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Bellini Massimo

civiltà contadina”.

•Chiesa di Santa Maria Annunziata, parrocchiale di Viadana. In origine fu oratorio della parrocchia di San Silvestro. Ospita una statua lignea della Madonna del XV secolo e conserva un affresco con Crocefisso. Fu dotata di un nuovo altare nel 1711, con parapetto in marmo del 1736, venne ampliata tra il 1898 e il 1904 e di nuovo nel 1998. Dal 1959 è parrocchia. Architetture civili e militari

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•Palazzo Lechi: fu costruito su ordine dei fratelli Giovanni Maria junior e Carlo Polini tra il 1723 e il 1730, anno in cui i lavori furono sospesi. Il progetto prevedeva la realizzazione di una dimora a forma di castello con torri ai quattro angoli, ma solo due di queste furono realizzate. L’interno è dotato di scalone e varie sale, mentre all’esterno il cortile è attorniato su due lati da edifici più bassi.

•Palazzo Schilini: costruzione del Quattrocento e sede municipale.

•Castello: della fortificazione originaria rimangono tracce nel tessuto urbano e le due porte, una a nord e l’altra a sud. Quest’ultima è sormontata dalla Torre civica.

•Villa Cazzago: posta in località Brancoleno, secondo Mazza (1986) fu costruita da Bartolomeo Cazzago nel Seicento. La facciata è compatta e il portico è a cinque campate.

•Chiesa di San Michele Arcangelo

Edificio realizzato con una pietra della Zona calvisanese; esso è posto a lato del tracciato di un’antica Strada vicinale di collegamento dei villaggi della Bassa. In origine l’edificio era adibito a ricovero per bisognosi di cure, xenodochio, da cui il termine Saugo, nome del vicino corso d’acqua. La chiesa attuale, meglio dire quel che resta della chiesa di S. Michele, è stata costruita nella Seconda metà del Secolo XV, mentre l’antica chiesa era del Secolo IX-X. Non vi Sono tracce evidenti dell’originaria struttura medioevale, probabilmente sepolta sotto l’attuale edificio. Questo, invece, è di epoca quattrocentesca in stile tardo gotico italiano.

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Lo storico padre Beniamino Zacco riferisce che subito dopo la morte della Beata Cristina Semenzi, 1458, ella venne dipinta, nell’anno 1470, nel coro della Chiesa di S. Michele. Su un peduccio del lato occidentale è riportata la data 1479, che doveva indicare la realizzazione della costruzione. All’interno della chiesa vi erano tre altari: l’altare maggiore, dedicato a S. Michele, e due altari laterali dedicati a S. Antonio Abate e a S. Lorenzo.

In seguito allo sviluppo del paese, la chiesa, situata fuori dalle mura, andò in decadenza. La chiesa riacquistò importanza e attenzione solo nel 1679, quando vi furono trasportati dal bosco comunale i resti delle vittime della peste del 1630. Da allora fu chiamata “Chiesa dei morti di S. Michele”. Nel 1765 fu costruita una piccola abitazione per uso e comodo dell’eremita, che era custode della chiesa. Tutta la chiesa era affrescata, soprattutto da ex voto. Alcuni affreschi sono di epoca Settecentesca. Di questi affreschi rimangono ora Solo alcune sinopie. Le frazioni

Malpaga

Malpaga è stata per più di cinque secoli, fino al 1808, un piccolo comune rurale autonomo. Le sue origini risalgono al secolo XIII, probabilmente dopo la distruzione del Vicus Formianus, avvenuta nel 1264. Il Castello, sede del Comune, sorgeva dove attualmente vi è la cascina “Castello”. A fianco del castello vi era l’antica chiesetta di S. Paolo, completamente distrutta nel 1925 a seguito di un incendio.

A Nord, lontana dal castello, già nel secolo XIV era stata costruita la chiesa di S. Maria, più corta e più bassa dell’attuale. Fu ristrutturata nel 1460. Sotto l’influsso dei padri domenicani di Calvisano, nel 1600 fu dedicata a “S. Maria della Rosa”. Negli anni 1925/27, la chiesa fu quasi completamente rifatta in stile gotico-lombardo, allungata e alzata. Il campanile fu edificato nel 1910.

La chiesa parrocchiale di Malpaga, dedicata a S. Maria della Rosa, esisteva già nel secolo XIV. Fu ristrutturata nel 1460. Essa dipendeva dalla prepositura di Calvisano. Il parroco, che aveva il titolo di Rettore, doveva recarsi nella mattina del Sabato santo a Calvisano per assistere alla benedizione del fonte battesimale e ricevere gli oli santi.

Nel 1720 fu costruita la cappella della Madonna del Rosario, dono del principe Cristerno Gonzaga. La statua della Madonna è dono del signor Gaspare Rampinelli. Le Confraternite del SS. Sacramento e del S. Rosario furono soppresse nel 1797. Nel 1910, il parroco Paolo Bignetti fece costruire il campanile che dotò di cinque campane.

La popolazione nel 1900 andò sempre più aumentando, passando da 366 persone nel 1890 a circa 600 nel 1914, raggiungendo gli 810 abitanti nel 1949. Per questo si rese necessario ampliare la chiesa e dotare la parrocchia di nuovi spazi. Questo compito fu assunto da don Angelo Bertolini, parroco di Malpaga per ben 47 anni. Fece ristrutturare quasi a fundamentis la chiesa, facendola allungare di otto metri e alzare di quattro/cinque metri. La chiesa in stile gotico-lombardo, decorata e con banchi nuovi, fu benedetta dal vescovo ausiliare Emilio Bongiorni il 16 ottobre 1927.

Mezzane

Mezzane ha origini antiche, sorse intorno alla cappella di Santa Maria de Mezanis, già nominata in una bolla di papa Urbano III nel 1186, che costituisce attualmente la sacristia della chiesa parrocchiale, eretta nella seconda metà del 1500 e più volte restaurata. All’esterno è tutta in cotto rustico a vista, mentre all’interno l’intonaco è stato coperto con affreschi. L’unica navata è coperta da una volta dove si alternano il sistema a botte e a vela. La facciata a cuspide arrotondata allusiva al barocco, è stata costruita con massi di pietra misti a cotto nella prima metà del settecento (1730-1750), come si può rilevare da una scritta esterna sul lato ovest della chiesa stessa.. Era allora parroco don Lorenzo Castellini. Una torre campanaria è stata eretta nel 1829, come ricorda una scritta sulla lapide del parroco committente don Carlo Cassa, presso il nostro cimitero. Sia all’interno che all’esterno della chiesa, comunque, risulta chiaro un richiamo misurato ed equilibrato allo stile del settecento, caratteristico di molti altri edifici religiosi realizzati nella zona nello stesso periodo. Sulla facciata in due nicchie vi sono le statue di S. Giuseppe e S. Dionigi. All’interno, sopra l’altare maggiore si ammira la pala attribuita ad Andrea del Sarto, dove è raffigurata la Natività di Maria Vergine. Le due opere laterali del presbiterio riguardano la Natività di Gesù e l’Adorazione dei Magi. Di notevole intensità espressiva sono anche la Crocifissione e la Madonna addolorata, poste lateralmente all’altare maggiore.

Oltre all’altare maggiore possiamo ammirare sulla sinistra, entrando, la statua del Cristo Morto con sopra un antico e pregevole quadro del Battesimo di Gesù. Segue l’altare del Sacro Cuore con la tela raffigurante le tre Virtù teologali “Fede – Speranza – Carità”. Vi è poi l’altare dedicato al Patrono S. Dionigi. A destra entrando vi è un confessionale con sopra la statua di S. Antonio da Padova. Al centro della parete si incontra l’altare della Madonna con il Bambino Gesù, arricchito dalla serie delle icone raffiguranti i misteri del rosario. Infine vi è un altro confessionale con sopra

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SERVIZIO POST-VENDITA una struttura finemente composita dove sono inserite le reliquie dei vari santi. Una menzione particolare merita la serie di quadri che rappresentano le quattordici stazioni della Via Crucis. Così pure si possono considerare le due vetrate poste nell’abside riguardanti le parabole del “buon pastore” e del “vignaiolo”, nonché i bronzi posti sull’ambone e sul battistero, dell’artista bresciano Oscar di Prata.

Viadana

La chiesa di S. Maria di Viadana è stata per parecchi secoli, fino al 1959, uno dei tanti oratori campestri della parrocchia di S. Silvestro di Calvisano. In essa, fin dal secolo XV, i capifamiglia della zona facevano celebrare la messa domenicale a un cappellano o a un frate del convento domenicano di Calvisano. Aveva un solo altare. Nella nicchia, sopra l’altare vi era la bella statua lignea della Madonna con Bambino, che risale al secolo XV, e che ancora oggi, dopo essere stata restaurata, è venerata dalla popolazione. Un’altra opera di un certo pregio è la statua del Sacro Cuore. Le pareti della “Cappella”, cioè del presbiterio, com-

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presa la volta, erano tutte dipinte. Di questi affreschi è stato restaurato e conservato solamente un Crocifisso. Il soffitto della “Cappella” era a crociera, e così è stato conservato. Il soffitto della piccola navata era certamente a “capanna”. Sulla cappella si ergeva un piccolo campanile con una sola campana. Davanti alla chiesa vi era, probabilmente, un portico. Nel 1711, l’altare maggiore fu riedificato, sormontato da una ancona di legno con una nicchia che conteneva la statua lignea della Madonna. Il parapetto di marmo, invece, fu fatto realizzare nel 1736 dalla ditta Carlo e fratelli Puignaghi da Rezzato. Il prezzo concordato fu di 80 scudi, per il valore di sette lire piccole per uno scudo, vale a dire per 560 lire piccole. Nel 1898, il curato Don Giuseppe Massetti, intraprese l’opera di ampliamento di quella chiesetta, che fu completato nel 1904. Nel 1903, il curato don Leandro Brusinelli, fece erigere sul campanile tre campane nuove. Nel 1907, fu costruita una nuova sacristia a destra del presbiterio. Furono aperte due porte laterali e costruiti due altari laterali, uno dedicato alla Beata Cristina e l’altro al Sacro Cuore. Nel 1925 il curato don Angelo Spinoni ebbe il permesso di costruire il Battistero. Nel 1946 venne edificato l’oratorio. In occasione della elevazione della chiesa di Viadana in parrocchia, 3 aprile 1959, don Pietro Marini fece ristrutturare la chiesa, curandone la pavimentazione, aprendo il presbiterio ai lati, ampliando gli altari laterali troppo angusti e la sacristia. Fece alzare il campanile, dando l’aspetto attuale.

Nel 1972 il nuovo parroco don Annibale Baronchelli ristrutturò il presbiterio secondo le nuove norme liturgiche: pose al centro il bell’altare del ‘700; trasportò il tabernacolo, inserendolo nel pilastro di destra, mentre su quello di sinistra fece porre l’affresco raffigurante il Crocifisso. Negli anni seguenti, fu effettuata la decorazione della chiesa. Don Arturo Balduzzi, giunto a Viadana nel mese di luglio 1989, assecondando la volontà della maggioranza della popolazione, che collaborò con entusiasmo e generosità, realizzò nel giro di due anni, 1991/92, un nuovo “Centro parrocchiale”, che si compone di un salone polivalente, una sala ritrovo, segreteria e archivio, nove aule per il catechismo e per attività collaterali. Negli anni successivi fu inaugurato il centro sportivo, composto da due campi di calcio, un campo da tennis e da una piattaforma polivalente per il gioco di pallavolo e pallacanestro, spogliatoi, cortili, e spazi “verde”. Dal 1998 il parroco è don Luigi Pellegrini, che ha realizzato l’ampliamento della chiesa, tanto necessario, allargando e allungando il transetto, con una nuova sacristia e saletta parrocchiale, e posizionando i nuovi confessionali. Ha restaurato gli arredi e i mobili della sacristia.

Beata Cristina

Beata Cristina Semenzi, (o Beata Cristina da Spoleto) (Calvisano, 4 agosto 1435 – Spoleto, 13 febbraio 1458), è stata proclamata beata nel 1834 da Gregorio XVI. Appartenuta ad una famiglia contadina di umili origini, abbandonò giovanissima la famiglia e si dedicò alla vita religiosa entrando a Brescia nel convento delle Monache Agostiniane. Si prodigò nell’assistenza ai poveri e ai malati prima a Roma poi ad Assisi ed infine nell’Ospedale della Stella a Spoleto, dove morì nel 1458. Fu sepolta nella chiesa di S. Nicolò degli Agostiniani. Chiuso il monastero di San Nicolò nel 1803, venne spostata nel santuario della Madonna di Loreto. Nel 1921 le sue spoglie sono state trasferite all’interno della Basilica di San Gregorio Maggiore, dove è rimasta fino al gennaio del 2015, quando è stata traslata nella sua città natale. È stata eletta patrona di Calvisano nel 1512.

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