Salvatore L. d’Ascia
Il libro dei morti degli egizi: di cosa si tratta e come studiarlo
A
nche solo valutando il mercato editoriale - ma più appropriatamente valutando le contemporanee Obbedienze a carattere iniziatico - riteniamo che il libro dei morti degli antichi egizi costituisca un universo fascinoso e tuttavia perennemente appesantito da una certa confusione1. Tentiamo dunque di chiarire e iniziamo ricordando che gli antichi egizi – l’invincibile impero del Kemit2 - non hanno lasciato te1
Fascino deriva dal latino fascìnum (maleficio, o amuleto): «1. Influenza malefica che si ritiene possa emanare dallo sguardo degli invidiosi, degli adulatori, degli affetti da qualche morbo. 2. Potenza di attrazione e di seduzione […]. 3. Nome che i Romani diedero al dio Priapo, e poi all’attributo sessuale del dio, a cui si riconobbe valore apotropaico.» Cfr. AA.VV., Enciclopedia Italiana di Scienze Lettere e Arti, Istituto G. Treccani, Roma, 2020.
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L’Egitto antico era l’impero del Kemit, quello a noi contemporaneo è invece il Kemet; entrambi i termini vengono dal copto kemi (terra nera). L’impero fu fondato dal faraone Narmer (?-3125 a.C.) della I dinastia (3150-2925 a.C. circa) mediante la riunione dei regni del nord e del sud (legatura delle tue terre rappresentata dal simbolo semat-thaui).
Il defunto al cospetto dei mostri del mondo dei morti, da un Libro dei morti (N 3096) al Museo del Louvre, Parigi.