Il corpo e le sue malattie: come guarire e come aiutare a guarire

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Brescia, 18.09.1991

Conferenza di

Giambattista Pagani

IL CORPO

E LE SUE MALATTIE Come guarire e come aiutare a guarire.


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NOTA PER IL LETTORE: questa conferenza può essere ASCOLTATA sul sito:

www.giambattistapagani.com

 CONFERENZE

 1991


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Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato in questo volume se vorrà considerare che si tratta di insegnamento esclusivamente orale.

Testo, NON rivisto e NON coretto dall'autore, trascritto a due mani da «Mendoza & Stefano»


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L'anno scorso si è parlato di dualità dal punto di vista di SESSUALITÀ, quindi il MASCHILE ed il FEMMINILE, quindi il tema sulla coppia ecc.. Si è parlato di dualità come BENE e MALE, quindi, a livello etico, la dualità di Bene e Male. Si è parlato di dualità parlando specificatamente del NEMICO, quindi si parlava di AMICO e NEMICO, ciò che sento mio e ciò che sento contrario a me; ciò che sento dalla mia parte e ciò che sento contro di me. Quindi Amico e Nemico. Si è parlato di SACRO e PROFANO, quello che fa riferimento ad un certo tipo di importanza nella nostra vita e quello che invece fa riferimento ad un mondo a cui noi diamo minore importanza. Un altro tipo di come si proietta la dualità. In pratica abbiamo affrontato questo tema fondamentale della nostra vita dove noi ci troviamo a vivere questa nostra vita con questa spaccatura. Poi che diventi MASCHILE - FEMMINILE, BENE - MALE, POSITIVO - NEGATIVO, AMICO - NEMICO, SACRO - PROFANO, qualunque diventi l'aspetto specifico, in fondo è il tema fondamentale di COME NOI CI TROVIAMO A VIVERE LA NOSTRA VITA. Lì nascono fondamentalmente le nostre problematiche, lì nascono le difficoltà, gli ostacoli, quello che nella vita diventa l'ostacolo, il pesante, il dolore, la sofferenza, ecc., andare a capire queste cose, ... ... può essere fondamentale. Quest'anno il discorso continua; cioè, partendo da lì si parla specificatamente del CONCETTO DI GUARIGIONE. Quindi GUARIGIONE, e lo vedremo già stasera, che non suppone parlare specificatamente di come guarire attraverso, ... non so ... una tecnica di guarigione, ma se avete letto i titoli, parlando di CORPO E LE SUE MALATTIE, di ANIMA E LE SUE MALATTIE e dove l'Anima e le sue Malattie è presa in considerazione in due conferenze diverse: l'Anima e le sue Malattie in rapporto alle Emozioni, perché le emozioni sono un aspetto dell'Anima; e l'Anima e le sue malattie in rapporto alle Idee, cioè il mondo del pensiero, che è un altro aspetto dell'Anima. Cioè quello che noi chiamiamo Anima è insieme il MONDO PSICHICO dove coincidono dentro e l'EMOZIONE e il SENTIMENTO e il PENSIERO, e l'IDEA, e l'OPINIONE, ecc. E quindi saranno le due conferenze di ottobre e novembre. Per quanto riguarda stasera il tema specifico è "come guarire e come aiutare a guarire" e vedremo cosa possiamo dire stasera. abbiamo espresso così "quando le emozioni uccide la vita e stasera. Per quanto riguarda le EMOZIONI, il tema lo abbiamo espresso così: QUANDO L'EMOZIONE UCCIDE LA VITA, quando l'emozione è distruttiva. Per quanto riguarda il PENSIERO, il tema è LA VITA E MORTE NELLE TUE IDEE. Forse la cosa più astrusa, più provocatoria è LO SPIRITO E LE SUE MALATTIE, cioè QUANDO L'ERRORE NON HA PERDONO. Questo quadro di quando "l'errore non ha


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perdono" fa riferimento ad un detto evangelico, dove si dice che c'è un peccato che non può essere perdonato, che non ha perdono: ed è il peccato contro lo Spirito! Ed è una delle affermazioni chiaramente che fanno porre dei punti di domanda o dei punti esclamativi notevoli quando si legge una cosa del genere! Che c'è una peccato che non ha perdono? Cioè può essere perdonato tutto eccetto una cosa. Cosa c'è dietro quest'affermazione? Che senso ha il tutto e che riflessioni possiamo fare noi dal nostro punto di vista? Tenendo presente che cercheremo di dare un'impostazione che ci permetta di calarlo poi nella realtà, in modo che porterete a casa delle idee che aiutano a capire oltre che a gestire diversamente il tuo quotidiano; cioè quello che ci succede giorno per giorno. Entriamo direttamente in quello che può essere il tema che ci occupa. Il tema di stasera è il primo di 4 incontri ed è esattamente il tema della GUARIGIONE che riguarda le MALATTIE che si esprimono nel CORPO. Prendendo il tema così com'è "COME GUARIRE E COME AIUTARE A GUARIRE", il tema è, direi, abbastanza banale, per noi. Molti di noi per il tipo di interessi che ha avuto e che continua ad avere nella propria vita, come libri che legge, come corsi che fa, potrebbe essere un tema abbastanza scontato, sicuramente molto scontato. Tenete subito presente, il tema non è quello che appare esattamente qui, non è cioè il tema di parlare di tecniche per guarire e per aiutare a guarire, così come perfezionamento di queste tecniche (alcune tecniche tutti noi le conosciamo, già il Metodo SILVA è anche una tecnica di guarigione, quindi la tecnica mediante la quale tu usi determinate forze per guarire o per aiutare a guarire), ma sono cose che avete già ascoltato. Io dovrei dare per scontato che voi sapete, ma il tema va molto più in là. Il tema della guarigione, ... ... soprattutto ricordate, stasera parliamo di MALATTIE DEL CORPO, PARLIAMO DEL TUO MAL DI PANCIA, DEL TUO MAL DI CUORE, DELLA TUA ASMA, DELLA TUA SCIATICA, DEI TUOI RAFFREDDORI, DEI TUOI MAL DI TESTA, DEI TUOI REUMATISMI, ... o di quello che volete … … . Magari della guarigione di questi elementi, di questi aspetti in noi o negli altri, ma in un discorso molto ampio, e cioè - e qui già il discorso specifico di stasera ci obbliga a questa impostazione che è poi l'impostazione di tutto il ciclo, il TEMA DELLA GUARIGIONE. Teniamo presente: per parlare di guarigione, .... ammesso che chiunque di noi che dovesse porsi di fronte ad un altro o come medico, o come pranoterapeuta, o come l'amico che vuol aiutare l'altro a star meglio, per aiutare a guarire … chiaramente il punto di partenza è essere coscienti di che cosa vogliamo guarire, quindi è la conoscenza di quello che noi potremmo dire «la diagnosi della situazione». Un medico può aiutare un paziente a guarire se ha fatto la diagnosi corretta, di «cosa deve guarire». PICCOLA PARENTESI. Ricordandoci che nessuno guarisce nessuno, perché ognuno guarisce se stesso. Quindi ricordandoci che indubbiamente ognuno di noi può essere


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l'elemento stimolo che mette in moto nell'individuo le forze che lo portano ad autoguarirsi. Poi noi ci lasciamo andare qualche volta per dire: «mi ha guarito la tal persona ...» oppure uno che dice: «Io ho guarito», non è vero, non è assolutamente vero. NESSUNO GUARISCE NESSUNO, neanche il medico, neanche la medicina; perché la medicina, il medico, qualunque tipo di terapia non fa altro che entrare nel tuo sistema e mettere in moto i processi di guarigione che già sono contenuti dentro di te, e senza i quali non ci sarebbe niente sufficientemente utile per portarci allo stato di guarigione. Quindi ricordando questo elemento che sicuramente ci aiuterebbe ad essere molto più equilibrati nel nostro dire, ma soprattutto anche nel nostro fare, nell'atteggiamento con cui ci collochiamo di fronte ad un altro per aiutarlo a star meglio … e tenete presente questo è un tema che ci riguarda direttamente, perché come Metodo SILVA, anche solo come Metodo SILVA, è un Metodo dove noi veniamo qua ad insistere molto che è molto bello che venga usato quello che abbiamo imparato ad usare perché si stia bene noi e stiano bene quelli che stanno intorno a noi. Comunque, tenete presente questo, parlare di guarire vuol dire avere l'idea di cosa si vuol guarire, di dove si vuole portare la nostra opera e di cosa vogliamo far succedere, quindi è conoscere quello che è la malattia. E quindi parlare di guarigione vuol dire avere le idee chiare di cos'è la malattia. Voi siete già abituati, la maggior parte di voi già sa perfettamente che cerchiamo di non fare discorsi scontati che fate già attraverso i libri, che vi fa già la televisione, che vi fanno già in tanti, ma i discorsi che possono essere a volte provocatori, in senso buono, cioè DISCORSI CHE VOGLIONO FAR PENSARE ! Parlando di malattia, qualcuno ha definito la malattia in questo senso: «LA MALATTIA É LA RAPPRESENTAZIONE NEL MICROCOSMO, DI CIÒ CHE NEL MACROCOSMO VIENE DEFINITO IL PECCATO ORIGINALE». Già qui l'affermazione diventa meno facile da mettere a fuoco, diventa un pochino più complessa. Cosa si vuol dire: Microcosmo siamo noi, Macrocosmo è l'Umanità. Non stiamo a dire Macrocosmo il Cosmo, perché del Cosmo sappiamo poco. Sappiamo che esiste. Ma Macrocosmo per noi è l'Umanità, sono i 5-6 miliardi di uomini che esistono, che è l'UOMO in quanto tale. La malattia nel mio piccolo Microcosmo, e parliamo di malattie fisiche (quindi il tuo mal di pancia, il tuo mal di cuore, il tuo mal di testa) è l'espressione nel Microcosmo, di quello che nel Macrocosmo è stato chiamato PECCATO ORIGINALE: è un concetto estremamente interessante. È l’unico concetto, secondo me, che ci permette di capire veramente la malattia, di collaborare nell’autentica terapia della malattia. Cosa vuol dire questo? Facciamo un passo indietro.


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Quello che dalla tradizione viene definito peccato originale … faccio riferimento a questi elementi, perché sono quelli che conosciamo. Non facciamoci spaventare, lo dico sempre, dal fatto che poi siano concetti religiosi, strutture religiose: non fa niente, però è la nostra cultura marcata da questi concetti che portiamo dentro di noi. Allora che cos'è il peccato originale: è quello stato di dualità nel quale l'individuo si trova a dover gestire per il fatto stesso che nasce. Detto in altre parole: che cosa è lo stato in cui noi ci troviamo a dover gestire per il fatto che si nasce? É lo stato determinato dal fatto che noi diciamo di essere esseri umani, e cioè siano esseri capaci di renderci conto di noi stessi. Siamo coscienti. La differenza tra me ed un cane e un gatto sta tutta lì: che io mi rendo conto di me stesso e lui no. Che io ho coscienza di me stesso e dei miei limiti e lui no. Voglio dire: lui vive, ha una certa coscienza di se stesso, ma è sufficientemente limitata da non andare oltre la soddisfazione dei propri bisogni, senza possibilità di gestirli, con la problematica, per es., della dualità che vi potrei dire di Bene e di Male. Se voi volete calare: un cane, un gatto, un animale, eccetto rarissimi casi o eccezioni, mangiando non arriva a fare indigestione, perché quando ha finito di aver fame smette di mangiare, anche se ha ancora cibo a disposizione. Se ad un uccellino metti lì il mangime o quello che mangia, potete mettere una scatola grande, mangia fino a quando ha fame, poi lo lascia lì. Tu vai lì dopo ore e vedi che la scatolina è ancora piena a metà. Non ha continuato a mangiare perché ne ha lì. Perché quando finisce di aver fame, finisce di mangiare. Riprenderà a mangiare quando avrà fame. Ecco la regolarità, ecco l'equilibrio dell'animale. Per l'animale non poter fare indigestione, - tenete presente, è una cosa molto interessante - è, per l'animale, il suo limite. Cosa vuol dire? Lui non può essere nella sua vita creativo più di tanto! Non può farsi venire un'ulcera allo stomaco, non è capace, perché è troppo limitato nelle sue possibilità. Me la posso far venire io l'ulcera allo stomaco, perché mentre agisco mi preoccupo; perché mentre agisco oggi, mi preoccupo di domani o di quello che mi è successo l'altro ieri. L'animale non fa questo, come il bambino d'altronde; ecco perché a lui non capiteranno mai certe cose. Ma questo che per lui è il suo limite, per me è la mia grandezza. Questa è la nostra grandezza: essere coscienti che ci permette di essere creativi, di essere autonomi; quindi, di essere al di sopra delle leggi della Natura, quindi di saltare le leggi della Natura, di non doverle seguire con rigidità. Me le faccio andar bene se me le faccio andar bene, ma le posso anche modificare, forzare, reprimere, andarci contro. Quando la tradizione giudaica parla del peccato originale, c'è il peccato originale, di Eva che mangia la mela, che non doveva mangiare, dall'albero che doveva lasciare stare, che viene tentata dal serpente. Arriva Jave e condanna: «Tu uomo dovrai fare questo, questo, questo e questo, e tu donna dovrai fare questo, questo e questo», gli fa dei vestiti e ... fuori dal Paradiso Terrestre. Ho sintetizzato.


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Andiamo a rileggere il testo, i primi capitoli della Genesi. Quando dopo aver dato la condanna all'uomo ed alla donna, avergli fatto i vestiti, messi addosso e via, adesso fuori da questo stato di equilibrio ... ... c'è un'osservazione bellissima, dove dice esattamente ... questo Dio che guarda l'uomo e la donna, ormai scacciati e dice: «Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.» (Gen. 2.22) INTERESSANTISSIMO. É in quel momento, dopo tutte le condanne, dopo il Peccato cosiddetto Originale, dopo aver fatto quello che a noi hanno insegnato che «se non l'avessero fato sarebbe stato meglio» - E NON É VERO! - Lui dice: «adesso l'uomo è simile a noi perché conosce il bene ed il male.» Questo cosa ci sta dicendo? Che se io guardo un uomo, una persona umana, un essere umano, se io guardo l'essere umano quando ha 8 anni e quindi vive in questo stato che è come lo stato di animale, che vive d'istintualità, che vive di cose che gli vanno o non gli vanno, senza avere il vero concetto del bene e del male, è un bimbo profondamente egoista, è un essere profondamente egoista, vede le cose in funzione propria, normalissimo per il bambino. In quel momento io non posso dire «ecco un bambino ... ecco un essere fatto ad immagine e somiglianza di DIO», perché non è ancora l'essere creativo, capace di essere cosciente di se stesso. É con l'adolescenza che incomincia ad avere idee proprie, opinioni proprie, impostazioni proprie, incomincia a ribellarsi alle idee degli altri. Lì incomincia ad avere una sua testa, lì incomincia ad essere ... ... , poi magari non ci arriva pienamente, perché magari anche se avrà 60 o 80 anni sarà ancora condizionato, sarà ancora condizionato da suo padre, da sua madre, dal passato o dagli altri, dall'opinione degli altri. Lì si vedrà poi che cammino fa ognuno di noi, se tanto o poco, ma noi diventiamo quel che veramente diciamo di essere, cioè umani, nella misura in cui diventiamo coscienti di noi stessi e quindi diveniamo coloro che attraverso questa coscienza diventano liberi, capaci di fare scelte, capaci di fare il bene, capaci di fare il male, capaci di distruggersi, capaci di costruirsi. Questa è la grande dualità, il discorso in cui l'essere umano deve gestire questa dualità. Diventare cosciente di te stesso, vuol dire diventare cosciente di essere maschio e di essere femmina. Quindi vuol dire diventare coscienti di certe energie che spingono verso una certa soddisfazione, invece che verso un'altra. Quindi vuol dire essere coscienti che tu hai un tuo spazio che consideri tuo e c'è uno spazio che l'altro considera suo, quindi che non è tuo, quindi che c'è il rapporto tra te e l'altro, e l'altro può essere vissuto qualche volta come amico o come nemico, quindi come uno che ti è di aiuto o come uno che ti impedisce. Ecco la lotta a due, ed ecco il dover convivere, per cui tutte le problematiche della coppia, del rapporto con gli altri: cioè questo è lo stato di dualità dell'essere umano. Un essere umano che non avesse problemi da questo punto di vista, non sarebbe un essere umano, non sarebbe presente su questo pianeta.


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IL PRIMO ELEMENTO importante da tener presente è che per il fatto di essere qui noi dobbiamo gestirci questa situazione, e questa situazione è quella che faceva riferimento dicendoci il Peccato Originale. Questo è il fatto che uno si trova a gestire per il fatto di nascere e questo è uno stato di dualità e non c'è nessuno che te lo può evitare. Cioè noi non siamo esseri a cui capita di ammalarsi, NOI SIAMO ESSERE MALATI nell’arco della nostra vita. Richar Bach lo dice bene: «... ... vuoi sapere se hai finito la missione su questa terra? É semplicissimo. Se sei qua vuol dire che non l'hai finita! ... ... » Sono quelle le cose di una chiarezza, di un punto esclamativo, di una indiscutibilità da far spavento, direbbero ... ... Ma è vero! E qual è la tua missione? Guarire questa dualità. Cioè: vuoi sapere se sei ancora malato? Se sei qua vuol dire che sei ancora ammalato! Cosa vuol dire? Vuol dire che mentre siamo qua dobbiamo gestirci questa dualità; nella misura in cui dobbiamo gestirci questa dualità saremo votati chi più chi meno alla malattia … fisica. C'è un'inchiesta fatta con persone sane, persone che da anni in ufficio mai perso un giorno, mai persa un'ora, sempre andati a lavorare, hanno sempre fatto cose che fanno le persone che dicono di essere sane. Percentuale di disturbi che presentano queste persone? Non ne hanno trovata una che fosse sana! Chi lamenta spesso mal di testa, chi lamenta mal di stomaco, chi lamenta spesso altri mali, chi lamenta spesso dolori, chi lamenta spesso reumatismi, chi lamenta spesso altre cose: alta percentuale di persone che dicono di lamentare qualche cosa. È normalissimo, sarebbe anormale se fosse il contrario. Perché noi viviamo lo stato di malattia: l'essere umano è malato nel senso che è imperfetto. ATTENZIONE! Il momento in cui si evidenzia un qualcosa che a livello di malattia è più evidente - la malattia di stomaco è più evidente, quella che ti blocca di più; la malattia ai muscoli è più evidente; il tumore è più evidente - quando si manifesta qualcosa di più evidente, in quello che tu dici la sofferenza, la malattia o l'ostacolo, o il non benessere, il non equilibrio, ecco l'importanza: 1° passo: capire cosa sta succedendo. Il passo importante non è come guarire, ma capire cosa sta succedendo: ecco il discorso della guarigione. Per guarire, bisogna sapere cosa sta succedendo. Uno dice: "Cosa sta succedendo? Ho male allo stomaco.» La nostra tendenza … quando a noi capita qualcosa, in genere si sta cercando nel passato che cosa è successo perché io mi trovi oggi a vivere questo stato. Ho un raffreddore: dove ho preso freddo? dove non mi sono coperto? dove è successo qualcosa? Ho un tumore: cosa mi è successo? cosa non mi è successo? cosa mi hanno fatto? É un discorso validissimo, l'abbiamo fatto tante volte, ma non è mai sufficiente. Perché?


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ATTENZIONE! Io sono qua nel presente. Attenzione. L'unica cosa che succede a noi è il presente, è quello che mi sta succedendo in questo momento.

Passato

Futuro PRESENTE

Quello che è già successo poco fa è già passato; quello che non è ancora successo, non è ancora successo. Quindi io sono la somma di momenti presenti, che si vanno succedendo. Allora, il mio presente è determinato da un passato. Quello che mi sta succedendo oggi dipende da quello che mi è successo poco fa: ieri, l'altro ieri. Oggi può essere arrivato - facendo un es. che poi può essere richiamato più avanti oggi può essere arrivato al mio ufficio un creditore che mi dice: «Sono venuto a riscuotere i 10 milioni che mi devi: vuoi darmeli o no!» Oggi mi arriva il creditore perché ieri, l'altro ieri, la settimana scorsa, un anno fa, ... , ho fatto una spesa e devo dargli 10 milioni. É inutile che io dica: «Ma perché oggi mi arriva il creditore.» Se fossi uno a cui stamattina hanno dato una martellata e sono entrato in amnesia totale e non ricordo più niente della sua vita, si vede il creditore arrivare e dice: «Ma perché viene? Cosa vuole?» Cioè se io non ricordassi che cosa mi è successo in passato, mi chiederei che stranezza ha la persona che oggi viene a chiedermi di dargli 10 milioni. Se mi ricordo, chiaramente quello che mi succede oggi dipende dal passato. Ma quello che mi succede oggi, chi ha detto che debba succedere solamente a causa di quello che mi è successo in passato. E se dipendesse da quello che è chiamato a succedere in futuro? Il tuo mal di stomaco dipende solo dal fatto che tu hai mangiato troppo?, o il tuo mal di stomaco dipende da qualcosa che non hai ancora imparato nella tua vita? Dipende dal fatto che ti comporti in una certa maniera o dipende dal fatto che non hai ancora imparato a comportarti in una maniera diversa? DD E non è uguale? GiBi No! Non hai digerito perché hai mangiato troppo? o a causa di quello che hai mangiato? o non hai digerito perché non hai imparato a digerire? Vi faccio un es. storico, lo interpretano anche così … un po’ strano. Conoscete i Gesuiti, quest'organizzazione militare, esercito religioso ... I Gesuiti sono esistiti perché ad un certo punto un militare fu ferito e quindi, inchiodato a letto per settimane, fu obbligato a fare quello che nella vita non faceva mai, leggere. Non potendo far altro che leggere, a quel punto capì che la sua vita poteva essere vissuta in un'altra maniera. Se avete visto il film bellissimo «State buoni se potete!» dove c'è


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l'incontro di un altro santo (papa) con S. Ignazio che diceva di vedere la Madonna dopo i digiuni e gli replica: «Se mangiassi qualcosa in più non avresti allucinazioni!» Questo soldato, ferito, è inchiodato a letto: è stato ferito ed inchiodato a letto perché era un delinquente, un militare delinquente che ad un certo punto ha avuto quello che si meritava o è stato ferito ed inchiodato a letto perché doveva diventare qualcosa di diverso che non era ancora diventato? Notate che è molto importante: perché se io sono un medico che mi metto davanti ad uno che ha il mal di stomaco, ed io voglio aiutarlo a risolvere il problema, una cosa è che il mio intervento l'aiuti a risolvere qualcosa che ha fatto, una cosa è che il mio intervento debba aiutarlo a far qualcosa che non ha mai fatto nella sua vita e che riguarda il suo futuro. DD perché non dovresti guarirlo? GiBi io non debbo tentare di guarirlo. Io debbo solo tentare di aiutarlo a risolvere la sua esistenza. Ma risolvere la sua esistenza è risolvere qualcosa che è successo nel passato o aiutarlo a far qualcosa che non è mai successo e che quindi riguarderà il suo futuro? Intervento: il futuro! GIbI Non rispondiamo «il futuro», perché non è vero. Perché il mio presente riguarda e uno (passato) e l'altro (futuro). Ora la medicina tradizionale, l'impostazione classica è quella di far riferimento solo al passato, anche la psicologia, la psicoterapia. Ma i limiti della medicina e della psicoterapia sono proprio qua: di non prendere in considerazione il futuro dell'individuo. E lì può essere il limite della guarigione personale come della guarigione dell'altro. Ecco la domanda dell’esercizio: io guardo una persona, è ammalata, e potrei dire: «è ammalata perché lavora troppo intensamente, è malata perché si preoccupa troppo del suo lavoro, è malata perché è in crisi con sua moglie, è malata perché ha determinate tensioni, è malata perché ha avuto un'infanzia disgraziata ... ...» e spiego la sua malattia con il passato. É una spiegazione, indubbiamente il passato avrò lavorato per costruire questo, ma se io mi fermo qua il discorso potrebbe essere notevolmente limitativo, ma potrebbe molto più interessante, molto più rapido il processo di guarigione di quell'individuo se io riuscissi a capire: «Ma questa malattia che gli succede oggi, che cosa sta cercando di far succedere nel futuro dell'individuo.» Una situazione importante da tener presente: è malato l'individuo perché poverino ha avuto il padre troppo severo o è malato l'individuo perché non ha ancora imparato a perdonare suo padre? É malato l'individuo perché poverino gli è caduto qualcosa in testa o è malato l'individuo perché non ha imparato a camminare correttamente per la strada? Perché allora, per guarire questa persona, non vado a dirgli: «<Poverino, che papà che hai avuto! Andiamo a fare le regressioni, andiamo a scoprire che ....» Gli potrei dire


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semplicemente: «Impariamo ad elaborare uno stato di perdono interiore e vedrai come le cose cambiano.» E notate che la differenza diventa sostanziale. Non sempre è così importante andare a ripescare il perché del passato; molte volte è molto più interessante andare a ripescare i perché del futuro. Ecco perché ci si può chiedere: «Ma io nella mia vita ... mi sta succedendo che mi rubano la macchina, mi sta succedendo che mi scippano, mi sta succedendo ... Una persona proprio in questi giorni mi ha detto: "In queste due settimane non faccio altro che battere la testa sempre dalla parte destra: contro un tavolo, contro un muro, contro una macchina . Sempre qua: bernoccoli da questa parte.«E mi diceva:" Cosa vuole dire?» Domandiamoci perché per 40 anni vivi in una certa maniera e non ti succede niente; in 15 gg. quattro volte, quattro martellate sulla stessa parte della testa. É curioso. É solamente perché vai in giro sbadato? o semplicemente perché qualcosa è successo lì che ti picchia in testa? o è che si sta cercando di farti capire che c'è qualcosa di cui non ti stai rendendo conto?» COME GUARIRE E COME AIUTARE A GUARIRE. 1° ELEMENTO. Per guarire o per aiutare a guarire bisogna sapere che cosa c'è da guarire. E allora nel «che cosa c’è da guarire», 1ª cosa da capire è, molte volte, che cosa la malattia, che sta succedendo, sta evidenziando nella tua vita, che cosa ti sta volendo far capire, visto che la malattia, come tutte le cose della vita, è un simbolismo di quello che può essere l'esperienza nel significato globale e fondamentale della tua vita. E quindi, capire ciò che succede non vuol dire capire solo le eventualità del passato che ti hanno portato a questo, ma ti ricorda che questo potrebbe star svelando del tutto perché, il perché. Il cammino della nostra vita è il cammino dall'inconscio al conscio. Tutta la nostra vita si svolge su questa direttiva: tutto ciò che in me io sono e non conosco, in una maniera o nell'altra devo portarlo nella mia vita e renderlo conosciuto. É come dire: smetto di essere semplicemente un seme, un potenziale, per essere qualcosa che si manifesta. pienamente Quindi quando si dice che noi usiamo il 15% del potenziale del nostro cervello, si dice che il 15% di quello che io sono è conosciuto e quindi io lo utilizzo, quindi lo razionalizzo, quindi lo controllo. In questo 15 esprimo la mia forza di volontà, la mia forza di decisone, la mia forza di scelta. Ma c'è un 85% di me stesso che io non conosco e che mette in moto forze che sono quelle che fanno succedere le cose che io vorrei non succedessero, che mi fanno comportare nella maniera in cui io non vorrei comportarmi, quindi mi fanno avere quelle reazioni che io non vorrei avere, che mi fanno essere timido quando non vorrei, che mi fanno essere aggressivo quando non vorrei; quelle che mi fanno essere colui che sbaglia quando non vorrei sbagliare.


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Il mio cammino che cos'è: che in questo presente, tutto ciò che è inconscio, deve arrivare alla coscienza per diventare spazio della mia espressione creativa di ciò che io ho scelto di fare. Ed in questo gioco abbiamo già messo la dualità, INCONSCIO - CONSCIO, abbiamo già una grossa dualità presente: MALE e BENE. Perché TUTTO CIÒ CHE IO NON CAPISCO NELLA VITA, TUTTO CIÒ CHE IO RIFIUTO NELLA MIA VITA, TUTTO CIÒ CHE IO NON GESTISCO NELLA MIA VITA, TUTTO CIÒ CHE MI SI IMPONE NELLA MIA VITA, è MALE PER ME. E quindi quello che succede qua, può darsi benissimo che sia una malattia che sta cercando di svelare qualcosa che in me agisce come male perché non conosciuto e quindi senza la possibilità di poterlo trasformare. In fondo, se io nella vita, parlo di virtù e di vizi, è semplicemente la misura in cui faccio sì che la mia vita si esprima come qualcosa di costruttivo, di bello, che diventa benessere che diventa bello per me e per gli altri o che la stessa cosa si esprime in me come negativo e che diventa vizio, che diventa non bello, che diventa un problema per me e per gli altri. Il problema è tutto lì. Quindi ciò che mi succede, parlando anche di malattia, soprattutto parlando di malattia fisica, può essere qualcosa che sta denunciando aspetti che io non voglio prendere in considerazione e la malattia le denuncia perché io le prenda in considerazione. Ecco allora che spesso mi può capitare che la malattia mi inchioda a letto perché siccome non sono capace di scegliere di fermarmi per 15 giorni con le buone, la malattia mi ferma con le cattive. Ma non è che la malattia mi ferma con le cattive perché c'è qualcuno che ha il gusto di dirmi «fermati per 15 giorni», perché se tu nasci con una missione da compiere, la vita che è in te, non farà altro che cercare di realizzare quella missione e se tu, in quel momento della tua vita, è importante che ti fermi, farà succedere qualcosa che ti fermi. Se non riesce in altre maniere, lo farà succedere con una malattia. Allora, io che mi trovo di fronte a questa persona malata, che capissi che quella malattia sta semplicemente fermandolo perché lui possa capire una certa cosa, la mia maniera di aiutarlo a guarire, non è utilizzando la pranoterapia, medicine ... molte volte, semplicemente, fargli capire che cosa la vita gli sta cercando di svelare, perché capendo questo potrà superare la situazione. Il dramma dov'è? Siccome la capacità di comprensione nostra è molto lenta, ed a volte nulla, la vita si ritrova a riproporti, spesso, in maniere diverse, con malattie diverse, con blocchi diversi, la stessa situazione. Arrivando a volte a crearsi la situazione di che cosa? Di malattie che ti diventano croniche. Croniche perché? Perché essendo una situazione mai affrontata, mai risolta, ti viene riproposta continuamente la cosa fino al punto di creare un condizionamento tale che diventa irrecuperabile, come può benissimo succedere.


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FACCIAMO UN ESEMPIO: me ne parlava in questi giorni una persona, è una questione requentissima, magari l'avrete avuta anche voi! Nell'adolescenza molte volte si ha l'acne, ci si riempie di foruncoli il volto. É una delle malattie frequenti negli adolescenti, che poi li porti da specialisti ... ... gli danno qualche pomata ... ... e quante volte ti trovi con ragazzi che non risolvono niente. Quando poi trovi il medico, quello un pochino più illuminato che gli dice: «Ti passerà la cosa quando ti sposi.» Mai successo? Mai sentito? Perché in effetto una delle forme per curare l'acne, mole volte è proprio dargli la pillola. Perché? Perché l'acne è semplicemente a livello di pelle la manifestazione di una forma sessuale repressa che non potendo esprimersi liberamente in una maniera corretta, si esprime provocando questa eruzione cutanea. Ma perché nell'adolescenza! Perché l'adolescenza è giusto quel momento in cui l'esplosione del bisogno sessuale è forte, l'individuo è ancora sufficientemente giovane per non saperlo gestire, la società gli impedisce di vivere una sessualità liberamente, e lui è costretto a reprimere. Reprimendo, forse che la vita si rassegna? Assolutamente. La vita, la cosa che mette in moto la deve buttar fuori in qualche maniera: non avendo lo sfogo naturale, si sfoga in questa maniera. Ecco perché spesso, per es., l'acne viene curata andando al mare e prendendo il sole: fa molto bene. Perché? Perché denudarsi e accogliere il calore del sole, è una delle forme vicine a quello che si fa di fronte ad una persona che ti vuole bene: ti denudi e ne accogli il calore per contatto è una similitudine, non è completa la cosa, però è vicina e fa bene. É una maniera con cui uno si spoglia ed accetta il contatto di un calore dall'esterno, questa volta attraverso il sole. Non coinvolge a livello sociale, non coinvolge a tanti altri livelli, però è sempre un calore che uno accoglie a livello epidermico, perché in effetti la sessualità mette in gioco il rapporto con l'altro. E il rapporto con l'altro dove avviene a livello fisico? Attraverso il contatto della pelle. Ed ecco perché la repressione di quel tipo di forza coinvolge la pelle. In pratica è come se attraverso questo ti volessi rendere sufficientemente non attraente da giustificare il fatto che non ti vivi il rapporto. Sono tutte sfumature; però noi di fronte ad una cosa di questo tipo potremmo dire - me ne parlava una madre qualche giorno fa di una ragazza in queste condizioni - «É che mangia in maniera disordinato, mangia cioccolato, mangia nutella ... » ed io chiaramente non le ho detto niente, perché se gli avessi detto esattamente il discorso che sto facendo qua mi avrebbe guardato con due occhi così e chiaramente come se gli avessi detto: Senti, non gli sto dicendo permetti a tua figlia di 15 anni di fare tutte le cose di questo mondo, di trovarsi un ragazzo e di viversi una sessualità in modo pieno, perché vado contro, probabilmente, la sua capacità di gestire la cosa ed in una situazione che forse neanche la madre potrebbe gestire. Non posso farle un discorso di questo tipo, perché non mi capirebbe. Però mi sarei sentito di dirle: Ricordati che con queste pastiglie, con queste cose che state facendo, come mi stai dicendo che siete andati da uno specialista, da un secondo specialista, dal terzo specialista e non sta succedendo


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niente ... ... smettila di andare da specialisti, risparmi soldi e risparmi medicine, perché non è lì che puoi risolvere il problema. Di fronte a questa situazione la forma di aiutarla, è potergli fare un bel discorso, una bella forma di educazione che le permetta di capire il proprio essere donna, di capire la sessualità, non nel senso che abbia bisogno di avere un ragazzo o di viversi i rapporti sessuali per questo, ma di vivere l'impulso sessuale non come quella cosa che devi necessariamente reprimere, ed allora la porterei a qualcosa che ... ... la sua malattia mi dice che ha qualcosa da imparare per il suo futuro, non è una malattia causata da qualcosa che ha fatto nel passato, è anche qualcosa legata al passato, ma soprattutto un qualcosa che le sta dicendo: «C'è una forza che agisce in te che tu non stai ancora capendo. C'è una forza che agisce in te che dice che devi fare un certo tipo di comprensione di te stessa.» Allora, di fronte a questa persona, per farla guarire, il mio intervento sarà ben diverso. Le potrà essere utile qualche pomata, le potrà essere utile la programmazione, le potrà essere utile la pranoterapia, tutto quello che volete le potrà essere utile, ma se non avviene contemporaneamente la comprensione della forza in gioco, l'utilità sarà notevolmente ridotta, non dico completamente inutile, ma sicuramente notevolmente ridotta. SONO RIUSCITO AD ESSERE CHIARO? Questo sicuramente, secondo me, è uno degli elementi importanti se vogliamo parlare di guarigione. Quindi ecco quello che qualcuno sottolinea: ti succede una malattia? Un elemento molto interessante da prendere in considerazione dal punto di vista pratico:  RIFLETTI BENE QUANDO TI È SUCCESSO,  CHE COSA STAVI PENSANDO IN QUEL PERIODO IN CUI TI É SUCCESSO  CHE COSA TI STAVA SUCCEDENDO NEL PERIODO IN CUI TI É SUCCESSO,  QUALI ERANO LE FANTASIE, LE ELABORAZIONI, LE INSODDISFAZIONI O GLI STIMOLI CHE VIVEVI NEL PERIODO IN CUI TI É SUCCESSO. Cioè fai il quadro della tua vita: in quel momento della mia vita cos'è mi stava succedendo, … nel bene e nel male. Perché sicuramente ti potrebbe illuminare sul perché in quel periodo è nato quel sintomo, perché quel siccome sta denunciando qualcosa di occulto, di nascosto, vedilo un po’ ... ... ... ecco la domanda che io vi ho fatto nell’esercizio, è la domanda che suggeriva Stephanie SIMONTON in quella conferenza di diversi anni fa, quando parlavano di come applicare il Metodo SILVA a livello di guarigione dei tumori. Discorsi che poi ritrovate nel libro dei coniugi SIMONTON (Carl & Stephanie Matthews), «Star bene nuovamente» pubblicato da Riza Psicosomatica, del come applicare le tecniche che noi conosciamo nei casi di tumori, dove parlando di questo diceva: «Se vi capita un raffreddore, la prima domanda da farsi non è dove ho preso freddo, ma la domanda da farsi è “a cosa mi serve questo raffreddore?», cioè, dove mi sta portando questo raffreddore, dove mi vuol portare questo sintomo che mi sta succedendo? E così per qualunque altra cosa che ci succeda.


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Quindi,1° ELEMENTO IMPORTANTE chiedersi, farsi delle domande che vi aiutino a responsabilizzarvi di ciò che vi sta succedendo in quel momento, per capire veramente dove la vita vi sta portando, visto che la malattia, come la morte ... ... ... e tenete presente che una delle condanne che noi diciamo di avere come esseri umani, è la condanna alla morte che dipende dal peccato originale - tornando al discorso di prima , cioè la morte è il castigo per aver fatto il peccato originale, si entra in una situazione in cui sei destinato alla morte. La malattia è la piccola morte, cioè è una morte anticipata, è esattamente uno degli aspetti con cui si rappresenta questo stato di anomalia e di dualità che noi viviamo. Quindi, quando la malattia succede, denuncia qualcosa che la vita vuole che noi riusciamo a fare o ad imparare o a capire e quindi la prima domanda da farsi è proprio «che cosa mi sta insegnando in questo senso la malattia che mi sta succedendo?» Quindi, nel momento in cui ci proponiamo di capire noi stessi o di capire l'altro … 2° ASPETTO da tener presente è proprio questo, per quello che riguarda noi stessi: noi, quando ci troviamo ad essere malati, siamo gli unici a non essere capaci di interpretare la propria malattia. Cioè, non pretendere di essere tu ad interpretare quello che ti sta succedendo, perché è veramente, verqamente qualcosa di molto poco possibile. Perché? Per un semplicissimo motivo: siccome la malattia esprime qualcosa di non conscio, cioè di non cosciente, è chiaro che quando succede la malattia tu la interpreti con quello che tu sai di te stesso, cioè la interpreti con uno stato di conoscenza che non è quello che ha creato la malattia; quindi tenderai a spiegare la tua malattia sempre dandoti delle ragioni che non sono vere. Se per qualcuno è difficile il concetto, accettatelo, perché è un dato di fatto: si dice giustamente che i propri difetti te li possono dire solamente gli altri; non possiamo essere noi a dirceli, perché non li vediamo, non abbiamo la capacita di vederli. ED ECCO IL DATO PRATICO VOGLIAMO VERAMENTE AIUTARCI A GUARIRE O A STAR MEGLIO ? Fate in modo di avere nella vostra vita almeno una o due persone che vi siano veramente amiche al punto tale che vi sappiano sempre dire con chiarezza le menate che vi fate nella vostra vita. Che vi sappiano dire in faccia: «Guarda che ti stai comportando da disgraziato. É inutile che ti stai a dire che sei giustificato qui o giustificato là. Stai facendo le cose più truci di questo mondo!» Cioè abbiate qualcuno che sappia veramente, dal di fuori, dirvi quello che vi sta succedendo. E la dimostrazione che ciò che vi viene detto è vero, sapete qual è? Che quando vi viene detto vi dà fastidio. E la prima cosa che dite è: «NO!, non è possibile, questo non è vero, io ci ho pensato, ci ho riflettuto: questa è l'unica cosa che non è vera.» É la dimostrazione che quello che vi è stato detto è vero! Cioè quello che vi è stato detto, non trova corrispondenza in quello che tu sai, ma tocca quello che non sai e scoccia un sacco, perché tocca il nemico; cioè evidenzia il tuo nemico. Però è chiaro, tenete presente, devono essere amici veri, perché quando si


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fa questo senza una base di amicizia, ma è un'amicizia troppo superficiale, è il caso puntuale in cui l'amico lo perdi … tu lo perdi, nel senso che lo escludi dalla tua vita. Perché il più delle volte, quando vai a mangiarti la pizza con qualcuno per passare il sabato sera, dici: «Parliamo di tutto, ma non venitemi a toccare le cose che mi scocciano», perché se no non vai più a mangiare la pizza con quell'amico, anzi non lo vuoi più neanche sentire. Peraltro, tenete presente, questo è il nostro rischio. Se non abbiamo nessuno nella nostra vita che onestamente ci sia così amico da dirci la verità, da dirci quello che noi da soli non possiamo dirci, ecco per noi diventa rischioso saperci guarire. Perché non possiamo dire che tutto questo sia valido, quindi questo suppone che tutti noi dobbiamo avere lo psicoterapeuta o lo psicologo che costantemente ti segua: non è vero, non è questo a cui si dovrebbe arrivare. Ti basta qualcuno che ti voglia sufficientemente bene da saperti dire quello che veramente gli sembra del tuo comportamento, da come parli. Ed in molti casi è più che sufficiente per svelare quello che ti sta succedendo. E questo chiaramente non è una cosa che succede facilmente, dovrete coltivarlo un vero amico, reciprocamente, perché è un elemento estremamente importante. In caso contrario nella visione di noi stessi - e questo vi spiega come noi possiamo essere delle persone ottimali per gli altri - e quando capita qualcosa a noi, alla nostra famiglia, diventiamo delle persone che invece fanno le cose più assurde di questo mondo, perché sei coinvolto al punto tale che non riesci mai a valutare esattamente quello che stai facendo, e perché lo stai facendo, ed hai bisogno di qualcun altro. E questo è un elemento molto, ma molto importante da tener presente. Da questo, naturalmente, potete fare un'altra applicazione pratica, per es., la grande importanza che può avere il ruolo della coppia nella nostra vita, e quindi del marito e della moglie. Perché il marito e la moglie, se vogliono essere veramente coppia CREATIVA - sono le persone che proprio perché convivono, riescono a scoprirsi nei dettagli, nelle sfumature, che uno dall'esterno non convivendo insieme, non scopre. Quindi, se la coppia vuol essere creativa, è la coppia che deve sapersi vivere dall'interno. Cioè deve arrivare profondamente in questo dialogo reciproco. E lì chiaramente si spiega come nella dinamica di coppia, non può mai essere una vera coppia creativa una coppia di quelli che non litigano mai, che non si scontrano mai e che non hanno mai problemi da risolvere. Sarebbe una coppia sterile, una coppia che non serve, una coppia che si è rivestita di sufficienti maschere per dire: «Viviamoci quello che reciprocamente ed egoisticamente ci sta bene, lasciamoci perdere per il resto». QUELLA COPPIA NON SERVE PIÙ. La coppia è proprio i DUE messi di fronte l'uno all'altro, in cui - proprio perché convivo con te - ti scopro nei piccoli dettagli che agli altri glieli nascondi perché riesci a nasconderli, ma qui nel vivervi 24 ore su 24, ti sfuggono, perché è ... ... ... il calzino lasciato in disordine, o le porte non chiuse, ... ... che possono essere banalità, ma che ti dicono in che misura tu badi a certe cose o non ci badi; sei preciso in certe cose o non lo sei o con quale intenzionalità le fai cosciente o non cosciente. Questo te lo scopre


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solo uno che è lì costantemente. Per uno che è lì con cui esci fuori a mangiare la pizza ogni tanto, cosa gliene importa che tu a casa tua lasci calzini in giro o li metti in ordine. Non gli importa proprio niente; non lo scoprirà neanche mai. Ed allora ecco che chi convive con te, se accetta questo ruolo - ed allora vuol dire che è un ruolo molto impegnativo – perché chiaramente tutte le volte che tu vai a denunciare qualcosa dell'altro, denunci un suo nemico e l'altro chiaramente reagisce male. Però ripeto. É lì che ci si costruisce veramente la validità di un rapporto, la validità creativa di un rapporto. E quindi, naturalmente, già questi 3 ELEMENTI veramente interessanti, sono sicuramente elementi che in un discorso di guarigione forse sarebbero stati gli ultimi che avreste preso in considerazione: per aiutarmi a guarire, a star bene, la necessità di avere un amico che mi dica la verità, ... ... ... ... è il miglior terapeuta. Per aiutare a guarire una persona; abituarmi a capire il perché futuro di quello che sta succedendo alla persona; accettare il limite di essere coloro che nell'interiorità di se stessi non ci arriverebbero mai ad avere le idee chiare, ma non ci arriveremmo mai in generale. Cioè, anch'io che vi sto parlando; non dire: «sì, non ci arriveremo mai noi, ma ci sono quelli che, ... ... » NO! NO! Nessuno di noi ci arriva veramente da solo, perché è un qualcosa che va aldilà delle tue possibilità perché tu sei concentrato su quello che sai di te stesso; ma la malattia, se c'è, denuncia proprio quello che non sai. E quindi non è facile interpretare. Se tu accetti la reazione degli altri, l'opinione degli altri, lo spunto dell'altro, ALLORA SÌ, se sai ascoltare ed accogliere, ... ... ALLORA SÌ, l'altro ti serve da specchio dove ti serve per prendere coscienza di quello che ti sta succedendo; ma è sempre un altro, in genere, che te lo scopre, che te lo denuncia, e questo veramente è un atto di profonda umiltà che siamo chiamati a fare. Qui mi vorrei fermare, perché il discorso comunque continua; stiamo parlando di malattie fisiche; poi dovremo parlare di squilibri che avvengono a livello emotivo, di quando sono le emozioni che creano squilibrio, di quando sono i pensieri che creano squilibrio, e quindi di come guarire sui vari livelli più sottili - animici e spirituali - la cosa. Ma ripeto, importante, perché quando si parla di malattie fisiche pensiamo che qualche buona medicina, un buon omeopatia, un buon pranoterapeuta, qualche intervento, ecc., siano le cose interessanti, ideali, fondamentali da far intervenire. Utilissimo tutto, ma se non c'è la comprensione di certi processi molte volte non c'è pranoterapia, non c’è omeopatia, non c'è intervento che ti porti a guarire. Al che ricordiamo: L'ESSERE UMANO NON É UNO A CUI CAPITI DI AMMALARSI; L'ESSERE UMANO É UN ESSERE MALATO. Ed è ammalato nella misura in cui è diviso fra:  una parte di se stesso che conosce;


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    

una parte di se stesso che non conosce quindi una parte di se stesso che accetta e una parte di se stesso che non accetta; quindi una parte di se stesso che integra e lo chiama BENE e una parte di se stesso che rifiuta e lo chiama MALE.

Teniamo presente che, non per niente, tutto ciò che noi non viviamo e reprimiamo e quindi non accettiamo, viene chiamata della PSICOLOGIA «OMBRA». L'OMBRA è una delle forme a livello psicologico con cui a livello RELIGIOSO viene detto il DIAVOLO; cioè IL MALE, ai vari livelli. E qui tenete presente, si dice nella psicologia:  L'OMBRA è un LAGO,  L'ANIMUS e l'ANIMA sono l'OCEANO. Cosa si dice? L'ANIMUS è la parte MASCHILE della DONNA che è allo stato inconscio; l'ANIMA è la parte FEMMINILE dell'UOMO che è allo stato inconscio. Le figure maschili che voi donne sognate la notte, rappresentano l'Animus; le figure femminili che voi uomini sognate la notte rappresentano l'Anima: sono i grandi nemici! Perché per me maschio, uno degli aspetti più nemici che faccio fatica ad integrare è il mio aspetto di femmina; e viceversa per la donna. Ecco perché io all'esterno sono maschile e a livello inconscio ho l'Anima; e la donna a livello esterno è femminile ed a livello inconscio ha l'Animus. Perché una delle forme più ostiche da accettare è QUELLA PARTE DI ME CHE RAPPRESENTA IL MIO CONTRARIO. Quindi per me è la femminilità come per una donna è la mascolinità, e quindi che vanno a far parte del discorso ombra, del discorso inconscio, dove, se ciò che tu reprimi è un piccolo lago, questa realtà maschile o femminile che ti è contraria è come un oceano, nella realtà ove l'ombra è solo una piccola parte. Ed ecco, tutto ciò ci dice che, quando ti succede la malattia, è semplicemente perché queste realtà per spingono per passare da uno stato non conscio ad uno stato di accettazione, trovano ostacolo, trovano in te il blocco, trovano in te la fatica. Ed allora la malattia denuncia questa fatica, la malattia denuncia questo blocco, la malattia denuncia questo non voler capire, o questo non riuscire a capire. DD: ... ... e la malattia nei bambini ... ... GiBi me l’aspettavo questa domanda. Noi non trattiamo tutto il tema qua, poi parlando di malattia il tema si amplia. Lì lascerei a voi far le vostre elucubrazioni.


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Il discorso che stiamo facendo stasera è chiaramente un discorso parziale che non vuole affrontare l'argomento in tutti i suoi aspetti. Il problema della malattia nei bambini chiaramente è un altro degli aspetti problematici della malattia. Problematici perché? E qui è molto interessante vedere. Perché noi in genere, come dicevamo prima, siamo abituati a pensare che la malattia ha una ragione nel passato. In effetti noi ci troviamo spesso a dire: «Ma questo bambino, a due anni, che cosa ha fatto per patire quello che patisce!» In quel «cosa ha fatto», noi siamo entrati culturalmente - questo è il condizionamento culturale, soprattutto cristiano, della nostra cultura cristiana, occidentale, cattolica - pensare che IL DOLORE, LA MALATTIA SIA FRUTTO DEL PECCATO, che sia solo frutto del peccato, cioè frutto di errori, e quindi di un bambino ci chiediamo che cosa ha fatto per patire ciò che patisce. E allora attenzione; potremmo fare tante ipotesi.  Un bambino può essere malato in funzione non solo del passato, ma di qualcosa che lui deve apprendere nella sua vita.  Può essere malato in funzione di qualcosa che non deve apprendere solo lui, ma devono apprendere insieme a lui i suoi genitori. Cioè può essere una funzione sociale della malattia (ne abbiamo già parlato a suo tempo qualche volta).  3°, discorso di prima. Se io fossi uno che durante la notte, durante il sonno, cade in una amnesia totale e non ricordo ciò che ho fato ieri o l'altro ieri o la settimana scorsa, mi troverei a non sapere interpretare perché oggi mi arriva il creditore a chiedermi 10.000.000. Ecco, se voi il discorso di un giorno lo applicate ad una vita, torniamo con l'idea di sempre. Potrebbe benissimo succedere che quello che vi succede oggi ... ... Tenete presente. Nel discorso di stasera noi non abbiamo detto che ciò che succede oggi non sia spiegabile anche con qualcosa che ti viene dal passato, non abbiamo negato questo. Abbiamo solamente detto che il discorso è parziale: succede per qualcosa di passato ma può succedere anche per qualcosa di futuro. Vogliamo semplicemente rivendicare un quadro più amplio di interpretazione del fenomeno. Quindi, è chiaro che per quello che succede ad un bambino, può benissimo essere che gli succeda per un passato remoto, cioè per qualcosa che è successo al bimbo in altre vite - direbbe qualcuno - e lì facciamo un'affermazione che chiaramente qualcuno dice: «Ma ritorniamo per l'ennesima volta con questo discorso della reincarnazione!» Ma d'altronde certi fenomeni o si spiegano così o rimangono senza spiegazione. Ora, se noi preferiamo scegliere la non spiegazione, scegliamo di non spiegare. Però tenete presente che noi nella nostra cultura occidentale, dal punto di vista della comprensione della malattia, siamo notevolmente handicappati, perché la cultura occidentale, soprattutto la cultura etico-cristiana non ci ha aiutato ad interpretare bene la malattia e la morte. Ed il discorso che noi ci troviamo spesso a fare di fronte ad un malato in cui facciamo il discorso dell'espiazione: «Accetta con rassegnazione la tua malattia ed il tuo dolore, perché questo è DIO che te lo manda, e così tu espii i tuoi peccati o espii i peccati degli altri ... ...» che è molto frequente il concetto di


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espiazione nella cultura cristiana. Quindi molti Santi che ci sono stati presentati come coloro che vivevano la vita in espiazione per i peccati degli altri uomini, è un discorso molto sottile dove io non vorrei entrarci molto duramente in questo momento, ma chiaramente è un discorso molto difficile da accettare, perché è molto difficile accettare che ci sia un Padreterno che ottiene soddisfazione del tuo dolore, come Padreterno esterno, e che quindi vuole che tu soffra per ... ... , e sembra essere uno che è insaziabile in questa sofferenza, visto che non si fa altro che soffrire e soffrire così tanto! E questo nella cultura cristiana non ci hanno aiutato a capirlo con maggiore equilibrio. Ora la malattia non è il gusto di un qualcuno che ti vuole far soffrire perché così tu espii i peccati di qualcuno, NO! La malattia rientra in un fenomeno di imperfezione nel nostro stato, per cui fino a quando siamo imperfetti giustamente soffriamo anche la malattia, come soffriamo la morte. Ma è qualcosa di interpretabile nella mia imperfezione, ... qualcuno lo dice molto bene: LA MALATTIA É L'IMPERFEZIONE DEL FRUTTO ACERBO. Un frutto acerbo è imperfetto? In un certo senso sì. Cioè lo stato del frutto acerbo è uno stato di imperfezione, ma non di imperfezione perché è peccato, perché ha sbagliato qualcosa o perché necessariamente abbia qualcosa di non giusto in sé. É semplicemente un qualcosa che non è ancora arrivato a maturazione. Ecco, per noi la malattia, come la morte, denuncia che noi non siamo ancora arrivati a maturazione. Quindi nel discorso culturale occidentale, la malattia non è sempre stata aiutata ad essere capita in questo senso creativo, in questo senso positivo, e tanto meno ci ha aiutato tutta la cultura che ci ha portato a disprezzare il nostro corpo, a martoriare il nostro corpo, a flagellare il nostro corpo, a mortificare aspetti della nostra vita, perché così davamo più spazio a quello che poteva essere lo Spirito. Questo non ha fatto altro che creare maggior conflitto e minor forma di comprensione di quello che può essere la nostra vita in senso globale. Quando nella morfopsicologia Jean Spinetta ha interpretato il volto di S. Teresa di Gesù - la grande riformatrice spagnola - praticamente nell'interpretazione psicologica della morfopsicologia, S. Teresa di Gesù non era altro che un volto che presentava un grande stato di repressione di certe energie. Per la psicologia era una persona repressa, che in questo stato di repressione sublimava questa repressione sfogandola in questo stato di dolore, spesso cercato, in questa gioia attraverso le mortificazioni che le venivano date e nella ricerca di queste mortificazioni. Ma per la psicologia è un masochismo che ti direbbe: «Non ha senso.» Ma è la visione psicologica. Noi non stiamo dicendo la visione religiosa che dice: «É santa.» Dal punto di vista religioso, non siamo noi che possiamo definire se è santa o se non è santa, o se questo sia un qualcosa di ammirevole o meno. Dal punto di vista psicologico è un fenomeno in cui una certa energia non veniva accettata liberamente nella propria vita e rimanendo repressa spingeva un fenomeno autodistruttivo che poi diventa, psicologicamente, anche masochista. Però questa è la visione psicologica, noi non facciamo visione religiosa.


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Perché quello che può sembrare religiosamente santo, per una cultura religiosa come la nostra, pigli un'altra cultura religiosa ... e magari te la definisce in un'altra maniera. Quindi non è lì il discorso. Il discorso è che la visione della malattia può essere una visione molto diversa e soprattutto penso che sia molto importante che la vita umana sia vissuta non tanto come un castigo, e non tanto come un qualcosa di sbagliato, fin dalla radice, perché sei nato sbagliato; ma semplicemente sei nato imperfetto e in questa imperfezione la vita cerca attraverso la malattia, come attraverso tutto ciò che ti succede nella vita, cerca di aiutarti a capire te stesso in modo che tu possa arrivare a quella perfezione che ti permetta di non essere più malato. Quindi da uscire da questo gioco di conflitti in cui sei immerso. Ed è, penso, una visione molto più equilibrata e molto più gioiosa di quella che possa essere una certa visione un po’ negativa o mortificante a cui siamo abituati. DOMANDA: tornando al discorso dei bambini: sarebbe un assurdo ipotizzare che il bambino si ammali, anche in età piccola, del male dei genitori? GiBi psicologicamente parlando, assolutamente no! Il bambino subisce spessissimo, anzi subisce tutto l'influsso dei genitori ..... Segue molte volte i bambini hanno gli stessi mali della mamma. GiBi si, certo. Ma ripeto: questo è un discorso già fatto tante volte, quindi non è il discorso che giustamente mi stava dicendo Stefano, la spiegazione che abbiamo avuto tante volte e che appigliandoci a questa definizione giustamente siamo venuti a cercare spesso nell'infanzia le ragioni di quello che ci succede. Anche a Pietralba ed in altri corsi si lavora molto su questo. Io non sto negando questo, assolutamente. Sto dicendo solo che il bambino mi nasce e si trova con una malattia perché ha avuto dei genitori che hanno fatto in una certa maniera, che l'hanno educato in una certa maniera, ... ... . Ma la domanda fondamentale: questo incontro bambino - genitori che ha portato a far sì che il bambino soffra questo, perché è successo? Capite il passo in avanti? L'allargamento di orizzonte? Cioè, non mi fermo a dire: è malato questo bambino perché ha avuto dei genitori in una certa maniera - l'ho già detto prima - ma questo bambino si trova ad essere malato a causa della presenza di certi genitori perché ha bisogno di apprendere magari qualcosa, perché ha bisogno di uscire da un certo stato di limitazione in cui si trova. MI PERMETTO. Quello che noi ci portiamo dentro dalla nascita, molte volte sono situazioni che non avete preso dai genitori, perché ce li portiamo proprio dalla nascita. In effetti - voi potete far riferimento con i vostri figli - quante cose voi, guardando un figlio, dite: «Ma da chi l'hai imparato? Da me no, perché non la faccio mai questa cosa, da te no perché non la fai ma, però lei la fai: da chi l'ha imparata.» Cioè non è ripetere una frase che ha sentito, è un comportamento che in casa, per es., il bambino non vede, però il bambino lo fa. Quindi è chiaro che porta dentro qualcosa di suo. Cioè lì c'è la somma di quello che è suo più quello che gli viene dal padre più quello che gli viene dalla madre più quello che gli viene dagli altri. Ora, quello che lui porta dentro di


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suo, è chiaro che lo può portare a degli stati che poi si combinano con il padre, la madre, ecc., quegli stati di malattia, di situazioni di blocchi, che sono blocchi che sono lì presenti perché lui non ha ancora appreso, come essere umano, per es., determinate azioni ed insegnamenti. L'ESEMPIO: la bambina che si ritrova a 5 - 6 - 7 anni a fare una cosa estremamente curiosa e molto irrazionale come quella di far funerali a tutte le bambole che le regalano ... ... ..., che non è un gioco logico, perché una bambina a 5 - 6 - 7 anni con le bambole può fare tutti i giochi di questo mondo, ma che si dedichi a prendere le bambole e a sotterrarle facendogli il funerale, con una cerimonia molto solenne, perché lo faceva facendo pure il corteo con i fratellini e con gli amici e li obbligava a piangere ed a fingere proprio il funerale ... chiaramente uno dice: «Da dove lo prende? Dov'è che a visto per televisione i bambini giocare a fare funerali?» É chiaro che si porta dentro qualcosa di sé; quindi è chiaro che lei scopre che questo qualcosa potrebbe legarsi a un qualcosa di passato, remoto, che le si è fissato dentro come qualcosa che la richiama che c'è un apprendimento da fare nei rapporti magari della morte, del dolore, della perdita di un figlio che le si è fissata così forte che non ha ancora imparato a superarla. Perché le viene proposto in questa vita? Perché non avendolo ancora appreso prima, probabilmente la si rimette nella stessa situazione perché finalmente riesca ad apprendere quello che non ha appreso. Quindi è chiaro che non devo cercare di guarire la situazione in funzione del passato, ma la guarisco apprendendo qualcosa di nuovo che mi proietta in un sistema di vita nuovo nel futuro. DD e un bambino appena nato, che può nascere malato e può morire, vuol dire una negazione totale della vita per quell'essere? GiBi chi l'ha detto? Io direi che la prima cosa che dovremmo fare è non tentare mai di dare grandi valutazioni così tassative a cose che succedono. Gli elementi possono essere tanti, e molte situazioni della vita noi non siamo in grado di interpretarle. Quindi possiamo fare tante ipotesi. Poi, quando realmente qualcuno di noi si trovasse a vivere nella propria vita l'esperienza di un bambino che muore, la domanda è rendersi conto di quel fatto che succede, cosa stia cercando di insegnare a te, e non cercare di capire il perché del bambino. Quello lo saprà lui, lo scoprirà lui, perché tu fai solo delle ipotesi campate per aria. Cioè io non mi devo sforzare di capire cosa succede a te; devo farti da specchio ed aiutarti a capirti se tu vuoi capire. Io devo imparare a capire cosa succede a me, CHIARO ? ? ? Quindi quando mi succede nella vita che un mio figlio muore, è inutile che mi scervelli per la vita intera: «Chissà perché mio figlio è morto?». Prova a capire, «perché a me è capitato di avere un figlio che mi muore a 2 anni», ma a me. Che senso ha per me il fatto, non per lui. Per lui lo saprà lui, perché per lui posso solo fare ipotesi: come fare ad essere dentro di lui, così dentro da capire perché lui sia nato per morire a 2 anni. Riesco ad essere chiaro?


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Questo non vuol dire non voler capire i fatti, ma non voler andare aldilà di quello che è la reale comprensione che la vita ti può offrire. Quindi il fatto che ti sconvolge, chiediti perché ti sconvolge, perché capita a te di passare per quella strada nel momento in cui succede quell'incidente che ti sconvolge e perché non sei passato di lì 5 minuti prima in modo che ... passavi di lì e non succedeva niente. Chiediti perché a te succede quello. Poi, star lì a dire «chissà perché è successo a lui», starà a lui capirlo. Lì rischi molto di perdere il tempo, perché giustamente lo dice bene: «CHISSÀ PERCHÉ C'É UN SACCO DI GENTE CHE VIVE LA VITA CERCANDO DI CAMBIARE IL MONDO, INVECE DI DEDICARSI A CAMBIARE SE STESSO!» SE OGNUNO SI DEDICASSE A CAMBIARE SE STESSO, IL MONDO CAMBIEREBBE.


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CERCHIO DI LUCE PREPARAZIONE PER L'ESERCIZIO:  Nome della persona da aiutare;  Chi dirà il nome ad alta voce visualizzerà la persona e la collocherà al centro  STAMPO UMANO  LUCE DAL 3° OCCHIO  RESPIRAZIONE PROFONDA

Occhi chiusi, respira profondamente (6 ed entra in un livello mentale più profondo e più salutare rilassando bene il tuo corpo (4 e rilassando bene la tua mente (20 sii cosciente, attraverso il contato che hai stabilito con tutti gli altri attraverso le tue mani (5 rilassa bene le tue mani (5 fai in modo che la pressione che tu eserciti attraverso la tua mano, sulla mano dell'altro, sia né troppo forte, né troppo leggera sia quella pressione che ti permette di percepire nel palmo della tua mano, il battito cardiaco (20 e ti introduci in questa esperienza con un momento di riconoscenza verso coloro che sono qui insieme a te formando questo cerchio (5 molte di loro sono persone che forse non conosci neanche bene forse non ne conosci neanche il nome ma sentiti profondamente unito ad ognuno di loro (10 solo insieme riusciamo a formare l'immagine del cerchio che è l'immagine della perfezione che è l'immagine dell'unità che è l'immagine della totalità (25 fai di nuovo un respiro profondo ed entra in un livello mentale più profondo e salutare (6


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ora immagina un raggio di luce e di energia che dall'alto scende su di te (6 ed apriti a raccogliere liberamente e pienamente questa forza che dall'alto fluisce su di te e sentiti profondamente in sintonia con le grandi forze che fanno esistere la vita nell'universo (6 ed immagina che questa luce fluisce lungo la tua colonna vertebrale (5 per espandersi in tutto il tuo corpo (4 a riequilibrare tutti gli organi del tuo corpo (15 ed allora pensa agli organi od alle parti del corpo che tu sai che hanno maggiormente bisogno di equilibrio, di salute, di vigore, di forza e sappi, con la tua immaginazione, convogliare lì questa luce e questa energia visualizzando con chiarezza il tuo organo (10 visualizzando con chiarezza il suo lavoro nell'ambito dell'economia di tutto il corpo (12 e visualizzando e pensando l'equilibrio in questo organo e visualizzando e pensando lo stato di salute di questo organo (5 e così fa per tutti gli organi del corpo (8 in modo che tu possa pensare al tuo corpo, come ad un corpo luminoso (9 ad un corpo compenetrato di luce e circondato di luce (15 e mentre pensi ed immagini, intensamente come la luce e l'energia del cosmo fluisce in te immagina come questa luce e questa energia da te fluisce verso gli altri che tu puoi pensare ed immaginare come punti di luce come te come corpi luminosi, come il tuo e quindi l'energia fluisce liberamente da te verso gli altri e dagli altri verso di te (6 e tu puoi sentirti profondamente in sintonia con gli altri senti il tuo corpo luminoso in sintonia con gli altri (11 senti tutti gli altri come parte di te (4 partecipi della stessa vita (5 espressione della stessa unità (8 e quindi senti ed immagina come tutti insieme siamo unità un'unica realtà dove il mio benessere è anche il tuo benessere ed il mio dolore è anche il tuo dolore (15 ed allora senti sentilo intensamente che questa luce che da te fluisce verso l'altro è la forza che nell'altro realizza l'equilibrio, realizza la guarigione (4


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realizza la comprensione sentiti come una forza che nell'altro rende possibile la chiarezza per scoprire il vero senso dei fatti della vita (5 sentiti come colui che nell'altro rende possibile il coraggio per fare le scelte che lo possano portare a realizzare se stesso sentiti profondamente vivo nell'altro e potrai sentire gli altri profondamente vivi in te (12 e ti sentirai fluire sempre piĂš liberamente e sempre piĂš intensamente attraverso questa luce e questa energia (6 ed allora tutti insieme immaginiamo che nel centro di questo nostro essere cerchio di luce costruiamo l'immagine di un essere umano uno stampo di essere umano una forma umana indifferenziata (5 e sentiremo come una porta dove immagineremo che vanno entrando tutte le persone che verranno nominate da noi fra qualche istante ed a cui noi vogliamo inviare tutta la forza e tutta la luce che sia necessaria per la soluzione delle loro difficoltĂ e dei loro problemi (13 coloro che vogliono nominare ora le persone da aiutare, lo facciano ad alta voce in modo che tutti noi possiamo partecipare ascoltando e visualizzando l'immagine che entra in questa forma umana

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seguono i nomi

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ed ora tutti coloro che hanno fatto dei nomi visualizzino con chiarezza tutte queste persone che hanno nominato (10 e tutti insieme, sentiamo la presenza di queste persone richiamate qui in una dimensione senza tempo e senza spazio che ti permetta di vivere la loro presenza con noi e la nostra presenza con loro continuiamo a vivere intensamente il contatto con la luce del cosmo (4 e questo fluire della luce fra noi creando questo cerchio di luce (6 coscienti che quello che stiamo per fare


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è diventare ognuno di noi collaboratori con la vita del cosmo che cerca di guarire se stessa che cerca di togliere dal proprio cammino ciò che le impedisce di manifestarsi pienamente (6 ed allora concentriamo la nostra attenzione su questa forma umana che è come la porta dove sono state introdotte tutte queste persone e sentiamo che in questa forma umana sono tutte presenti queste persone ed allora, il raggio di luce che esce dalla nostra fronte lo inviamo su tutta questa forma umana incominciando a vederla luminosa (6 a circondarla di luce e di energia ed andando concentrando la nostra attenzione solo sulla parte DX di questa forma umana pensando alla parte DX del cervello di tutte queste persone e le vediamo illuminarsi e quindi immaginiamo tutta la parte DX del corpo di queste persone illuminarsi accogliendo pienamente queste luce e questa energia (5 quindi concentriamo l'attenzione sulla parte SN della testa (5 ed immaginiamo la parte SN di queste persone illuminarsi e quindi tutta la parte SN del loro corpo illuminarsi (10 e quindi concentriamo la nostra attenzione sul sistema osseo di queste persone immaginando il loro scheletro illuminarsi, come se diventasse fluorescente e immaginando come questa energia fluisce dal sistema osseo in tutte le cellule non sane (12 quindi concentriamo l'attenzione sul cuore pensando al cuore di tutte queste persone ed al loro sistema circolatorio (6 ed immaginiamo il cuore e tutto il sistema circolatorio come se fosse luce che circola nelle arterie e nelle vene di queste persone immaginando un sangue perfettamente equilibrato nella sua composizione per ciascuna di queste persone secondo le proprie necessità (10 e quindi è tutto il corpo di queste persone che visualizziamo luminoso (10 ed immaginiamo come questa luce da queste persone si espande a coinvolgere le persone che le circondano nell'ambito familiare (10 ed immaginiamo che queste persone che le circondano le possano capire ed aiutare veramente ad affrontare i propri problemi ed a risolverli nel migliore dei modi (15


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quindi tutti coloro che hanno nominato queste persone visualizzino queste persone uscire da questo stampo umano sorridenti, più serene, come coloro che non solo stanno lavorando per la soluzione ma che soprattutto arrivino a capire il senso della loro malattia e di ciò che la vita sta realizzando in loro attraverso questa malattia (22 ed ora lasciamo che questo stampo umano scompaia dal centro di questo nostro cerchio di luce e riportiamo l'attenzione ancora per qualche istante su di noi (5 immaginiamoci e pensiamoci capaci di lasciare a questa luce tutto lo spazio possibile in noi (7 perché possa esprimersi pienamente in noi, nella nostra vita, nel nostro ambiente, il vero significato del nostro esistere il vero perché siamo nati che ognuno di noi riesca veramente ad esprimere se stesso. (7 quindi immagina intensamente quella forza che ognuno di noi ti sta donando perché anche tu sia capace di risolvere il tuo problema di capire la tua situazione di dare un senso a ciò che ti succede (8 perché la vita sia più vita in te ed intorno a te (27 quindi vivi di nuovo un momento di riconoscenza verso tutti noi che siamo qui con te e che proprio perché siamo qui con te, riusciamo a vivere certe esperienze e riusciamo ad essere utili gli uni agli altri, per il nostro cammino di realizzazione (4 e con questa sensazione di riconoscenza e di gioia interiore lentamente utilizzando soprattutto la respirazione profonda ci prepariamo a riaprire gli occhi.

>>> .f.i.n.e.. <<<


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