Hiram n.1/2021

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Pierluigi Cascioli

Le religioni misteriche precristiane

T

utte le nazioni, che vissero sulle sponde del Mediterraneo, avevano ognuna la sua religione ufficiale. In esse l’individuo era soltanto un atomo all’interno della massa; in misura modesta era un essere singolo specifico. La persona ne era un fedele a motivo della nascita in quel popolo. Era una religione istituzionale, statuale, obbligatoria. Nelle religioni ufficiali il soggetto è il popolo inteso quale corpus collettivo, al cui interno l’individuo è indistinto. Nell’antica Grecia, intorno ad un tempio esisteva una zona recintata denominata témenos. In questa “area sacra” i fedeli non potevano entrare, era riservata ai sacerdoti. Gli archeologi hanno scoperto un “trucco” ripetuto in tre santuari: quello “nazionale” di Delfi; sull’Acropoli di Atene, nel santuario più sacro che era l’Eretteo; ed a Corinto. Lontano dagli occhi dei fedeli, all’interno dell’area “sacra” riservata, un pozzo dava accesso ad un tunnel, di dimensioni limitate, può entrarvi un solo uomo. Il tunnel termina alla base del “pozzo sacro”, a cui si accostavano i fedeli, accompagnati da un sacerdote. Costui là, dall’alto, chiedeva alla divinità un oracolo, che riguardava quel fedele in quel momento là presente, cioè il cliente di turno, il quale pagava. Sotto, alla base del pozzo, c’era in servizio un compare, un altro sacerdote, che rispondeva quale voce della divinità. Nell’ambito delle religioni pagane precristiane, un gruppo ebbe caratteristiche specifiche. Gli studiosi le hanno chiamate “religioni misteriche”, perché erano avvolte dal mistero; i loro fedeli non dovevano rivelarne i riti. Nelle altre religioni, la casta sacerdotale costituiva una barriera tra l’individuo e la divinità. Invece, nelle misterich,e la persona era in comunicazione diretta con la divinità. La comunità religiosa procedeva all’inizia-

zione del neofita con un rito che lo inseriva all’interno del gruppo. Consisteva in una cerimonia compiuta sul candidato ed era individuale e, pertanto, individuava, riconosceva la singola, specifica persona. Il rito di iniziazione individuale, individuando l’individuo nella massa, lo costituisce persona; per meglio dire, lo riconosce e “rinforza” quale persona. Le persone esistono dal tempo di Adamo ed Eva. Però, in un certo senso, le religioni misteriche hanno creato, fondato la persona. “La storia dell’occidente è la storia dell’elaborazione, a partire da un nucleo greco–cristiano, del concetto di ‘persona’. [...] Con sfumature anche significative, comunque, ‘individuo’ e ‘persona’ sono varianti (e reciprocamente) del concetto di ‘soggetto’. Attributo della persona, come del soggetto, viene considerato il suo essere autonomo e responsabile di sé, della sua vita, e del rapporto con gli ‘altri’”1. Le religioni misteriche promettevano la salvezza eterna dopo la morte? Gli studiosi sono divisi. Secondo alcuni, avrebbero prospettato l’immortalità dell’anima; secondo altri, promettevano in questa vita una nuova illuminazione sulle realtà. L’imperatore romano Iulianus, nel IV secolo d.C., le definisce “un’ancora sicura nella vita”. Nel corso di un seminario tenutosi a Roma, nella Villa “Il Vascello”, il 25 febbraio 2012, lo studioso Moreno Neri ha comunicato quanto segue: “I misteri erano una nuova conoscenza nella vita ed invitavano ad un cambiamento della vita umana”. Non proponevano di morire al 1

Angiolo Bandinelli, Un Sinodo laico, Il Foglio, 13 ottobre 2015.


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