Colori della Mente (Color of the Mind)

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Speciale in 3 puntate

a cura di Gianni Sarcone e Marie-Jo Waeber

I colori della mente/3 Si conclude l’esplorazione del modo in cui percepiamo i colori.

C

hiudiamo il nostro viaggio nel mondo della percezione del colore con alcuni test. Certo, avremmo voluto parlare anche dei pittori che dipingevano solo quadri monocromi, come Yves Klein (blu) e Kazimir Malevic (rosso, nero), il cui Quadrato nero su fondo bianco del 1913 resta tuttora il simbolo dell’arte “suprematista”. Avremmo voluto parlare del test psicologico con i colori di Lüscher, dei mosaici cromatici di Lowenfeld o delle matasse di Gelb-Goldstein. Avremmo infine voluto parlare anche dei regoli colorati di Gattegno e Cuisenaire per l’insegnamento della matematica. Ma nemmeno un’enciclopedia basterebbe a esaurire tutto il sapere relativo ai colori! I colori, come abbiamo spiegato nei precedenti numeri di Focus Giochi, sono un’allusione della fisica, sono poesia. Così come le parole hanno senso solo all’interno di una frase, i colori esprimono il loro potere evocativo e le loro caratteristiche se accostati ad altri colori (in natura non esistono colori “isolati”). Si sa che una parola può avere un senso diverso a seconda del contesto; lo stesso succede con i colori. Tutto ciò può sembrare assurdo, ma è assolutamente vero, e i test che seguono lo metteranno in evidenza.

1

Q

uali di questi quattro colori (A, B, C e D) non si riscontrano nell’illustrazione qui sotto?

Quello che non vediamo...

bbiamo scritto che il daltonismo A è una disabilità che rende incapaci di distinguere fra loro alcuni

gruppi di colori. Ebbene, in alcuni casi il daltonismo può rivelarsi vantaggioso. Un cacciatore daltonico, per esempio, distingue meglio una preda mimetizzata su uno sfondo visivo rumoroso (caotico); analogamente un soldato daltonico discrimina meglio i camuffamenti che traggono in inganno persone che hanno una normale percezione del colore.

Quello che pensiamo di vedere... A

2

A

Giochi

B

C

D

Riuscirai sicuramente a leggere la parola “SI” nella prima immagine in alto a sinistra, ma probabilmente avrai difficoltà a vedere la parola “NO” nel rettangolo in basso a sinistra. All’opposto, un daltonico non potrà leggere “SI”, nella prima immagine ma sarà in grado di vedere perfettamente la parola “NO” nella seconda. I due rettangoli a destra mostrano, rispettivamente, come vede un daltonico la prima immagine e come vede la seconda.

fig. 1

fig. 2

fig. 3

fig. 4

B

A quali di questi due quadrati azzurri: A (più chiaro) o B (più scuro), corrispondono i quadrati colorati nelle figure 1, 2, 3 e 4?


A C

B D

Quali di questi quattro colori non sono presenti nella foto con i girasoli?

C

Quello che vediamo ma che non c’è...

i sono colori puramente suggestivi, che vengono chiamati “colori placebo”, che di per sé non esistono (e a volte non sono neanche colori!): esistono soltanto in relazione ad altri colori e dipendono dalla luminosità (oggettiva o soggettiva) che attribuiamo all’insieme. Alcuni grigi possono facilmente passare per tinte verdi, alcuni toni rossi possono “diventare” gialli... Tuttavia non è

3

Q

a b ccoppia i quadraA tini colorati, all’interno dei quadrati blu e arancione, che ti sembrano identici.

c d

facile capire esattamente con quale meccanismo il cervello “costruisca” questi colori: si entra nel terreno ancora poco esplorato della neurofisiologia della visione a colori. Nel mondo dell’arte, la pittrice inglese Bridget Riley, capofila del movimento Op’Art (Optic Art), è un’esperta nell’ottenere colori “indotti” con tinte non pure.

A C

B D

Di quali tra questi quattro colori è la cupola della Chiesa della Resurrezione di San Pietroburgo?

Per concludere

uanti colori sono stati usati per il clown? I suoi capelli hanno sfumature verdi? Vedi del giallo nel cappello? E il costume, non sembra forse in parte verde scuro? In realtà la foto è bicromatica: contiene solo tinte rosse e sfumature grigie.

soluzioni

Quello che pensiamo di vedere 1 In realtà l’illustrazione ha solo due colori: B e C. Però si ha veramente l’impressione che coabitino nel disegno due toni diversi di rosso e di blu. Questo effetto cromatico, indotto dalle linee di contorno bianche e nere, è noto come ‘effetto Bezold’. 2 Tutti i quadrati colorati corrispondono al quadrato B. è interessante notare che i quadrati azzurri delle fig. 1 e 3 sembrano più chiari rispetto agli altri due. Notevole è anche il fatto che non è solo il colore circostante al quadrato azzurro a influenzare l’intensità del colore. Infatti, sembra paradossale che il quadrato azzurro in fig. 1, delimitato da zone bianche, sembri impercettibilmente diverso dal quadrato azzurro su sfondo bianco in fig. 4 . 3 Quadratino A = quadratino D. Il contrasto simultaneo del colore ci fa apparire il quadratino A molto più chiaro del quadratino B. L’effetto è rinforzato con l’accostamento opportuno di un altro tono al quadratino D. Quello che vediamo ma non c’è Girasoli Sembra strano, ma non c’è né verde scuro (A), né giallo/arancione (B), né celeste (D), ma solo toni rossi (C) e grigi. I colori appaiono per effetto di induzione ottica: usando unicamente toni grigi misti a tinte rosse, abbiamo simulato, con l’aiuto del computer, ciò che all’occhio appare come la riflessione di una lunghezza d’onda vicina al colore verde, al giallo e al celeste. San Pietroburgo Benché la cupola appaia giallognola/dorata, in realtà è soltanto grigia (colori C e D)... Provare per credere!


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