli occupanti e il raggiungimento dei migliori obiettivi di risparmio energetico. Rispetto ai tradizionali sistemi di climatizzazione ad aria, i soffitti radianti godono di una posizione di forza per peculiarità di vario ordine: R isparmio energetico Q ualità dell’aria F ruibilità degli spazi R iduzione del rumore R iduzione dei costi di manutenzione V elocità di risposta C omfort M odularità e flessibilità R apidità di montaggio P reassemblaggio in fabbrica I spezionabilità
I sistemi a soffitto radiante
Risparmio energetico L’utilizzo dei soffitti radianti per l’abbattimento dei carichi sensibili consente di ridurre il fabbisogno d’aria per la ventilazione degli ambienti al minimo necessario, in dipendenza dall’affollamento previsto e dalla destinazione d’uso degli spazi. Grazie all’alta capacità termica dell’acqua in rapporto a quella dell’aria, il trasporto di una stessa quantità di calore avviene in maniera più efficiente con un soffitto radiante che con un sistema ad aria: di conseguenza, si ottiene un importante risparmio energetico evitando i costi connessi con l’energia elettrica che sarebbe altrimenti consumata dai ventilatori. Altro punto di forza dei soffitti radianti è la temperatura dell’acqua richiesta per il funzionamento. La potenza specifica che il soffitto radiante scambia con l’ambiente è la somma di una componente di scambio convettivo, che incide per circa il 25 % del totale, e di una componente di scambio per irraggiamento, pari a circa il 75 % del totale. Lo scambio convettivo qc tra soffitto radiante e aria ambiente è esprimibile come:
qc = α . (Taria ambiente - Tsuperficiale pannello) [W/m2] lo scambio per irraggiamento qi tra il soffitto e tutte le superfici presenti in ambiente si può esprimere come:
q1 = 5,67 . 10-8 . ε . F . (Tsuperficie4 - Tsuperficiale pannello4) [W/m2] Dove:
α = coefficiente di scambio scambio termico convettivo [W/m2 K]
ε = funzione che considera le emissività delle superfici in gioco, valore adimensionale
F= fattore di vista tra il soffitto radiante e la generica superficie, valore adimensionale
Taria ambiente = temperatura dell’aria ambiente, in K Tsuperficie = quarta potenza della temperatura della generica superficie, in K
Tsuperficiale pannello = quarta potenza della temperatura superficiale del pannello radiante, in K
Dalle relazioni scritte si vede bene come la temperatura superficiale del pannello radiante, che è strettamente legata a quella dell’acqua di mandata, venga esaltata nello scambio per irraggiamento a causa dell’elevazione alla quarta potenza. Per questo motivo i sistemi a soffitto radiante vengono eserciti con acqua tipicamente alla temperatura di 15 °C in raffrescamento e di 35 °C in riscaldamento. Al contrario, i sistemi tradizionali ad aria – nei quali lo scambio termico avviene esclusivamente per convezione – necessitano di acqua a 6-7 °C in raffrescamento e 50-60 °C in riscaldamento. È evidente che il sistema radiante permette di sfruttare
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Capitolo 1
appieno, e con il massimo rendimento, i moderni sistemi di produzione del caldo e del freddo. Infine, un’osservazione attenta di quanto avviene in ambiente. Ciò che determina in gran parte la sensazione di benessere, oltre al tasso di umidità, è la temperatura operante To, esprimibile come To = (Ts + Ta)/2; in altre parole, la temperatura operante è la media aritmetica tra la temperatura media di tutte le superfici – Ts – che racchiudono l’ambiente e la temperatura dell’aria – Ta – in esso presente. Ora, ragionando in fase di raffrescamento, si intuisce che la temperatura operante di 25 °C è ottenibile con un sistema tradizionale che porta a 23 °C la temperatura dell’aria e lascia le superfici (pavimento, soffitto, pareti) a 27 °C; d’altronde, un sistema a soffitto radiante consentirebbe di ottenere la stessa temperatura operante di 25 °C con l’aria ambiente a 27 °C e con una temperatura media delle superfici di 23 °C. È evidente come le rientrate di calore dall’esterno, che ipotizziamo a 35 °C, verso l’ambiente siano maggiori quando l’aria ambiente si trova a 23 °C. La medesima considerazione vale pure in condizioni di funzionamento invernale. Anche in questo senso, i sistemi a soffitto radiante offrono lo spunto per compiere un passo decisivo verso la significativa riduzione del consumo energetico degli edifici. Qualità dell’aria Virtualmente i soffitti radianti possono essere sfruttati in un ventaglio estremamente ampio di applicazioni pratiche, specialmente in quelle dove i carichi sensibili sono preponderanti, o negli ambienti dove è richiesto un alto livello qualitativo dell’aria interna: non è un caso che trovino vasta diffusione nelle strutture ospedaliere da oltre quindici anni. Essendo abbinati a sistemi di ventilazione per il rinnovo dell’aria e il controllo dell’umidità, assicurano le migliori condizioni qualitative dell’aria negli ambienti. In funzionamento invernale il controsoffitto si porta a temperature superficiali dell’ordine dei 28-30 °C, mentre la temperatura dell’aria, per quanto detto prima a proposito della temperatura operante, si mantiene intorno ai 18-19 °C, ottenendo immediatamente il beneficio di un’aria meno secca. In funzionamento estivo si elimina la necessità di una deumidificazione distribuita in molti punti dell’edificio e allo stesso tempo si eliminano le criticità derivanti da scarse, o del tutto assenti, manutenzioni: le batterie umide e le bacinelle di raccolta condensa sono infatti zone preferenziali per la proliferazione di batteri e funghi. Al contrario, ricorrendo ad un solo sistema centralizzato per il rinnovo dell’aria e il controllo dell’umidità, la deumidificazione non avviene direttamente in ambiente e l’aria secca viene distribuita attraverso canali in cui la proliferazione degli organismi patogeni o allergenici è ostacolata dal basso tasso di umidità presente in essi. Fruibilità degli spazi Le cattive abitudini mostrano la naturale tendenza a mettere radici profonde e a far apparire come ‘normale’ e ‘scontato’ ciò che in realtà non lo è affatto.
I sistemi a soffitto radiante
Visto con gli occhi di chi gli edifici li costruisce e di chi li abita, l’elevato valore economico delle volumetrie è evidente. Tuttavia, non è altrettanto evidente rendersi conto che l’impianto di climatizzazione tradizionale – a tutt’aria o a fan coil – sottragga volumetria agli occupanti. L’immagine che segue prende in considerazione il medesimo ambiente, idealmente climatizzato con un sistema a tutt’aria (fig. 1.2 - sx) e con un sistema combinato a soffitto radiante+aria primaria (fig. 1.2 - dx). Recupero spazio in verticale Sistema di climatizzazione a tutt’aria
Sistema di climatizzazione ad aria primaria + soffitto radiante
fig. 1.2 Recupero di spazio in altezza È lampante che il sistema a tutt’aria richiede ingombri in altezza sensibilmente maggiori rispetto all’impiego del soffitto radiante in combinazione con aria primaria; negli edifici a più piani, tipici del terziario, questo contenimento dei “volumi tecnici” può rapidamente raggiungere l’altezza equivalente di un intero piano supplementare. Per rendere semplice e chiaro questo concetto, basta pensare ad un edificio di 10 piani, in cui ad ogni piano occorre destinare 50cm al sistema a tutt’aria, mentre basterebbero 20cm al soffitto radiante, per rendersi conto che i 30cm riguadagnati ad ogni piano diventano 3m cumulandosi sui 10 piani. Similmente a prima, l’immagine seguente prende di nuovo in considerazione lo stesso ambiente, idealmente climatizzato con un sistema combinato a fan coil+aria primaria (fig. 1.3 - sx) e con un sistema combinato a soffitto radiante +aria primaria (fig. 1.3 - dx). Recupero spazio in orizzontale Sistema di climatizzazione ad aria primaria + venticolvettori
Sistema di climatizzazione ad aria primaria + soffitto radiante
fig. 1.3 Recupero di spazio nella zona occupata
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Capitolo 1
Questa seconda considerazione è facilmente estendibile anche agli edifici residenziali, dove radiatori e fan coils sono tutt’ora largamente presenti. Si vede bene (fig. 1.3 - sx) che l’installazione in ambiente di un’unità terminale sottrae volumetria: per l’ingombro proprio, per le distanze di rispetto necessarie a garantirne il corretto funzionamento e perché gli occupanti stiano adeguatamente distanti in modo da non avvertire disagio. D’altronde, l’impiego del soffitto radiante non sottrae affatto spazio nella zona occupata e neppure sulle pareti. Infine, se si considera che negli ambienti portati come esempio è quasi sempre previsto l’utilizzo di un normale controsoffitto, diviene spontaneo intuire che la scelta di impiegare un soffitto radiante non comporta alcun impatto negativo sulla fruibilità degli spazi.
Riduzione del rumore È chiaro a tutti che, a parità di altre condizioni, un ambiente è meno confortevole quanto più è alto il livello di rumore percepibile. A chi non è capitata la pessima esperienza di pernottare in hotel e di dover chiamare la reception a mezzanotte per chiedere di spegnere il troppo rumoroso, antigienico fan coil perché dava troppo fastidio? La drastica riduzione della portata d’aria da gestire quando si utilizzano i soffitti radianti e l’ubicazione in posizione remota rispetto agli ambienti della macchina per la ventilazione, comportano una notevolissima riduzione del livello di rumore che caratterizza i sistemi basati sulla movimentazione dell’aria, dando a tutti la possibilità di sperimentare una tranquilla e confortevole esperienza di abitare gli ambienti.
Riduzione dei costi di manutenzione Il sistema a soffitto radiante consente di ridurre in maniera cospicua i costi connessi con l’ordinaria manutenzione impiantistica - vi è l’assenza di parti meccaniche in movimento, non vi sono unità terminali, o filtri, o motori da sostituire - e assicura una vita utile all’impianto ben più lunga di quella che ci si può ragionevolmente attendere da un sistema tradizionale.
Velocità di risposta I sistemi a soffitto radiante sono caratterizzati da transitori termici di breve durata. Nel caso dei pannelli metallici, l’inerzia termica è essenzialmente quella dell’acqua che circola all’interno di essi; con i pannelli in cartongesso la durata del transitorio è imposta dall’inerzia della lastra in cartongesso. Sfruttando una camera per termovisioni è possibile visualizzare l’evoluzione dei transitori termici. Le immagini seguenti mostrano molto chiaramente le fasi di accensione di un soffitto radiante metallico e di uno in cartongesso. Ovviamente, i transitori di spegnimento sono caratterizzati dalla stessa dinamica. In entrambi i casi si vede che la reattività del sistema è molto elevata.
I sistemi a soffitto radiante
fig. 1.4 Telecamera per visione termica
Soffitto radiante metallico: fig. 1.5 Transitorio di un soffitto radiante metallico
Spento
Alimentato da 1 minuto
Alimentato da 3 minuti
Alimentato da 5 minuti
Alimentato da 7 minuti
Alimentato da 9 minuti
Alimentato da 11 minuti
Alimentato da 13 minuti
Alimentato da 15 minuti
Soffitto radiante in cartongesso: fig. 1.6 Transitorio di un soffitto radiante in cartongesso
Alimentato da 1 minuto
Alimentato da 5 minuti
Alimentato da 10 minuti
Alimentato da 15 minuti
Alimentato da 20 minuti
Alimentato da 25 minuti
Alimentato da 30 minuti
Comfort I sistemi a soffitto radiante rappresentano la migliore scelta impiantistica per raggiungere i più alti livelli di comfort. L’importante aspetto del comfort è stato largamente indagato dalla ricerca scientifica alla fine del secolo scorso; tuttavia, nella quotidianità, accade spesso di prestare scarsa attenzione ai buoni risultati trovati con le ricerche e occorrono anni prima che le “novità teoriche” divengano parte integrante della pratica consolidata. Quando si pensa al concetto di comfort di un ambiente climatizzato è frequente osservare che il pensiero va subito a focalizzarsi sulle
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Capitolo 1
sensazioni di caldo, freddo e umidità. Forse qualcuno aggiungerà che ricorda di essere stato infastidito durante una cena al ristorante per via di qualche corrente d’aria fredda proveniente da un diffusore d’aria posto nelle sue vicinanze, e ha avvertito disagio. Sono tutte osservazioni pertinenti e corrette, tuttavia il concetto di comfort è più esteso, come si è potuto intuire leggendo quanto scritto incidentalmente nel paragrafo sulla riduzione del rumore. Oggi si dispone di strumenti e metodi oggettivi per quantificare, e non solo descrivere qualitativamente, il livello di comfort di un ambiente. Le Norme di riferimento sono: N ISO 7730: Analytical determination and interpretation of therE mal comfort using calculation of the PMV and PPD N 15251: Criteria for the Indoor Environment including thermal, E indoor air quality, light and noise N 13779: Ventilation for non-residential buildings. Performance E requirements for ventilation and room conditioning systems Agli effetti del comfort inteso in senso strettamente termico, senza perciò prendere in considerazione fattori quali sensazioni olfattive, luci e rumori – è rilevante la Norma EN ISO 7730, apparsa per la prima volta nel 1994 e successivamente integrata1. In estrema sintesi, il livello di comfort termico è espresso dall’indicatore della Percentuale Prevista di Insoddisfatti – PPD. Per comprenderlo, si può immaginare di domandare a un campione di persone che occupano l’ambiente quale sia la loro sensazione di comfort: per alcuni sarà caldo, per altri troppo caldo, per altri un po’ freddo… insomma, l’idea è chiara. Questa valutazione è resa quantitativamente dal Voto Medio Previsto – PMV, che assume valori compresi in una scala a zero centrale, che va da -3 (sensazione di freddo estremo) a +3 (sensazione di caldo estremo) ed esprime il grado di benessere termico avvertito dal campione di persone. PMV
-3
-2
molto freddo
0 - Neutro
-1
freddo
poco freddo
poco caldo
1
2
caldo
3
molto caldo
Il PPD, indice globale del comfort termico, viene ad essere espresso in funzione del PMV2, a sua volta determinato attraverso un set di equazioni parametriche in cui entrano in gioco le grandezze fisiche che caratterizzano il comfort – attività metabolica, temperatura dell’aria a bulbo umido, a bulbo secco, umidità relativa, velocità dell’aria, temperatura media delle superfici, temperatura operante.
I sistemi a soffitto radiante
fig. 1.7 Scala del Voto Medio Previsto
NOTE NI EN ISO 7730:2006, Ergonomia degli ambienti termici - DeU terminazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale. 2 PPD = 100 – 95 . exp (-0,03353 . PMV4 -0,2179 PMV2) 1
Oltre a questo indice principale, la Norma prende in considerazione i fattori3 responsabili del discomfort locale: e correnti d’aria (DR % – Draught Rate) L Il gradiente verticale di temperatura L’asimmetria radiante La temperatura del pavimento e distingue tre categorie di comfort termico A, B e C. La tabella seguente riassume la valutazione del comfort secondo UNI EN ISO 7730:2006. COMFORT GLOBALE categoria
PPD %
NOTE 3
er una dettagliata definizione di quanto esposto nel testo si riP manda alla Norma UNI EN ISO 7730:2006.
DISCOMFORT LOCALE
PMV
gradiente verticale di temperatura [°C]
DR %
pavimento caldo o freddo [°C]
asimmetria radiante [°C]
A
<6
-0,2 < PMV < 0,2
<10
<3
<10
<5
B
<10
-0,5 < PMV < 0,5
<20
<5
<10
<5
C
<15
-0,7 < PMV < 0,7
<30
<10
<15
<10
La categoria B, che esige un PPD inferiore al 10 %, include la maggior parte delle applicazioni del settore residenziale e del terziario adatte ai soffitti radianti; dovrebbe, inoltre, costituire il target di comfort da raggiungere nella realizzazione di nuove costruzioni e interventi di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. A proposito del gradiente verticale di temperatura, e avendo in mente quanto mostrato nelle immagini termiche del paragrafo dedicato al fenomeno dell’irraggiamento, non ci si sorprenderà di vedere un grafico come questo: ANDAMENTO IDEALE SOFFITTO RADIANTE FAN-COIL RADIATORI
Altezza [cm]
200
100
0 15
17,5
20
22,5
25
Temperatura aria [°C]
fig. 1.8 Distribuzione in verticale della temperatura per tipici sistemi di riscaldamento
18 - 19
Capitolo 1
27,5
L’immagine mostra in modo inequivocabile come il sistema radiante a soffitto non dia affatto luogo a fenomeni di stratificazione dell’aria quando funziona in riscaldamento. La differenza di temperatura tra l’aria a livello del pavimento e l’aria a livello del soffitto è estremamente contenuta, ed è di gran lunga inferiore a quella che si ottiene con i sistemi di riscaldamento tradizionali. Questo effetto diviene un importante coefficiente nella riduzione dei movimenti d’aria, che tra l’altro riducono ulteriormente la dispersione di calore dell’ambiente verso le pareti, e produce benefici effetti sul comfort: è evidente la notevole somiglianza tra l’andamento ideale della temperatura ambiente e il profilo verticale di temperatura nel caso di soffitto radiante. Un risultato gradito, che le idee preconcette avrebbero senz’altro escluso. A riprova del comfort che è lecito attendersi dalle installazioni con sistemi a soffitto radiante, si illustrano i risultati di alcune prove sperimentali condotte da Giacomini S.p.A.
Misura del comfort: sala riunioni Il primo ambiente è un bel banco di prova per un sistema a soffitto radiante: una sala riunioni, in cui i carichi latenti possono comportare la distribuzione di portate d’aria variabili fino a 4-5 vol/h, in relazione all’affollamento - ben più, quindi, dei 2 vol/h tipici degli ordinari uffici - , è una partenza in salita in vista dell’obiettivo PPD inferiore a 10 % e assenza di correnti d’aria. La sala è stata utilizzata normalmente durante lo svolgimento della prova, che si è protratta in automatico per un arco temporale significativo ai fini della valutazione del comfort. La misura si è svolta durante una giornata del mese di luglio in cui la temperatura esterna è variata tra i 17 °C della notte agli oltre 32 °C del pomeriggio. Va detto che il soffitto radiante è rimasto in funzione dalle 8:30 del mattino fino alle 18:30, mentre nelle restanti ore si è mantenuta in funzione solo la ventilazione con aria primaria, sempre immessa a temperatura neutra rispetto al set point della temperatura ambiente.
fig. 1.9 La sala riunioni oggetto di misura del comfort
I sistemi a soffitto radiante
Velocità [m/s]
20 - 21
Capitolo 1
fig. 1.11 Andamento della velocità dell’aria Tempo [hh.mm.ss]
fig. 1.10 Andamento del PPD
Velocità dell'aria
0,2
0,18
0,16
0,14
0,12
0,1
0,08
0,06
0,04
0,02
0
Tempo [hh.mm] 20:27:55
20:15:15
20:02:35
19:49:55
19:37:15
19:24:35
19:11:55
18:59:15
18:46:35
18:33:55
18:21:15
18:08:35
17:55:55
17:43:15
17:30:35
17:17:55
17:05:15
16:52:35
16:39:55
16:27:15
16:14:35
16:01:55
15:49:15
15:36:35
15:23:55
15:11:15
14:58:35
14:45:55
13:54:15
13:41:35
13:28:55
13:16:15
13:03:35
12:13:58
11:12:38
10:59:58
10:47:18
10:34:38
10:21:58
10:09:08
PPD
Le misure hanno dato i risultati seguenti, davvero interessanti: PPD
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
L’andamento del PPD dimostra chiaramente qual è il livello di comfort conseguibile con gli impianti a soffitto radiante. È evidente anche la progressiva diminuzione del grado di comfort a partire dalle 18:30, momento in cui l’impianto viene spento. Com’è lecito attendersi dal PPD rilevato, si ha una ridotta velocità dell’aria che interessa lo spazio occupato dalle persone: il grafico si mantiene praticamente al di sotto degli 0,1 m/s, se si eccettuano i picchi causati dal movimento delle persone in prossimità dei sensibilissimi strumenti. Questo risultato è sorprendente, se si pensa alla portata d’aria immessa in ambiente e – come prova l’immagine della sala – all’apparente assenza di terminali per la diffusione dell’aria. L’utilizzo del pannello a soffitto microforato come mezzo d’immissione dell’aria ha permesso di aggiungere qualità all’installazione, migliorando l’assorbimento acustico della sala e riducendo la velocità dell’aria nella zona occupata. Con un impianto tradizionale sarebbe stato un ottimo risultato ottenere velocità dell’aria anche solo di 0,25 m/s. Mock up test: dalla teoria del comfort al progetto definitivo Il secondo caso preso in esame riguarda un’approfondita analisi condotta in camera di prova, con lo scopo di individuare il pannello radiante più idoneo ai fini del comfort da ottenere in un ufficio con vetrata soggetta ad irraggiamento solare diretto e caratterizzato da ventilazione immessa in prossimità della vetrata stessa. Si tratta di un esempio di progettazione impiantistica con vincoli di comfort. La realizzazione di ambienti modello e il ricorso a simulazioni con prove sperimentali sono indispensabili per ottimizzare il processo di scelta della soluzione più valida tra quelle candidate. L’immagine seguente mostra il set up dell’ambiente in prova. La temperatura ambiente desiderata è di 24 °C.
fig. 1.12 Rappresentazione dell’ufficio e delle condizioni di prova in raffrescamento
I sistemi a soffitto radiante
Tutte le misure che seguono mostrano le principali grandezze fisiche in diversi punti della cosiddetta “zona occupata”4. Come si vede, il riscontro è eccellente. Plain y = 1,50 m
NOTE 4
Secondo EN13779
Air Temperature T [°C]
z [cm] 300
28,0
280
26,0
260
24,0 22,0
240
Design temperature
20,0
220 200 180
24,.5
24,4
24,4
24,3
24,3
24,4
24,6
24,7
24,9
24,2
24,2
24,2
24,2
24,2
24,3
24,4
24,6
24,8
160 140 120 100
Plain Room Test Points
Occupied zone EN 13779
80 60
Legend
24,2
24,1
24,1
24,2
24,2
24,2
24,1
24,3
24,5
24,1
23,9
23,8
23,7
23,6
23,5
23,4
23,1
22,7
40
z x
y
20 0
Room
500 480 460
440 420 400 380 360 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
80
60
40
20
0
x [cm] Temperature range: 23.4 ... 24.6 °C
EN ISO 7730 / Category A ΔT< 2K/m
fig. 1.13 Distribuzione di temperatura - raffrescamento
Plain y = 5,20m
z [cm]
Velocity v mean [cm/s]
300
20,0
280
15,0
260
10,0
240
5,0 0,0
220 200 180
6,5
7,7
5,0
5,6
3,6
3,1
3,1
4,2
6,0
5,8
7,4
4,9
3,6
3,5
3,2
3,2
3,9
5,0
160 140 120 100
Plain Room Test Points
Occupied zone EN 13779
80 5,6
60
Legend
4,5
2,8
2,5
2,6
2,8
4,9
5,3
3,1
40
y
20 0
3,7 500 480 460
3,5
3,0
3,6
3,2
3,7
4,7
6,5
440 420 400 380 360 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
13,7 80
60
40
20
0
x [cm] max. velocity: Position
7.7 cm/s 1.7 m
fig. 1.14 Andamento della velocità dell’aria
22 - 23
Capitolo 1
Room
z x
Plain y = 5,20m
Draught Risk DR [%]
z [cm] 300
20,0
280
15,0
260
10,0
240
5,0 0,0
220 200 180
6,5
7,7
5,0
5,6
3,6
3,1
3,1
4,2
6,0
5,8
7,4
4,9
3,6
3,5
3,2
3,2
3,9
5,0
160 140 120 100
Plain Room Test Points
Occupied zone EN 13779
80 5,6
60
Legend
4,5
2,8
2,5
2,6
2,8
4,9
5,3
3,1
40
z x
y
20 0
Room
3,7 500 480 460
3,5
3,0
3,6
3,2
3,7
4,7
6,5
440 420 400 380 360 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
13,7 80
60
40
20
0
x [cm] DR:
0.0 ... 4.6%
EN ISO 7730 / Category A DR < 10%
fig. 1.15 Draught Rate - correnti dâ&#x20AC;&#x2122;aria
Plain y = 1,50m
Dissatisfaction PPD [%]
z [cm] 15,0 12,5 10,0 7,5 5,0
300 280 260 240
2,5 0,0
220 200 180
5,7
5,8
5,7
5,6
5,3
5,1
5,1
5,7
6,9
5,8
5,9
5,8
5,7
5,3
5,0
5,1
5,6
6,5
160 140 120 100 80 60
Legend Plain Room Test Points
Occupied zone EN 13779 5,9
5,9
5,8
5,7
5,3
5,1
5,1
5,5
6,4
5,9
6,0
6,0
6,0
5,6
5,3
5,0
5,1
5,4
40
y
20 0
500 480 460
440 420 400 380 360 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
80
60
40
20
0
x [cm] PPD:
5.0 ... 6.0
fig. 1.16 PPD - raffrescamento
I sistemi a soffitto radiante
EN ISO 7730 / Category B PPD < 10%
Room
z x
La prova in riscaldamento ha portato a risultati del tutto simili. Qui si mostrano solo le distribuzioni della temperatura dell’aria (il setpoint è di 21 °C) e del PPD. Plain y = 5,20 m
Air Temperature T [°C]
z [cm] 24,0 23,0 22,0 21,0 20,0
300 280 260 240
Design temperature
19,0 18,0
220 200 180
22,0
22,0
21,9
22,0
22,1
21,9
21,8
21,7
21,1
21,2
21,2
21,3
21,2
21,1
21,0
20,9
160 140 120 100
Legend Plain Room Test Points
Occupied zone EN 13779
80 20,8
60
20,8
20,8
20,8
20,7
20,7
20,7
20,6
40
z x
y
20 0
Room
20,6 500 480 460
20,4
20,4
20,5
20,5
20,1
20,1
440 420 400 380 360 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
20,0 80
60
40
20
0
x [cm] temperature range: 20.1 ... 22.1 °C
EN ISO 7730 / Category A ΔT< 2K/m
fig. 1.17 Distribuzione di temperatura - riscaldamento
Plain y = 1,50m
z [cm]
Dissatisfaction PPD [%] 15,0 12,5 10,0 7,5 5,0
300 280 260 240
2,5 0,0
220 200 180
5,0
5,0
5,0
5,0
5,1
5,4
5,9
6,7
5,1
5,1
5,1
5,2
5,2
5,8
6,6
7,2
160 140 120 100 80 5,2
60
Legend Plain Room Test Points
Occupied zone EN 13779 5,2
5,3
5,3
5,4
6,1
7,0
7,9
40
y
20 0
5,2 500 480 460
5,2
5,2
5,3
5,4
7,3
8,1
440 420 400 380 360 340 320 300 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100
12,5 80
60
40
20
0
x [cm] PPD:
5.0 ... 7.3
fig. 1.18 PPD - riscaldamento Ponendo a confronto i risultati di tutte queste analisi sperimentali, appare chiaro che applicazioni diverse raggiungono gli stessi livelli di comfort grazie alle risorse offerte dal sistema a soffitto radiante.
24 - 25
Capitolo 1
EN ISO 7730 / Category B PPD < 10%
Room
z x
Modularità e flessibilità Senza ombra di dubbio, per il solo fatto di proporsi come una importante risorsa ai fini del risparmio energetico e di offrire alti livelli di comfort e fruibilità degli spazi, il soffitto radiante merita particolare attenzione. C’è però un’ulteriore caratteristica che fa apprezzare i sistemi di riscaldamento e raffrescamento radianti: essi offrono al progettista possibilità nuove per l’interpretazione degli spazi e creano opportunità di progettazione flessibile. Grazie all’ampia gamma di versioni e dimensioni dei pannelli, è possibile soddisfare le esigenze architettoniche e impiantistiche più elevate. Rapidità di installazione I componenti della struttura portante sono assemblati mediante bulloni o incastri la cui posizione è obbligata, rendendo l’operazione rapida e precisa. I collegamenti ai collettori di distribuzione si eseguono con raccordi rapidi e tubo in materiale plastico, oppure con appositi kit preassemblati che rendono l’operazione estremamente facile e affidabile. Preassemblaggio in fabbrica I pannelli sono preassemblati in fabbrica a vantaggio della posa in opera, che diventa estremamente semplice e rapida.
fig. 1.19 Assemblaggio in fabbrica dei pannelli radianti
Ispezionabilità Caratteristica molto vantaggiosa dei soffitti radianti a pannelli metallici è l’ispezionabilità. Ispezionare il controsoffitto o operare nello spazio ad esso sovrastante, senza rinunciare a tenere in funzione l’impianto, è estremamente pratico, agevole e sicuro. È possibile, infatti, effettuare in maniera estremamente semplice un rapido controllo del controsoffitto e degli impianti che esso ospita, modificare o fare manutenzione su impiantistiche di tipo elettrico, informatico, di illuminazione, audio, etc. Tutti questi interventi possono avvenire in modo mirato e selettivo. Nelle versioni con pannelli in cartongesso è comunque garantita la possibilità di ispezionare i collettori di distribuzione tramite un’apposita e pratica botola.
I sistemi a soffitto radiante
LE TIPOLOGIE DEI SOFFITTI RADIANTI Giacomini propone un’ampia gamma di sistemi a soffitto radiante in grado di andare incontro alle molteplici esigenze progettuali e impiantistiche che caratterizzano il campo applicativo. L’intera famiglia dei sistemi a soffitto radiante si sviluppa in due classi di prodotto: annelli con finitura metallica, prevalentemente orientati alle p realizzazioni in campo ospedaliero e agli edifici del settore terziario in genere annelli con finitura in cartongesso, rivolti in particolar modo p agli edifici residenziali. Nei due capitoli successivi, per poter guidare al meglio il professionista verso la scelta più adatta alle proprie necessità, verranno presentati e approfonditi tutti i sistemi a soffitto radiante Giacomini.
26 - 27
Capitolo 1
I sistemi a soffitto radiante
Il terziario moderno: reale libertà architettonica, totale valorizzazione delle superfici e dei volumi dell’edificio, massima salubrità ed elevato comfort degli ambienti. In più, un concreto risparmio energetico.
Capitolo 2
Soffitti radianti metallici
INTRODUZIONE La classe dei soffitti radianti metallici si articola in due soluzioni base; la tabella seguente (fig. 2.1) le espone dettagliatamente: serie
modularità [mm x mm]
attivazione
GK60
600x1200
C75 - A220
GK120
1200x1200
C75 - A220
modello
GK
GK PSV
GK60x60 PSV
600x1200
C75 - A220
GK60x120 PSV
600x1200
C75 - A220
Prima di passare in rassegna ciascun sistema a soffitto radiante metallico è conveniente descrivere quello che è il cuore del sistema.
TIPOLOGIE DI PANNELLI DELLA SERIE GK E GK PSV I pannelli metallici possono essere attivi o inattivi. I pannelli attivi hanno capacità di scambio termico radiante grazie al sistema di attivazione che incorporano, quelli inattivi hanno funzione esclusivamente estetica.
5,5
Entrambi i tipi di pannello sono realizzati in acciaio zincato e sono resi disponibili in versione liscia o microforata; la microforatura standard R2516 presenta un foro di diametro 2,5 mm su tutta la superficie del pannello, con l’eccezione di una fascia perimetrale lungo tutto il perimetro larga 15 mm. La percentuale di foratura è pari al 16 %, vale a dire che il 16 % della superficie del pannello è costituita da fori. A richiesta sono disponibili altre microforature.
Ø
2,5
5,5
fig. 2.2 Microforatura R2516 dei pannelli metallici
30 - 31
Capitolo 2
fig. 2.1 Tipologie di soffitti radianti metallici
IL SISTEMA DI ATTIVAZIONE I pannelli radianti metallici sono disponibili con due differenti sistemi di attivazione, ciascuno dei quali si presta a specifici ambiti applicativi. Delegando alle schede tecniche di prodotto il compito di descrivere in dettaglio ogni di tipo di attivazione per ciascun pannello, qui si prende a modello il pannello GK60 per illustrare la natura delle due alternative. ATTIVAZIONE DI TIPO A Nei pannelli con attivazione A220 il sistema di scambio termico è costituito da un tubo in materiale plastico da 16x1,5 mm con barriera antiossigeno, abbinato a una coppia di diffusori in alluminio anodizzato di dimensioni 220x700 mm. L’insieme pannello-sistema di scambio termico è preassemblato in fabbrica.
D
A
Pannello
B
Tubo in materiale plastico
C
Diffusori termici
D
Bussole di rinforzo
C
B
A
fig. 2.3 Sistema a soffitto radiante metallico: attivazione di tipo A
ATTIVAZIONE DI TIPO C Nei pannelli con attivazione C75 il sistema di scambio termico è costituito da un circuito idraulico realizzato con serpentina in rame da 12x1 mm abbinato a un gruppo di quattro diffusori in alluminio anodizzato di dimensioni 75x700 mm. L’insieme pannello-sistema di scambio termico è preassemblato in fabbrica.
C
A
Pannello
B
Diffusori termici
C
Serpentina in tubo di rame
B
A
fig. 2.4 Sistema a soffitto radiante metallico: attivazione di tipo C
Soffitti radianti metallici
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK120
PERCHÈ SCEGLIERLO? • particolarmente indicato per ambienti open space
• c ompletamente ispezionabile
• facile integrazione di corpi illuminanti nella struttura
• s istema personalizzabile su richiesta
•d ue sistemi di attivazione
• disponibilità di pannelli e portanti pretranciati • struttura portante di tipo incrociato
maggiori informazioni su giacomini.com
INTRODUZIONE GK120 è un sistema a soffitto radiante metallico particolarmente indicato per il riscaldamento e il raffrescamento di ambienti open space: uffici, hall, ambienti ad uso commerciale, aeroporti, edifici scolastici. È caratterizzato dalla modularità 1200x1200 mm e prevede l’installazione di una struttura portante di tipo incrociato, la quale racchiude completamente ciascun pannello. Il sistema di pendinatura è tale da consentire una perfetta planarità del controsoffitto.
TIPOLOGIA PANNELLI K120C microforato Modularità: 1200x1200 mm Attivazione: rame
K120LC liscio Modularità: 1200x1200 mm Attivazione: rame
I pannelli possono essere microforati o lisci. La compensazione laterale si realizza tipicamente in cartongesso. K120A microforato Modularità: 1200x1200 mm Attivazione: plastica
K120LA liscio Modularità: 1200x1200 mm Attivazione: plastica
K120 microforato Modularità: 1200x1200 mm Non attivo
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK120
annello in lamiera di acciaio zincato, spessore 8/10, dimensioni P 1030x1030 mm Pannello microforato R2516 o liscio osa su struttura portante incrociata di tipo a vista, con portanti P base 150 mm Apertura a rotazione Chiusura con molle di tenuta ttivazione con diffusori in alluminio e serpentina in rame - C75 o A in materiale plastico - A220 inte base: RAL9010 - bianco o RAL9006 - silver. Altri colori sono T disponibili su richiesta Modulo del controsoffitto 1200x1200 mm Particolarmente indicato per ambienti open space ossibilitĂ di installare un materassino termoacustico per increP mentare le prestazioni del sistema ende agevole lâ&#x20AC;&#x2122;integrazione degli apparecchi illuminanti nel R controsoffitto grazie a pannelli e portanti pretranciati in fabbrica Sistema ispezionabile
34 - 35
Capitolo 2
SERPENTINA RAME
MATERASSINO TERMOACUSTICO
PANNELLO ATTIVO
DIFFUSORE
PORTANTE SECONDARIO
PORTANTE PRIMARIO
PORTANTE PRIMARIO DI TESTATA
KIT COLLEGAMENTO STAFFA
PANNELLI E PORTANTI DEL SISTEMA GK120
K120C MICROFORATO
K120LC LISCIO
K120A MICROFORATO
K120LA LISCIO
K120T MICROFORATO
K120 MICROFORATO
K861 Portante primario di testata per struttura incrociata; dimensioni 150x1350 mm. Il portante di testata è il primo dei portanti primari
K851 Portante primario per struttura incrociata; dimensioni 150x1200 mm
K871 Portante secondario per struttura incrociata; dimensioni 150x1050 mm
Soffitti radianti metallici
K871T Portante secondario per struttura incrociata con pretranciatura rettangolare di fabbrica per installazione di apperecchi illuminanti. Pannello 150x1050 mm. Pretranciatura rettangolare 110x880 mm
Costruttivamente il sistema si presenta come mostrato in questi schemi in pianta e in sezione: 1050
PORTANTI
1350
K861: Portante primario di testata 150x1350 mm
K851: Portante primario 150x1200 mm
K871: Portante secondario 150x1050 mm
1200
PANNELLI K120
K120 (inattivo) o K120A/K120C (attivo): 1030x1030 mm
La struttura incrociata presenta due serie di portanti. I portanti primari, larghi 150 mm, installati secondo direttrici parallele interdistanti 1200 mm, costituiscono la spina dorsale del controsoffitto; trasversalmente a questi, sempre con interdistanza di 1200 mm, sono posizionati i portanti secondari, il cui compito è quello di completare e irrigidire il sistema. Tra i portanti e il pannello viene lasciato uno scuretto di 10 mm per agevolare le operazioni di apertura dello stesso.
Pannello 1030 x 1030 150
1030
10
150 10
1200
Vista in sezione del sistema GK120 – struttura incrociata e portanti base 150 mm
36 - 37
Capitolo 2
ESEMPI DI APPLICAZIONE
PRODOTTI CORRELATI
Collettore modulare
Accessori collettore
Coibentazione collettore
Tubo
Kit e/o raccordi di collegamento
Additivo impianto
Termoregolazione
Trattamento aria
Soffitti radianti metallici
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK60
PERCHÈ SCEGLIERLO? • indicato per ambienti open space o medio/piccoli
• c ompletamente ispezionabile
• disponibilità di pannelli pretranciati per l’integrazione di apparecchi illuminanti
• s istema personalizzabile su richiesta
• struttura portante robusta composta da portanti e testate di finitura • struttura portante di tipo parallelo
•d ue sistemi di attivazione
maggiori informazioni su giacomini.com
INTRODUZIONE GK60 è un sistema a soffitto radiante metallico particolarmente versatile. È adatto al riscaldamento e al raffrescamento di ambienti sia di tipo open space, sia di dimensione medio/piccola: sale riunioni, uffici, camere di degenza. È caratterizzato dalla modularità 600x1200 mm e prevede l’installazione di una struttura portante di tipo parallelo, la quale viene completata dall’installazione di elementi di testata. Il sistema di pendinatura è tale da consentire una perfetta planarità del controsoffitto. I pannelli possono essere microforati o lisci. La compensazione laterale si realizza tipicamente in cartongesso.
TIPOLOGIA PANNELLI K60C microforato Modularità: 600x1200 mm Attivazione: rame
K60LC liscio Modularità: 600x1200 mm Attivazione: rame
K60A microforato Modularità: 600x1200 mm Attivazione: plastica
K60LA liscio Modularità: 600x1200 mm Attivazione: plastica
K60 microforato Modularità: 600x1200 mm Non attivo
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK60
annello in lamiera di acciaio zincato, spessore 8/10, dimensioni P 596x1030 mm Pannello microforato R2516 o liscio osa su struttura portante parallela di tipo a vista, con portanti P base 150 mm Apertura a rotazione Chiusura con molle di tenuta ttivazione con diffusori in alluminio e serpentina in rame - C75 o in A materiale plastico - A220 inte base: RAL9010 – bianco o RAL9006 – silver. Altre tinte sono T disponibili su richiesta Modulo del controsoffitto 600x1200 mm articolarmente indicato per ambienti open space, ma anche per P ambienti di dimensione medio-piccola (sale riunioni, uffici, camere di degenza) ossibilità di installare un materassino termoacustico per increP mentare le prestazioni del sistema ende agevole l’integrazione degli apparecchi illuminanti nel conR trosoffitto grazie a pannelli e portanti pretranciati in fabbrica Sistema ispezionabile
40 - 41
Capitolo 2
PANNELLO ATTIVO
MATERASSINO TERMOACUSTICO PORTANTE
DIFFUSORE
SERPENTINA RAME
KIT COLLEGAMENTO STAFFA
PANNELLI E PORTANTI DEL SISTEMA GK60
K60C MICROFORATO
K60LC LISCIO
K60A MICROFORATO
K60LA LISCIO
K60T MICROFORATO
K60 MICROFORATO
K831 Portante per struttura parallela, disponibile in tre versioni con dimensioni: 150x2400 mm, 150x1800 mm, 150x1200 mm
K841 Testata per struttura parallela, disponibile in tre versioni con dimensioni: 150x1350 mm, 150x1200 mm, 150x2400 mm
KPOR Semiportante di testata per struttura parallela, disponibile in tre larghezze base: 50 mm, 75 mm, 100 mm
Soffitti radianti metallici
K833 Traversa distanziale per struttura parallela in lamiera di acciaio 10/10 zincata. Montaggio con bulloni
Costruttivamente il sistema si presenta come mostrato in questi schemi in pianta e in sezione:
2400
PORTANTE K831
1200
2400
596
1350
150x2400 mm
150x1800 mm
150x1200 mm
TESTATE K481 1800
150x1350 mm
150x2400 mm
1200
150x1200 mm
PANNELLI K160
1200
1050
La struttura parallela presenta portanti primari larghi 150 mm, installati secondo direttrici parallele interdistanti 1200 mm, trasversalmente alle quali vengono alloggiati i pannelli. I portanti di testata completano l’insieme, offrendo al controsoffitto un gradevole risultato estetico.
K60 (inattivo) o K60A/K600C (attivo): 596x1030 mm
Tra i portanti e il pannello viene lasciato uno scuretto di 10 mm per agevolare le operazioni di apertura dello stesso. Nei casi in cui occorre sfruttare al massimo gli spazi è conveniente utilizzare i semiportanti di testata, che riducono gli ingombri.
Pannello 1030 x 596
Pannello 1030 x 596 150
1030
Pannello 1030 x 596 150
1050 1200
Vista in sezione del sistema GK60 – struttura parallela e portanti base 150 mm
42 - 43
Capitolo 2
ESEMPI DI APPLICAZIONE
PRODOTTI CORRELATI
Collettore modulare
Accessori collettore
Coibentazione collettore
Tubo
Kit e/o raccordi di collegamento
Additivo impianto
Termoregolazione
Trattamento aria
Soffitti radianti metallici
INSTALLAZIONE E ISPEZIONABILITÀ SISTEMA GK L’INSTALLAZIONE Il montaggio del soffitto serie GK comporta le ordinarie operazioni di posa di un tradizionale controsoffitto a pannelli metallici. Innanzitutto, in base al layout di progetto si predispongono gli staffaggi; successivamente si applicano le staffe ai portanti: per la struttura incrociata si utilizzano staffe K852 per i portanti primari e per i portanti primari di testata, per la struttura parallela si utilizzano staffe K832 per i portanti e staffe K842 per le testate. Le staffe si fissano al solaio mediante le squadrette K819 e le barre asolate K818. Segue la messa a livello dei portanti.
Staffa K852 per portanti primari
fig. 2.5
Staffa K832 per portante struttura parallela
Staffa K842 per testata struttura parallela
K852 - 150x52x70
K832 - 228x52x70
K842 - 110x52x70
K819 - 50x95
K818 - 25x10
Staffa per portanti primari in acciaio 20/10 zincata
Staffa per portante struttura parallela in acciaio 20/10 zincata
Staffa per testata struttura parallela in acciaio 20/10 zincata
Squadretta per barra asolata in lamiera di acciaio zincata
Barra asolata per montaggio strutture in lamiera di acciaio zincata
Portanti e staffe del sistema GK60
Per la serie GK120 si installano poi i portanti secondari ogni 120 cm. Per la serie GK60 si installano le traverse distanziali K833 per contribuire a mantenere fissa la distanza tra i portanti e aumentare la robustezza della struttura portante.
A
A
Barra asolata
B
Squadrette
C
Staffa
B
C
fig. 2.6 Particolare dello staffaggio di un controsoffitto radiante GK120
44 - 45
Capitolo 2
Ogni staffa si fissa ai portanti per mezzo di bulloni. Completato l’assemblaggio della struttura, si montano le molle sui pannelli come indicato nella figura 2.7. È possibile a questo punto alloggiare i pannelli, predisponendo il verso di rotazione conformemente al progetto.
A
Molla
C
Rondella 18x6,5x15
B
Inserto filettato
D
Vite M6x10
A
I pannelli sono ancorati, per mezzo dei loro ganci, nelle apposite asole dei portanti e vengono posizionati verticalmente, dopodiché si passa a realizzare i collegamenti idraulici, sempre seguendo scrupolosamente le indicazioni contenute nel progetto dell’impianto.
C
I pannelli che appartengono allo stesso circuito sono collegati in serie, mentre il primo e l’ultimo pannello della serie sono collegati al collettore di distribuzione a cui afferiscono, l’uno alla mandata, l’altro al ritorno. Infine si chiude il controsoffitto ruotando i pannelli e utilizzando le apposite molle di aggancio.
D
A
B
C D
Il pannello viene mantenuto in posizione di sicurezza dalle molle, sganciate le quali può essere portato in posizione verticale.
fig. 2.7 Le molle di aggancio per il sistema GK
L’ISPEZIONABILITÀ Ciascun pannello GK è dotato di due ganci fissati nelle apposite asole dei portanti; attorno a questi il pannello può effettuare una rotazione di 90° fino a raggiungere la posizione verticale, garantendo una totale ispezionabilità del controsoffitto, anche a impianto funzionante. Apposite molle di sicurezza mantengono il pannello in sede e ne permettono l’apertura e la chiusura.
fig. 2.8 Ispezionabilità del controsoffitto radiante GK: i pannelli restano agganciati ai portanti
Soffitti radianti metallici
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK60x120 PSV
PERCHÈ SCEGLIERLO? • indicato per ogni tipo di ambiente • struttura portante incrociata di tipo T24 • rapidità di installazione • completamente ispezionabile
• due sistemi di attivazione • sistema personalizzabile su richiesta maggiori informazioni su giacomini.com
INTRODUZIONE GK60x120 PSV è un sistema a soffitto radiante metallico idoneo per applicazioni di riscaldamento e raffrescamento in ambienti di media dimensione nell’ambito del terziario. È caratterizzato dalla modularità 600x1200 mm e prevede l’installazione di una struttura portante, a vista, di tipo incrociato, con portanti a T base 24 mm. Il sistema di pendinatura è tale da consentire una perfetta planarità del controsoffitto. I pannelli possono essere microforati o lisci. La compensazione laterale si realizza sia in cartongesso, sia con pannelli passivi tagliati a misura.
TIPOLOGIA PANNELLI K12C microforato Modularità: 600x1200 mm Attivazione: rame
K12LC liscio Modularità: 600x1200 mm Attivazione: rame
K12A microforato Modularità: 600x1200 mm Attivazione: plastica
K12LA liscio Modularità: 600x1200 mm Attivazione: plastica
K12 microforato Modularità: 600x1200 mm Non attivo
K12L liscio Modularità: 600x1200 mm Non attivo
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK60x120 PSV
annello in lamiera di acciaio zincato, spessore 6/10, dimensioni P 575x1175 mm Pannello microforato R2516 o liscio osa su struttura portante leggera a vista del tipo a T rovesciata P con portanti a base 24 mm Apertura e sospensione con cavetti d’acciaio ontaggio rapido: avviene per incastro, senza ricorrere a dadi e M bulloni per il serraggio degli elementi ttivazione con diffusori in alluminio e serpentina in rame - C75 o in A materiale plastico - A220 inte base: RAL9003 – bianco o RAL9006 – silver. Altre tinte sono T disponibili su richiesta Modulo del controsoffitto 600x1200 mm Indicato per ambienti medi e grandi ossibilità di installare un materassino termoacustico per increP mentare le prestazioni del sistema ’utilizzo di componenti e dimensioni standardizzati presenta i supL plementari vantaggi della facile reperibilità commerciale e della semplicità d’installazione degli apparecchi accessori: dispositivi di illuminazione, diffusori d’aria e ogni altro elemento a corredo del controsoffitto Sistema ispezionabile
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Capitolo 2
PANNELLO ATTIVO
MATERASSINO TERMOACUSTICO
PORTANTE
DIFFUSORE
SERPENTINA RAME
KIT COLLEGAMENTO
PANNELLI E PORTANTI DEL SISTEMA GK60x120 PSV
K12C MICROFORATO
K12LC LISCIO
K12A MICROFORATO
K12LA LISCIO
K12 MICROFORATO
K12L LISCIO
KSV Portanti per struttura T24 con lunghezze: 1200 mm e 3600 mm
K8OOL Profilo perimetrale ad “L” lunghezza 3 m
PGK Cavo metallico di sospensione per panelli GK PSV
Soffitti radianti metallici
Costruttivamente il sistema si presenta come mostrato in questi schemi in pianta e in sezione:
PORTANTE E PANNELLI Portanti base 24 mm L=3600 mm KSV36X Portanti base 24 mm L=600 mm KSV6X
Pannello attivo 575x1175 mm K12C o K12A
SOSPENSIONE PANNELLI
La struttura portante è a vista, del tipo del tipo a T rovesciata con portanti a base 24 mm. Si tratta di una struttura leggera, standard e a larghissima diffusione, tradizionalmente impiegata nelle controsoffittature ordinarie. La sospensione dei portanti principali è affidata al tipico sistema molla+pendino, assai diffuso nella prassi del controsoffitto. Per quanto riguarda le finiture laterali, è possibile realizzarle con pannelli passivi, eventualmente tagliati a misura, oppure, come accade molto frequentemente, con del cartongesso, che lascia più spazio alla libertà di realizzazione.
Profilo a “T” 1200 mm
575
Profilo a “T” 3600 mm portante
Molla Pendino
24
Pendino
24
1200
1200
Sezione struttura a “T” base 24 mm del sistema GK60x120 PSV
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Molla 38
Profilo a “T” 3600 mm portante
Capitolo 2
575 1200
ESEMPI DI APPLICAZIONE
PRODOTTI CORRELATI
Collettore modulare
Accessori collettore
Coibentazione collettore
Tubo
Kit e/o raccordi di collegamento
Additivo impianto
Termoregolazione
Trattamento aria
Soffitti radianti metallici
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK60x60 PSV
PERCHÈ SCEGLIERLO? • indicato per ogni tipo di ambiente
• consente di bilanciare i carichi termici più severi
• struttura portante incrociata di tipo T24
• sistema personalizzabile su richiesta
• rapidità di installazione • completamente ispezionabile • due sistemi di attivazione
maggiori informazioni su giacomini.com
INTRODUZIONE GK60x60 PSV è un sistema a soffitto radiante metallico che si presta più di ogni altro all’installazione in ogni ambito del terziario. È perfetto per il riscaldamento e il raffrescamento di ambienti di dimensione medio/piccola, ma dimostra la sua polivalenza quando lo si integra in spazi di grandi dimensioni allestiti con soluzioni di tipo open space. È caratterizzato dalla modularità 600x600 mm e prevede l’installazione di una struttura portante, a vista, di tipo incrociato, con portanti a T base 24 mm. Il sistema di pendinatura è tale da consentire una perfetta planarità del controsoffitto. I pannelli possono essere microforati o lisci. La compensazione laterale si realizza sia in cartongesso, sia con pannelli passivi tagliati a misura.
TIPOLOGIA PANNELLI K6C microforato Modularità 600x600 mm Attivazione: rame
K6LC liscio Modularità 600x600 mm Attivazione: rame
K6A microforato Modularità 600x600 mm Attivazione: plastica
K6LA liscio Modularità 600x600 mm Attivazione: plastica
K6 microforato Modularità 600x600 mm Non attivo
K6L liscio Modularità 600x600 mm Non attivo
PANNELLI RADIANTI METALLICI SISTEMA GK60x60 PSV
annello in lamiera di acciaio zincato, spessore 6/10, dimensioni P 575x575 mm Pannello microforato R2516 o liscio osa su struttura portante leggera a vista del tipo a T rovesciata P con portanti a base 24 mm Apertura e sospensione con cavetti d’acciaio ontaggio rapido: avviene per incastro, senza ricorrere a dadi e M bulloni per il serraggio degli elementi ttivazione con diffusori in alluminio e serpentina in rame - C75 o in A materiale plastico - A220 inte base: RAL9003 – bianco o RAL9006 – silver. Altre tinte sono T disponibili su richiesta Modulo del controsoffitto 600x600 mm I ndicato per ogni tipo di ambiente, grazie alla modularità ridotta e al minimo ingombro della struttura portante esprime il meglio delle sue caratteristiche negli spazi ristretti o caratterizzati da geometrie irregolari. In questi casi è il sistema che garantisce la maggiore resa termica ossibilità di installare un materassino termoacustico per increP mentare le prestazioni del sistema ’utilizzo di componenti standardizzati permette una facile reperibiL lità e una notevole semplicità d’installazione degli apparecchi accessori: illuminazione, diffusori d’aria ed ogni elemento a corredo del controsoffitto Sistema ispezionabile 54 - 55
Capitolo 2
MATERASSINO TERMOACUSTICO
PANNELLO ATTIVO
PORTANTE
DIFFUSORE
SERPENTINA RAME
KIT COLLEGAMENTO
PANNELLI E PORTANTI DEL SISTEMA GK60x60 PSV
K6C MICROFORATO
K6LC LISCIO
K6A MICROFORATO
K6LA LISCIO
K6 MICROFORATO
K6L LISCIO
KSV Portanti per struttura T24 con lunghezze: 600 mm, 1200 mm e 3600 mm
K8OOL Profilo perimetrale ad “L” lunghezza 3 m
PGK Cavo metallico di sospensione per panelli GK PSV
Soffitti radianti metallici
Costruttivamente il sistema si presenta come mostrato in questi schemi in pianta e in sezione:
PORTANTE E PANNELLI Portanti base 24 mm L=3600 mm KSV36X Portanti base 24 mm L=1200 mm KSV12X Portanti base 24 mm L=600 mm KSV6X
Pannello attivo 575x575 mm K6C o K6A
SOSPENSIONE PANNELLI
La struttura portante è a vista, del tipo del tipo a T rovesciata con portanti a base 24 mm. Si tratta di una struttura leggera, standard e a larghissima diffusione, tradizionalmente impiegata nelle controsoffittature ordinarie. La sospensione dei portanti principali è affidata al tipico sistema molla+pendino, assai diffuso nella prassi del controsoffitto. Per quanto riguarda le finiture laterali, è possibile realizzarle con pannelli passivi, eventualmente tagliati a misura, oppure, come accade molto frequentemente, con del cartongesso, che lascia più spazio alla flessibilità realizzativa.
Molla
Molla Profilo a “T” 3600 mm portante
Pendino
Pendino
38
Profilo a “T” Profilo a “T” 3600 mm portante 1200 mm
575
24
24
600
600
Sezione struttura a “T” base 24 mm del sistema GK60x60 PSV
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Capitolo 2
575 600
ESEMPI DI APPLICAZIONE
PRODOTTI CORRELATI
Collettore modulare
Accessori collettore
Coibentazione collettore
Tubo
Kit e/o raccordi di collegamento
Additivo impianto
Termoregolazione
Trattamento aria
Soffitti radianti metallici
INSTALLAZIONE E ISPEZIONABILITÀ SISTEMA GK PSV L’INSTALLAZIONE Il montaggio del soffitto serie GK PSV si traduce nella ordinaria posa in opera di un tradizionale controsoffitto con struttura portante T24. Innanzitutto, in base al layout di progetto si predispone la pendinatura, dopodiché si passa ad assiemare la struttura. L’installazione si completa con l’aggiunta dei panelli, che avviene secondo i seguenti passi:
1. Si infilano i cavetti metallici PGK negli appositi fori dei portanti
2. Si fissano i pannelli ai cavetti e li si lasciano in posizione verticale
3. Si effettuano i collegamenti idraulici: I pannelli che appartengono allo stesso circuito sono collegati in serie, mentre il primo e l’ultimo pannello della serie sono collegati al collettore di distribuzione a cui afferiscono, l’uno alla mandata, l’altro al ritorno
L’ISPEZIONABILITÀ I pannelli della serie GK PSV – figura seguente – sono predisposti per l’inserimento di due cavetti metallici di sospensione [A] nelle linguette ribordate [B] da risvoltare in cantiere. I cavetti vengono fissati alla struttura portante T24 [C] durante il montaggio. I pannelli GK PSV possono perciò essere sganciati e posizionati verticalmente, restando appesi ai due cavetti, per aprire il controsoffitto e accedere al plenum a scopo ispezione o manutenzione di altri impianti, anche a sistema funzionante.
Foro per cavetto PGK06
fig. 2.9 Ispezionabilità del controsoffitto radiante GK PSV – pannelli attivi e passivi sospesi con cavetti
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Capitolo 2
4. Particolare del collegamento in serie tra due pannelli attigui
SISTEMA DI CONNESSIONE IDRAULICA DEI PANNELLI ATTIVI METALLICI Tutti i sistemi a soffitto radiante con pannelli metallici sono caratterizzati dal collegamento in serie dei pannelli che costituiscono il medesimo circuito. Quest’ultimo è normalmente derivato da collettori di distribuzione. A seconda del sistema di attivazione termica dei pannelli attivi esistono diverse possibilità per realizzare le connessioni idrauliche. Pannelli con attivazione tipo A220 Il collegamento tra i collettori di distribuzione e i pannelli fa uso del tubo in polibutilene con barriera antiossigeno - R986S 16x1,5 mm. La raccorderia impiegata è del tipo push-fitting - RC, con figure diritte e a squadra. L’inserimento del tubo in polibutilene nei raccordi deve essere necessariamente preceduto dall’inserzione della bussola di rinforzo RC900 - all’interno del tubo stesso.
fig. 2.10 RC102
RC122
RC900
B
R986S
Componenti per il collegamento idraulico dei pannelli con attivazione A220
B A B
B
A
Raccordo diritto RC-16
B
Bussola di rinforzo RC-16 preinserita nel tubo
fig. 2.11 Collegamento in serie dei pannelli con attivazione A220
Pannelli con attivazione tipo C75 Il sistema di attivazione termica C75 offre due alternative per le connessioni idrauliche. Una prima possibilità consiste nel ricorrere al tubo in polibutilene con barriera antiossigeno - R986S - 16x1,5 mm per effettuare il collegamento di andata e ritorno tra i collettori di distribuzione e i pannelli. Il collegamento tra pannelli, che incorporano una serpentina in rame 12x1 mm, è effettuabile con tubo in polibutilene con barriera antiossigeno - R986S 12x1,5 mm. La raccorderia da impiegare è del tipo push-fitting - RC, con figure diritte o a squadra. L’inserimento del tubo in polibutilene nei raccordi deve essere necessariamente preceduto dall’inserzione della bussola di rinforzo RC900 - all’interno del tubo stesso.
Soffitti radianti metallici
Questa tecnica di collegamento è senz’altro molto flessibile, in quanto consente di adattarsi con facilità ad ogni situazione contingente di cantiere.
RC102
RC122
RC107
RC109
fig. 2.12 RC900 A
B
R986S D
Componenti standard per il collegamento idraulico dei pannelli con attivazione C75 F
C
E
fig. 2.13 Collegamento in serie dei pannelli con attivazione C75 Una seconda alternativa, più comoda e rapida di quella appena descritta, è rappresentata dall’uso di kit di collegamento preassemblati in fabbrica – K85RS e K85RC. Per collegare in serie tra loro i pannelli attivi è disponibile il kit composto da una tubazione flessibile in EPDM, di lunghezza 900 mm, con barriera antiossigeno e guaina in maglia di acciaio inossidabile, e due raccordi “push-fitting” RS da 12 mm, uno ad ogni capo della tubazione flessibile.
A
D
A
Raccordo diritto RC102-12x1/2”F
B
Tubazione collegamento pannello-collettore PB 16x1,5 con barriera antiossigeno
C
Tubazione collegamento pannello-pannello Polibutilene 12x1,5 con barriera antiossigeno
D
Raccordo diritto RC-16x1/2”M
E
Raccordo diritto RC-12
F
Bussola di rinforzo RC-12
Per la connessione fra il collettore di distribuzione e la serie di pannelli si utilizza il kit preassemblato composto da una tubazione flessibile in EPDM, di lunghezza 400 mm, con barriera antiossigeno e guaina in maglia di acciaio inossidabile, e da un raccordo “push-fitting” RS da 12 mm al capo che si innesta sul pannello, e un raccordo filettato 1/2”F all’altro capo. Il tratto andata/ritorno tra collettore e circuito si effettua con l’utilizzo di un raccordo RC107 1/2”M e tubo in polibutilene con barriera antiossigeno - R986S 16x1,5 mm a motivo di minimizzare le perdite di carico.
K85RS
R986S
fig. 2.14 Kit K85RS per il collegamento idraulico dei pannelli con attivazione C75
fig. 2.15 Collegamento in serie dei pannelli con attivazione C75 con kit preassemblati
60 - 61
Capitolo 2
B
ISOLAMENTO TERMOACUSTICO Per isolare termicamente l’ambiente dal plenum e assorbire i rumori provenienti dall’alto è possibile utilizzare l’apposito pannello termoacustico K820, tanto con i pannelli microforati quanto con quelli lisci. Il pannello termoacustico è costituito da fibra di poliestere al 100 %, termolegata in modo irreversibile, e realizzato mediante cardatura a secco su un supporto di tessuto nero, anche questo in fibra di poliestere al 100 % senza aggiunta di collante chimico. Il pannello termoacustico è facile da installare: deve essere posato in modo che il tessuto nero sia rivolto verso il basso. Il materiale utilizzato consente manutenzioni di ogni genere, compreso il lavaggio in acqua seguito da asciugatura in centrifuga; un intervento che può rendersi necessario dopo alcuni anni dalla posa per disinfettare, o semplicemente per ripulire, il pannello dalla polvere. Il pannello è disponibile in diverse misure, dipendenti dalla serie di soffitto radiante metallico a cui va abbinato, ed è immediatamente pronto per la posa in opera. La densità e lo spessore del pannello termoacustico sono stati ottimizzati per garantire la massima funzionalità nelle applicazioni tipiche degli ambienti interni.
fig. 2.16 Posizionamento dell’isolante termoacustico sul pannello
Caratteristiche principali ateriale: fibra di poliestere 100 % termolegata M Densità: 20 kg/m3 (materassino), 40 kg/m3 (supporto) Spessore: 25 mm Conduttività termica: 0,03 W/mK Igroscopicità: 0,1 % del peso Resistenza all’acqua: nessuno sfaldamento o perdita delle caratteristiche Resistenza alle vibrazioni: nessun distacco di particelle dopo 1 milione di cicli a 50 Hz Gas di combustione: acidi assenti (AFNOR X 70-100) Odori: assenti Assorbimento acustico a: 0,64 (250 Hz) 0,78 (500 Hz) 1,06 (1000 Hz) 0,98 (2000 Hz)
Soffitti radianti metallici
Il soffitto dellâ&#x20AC;&#x2122;abitazione diventa un efficiente impianto di climatizzazione, eccellente anche per il raffrescamento estivo. CosĂŹ integrato allâ&#x20AC;&#x2122;architettura da essere invisibile.
Capitolo 3
Soffitti radianti in cartongesso
INTRODUZIONE L’ambito di applicazione preferenziale dei controsoffitti radianti in cartongesso è costituito dagli edifici residenziali e dalle strutture alberghiere, senza trascurare gli ambienti destinati alle attività commerciali, e più in generale di tutto il terziario, ove siano previste finiture di tipo civile. La tabella seguente (fig. 3.1) riassume le soluzioni offerte dalla classe dei soffitti radianti in cartongesso:
serie
dimensione pannello [mm x mm]
attivazione
1200x2000
C100
GKC
1200x1000
C100
GKCS v.2.0
600x2000
C100
1200x2000
Serpentina 8x1
1200x1000
Serpentina 8x1
600x2000
Serpentina 8x1
600x1200
Serpentina 8x1
fig. 3.1 Tipologie di soffitti radianti in cartongesso
TIPOLOGIE DI PANELLI DEI SISTEMI GKC E GKCS V.2.0 I pannelli in cartongesso possono essere attivi o inattivi. I pannelli attivi hanno capacità di scambio termico radiante grazie al sistema di attivazione che incorporano, quelli inattivi hanno funzione esclusivamente estetica. Entrambi i tipi di pannello sono realizzati accoppiando una lastra in cartongesso a un materiale coibente e si presentano come a pannelli preassemblati in fabbrica.
Pannello serie GKC
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Pannello serie GKCS
Capitolo 3
IL SISTEMA DI ATTIVAZIONE I pannelli radianti in cartongesso sono disponibili con due differenti sistemi di attivazione. Nell’ambito di ciascuna serie – GKC o GKCS v.2.0 – i pannelli, indipendentemente dal fatto che integrino o meno il sistema di attivazione, presentano il medesimo spessore. La presenza del coibente migliora l’isolamento termico degli ambienti, ma soprattutto velocizza la posa in opera del controsoffitto; infatti, poiché tutti i pannelli presentano lo stesso spessore, le zone complanari di controsoffitto richiedono l’installazione di una struttura caratterizzata dalla stessa altezza di pendinatura: vale a dire che anche la struttura, in quella zona, è continua e complanare. ATTIVAZIONE SERIE GKC Nei pannelli con attivazione C100 il sistema di scambio termico è costituito da un serpentino in rame da 16x1 mm abbinato a diffusori in alluminio. Lo strato coibente, dello spessore di 4 cm, è realizzato in EPS 150 con grafite.
D
C
B
A
A
Lastra cartongesso
B
Diffusori termici alluminio
C
Serpentina rame
D
Pannello coibente
A
Pannello cartongesso
B
Tubo in materiale plastico
C
Secondo strato cartongesso
D
Pannello coibente
ATTIVAZIONE SERIE GKCS V.2.0 Nei pannelli sere GKCS v.2.0 il sistema di scambio termico è costituito da una (due quando si tratta di pannelli della maggior dimensione) serpentina in PEX 8x1 mm integrata nel pannello. Lo strato coibente, dello spessore di 3 cm, è realizzato in EPS. D
C
B
A
Soffitti radianti in cartongesso
PANNELLI RADIANTI IN CARTONGESSO SISTEMA GKC
PERCHÈ SCEGLIERLO? • indicato per applicazioni residenziali o similari
• collettori di distribuzione installati in botole ispezionabili
• possibilità di integrare facilmente apparecchiature nel controsoffitto
• sistema con basse perdite di carico
• pareti libere dai collettori di distribuzione
maggiori informazioni su giacomini.com
INTRODUZIONE GKC è un sistema a soffitto radiante costituito da pannelli preassemblati con finitura in cartongesso e realizzati con materiali di elevata qualità e prestazione termica. Progettato con particolare attenzione nei riguardi del riscaldamento e del raffrescamento rispetto agli edifici residenziali, trova una naturale estensione del proprio campo di applicazione in camere d’albergo, ambienti commerciali e, più in generale, negli edifici che richiedono una controsoffittatura con finitura di tipo civile. I pannelli della serie GKC sono costituiti da una lastra in cartongesso dello spessore di 10 mm, da un layer di alluminio e da uno strato con funzione coibente realizzato in EPS150 con grafite dello spessore di 40 mm. Il sistema di attivazione è realizzato con un serpentino in rame 16x1 mm incorporato nel pannello; l’ingegnerizzazione del sistema ha permesso di conciliare le esigenze termotecniche con quelle illuminotecniche e architettoniche: l’interdistanza tra i tubi consente infatti di installare agevolmente gli apparecchi luminosi incassandoli direttamente nei pannelli attivi.
TIPOLOGIA PANNELLI KC120 Modularità: 1200x2000 mm Spessore: 50 mm Attivo
KC120 Modularità: 1200x1000 mm Spessore: 50 mm Attivo
KC120 Modularità: 1200x1000 mm Spessore: 50 mm Non attivo
KC60 Modularità: 600x2000 mm Spessore: 50 mm Attivo
PANNELLI RADIANTI IN CARTONGESSO SISTEMA GKC
Controsoffitto realizzabile con tre modularità di pannello: • 600x2000 mm •1200x2000 mm •1200x1000 mm annello liscio in cartongesso da 10 mm, dotato di barriera al vaP pore in alluminio da 0,1 mm e di pannello coibente dello spessore di 40 mm in EPS 150 con grafite ttivazione termica C100 incorporata nel pannello e costituita da A diffusori termici in alluminio anodizzato abbinati a un serpentina in rame realizzato con tubo da 16x1 mm Collegamento in serie dei pannelli appartenenti allo stesso circuito Installabile con le ordinarie strutture per controsoffitti in cartongesso Grazie alla modularità si presta ad ogni tipo di ambiente traordinaria flessibilità d’integrazione per via della possibilità di S incassare nei pannelli attivi faretti per l’illuminazione e altri dispositivi a corredo del controsoffitto istema ispezionabile: installando le botole da controsoffitto in S corrispondenza dei collettori di distribuzione, l’intero impianto è contenuto nel controsoffitto ed è possibile lasciare libere tutte le pareti degli ambienti e compensazioni laterali si realizzano con pannello inattivo coL struito abbinando lastra in cartongesso e coibente da 40 mm in EPS 150 con grafite. Questo migliora l’isolamento verso l’alto degli ambienti; inoltre, poiché tutti i pannelli presentano lo stesso spessore, la posa in opera del sistema è notevolmente velocizzata 68 - 69
Capitolo 3
PORTANTE PRIMARIO
PORTANTE SECONDARIO
PANNELLO ATTIVO PROFILO PERIMETRALE SERPENTINA RAME DIFFUSORE
PANNELLI E COMPONENTI DELLA STRUTTURA
KC120 Pannello attivo 1200x2000 mm
KC120 Pannello attivo 1200x1000 mm
KC120 Pannello inattivo 1200x2000 mm
KC60 Pannello attivo 600x2000 mm
KG800 Profilo perimetrale
KG800 Portante primario
KG800 Portante secondario
KG8O4 Pendino
KG806 Molla regolazione pendino
KG810 Botola ispezione
Soffitti radianti in cartongesso
Costruttivamente il sistema si presenta come mostrato in questi schemi in pianta e in sezione:
C
A A
Profilo perimetrale KG800Y040 L= 4 m
B
Portante primario KG800Y001 L= 4 m interasse posa 900 mm
B C
Portante secondario KG800Y020 L= 4 m interasse posa 400 mm
La struttura portante è composta da portanti primari agganciati alla soletta mediante pendini di sospensione con diametro 4 mm e portanti secondari fissati a scatto sui primari: â&#x20AC;˘ portanti primari a U 40x28 mm, lunghezza 4 m, spessore 0,6 mm â&#x20AC;˘ portanti secondari a C 50x27 mm, lunghezza 4 m, spessore 0,6 mm Per la chiusura delle zone perimetrali si utilizzano pannelli KC120 non attivi in cartongesso coibentato.
Sezione struttura del sistema GKC
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Capitolo 3
ESEMPI DI APPLICAZIONE
PRODOTTI CORRELATI
Collettore modulare
Accessori collettore
Coibentazione collettore
Tubo
Raccordi
Additivo impianto
Termoregolazione
Trattamento aria
Soffitti radianti in cartongesso
PANNELLI RADIANTI IN CARTONGESSO SISTEMA GKCS V.2.0
PERCHÈ SCEGLIERLO? • indicato per applicazioni residenziali o similari
• collettori di distribuzione installati in botole ispezionabili
• possibilità di integrare apparecchiature nel controsoffitto • pareti libere dai collettori di distribuzione
maggiori informazioni su giacomini.com
INTRODUZIONE GKCS v.2.0 è un sistema a soffitto radiante costituito da pannelli preassemblati con finitura in cartongesso. È idoneo per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici residenziali e trova una naturale estensione del proprio campo di applicazione in camere d’albergo, ambienti commerciali e, più in generale, negli edifici che richiedono una controsoffittatura con finitura di tipo civile. I pannelli della serie GKCS v.2.0 sono costituiti da una lastra in cartongesso dello spessore di 15 mm e da uno strato con funzione coibente realizzato in EPS dello spessore di 30 mm. Tra questi due strati trova posto il sistema di attivazione, che è realizzato con una (o due, a seconda delle dimensioni del pannello) serpentina in PEX 8x1 mm.
TIPOLOGIA PANNELLI KS120 Modularità: 1200x2000 mm Spessore: 45 mm Attivo
KS120 Modularità: 1200x2000 mm Spessore: 45 mm Non attivo
KS60 Modularità: 600x1200 mm Spessore: 45 mm Attivo
KS60 Modularità: 600x2000 mm Spessore: 45 mm Attivo
PANNELLI RADIANTI IN CARTONGESSO SISTEMA GKCS V.2.0
ontrosoffitto realizzabile con quattro modularità di pannello: C • 600x2000 mm • 1200x2000 mm • 600x1200 mm • 1200x1000 mm annello liscio in cartongesso da 15 mm, con pannello coibente da P 30 mm in EPS. Ingombro complessivo 45 mm ttivazione termica integrata nel pannello, realizzata con serpentiA ne in PEX da 8x1 mm. Il pannello 1200x2000 mm integra due serpentine posizionate in modo da poter derivare da esso due pannelli 1200x1000 mm con un taglio trasversale Collegamento in parallelo dei pannelli appartenenti allo stesso circuito Installabile con le ordinarie strutture per controsoffitti in cartongesso Particolarmente adatto per installazione a parete Grazie alla modularità si presta ad ogni tipo di ambiente ossibilità di integrare nei pannelli di compensazione faretti per P l’illuminazione e altri dispositivi a corredo del controsoffitto istema ispezionabile: installando le botole da controsoffitto in S corrispondenza dei collettori di distribuzione, l’intero impianto è contenuto nel controsoffitto ed è possibile lasciare libere tutte le pareti degli ambienti e compensazioni laterali si realizzano con pannello inattivo costruL ito abbinando lastra in cartongesso e coibente da 30 mm in EPS. Questo migliora l’isolamento verso l’alto degli ambienti; inoltre, poiché tutti i pannelli presentano lo stesso spessore, la posa in opera del sistema è notevolmente velocizzata
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Capitolo 3
PORTANTE PRIMARIO
PORTANTE SECONDARIO
PROFILO PERIMETRALE PANNELLO ATTIVO
PANNELLI E COMPONENTI DELLA STRUTTURA
KS120 Pannello attivo 1200x2000 mm
KS120 Pannello inattivo 1200x2000 mm
KS60 Pannello attivo 600x1200 mm
KS60 Pannello attivo 600x2000 mm
KG800 Profilo perimetrale
KG800 Portante primario
KG800 Portante secondario
KG8O4 Pendino sospensione portanti
KG806 Molla regolazione pendino
KG810 Botola ispezione
Soffitti radianti in cartongesso
Costruttivamente il sistema si presenta come mostrato in questi schemi in pianta e in sezione:
C
A
A
Profilo perimetrale KG800Y040 L= 4 m
B
Portante primario KG800Y001 L= 4 m interasse posa 900 mm
B C
Portante secondario KG800Y020 L= 4 m interasse posa 500 mm
La struttura portante è composta da portanti primari agganciati alla soletta mediante pendini di sospensione con diametro 4 mm e portanti secondari fissati a scatto sui primari: â&#x20AC;˘ portanti primari a U 40x28 mm, lunghezza 4 m, spessore 0,6 mm â&#x20AC;˘ portanti secondari a C 50x27 mm, lunghezza 4 m, spessore 0,6 mm Per la chiusura delle zone perimetrali si utilizzano pannelli KS120 non attivi in cartongesso coibentato.
Sezione struttura del sistema GKCS
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Capitolo 3
ESEMPI DI APPLICAZIONE
PRODOTTI CORRELATI
Collettore modulare
Accessori collettore
Coibentazione collettore
Tubo
Raccordi
Additivo impianto
Termoregolazione
Trattamento aria
Soffitti radianti in cartongesso
SISTEMA DI CONNESSIONE IDRAULICA DEI PANNELLI ATTIVI IN CARTONGESSO Il sistema di connessione idraulica dei pannelli attivi GKC Il sistema a soffitto radiante della serie GKC prevede il collegamento in serie dei pannelli che costituiscono il medesimo circuito, quest’ultimo essendo normalmente derivato da collettori di distribuzione. Il collegamento tra i collettori di distribuzione e i pannelli fa uso del tubo in polibutilene con barriera antiossigeno e preisolato - R986I 16x1,5 mm. La raccorderia impiegata è del tipo push-fitting - RC, con figure diritte e a squadra. L’inserimento del tubo in polibutilene nei raccordi deve essere necessariamente preceduto dall’inserzione della bussola di rinforzo RC900 - all’interno del tubo stesso. Il coibente del pannello attivo dispone di un’apertura che permette l’installazione di un raccordo RC, diritto o a squadra, per il collegamento. Per le parti non preisolate dovrà essere previsto un adeguato isolamento termico. Mandata
Ritorno
fig. 3.2 RC102
RC122
RC900
Componenti per il collegamento idraulico dei pannelli serie GKC
R986S
Mandata Mandata
Circuiti
Ritorno Ritorno
Circuiti
Circuiti
Circuiti
Circuiti
Pannelli GKC - C100
Circuiti
fig. 3.3 Collegamento in serie dei pannelli attivi Pannelli GKC - C100 Pannelli GKC - C100
Il sistema di connessione idraulica dei pannelli attivi GKCS v.2.0 Il sistema a soffitto radiante della serie GKCS v.2.0 prevede il collegamento in parallelo dei pannelli che costituiscono il medesimo circuito, quest’ultimo essendo normalmente derivato da collettori di distribuzione. Questo approccio circuitale scaturisce da ragioni costruttive; poiché i pannelli attivi si trovano, in condizioni nominali, a dare la stessa perdita di carico, dell’ordine di 2 m.c.a.,
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Capitolo 3
è naturale sfruttare questo fatto per cercare di ottenere circuiti autobilanciati. Per il collegamento dei pannelli, è previsto l’utilizzo di tubazioni in multistrato 20x2 mm disponibili in verghe non preisolate o in rotoli preisolati: le eventuali parti non preisolate dovranno essere coibentate con idoneo isolante termico. La raccorderia è del tipo ad innesto rapido, della serie RC in materiale plastico.
RC151P053
RC151P063
RC102P009
RC122P009
fig. 3.4 RC165P001
RC165P004
Raccordi per il collegamento idraulico dei pannelli serie GKCS v.2.0
RC211P001
Mandata Mandata MandataMandata Ritorno Ritorno Ritorno Ritorno
Circuiti Circuiti Circuiti Circuiti
Circuiti Circuiti Circuiti Circuiti K5120Y200 K5120Y200 K5120Y200 K5120Y200
fig. 3.5 Collegamento in parallelo dei pannelli attivi
RC151P053 RC151P053 RC151P053 RC151P053
ISPEZIONABILITÀ DEI CONTROSOFFITTI RADIANTI IN CARTONGESSO SERIE GKC E GKCS La fruibilità degli ambienti è una prerogativa a cui non si deve rinunciare. Posizionando botole d’ispezione in corrispondenza dei collettori di distribuzione, tutto l’impianto viene ad essere contenuto nel controsoffitto e si ha piena libertà di destinare le pareti ad altre funzioni.
Soffitti radianti in cartongesso
RC151P063 RC151P063 RC151P063 RC151P063 RC151P053 RC151P053 RC151P053 RC151P053 RC165P004 RC165P004 RC165P004 RC165P004
Un prodotto sicuro, che offre tutta la certezza di rese certificate secondo le normative vigenti. Una scelta di qualitĂ che parla anche attraverso i numeri.
Capitolo 4
Le rese
LE RESE Il progetto di un sistema a soffitto radiante richiede la conoscenza delle rese in riscaldamento e in raffrescamento dei pannelli attivi. Questo è un concetto estremamente chiaro, tuttavia nella pratica è spesso male interpretato. La potenza termica e frigorifera che un soffitto radiante scambia con l’ambiente si determina sempre partendo dalla conoscenza delle rese certificate1 secondo le Norme EN 14037 (riscaldamento) e EN 14240 (raffrescamento). Le rese secondo queste due importanti Norme possono poi essere corrette per giungere alla determinazione delle rese in opera del sistema a soffitto radiante. L’ottenimento della resa “di progetto” di un sistema a soffitto radiante è un processo che richiede molta attenzione ed esperienza. In quanto segue si cercherà di dare uno strumento che rappresenti una guida sicura per il progettista che intraprende la scelta di proporre un sistema a soffitto radiante.
fig. 4.1 Laboratori Giacomini: particolare della camera termostatica a Norma EN 14240
82 - 83
Capitolo 4
NOTE 1
Rilasciate da un laboratorio accreditato.
LE RESE SECONDO LE NORME EN 14037 E EN 14240 Questi due rilevanti standard stabiliscono i criteri per la determinazione sperimentale della resa termica e frigorifera relativamente ad un sistema di attivazione dei pannelli attivi; dalla conoscenza di questo dato basilare, sempre seguendo le indicazioni delle Norme, si stabiliscono le rese del pannello attivo che le incorpora. Come risultanza delle prove secondo EN 14037 e EN 14240 sono disponibili i diagrammi di resa dei vari sistemi di attivazione, che riportano in ascissa il DeltaT tra la temperatura ambiente e quella media dell’acqua e in ordinata la potenza specifica per unità di superficie attiva in W/m2. La figura seguente riporta come esempio il diagramma di resa dell’attivazione C75:
RESA EN PER L’ATTIVAZIONE C75
300 280
Resa [W/m2 di superficie attiva]
260 240 220
RAFFRESCAMENTO
200 180 160 140 120 100
RISCALDAMENTO
80 60 40 20
fig. 4.2 Resa EN per l’attivazione C75
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
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Δt acqua ambiente [K]
Le Norme consentono di esprimere le rese specifiche con equazioni parametriche facilmente implementabili nelle procedure di calcolo: qH = CH . ΔT nH [W/m2] resa per unità di superficie attiva in riscaldamento qC = CC . ΔT nC [W/m2] resa per unità di superficie attiva in raffrescamento Dove ΔT= Ta -
(Tm + Tr ) , essendo: 2
Ta = Temperatura operante ambiente Tm = Temperatura di mandata al soffitto radiante Tr = Temperatura di ritorno dal soffitto radiante
Le rese
I parametri caratteristici dei vari sistemi di attivazione che vanno inseriti nelle equazioni precedenti sono riportati nei certificati di prova. Fino a qui si è solamente in grado di calcolare la resa specifica per unità di superficie attiva del pannello. Per estendere il concetto di resa all’intero pannello è indispensabile servirsi di uno schema. Preso in considerazione il sistema a soffitto radiante GK60-attivazione C75 con portanti base 150 mm, si evidenziano le seguenti aree:
Pannello GK60 att. C75
Area modulo 600x1200 mm
Area pannello 596x1030 mm
Area attiva 480x782 mm
fig. 4.3 Le differenti aree caratteristiche dei soffitti radianti
rea del modulo: corrisponde alla superficie coperta da un A unità modulare di controsoffitto; nella fattispecie è pari a 600x1200 mm = 0,72 m2 rea del pannello: corrisponde alla superficie coperta da un A pannello, pari a 596x1.030 mm = 0,614 m2 rea attiva: definita nella Norma EN 14240, assume il significato di A superficie di pannello coperta dall’attivazione; nell’esempio è pari a Sa = 480x782 mm = 0,375 m2 Fatta questa indispensabile premessa, è chiaro come si ottiene la resa integrale di un pannello attivo: basta moltiplicare la resa EN per l’area attiva Sa: Q = q . S [W] H
H
a
QC = qC . Sa [W] Con queste relazioni analitiche è possibile costruire i seguenti diagrammi di resa EN relativi all’intero pannello, i quali costituiscono lo strumento principale con cui lavora il progettista termotecnico.
84 - 85
Capitolo 4
SOFFITTO RADIANTE 60x60 PSV - C75 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 70 65 60
Resa [W/pannello]
55 50
RAFFRESCAMENTO
45 40 35 30 25
RISCALDAMENTO
20 15 10 5
fig. 4.4 Resa EN di un pannello 60x60 PSV – C75
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
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19
20
21
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Δt acqua ambiente [K]
Resa [W/pannello]
SOFFITTO RADIANTE 60x120 PSV - C75 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 105 100 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0
RAFFRESCAMENTO
RISCALDAMENTO
fig. 4.5 Resa EN di un pannello 60x120 PSV – C75 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
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Δt acqua ambiente [K]
Resa [W/pannello]
SOFFITTO RADIANTE GK60 - C75 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 120 115 110 105 100 95 90 85 80 75 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0
RAFFRESCAMENTO
RISCALDAMENTO
fig. 4.6 Resa EN di un pannello GK60 – C75 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
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Δt acqua ambiente [K]
Le rese
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Resa [W/pannello]
SOFFITTO RADIANTE GK120 - C75 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 200 190 180 170 160 150 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0
RAFFRESCAMENTO
RISCALDAMENTO
fig. 4.7 Resa EN di un pannello GK120 – C75 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
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Δt acqua ambiente [K]
SOFFITTO RADIANTE 60x60 PSV - A220 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 40 35
Resa [W/pannello]
30
RAFFRESCAMENTO
25 20
RISCALDAMENTO
15 10 5
fig. 4.8 Resa EN di un pannello 60x60 PSV – A220
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
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Δt acqua ambiente [K]
SOFFITTO RADIANTE 60x120 PSV - A220 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 65 60 55
Resa [W/pannello]
50 45
RAFFRESCAMENTO
40 35 30
RISCALDAMENTO
25 20 15 10 5
fig. 4.9 Resa EN di un pannello 60x120 PSV – A220
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
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Δt acqua ambiente [K]
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Capitolo 4
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SOFFITTO RADIANTE GK60 - A220 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 65 60 55 50 45
Resa [W/pannello]
40
RAFFRESCAMENTO
35 30
RISCALDAMENTO
25 20 15 10 5 0
fig. 4.10 Resa EN di un pannello GK60 – A220 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
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Δt acqua ambiente [K]
SOFFITTO RADIANTE GK120 - A220 RESA EN RIFERITA ALL’INTERO PANNELLO 110 100 90
Resa [W/pannello]
80
RAFFRESCAMENTO
70 60 50
RISCALDAMENTO
40 30 20 10
fig. 4.11 Resa EN di un pannello GK120 – A220
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
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Δt acqua ambiente [K]
SOFFITTO RADIANTE GKC RESA EN ESTESA ALL’UNITÀ DI SUPERFICIE DEL PANNELLO
Resa [W/m2 di superficie del pannello]
110 100 90 80
RAFFRESCAMENTO
70 60
RISCALDAMENTO
50 40 30 20 10
fig. 4.12 Resa EN di un pannello serie GKC
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
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Δt acqua ambiente [K]
Le rese
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SOFFITTO RADIANTE GKCS V.2.0 RESA EN ESTESA ALL’UNITÀ DI SUPERFICIE DEL PANNELLO 110 100
Resa [W/m2 di superficie del pannello]
90 80
RAFFRESCAMENTO 70 60
RISCALDAMENTO 50 40 30 20 10
fig. 4.13 Resa EN di un pannello serie GKCS v.2.0
0 1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
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Δt acqua ambiente [K]
I COEFFICIENTI CORRETTIVI DELLA RESA Le rese ottenute in camera termostatica EN non sono generalmente quelle che vengono direttamente impiegate nei calcoli progettuali; alcuni ulteriori fattori dovrebbero essere presi in considerazione: la loro corretta valutazione richiede un’approfondita conoscenza delle dinamiche connesse con il funzionamento in opera dei soffitti radianti. Fattore di altezza - Fa Le prove in camera termostatica sono ottenute ad un’altezza generalmente di 2,70 m; per tenere conto della reale altezza di installazione in opera si introduce il Fattore di altezza Fa definito dalla relazione seguente: F = 1,12 - 0,045 . H a
Essendo H l’altezza in opera del soffitto rispetto al pavimento. La formula è valida per H fino a 5 m. Fattore di ventilazione - Fv Le prove in camera termostatica sono condotte in assenza di ventilazione meccanica. In pratica ciò non avviene ed è opportuno adottare un coefficiente correttivo Fv che consenta di considerare l’incremento di resa conseguente al moto dell’aria in ambiente. La valutazione appropriata del coefficiente Fv richiede una notevole dose di esperienza; sulla base di numerosi e accurati test e sulla scorta dei riscontri pratici ottenuti nelle installazioni si consiglia di mantenere il coefficiente Fv tra 1,05 e 1,15, tenendo presente che il suo valore è influenzato dalla modalità di distribuzione dell’aria, dalla sua temperatura e dal tipo di controsoffitto radiante. In assenza di ventilazione si assume ovviamente Fv=1. Fattore di facciata - Ff Le prove in camera termostatica devono essere effettuate controllando la temperatura delle pareti; in pratica, tuttavia, sono proprio
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Capitolo 4
le pareti le principali cause responsabili dello scambio per irraggiamento del controsoffitto. Ambienti con ampie vetrate, specie se con basso fattore solare, possono essere teatro di scambi termici molto più alti di quelli che ci si attenderebbe dai risultati di prova in camera termostatica. Anche questo aspetto è stato ampiamente valutato in numerosi test pratici da Giacomini; senza far qui uso di complesse formule di calcolo, ci si limita a consigliare l’introduzione di un valore Ff di circa 1,1, tenendo conto che in pratica può variare tra un minimo di 1,05 e un massimo di 1,2. Complessivamente l’equazione generale della resa integrale di un pannello attivo diviene: Q = q . S . F . F . F [W] a
a
v
f
Il ricorso a questi coefficienti correttivi evita l’eccessivo sovradimensionamento dei sistemi a soffitto radiante; per contro il loro uso scorretto può portare nella direzione diametralmente opposta.
TABELLA DI RIEPILOGO Con riferimento ai simboli introdotti, si considerano le seguenti condizioni progettuali: R iscaldamento: Ta = 20 °C
Soffitti radianti metallici
R affrescamento: Ta = 26 °C Ipotizzando un’installazione posta a circa 2,70 m d’altezza rispetto al pavimento, è ragionevolmente cautelativo assumere un coefficiente correttivo globale di 1,05 per l’inverno e 1,10 per l’estate. Sfruttando i diagrammi esposti si ottiene la seguente tabella (fig. 4.14) che riepiloga le rese integrali di ciascun pannello, utili per un rapido calcolo orientativo dei sistemi a soffitto radiante.
Riscaldamento: Tm = 38 °C Tr = 35 °C
Raffrescamento: Tm = 15 °C Tr = 17 °C
Soffitti radianti in cartongesso Riscaldamento: Tm = 40 °C Tr = 37 °C
Raffrescamento: Tm = 14 °C Tr = 16 °C
TIPICHE RESE DI PROGETTO attivazione
resa QH [W] in riscaldamento
resa QC [W] in raffrescamento
GK60x60 PSV
C75
32
29
GK60x60 PSV
A220
22
17
GK60x120 PSV
C75
52
46
GK60x120 PSV
A220
37
28
GK60
C75
58
52
GK60
A220
37
28
GK120
C75
109
97
pannello
GK120
A220
74
56
GKCS v.2.0 - 1200x2000
Serpentina 8x1
197
138
GKCS v.2.0 - 600x2000
Serpentina 8x1
99
69
GKCS v.2.0 - 600x1200
Serpentina 8x1
59
41
GKCS v.2.0 - 1200x1000
Serpentina 8x1
99
69
GKC - 1200x2000
C100
198
142
GKC - 1200x1000
C100
99
71
GKC - 600x2000
C100
99
71
fig. 4.14 Le rese
Calore avvolgente d’inverno, fresco gradevole in estate per un confort assoluto, 365 giorni l’anno. Grazie al controllo costante di temperatura e umidità le soluzioni per il raffrescamento garantiscono l’equilibrio perfetto in ogni ambiente.
Capitolo 5
Raffrescamento e trattamento dellâ&#x20AC;&#x2122;aria
RAFFRESCAMENTO E TRATTAMENTO DELL’ARIA INTRODUZIONE Il mantenimento del comfort termico in un ambiente dipende fondamentalmente dalla capacità di riuscire a controllarne efficacemente la temperatura e l’umidità evitando correnti d’aria. Questo concetto semplice e intuitivo è di esperienza comune, e trova riscontro evidente nel fatto che nelle abitazioni, in inverno, si deve aumentare la temperatura con sistemi di riscaldamento – l’umidità, essendo normalmente già ad un livello adeguato, non richiede particolari esigenze di controllo –, mentre in estate è necessario ridurre sia la temperatura (raffrescamento) sia l’umidità (deumidificazione) per sottrarsi a condizioni di discomfort, possibilmente evitando eccessivi sbalzi di temperatura tra esterno e interno1. La soluzione impiantistica più efficiente per raggiungere il comfort termico estivo, sia sotto il profilo del risparmio energetico, sia del risultato ottenibile, consiste nell’impiegare i sistemi a soffitto radiante abbinati a macchine appositamente progettate per la deumidificazione. La strategia di regolazione che guida questo approccio impiantistico è la più semplice possibile: I l sistema a soffitto radiante provvede a ridurre la temperatura smaltendo i carichi termici sensibili I l sistema di deumidificazione provvede a ridurre l’umidità bilanciando i carichi termici latenti
LE MACCHINE PER LA DEUMIDIFICAZIONE Giacomini propone una gamma di macchine per la deumidificazione adeguata a soddisfare le necessità che si incontrano nella prassi delle installazioni; nonostante tutti i modelli lavorino sfruttando il ciclo frigorifero a compressione che si trova incorporato al loro interno, il risultato finale può estendersi ben oltre alla pura funzione di deumidificazione. Sono disponibili: eumidificatori isotermi, per installazione a controsoffitto opD pure ad incasso a parete eumidificatori con integrazione del raffrescamento sensibile, D per installazione a controsoffitto oppure ad incasso a parete acchine per la ventilazione meccanica controllata, per instalM lazione in controsoffitto Considerato il principio di funzionamento, che verrà descritto tra breve, si vedono chiaramente i vantaggi offerti da questo tipo di macchine: • richiedono acqua a 15-18 °C, la stessa temperatura richiesta dai soffitti radianti, e consentono ai gruppi frigoriferi di lavorare con temperature dell’acqua più alte dei classici 7 °C necessari ai sistemi di climatizzazione idronici, con grande beneficio in termini di rendimento energetico (EER – Energy Efficiency Ratio) • presentano un alto rapporto Potenza latente/Portata d’aria: con un valore che raggiunge i 2,5 W per ogni m3/h, minimizzano la quantità d’aria da mettere in gioco per coprire i carichi latenti, a tutto vantaggio della silenziosità, dell’assenza di correnti d’aria e del minimo consumo di energia elettrica.
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Capitolo 5
NOTE 1
estate, 7-8 °C di differenza tra la temperatura esterna e quella In interna sono la generale raccomandazione delle autorità sanitarie.
DEUMIDIFICATORI ISOTERMI O CON INTEGRAZIONE DEL RAFFRESCAMENTO SENSIBILE Nella versione base i deumidificatori provvedono esclusivamente alla riduzione dell’umidità negli ambienti. Questi deumidificatori sono chiamati “deumidificatori isotermi” e la figura 5.1 ne indica lo schema di principio. In una macchina di questo tipo l’aria umida degli ambienti, che tipicamente si trova alla temperatura di 26-27 °C, viene aspirata e filtrata (1), dopodiché viene raffreddata per mezzo di una batteria idronica (2) alimentata con acqua alla temperatura di circa 15-18 °C. L’effetto di questo raffreddamento è quello di portare l’aria umida il più vicino possibile alle condizioni di condensazione sfruttando l’acqua che è già disponibile per alimentare il sistema a soffitto radiante, senza perciò richiedere lavoro extra al compressore elettrico del circuito frigorifero. L’aria così raffreddata è pronta per attraversare la batteria di evaporazione del circuito frigorifero (3): in questa fase essa cede umidità per condensazione. A questo punto si dispone di aria con un contenuto di umidità inferiore a quello dell’ambiente, quindi idonea ad essere immessa nell’ambiente stesso.
4 1
2
3
5
7
6
fig. 5.1 Schema di principio di un deumidificatore isotermo
La fase d’immissione è preceduta dall’attraversamento della batteria di condensazione (5, parte di sinistra): si sfrutta la temperatura dell’aria per far condensare il fluido frigorifero, in tal modo il ciclo può ripetersi. Tuttavia ora l’aria si è riscaldata, proprio per aver sottratto il calore di condensazione al fluido, ed è conveniente farle attraversare una seconda batteria idronica (5, parte di destra) di postraffreddamento che la riporta ad una temperatura non superiore a quella che aveva in ingresso alla macchina. Infine, segue l’immissione dell’aria in ambiente. Con una lieve variazione allo schema della macchina si ottiene un deumidificatore a doppia funzione, in grado cioè di lavorare come deumidificatore isotermo, oppure come deumidificatore capace di integrare il raffrescamento sensibile dell’ambiente attraverso l’immissione di aria più fresca di quella ricevuta in ingresso. Lo schema di principio è indicato in figura 5.2. Rispetto allo schema del deumidificatore isotermo, si vede un doppio condensatore nel circuito frigorifero: accanto a quello che interagisce con l’aria (3) ne esiste un secondo (4), che dissipa in acqua tutto il calore di condensazione. Quando ciò avviene, ovvero quando ci si trova in regime di funzionamento con integrazione, il condensatore ad aria (3) è bloccato e in ambiente si può immettere aria fresca e secca.
GAMMA E CARATTERISTICHE TECNICHE DEI DEUMIDIFICATORI Le macchine per la deumidificazione proposte da Giacomini possono essere installate ad incasso a parete oppure in controsoffitto; quest’ultima soluzione è particolarmente adatta nel caso in cui si debbano servire più ambienti con una sola macchina, grazie al fatto che il ventilatore a bordo macchina garantisce una prevalenza utile a sostenere le perdite di carico di una breve rete di distribuzione, tipica delle applicazioni in ambito residenziale.
Raffrescamento e trattamento dell’aria
8 4 1
2
3
5
9
8
6
fig. 5.2 Schema di principio di un deumidificatore con integrazione sensibile
7
Di seguito vengono descritte le versioni disponibili e i relativi accessori. Tutti i modelli sono costituiti da unità monoblocco realizzate in lamiera zincata rivestita all’interno con materiale fonoassorbente; per le versioni da incasso a parete sono disponibili una controcassa metallica e un pannello frontale in legno laccato bianco. KDP - Macchine per installazione da incasso a parete Deumidificatore isotermo o con integrazione di potenza sensibile (mod. KDPRY024) da abbinare a sistemi radianti di raffrescamento • unità monoblocco con struttura realizzata in lamiera zincata rivestita di materiale fonoassorbente • sezione filtrante estraibile • ventilatore centrifugo con motore direttamente accoppiato a tre velocità • alimentazione 230V • disponibili controcassa in lamiera di acciaio per l’incasso a parete (KDPCY024) e pannello frontale in legno MDF laccato bianco (KDPFY024) KDS - Macchine per installazione a controsoffitto Deumidificatore canalizzabile isotermo o con integrazione di potenza sensibile da abbinare a sistemi radianti di raffrescamento • unità monoblocco con struttura realizzata in lamiera zincata rivestita di materiale fonoassorbente • sezione filtrante estraibile • condensatore ad acqua realizzato a piastre saldobrasate in acciaio Inox AISI 316 • ventilatore centrifugo con motore direttamente accoppiato a tre velocità • disponibili plenum di mandata a 4 vie (per mod. KDSY026 e KDSRY026) oppure a sei vie (per mod. KDSRY350) La tabella in figura 5.3 riporta i dati tecnici delle macchine KDP e KDS.
KDPY024
KDPRY024 deumidificazione integrazione
KDSY026
KDSRY026 deumidificazione integrazione
KDSRY350
KDSRY500
1.110
1.740
potenza latente [W] aria a 26 °C -65 % acqua di alimentazione a 15 °C
700
potenza sensibile [W] aria a 26 °C -65 % acqua di alimentazione a 15 °C
-
-
900
-
-
950
1.390
2.070
portata d'acqua richiesta [l/h]
220
220
290
240
240
320
350
500
perdita di carico circuito acqua [mm.c.a.]
600
1.100
1.100
1.100
1.200
1.600
portata aria [m /h]
200
250
200
300
350
500
45
68
60
40
60
410
440
460
528
750
3
prevalenza massima disponibile [Pa]
-
potenza elettrica assorbita [W] alimentazione monofase 230 V - 50 Hz
410
700
740
1.200 200
300 -
410
430
740
fig. 5.3 Caratteristiche tecniche delle macchine KDP e KDS
94 - 95
Capitolo 5
MACCHINE PER LA VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA (VMC) Sono macchine monoblocco complete: oltre alla deumidificazione consentono il rinnovo dell’aria ambiente con recupero di calore ad alta efficienza; come è logico aspettarsi, si prestano al funzionamento continuativo durante tutto l’arco dell’anno. Sono destinate ad essere installate in una rete di distribuzione che può essere anche mediamente estesa, naturalmente sempre rimanendo nell’alveo delle applicazioni residenziali. Sono dotate di sezione filtrante estraibile, recuperatore di calore aria/ aria ad alta efficienza, ventilatori centrifughi azionati da motori brushless, serrande motorizzate - di mandata, ricircolo, estrazione, presa aria esterna, espulsione aria viziata -, circuito frigorifero e batterie idroniche. L’aria immessa in ambiente è generalmente composta dalla miscela di due flussi: quello di rinnovo e quello di ricircolo, in proporzioni facilmente impostabili dall’utente tramite pannello di controllo entro i limiti di 80÷160 m3/h per la portata d’aria di rinnovo e di 260÷300 m3/h per la portata da immettere in ambiente. Poiché i ventilatori si regolano in funzione delle portate istantanee in transito, non occorrono tarature in base alla topologia della rete aeraulica. In queste macchine il circuito frigorifero è dello stesso tipo di quello descritto per i deumidificatori con integrazione sensibile: vi sono due condensatori, uno di post-riscaldamento e uno di dissipazione. Le due macchine per la VMC si differenziano, oltre che per la disposizione interna delle apparecchiature, per la diversità del condensatore dissipativo: ad acqua per il modello KDVRWY300, ad aria per il modello KDVRAY300. Il principio di funzionamento corrispondente all’esercizio in raffrescamento è illustrato negli schemi riportati nella figura 5.4 a pag 96. L’aria esterna attraversa il recuperatore aria/aria (1), dove scambia calore sensibile con l’aria di espulsione; uscendo dal recuperatore si miscela con l’aria di ricircolo e subisce un primo raffreddamento sensibile nella batteria ad acqua (3), dopodiché la miscela delle due arie subisce un processo di raffreddamento e deumidificazione nell’evaporatore (4) e un post-riscaldamento nel condensatore (5), infine viene immessa in ambiente. Le serrande modulano le portate dell’aria di ricircolo e dell’aria esterna in modo da raggiungere i set-point richiesti per la portata d’aria di immissione e per la quota d’aria di rinnovo. Nel modello KDVRAY300 il condensatore dissipativo (6) viene raffreddato con il flusso dell’aria di estrazione e, se necessario, con un flusso supplementare di aria esterna. Principali funzionalità: rinnovo dell’aria, estivo e invernale, con recupero di calore ad alta efficienza deumidificazione estiva con regolazione della temperatura dell’aria di immissione funzionamento con acqua alla temperatura richiesta dal sistema a soffitto radiante, 15-18 °C in estate, 35-40 °C in inverno estrazione dell’aria viziata ricircolo aria ambiente gestione del free-cooling temperatura aria di immissione e portate d’aria impostabili da pannello di controllo possibilità di definire fasce orarie di funzionamento a macchina spenta la chiusura delle serrande separa l’ambiente dall’esterno
Raffrescamento e trattamento dell’aria
3
ESPULSIONE ESPULSIONE ARIA ARIA ALL’ESTERNO ALL'ESTERNO
4
5
MANDATA MANDATA ARIA ARIA AMBIENTE AMBIENTE
7
8
2 Compressore frigorifero 3 Batteria ad acqua
2
4 Evaporatore frigorifero
9
6
5 Condensatore di postriscaldamento
RICIRCOLO RICIRCOLO ARIA ARIA AMBIENTE AMBIENTE
1
ASPIRAZIONE ARIA ASPIRAZIONE ESTERNA ARIA ESTERNA
1 Recuperatore aria-aria
6 Condensatore dissipativo 7 Ventilatore di mandata 8 Ventilatore di espulsione 9 Quadro elettrico
10
10-11-12 S errande ASPIRAZIONE ASPIRAZIONE ARIA VIZIATA ARIA
11
1 5
4
12
VIZIATA
RICIRCOLO ARIA AMBIENTE
3 RICIRCOLO ARIA AMBIENTE
10
7
1
MANDATA MANDATA ARIA ARIA AMBIENTE AMBIENTE
ESPULSIONE ESPULSIONE ARIA VIZIATA ARIA VIZIATA
PRESAARIA ARIADI RINNOVO PRESA DI RINNOVO
11
9 2 8 6
fig. 5.4 ASPIRAZIONE ARIA VIZIATA ASPIRAZIONE ARIA VIZIATA
Schema della macchina KDVRA (sopra) e della macchina KDVRW (sotto)
DATI TECNICI KDVRWY300 potenza latente totale [W] - aria esterna a 35 °C -50 %
KDVRAY300 1.083
potenza latente utile [W] - riferita al ricircolo, aria a 26 °C -55 %
625
potenza frigorifera sensibile utile [W] - riferita al ricircolo, aria a 26 °C -55 %
1.050
potenza termica utile* [W] - acqua di alimentazione a 45 °C e 60 °C
2.200 - 3.500
portata d'acqua richiesta [l/h]
400
300
perdita di carico circuito acqua [mm.c.a.]
800
1.000
portata ventilatore di mandata [m3/h]
80-300
prevalenza utile ventilatore di mandata [Pa] portata ventilatore di espulsione [m /h] 3
120 80-160
80-300
prevalenza utile ventilatore di espulsione [Pa]
100
efficienza recuperatore di calore - inverno: esterno -5 °C, interno 20 °C
95 %
efficienza recuperatore di calore - estate: esterno 35 °C, interno 26 °C
93 %
livello di pressione sonora, in campo libero - distanza 1 m [dB(A)]
39
peso [kg]
71
85
potenza elettrica assorbita [W] - alimentazione monofase 230 V - 50 Hz
560
600
* riferita al ricircolo di 300 m3/h d’aria ambiente a 20 °C
96 - 97
Capitolo 5
SCHEMI DI FUNZIONAMENTO SOLO RINNOVO L’aria di rinnovo scambia calore con l’aria di estrazione tramite il recuperatore prima di attraversare la sezione di trattamento ed essere immessa in ambiente. La temperatura dell’aria in mandata viene corretta tramite la batteria ad acqua. ASPIRAZIONE ARIA VIZIATA ASPIRAZIONE ARIA
KDVRAY300
VIZIATA
KDVRWY300 LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE ESTERNO ESTERNO
LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE INTERNO
MANDATA ARIA MANDATA AMBIENTE ARIA
INTERNO
AMBIENTE
SOLO RICIRCOLO Il processo di trattamento interessa solo l’aria ambiente, che viene prelevata e restituita dopo aver subito deumidificazione, raffreddamento o riscaldamento a seconda delle condizioni operative. Nell’unità KDVRAY300, in funzionamento estivo, viene fatta circolare una portata d’aria esterna per il raffreddamento del condensatore dissipativo. La temperatura dell’aria in mandata viene corretta tramite la batteria ad acqua. KDVRAY300
KDVRWY300 LATO LATO AMBIENTE ESTERNO ESTERNO
LATO LATO AMBIENTE INTERNO INTERNO
MANDATA ARIA MANDATA ARIA AMBIENTE AMBIENTE
RICIRCOLO ARIA AMBIENTE RICIRCOLO ARIA AMBIENTE
RINNOVO con RICIRCOLO L’aria di rinnovo scambia calore con l’aria di estrazione tramite il recuperatore prima di miscelarsi con una portata di ricircolo, dopodiché attraversa la sezione di trattamento e viene immessa in ambiente. La temperatura dell’aria in mandata viene corretta tramite la batteria ad acqua. KDVRAY300
ASPIRAZIONE ARIA VIZIATA ASPIRAZIONE ARIA
KDVRWY300
LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE ESTERNO ESTERNO
VIZIATA
LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE INTERNO INTERNO
MANDATA MANDATA ARIA ARIA AMBIENTE AMBIENTE
LATO AMBIENTE RICIRCOLO ARIA AMBIENTE RICIRCOLO ARIA AMBIENTE ESTERNO
LATO AMBIENTE INTERNO
FREE COOLING Permette di sfruttare gli apporti gratuiti dell’aria esterna quando la temperatura di quest’ultima rientra nei limiti impostati sul pannello di controllo. Il funzionamento si svolge aspirando la portata d’aria esterna impostata e, contemporaneamente, estraendo una pari portata d’aria all’ambiente. ESTIVO
INVERNALE LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE ESTERNO ESTERNO
LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE INTERNO INTERNO
Raffrescamento e trattamento dell’aria LATO
LATO
LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE ESTERNO ESTERNO
LATO LATO AMBIENTE AMBIENTE INTERNO INTERNO
Il controllo della temperatura per ogni esigenza di clima. Benessere funzionale e praticitĂ totale, per un elevato comfort termico in ogni stagione.
Capitolo 6
La regolazione
LA REGOLAZIONE INTRODUZIONE Lo schema di figura 6.1 mostra i dispositivi che entrano in gioco quando si intende realizzare un impianto a soffitto radiante per riscaldamento e raffrescamento.
Termostati e sonde ambiente
Valvola stagionale Estate Inverno
Termoarredi nei bagni
Chiuso Aperto
Deumidificatore o macchina KDV
Centralina di regolazione KPM30
Gruppo di centrale R586P
Pannelli radianti in cartongesso GKC att. C100
Caldaia a condensazione / Pompa di calore
fig. 6.1 Schema di principio delle connessioni tra i dispositivi installati in un impianto a soffitto radiante
100 - 101
Capitolo 6
Nell’insieme si individuano i seguenti sistemi: R egolazione ambiente: i termostati ambiente con sonda di umidità relativa integrata consentono all’utente di impostare le condizioni di comfort preferite S istemi per il riscaldamento e il raffrescamento: il soffitto radiante - coadiuvato da termoarredi installati nei bagni - e le macchine per la deumidificazione o la VMC si fanno carico di sostenere il bilancio termico degli ambienti M acchine per la produzione dei fluidi caldo e freddo: caldaie a condensazione, pompe di calore, generatori a biomassa trovano posto in adeguati spazi tecnici D ispositivi per il controllo della temperatura dei fluidi: i compatti gruppi di centrale R586P consentono di regolare la temperatura dei fluidi che alimentano i diversi dispositivi in campo R egolazione di centrale: in funzione delle scelte prese dall’utente e impostate attraverso i set-point dei termostati, la centralina elettronica KPM30 si comporta da regolatore master e gestisce il funzionamento del gruppo di centrale, l’azionamento e la disinserzione di caldaie o pompe di calore, la commutazione stagionale estate/inverno centralizzata. Inoltre offre la possibilità di estendere le funzioni base dei dispositivi in campo.
REGOLAZIONE PRIMARIA La tecnica di regolazione primaria implementata nei sistemi di controllo Giacomini segue due strategie diverse, l’una adottata per il funzionamento in riscaldamento, l’altra sfruttata nell’esercizio in raffrescamento. Riscaldamento: la compensazione climatica invernale La regolazione della temperatura di mandata in caso di riscaldamento procede attraverso una caratteristica curva climatica, con la quale si fa in modo di esercire i generatori di calore richiedendo loro temperature di mandata basse quando la temperatura esterna si mantiene intorno a valori relativamente alti, mentre quando la temperatura esterna scende via via verso i valori minimi anche la temperatura di mandata viene aumentata fino a raggiungere la massima temperatura di progetto dell’impianto: T mandata [°C]
42 37 32 27
fig. 6.2
22 -20
-15
-10
-5
Curva climatica invernale 0
5
Temperatura esterna [°C]
La regolazione
10
15
20
25
30
Questo approccio è particolarmente significativo per le applicazioni con carattere di funzionamento continuo e si propone di modulare l’emissione termica dell’impianto in funzione del graduale incremento della dispersione dell’edificio – o dell’appartamento. Allo stesso tempo offre la possibilità di ottimizzare i rendimenti dei generatori di calore1, inoltre minimizza le dispersioni della rete di distribuzione. Raffrescamento: il set point di massima potenza resa La regolazione della temperatura di mandata in condizioni di raffrescamento si propone una finalità assai diversa: la ricerca della temperatura di mandata che massimizza la potenza frigorifera resa dal soffitto radiante. Questa tecnica di controllo non può prescindere dall’impiego di termostati ambiente con sonda di umidità relativa integrata, per mezzo dei quali si riesce a conoscere la temperatura di rugiada in corrispondenza di ogni ambiente; nota la più alta tra le temperature di rugiada è immediatamente fissato il set-point della temperatura di mandata che rende massima la potenza: Tm = Max (Tmin, Tdp + Fs) la temperatura di mandata Tm è dunque scelta come massimo tra due valori: la temperatura di mandata minima Tmin impostata nel regolatore e la temperatura di rugiada più alta Tdp aumentata di un conveniente fattore di sicurezza Fs2.
TERMOSTATI AMBIENTE, CENTRALINE ELETTRONICHE E SISTEMI DI REGOLAZIONE La disponibilità di termostati ambiente idonei al funzionamento coi sistemi a soffitto radiante è ampia e permette di soddisfare tutte le esigenze impiantistiche, dalle installazioni base a quelle più raffinate e automatizzate, sempre più caratteristiche dei moderni edifici. L’intera gamma di termostati e centraline di regolazione si snoda in due diverse classi tecnologiche: s erie stand alone: che comprende termostati, cronotermostati e cronotermoumidostati in grado di funzionare come unità autonome rispetto alle centraline di regolazione s erie klimabus: include sonde cieche e termostati con sonda di umidità relativa facenti parte di un sistema logico, intelligente e articolato, che culmina nella centralina di regolazione master. Questo tipo di dispositivi è in grado di far esprimere il massimo delle potenzialità al sistema a soffitto radiante.
102 - 103
Capitolo 6
NOTE a determinazione dell’appropriata curva climatica non può preL scindere da un accurato calcolo termico dei fabbisogni energetici medi mensili dell’edificio. 2 Il fattore di sicurezza assume valori diversi in funzione del sistema da regolare. Valori tipici sono +1 °C per i soffitti radianti metallici e 0 °C, o anche valori negativi, per soffitti radianti in cartongesso. 1
LA SERIE STAND ALONE Caratteristica dei sistemi di regolazione stand alone è l’interfaccia tra la regolazione primaria - in centrale termica - e quella secondaria in ambiente; essa avviene col semplice scambio di un contatto pulito. Gli schemi 6.3 e 6.4 ne rendono immediatamente l’idea:
Termostato K494I zona giorno/notte
RT1
24.8 42
2 1
RH C NO
RT1
R473M
RU1
E/I
RT1
RP
N P
RU1
- deumidificazione - integrazione - estate/inverno
42
E/I
T
N P
L N
Gestione segnali:
Termostato K494I zona bagno
24.8
micro aperto/chiuso
RP
Cronotermoumidostato K492D
Circolatore sistema radiante
Deumidificatore KDSR
fig. 6.3 Regolazione stand alone: controllo di soffitto radiante e deumidificatore
230 Vac/24 Vac
N 230 Vac L
Centralina KPM30Y001
Consenso sistema ON
Sonda esterna K465PY001
Sonda di mandata K463PY001
Termostato di sicurezza K373
Attuatore miscelatrice 0-10 V Allarme esterno Attivo: aperto Disattivo: chiuso
31
56
Sonda a immersione
Circolatore sistema radiante
E/I Estate: aperto Inverno: chiuso
RP
RU1
fig. 6.4 Regolazione stand alone: controllo della valvola miscelatrice
La strategia di regolazione prevede il disaccoppiamento della regolazione in campo da quella in centrale. In ambiente è presente un cronotermoumidostato che assolve le funzioni di master e aziona la macchina di deumidificazione, oltre a controllare la temperatura della sua zona di pertinenza3; altri termostati gestiscono la temperatura delle corrispondenti zone. La centralina KPM30 gestisce l’ON/OFF del circolatore e regola la valvola miscelatrice a servizio dell’impianto radiante. Il pregio di questa tecnica di regolazione è la sua semplicità: con il minimo dei dispositivi si controlla in modo soddisfacente un impianto complesso. Il limite di questo approccio consiste nel non poter esercire al massimo della potenza il soffitto radiante in raffrescamento.
La regolazione
NOTE 3
ualora l’impianto fosse installato in un appartamento dotato Q di modulo per la contabilizzazione del calore, lo stesso cronotermoumidostato master può pilotare anche l’ ON/OFF della valvola di zona installata nel modulo di contabilizzazione stesso.
KPM30, KPM31 - versioni stand alone Centraline stand alone per riscaldamento e/o raffrescamento. Il modello KPM30 è dotato di display per il monitoraggio, la configurazione e la gestione dell’impianto. • Alimentazione 24 Vac, dimensione 6 moduli DIN • Possibilità di controllare uno o due valvole miscelatrici, e uno o due circolatori • Uscite a contatti liberi da tensione per lo scambio di segnali estate/ inverno e consensi start/stop di centrale termica, pompa di calore, deumidificatori, fan-coil, attuatori elettrotermici • Possibilità di estendere le funzioni con moduli di espansione KPM35 La centralina KPM31 ha le stesse caratteristiche del KPM30 ma senza il display grafico integrato: pertanto deve necessariamente essere installata in combinazione con il terminale grafico remoto KD201 (accessorio opzionale, invece, per il modello KPM30). KD201 Terminale semigrafico con tastiera per monitoraggio, configurazione e gestione impianto. • Display LCD semigrafico, con retroilluminazione bianca • Da utilizzare in combinazione con il modulo di regolazione KPM30 o KPM31. Alimentazione diretta dal modulo di regolazione • Installazione a parete in scatola civile a tre posti 503 K465P Sonda di temperatura esterna, di tipo passivo, campo di misura -50÷105 °C, in contenitore con grado di protezione IP68. K463P Sonda temperatura di mandata ad immersione, di tipo passivo, campo di misura -50÷105 °C. • Lunghezza cavo 6 m, diametro del bulbo 6 mm K494 Termostato ambiente, installazione a parete da esterno. • Alimentazione a batterie • Relè di uscita con contatto di scambio libero da tensione, 5(3)A, 250 Vac • Modalità di funzionamento in riscaldamento e raffrescamento con 2 livelli di attenuazione • Scala di regolazione temperatura 2÷40 °C • Differenziale 0,5 K • Grado di protezione IP20
104 - 105
Capitolo 6
K494I Termostato ambiente elettronico, installazione da incasso a parete. • Colore bianco o nero • Alimentazione 230 V / 50 Hz o a batterie • Contatto in commutazione libero da tensione; portata contatti 5(3)A, 250 Vca • Grado di protezione IP20 • Display con icone grafiche abbinate ai tasti frontali, per l’impostazione del modo di funzionamento: comfort, economy, off/antigelo • In doppia versione: per la sola gestione invernale oppure per la gestione estate/inverno K490I Cronotermostato ambiente settimanale, per installazione da incasso in scatola civile a 3 posti. • Alimentazione a batterie o rete elettrica • Compatibilità con le placche delle linee civili più diffuse, mediante ricco corredo di cover, telai e adattatori • Relè di uscita con contatto di scambio libero da tensione, 5(3)A, 250 Vac • Modalità di funzionamento in riscaldamento e raffrescamento con programma settimanale, giornaliero, a tempo e possibilità di funzionamento in manuale • Scala di regolazione temperatura 2÷40 °C • Differenziale 0,25 K K492A, K492D, K492P Cronotermostato ambiente settimanale, installazione a parete da esterno, con ampio display touch-screen. • Disponibile anche nella versione cronotermoumidostato • Idoneo per il controllo di attuatori elettrotermici (K492A), deumidificatori (K492D) o fan-coil (K492P) • Alimentazione a batterie e, per il modulo esterno integrato, mediante rete elettrica • Modalità di funzionamento in riscaldamento e raffrescamento con programma settimanale, giornaliero, a tempo e possibilità di funzionamento in manuale • Sensore per rilievo dell’umidità relativa ambiente integrato • Scala di regolazione temperatura 2÷40 °C • Differenziale 0,25 K • Grado di protezione IP20 K499 Modulo di comando da abbinare a tutti i cronotermostati ambiente della serie K490I e K492. • K499Y001: per comando remoto via GSM • K499Y010: per comando centralizzato locale
La regolazione
LA SERIE KLIMABUS Con un sistema di regolazione basato su bus di campo è possibile raggiungere i più alti risultati in termini di efficienza e comfort. Lo schema base a cui fare riferimento per comprenderne le possibilità è quello relativo alla centralina KPM30Y003 contenuto nello schema base (fig. 6.5). La centralina ricopre il ruolo di master e col proprio bus scambia informazioni con uno, due o tre termostati di zona. In uscita fornisce tre contatti puliti per l’azionamento degli attuatori corrispondenti a ciascuna delle zone; inoltre, espone due contatti puliti per l’azionamento in deumidificazione o in integrazione della macchina per la deumidificazione o di un eventuale fan-coil. In più, attraverso il display è possibile controllare o modificare i set-point di lavoro ed è anche possibile definire dei cronoprogrammi da associare a ciascuno dei termostati. La gestione del gruppo di centrale è estremamente razionale: interrogando i termostati ambiente la centralina è in grado di azionare la valvola di miscela e il circolatore del soffitto radiante. Tramite il bus di campo la centralina conosce le temperature di rugiada per ognuna delle tre zone, e su queste è in grado di calibrare il set-point della temperatura dell’acqua da mandare al soffitto radiante in modo da massimizzarne la potenza frigorifera resa, evitando al contempo il rischio di formazione di condensa. Quando le zone da controllare sono quattro o più, è necessario ampliare il bus di campo: ciascuna centralina KPM30Y004 – che regola una sola valvola miscelatrice – o KPM30Y005 – che ne regola due – può gestire fino a 16 termostati e fino a 7 macchine di deumidificazione. Per controllare un impianto così esteso si utilizzano i moduli di espansione KPM35 secondo lo schema in fig. 6.6 a pagina 108-109. Con questo approccio, ad ogni coppia di termostati è associato un modulo di espansione per il comando di attuatori in base ad un segnale di temperatura (parte in alto dello schema), mentre altri moduli di espansione sono esclusivamente dedicati alla gestione dei deumidificatori (o fan-coil, qualora vi fossero) in base a uno, o più – dipende dal set up d’impianto –, segnali di umidità. La regolazione primaria segue lo stesso principio descritto per la centralina KPM30Y003 a tre zone.
106 - 107
Capitolo 6
230Vac/24Vac 40VA
K463PY001
Sonda di mandata
!
J1
24V~(+10%/-15%); 50-60Hz 48Vdc (36Vmin...72Vmax
input voltage
J4
J5
TX/RX
Sonda esterna K465PY001
Centralina elettronica KPM30Y003
Alimentazione relè 24Vac
GND
J11
J6
max power 14VA/11W
NO3
Consenso ta2
NO5
Consenso ta1
NO4
Consenso ta3
J7 J8
TX/RX
J2
serial card 1
C3
Consenso deumidificatore
Consenso integrazione per deumidificatore o fan-coil
G G0
GND
GND
J9
PWM 0/10V
J12
GND J3
!
!
J10
Consenso Estate: aperto Inverno: chiuso
24 Vac 0V 0...10V
Servomotore 0...10V
Y1
B7
NO2 C2
230Vac
Commutazione stagionale Estate: aperto Inverno: chiuso
Contatto allarme esterno: attivo (aperto) - disattivo (chiuso)
N
C3
SYNC
NO7
res. 120 Ohm ID2 +VDC
Y2
B8
GND
ID1
TLAN GND
NO6
B1 B2 B3 B4 B5 B6 GND
L
Sonda a immersione
M ~
Termostato di sicurezza K373 Circolatore
La regolazione +5Vref
Regolazione klimabus: controllo completo di tre zone, soffitto radiante e deumidificatore C1 NC1 NO1
fig. 6.5 -
230Vac
TxRx + GND
BUS
L N TxRx -
Termostato 1
mode
+
-
230Vac
TxRx + GND BUS
L N TxRx -
Termostato 2
mode
+
-
230Vac
Termostato 3
mode
TxRx + GND BUS
L N TxRx -
4 5 6
3 1
+
res. 120 Ohm
230Vac
230Vac/24Vac
Servomotore 0...10V
Consenso caldaia Consenso chiller TA1
res. 120 Ohm
L N TxRx 4 5 6
Ta2 radiante
J10
C4
+Vdc
B4
J8
GND
+Vdc
B3
J7
R473 230V
NC4
NC3
R473 230V
NO4
Ta2 radiante
R473 230V
+5V Ref
J9
Commutazione stagionale Estate: aperto Inverno: chiuso
C3
NC2
NO3
Ta1 radiante C2
NO2
J6 +5V Ref
J5
B1
Espansione KPM35
Ta1 radiante
R473 230V
C1
R473 230V
R473 230V
R473 230V
K463PY001
Sonda esterna K465PY001
Max 2 teste in parallelo
NC1
3 1
R473 230V
M ~
+
Max 2 teste in parallelo
GND
C1 NC1 NO1
GND
+VDC
J3
-
NO1
Sonda di mandata
+5Vref
SYNC
J2 B1 B2 B3 B4 B5 B6 GND
J1
!
serial card 1
ID1
max power 14VA/11W
Termostato di sicurezza - k373
! input voltage 24V~(+10%/-15%); 50-60Hz 48Vdc (36Vmin...72Vmax
Sonda a immersione
!
J12
BUS
230Vac
Circolatore
NO2 C2 J10
Contatto allarme esterno: attivo (aperto) - disattivo (chiuso)
B7
GND
PWM 0/10V
J9
ID2
C3
Y2
Y1 GND
J8
B8
TX/RX
GND
J11
NO7
J7
NO6
C3
J6
NO3
J4
TLAN GND
GND
J5
NO5
TX/RX
NO4
Centralina KPM30
TxRx + GND
mode
Alimentazione relè 24Vac
B2
Estate on Inverno off
G G0
Indirizzo 1
24Vac
1248
J2
J3 GND T+ T-
J1
Serial Address
VG VG0 Y1
ID1 ID2 ID3 ID4
J2
1 2 4 8
IDC1
ON
G G0
N L
res. 120 Ohm
108 - 109
Capitolo 6
J1
24Vac
La regolazione
Indirizzo 2 Indirizzo 1
1 2 4 8
J2
J3
J1
24Vac
ON
J2 B4 GND
J10
Serial Address
1248
J9
J2
J3
J1
fig. 6.6
Regolazione klimabus: controllo completo di 16 zone, una valvola miscelatrice, soffitto radiante e deumidificatori
1 2 4 8
24Vac
Indirizzo 9 Indirizzo 1
J2 B3 GND
J7
J10 +Vdc NC4
C4
NO4
NC3
C3
Udr7 consenso con deumidificatore o integrazione
Udr7 consenso estate on/ inverno off
-
+5V Ref
J6 NO3
Udr7 consenso integrazione
Udr7 consenso deumidificatore
230Vac
B4
J5 NC2
C2
NO2
NC1
C1
+
+Vdc
Espansione KPM35 NO1
Udr1 consenso con deumidificatore o integrazione
Controllo deumidificatore n째1
GND
J8 BUS
+5V Ref
C4 NC4
-
B2
NC3 NO4
Udr1 consenso estate on/ inverno off
Udr1 consenso integrazione
+
B1
+Vdc
J7
+5V Ref
J6 C3
NO3
NC2
C2
Max 2 teste in parallelo
B3
J5
+Vdc
NC1
230Vac
IDC1
J9 NO2
BUS
J2
J3
GND T+ T-
1248
TxRx + GND
L N TxRx -
TxRx + GND
L N TxRx -
TxRx + GND
L N TxRx -
mode
VG VG0 Y1
Serial Address
Espansione KPM35 GND
J8
Udr1 consenso deumidificatore
R473 230V
+5V Ref
R473 230V
C1
R473 230V
NO1
-
B1
NC4
Ta4 radiante
+ TA15
ID1 ID2 ID3 ID4
J10 C4
230Vac
B2
J7
+Vdc
NC3 NO4
BUS
G G0
B4
mode
GND T+ T-
J2 GND
Ta4 radiante R473 230V
+5V Ref
J6 C3
R473 230V
NO3
Ta3 radiante
TxRx + GND
mode
VG VG0 Y1
ON NC2
C2
Max 2 teste in parallelo
B3
NC1 NO2
Ta3 radiante
TA3
ID1 ID2 ID3 ID4 IDC1
GND +Vdc
J5
G G0
J9 +5V Ref
Espansione KPM35 C1
R473 230V
NO1
-
GND T+ T-
B1
R473 230V
B2
230Vac
VG VG0 Y1
ID1 ID2 ID3 ID4 IDC 1
R473 230V
G G0
L N TxRx -
TA2 TA16
mode
BUS
+
Controllo deumidificatore n째7
J8
ON 1 2 4 8 ON
Indirizzo 15 Indirizzo 1
Serial Address
1248
KPM30, KPM31 - versioni klimabus Centraline klimabus per riscaldamento e/o raffrescamento. Il modello KPM30 è dotato di display per il monitoraggio, la configurazione e la gestione dell’impianto. • Alimentazione 24 Vac, dimensione 6 moduli DIN • Possibilità di controllare uno o due valvole miscelatrici, e uno o due circolatori • Uscite a contatti liberi da tensione per lo scambio di segnali estate/ inverno e consensi start/stop di centrale termica, pompa di calore, deumidificatori, fan-coil, attuatori elettrotermici • Possibilità di estendere le funzioni con moduli di espansione KPM35 • Bus di campo: MODBUS La centralina KPM31 ha le stesse caratteristiche del KPM30 ma senza il display grafico integrato: pertanto deve necessariamente essere installata in combinazione con il terminale grafico remoto KD201 (accessorio opzionale, invece, per il modello KPM30). KD201 Terminale semigrafico con tastiera per monitoraggio, configurazione e gestione impianto. • Display LCD semigrafico, con retroilluminazione bianca • Da utilizzare in combinazione con il modulo di regolazione KPM30 o KPM31. Alimentazione diretta dal modulo di regolazione • Installazione a parete in scatola civile a tre posti 503 KPM36 Scheda aggiuntiva per moduli di regolazione KPM30/KPM31. Consente l’integrazione del sistema con altri protocolli di comunicazione: KNX, MODBUS, Ethernet. K465P Sonda di temperatura esterna, di tipo passivo, campo di misura -50÷105 °C, in contenitore con grado di protezione IP68. K463P Sonda temperatura di mandata ad immersione, di tipo passivo, campo di misura -50÷105 °C. • Lunghezza cavo 6 m, diametro del bulbo 6 mm K492B Termostato ambiente con display retroilluminato ed interfaccia locale per il controllo di temperatura e umidità ambiente. • Alimentazione 230 Vac, comunicazione MODBUS • Installazione da incasso inscatola civile tonda
110 - 111
Capitolo 6
K495L Termostato ambiente con display retroilluminato ed interfaccia locale per il controllo di temperatura e umidità ambiente. • Alimentazione 230 Vac, comunicazione MODBUS • Installazione a parete in scatola civile a tre posti 503 K495B Sonda ambiente cieca con sonda di temperatura e umidità. • Alimentazione 24 Vac, comunicazione MODBUS • Installazione a parete in scatola civile a tre posti 503 K493I Sonda ambiente cieca di temperatura e umidità relativa. • Installazione incassata su copriforo di serie civile • Alimentazione 12 VDC, comunicazione MODBUS • Classe di protezione: IP20 • Range di rilevamento sensore di temperatura -10÷50 °C ± 0,5 °C • Range di rilevamento sensore di umidità relativa 0÷100 % ± 5 % K493T Termostato ambiente touch con display TFT a colori 2,8”, per controllo di temperatura e umidità ambiente. Colore bianco. • Alimentazione 12 VDC, comunicazione MODBUS • Classe di protezione IP10 • Installazione orizzontale su scatola a tre moduli a standard italiano o a parete • Campo di misura 5÷50 °C KPM35 Modulo di espansione uscite per centraline KPM30 o KPM31. • Uscite a contatti liberi da tensione con possibilità di comando attuatori elettrotermici, servomotori per valvole di zona oppure sistemi di trattamento aria per deumidificazione o integrazione • Alimentazione a 24 Vac, dimensioni 4 moduli DIN
La regolazione
LA DISTRIBUZIONE A 4 TUBI I sistemi a soffitto radiante sono largamente impiegati negli edifici del terziario e nelle strutture ospedaliere; tipica di queste applicazioni è la necessità di effettuare una distribuzione del tipo “a 4 tubi”.
fig. 6.7 Schema di un impianto a soffitto radiante con distribuzione a 4 tubi: c’è la necessità di riscaldare alcuni ambienti e, contemporaneamente, la necessità di raffrescarne altri.
Grazie alla valvola a sei vie R274, studiata appositamente per questo scopo, è possibile realizzare impianti a soffitto radiante a 4 tubi con la massima semplicità:
Sorgente 2 aperta
Sorgente 1 chiusa
fig. 6.8
Utenza
Impianto a 4 tubi: la valvola a sei vie mette in comunicazione la sorgente termica 1 col soffitto radiante. La sorgente termica 2 è intercettata.
112 - 113
Capitolo 6
Sorgente 1 chiusa
Sorgente 2 aperta
Utenza
fig. 6.9 Impianto a 4 tubi: la valvola a sei vie mette in comunicazione la sorgente termica 2 col soffitto radiante. La sorgente termica 1 è intercettata.
Una singola valvola motorizzata può sostituire dunque due valvole motorizzate, risolvendo agevolmente la complicazione della loro sincronizzazione per le aperture/chiusure verso le due sorgenti di fluido termovettore. La valvola a sei vie R274 permette il cambio di stato – riscaldamento o raffrescamento – e anche la contemporanea chiusura dell’alimentazione da entrambe le sorgenti termiche, fungendo così da valvola di zona.
Caldaia Boiler
Chiller
fig. 6.10 Impianto a 4 tubi: la valvola a sei vie si interpone tra i generatori – caldaia e chiller – e l’impianto utilizzatore – soffitto radiante
La regolazione
Una gamma di soluzioni studiate per adattarsi a progetti architettonici di ogni tipo. Una scelta che coinvolge le professionalitĂ piĂš diverse ma si rivela sempre, assolutamente unica.
Capitolo 7
Il progetto del sistema
IL PROGETTO DEL SISTEMA INTRODUZIONE Dalla lettura dei capitoli precedenti dovrebbe derivare l’intuizione che il progetto di un sistema a soffitto radiante è un processo trasversale che interessa contemporaneamente tutte le professionalità, estremamente differenti tra loro, coinvolte negli interventi di costruzione o rinnovamento degli edifici. Se si pensa a un edificio residenziale, è naturale attendersi che il sistema di riscaldamento e raffrescamento ne sia parte integrante – che è altra cosa rispetto al semplice “esserne contenuto” –, ed è oltremodo desiderabile che la sua presenza sia la più discreta possibile. Se si volessero realizzare controsoffittature, magari con dispositivi luminosi integrati, non vi si dovrebbe rinunciare; allo stesso modo, se si desiderasse arredare in maniera da poter disporre completamente delle pareti, non vi si dovrebbe rinunciare solo perché da qualche parte è prevista la presenza di un certo apparecchio di riscaldamento. È pensando a simili esigenze del quotidiano abitare che ci si rende immediatamente conto di quanta ricchezza di possibilità di arredo flessibile siano racchiuse in un sistema a soffitto radiante in cartongesso. Se si pensa a un edificio ad uso uffici, i requisiti architettonici da soddisfare saranno altri: presumibilmente si desidererà inserire in ambiente un controsoffitto ispezionabile, che integri apparecchi tecnici di varia natura e che risponda a precisi criteri di modularità. La valutazione di aspetti come quelli appena descritti costituisce il momento più importante di tutta la progettazione del sistema a soffitto radiante, ed è la fase in cui si scelgono le tipologie di pannello e struttura portante più confacenti alla soluzione. Il dimensionamento termico vero e proprio ha luogo successivamente alla conclusione di queste considerazioni. Il calcolo si svolge partendo dai grafici di resa indicati al capitolo 4 e si effettua, normalmente, prima per il funzionamento in raffrescamento, dopodiché si verifica che la soluzione progettata soddisfi le condizioni imposte dal funzionamento in riscaldamento.
PROGETTO DI UN SISTEMA A SOFFITTO RADIANTE IN CARTONGESSO Ad illustrazione dell’approccio progettuale relativo a un sistema a soffitto radiante in cartongesso si può prendere in considerazione l’appartamento rappresentato in figura 7.1. Nella planimetria si vedono l’ampia zona giorno open space formata da soggiorno, pranzo e ingresso – e la zona notte che comprende tre camere da letto. Ci sono due bagni di servizio e un bagno principale. È previsto un controsoffitto in cartongesso che integri diversi faretti ad incasso, tutti indicati in pianta. Nella zona pranzo la controsoffittatura non sarà tutta complanare, essendo prevista una porzione a forma circolare posta ad una quota più alta dal pavimento rispetto al resto della controsoffittatura. Infine, nel soggiorno si nota la presenza di un pilastro; questo, se nel caso della posa di pannelli in cartongesso passivi non rappresenta un ostacolo, essendo possibile tagliarli a misura, nel caso
116 - 117
Capitolo 7
di installazione dei panelli attivi diventa un impedimento sensibile di cui bisogna tenere conto per riuscire a sfruttare al meglio la superficie utile. Considerati questi vincoli, la migliore scelta che si possa compiere è quella di ricorrere all’impiego della serie GKC, che permette di inserire agevolmente i faretti all’interno dei pannelli attivi, senza per questo ridurre la superficie radiante.
Faretto da incasso Estate 210 W lat 700 W sens
Estate 210 W lat 700 W sens
Inverno 900 W
Inverno 800 W
Bagno
Estate 740 W lat 2.300 W sens
Estate 280 W lat 800 W sens
Bagno
Bagno
Inverno 3.000 W
Inverno 1.250 W
Terrazzo
fig. 7.1 Le dimensioni dei bagni, unitamente al fatto che non ne è richiesto il raffrescamento, suggeriscono di trattare il loro riscaldamento con radiatori d’arredo. Nella planimetria sono indicati i carichi termici, sia per il riscaldamento, sia per il raffrescamento: in questo caso il carico è suddiviso nelle componenti sensibile e latente. Considerata la disposizione degli ambienti e i carichi in latenti in gioco, è ragionevole decidere di installare due macchine per la deumidificazione: una a servizio della zona notte, l’altra dedicata alla zona giorno. Il carico latente complessivo della zona notte è pari a 700 W, quello della zona giorno è di 740 W. Due macchine KDSRY026 sono idonee all’applicazione. In aggiunta alla capacità di deumidificazione, ciascuna macchina rende disponibile anche 950 W di potenza frigorifera sensibile. Il progettista può scegliere di considerare questo contributo come una riserva di potenza, pertanto potrà procedere al dimensionamento del controsoffitto prendendo integralmente i carichi sensibili riportati in planimetria. I calcoli termici e frigoriferi relativi al soffitto radiante si conducono secondo quanto descritto nel capitolo 4. Per semplicità, si adottano le rese dei pannelli indicate nella tabella “Tipiche rese di progetto” (fig. 4.14) in chiusura del capitolo 4.
Il progetto del sistema
Appartamento con indicazione di carichi termici, faretti ad incasso e decorazione circolare non complanare col resto del controsoffitto
Sulla base dei carichi e dei vincoli architettonici si perviene allo schema di controsoffitto radiante mostrato in figura 7.2, nel quale sono indicati solo i pannelli attivi: i pannelli con lo stesso colore sono da intendersi come facenti parte del medesimo circuito idraulico.
6
1200x2000
1200x1000 1200x2000 1200x2000
1200x1000 1200x2000
1200x1000
4
1200x2000
1200x2000
Bagno
1200x2000
1200x1000
1200x1000
1200x2000
1200x1000
C1
1200x1000
1200x2000
1200x2000 1200x1000
1200x2000
1200x2000
3
1200x2000
1200x2000
1200x2000
600x2000
Bagno
1200x2000
1200x2000
C2
7
2
1200x2000
1200x2000
1200x2000
1200x2000 1200x2000
1200x2000
1200x2000 1200x2000
1200x2000
1200x2000 1200x2000
Bagno
1
4
1200x2000
3
1200x2000
2
1200x2000
1
5
Terrazzo
5
fig. 7.2 Sfruttando i valori di Kv indicati nella tabella in figura 7.6 e considerando le perdite di carico dei tratti di tubo che collegano i pannelli tra di loro e ai collettori, si ottiene la tabella in figura 7.3 che riepiloga i calcoli e nella quale si vede che il sistema soddisfa i vincoli di progetto e bilancia i carichi frigoriferi e termici.
Schema del soffitto radiante GKC, con indicazione di circuiti, collettori e deumidificatori
CALCOLO DEL SOFFITTO RADIANTE GKC collettore
C1
C2
circuito
n° pannelli 1200x2000
n° pannelli 1200x1000
n° pannelli 600x2000
resa estiva [W]
resa invernale [W]
portata [l/h]
ΔP circuito [mm.c.a]
Circuito 1
2
1
355
495
153
1137
Circuito 2
3
2
568
792
245
3057
Circuito 3
2
2
426
594
184
1627
Circuito 4
2
2
426
594
184
1627
Circuito 5
3
1
Circuito 1
3
497
693
214
2245
426
594
184
1767
Circuito 2
3
426
594
184
1544
Circuito 3
3
426
594
184
1544
Circuito 4
3
426
594
184
1289
Circuito 5
3
Circuito 6
3
Circuito 7
1
1
426
594
184
1289
497
693
214
2075
142
198
61
389
fig. 7.3 118 - 119
Capitolo 7
Secondo quanto descritto nel capitolo 6, lo schema d’insieme dell’intero sistema è quello di figura 6.1, mentre la strategia di regolazione più conveniente è quella corrispondente allo schema di figura 6.6.
PROGETTO DI UN SISTEMA A SOFFITTO RADIANTE METALLICO Come esempio della progettazione di un sistema a soffitto radiante metallico si considerino gli ambienti di cui alla planimetria indicata in figura 7.4. Si tratta di un’area che comprende una parte open space e alcuni ambienti compartimentati, tra cui una sala riunioni. La suddivisione interna degli spazi avviene con pareti mobili che terminano alla quota del controsoffitto, che pertanto deve venire trattato come un controsoffitto complanare e continuo. L’impianto d’illuminazione prevede corpi illuminanti sospesi al di sotto del controsoffitto, pertanto non interferiscono con lo schema di distribuzione del sistema. Vi è tuttavia un vincolo dato dalla modularità – irregolare a causa delle interdistanze 4.842 mm, 4.842 mm, 4.998 mm – introdotta dai pilastri posti sul perimetro dell’intero ambiente. La soluzione preferita ricade nella serie GK, che si presta in particolar modo ad essere impiegata in ambienti ampi e in strutture realizzate con pareti mobili. La scelta definitiva è per l’elegante sistema GK120, in tinta silver, sebbene dal punto di vista delle prestazioni strettamente termiche anche il sistema GK60 è altrettanto adeguato.
4842
4842
4998
Estate 17.5 kW sens Inverno 20 kW Estate 3 kW sens Inverno 3.4 kW
Sala riunioni
Estate 1.1 kW sens Inverno 1.3 kW
Ufficio 1
Ufficio 2
Ufficio 3
Ufficio 4
Ufficio 5
Rip
fig. 7.4 L’impianto è completato da un sistema di trattamento aria che provvede ai ricambi igienici e partecipa al bilancio dei carichi termici, secondo quanto già ricordato nella parte introduttiva del capitolo 5; per questo motivo i carichi termici riportati in pianta sono solo quelli sensibili e sono quelli sui quali deve essere proporzionato il soffitto radiante. Come già avvenuto nell’esempio precedente, anche qui si adottano le rese dei pannelli indicate nella tabella “Tipiche rese di progetto” (fig. 4.14) in chiusura del capitolo 4. Sulla base dei carichi e dei vincoli architettonici si giunge allo schema di controsoffitto radiante mostrato in figura 7.7 di pagina 122-123,
Il progetto del sistema
Area uffici in parte open space e in parte compartimentata. È evidente la modularità irregolare dei pilastri
nel quale si può notare che è stato necessario ricorrere ad alcuni elementi fuori standard per una parte della struttura portante: l’utilizzo dei soli componenti base 150 mm non avrebbe permesso di rispettare il vincolo di modularità, ragione per la quale si sono introdotti alcuni portanti base 192 mm e 492 mm. Scelte di questo genere, sebbene possano sembrare scontate, devono essere ponderate molto attentamente, ricorrendo sempre al servizio di consulenza tecnica di Giacomini S.p.A. Anche in questo schema i pannelli con lo stesso colore sono da intendersi come facenti parte del medesimo circuito idraulico. Come si noterà, la modularità architettonica si è riflessa in una modularità impiantistica. La geometria del sistema porta a individuare una “unità base” costituita dal raggruppamento dei pannelli in tanti circuiti, tutti formati da 4 pannelli collegati tra loro in serie. Per evitare di appesantire inutilmente la trattazione, vale la pena limitare il calcolo a livello dei “collettori tipo”; nella fattispecie si individuano un collettore C1 che serve 4 circuiti, ciascuno di 4 pannelli GK120, e un collettore C2 che serve 3 circuiti, sempre di 4 pannelli. Il collettore di tipo C1 ricorre 14 volte, il tipo C2 ricorre una sola volta; pertanto, il risultato del calcolo del collettore C1 va moltiplicato per 14 per determinare le potenze e le portate globalmente messe in gioco dal sistema a soffitto radiante. Ciò premesso, sfruttando i valori di Kv indicati nella tabella in figura 7.6 e considerando le perdite di carico dei tratti di tubo che collegano i pannelli tra di loro e ai collettori, si ottiene la tabella in figura 7.5 che riepiloga i calcoli e nella quale si vede che il sistema soddisfa i vincoli di progetto e bilancia i carichi frigoriferi e termici. La regolazione del sistema si deriva invece dagli schemi contenuti nel capitolo 6.
CALCOLO DEL SOFFITTO RADIANTE GK120 collettore
C1
C2
circuito n°
n° pannelli attivi installati
resa estiva [W]
resa invernale [W]
portata estiva [l/h]
portata invernale [l/h]
lunghezza tubo 16x1,5 [m]
ΔP [mm c.a.]
Circuito 1
4
388
436
167
125
15
2519
Circuito 2
4
388
436
167
125
15
2519
Circuito 3
4
388
436
167
125
15
2519
Circuito 4
4
388
436
167
125
15
2519
Circuito 1
4
388
436
167
125
15
2519
Circuito 2
4
388
436
167
125
15
2519
Circuito 3
4
388
436
167
125
15
2519
max ΔP al collettore
n° vie collettore
2.519
4
2.519
3
fig. 7.5
120 - 121
Capitolo 7
TABELLE DI RIEPILOGO Le tabelle seguenti riportano dati tecnici utili nella progettazione dei sistemi a soffitto radiante.
CONTENUTO Dâ&#x20AC;&#x2122;ACQUA E Kv pannello
attivazione
contenuto d'acqua [Litri]
Kv
GK60x60 PSV
C75
0,16
0,95
GK60x60 PSV
A220
0,31
2,30
GK60x120 PSV
C75
0,24
0,77
GK60x120 PSV
A220
0,64
2,11
GK60
C75
0,29
0,86
GK60
A220
0,64
2,11
GK120
C75
0,43
0,73
GK120
A220
1,18
1,52
GKCS v.2.0 - 1200x2000
Serpentina 8x1
1,00
0,10
GKCS v.2.0 - 600x2000
Serpentina 8x1
0,50
0,10
GKCS v.2.0 - 600x1200
Serpentina 8x1
0,30
0,12
GKCS v.2.0 - 1200x1000
Serpentina 8x1
0,50
0,10
GKC - 1200x2000
C100
2,00
1,42
GKC - 1200x1000
C100
1,10
1,97
GKC - 600x2000
C100
1,10
2,70
fig. 7.6
PESI peso [kg/m2]
contenuto d'acqua [Litri]
serie GK
11
16
serie GK PSV
11
12
serie GKC
12
19
serie GKCS v.2.0
15
15
soffitto radiante
Il progetto del sistema
I pesi indicati sono comprensivi di struttura portante
4
1050
1350 1200 1200
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1350 1200
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1050
1050
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4842
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2
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1050
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Capitolo 7
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Sala riunioni
122 - 123
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C1
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1350
1350
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1350
1350
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Rip
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Ufficio 1
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Ufficio 1
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1350
1350
C2 1050
1050
3
LEGENDA SIMBOLI 1350
Portante primario di testata 192x1350 1200
Portante primario 192x1200 1350
1200
Portante primario 150x1200 1050
Portante secondario 150x1050 Staffa per portanti
Portante primario di testata 492x1350 1200
Portante primario 492x1200
Pannello radiante GK 120
1350
Portante primario di testata 150x1350
Il progetto del sistema
Collettore soffitto radiante
fig. 7.7 Schema del soffitto radiante GK120
Passaggi fondamentali per assicurare ogni volta una perfetta installazione e una massima efficienza di utilizzo in assoluta sicurezza.
Capitolo 8
Prescrizioni generali e procedure di collaudo
PRESCRIZIONI GENERALI PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI A SOFFITTO RADIANTE Indicazioni per le fasi precedenti l’installazione Verificare spazi disponibili e altezza di installazione erificare la stabilità della superficie di ancoraggio della penV dinatura erificare che i disegni di progetto corrispondano alla situazione V reale di cantiere Verificare che le superfici corrispondano ai disegni di progetto Indicazioni per lo stoccaggio dei materiali ontrollare al momento della consegna il buono stato del mateC riale fornito epositare il materiale in luogo asciutto e non esposto alla luce D solare ovimentare il materiale con cautela per evitare rigature, piegaM ture o rotture Indicazioni per le fasi di installazione rima di procedere con l’installazione, analizzare i disegni di proP getto e leggere le istruzioni contenute sia nel progetto sia nei fogli istruzione a corredo dei singoli prodotti eguire i disegni di progetto; per eventuali variazioni contattare la S direzione lavori ell’esecuzione di collegamenti con raccordi di push-fitting RC N ricordarsi l’utilizzo delle bussole di rinforzo RC900 e verificare la profondità di inserimento delle tubazioni e non concordato preventivamente, utilizzare solo il materiale S fornito da Giacomini S.p.A. per lo staffaggio el caso di componenti con pellicola protettiva (ad esempio eleN menti preverniciati) togliere la pellicola stessa al momento dell’installazione Requistiti dell’acqua di alimentazione dell’impianto relevare un campione di almeno 1 litro d’acqua di alimentazione P e procedere all’analisi della stessa per verificarne i parametri indicati nella tabella in figura 8.1 (Caratteristiche minime richieste per l’acqua dell’impianto) ed eventualmente adeguarli mediante opportuno impianto di trattamento
126 - 127
Capitolo 8
CARATTERISTICHE MINIME RICHIESTE PER L’ACQUA DELL’IMPIANTO parametri
valore
inconvenienti prevedibili in caso di superamento dei limiti indicati
pH
6,8-8,0
Corrosioni e incrostazioni
conduttività elettrica
[mS/m] a 25 °C
<10
Corrosioni e incrostazioni
cloruri
[mg Cl/l]
<25
Corrosione
solfati
[mg SO42-/l]
<25
Corrosione
°F
<15
Incrostazioni
[mg Fe/l]
<0,2
Corrosioni e incrostazioni
durezza ferro rame
[mg Cu/l]
<0,1
Corrosione
ione solfuro
[mg H2S/l]
ASSENTE
Corrosione
[mg NH+4/l]
<0,5
Corrosione
ione ammonio
fig. 8.1 Indicazioni per la fase di collaudo e messa in funzione dell’impianto eguire le indicazioni per la prova in pressione e riempimento S dell’impianto (se non disponibili richiederle a Giacomini S.p.A.) I mmettere nell’impianto il liquido protettivo K375, seguendo modalità e dosaggi indicati nelle istruzioni allegate Pulizia dei pannelli er una corretta pulizia dei pannelli rimuovere la polvere dalle P superfici verniciate con un panno morbido e pulito. Il grasso e le impronte devono essere tolte con un detergente delicato adatto all’uso. Non usare detergenti abrasivi e non grattare le superfici in alcun modo
PROCEDURA DI COLLAUDO PER SOFFITTI RADIANTI Gli impianti a soffitto radiante, come tutti gli impianti che contengono fluidi, devono essere sottoposti a collaudo idraulico dopo il montaggio e preliminarmente all’utilizzo degli ambienti in cui sono installati. Le fasi di collaudo, che devono essere seguite scrupolosamente nell’ordine in cui qui sono presentate, sono le seguenti: 1. Prova di tenuta in pressione con aria 2. Prova di tenuta in pressione con acqua a temperatura ambiente 3. Prova di tenuta in pressione con acqua riscaldata 4. Prova di tenuta in pressione con acqua refrigerata 1. Prova di tenuta in pressione con aria Dopo aver completato i collegamenti dei pannelli ai collettori di distribuzione, e il collegamento di questi ultimi alla rete di distribuzione, è opportuno effettuare una prima prova di tenuta in pressione con aria compressa ad almeno 4 bar relativi: se disponibile un compressore di sufficiente potenza è preferibile il collaudo alla pressione nominale di esercizio, pari a 6 bar.
Prescrizioni generali e procedure di collaudo
Alla prova di tenuta devono essere sottoposti tutti i circuiti a soffitto radiante. Per effettuare correttamente la prova è necessario intercettare gli scarichi d’aria automatici e alimentare uno alla volta i circuiti dell’impianto. In caso di perdita localizzata all’interno di un circuito, si deve procedere chiudendo le valvole a sfera poste sulle linee di alimentazione e attivarsi per individuare ed eliminare la causa della perdita. I circuiti in fase di prova devono essere mantenuti in pressione per non meno di 24 ore; in seguito si procede scaricando l’aria in modo da riportare i circuiti alla pressione atmosferica. 2. Prova di tenuta in pressione con acqua a temperatura ambiente Dopo aver riaperto gli sfoghi aria e le valvole a sfera poste sulle linee di alimentazione si procede ad alimentare la rete di distribuzione con acqua alla temperatura ambiente; dopo aver eliminato tutta l’aria presente, si procede alimentando uno ad uno i circuiti radianti lasciando all’aria presente negli anelli il tempo di fuoriuscire dagli sfoghi automatici. Quando tutti i circuiti sono riempiti con acqua si innalza la pressione al valore di esercizio verificando l’assenza di perdite. In seguito si avviano i circolatori dell’impianto in modo da far fuoriuscire le ultime sacche di aria presenti nei circuiti. Per effettuare correttamente questa operazione su grossi impianti bisogna preventivamente procedere con un bilanciamento di massima degli anelli onde evitare che l’acqua circoli solo in quelli con minori perdite di carico e circoli poco o per niente in quelli caratterizzati da maggiori perdite di carico. Quando l’aria è completamente fuoriuscita dall’impianto – dopo circa 24 ore – è possibile arrestare i circolatori e portare la pressione a 1,5 volte la pressione di esercizio con un minimo di 6 bar. In queste condizioni l’impianto deve essere lasciato per almeno altre 24 ore, durante le quali si controlla la tenuta dell’impianto. In caso di perdita d’acqua si deve procedere intercettando le valvole a sfera poste sulle linee di alimentazione e attivarsi per determinare ed eliminare la causa della perdita. Completato il ciclo di prova, la pressione viene riportata al valore di esercizio. 3. Prova di tenuta in pressione con acqua riscaldata Mantenendo la pressione dell’impianto al valore di esercizio, con i circolatori in moto, si porta lentamente la temperatura dell’acqua al valore di 40 °C e si lascia funzionare l’impianto per circa 24 ore. In seguito, sempre con circolatori in moto, si lascia raffreddare l’acqua sino al valore della temperatura ambiente. Lo scopo della prova è quello di verificare la circolazione dell’acqua all’interno di tutti i circuiti del soffitto radiante, nonché di sottoporre le tubazioni, i raccordi e le giunzioni fra i pannelli a un ciclo termico che consente di eliminare le tensioni di montaggio stabilizzando gli accoppiamenti. 4. Prova di tenuta in pressione con acqua refrigerata Mantenendo la pressione dell’impianto al valore di esercizio, con i circolatori in moto, si porta lentamente la temperatura dell’acqua al valore di 12 °C – se trattasi di soffitto radiante in cartongesso – oppure di 15 °C – se trattasi di soffitto radiante metallico – e si lascia funzio-
128 - 129
Capitolo 8
nare l’impianto per circa 24 ore. In seguito, sempre con circolatori in moto, si lascia raffreddare l’acqua sino al valore della temperatura ambiente. Onde evitare fenomeni di condensazione superficiale sui pannelli, per effettuare questa prova è necessario che ci siano bassi valori di umidità assoluta negli ambienti dell’installazione. Nel caso di valori elevati di umidità, che comportino cioè temperature di rugiada superiori a 13 °C, è opportuno avviare le macchine di trattamento aria in modo che sia possibile controllare l’umidità ambiente, mantenendola a valori tali da non consentire la condensazione superficiale. Note conclusive Le prove di collaudo descritte ai punti 1. e 2. sono indispensabili. Le prove di collaudo descritte ai punti 3. e 4. sono fortemente consigliate, perché sottopongono i componenti dell’impianto a una prova ciclica di temperatura e attribuiscono alla prova di collaudo un grado di sicurezza molto elevato. Inoltre, durante la prova di cui al punto 3. o la prova di cui al punto 4., si consiglia di effettuare una termovisione completa dell’impianto, allo scopo di verificare la correttezza delle temperature superficiali del soffitto radiante.
Prescrizioni generali e procedure di collaudo
NOTE
NOTE
R004IT - Dicembre 2015
Via per Alzo, 39 28017 San Maurizio dâ&#x20AC;&#x2122;Opaglio (NO) ITALY Tel. +39 0322 923111 giacomini.com