Prof. Albrecht Benno Prof. Mauro frate
EcoDenCity
Un modello di svoluppo possibile Il progetto nasce dall’approfondimento del pensiero di alcuni pensatori dell’ottocento. Un pensiero fortemente critico verso la nuova città che andava configurandosi in seguito alla rivoluzione industriale; essi propongono una nuova città, un nuovo uso del territorio, antiurbano, in contrapposizione alla città compatta. Due intellettuali americani come Waldo Emerson e Henry Thoreau introdurranno, negli anni ‘30 dell’ottocento, la possibilità di un nuovo rapporto di gentilezza e raffinata cortesia tra uomo e natura in contrapposizione alla tecnica. Sarà Emerson, nel libro Natura, scritto nel 1836 a dire che “il piacere più grande che i campi e i boschi procurano è l’indizio di una relazione nascosta tra l’uomo e il regno vegetale” e poi ancora, che “l’universo appartiene a ogni singolo individuo che lo abita. Ogni creatura razionale possiede tutta la natura come sua dote e patrimonio. E’ sua se vuole. Se ne può privare, può strisciare in un angolo e abdicare al suo regno, come fa la maggior parte degli uomini, ma l’uomo in virtù della sua stessa costituzione ha diritto al mondo”. Alle teorie di questi pensatori seguirono le utopie urbane di Robert Owen e Charles Fourier sella prima metà del XIX secolo. Fourier capisce che la civiltà industriale provoca danni irreparabili all’ambiente, denuncia un atteggiamento predatorio dell’uomo nei confronti della natura introducendo il controllo dello spreco di risorse. Propone come modello di insediamento il Falansterio: unità residenziale adatta alle “falangi”, un unico edificio regolare il cui centro è destinato alle funzioni pubbliche, con una grande strada interna che collega fra di loro le varie unità funzionali. La proposta antiurbana di Fourier introduce un nuovo modo di utilizzare il territorio, costellato da edifici unitari autosufficienti e con un nuovo ordine sociale. È proprio a partire da queste teorie che nasce la proposta per un modello di utilizzo del territorio che ponga al centro del progetto la Natura e il rapporto dell’uomo con essa. Abbiamo immaginato una città che somigli ad una foresta, una città che come un si-
Nella pagina accanto: Strategia territoriale
Uomo cacciatore-raccoglitore l’uomo è nomade, si sposta nel territorio, si nutre cacciando gli animali e raccogliendo i frutti della terra.
Rivoluzione agricola L’uomo è nomade, si sposta nel territorio, si nutre cacciando gli animali e raccogliendo i frutti della terra.
stema naturale attinga dal suo ambiente, ma a sua volta dia qualcosa in cambio, una città che produca più energia di quella che consuma, che purifichi le proprie acque, che fornisca ombra e un habitat a diverse specie animali.La Natura diventa quindi l’elemento principale del progetto, essa deve essere preservata ad ogni costo; la nuova espansione della città deve avvenire nei territori già compromessi dalle attività dell’uomo. Il modello territoriale che ne deriva è il risultato della combinazione di tre tipi di insediamento, determinati dalle attività produttive dell’uomo: 1. La città diffusa agricola 2. La città lineare produttiva 3. La città compatta dei servizi I tre insediamenti danno luogo a delle triangolazioni che ordinano il territorio.
Il cammino verso la rivoluzione sostenibile
Rivoluzione industriale fo L’uomo inventa macchine a nica; inizia l’era industriale: entrano materie prime ed e
ordista azionate ad energia meccauna grande fabbrica dove esce il prodotto finito.
Rivoluzione industriale post fordista L’industria si specializza, si frammenta e si delocalizza nel territorio: una rete di industrie minori si specializzano, la grande industria assembla.
La città produttiva agricola
Rivoluzione sostenibile Si prende coscenza che la Natura è una risorsa irriproducibile. Ogni azione antropica deve limitare il prelievo di risorse e il consumo di territorio.
La città lineare produttiva
La città cpmpatta dei servizi
Prof. Albrecht Benno Prof. Mauro frate
La città lineare produttiva La nuova città produttiva, come una grande infrastruttura incastonata nel paesaggio si attesterà nelle aree già fortemente compromesse. Essa è il risultato della combinazione di tre criteri compositivi: l’insediamento si distribuisce linearmente lungo l’asse della ferrovia esistente, la città si articola su layer funzionali disposti verticalmente, il suo sviluppo avviene per nuclei successivi a partire dalla stazione centrale. I singoli nuclei successivi della città lineare ospiteranno 7.500 persone su una lunghezza di 1.080 metri di lunghezza realizzati a partire dalla stazione centrale per quartieri successivi di 60 metri. La città, per non compromettere il layer biotico, si alza su trampoli che al loro interno ospitano le funzioni di servizio e di risalita che portano ad ogni livello. Il primo layer ospita le attività produttive, attività i cui prodotti e sottoprodotti nutrono l’ecosistema con materiali biodegradabili, nelquale i materiali tecnici invece di essere bruciati o seppelliti, possono autogenerarsi ed essere reintrodotti nel ciclo produttivo. Al di sopra di esso troviamo lo spazio pubblico, una grande strada pedonale che, come nel Falansterio di Charles Fourier, collega fra loro varie unità funzionali e consente agli abitanti di raggiungere la stazione principale in meno di 7 minuti a piedi. Il terzo livello è invece costituito dalle unità residenziali raggruppate e organizzate gerarchicamente in unità aggregative di 106 persone e in quartieri, facenti riferimento allo stesso sistema di risalita, di 424 persone. Il quarto layer invece è destinato alla produzione dell’energia necessaria a soddisfare le esigenze della popolazione della città. La città produttiva quindi invece di usare la natura come semplice strumento nelle mani dell’uomo, diventa strumento della natura mettendosi al suo servizio.
Nella pagina accanto: Vista interna Vista esterna di scorcio
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Prof. Albrecht Benno Prof. Mauro frate
La città compatta dei servizi
La città compatta dei servizi La città compatta esistente, i cui confini vengono definiti da un limite minimo di densità di 1,5 m2/ m2 diventeranno centri della cultura, della ricerca, della formazione, degli scambi commerciali, della direzionalità politico-amministrativa. Il tessuto della città compatta dei servizi verrà rigenerato grazie alla rinaturalizzazione degli spazi precedentemente occupati dall’automobile. Questo è reso possibile dall’introduzione di un nuovo sistema di trasporto collettivo sopraelevato. Le nuove stazioni si alzeranno sulla città come grandi obelischi la cui presenza sarà percepita da ogni piazza, da ogni vicolo. Il simbolo della nuova rigenerazione ospiterà tutte le funzioni sociali e aggregative che oggi scarseggiano nella città. Sorgeranno centri per lo spettacolo, per l’intrattenimento, per lo studio e per il tempo libero. Si vuole inoltre arricchire l’ecosistema urbano. Al biotipo artificiale [con biocenosi nulla] costituito da edifici ed industrie si vuole associare e potenziare il biotipo seminaturale [con biocenosi alta] composto da corridoi biotici e parchi, ed infine implementare il biotipo semiartificiale [con biocenosi bassa] comprendente boulevard ecologici, orti urbani e giardini. I servizi della biodiversità sono dati dai corridoi biologici, che mettono in comunicazione i grandi biotipi naturali [con biocenosi massima], collocati esternamente alla città diffusa; la trasformazione dei benefici naturali e la loro fruizione avviene nei boulevard ecologici e negli orti urbani. Allo stesso tempo i corridoi biologici che attraverseranno la città porteranno una serie di servizi agli abitanti: purificazione di aria e acqua, mitigazione di inondazioni e siccità, generazione e conservazione dei terreni e rinnovo della loro fertilità, depurazione delle acque reflue e loro re-immissione nel naturale ciclo dell’acqua, depurazione e decomposizione dei rifiuti, impollinazione, dispersione dei semi, rotazione e movimento dei nutrienti, controllo naturale degli infestanti, aumento della biodiversità all’interno delle città, protezione delle coste dall’erosione, protezione dai raggi ultravioletti, stabilizzazione del clima, moderazione degli estremi del clima e dei loro effetti ma soprattutto soddisfazione estetica e spirituale.
Nella pagina accanto: Vista a volo d’uccello città compatta Vista del corridoio biotico
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I processi della città compatta proseguiranno con interventi puntuali mirati alla riqualificazione del tessuto che verteranno su quattro punti fondamentali: densificazione, mantenimento del tessuto storico, rielaborazione del nuovo attacco a terra e rigenerazione delle aree degradate. La densità della città verrà omogeneizzata fino al raggiungimento di 2,5 m2/ m2. La rigenerazione si concentra sull’aumento dell’offerta di servizi in quanto l’aumento della densità lo richiede. Oltre ai consueti servizi per la comunità, come centri culturali e spazi di aggregazione, verranno introdotti nuovi luoghi di deposito e gestione delle materie prime dei boulevard ecologici, nuovi sistemi di raccolta e riciclo dei rifiuti e dell’acqua, nuovi sistemi per la produzione di energia. Questa secondo noi può rappresentare un’alternativa all’attuale modello di sviluppo delle città. Una città che entra in armonia con la Natura nella piena consapevolezza che “La terra è in usufrutto ai viventi e nessuna generazione può assumersi i debiti più grandi di quelli che può ripagare”.
Nella pagina accanto: Interventi sulla città compatta
Nella pagina accanto: La stazione rigenerativa
CONCEPT
Estrusione
Lacerazione
Sottrazione
Scavo
Prof.ssa Patrizia Montini Zimolo
Laboratorio integrato sostenibilità1 Progetto terzo classificato al concorso SAIE selection 2011 Manzana 2.0 Verso una Barcellona sostenibile
Planimetria 1:1000
La zona di intervento è individuabile in Carrer Pere IV, vicino a Placa de les Glories Catalanes, nella vecchia zona industriale di Barcellona, molto vicino al centro della città di Barcellona. Il progetto consiste nell’edificazione di almeno 75000 m3 suddivisi per almeno il 10 % in residenza speciale, ed il rimanente residenza, spazi commerciali e spazi di servizio per la manzana (l’isolato di Barcellona). Dal progetto sono individuabili tre volumi principali, di cui uno indipendente e collocato a Nord, mentre gli altri due di forme distinte ma complementari, possiamo raggrupparli concettualmente e morfologicamente; un unico volume a forma di G viene tagliato per ottenere un blocco unico esposto verso la strada principale, ed un blocco a forma complessa compreso all’interno dell’isolato definito. Il primo volume, a nord, è destinato ad alloggiare le residenze speciali, di co-housing; è composto al piano terra da una zona commerciale, ed il vano scale ed ascensori mentre al primo piano si trovano tutti i servizi comuni. Dal secondo piano vi sono gli alloggi. Il secondo volume, come il terzo, ospitano al piano terra gli spazi commerciali (verso la strada e la piazza), e gli spazi di servizio per la manzana (interni alla stessa). Dal primo piano si sviluppa tutta la parte residenziale. L’eccezione consiste in un ala dell’edificio, adibita a residenze per anziani aventi al piano terra ambulatori ed ambienti per la collettività, mentre dal primo piano, gli alloggi. Tecnologia costruttiva adittata La copertura è orizzontale ed ospita un tetto giardino. I materiali utilizzati nell’intervento sono il calcestruzzo armato per la struttura portante, solai in legno-cemento, il tamponamento verticale esterno è composto da un rivestimento protettivo esterno in Corian, con un intercapedine ventilata, uno strato isolante che evita il ponte termico in corrispondenza dei pilastri. Il telaio in legno è chiuso con pannelli di Celenit isolando l’intercapedine con il sughero; i montanti lignei sono ancorati ai solai con angolari in acciaio. Per le partizioni interne, si è pensato ad una parete con telaio in alluminio, pannelli MDF, uno strato isolante ed intonaco di calce. Gli infissi sono Nella pagina accanto: Sezione Trasversale e planimetria
21 marzo
21 giugno
21 dicembre Loggia sulle facciate esposte a sud p differenziare la captazione p per solare
Strategie per il controllo solare
Pianta piano primo Scala 1:400
SISTEMA COSTRUTTIVO
20°C
29°C
Struttura in calcestruzzo armato _ Bassa embody energy _ Durabilità _ Possibilità espressiva
STRATEGIE PROGETTUALI
Tamponamenti a secco _ _ _ _ _
Flessibilità Smontabilità Facile accesso impianti Velocità di montaggio Basso costo
Involucro ad alte prestazioni
Cross ventilation
Corte termica
Schermature Logg solari
gia
Camino di ventilazione
Tetto verde
Massa termica/sistema strutturale
Permeabilità dei suoli
per il risparmio energetico
Recupero acqua piovana
Fotovoltaico e solare termico
Geotermia
Scambiatori aria terreno
SISTEMI PASSIVI E ATTIVI
28°C
Orientamento Raccoglimento Flessibilità dello spazio zone umide
Accessibilità
Parcheggio bici
Giardino attrezzato
Asilo di quartiere
Negozi
Casa per anziani
Lavanderia pubblica
Sala pubblica Raccolta differenziata
SERVIZI PER GLI UTENTI
Parcheggio auto
Prospetto lato Nord Scala 1:400
Prospetto lato Sud Scala 1:400
Sezione longitudinale Scala 1:400
Sezione verticale Scala 1:40
Prof. Srefano Rocchetto Prof.ssa Ilaria Cavaggioni Prof. Luca Cecchinato Prof.ssa Maria Malvina Borgherini
Laboratorio Integrato sostenibilità 2 L’ospedaletto di Venezia Il progetto si colloca nel cuore dell’insula dei santi Giovanni e Paolo in un area precedentemente occupata dall’Ospedaletto di Venezia, un importante istituto assistenziale che permane in città fin dal 1527. Gli elementi che caratterizzano maggiormente l’insula sono: la Chiesa, la Barbaria delle Tole el’ospedale civile. Temi di progetto: La permeabilità dell’Insula L’intervento vuole ripristinare il percorso che collega la Barbaria delle Tole con le Fondamenta Nove, e quindi con la fermata del vaporetto. Questo collegamento che da sempre garantisce la permeabilità verticale dell’insula venne infatti interrotto a partire dagli anni ‘60 con l’ampliamento dell’ospedale civile. Il dialogo con la struttura morfologica esistente Analizzando le fasi di sviluppo che hanno segnato la storia dell’insula si nota che fin dalla sua fondazione avvenuta nel XII secolo lo sviluppo del tessuto edilizio avviene tramite lotti gotici che si attestano sulla Barbaria delle Tole: ne rappresentano quindi l’elemento generatore. Il progetto vuole ricollegarsi alla struttura morfologica originaria mediante due blocchi composti ciascuno da due file parallele di edifici a schiera sviluppati su tre piani, le cui teste si affacciano sullo spazio pubblico posto a Sud. Dalla parte opposta il dialogo con l’ospedale è più difficoltoso. Il muro di cinta è quindi di limite tra le due aree. La qualità dell’alloggio Particolare attenzione viene data alla qualità degli alloggi. Per ogni alloggio è previsto uno spazio di pertinenza esterno sul quale si affaccia la zona giorno. Per raggiungere il massimo comfort abitativo gli alloggi sono progettati per garantire la cross-ventilation, particolarmente efficace in caso di clima caldo-umido.
Nella pagina accanto: Inserimento territoriale
Pianta piano terra
Vista a volo d’uccello Sezione trasversale nuovo intervento
Alloggio tipo Piano terra
Alloggio tipo Piano secondo
Vista intervento di restauro
Vista spazio pubblico a Sud
Vista accesso all’area
Vista spazio pubblico di accesso alle residenze
Ipotesi A Struttura in CLS armato
Sezione verticale alloggio Scala 1:100
Pianta alloggio Scala 1:100
Prospetto Scala 1:100
Ipotesi B Struttura a secco in acciaio
Sezione verticale alloggio Scala 1:100
Pianta alloggio Scala 1:100
Prospetto Scala 1:100
Donner & Sorcinelli associati
Tirocinio
Ampliamento scuola primaria Sedico [BL] Progetto menzione speciale Il provegetto prevedeva l’ampliamento della scuola primaria di Libano nel comune di Sedico con un manufatto di 300 m2 atto ad ospitare quattro aule ad uso didattico. L’edificio esistente, risalente ai primi anni del ‘900 è vincolato qunidi è stata posta particolare attenzione al rapporto tra nuovo ed antico. Sfruttando la presenza di un leggero dislivello si è deciso di realizzare un edificio parzialmente interrato in modo da non ostruire la vista e quindi l’ingresso della luce nelle aule didattiche della scuola esistente. La copertura del nuovo intervento diventa in questo modo un grande giardino a disposizione degli alunni nei momenti ricreativi. particolare attenzione è stata posta ai temi della sostenibilità, in particolare all’orientamento dell’edificio, ai sistemi attivi e passivi per il risparmio di energia e all’involucro edilizio.
Concept
Vista intervento
Sezione trasversale Scala 1:400
Pianta piano interrato Scala 1:400
Sezione longitudinale Scala 1:400
Esploso assonometrico
Prospetto trasversale Scala 1:400
Prospetto longitudinale Scala 1:400
Vista nuovo accesso
Vista nuovo accesso
Vista tetto giardino
Prof. Longhi Davide
Progettazione Urbanistica
Il nuovo porto di Vasto, Chieti Il progetto consiste nel recupero della Valle del Lebba che dal dopoguerra ad oggi è stata contaminata da insediamenti industriali molto invasivi. Questi hanno perturbato e rovinato la zona ad alto interesse storico e ambientale, recentemente classificata come “zona SIK”. Il nostro tema ed obiettivo è quello di creare un nuovo agglomerato urbano che possa sfruttare le opportunità turistiche offerte dal porto Vasto e “risanare” una zona dalle valenze ambientali e paesaggistiche dallo spessore così elevato. Fin dai primi approcci l’intervento nasce a partire da un percorso pedonale che collega il nuovo porto turistico con la parte finale del nuovo paese, creando delle strutture urbane ed insediative dalla vocazione tipicamente turistica, avvolte in un anello viario che circonda e fa da limite urbano all’edificazione. L’ intervento comprende principalmente quattro ambiti: il porto, l’area dei servizi, la zona abitativa e la zona commerciale, rese il più possibile compatibili tra loro. Il porto e la zona commerciale fanno da poli allo sviluppo dell’insediamento e ospitano i principali servizi necessari. Un parco integrato da una serie di terrapieni dolcemente adagiati sul terreno fanno da sfondo al centro commerciale e avvolgono a NordOvest la piccola cittadina, fungendo da filtro visivo e acustico rispetto alla retrostante zona industriale.
Nella pagina accanto: Planivolumetrico intervento
Situazione odierna
Limatazione zona industriale
Ipotesi di intervento
Verde pubblico
Viabilità fast
Viabilità pedonale
Destinazione d’uso
Il cuore residenziale L’area da me sviluppata si colloca nella zona centrale dell’intervento. La necessità principale è quella di realizzare un forte asse pedonale che metta in collegamento i due principali poli di attrazione che compongono il progetto. Esso è concepito come una piazza allungata caratterizzata dal susseguirsi di spazi e situazioni diversi tra loro. Il secondo obiettivo è quello di creare una serie di flussi che interferiscano sul percorso principale e permettano di collegare trasversalmente il nuovo parco del Lebba, la zona pedonale e la zona ad elevato interesse paesaggistico posta a Sud. Per l’area destinata alla residenza ho scelto un sistema insediativo ad alta densità, sacrificando la spazio privato in favore dello spazio pubblico e dando quindi maggiore importanza ai rapporti interpersonali e di vicinato. La compattezza degli edifici che delimitano lo spazio vuole creare un senso di intimità che porti abitanti e visitatori a raggiungere una condizione di benessere. La mobilità fast è limitata all’anello che circonda l’intervento, per limitare l’impatto delle automobili e garantire una maggiore qualità dell’abitare.
Nella pagina accanto: Vista aerea zona residenziale
Attacco a terra
Piano secondo
Piano primo
Piano terra
Sezione territoriale
Vista dalla cintura di verde
Vista interna quartiere
Prof. Ferlenga Alberto
Progettazione architettonica e urbana Teatri di guerra, trame di sguardi Il progetto si colloca nell’Altopiano di Asiago, un luogo segnato dai tragici eventi della storia. La pratica progettuale ha quindi affrontato una riflessione sui rapporti tra architettura, storia e paesaggio, ed in particolare sulla valorizzazione di un contesto ambientale così rilevante, ma allo stesso tempo anche anonimo e privo di identità. I caratteri fondamentali da me considerati sono, oltre ai dati e agli eventi storici, i percorsi carrabili preesistenti, i percorsi pedonali (storico e naturalistico), l’orientamento e la localizzazione del manufatto rispetto a punti di particolare rilevanza storica, come la cima dell’Ortigara. Già a partire dai primi schizzi la mia volontà è stata quella di rappresentare dei frammenti che penetrano e segnano la roccia della montagna, quasi a rappresentare le centinaia di migliaia di proiettili, chiodi e picchetti che si incontrano percorrendo questi luoghi. Dal punto di vista compositivo l’impianto non è altro che una piastra, completamente nascosta all’interno della montagna, sulla quale vanno ad incastrarsi quattro volumi che andranno poi a caratterizzare il prospetto del progetto. Il museo si sviluppa su tre livelli: il piano terra, rialzato di 50 cm rispetto alla quota del piazzale, ospita le sale espositive del museo e le funzioni di servizio essenziali ad esso; il primo piano, in cui sono collocate le funzioni secondarie che comprendono le due
Nella pagina accanto: Vista dell’intervento dal piazzale
aule Workshop, le due foresterie e l’alloggio del custode; e il secondo piano destinato al ristorante panoramico, dotato di un giardino sospeso utilizzabile ache per esposizioni temporanee e spettacoli all’aperto. La sezione rivela l’intero funzionamento dell’impianto: la fascia interna è destinata alle strutture di risalita e ai vani tecnici e di servizio; la fascia centrale ospita gli spazi di attraversamento e distribuzione delle persone, e in quella più esterna individuiamo le zone servite e di sosta. Gli spazi museali non sono tradizionali ma sono concepiti come un percorso sensoriale che ha l’obiettivo di coinvolgere il visitatore e farlo emozionare.La sensazione che si vuole ricreare è quella di una visita a una caverna, in cui il buio viene interrotto da improvvisi fasci di luce abbagliante.
Prospetto intervento
Il gesto generatore della forma
Principali flussi
Sezione territoriale Scala 1:500
Sezione teritoriale Scala 1:500
Planimetria
Pianta piano terra Scala 1:300
Pianta piano primo Scala 1:300
Pianta piano secondo Scala 1:300
Vista intervento dal percorso
Sezione B-B’ Scala 1:250
Riferimento sezioni
Sezione C-C’ Scala 1:250
Sezione F-F’ Scala 1:250
Prof.sa Tatano Valeria
Progettazione di sistemi costruttivi
Centro residenziale passivo Samer Mosl, Salisburgo Scopo del corso era quello di acquisire gli strumenti critici necessari a comprendere le connessioni che legano il progetto architettonico alla sua realizzabilità costruttiva secondo gli standard oggi indispensabili. Il progetto scelto è il centro Samer Mosl, particolarmente interessante per il fatto che si tratta di un edificio residenziale popolare passivo. I principali accorgimenti adottati nella fase di progettazione per raggiungere un fabbisogno energetico pari a 10 kWh/m2a sono: - l’orientamento dei tre edifici residenziali, il cui lato più lungo è ruotato di 45° rispetto all’asse elioter mico, garantendo un equo soleggiamento delle facciate principali; - le facciate principali presentano la medesima su perficie vetrata; - il rapporto superficie/volume, pari a 0,4 m2/m3; - l’elevato isolamento termico ottenuto attraverso l’eliminazione dei ponti termici; - l’utilizzo di pareti costituite da un telaio in legno aventi una trasmittanza termica U=0,1 W/m2K.
Nella pagina accanto: Vista da una delle terrazze.
Attacco a terra Scala 1:500
Vista facciata esterana
Vista dal terrazzo privato
Prospetto verso la strada
Struttura in pareti intelaiate
Sezione trasversale Scala 1:300
Particolare attacco solaio Scala 1:20
Spaccato assonometrico parete
Particolare attacco a terra Scala 1:20
Struttura in pannelli in tavole di legno
Prospetto Sud-Est Scala 1:300
Particolare attacco solaio Scala 1:20
Spaccato assonometrico parete
Particolare attacco a terra Scala 1:20
Prof. Albrecht Benno
Progettazione architettonica 2
Low rise, hight density residenze sociali a Chandigarh, India Il progetto si colloca nella città di Chandigarh, progettata e realizzata negli anni ’50 da Le Corbusier e destinata a diventare la capitale amministrativa della nuova regione del Punjab, in India. La metropoli è organizzata in 56 settori ciascuno con una dimensione di 800 per 1200m. Ogni settore è organizzato come un organismo indipendente e al suo interno troviamo edifici religiosi, commerciali, centri sportivi, scuole e naturalmente edifici residenziali. La posizione del lotto è particolarmente interessante poiché si colloca tra la zona residenziale da una parte e la scuola, la chiesa e tutta la zona commerciale del settore dall’altra. Il progetto si pone l’obiettivo di creare un modello insediativo completamente permeabile, che colleghi facilmente i due sistemi. L’intero sistema insediativo si basa sul tema delle “fasce funzionali”che si ripetono ritmicamente e vengono differenziate da una serie di setti murari in calcestruzzo, che percorrono l’intera lunghezza del lotto. Gli alloggi sono progettati utilizzando lo stesso principio che regola l’impianto generale: dopo la zona pubblica della zona giorno si percorre una zona “filtro” in cui vengono collocati i servizi prima di arrivare alla zona notte. Il modello Insediativo progettato è adattabile alla maggior parte dei lotti liberi del settore 19 e l’adattabilità è garantita dalla possibilità di variare la dimensione della fascia pubblica.
Nella pagina accanto: Vista aerea dell’intervento.
Localizzazione Chandigarth
Localizzazione settore 19
Parco pubblico
Chiesa Zona Residenziale
Zona Commerciale
Planimetria scala 1:2000
Scuola elementare
Schizzo
Planivolumetrico
Parco pubblico
Chiesa Zona Residenziale
Scuola elementare
Zona Commerciale
Planimetria scala 1:2000
Pianta scala 1:1000
Vista aerea dell’intervento
Zona pubblica
Passaggio interno
Sezione 1:50
Sezione 1:100
Studio ombre Ore 18 del 21 Giugno
Spazio collettivo ombreggiato
Schizzo
Pianta tipologia 95 m2
Sezione tipologia 95 m2
Vista tipologia 95 m2
Spaccato prospettico
Prof.sa Marin Alessandra
Urbanistica
Il margine Sud di Sottomarina Il progetto, che ha costituito il mio primo vero approccio con la disciplina urbanistica, si colloca nella città di Chioggia, attualmente la sesta città più popolosa della regione Veneto. Come la gran parte delle città venete il problema principale di questa città è costituito dai margini, che molto spesso sono deboli e irregolari. Per questo, dopo aver approfondito e visitato di persona i principali margini e analizzato le maggiori problematiche, si è scelto di lavorare sul margine urbano di Sottomarina, collocato nella zona Sud a ridosso di Viale Mediterraneo. Questo si sviluppa in prossimità delle principali vie d’accesso alla città e si pone come limite tra edificato e zona agricola, particolarmente cara alla tradizione locale e comunemente conosciuta con ill nome di “zona degli orti”. Le principali emergenze individuate nel corso del sopralluogo sono: la presenza di un margine frastagliato e indefinito; il progressivo abbandono e degrado della zona degli orti; la congestione del traffico; la distribuzione non uniforme degli esercizi commerciali. Il progetto vuole quindi intervenire per risolvere i problemi individuati in precedenza facendo riferimento alla legislazione urbanistica vigente e rispettando le prescrizioni indicate per l’area. Il progetto è costituito da due nuove aree a destinazione residenziale, integrate da una zona commerciale e un grande parco urbano a servizio dell’intera popolazione.
Nella pagina accanto: Planivolumetrico
Per creare un margine ben definito si è ipotizzato di realizzare un terrapieno a ridosso della nuova strada, che si pone come barriera visiva e acustica. Il progetto si propone come nuovo modello insediativo per le zone di espansione e completamento della città di Chioggia, in cui la qualità della vita viene migliorata da un rapporto diretto tra popolazione e verde e da una maggiore vivibilità dello spazio pubblico, inteso come spazio dela collettività da destinare ai rapporti sociali e di vicinato.
Sviluppo urbano oltre Viale Mediterraneo
Evoluzione zona degli orti
Nuova viabilitĂ programmata
Planimetria di progetto Scala 1:2000
ViabilitĂ fast
ViabilitĂ pedonale
Verde pubblico
Verde semipubblico
Verde privato
Filari alberati
Edifici residenziali
Edifici commerciali
Pianta e sezione tipo
Sezioni carreggiate
Sezione terrapieno
VIA CICLOPEDONALE
VERDE PRIVATO
CASE IN LINEA
VERDE PRIVATO
PERCORSO PEDONALE
VERDE SEMIPRIVATO
PERCORSO PEDONALE
SPAZIO SEMIPRIVATO
STRADA SENSO UNICO
VERDE PUBBLICO
TERRAPIENO
NUOVA STRADA PRG
ORTI
Vita aerea zona pubblica
Vista aerea zona residenziale
Vista zona pubblica
Prof. Albanese Flavio
Workshop 2009
Urban Delta Il seminario ha affrontato il tema della sostenibilità in maniera radicale e con una tonalità utopica. Noi studenti ci siamo impegnati in un esercizio creativo in cui abbiamo ipotizzato una forma di insediamento urbano di tipo comunitario e aggregante, creato a partire da uno sfruttamento innovativo e assolutamente sostenibile delle risorse naturali disponibili nell’area intorno al torrente Fusina. Le soluzioni architettoniche proposte per un nuovo modello urbano sono strutture leggere, mobili, provvisorie, con un’impatto vicino allo zero in modo da lasciare più spazio possibile alle attività produttive e alla natura selvaggia. Il sistema urbano adottato è di tipo cellulare, capace di instaurare un reale rapporto con l’ambiente naturale e che riesca, come un virus, a riprodursi rapidamente, rioccupando e bonificando progressivamente il sistema ambientale di Porto Marghera.
Nella pagina accanto: Tavola di presentazione
Plastico: Alloggi agricoltori
Plastico: Luogo meditazione
Plastico: Alloggio terrestri
Plastico: Spazio pubblico
Plastico: Alloggi costieri
Plastico: Vista delta
Plastico: Alloggi costieri
Prof. Dal Fabbro Armando
Progettazione architettonica 1
La “Casa dell’Uomo” Il primo corso di progettazione architettonica ci ha posti di fronte al tema della casa unifamiliare. Il progetto si colloca al Lido di Venezia, luogo dalle caratteristiche ambientali e paesaggistiche di particolare interesse e stimolo. Il tema che ho sviluppato è stato il limite, temporaneo e mutevole, che divide l’acqua dalla terraferma. L’accesso all’abitazione è posto sul retro, nel punto in cui il muro in mattoni pieni si interrompe per lasciare il posto ad una rampa continua che conduce ad uno spazio molto più intimo, che media il rapporto tra lo spazio pubblico della strada e quello privato e introverso della casa. L’ingresso all’abitazione avviene attraverso un piccolo ambiente espositivo aperto direttamente sulla laguna, che costituisce l’elemento di connessione tra zona notte e zona giorno. Lo spazio interno è fluido e viene ritmato da semplici diaframmi che permettono di dare una gerarchia spaziale all’insieme. Quest’ultimo è organizzato intorno al focolare domestico che divide la sala della musica dal soggiorno e vuole rappresentare il luogo davanti al quale si riunisce il nucleo familiare.
Nella pagina accanto: Vista aerea dell’intervento.
Pianta Scala 1:300
La geometria generatrice
La geometria dei setti
La gerarchia dello spazio
Spaccato assonometrico
Sezione longitudinale
Sezione trasversale
Vista terrazzo zona notte
Vista accesso dalla strada
Spaccato assonometrico
Vista corte esterna
Vista sala da pranzo
Prof. Bertan Fiorenzo
Disegno dell’architettura
Wright e le Usonian houses L’obiettivo del corso consisteva nell’approfondire in modo esaustivo i principi proiettivi indispensabili per comprendere le regole compositive sottese ad ogni progetto di architettura. Nello studio dei vari metodi di rappresentazione (proiezioni ortogonali, assonometrie e prospettive), particolare rilevanza è stata data al ridisegno degli edifici di Frank Lloyd Wright, in particolare alle Usonian Houses. L’edificio a me affidato è casa Pappas, realizzata nel 1955 a St. Louis, Missouri. Essa si basa sul modello delle Usonian houses, case sviluppate generalmente su un unico livello a partire da una griglia regolare, il cui modulo base è un quadrato di lato 60 centimetri. Questo modulo rappresenta l’unità base dei textile block, blocchi di forma rettangolare realizzati in cemento color salmone. Le Usonian houses di Wright sono uno dei maggiori esempi di architetture residenziali dell’800-900.
Nella pagina accanto: Spaccato assonometrico
Pianta Scala 1:200
Prospetto Sud-Est
Prospetto Nord-Ovest
Prospetto Sud-Ovest
Prospetto Sud-Est
Sezione trasversale Scala 1:200
Sezione longitudinale Scala 1:200
Vista prosperrica Pastello
Prof. Fontana Fabrizio
Workshop 2008
Dialoghi difficili. Dialoghi interrotti. Malinconici monologhi. Il primo Workshop mi ha permesso di approfondire il tema della residenza. Il lotto si trova nel comune di Arquà Petrarca, nel cuore del Parco Regionale dei Colli Euganei, in provincia di Padova. L’area è già urbanizzata, pertanto destinazione d’uso e cubatura erano già determinati. Lo scopo principale era quello di riuscire ad ottenere un buon progetto di architettura, che riuscisse ad integrarsi con il paesaggio e l’edificato esistente, rispettando i vincoli imposti dagli strumenti urbanistici. Il progetto prevede la realizzazione di 19 unità abitative disposte su due livelli: al piano terra troviamo le unità con una o due camere, al piano primo sono state collocate le unità abitative con tre camere. In tutti gli alloggi l’accesso è indipendente e le abitazioni del primo livello sono dotate di un giardino privato realizzato sul tetto verde. Quest’ultimo copre le unità del piano terra e, oltre a garantire un maggior isolamento termico e acustico degli alloggi, contribuisce all’integrazione dell’intervento con il paesaggio e ne limita l’impatto. Il rapporto con il contesto circostante e il radicamento al luogo viene poi completato dall’andamento irregolare del corpo di fabbrica, che si adatta alla morfologia del lotto e delle curve di livello.
Nella pagina accanto: Planivolumetrico intervento
Foto area di progetto
Attacco a terra Scala 1:300
Foto area di progetto
Pianta piano primo Scala 1:300
Pianta monocamera Scala 1:200
Pianta bicamera Scala 1:200
Pianta bicamera di testa Scala 1:200
Pianta tricamera Scala 1:200
Schizzo
Vista aerea
Vista dalla strada
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