NOTIZIE Numero speciale “Smart Tour 2013”
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ICMQ ECO: qualificare la sostenibilità
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ICMQ ECO: anche le malte e i laterizi sono sostenibili!
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Realizzalo sostenibile
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La Dichiarazione ambientale di prodotto
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La verifica preliminare Leed
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Sostenibilità degli edifici residenziali: Gbc Home
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Certificazione Itaca: il caso di una scuola materna
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Sistema Edificio alla conferenza Seb’12 di Stoccolma
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Garantire l’efficienza energetica degli edifici ottimizzando gli investimenti del costruttore
ICMQ Certificare la sostenibilità per garantire le prestazioni Nel settore delle costruzioni non è più possibile prescindere dalla sostenibilità ambientale, una delle linee strategiche di sviluppo per i prossimi anni e che rappresenta il punto di incontro di molte parti interessate: • i progettisti, che cercano di conciliare soluzioni tecniche innovative con le esigenze dei committenti; • l’amministrazione pubblica, che ha il dovere di tutelare la collettività e preservare l’ambiente; • i promotori di interventi immobiliari, perché è una modalità per ottenere incentivi economici e commercializzare meglio il prodotto; • l’acquirente di un immobile, maggiormente attratto da un bene che consente risparmi futuri e offre un notevole comfort interno. Di conseguenza, chi vuole affrontare il mercato presente e futuro deve proporre progetti e prodotti che rispondano a requisiti di sostenibilità ambientale e deve poterne garantire, seriamente, le prestazioni, distinguendosi così dal fenomeno purtroppo diffuso di greenwashing, cioè di un “verde” che è solo di facciata. E’ quindi fondamentale poter dimostrare con oggettività a operatori settoriali e consumatori l’attendibilità delle proprie dichiarazioni ambientali, valorizzando la propria immagine e guadagnando in competitività. La certificazione di parte terza indipendente è lo strumento corretto per attestare il rispetto dei requisiti dichiarati, ma quali caratteristiche deve avere? Poiché deve fornire un alto livello di credibilità della conformità del prodotto/servizio/progetto ai requisiti specificati, la normativa o, più in generale, la specifica tecnica di riferimento deve avere una propria validità scientifica, riconosciuta a livello nazionale o internazionale. Inoltre l’organismo di certificazione deve dimostrare il possesso di tre elementi fondamentali: competenza, indipendenza e imparzialità che devono essere verificati e garantiti nel tempo dall’ente nazionale di accreditamento (in Italia Accredia) secondo procedure e regole internazionalmente condivise. Un’altra domanda che spesso ci si pone è se la certificazione debba essere volontaria o cogente. L’esperienza dimostra che quando la certificazione è stata resa obbligatoria e non si è contestualmente attuato un severo sistema di vigilanza sul mercato si è riscontrata in molti casi una “dequalificazione”; al contrario si può constatare che il maggior successo, in termini di garanzia di qualità e di prestazioni attese, si è verificato quando sono stati utilizzati schemi di certificazione volontari. Questi criteri devono essere applicati quando si prendono in considerazione non solo un sistema complesso come l’edificio, ma anche elementi considerati - a torto - più semplici, quali i singoli componenti che costituiscono l’edificio o i materiali, che in alcuni schemi di certificazione possono contribuire anche per il 20% al raggiungimento della sostenibilità di un intervento. Si può, quindi, rischiare di non raggiungere il livello di prestazione stabilito per l’intero edificio perché non è possibile, in fase di certificazione della sostenibilità, dimostrare in maniera oggettiva e inconfutabile che i materiali utilizzati hanno le caratteristiche di sostenibilità richieste.
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ICMQ
Certificazione prodotti
ICMQ ECO: qualificare la sostenibilità Sin dal 1987, grazie al Rapporto Brundtland, è stato chiaro che il processo di sviluppo sostenibile lega in un rapporto di interdipendenza l’ambiente alla dimensione economica e sociale. Per venire incontro alle esigenze di un mercato delle costruzioni in continua evoluzione che richiede l’utilizzo di prodotti sostenibili, ICMQ ha realizzato il marchio ICMQ ECO. Dopo un anno di applicazione è stato deciso, per meglio valorizzare la certificazione, di esplicitare ed evidenziare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile da cui il marchio ha tratto origine: economica, sociale e ambientale. Le caratteristiche tecniche richieste dagli schemi di certificazione volontaria di prodotto ICMQ ECO già attivi (ad esempio per le malte, gli intonaci, i massetti, i laterizi) non sono cambiate, ma sono state meglio evidenziate le seguenti macro-categorie, con un riferimento diretto anche agli schemi di certificazione sostenibile dell’edificio: 1. tutela dell’ambiente (crediti: Qualità ambientale interna e Sito sostenibile in Leed, Qualità ambientale indoor in Itaca); 2. tutela delle risorse (crediti: Materiali e risorse in Leed, Consumo di risorse in Itaca); 3. risparmio energetico (crediti: Energia e atmosfera e Sito sostenibile in Leed, Consumo d’energia in Itaca). Il produttore può scegliere uno o più percorsi di sostenibilità e accedere ai diversi livelli della certificazione di prodotto sostenibile ICMQ ECO, Silver, Gold, a seconda che il prodotto possegga una o più caratteristiche riconducibili alle tre dimensioni della sostenibilità. Il livello Platinum è raggiunto nel caso in cui il prodotto sia in possesso della certificazione Gold e contestualmente abbia la convalida della Dichiarazione ambientale di prodotto (Epd), in corso di validità. Infine è importante ricordare che la certificazione risponde alla necessità dei produttori di:
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• fornire al mercato una garanzia di parte terza delle caratteristiche di sostenibilità del prodotto mediante un rigoroso processo di valutazione; • differenziarsi sul mercato in base al livello di sostenibilità raggiunto dal proprio prodotto e distinguersi dai concorrenti che non perseguono un obiettivo di sostenibilità; • valorizzare le caratteristiche del prodotto
evidenziandone anche la possibilità di contribuire ai principali schemi di certificazione degli edifici quali Leed e Itaca; • valorizzare i propri investimenti in termini di sostenibilità e migliorare l’immagine di fronte agli stakeholder (clienti, fornitori, ambiente esterno etc.); • dimostrare il proprio impegno concreto nei confronti della sostenibilità ambientale. Ugo Pannuti
Certificazione prodotti
ICMQ ECO: anche le malte e i laterizi sono sostenibili! Si sono da poco conclusi i lavori che hanno portato alla definizione degli schemi di certificazione volontaria di prodotto sostenibile ICMQ ECO per le malte, gli intonaci e gli elementi in laterizio. Il marchio prevede quattro livelli e la sua concessione è subordinata all’ottenimento, da parte del produttore, di un determinato punteggio. Questa certificazione contribuisce in modo decisivo a garantire e mettere in evidenza le
caratteristiche dei prodotti ecosostenibili; la presenza del marchio sul prodotto assicura, infatti, attraverso controlli periodici sul prodotto stesso e sui processi produttivi, che tutta la produzione oggetto di certificazione è conforme nel tempo a quanto dichiarato dal produttore. Le caratteristiche di sostenibilità sono state individuate da ICMQ, Assomalte e Andil al fine di rispondere alla necessità dei produttori di dimostrare con attendibilità le caratteristiche dichiarate e il loro impegno nei confronti della sostenibilità ambientale e, non ultimo, di distinguersi dai concorrenti. Ugo Pannuti
Schema di certificazione ICMQ ECO
Certificazione delle caratteristiche perfezionali
obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria
Verifica del rispetto della legislazione ambientale senza certificazione Uni En Iso 14001
obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria
Convalida da parte di ICMQ Verifica dei requisiti di bio-sostenibilità Verifica dei requisiti di risparmio energetico/benessere
obbligatoria (se si utilizza almeno una materia proveniente da riciclo) obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria
obbligatoria (se si utilizza almeno una materia proveniente da riciclo)
Caratteristiche sostenibili dell’impianto valorizzazione delle certificazioni di sistema possedute
Esempio 1: malte a prestazione garantita CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI
REQUISITI DI BIO-SOSTENIBILITA’
CARATTERISTICHE DI ENERGIA/BENESSERE
Massa volumica (per malta allo stato fresco)
Assenza di composti organici volatili (Voc)
Conducibilità termica
Consistenza (per malta allo stato fresco)
Assenza di sostanze pericolose Assenza di radioattività
Resistenza a compressione Assorbimento d’acqua
Esempio 2: blocchi faccia a vista in Categoria I (sistema 2+) CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI
REQUISITI DI BIO-SOSTENIBILITA’
CARATTERISTICHE DI ENERGIA/BENESSERE
OBBLIGATORIE
Assenza di sostanze pericolose
Isolamento acustico
Resistenza a compressione
Assenza di radioattività
Sali solubili attivi
Resistenza termica Permeabilità al vapor d’acqua
Durabilità al gelo/disgelo 1a SCELTA Inclusioni calcaree Massa volumica Efflorescenze
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Nota: l’individuazione delle caratteristiche di sostenibilità è stata effettuata per le seguenti tipologie di prodotti: pavimentazioni, coperture, blocchi faccia vista, blocchi per muri interni, tavelloni, solai.
Certificazione prodotti
Realizzalo sostenibile È ora di dire basta al dilagante fenomeno di mistificazione delle caratteristiche ambientali di prodotti e servizi, il così detto Greenwashing. È giunto il momento di fornire alle organizzazioni uno strumento concreto ed efficace per valorizzare gli investimenti fatti in termini di sostenibilità. MAKE IT SUSTAINABLE può sembrare una semplice esortazione, una delle tante frasi a effetto di stampo ecologico; al contrario contribuisce a un modello di business finalizzato a generare profitto. La sostenibilità, infatti per le organizzazioni rappresenta soprattutto un modo nuovo di fare business, su cui poi basare una comunicazione efficace. In sintesi, MAKE IT SUSTAINABLE è la nuova certificazione di sostenibilità di processo di terza parte indipendente che valorizza: • l’applicazione dei principi di sostenibilità a specifici prodotti, servizi e cantieri; • gli investimenti effettuati in coerenza alla strategia aziendale di sostenibilità; • l’immagine aziendale basandosi su dati concreti, oggettivi e applicando i principi richiamati in riferimenti riconosciuti a livello nazionale ed internazionale; • l’innovazione tecnologica e metodologica. Coniugare profitto con sostenibilità La parola d’ordine, in particolare in questo periodo di difficile congiuntura economica, è coniugare il profitto con la sostenibilità. Ciò significa sviluppare e attuare politiche, strategie, processi, prodotti e servizi in grado di bilanciare l’interesse proprio con i bisogni e le aspettative dei portatori di interesse e cioè clienti, personale, società, autorità, comunità etc. Per affrontare con gradualità e successo queste
Le caratteristiche del nuovo schema La certificazione MAKE IT SUSTAINABLE analizza, mediante una specifica tecnica, se ai processi riferiti ad un determinato prodotto, servizio o cantiere sono applicati i principi di sostenibilità, così come verifica se gli obiettivi sono coerenti a quelli riferiti allo sviluppo sostenibile. E cioè se l’organizzazione, per lo specifico prodotto, servizio o cantiere: • ricerca l’efficienza, l’efficacia e l’economicità della gestione per accrescere il risultato economico e il valore dell’azienda nel tempo, rendendo trasparenti i principali impatti economici diretti e indiretti - responsabilità economica; • migliora con continuità le performance
NO Greenwashing
NO Certificazione generica
SI Riferimenti nazionale e internazionali
Verifica la coerenza tra le strategie e le politiche di sostenibilità e la specifica applicazione
Certificazione applicabile ai processi relativi ad uno specifico prodotto, servizio e cantiere
En Iso 26000, En Iso 9004, En Iso 14004, CAM, LEED, ITACA e GRI
PROVA SU STRADA Al workshop “La strada green”, tenutosi ad Asphaltica il 22 novembre scorso e organizzato dall’impresa Bacchi Srl in collaborazione con Legambiente, ICMQ ha presentato l’innovativo
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sfide le organizzazioni hanno l’opportunità di valorizzare specifici prodotti, servizi, cantieri applicando i principi di sostenibilità alla strategia, progettazione, sviluppo, fabbricazione, erogazione, gestione, comunicazione, analisi e miglioramento (processi chiave) e definendo obiettivi misurabili, coerenti e sostenibili. In generale una delle sfide centrali per le organizzazioni moderne è l’adozione di scelte nuove e innovative e di un diverso modo di pensare. Mentre da una parte lo sviluppo della conoscenza e della tecnologia contribuisce alla crescita economica, dall’altra racchiude la potenzialità per aiutare a gestire i rischi e le minacce alla sostenibilità delle relazioni sociali e degli impatti ambientali ed economici. Le innovazioni e le nuove conoscenze nel campo della tecnologia, del management e delle politiche socio-economiche sfidano le aziende a compiere nuove scelte su come i loro prodotti, servizi, operazioni e attività impattano sul pianeta, le persone e le economie (Global Reporting Initiative - GRI).
schema di certificazione di sostenibilità dei processi MAKE IT SUSTAINABLE. L’attività svolta presso l’impianto aziendale e due cantieri a Malpensa Aeroporto ha permesso di rilasciare i primi tre certificati, consultabili sul sito www.icmq.it.
Certificazione prodotti
ambientali ed energetiche attraverso l’adozione di sistemi di gestione riconosciuti a livello internazionale, il ricorso alle risorse rinnovabili, il monitoraggio dei consumi energetici e il contenimento degli impatti ambientali e dei consumi adottando le migliori prassi tramite il coinvolgimento degli stakeholder responsabilità ambientale; • lavora come partner con tutti gli stakeholder per – responsabilità sociale: – costruire rapporti di lavoro che vedano i
Intervista a Mauro Bacchi, direttore tecnico di Impresa Bacchi Srl Quale è l’impegno di Impresa Bacchi per il rispetto dell’ambiente e delle generazioni future? Progettare, produrre e costruire conciliando ambizioni industriali e rispetto per l’ambiente sintetizza il nostro impegno e trova riscontro nel nostro agire. Il nuovo impianto produttivo è stato concepito per un minor consumo energetico, un maggior rendimento termico, la riduzione delle emissioni in atmosfera e della dispersione termica. Il processo produttivo consolida la tecnologia di riciclaggio del fresato e del polverino di gomma e prevede prodotti quali i conglomerati tiepidi e i conglomerati freddi, il riutilizzo dei materiali di recupero, le lavorazioni in situ, le lavorazioni a chilometro zero, la produzione e stesa di conglomerati tiepidi o freddi e le stabilizzazioni in vari cantieri stradali e autostradali e aeroporti. Stiamo operando inoltre per affermare in Italia e all’estero i trattamenti fotocatalitici antismog e poniamo in atto procedure per ridurre gli impatti ambientali nelle fasi di predisposizione e gestione dei cantieri. Cosa significano per Impresa Bacchi l’innovazione e la ricerca? Da sempre abbiamo investito nella ricerca per la messa a punto di nuovi prodotti e nuove tecnologie, mirando alla sostenibilità ambientale, mantenendo un livello qualitativo alto nella realizzazione delle strade. Le nostre tecnologie riscontrano interesse e sono favorevolmente valutate da molte amministrazioni che vogliono percorrere a loro
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dipendenti al centro degli interessi; – creare luoghi di lavoro sicuri e salubri; – partecipare allo sviluppo delle comunità in cui si opera; – realizzare un sistema di governo aperto al dialogo e al confronto con gli stakeholder per comprenderne le aspettative, migliorare la qualità delle relazioni e contribuire ad accrescere la trasparenza e la credibilità della gestione aziendale. Roberto Garbuglio
volta la strada del rispetto dell’ambiente. Per l’impresa Bacchi, innovazione e ricerca sono “il mezzo” per raggiungere lo scopo. Il nostro obbiettivo per “la strada green” vuole andare oltre la fase di sola verifica dei prodotti, dei processi produttivi e della mera tecnica costruttiva stradale per affrontare le problematiche ambientali anche nella fase progettuale delle infrastrutture. Come si è sviluppato il rapporto con Legambiente? La causa dell’incontro è stato Coverlite, un’emulsione fotocatalitica antismog a base di biossido di titanio, applicabile sulle pavimentazioni stradali per abbattere l’inquinamento atmosferico. La nostra volontà di testare seriamente l’efficacia di questo prodotto, sia in laboratorio che in grandi spazi aperti, ci ha fatto incontrare; i positivi risultati ottenuti hanno rinsaldato il rapporto ed aumentato la fiducia reciproca, avviando un dialogo che si è esteso a vari temi. Due entità che operano parallelamente possono condividere presupposti comuni che, applicati a tecnologie, prodotti e cicli produttivi, hanno come scopo il rispetto dell’ambiente e il miglioramento della sostenibilità. In cosa MAKE IT SUSTAINABLE ha fornito un ulteriore valore aggiunto alle certificazioni di sistema di gestione già da tempo in essere? Per dare un valore all’impegno e alle risorse profuse, per verificarne e quantificarne l’esatta portata sotto l’ottica sia procedurale e operativa, sia dell’effettivo miglioramento in termini di sostenibilità, ci siamo rivolti ad enti esterni. Il Politecnico di Milano sta tuttora eseguendo la valutazione della Lca sui prodotti delle nostre lavorazioni, mentre con ICMQ abbiamo effettuato il percorso per la valutazione dell’aspetto procedurale effettivamente applicato e messo in pratica nei piani della commessa. Questa certificazione ha arricchito e fornito valore aggiunto alle numerose certificazioni che, qualificando l’impresa, sono favorevolmente valutate dalle amministrazioni pubbliche e private.
Cerificazione prodotti
La Dichiarazione ambientale di prodotto Il mondo della produzione di materiali da costruzione denuncia l’esigenza sempre più pressante di chiarezza non solo in merito a metodi e criteri di valutazione della qualità ambientale di prodotti e manufatti ma anche in merito alle procedure nazionali per la certificazione dei requisiti di sostenibilità e di rilascio delle etichette ambientali. In Europa, le nazioni leader sui temi della sostenibilità (Germania, Francia, Inghilterra, Olanda) hanno da tempo promosso, su istanza delle associazioni di produttori e di concerto con i ministeri e gli enti di formazione, azioni nazionali volte ad individuare i soggetti, le procedure e le norme nazionali per la certificazione di prodotto. Tutte queste iniziative hanno riconosciuto nella Etichetta ambientale di tipo III o Epd, individuata dalla Iso 14020 e definita dalla Iso 14025, lo strumento univoco e più efficace per la comunicazione e la diffusione di informazioni ambientali certificate riguardo alla sostenibilità dei prodotti. L’Epd fornisce dati quantitativi sul profilo ambientale di un prodotto, calcolati secondo le procedure di Lca (Life Cycle Assessment) ed espressi tramite indicatori di impatto. Tali etichette non sottendono ad una scala di valutazione della prestazione (come ad esempio le Etichette ambientali di tipo I o Ecolabel) né prevedono il superamento di una soglia minima di accettabilità, ma il rispetto di un formato nella comunicazione dei dati che faciliti il confronto tra prodotti diversi, una volta determinate condizioni a contorno univoche e all’interno dello scenario d’uso dell’edificio. Loro peculiarità è la verifica da parte di un organismo indipendente. Le Regole quadro dello standard En 15804 Lo standard En 15804 Sustainability of construction works - Environmental product declarations - Core rules for the product category of construction products stabilisce le Regole quadro per categorie di prodotti (Pcr) necessarie alla elaborazione di Dichiarazioni ambientali di prodotto di tipo III. Una Epd conforme a questo standard fornisce all’utente informazioni ambientali quantificate sul prodotto da costruzione, o sul servizio, elaborate su una base scientifica armonizzata al fine di disporre di dati primari utili per la valutazione della prestazione ambientale dell’edificio. La Epd fornisce inoltre informazioni sulle emissioni nell’ambiente interno, nel suolo e in
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acqua, prodotte durante l’uso dell’edificio, che possano risultare potenzialmente nocive per la salute umana. Le Pcr quadro, da redigersi per ciascun prodotto o per tipologie omogenee di prodotti: • individuano i parametri che debbono essere obbligatoriamente dichiarati dal produttore e stabiliscono le modalità di raccolta dei dati e di inserimento nella Dichiarazione ambientale; • includono le regole basilari per il calcolo dell’inventario di analisi o Lci e per la valutazione dell’impatto ambientale nel ciclo di
vita da riportarsi nella Epd, incluse le specifiche per la gestione e il controllo della qualità dei dati; • descrivono le fasi del ciclo di vita del prodotto da considerare all’interno di una Epd e quali processi siano inclusi o esclusi da ogni singola fase; • definiscono le regole per la determinazione degli scenari; • includono le regole per la caratterizzazione delle informazioni sanitarie e ambientali del prodotto ritenute necessarie e che non siano trattate all’interno dell’analisi Lca; • definiscono le condizioni di comparabilità tra prodotti sulla base delle informazioni contenute nelle Epd. Lo scopo delle PCR è quindi di assicurare: • dati verificabili e coerenti basati sul metodo Lca; • dati tecnici o scenari di impiego verificabili e coerenti, sia utili alla valutazione della prestazione ambientale dell’edificio, sia relativi alla salute degli occupanti da impiegarsi nella valutazione della prestazione dell’edificio; • che il confronto tra prodotti sia condotto esclusivamente nel contesto di impiego nell’edificio; • la comunicazione delle informazioni ambientali relative a prodotti da costruzione.
Le fasi della valutazione ambientale La En 15804 prevede che la valutazione del profilo ambientale di un prodotto sia condotta per fasi: • la fase di produzione, che include i moduli A1 (estrazione delle materie prime e trattamento delle materie prime seconde), A2 (trasporto alla fabbrica), A3 (produzione); • la fase di costruzione, che include i moduli A4 (trasporto al cantiere) e A5 (costruzione e installazione); • la fase di uso, che include i moduli B1 (uso), B2 (manutenzione), B3 (riparazione), B4 (sostituzione), B5 (riqualificazione), B6 (consumo di energia in uso) e B7 (consumo di acqua in uso), • la fase di fine vita, che include i moduli C1 (decostruzione e/o demolizione), C2 (conferimento a discarica), C3 (trattamento per riuso, recupero o riciclo) e C4 (smaltimento); • i benefici che esulano dai confini del sistema sono definiti nel modulo D (potenziale di riuso, recupero e/o riciclo). La norma differenzia tre diverse possibili forme di Epd, sulla base del tipo e della quantità di informazioni riportate sulla prestazione nel ciclo di vita del prodotto, che riguardano: • esclusivamente la fase di produzione. Questo tipo di Epd viene definito “dalla culla al cancello” e copre le sole fasi di estrazione e “L’Epd fornisce dati approvvigionamento delle quantitativi sul profilo materie prime, trasporto, ambientale di un prodotto, manifattura e processi a questi correlati; calcolati secondo le procedure di Lca ed espressi • la fase di produzione ed fasi successive. tramite indicatori di impatto” alcune Questo tipo viene definito “dalla culla al cancello con opzioni”; • l’intero ciclo di vita valutato in relazione ai confini del sistema predefiniti. In questo caso l’Epd copre la fase di produzione, costruzione e/o installazione nell’edificio, l’uso e la fase di fine vita fino al processo di riuso ed è definita “dalla culla alla tomba”. I parametri di valutazione L’unità di misura della prestazione ambientale del prodotto è definita “unità funzionale” e quantifica le funzioni o prestazioni caratteristiche del prodotto, a cui sono riferiti il flusso di dati (in/out) generato dalla Lca. Nel caso in cui la funzione specifica del prodotto all’interno del sistema edificio non sia nota, e nei casi in cui l’Epd non copra tutte le fasi del ciclo di vita, alla unità funzionale si sostituisce la “unità dichiarata”, che può essere un elemento (ad esempio un mattone o una finestra), una quantità in peso, una quantità
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in lunghezza (ad esempio un metro di tubazione), una superficie (ad esempio un m2 di parete), o un volume (ad esempio un m3 di legno). La valutazione di impatto ambientale è eseguita sulla base dei sette fattori di caratterizzazione: riscaldamento globale, riduzione fascia di ozono, acidificazione suolo e acque, eutrofizzazione, potenziale di formazione fotochimica dell’ozono, esaurimento delle risorse abiotiche e abiotiche non fossili, esaurimento delle risorse abiotiche e abiotiche fossili. A questi si aggiungono parametri quantitativi descrittivi, dal consumo di risorse (materie prime - energia, acqua - rinnovabili e non) alla produzione di rifiuti (pericolosi, non pericolosi e radioattivi) e al potenziale di riciclo o riuso contenuto nel prodotto (componenti per il riuso, materiale per il riciclo o per il recupero energetico). Questo set di indicatori costituisce il contenuto minimo di informazioni obbligatorio per ogni tipologia di Dichiarazione ambientale. Gli organismi di certificazione Uno degli schemi di certificazione più attivi è quello svedese, conosciuto come International Epd System. Tra gli attori che, con diversi compiti, ne fanno parte vi sono anche gli organismi di certificazione, che svolgono funzione di verifica e di convalida della Epd per conto dello Iec (International Epd Consortium). ICMQ Spa è tra gli organismi di certificazione accreditati per la convalida dell’Epd per i cementi, per il calcestruzzo e per l’acciaio per il cemento armato – acciaio saldabile; controlla i requisiti della Epd dei prodotti da costruzione seguendo le indicazioni della Iso 14025 e svolge la funzione di verifica dell’Epd, eseguita dopo un audit. A seguito dell’esito positivo della verifica, ICMQ propone la dichiarazione al Comitato tecnico svedese per la registrazione e la conseguente pubblicazione sul sito www.environdec.com, dove sono consultabili tutte le Epd, con una semplice ricerca per categoria di prodotto. Nell’ambito del sistema Environdec, ICMQ ha recentemente rinnovato la convalida della Epd redatta da uno dei principali produttori di cemento a livello nazionale: il gruppo Buzzi Unicem. Il cemento prodotto da Buzzi aveva ottenuto la convalida Epd già dal 2004, relativamente alla produzione di un solo stabilimento. Nel 2012 l’Epd è stato integralmente rivisto prendendo in considerazione la produzione di tutti gli stabilimenti italiani, per un totale di 13 unità produttive. Lorenzo Orsenigo – ICMQ Spa Caterina Gargari – Università di Firenze
Certificazione edifici
La verifica preliminare Leed
Negli ultimi due anni ICMQ ha costruito al proprio interno un team costituito da Leed Ap accreditati presso il Green Building Certification Institute (Gbci) ed ha acquisito esperienze significative nella verifica della fattibilità e del punteggio conseguibile da una certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) degli edifici nelle diverse fasi progettuali. Questo servizio a beneficio del committente prende il nome di verifica preliminare, o “preliminary assessment”, è poco impegnativo dal punto di vista economico e temporale, ma è molto utile per far emergere evidenze sufficienti a valutare se l’intervento oggetto di analisi è certificabile, identificando il punteggio potenziale raggiungibile. “La verifica preliminare è un Il servizio richiede una servizio poco impegnativo dal interazione operativa diretta tra ICMQ ed il punto di vista economico e team di progetto nella temporale, ma è molto utile” sua collegialità (progettisti architettonici, edili ed impiantistici), che deve essere messa in atto sin dalle fasi iniziali.
distribuito al team). Si procede quindi ad un riesame dei documenti di progetto, per una verifica circostanziata del grado di collimazione con tutti i requisiti richiesti dallo standard Leed e applicabili al progetto. Questa fase preparatoria permette di acquisire le conoscenze utili e necessarie ad una corretta esecuzione del “Preliminary Assessment”, il cui primo obiettivo è valutare, da parte del team ICMQ, la rispondenza ai prerequisiti Leed delle scelte progettuali e costruttive. Questa valutazione è necessaria in quanto il rispetto di tutti i prerequisiti dello schema - come ad esempio il conseguimento di una performance energetica minima, di standard definiti di qualità ambientale interna, di una gestione sostenibile del cantiere di costruzione - è obbligatorio per l’ottenimento della certificazione. A seguito della verifica positiva del progetto ai prerequisiti, l’analisi viene estesa a tutti i crediti dello schema Leed, effettuando una prima valutazione dei punteggi conseguibili in base allo stato attuale del progetto. Solo a conclusione di questa analisi si può identificare il livello di certificazione potenzialmente raggiungibile.
Un lavoro in team Il “preliminary assessment” inizia con un workshop con il committente e il team di progetto, finalizzato a illustrare il processo di certificazione, verificare alla luce dei requisiti Leed gli aspetti progettuali già impostati, richiedere tutta la “La certezza di ottenere un documentazione utile alle livello di certificazione Leed verifiche. ICMQ illustra inoltre i elevato è sempre una buona ruoli e le responsabilità carta da giocare nelle gare” di ogni membro del team di progetto e descrive le modalità di assimilazione del protocollo Leed nelle fasi progettuali ed operative (questo strumento di pianificazione viene poi trasferito in una tabella a matrice e
Una carta in più per le gare La valutazione preliminare può rappresentare un valore aggiunto nella partecipazione ai bandi di gara, anche quando non è esplicitamente richiesta, perché la certezza di ottenere un livello di certificazione Leed elevato è sempre una buona carta da giocare. Alcune società di costruzioni lombarde hanno cominciato a muoversi in questa direzione in occasione della candidatura alla realizzazione di edifici destinati ad attività logistica per importanti gruppi multinazionali. Si tratta di un primo ma significativo cambio di mentalità che potrebbe avere importanti ripercussioni sulla qualità del costruito e sull’ambiente che ci circonda. Enrica Roncalli
LE FASI DELLA VERIFICA PRELIMINARE Scelta del rating system Selezione del sistema di valutazione più adatto in relazione alla tipologia architettonica, alla destinazione d’uso, alle dimensioni del progetto. Workshop iniziale Riunione con committente e team di progetto per valutare il livello di certificazione ottenibile, con esame documentale di dettaglio dei temi progettuali e realizzativi. Riesame dei documenti per una verifica del grado di collimazione del progetto con i prerequisiti e requisiti richiesti dallo standard.
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Check-list Leed Creazione di una lista di controllo dei prerequisiti e dei crediti conseguibili, alla luce dei dati raccolti, per le fasi di “design” e “construction”. Rating potenziale Fornitura di indicazioni al committente e al team di progetto sui potenziali livelli di rating di certificazione conseguibili. Rapporto tecnico di verifica Preparazione di un rapporto tecnico di verifica contenente le indicazioni del livello di rating potenziale e le indicazioni generali sugli eventuali aspetti di “greening” da adottare per il progetto.
Certificazione edifici
Sostenibilità degli edifici residenziali: Gbc Home
L’associazione Gbc Italia, della quale ICMQ è socio fondatore, è nata nel 2008 per introdurre in Italia la certificazione americana di sostenibilità Leed, adattandola alla realtà del nostro Paese. Gbc Italia ha infatti come principale obiettivo la promozione dell’edilizia sostenibile nel mercato italiano e la diffusione dell’attenzione ambientale attraverso le migliori pratiche nella progettazione e nella costruzione degli edifici. La casa in particolare, grazie anche al forte valore economico e simbolico, può rappresentare un efficace stimolo nei confronti delle persone rispetto a tematiche quali risparmio energetico, gestione delle acque, qualità degli ambienti interni, salubrità, utilizzo materiali sostenibili, “Il nuovo protocollo è stato di connessione con il territorio sviluppato considerando le e comfort. caratteristiche abitative e i È con questi presupposti – modelli costruttivi italiani” e sulla scia del successo ottenuto sul mercato nazionale dal protocollo Leed Italia Nuove costruzioni e ristrutturazioni - che lo scorso marzo a Trento è stato ufficialmente lanciato un nuovo strumento di certificazione rivolto all’edilizia residenziale: Gbc Home. Di proprietà Gbc Italia, il nuovo protocollo si ispira allo standard Leed for Homes americano ed è stato sviluppato considerando le caratteristiche abitative e i modelli costruttivi italiani. Struttura e applicabilità del protocollo Il sistema di valutazione è organizzato nelle cinque categorie ambientali proprie del sistema Leed: Sostenibilità del sito (SS), Gestione delle acque (GA), Energia e atmosfera (EA), Materiali e risorse (MR), Qualità ambientale interna (QI), Innovazione nella progettazione (IP). I livelli di certificazione sono quattro, relazionati al punteggio finale perseguito dal progetto candidato: base (40-49 punti), argento (50-59 punti), oro (60-79 punti), platino (da 80 punti). Il protocollo GBC Home è applicabile a tutti gli edifici esclusivamente residenziali di qualsiasi volumetria, se la loro altezza non eccede i 4 piani abitabili, o di qualsiasi altezza, ma con superficie utile netta contenuta in 3.000 mq. Si può applicare
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inoltre agli edifici residenziali che integrano funzioni terziarie, alle seguenti condizioni: •l’altezza non deve eccedere i cinque piani abitabili entro e fuori terra; •la superficie utile quale somma delle destinazioni non residenziali non deve eccedere il 30% della superficie utile dell’intero edificio; •le destinazioni non residenziali devono essere ricomprese nelle seguenti categorie funzionali: uffici, commercio di vicinato con superficie commerciale non superiore a 300 mq, attività artigianali di servizio comunque compatibili con la residenza, esercizi pubblici, magazzini non pertinenze di altre funzioni; •gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva devono essere comuni fra la funzione residenziale e quella non residenziale, oppure se è previsto per la parte non residenziale un impianto separato - devono per esso essere soddisfatti i prerequisiti e i crediti obiettivo dell’area EA. Al fine di valutare l’adeguatezza del sistema, il protocollo è attualmente esteso in via sperimentale anche ad altre tipologie particolari di edifici non considerate ai punti precedenti. La qualità del processo di certificazione Il processo di certificazione è gestito direttamente da Gbc Italia che a sua volta si avvale di organismi di verifica accreditati (Ova) per quanto concerne le attività di verifica documentale ed esecutiva delle opere. Per garantire la credibilità del processo di certificazione, Gbc Italia accredita direttamente gli organismi di verifica sulla base di prerequisiti di struttura (in termini procedurali/contrattuali), di personale e collaboratori qualificati, di competenza specifica di processo, ivi compresa l’esperienza maturata. Gli Ova coordinano team di ispettori che debbono a loro volta essere qualificati da Gbc Italia sulla base di competenze specifiche e del superamento dell’esame finale di un corso. ICMQ, uno dei primi organismi coinvolti, interviene per compiere tutte le verifiche, sia in fase di progetto che di costruzione, al fine di garantire la credibilità e la sicurezza dello schema di certificazione attraverso verifiche di terza parte indipendenti. Per questo motivo gli Ova vengono prescelti tra quelli accreditati da parte di Accredia per la certificazione dei sistemi di gestione e le attività di ispezione e verifica. Enrica Roncalli
Certificazione edifici
Certificazione Itaca: il caso di una scuola materna
Itaca, l’Istituto per l’innovazione e trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, è l’organo tecnico della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per la materia degli appalti pubblici e opera da molti anni nel campo della sostenibilità energetica e ambientale degli edifici attraverso il Gruppo di lavoro interregionale per la bioedilizia. Operativamente parlando, la valutazione Itaca della sostenibilità ambientale di un edificio avviene tramite due gruppi di schede. Il primo gruppo riguarda il consumo delle risorse e contiene le schede di valutazione del contenimento di consumi energetici invernali ed estivi, della produzione di acqua calda sanitaria, dell’illuminazione naturale, della quantità di energia elettrica da fonti rinnovabili, dell’uso di materiali eco-compatibili, dei consumi di acqua potabile e del mantenimento “I servizi ICMQ delle prestazioni comprendono la verifica dell’involucro edilizio. delle schede compilate dai Il secondo gruppo verifica progettisti, inclusa - se l’incidenza dei carichi ambientali e analizza richiesta - la verifica del l’emissione di gas serra, calcolo della prestazione i rifiuti solidi e liquidi energetica” prodotti e la permeabilità delle aree esterne. In base alla specifica prestazione, per ogni criterio e sotto-criterio l’edificio riceve un punteggio che può variare da -1 a +5. Lo zero rappresenta lo standard di paragone riferibile alla pratica costruttiva corrente, nel rispetto delle leggi o dei regolamenti vigenti. I servizi ICMQ per il protocollo Itaca comprendono la verifica, in base ai contenuti del progetto e secondo i vari protocolli Itaca adottati dalle regioni, delle schede compilate ad opera dei
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progettisti, inclusa - se richiesta - la verifica del calcolo della prestazione energetica. La verifica indipendente, effettuata da ICMQ già su diversi casi di edifici pubblici, ha consentito agli enti interessati di attribuire con sicurezza i bonus e gli incentivi previsti per i soggetti che realizzano esempi di rilievo di edilizia sostenibile. L’intervento sulla scuola di Dro Oggetto dell’intervento era la sistemazione ed ampliamento della scuola materna del Comune di Dro (Tn), su committenza del Comune stesso, mentre il team di progettazione, autore anche della compilazione delle schede Itaca finali di valutazione, era lo Studio tecnico ingg. Girardi e Tavernini di Arco (Tn). Il progetto comprendeva l’ampliamento sul lato est a piano terra dell’esistente scuola materna, la realizzazione di un micronido al primo piano sopra la nuova volumetria e la ristrutturazione totale dell’edificio esistente. Per volere della committenza l’intervento è stato oggetto di certificazione Itaca secondo il “Protocollo sintetico TN1 - 2007”, che costituisce l’adattamento del protocollo Itaca alle specificità del Trentino. In particolare, l’adattamento tiene conto delle indicazioni provinciali in materia di classificazione delle prestazioni energetiche degli edifici ai fini della certificazione. I servizi proposti da ICMQ hanno riguardato: • verifica a campione della correttezza e completezza dei dati inseriti nelle schede dai soggetti incaricati della progettazione, costruzione e collaudo dell’opera ed eventuali richieste di chiarimento ed integrazione da parte di ICMQ; • visite ispettive in cantiere; • emissione di un “Rapporto tecnico di verifica” contenente la descrizione di tutte le evidenze raccolte, dei loro risultati, nonché del livello di certificazione raggiunto.
Gli aspetti di sostenibilità La qualità ambientale del progetto è stata perseguita attraverso il contenimento dei consumi energetici grazie alla scelta di stratigrafie particolarmente performanti: su questo aspetto è stato possibile raggiungere il punteggio massimo consentito nel criterio relativo al mantenimento delle prestazioni dell’involucro edilizio. L’intervento ha compreso inoltre l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili a servizio della produzione di acqua calda sanitaria ed energia elettrica garantendo rispettivamente la copertura annuale di fabbisogno energetico pari all’82,53% (solare termico) e al 62,9% (fotovoltaico).
IL PUNTO DI VISTA DEL COMMITTENTE PUBBLICO Intervista a Alberto Sommadossi, assessore all’Ambiente del Comune di Dro Cosa ha spinto il Comune a certificare l’intervento secondo il protocollo di sostenibilità Itaca? Il protocollo di certificazione nel campo della sostenibilità energetico-ambientale, al di là degli aspetti formali, rappresenta per un ente pubblico un importante segnale di orientamento gestionale: significa in altre parole che quel determinato ente pubblico è disposto a sostenere anche qualche difficoltà in più pur di avviare una pratica condivisa e consapevole di attenzione a tali parametri nelle varie progettazioni. In un Comune come il nostro, certificato secondo le norme Emas e 14001, questo passaggio ha comportato una profonda riflessione sia da parte della sfera politica che di quella amministrativa, concordando oltreché sugli ovvi elementi di efficienza e sostenibilità insiti nella certificazione anche sulla necessità di dare un preciso segnale. In che termini ritiene che la certificazione Itaca sia utile nel valorizzare l’intervento e nel sostegno delle politiche regionali per la sostenibilità ambientale delle costruzioni? La qualità delle nuove progettazioni e l’impegno al rispetto di parametri di
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Particolare attenzione è stata dedicata al risparmio di acqua potabile a supporto dell’irrigazione e per usi indoor attraverso apparecchiature temporizzate e di erogazione controllata. L’illuminazione interna degli ambienti è stata progettata per massimizzare il contributo di luce naturale grazie ad ampie finestrature perimetrali e a soffitto; inoltre la scelta di tinteggiature chiare per le superfici ha contribuito a ridurre l’utilizzo di illuminazione artificiale. Per quanto concerne la riduzione dei carichi ambientali, si è riscontrata la strategia volta a favorire e ottimizzare, attraverso una corretta differenziazione, il riciclo dei rifiuti solidi organici e non. Enrica Roncalli
sostenibilità ambientale sono un elemento presente oramai all’interno delle varie normative, non solo come elemento amministrativo ma anche come consapevole sostegno a quel volano economico che sempre più, nel quadro della cosiddetta green economy, dovrà trovare spazio. È importante che i percorsi certificativi negli enti pubblici non siano vissuti come un adempimento amministrativo dovuto al momento politico, ma come una decisa strategia tesa al miglioramento degli interventi edificativi che andranno via via progettati. In questo modo l’ente pubblico, oltre che intervenire sulla riqualificazione edilizia delle strutture pubbliche, si fa allo stesso tempo promotore di un orientamento culturale destinato via via a diventare sempre più auspicata pratica comune. Quali sono i motivi che hanno spinto il Comune a scegliere una verifica di parte terza indipendente? Come per il percorso di certificazione europea Emas, l’esigenza di un ente certificatore terzo trova la sua ragione nella necessità da un lato di dare serietà al percorso intrapreso e dall’altro di poter, grazie ad un giudizio oggettivo, introdurre le modifiche ed i miglioramenti necessari allo sviluppo ed al rafforzamento delle scelte progettuali effettuate.
Certificazione edifici
Sistema Edificio alla conferenza Seb’12 di Stoccolma
Lo schema di certificazione energetica Sistema Edificio creato da ICMQ a partire dal 2002, è stato riconosciuto come “best practice” italiana all’interno di Request, il progetto europeo sviluppato da un consorzio di istituti di ricerca e di agenzie nazionali europee per l’energia e finanziato dal programma Energy Intelligent – Europe. Il progetto, che coinvolge 11 Stati membri, si propone di aumentare la quantità e la qualità degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici residenziali attraverso il rafforzamento della cooperazione tra le diverse categorie professionali del recupero edilizio e il coinvolgimento dei proprietari di case o edifici, con l’obiettivo di motivarli a investire in interventi “Un’esperienza di di efficienza energetica. eccellenza che viene messa Il 5 settembre a Stoccolma a disposizione del mercato a sono stati illustrati gli esiti prezzi all’incirca equivalenti principali del programma Request nell’ambito della alle semplici certificazioni giornata conclusiva della di tipo cogente” conferenza Seb’12 sulla sostenibilità nel settore energetico e per l’edilizia, che si è tenuta dal 3 al 5 settembre 2012 presso il KTH Royal Institute of Technology con il contributo di Kes International. Nell’occasione Sistema Edificio è stato presentato come best practice italiana del settore. Lo schema di certificazione si colloca infatti all’interno delle iniziative selezionate nell’ambito degli “Strumenti e tecniche per favorire l’adozione di raccomandazioni Energy Performance Certification”.
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Un’esperienza di eccellenza Si è trattato del primo importante riconoscimento europeo di un paziente e complesso lavoro durato alcuni anni. Un traguardo che conferma le caratteristiche di qualità dello schema e gli obiettivi che ICMQ si era dato fin dall’inizio: costruire una pratica di certificazione energetica che fosse totalmente aderente allo spirito originario della direttiva 2002/91/Ce, ed oggi anche della 2010/31/Eu, in controtendenza rispetto alle banalizzazioni introdotte successivamente da alcune legislazioni regionali che hanno fatto precipitare la certificazione energetica agli odierni bassi livelli di credibilità. Sistema Edificio garantisce completezza e fruibilità dei risultati in tutte le fasi del progetto e della costruzione, consentendo il monitoraggio continuo e, se desiderato dal committente e dal suo team di progettazione, il miglioramento delle prestazioni attese. Si tratta dunque di una esperienza di eccellenza che, grazie all’esperienza ICMQ, viene messa a disposizione del mercato a prezzi all’incirca equivalenti alle semplici certificazioni di tipo cogente (intendendo le vere certificazioni, non i “pezzi di carta” che vengono spesso offerti su internet per qualche euro). Tra gli sviluppi delle metodiche messe a punto dallo schema Sistema Edificio, sono emersi negli ultimi anni anche i sistemi di diagnosi ed audit energetico riguardanti il patrimonio edilizio esistente, che si occupano, in particolare, degli edifici più grandi ed energivori, come ad esempio i centri commerciali. Il caso di studio presentato Alla conferenza di Stoccolma è stato esposto un caso di applicazione della metodologia Sistema Edificio ad un edificio esistente, costruito negli anni ’60 e sottoposto a ristrutturazione totale. In quell’occasione sono state utilizzate da ICMQ le tecniche di indagine più moderne per definire in modo preciso le caratteristiche dell’edificio (del quale non era più disponibile il progetto) e perciò i parametri di scambio termico delle pareti, i serramenti, i ponti termici, i fenomeni di umidità etc. Si è poi condotta la procedura di certificazione Sistema Edificio nello stato ante-ristrutturazione, definendo la relativa prestazione energetica e tutti i possibili suggerimenti di miglioramento. Successivamente, il feed-back di tali
suggerimenti è stato utilizzato dal team di progettazione per mettere a punto gli interventi di “efficientamento” dell’edificio, interventi la cui attuazione è stata costantemente monitorata in modo da raggiungere con sicurezza la prestazione voluta. Tutto ciò ha consentito ai potenziali acquirenti di valutare con precisione l’efficacia della ristrutturazione attuata (comparazione diretta delle prestazioni ante e post ristrutturazione) ed all’investitore di realizzare, nella vendita, una corretta plusvalenza economica del lavoro eseguito. Nella parte conclusiva dell’intervento presentato a Stoccolma ci si è soffermati su quella che è la condizione essenziale per raggiungere gli scopi ultimi assegnati dalle direttive europee alla certificazione energetica: diminuire la spesa energetica europea e perseguire un modello low-carbon nelle nostre società. Per raggiungere questi obiettivi, è stato ricordato, è essenziale migliorare e difendere il valore della certificazione. In alternativa, il mercato verrà invaso da carte di dubbio valore,
EFFICIENZA ENERGETICA: ITALIA DEFERITA ALLA CORTE DI GIUSTIZIA UE È notizia dello scorso aprile che la Commissione europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia Ue per inadempienze nell’applicazione della direttiva 2002/91/Ce sul rendimento energetico nell’edilizia, tematica nel frattempo disciplinata anche con la 2010/31/Ue. Le ragioni di questa inadempienza riguarderebbero principalmente due elementi: l’Ace (attestato di certificazione energetica) e le ispezioni sugli impianti di condizionamento. Per quanto riguarda gli Ace la direttiva prevede che nei casi di edifici in fase di costruzione, compravendita o locazione il documento sia redatto ed eseguito da parte esperti qualificati e/o accreditati, che sia messo a disposizione del proprietario o che questi lo fornisca al futuro acquirente o locatario. La Commissione ritiene invece che l’attuale legislazione nazionale: • non preveda sempre l’obbligatorietà dell’Ace; in particolare c’è poca chiarezza per quanto riguarda la locazione, per la quale attualmente è richiesto che l’Ace sia messo a disposizione quando già esistente;
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utili solamente ai fini burocratici. In quest’ottica assumono una importanza essenziale estesi controlli sulla qualità delle certificazioni che devono essere messi in atto dal legislatore, ma anch’essi, per essere efficaci, devono risultare trasparenti e di qualità indiscutibile. I tavoli di lavoro di Request La partecipazione ICMQ al progetto Request, sollecitata da Enea fin dal 2010, si è espressa anche nell’ambito dei “Tavoli di lavoro 4E Efficienza energetica edifici esistenti” promossi dalla Sezione edilizia residenziale - terziario dell’Utee Enea, ed in particolare nel tavolo Certificazione energetica, consentendo di mettere a disposizione tutta l’esperienza maturata in questi anni di attività. Obiettivo principale dei Tavoli di lavoro 4E è stato quello di individuare barriere e opportunità nell’attuazione degli strumenti legislativi vigenti ma anche contribuire a delineare nuovi scenari di intervento e proporre miglioramenti alla legislazione vigente ed alla sua applicazione. Alberto Lodi
• consenta la deroga all’obbligo della redazione dell’Ace da parte dell’esperto qualificato e/o accreditato, non prevista dalla direttiva; nel nostro Paese è infatti possibile per edifici con superficie utile fino a 1000 mq un’autocertificazione, attestando che l’immobile ricade nella classe energetica peggiore e che i costi per la gestione energetica sono elevati. Al di là degli aspetti tecnici, questo deferimento sembra essere un ulteriore segnale della distanza che si sta progressivamente creando nel nostro Paese tra le aspettative e la realtà applicativa di questi strumenti. Sorti per essere elementi di trasparenza sul mercato, in grado di misurare e quindi innalzare la qualità della prestazione energetica degli edifici, favorendo politiche a favore del contenimento dei consumi e a beneficio della sostenibilità ambientale, in mancanza di una professionale e rigorosa modalità applicativa e di controllo rischiano di perdere autorevolezza per divenire meri atti burocratici, percepiti solo come uno scomodo costo aggiuntivo. Manuel Mari
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Garantire l’efficienza energetica degli edifici ottimizzando gli investimenti del costruttore A fronte di una molteplicità normativa e conseguente confusione riguardante i certificati energetici, ICMQ è stato tra i primi in Italia a presentare una prassi di certificazione energetica che costituisce un riferimento sicuro per ogni transazione immobiliare, tant’è vero che è stata riconosciuta da Enea, nell’ambito del progetto europeo Request, come una delle “best practice” in questo campo. ICMQ presenta oggi l’esito più maturo di questa pluriennale esperienza, l’Attestato di qualità di certificazione energetica Sistema Edificio®, con l’obiettivo di fare finalmente chiarezza, di minimizzare i costi e massimizzare i vantaggi per l’investitore/costruttore e l’utente e, soprattutto, di reintrodurre certezze per il mercato. Negli ultimi tempi infatti ICMQ aveva raccolto numerosi segnali dagli attori del mercato che lamentavano una progressiva dequalificazione della certificazione energetica, ormai ridotta a mero pezzo di carta complice anche la scarsità di efficaci controlli, con l’allarmante risultato di una perdita di credibilità di questo strumento, così come dell’impulso all’innovazione. Questa spinta rappresentava tra l’altro una delle motivazioni forti per le quali la Ue nel 2002 ha introdotto la certificazione energetica e nel 2010 ha prodotto la nuova “EPBD recast”, nata per indicare a tutta Europa il nuovo obiettivo: le case a quasi “zero energia”, un modo anche per favorire l’uscita del settore costruzioni dall’attuale congiuntura economica sfavorevole.
“Nel 2010 la Ue ha prodotto la nuova “EPBD recast” per indicare il nuovo obiettivo: le case a quasi “zero energia”, un modo anche per favorire l’uscita del settore costruzioni dalla crisi”
Il caso di Oderzo Tra i primi ad avvalersi dell’Attestato di qualità di certificazione energetica Sistema Edificio® c’è la Marson Costruzioni Srl di Motta di Livenza (Tv). Nello scorso mese di luglio è stata infatti conclusa la certificazione energetica di un edificio di nuova costruzione secondo questa procedura volontaria di qualità: il Residence Prometeo, a Oderzo. Si tratta di un edificio residenziale costituito da due corpi rispettivamente di tre e quattro piani fuori terra con 11 unità immobiliari complessive.
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La struttura portante è in calcestruzzo armato, con pareti perimetrali a cassa vuota e isolamento nell’intercapedine o a cappotto esterno; la copertura ha struttura lignea con coibentazione ed intercapedine debolmente ventilata; i serramenti sono in legno con doppio vetro basso emissivo, mentre i sistemi di oscuramento sono prevalentemente costituiti da scuri in legno. Per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria l’edificio è servito da un generatore combinato, centralizzato, costituito da una caldaia a condensazione a metano, dotata di una pompa che si aziona solo all’attivazione del generatore di calore. La distribuzione dell’impianto di riscaldamento è di tipo verticale con colonna montante nelle pareti del vano scala, dove ai vari piani sono collocati i contabilizzatori, dai quali si diparte la rete di distribuzione interna agli alloggi. Il fluido termovettore è spinto da una pompa che si arresta in mancanza di richiesta; il sistema di emissione è costituito da pannelli radianti annegati a pavimento e radiatori scaldasalviette nei servizi igienici; una sonda climatica esterna governa la temperatura di mandata dell’acqua da parte della caldaia e nei vari locali vi sono cronotermostati o termostati ambiente. Il generatore di calore alimenta inoltre due bollitori da 1000 litri ciascuno destinati a contenere l’acqua calda sanitaria ed è integrato con un impianto solare termico; la circolazione tra i bollitori e i 10 collettori di tipo vetrato piano, installati sulla falda del tetto esposta a Sud, è garantita da una pompa governata da una centralina solare. Infine, ciascuna unità immobiliare è dotata di un impianto di ventilazione meccanica a doppio flusso con recuperatore di calore del tipo entalpico. Ma che cosa ha significato attuare una procedura di qualità per una certificazione, come quella energetica, i cui requisiti sono già fissati dalla legge? Lo descriviamo con uno schema di processo, riportato nella figura della pagina successiva. La fase di progetto La procedura per conseguire l’Attestato di qualità di certificazione energetica Sistema Edificio® è iniziata fin dalla fase di progettazione esecutiva dell’edificio mediante una valutazione preliminare della certificazione energetica cogente, per definire la quale si è anche effettuata una puntuale analisi bi-dimensionale dei ponti termici. Questa valutazione, rendicontata in un apposito rapporto tecnico di verifica, ha lo scopo di prevedere la prestazione energetica dell’immobile basandosi sul progetto esecutivo trasmesso al certificatore, progetto che, salvo successive
modifiche o varianti realizzative, sarà certificato al termine dei lavori. Essa consente al committente ed al suo team di progettazione di valutare la convenienza economica e la possibilità tecnica di migliorare energeticamente l’intervento, anche avvalendosi dei suggerimenti che l’ispettore-certificatore ICMQ fornisce nel rapporto tecnico di verifica. Nel caso di Oderzo, la committenza ha raccolto alcuni di questi suggerimenti apportando modifiche progettuali che, sottoposte nuovamente a valutazione preliminare, hanno elevato la classe prestazionale di ben 8 delle 11 unità immobiliari: 7 da classe B a classe A e 1 da classe C a classe B. Al termine di questa fase ICMQ ha rilasciato gli Attestati previsionali di certificazione energetica (in fase di progetto) Sistema Edificio®, i quali rappresentano un efficace strumento a disposizione del committente per comunicare ai potenziali acquirenti la prestazione energetica dell’immobile in corso di costruzione, con la garanzia di un organismo di certificazione di parte terza. Prestazione che, salvo varianti realizzative, potrà essere riconfermata al termine dei lavori con l’Attestato di certificazione finale, di legge.
“Le ispezioni in cantiere registrano le variazioni occorse durante la realizzazione dell’edificio, per aggiornare di conseguenza la valutazione energetica sulla quale si basa la certificazione finale”
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La fase di costruzione In fase di realizzazione l’ispettore ICMQ ha condotto l’attività di auditing presso il cantiere di Oderzo, con una serie di visite ispettive finalizzate a verificare l’esecuzione delle opere e la loro corrispondenza con quanto previsto dal progetto sottoposto in precedenza alla valutazione previsionale. Ciascuna visita è rendicontata attraverso un rapporto tecnico che fornisce le evidenze delle verifiche documentali e dirette effettuate in sito e segnala le non conformità che possono avere un impatto sulla prestazione energetica. Queste ispezioni in cantiere consentono di confermare o registrare con sicurezza le variazioni occorse durante la realizzazione dell’edificio, per poi aggiornare di conseguenza la valutazione energetica sulla quale si basa la certificazione finale. Rappresentano inoltre un servizio di supporto alla direzione lavori e alla committenza, in quanto consentono di monitorare e gestire tempestivamente le non conformità, che se sottovalutate possono pregiudicare il conseguimento della classe prestazionale desiderata; al contrario, è possibile anche contribuire a migliorare la prestazione finale. Cosa che è avvenuta nel caso di Oderzo, dove al termine dei lavori la classe certificata di 3 delle unità immobiliari si è incrementata (2 dalla classe B alla classe A e 1 dalla classe A a quella A+), mentre per le rimanenti unità immobiliari non si è registrato alcun peggioramento rispetto a quanto previsto con la valutazione preliminare. Alberto Lodi e Manuel Mari
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ICMQ
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ICMQ, organismo di terza parte indipendente, è riconosciuto come partner competente, rigoroso ed affidabile, in grado di erogare la più ampia gamma dei servizi di certificazione nel mondo delle costruzioni.
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