autunno - inverno
apev o s e h c a s o c L’unica vev o andare lontano i sei nato era che do tano di quello in cu ù lon i p ni fa? è n o a g o e l u l l i e l m a o u t Q caso ga e r e n p n i i s r a i u a q h meta e che a i m nezza i v la o i i s g l e a c i s m ì s o C ne della e. a t n o m e t s e ggir le for Partii per ente solo la v oglia di fu e in m ssuno Non ho mai detto a ne dei giorni dei boschi in cui scoprii il dalla e faticai a distinguerlo nativi sulle montagne sacre ai iei avi dove generazioni dei m rso liberi nel vento co e o ut tt ba m co o an ev av
sogno ealta r ’
iriti in compagnia degli spiaggio
v
del mio Ma voglio raccontarvi in quelle terre che si verificarono degli eventi prodigiosi ritrovai di come mi persi e mi
sulle cime dei monti
Le trovai che guardavano l’orizzonte: erano le creature piÚ belle che avessi mai visto Avevano occhi di ghiaccio e pensieri selvatici Chiesi loro cosa facessero in mezzo ad una strada che muoveva verso le vette Sole, in mezzo al nulla.
Oltre le montagne c’era un luogo che valeva la pena visitare Quale luogo, in mezzo ai monti degli indiani? Abbiamo la stessa meta, in fondo. Salite, dissi.
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Fuori del finestrino. Mentre le miglia scorrevano l’inverno faceva sentire sempre piÚ la sua voce: vette innevate, odore di gelo. E le mie nuove amiche che guardavano
oltre le montagne
L’acqua trasportava con sÊ il mio respiro, i muschi erano le storie sulla mia pelle. In lontananza, i boschi chiamavano a gran voce il mio nome.
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i muschi erano le storie sulla mia pelle
a t i v a n u a d o v o a t n a c r i o t t n e n o m i n d o v dove e v a e h c a s a la c
i iochi lontan g i d i c i m a ritrovai gli mbiati cresciuti, ca vano dimenticato ave loro non mi
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No, non mi avevano dimenticato
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Camminai sui prati montani perso in un vento autunnale
Le mie compagne aprivano il cuore coi loro sorrisi ed io rinascevo alle prime nevi
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IL LORO SGUARDO SPAZIAVA
OLTRE ME LO SGUARDO DI BELVE RINCHIUSE CHE SCORGONO, LONTANA,
LA LIBERTÀ
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Erano le creature pi첫 belle che avessi mai visto
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Di sera. La realta’ perdeva i suoi contorni, le ombre sussurravano negli angoli
Scivolavo nella
notte ,
leggero, ammaliato dalle mille strade che conducevano al
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sonno
le ombre erano creature di sogno Intorno a me,
Venne a prendermi nella stanza con sguardi ammiccanti e carichi di promesse
Mi narrò dei miei antenati e della vita di cacce sotto la luna di ampi spazi in un mondo ancora giovane
avevo dormito una notte
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lunga una vita
VIENI
VIENI
IO SONO
IO SONO
IO SONO
VIENI
Aprii le porte ai sogni ed entrò Lei
Sconvolse ogni mia certezza Portò nuova grazia alla notte
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Giorni uguali l’uno all’altro, appuntamenti, ritardi, mal di testa, notti insonni.
Questa è la tua vita, e si consuma di ora in ora...
ma voglio dirti una cosa
non pensi sia il momento di dire 22
basta!
Mi condusse per mano e mi mostrò una radura nei boschi Alle prime nevi di una notte chiara, danzò per me 24
S A LT E L L I
E
S C H I O C C H I C A N TA N D O
E
l a
d a n z a
d i v e n n e
A L I N
L I N G U E
S C O N O S C I U T E
P R OT E N D E N D O S I
F R E N E T I C A
s e l v a g g i a
e il
sonno mi chiamò a sè
R I T M O V E R S O
m e n t r e
D I I L
TA M B U R I
L O N TA N I
C I E L O
t u t t o
s i
r e s e
i n d i s t i n t o
Al risvegl io la ne ve imbianca va i mo nti
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Era stato solo un sogno?
Uscii di casa, ancora frastornato dal sogno della notte precedente. La vidi sul muretto che mi osservava pensierosa e mi chiesi se sapesse.
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tato, n a c n i o n i t t un ma la prima v olta n i i n i b m a b per me o o c n o a t m n o m l e r o r n o C eva occhi che ved
Ed esse velaro no i pensieri mentre una lacrima sboccia va come un fiore sulla pelle
Lo ntana, la l iberta’
PerchĂŠ quella tristezza?
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Cercavamo la vetta. Su per i sentieri, lasciando tracce nella neve fresca
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Ma le raga zze respira vano l’aria gelata e sotto la loro pelle si muove vano emozio ni ignote
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Mi accorsi che non le conoscevo: non le avevo mai conosciute, fino ad allora
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Tasso
nel buio della tana
Grande
Aquila
orso
delle foreste
che volteggi solitaria
Lu p o Cervi
intirizzito sulle vette
bianchi di neve
falco lontano Volpe a caccia, lepre che fuggi a balzi Occhi di un
Celebrate il silenzio d’inverno Mostrate sentieri e chiudete le strade
Vi seguirò nel vostro regno Ospite silenzioso
Si incamminò pensierosa sulle orme della preda, cercò la lepre bianca che correva per vie insondabili
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annusò inebriata il freddo intenso
Era una chioma fulva che tremava leggiadra sotto i fiocchi
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E sulla ne ve divenne v olpe. Sola, alle porte del freddo inverno
La sua compagna venne a consolarla e giocarono liete nei boschi imbiancati 44
S C E S E
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A
V A L L E
L A
V O L P E
O R G O G L I O S A ,
AT T E S E
I L
V E N TO
E
I
S U O I
P R O F U M I
D I
T E R R E
L O N TA N E .
Oh, se vi raccontassi...
Se vi raccontassi non mi credereste Danzavano libere in punta di piedi, volteggiavano come fiocchi di neve Mi chiamavano con sorrisi gelidi come le albe delle mie terre
V O LT E G G I
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D E L I C AT I ,
I L
F A L C O
S I
A P P R E S TA
A
C O L P I R E
C E R C H I
I N V A N O
G I O C A
L A
L E
T R A
S U A
S U E
I
A L I
R O V I
D A N Z A
M O R TA L E
I N
C I E L O
C’è un luogo oltre le montagne
50
upi r e l a i tr r r o c s a c he u oso q n c i a s e , r o ddo fuoc e r , f o t o e t ra n n i p Ve s e ra a L eg l a l i z o z i pa n e spe c h i t c n o a i G h ia c c e ne b b ie c h e Ne l l g ne a t e n o n i le m za f i n e d s n no o i B o s c h g g ia c h e i n l i m i t e a l c u Pi o senza i o g l ie d F r e v e Fo g l i
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CosĂŹ mi furono addosso gli occhi un ponte verso la mia anima
Mi chiamavano con voci d’ombra e le seguii nel profondo dei boschi
UN LUPO SI LEVÒ D FIGLIO DI UN POPOLENTRO DI ME O FIERO
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il grande lupo digrigna i denti alla foresta in cerca di preda
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Mi trova v o nel mezzo delle foreste, in compagnia degl i
animal i
del bosco
Sentiv o il cuore battere all’uniso no
coi fiumi ed il vento L’acqua narra va storie di epoche remote E l’aquila mi seguiva dall’alto
na sco ndendosi nel sole
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t e r ra a l l e n a ero terr cq ue a e l n o v i ta e c n a l o l i e n d u i n c o m e v v i al l e f o n t i e c c h i o b no sp u n i i b nob m i r ic o
Tornare indietro con l’orgoglio di essere cambiato
Ma esse mi salutarono non per il mondo erano fatte
addio 60
E
Q U A N D O
S E N T I I
A
U N O
M E T À
S T R A D A
S G U A R D O
M I
P O S A R S I
V O LTA I S U
D I
I N D I E T R O, M E
Era
un’aquila
sospesa sui dirupi, controllava il territorio
con occhi di ghiaccio era regina delle vette e mi guardava
enigmatica un ultimo
saluto:
mi inchinai riverente
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ma come spiegarle? Lei venne a prendersi cura di me riportarmi alla vita reale mi diede amore e complicitĂ tornammo indietro
Dentro di me ancora corro l ibero per le praterie dei miei a vi ad o gni pa sso che faccio in questo mo ndo. Come spiegare? Credo proprio che resterĂ un segreto
tra me e voi 64
ex ec ut iv e- in
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ne Vi si va
sp ec ia l tha nk t s o: Al es sa nd ra Aq ui ni , Ce sa re ll a D’ An ton i, Gi an ni M an ue la M ar Al on z i, si li , Lo re nz o U go li ni , Fe rr an te Re gi on e au ton Br eg ol i, om a Va ll e d’ Ao st a, Co m un e di Co gn e (A os Co rp o Fo re s t ta ), al e Va ld os tan o, Ho tel Be ll ev ue - Co gn e pr in ted in I t al y - ju ly , 20 02 li m i ted ed i t io n - 50 0 co pi es
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