Contattismo
Contattismo: storie di contatti continuati tra uomini e presunte entità aliene. Realtà o invenzioni? Le ipotesi: il fenomeno come reazione della crisi e delle aspettative del nostro mondo; il fenomeno come conseguenza di un effettiva realtà aliena che sceglie tra gli uomini i suoi intermediari per comunicare con l'umanità.
Contattismo (I) Analisi prospettica della realtà; definizione ed indroduzione del fenomeno contattistico
Contattismo (II) Differenze e convergenze con i casi di rapimento; il millennarismo; conseguenza della crisi dell'uomo
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Contattismo (III) Analogie tra il contattismo e le apparizioni mistiche; presenze reali? Negative o positive
Contattismo (IV) Dai contatti del passato ai contatti di oggi: le maschere e le ipotesi sul vero volto del fenomeno
Contattismo
(I)
Analisi prospettica ed introduzione del fenomeno Analisi della "realtà" Per introdurre l'analisi di una fenomenologia affascinante, intrigante, contraddittoria e quindi, almeno in apparenza, non predisposta all'analisi, è necessario ricordare alcuni principi che sono i punti cardine della moderna ricerca scientifica. Il fisico tedesco Werner Heisenberg nel 1927 enunciò il Principio di Indeterminazione. Esso è il fondamento teorico di gran parte della fisica e dell'astrofisica moderne. Heisenberg sostenne che ogni realtà materiale è in parte determinata dalle nostre sperimentazioni sensoriali, in quanto l'atto stesso di osservare e misurare tende a modificare strutture e comportamenti dell'oggetto osservato. Le ardite speculazioni fondate su analisi matematiche, come quelle del fisico americano John Wheeler, ci parlano di un Universo "oggettivo", nostro presunto territorio di realtà, che "esiste" solo come percezione della nostra coscienza che lo costruisce e ricostruisce in ogni istante, estraendolo da un infinito oceano di probabilità. Sarebbe proprio dietro le quinte della natura simmetrica e ordinata percepita dai nostri sensi, che esisterebbe un caos virtuale, comprendente eventuali dimensioni parallele alla realtà, in cui potrebbero incontrarsi nuove scienze ed esperienze, antiche magie, metafisica e psicologia del profondo. Se, come molte scuole sapienziali del lontano passato sostenevano e la fisica quantistica sembra oggi dimostrare, la nostra cosiddetta realtà non è che un opzione generata da un software complesso, di cui noi stessi siamo parte, ne deriva che, mentre vive in una microscopica "provincia del Reale", la coscienza collettiva dell’umanità elabora formule di esplorazione di sé e delle proprie rappresentazioni, trasportata da un processo che tende ad espatriare nuove "province" e ad interagire con le "idee-forza" del mito, cioè con quelle formule archetipiche che costituiscono il ponte tra noi e il nostro patrimonio spirituale e genetico. Adattando questi concetti al problema in questione, alcuni ricercatori sono giunti ad osservare che se gli UFO fanno parte della realtà, la nostra attenzione deve soffermarsi essenzialmente sul significato di quest'ultimo concetto: la realtà. Solo in un suo primo significato, "realtà", designa il modo d'essere delle cose in quanto esistono fuori dalla mente umana o indipendentemente da essa. Possiamo chiederci se esiste una realtà "oggettiva", "fisica", fuori di noi; ovvero, ogni nostra esperienza, non potrebbe fare parte di un sogno gigantesco che non ha nessun mondo esterno, in altri termini dobbiamo chiederci se la nostra mente è la sola cosa che esiste e se esiste un mondo "esterno" e completamente differente da come ci appare. A questo punto è necessario evidenziare lo strettissimo rapporto tra realtà e conoscenza, assumendo la conoscenza come possibile condizione di esistenza della realtà e ponendo la probabilità che la conoscenza sia condotta da parte di un soggetto, ossia una forma di vita. Si potrebbe affermare, ad esempio, l'esistenza di una mela , del sole, senza che un osservatore li stia a guardare? Inoltre, per il soggetto, l'osservatore, la forma di vita di cui stiamo parlando fa essa stessa parte della realtà ed è, a sua volta, realtà: quindi la conoscenza che ne ha, si identifica con la stessa sua esistenza. E cosa dire se i potenziali osservatori fossero più di uno? A questo proposito, non si può dimenticare come alcune teorie della conoscenza, più estreme di altre, neghino che sia sensato parlare di oggetti, fenomeni, processi, come di cose distinte ed indipendenti dal soggetto che la conosce. Questa posizione appare coincidere, più o meno, con quella visione filosofica chiamata prospettivismo, che vede crollare l'erronea credenza secondo cui la realtà avrebbe "una fisionomia propria ed indipendentemente dal punto di vista da cui la si considera". In tale ottica la realtà non è assoluta, ma si compone di infinite prospettive tutte egualmente vere. La posizione di questa corrente filosofica, come pure quella delle teorie della conoscenza più moderate, riconosce l'esistenza della realtà, ma afferma che gli oggetti che la compongono sono indistinti e vanno pertanto individuati. In questo quadro acquistano un valore particolare le osservazioni dell'antropologo Edward T. Hall, fondatore della cosiddetta prossemica o
"semiologia dello spazio". Scrive Hall: "La percezione, che un uomo ha del mondo, è programmata dal linguaggio che egli usa. Si può pertanto notare che persone con culture diverse non solo parlino lingue differenti ma, cosa ben più importante, abitino diversi 'mondi sensoriali'; tutto ciò al punto che l'esperienza così come è percepita, ovvero attraverso tutta questa serie di filtri sensoriali disposti a seconda dei vari condizionamenti culturali, è totalmente diversa dall'esperienza immagazzinata da altri soggetti di altri ambienti culturali". Alla luce delle affermazioni di Hall, potrebbe venire il sospetto che, forse, gli uomini semplicemente non sarebbero in grado di riconoscere eventuali macchine, forme di vita, oggetti o comportamenti extraterrestri; o, per meglio dire, li comprenderebbero secondo quelli che sono i loro schemi esclusivamente terrestri. Occorrerebbe, insomma, un'esperienza ufologica oggettivamente evidente per convincere gli scettici dell'esistenza degli UFO e superare l'antropocentrismo gnoseologico. Agli studiosi del fenomeno UFO e dell'ufologia spetta dunque il compito di dimostrare che esperienze di questo tipo si sono già verificate o si stanno verificando ripetutamente. Occorre poi fare previsioni scientifiche soddisfacenti, non tanto dal punto di vista della riducibilità dei fenomeni, quanto piuttosto della verifica delle asserzioni dei testimoni. Il fenomeno del contattismo I concetti qui sopra solamente accennati sono necessari per affrontare un tema che è senza dubbio quello più discusso e che più divide chi si occupa di ricerca ufologica, ovvero il fenomeno del "contattismo". Derivato dalla traduzione italiana -"contattista" - del neologismo americano contactee, il termine contattismo, indica, in ufologia, i soggetti che si dicono in contatto con le intelligenze che piloterebbero gli UFO. Occorre precisare subito che è necessario distinguere quanti sostengono di avere avuto contatti fisici, ma meramente fortuiti con tali fantomatiche entità e quanti, al contrario, si dicono in rapporto continuato con "intelligenze extraterrestri" da cui sarebbero stati scelti quali loro emissari: i "contattisti", sovente caratterizzati dal fatto che alla loro prima esperienza fisica ne avrebbero in breve fatto seguito altre attraverso varie percezioni extra-sensoriali. Il contattismo, in diversi soggetti sfocia nel "cultismo" cioè quella particolare tendenza a creare settariamente attorno agli UFO una vera e propria sorta di "culto". Gli UFO sarebbero, secondo tale visione, i "segni dei tempi" che precedono il ristabilimento del Regno di Dio in Terra. I piloti delle astronavi sono visti in un’ottica angelica, come divini strumenti di punizione e salvezza che entrano in contatto con l'"eletto" terrestre, ovvero il contattista. Pertanto il contattista, caratterizzato invariabilmente da una dimensione carismatica, è indicato come il tramite fra l’umanità ed una superiore realtà cosmica. Le discipline antropologiche hanno da sempre sottolineato la necessità dell'uomo di avere dei punti di riferimento esterni alla sua realtà, che gli permettano di guardare all'Universo come ad una struttura periodicamente scandita che garantisca la costante armonia tra uomo e divinità. L’astronomo Carl Sagan ha tracciato delle analogie tra il mondo antico e quello moderno affermando che "le moderne sette ufologiche che si creano attorno al contattista rappresentano il tentativo di surrogare le antiche divinità abbattute dalla scienza con entità superiori di origine interplanetaria". A livello non più settario ma come fenomeno di massa, il discorso potrebbe ricollegarsi in chiave psicosociologica all’odierno successo delle teorie "paleoastronautiche" della cosiddetta archeologia spaziale, secondo cui la Terra sarebbe stata visitata, in un lontano passato, da astronauti extraterrestri successivamente divinizzati dai nostri primitivi genitori. Sotto il profilo antropologico-culturale non è improprio fare un parallelo tra questo moderno fenomeno sorto ai limiti dell’enigma degli UFO e l’australiano "culto del cargo". La genesi di questi culti è spesso citata dai sostenitori dell'“archeologia spaziale” o “paleoastronautica” per giustificare l'ipotesi che in un lontano passato eventuali astronauti extraterrestri siano sbarcati sulla Terra potrebbero, in base allo stesso processo, essere stati divinizzati dai nostri progenitori e avere così dato origine a vari culti e religioni dell'antichità."I culti del cargo" sono parte integrante della tradizione culturale-religiosa di buona parte della popolazione indigena dell'Oceania, dove, le navi dei primi colonizzatori europei venivano considerate dei carichi di doni loro inviati dagli Dei. Un ulteriore recrudescenza di questi culti si ebbe durante la Seconda Guerra Mondiale, stavolta dovuti prevalentemente agli aerei da trasporto militari, visti come “uccelli celesti” che trasportavano doni. Di particolare interesse è la genesi di tali culti ed il meccanismo socioculturale alla base del fenomeno, tendente a divinizzare realtà tecnologiche estranee, aventi tutt'altro ruolo e finalità, in nome di aspettative completamente gratuite ma insite e radicate nella
cultura locale. Nell'operazione di evocazione magica dei "culti del cargo" i nativi realizzavano dettagliati simulacri degli aerei da trasporto americani, al fine di indurre gli “uccelli celesti” a scendere e consegnare il carico di doni loro destinato dagli Dei. Lo stesso fattore scatenante dei "culti del cargo" potrebbe essere alla base delle odierne sette ufologiche i cui membri tendono a divinizzare le entità extraterrestri con cui sarebbero in contatto. Secondo alcuni psichiatri e sociologi, più semplicemente, il fenomeno tenderebbe a fare presa su soggetti variamente delusi o frustati, comunque incapaci di accettare pienamente la realtà sociale in cui vivono e conseguentemente orientati verso questa moderna forma di culto. Potremmo comunque far notare che il fenomeno presenta due anime diverse e talvolta compenetratisi con quella del cultismo. Da un lato abbiamo il "contattismo deteriore", quello sorto dall’atteggiamento apparentemente ingannatore e mistificante di soggetti decisi a richiamare su di sé l’interesse generale per fini e motivazioni personali varie; individui del genere sono spesso smascherati o ritrattano almeno in parte essi stessi. Dall’altro, invece, soggetti in buona fede, che convintisi della loro esperienza e del suo significato, operano con animo parascientifico e senza atteggiamenti necessariamente messianici, presentandosi solo come testimoni di una realtà da loro stessi ritenuta talvolta contraddittoria. Molti ricercatori ritengono che i casi di contattismo, indipendentemente dalla loro realtà o validità, siano stati e forse sono tuttora uno dei tanti mezzi utilizzati, se non addirittura indotti, dalle autorità costituite dalla logica della "congiura del silenzio" per screditare lo studio e i ricercatori che si occupano di ufologia, e per evitare alle masse certe reazioni emotive incontrollabili a livello psicosociologico, che l’improvvisa rivelazione di un’eventuale realtà degli UFO necessariamente comporterebbe. Il primo e più noto caso di contattismo ufologico, descritto minuziosamente in tre libri, fu quello di George Adamski, il quale dal novembre del 1952 avrebbe avuto una serie di contatti con esseri dall'aspetto angelico provenienti, a suo dire da Marte, Venere e Saturno. Secondo quando sarebbe stato riferito ad Adamski, “i fratelli dello spazio” avevano il compito di salvare l'umanità minacciata dagli innumerevoli esperimenti atomici i cui effetti avevano ripercussioni anche nello spazio. La descrizione fatta da Adamski dei suoi interlocutori cosmici ricorda quello della tipica bellezza nordica (da qui la classificazione: extraterrestre di tipo nordico): aspetto fisico gradevole, di alta statura, capelli biondi, lineamenti armoniosi ed un'espressione costantemente serena ed amichevole. Indossavano delle tute aderenti che emanavano una leggera luminescenza e pur essendo in grado di comunicare telepaticamente parlavano correttamente l'inglese e anche altre lingue. Adamski, inoltre, avrebbe ricevuto insegnamenti filosofici così alti dai “maestri cosmici” che gli permisero di conoscere verità imperscrutabili e fatto progredire sia dal punto di vista umano che esoterico. I valori insegnatili dagli extraterrestri si incentravano essenzialmente sul pacifismo e la fratellanza. Dalla sua storia si possono trarre diverse conclusioni: il protagonista sembrava veramente convinto di ciò che aveva vissuto; una storia di pacifismo, di spiritualismo mediante la quale Adamski aveva offerto ad un mondo travagliato dal clima della guerra fredda un messaggio di pace e di speranza imperniato sulla presenza di "Fratelli dello Spazio" preoccupati per le sorti del nostro pianeta. Al di là delle evidenti contraddizioni, vedi la provenienza dei presunti alieni ed altre assurdità, l’esperienza di Adamski pareva almeno in parte confermata da tutta una serie di testimonianze sconcertanti, di reperti insoliti; in altre parole, da numerosi elementi che, non potendo essere ignorati, contribuivano a dare alla sua storia una dimensione realistica: una dimensione che, così come non è possibile negarla, non può nemmeno essere accettata totalmente soprattutto di fronte alle notevoli contraddizioni di cui il racconto di Adamski è pieno. Nonostante l'ostracismo di gran parte della comunità ufologica, che tende a ritenere un mistificatore Adamski, il suo caso lascia degli interrogativi e non può ritenersi chiuso. Ma il fenomeno del contattismo non doveva certo morire con George Adamski, anzi era solo l'inizio... Dopo Adamski, altri personaggi assursero agli onori della cronaca raccontando le loro esperienze di contatto: Daniel Fry, Orfeo Angelucci, Truman Bethurum, Howard Menger e altri ancora fecero proseliti un po' ovunque. I racconti erano molto simili tra loro, ma ciò che cominciò a cambiare era il luogo di
provenienza degli alieni. Inizialmente provenienti dai pianeti solari (Venere e Marte i più gettonati), mano a mano che le sonde terrestri negavano la possibilità di vita su tali pianeti, il luogo di partenza degli extraterrestri divenne extrasolare. Cambiò anche la forma di contatto, sempre meno fisica e sempre più telepatica. Il fenomeno continuò con altri "testimoni": George W. Van Tassel, Frank Stranges, Alfred Bendei; Will e Evelyn Miller, Gloria Lee, Trevor James, Reinhold Schmidt, Laura Mundo, Helen e Betty Mitchell, Gabriel Green, Buck Nelson, Calvin Girvin, Dana Howard, Kelvin Rowe, Bob Renaud, Carì Anderson, Dan Martin, Ted Owens, Lee Crandalì, Paul Villa, Hope Trexell, Michael "X" Barton e un pellerossa Sioux, Frank Buckshot Standing Horse (Cavallo Eretto). Al di là degli USA, sono da ricordare, fra gli altri, il canadese Marke Norman, il brasiliano Dino Kraspedon (alias Ala-dino Felix), lo spagnolo Fernando Sesma Manzano, i francesi Claude Vorilhon "Rael" e Appel Guéry, gli inglesi Cedric Allingham e George King, i messicani Salvador Villanueva Medina e Carlos Diaz, la sudafricana Elizabeth Klarer, l'argentino Remo Dall'Armellina, gli italiani Eugenio Siragusa ed Eufemio Del Buono, il francese 'antipapa" Clemente XV (al secolo Michel Collin). Il fenomeno non ha limiti di tempo, di spazio, di sesso, età o condizione sociale. Contattismo Contattismo (II) Contattismo (III) Home Page: OVNIdomus
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Contattismo
(II)
Contattismo: la risposta nelle aspettative e nella mente dell'uomo Differenze e convergenze tra contattisti e rapiti L'evoluzione del contattismo comporta un importante confronto e una necessaria distinzione con i casi di rapimento. Le analisi dei due fenomeni evidenziano una serie di dati obiettivi che determinano una netta separazione tra i "rapiti" e i "contattati". La differenza fra le due classi può schematizzarsi in sette punti fondamentali: 1) Rapito: in genere la sua esperienza è del tutto casuale ma spesso continua con altri incontri. La vicenda del rapimento viene cancellata dalla sua memoria e ricordata solo dopo sedute di ipno-terapia. Contattista: la sua esperienza risulta "provocata" solitamente da un messaggio telepatico o comunque un richiamo mentale che lo induce a recarsi sul luogo dell'incontro. 2) Rapito: descrive gli occupanti dell'UFO come dissimili da noi: umanoidi o mostruosi. Spesso il loro atteggiamento è ostile e aggressivo, o estremamente guardingo. Contattista: descrive gli occupanti dell'UFO come fisicamente identici a noi, bellissimi e animati dalle migliori intenzioni nei nostri confronti. 3) Rapito: la sua esperienza risulta sgradevole e paurosa. Contattista: la sua esperienza è definita "meravigliosa" e difficile da descrivere. Essa presenta conseguenze esaltanti nel soggetto in questione. 4) Rapito: nella maggior parte dei casi non riceve messaggi da trasmettere all'umanità. Contattista: riceve messaggi e moniti di tenore apocalittico da trasmettere all'umanità. 5) Rapito: è in grado, talvolta, di corroborare la sua testimonianza grazie a tracce che restano sul luogo del presunto atterraggio UFO (impronte, erba bruciacchiata, residui ecc.) o mediante testimonianze supplementari indipendenti. Contattista: non è quasi mai in grado di esibire prove valide, né di invocare testimonianze supplementari indipendenti. 6) Rapito: riferisce un racconto coerente (sotto ipnosi) anche se incredibile. Contattista: riferisce racconti che, coerenti all'inizio, divengono sempre più complicati ed incoerenti diventando, con il passare del tempo, sempre più ricchi di nuovi particolari. 7) Rapito: non ama parlare della sua esperienza. Non ne fa una base per diffondere un "credo". Non tiene conferenze e a parte qualche caso, non scrive libri, torna a vivere la sua vita privata, da cui era forzatamente uscito. Contattista: divulga la propria esperienza e ne fa il trampolino di lancio per una predicazione. Tiene conferenze e scrive libri, incrementando la sua popolarità, e si fa pubblicità con ogni mezzo. Queste le differenze ma ci sono casi di rapimento che per il loro sviluppo tendono ad avvicinarsi molto all'esperienza contattistica. In particolare esistono a volte dei punti in comune: uno dei temi che accomunano i racconti di molti contattisti e di una notevole quantità di rapiti è lo scenario di una doppia attività aliena che coinvolgerebbe il nostro pianeta. Da una parte gli alieni buoni, identificati come custodi angelici dell'armonia ecologico-spirituale del cosmo e spesso rappresentati secondo evidenti categorie di sublimazione o trasmutazione del modello estetico antropomorfo, impegnati da sempre in molteplici attività scientifiche e salvifiche sia sulla Terra che su altri pianeti e preoccupati di salvaguardare i "prescelti" terrestri da un'imminente catastrofe planetaria. Dall'altra gli alieni cattivi e spietati, non di rado mostruosi, indifferenti a considerazioni etiche, cinicamente occupati in una serie di progetti scientifici che vanno dalla creazione genetica di "schiavi ibridi semiumani" a programmi di colonizzazione implicanti torbidi complotti con "governi occulti" terrestri. Uno schema che sembra ricalcare, in forma moderna e tecnologizzata, quel mondo dualistico di irriducibile contrapposizione escatologica tra angeli e demoni
elaborato dalle diverse culture religiose. In particolare questo modello di interpretazione del sacro e del mondo rappresenta uno tra i principali fondamenti delle tre grandi religioni monoteistiche e a tutt'oggi risulta ampiamente integrato nel tessuto dei simboli che permeano l'inconscio collettivo di gran parte dell'umanità e sembra condizionare, in molti casi, anche le modalità e i contenuti dell'esperienza contattistica. Un aspetto distinto dell'evento contattistico è identificabile laddove l'interpretazione dualistica degli alieni buoni e cattivi si trasfigura in una visione apparentemente più unitaria. Parecchi movimenti fideisticoreligiosi di matrice contattistica e di vasta risonanza mondiale si presentano infatti come "ambasciate" di una realtà aliena esclusivamente positiva, in cui gli extraterrestri sono divisi tra angeli consolatori e angeli punitori, delegati questi ultimi a svolgere una funzione di "polizia stellare" per reprimere le deviazioni dalla "Legge Divina". In questo caso l'uomo sarebbe portato alla rovina da "forze oscure" puramente terrestri (ma comunque "diaboliche"), che si identificano con le sue contraddizioni, e ricattato da cosmici giustizialisti che promettono apocalissi punitive, limitando la propria fraterna assistenza a chi si conformerà alla loro morale. Una morale che, con l'aggiunta di qualche verniciatura ecologista, assomiglia fin troppo alle più viete ossessioni moralistiche di un certo integralismo religioso. Il millenarismo L'attesa di un cambiamento, la crisi sociale che affligge il nostro tempo unita al desiderio di un mondo migliore e all'arrivo di un nuovo millennio, ci introduce ad un capitolo particolarmente interessante all'interno del rapporto religione-UFO, ovvero l'atteggiamento millenarista, presente in molte religioni e che, nello specifico della dottrina giudaico-cristiana, si caratterizza nel genere apocalittico: la consapevolezza del credente che un giorno il dio tornerà tra gli uomini per restituire un equilibrio morale e spirituale, ponendo finalmente una netta divisione tra bene e male. Ad una prima analisi, dunque, sono evidenti diversi punti che accomunano tale tradizione escatologica con le caratteristiche dell'essere alieno contemporaneo: il ripristino di un equilibrio perduto; la distruzione del mondo attuale, colpevole di misfatti e peccati contrari ai dogmi vigenti; la separazione dei peccatori dai giusti; l'inserimento di una cultura superiore che determina forme di acculturazione per quanti hanno vissuto sulla Terra fino a quel momento. Su tali aspettative si fondano molte delle moderne sette ufologiche, che poi non sono altro che una delle tante derivazioni del grande filone moderno della "new age". Culti che basano il loro credo sulla credenza di un'energia cosmica a cui gli aderenti devono ricongiungersi, liberandosi dei dogmi della civiltà dei consumi e trovando un equilibrio con le leggi della natura. Nel caso specifico delle sette di ispirazione ufologica basti ricordare il tema della venuta degli extraterrestri per salvare la Terra dal disastro ecologico: una speranza particolarmente diffusa nelle moderne correnti che guardano al cosmo come al luogo di salvezza umana, ma che di fatto risulta solo un'espressione dell'autocoscienza dell'uomo d'oggi per aver infranto molte regole governanti l'equilibrio terra-ambientecosmo. Il moto di attesa attiva la speranza di poter ritornare ad un "Tempo dell’Oro", in cui il bene e male erano nitidamente separati. In genere, gli studiosi di scienze umane tendono a considerare i movimenti millenaristi e messianici come il risultato di particolari condizioni di crisi socio-economica, politica e culturale all'interno di una società. Non dimentichiamo però che all'interno di ogni concezione millenarista escatologica è rinvenibile una componente mitica e, sotto il profilo antropologico, l'attesa degli extraterrestri, con tutte le implicazioni sul piano culturale, riflette soprattutto gli aspetti più salienti dei cosiddetti culti di crisi, i quali, accompagnati dal condizionamento della tradizione mitico-religiosa locale, cercano dì fornire delle istanze positive per guardare il futuro con maggior ottimismo. Secondo alcune interpretazioni, sarebbero la disorganizzazione sociale, e l'anomia che travolge la società, a determinare l'affermarsi di tradizioni millenariste, il cui ruolo, in primo luogo, sembrerebbe diretto a ristabilire un equilibrio perduto. L'attesa della venuta o del ritorno degli extraterrestri assume, nell'immagine culturale assegnatale dalla collettività, connotazioni messianiche, apocalittiche e mistiche, rivelando una forte aderenza alla tradizione religiosa di cui spesso recupera anche alcune espressioni di carattere rituale. Limitandoci qui ad
una analisi globale dei temi e dei modelli ricorrenti, caratteristici del tessuto narrativo delle vicende escatologiche, della religione e del mito, inquadriamo tre livelli attivi all'interno del fenomeno millenaristico-apocalittico, in cui possiamo porre anche l'attesa degli extraterrestri: 1) La tradizione determinata dall'interpretazione "popolare" di esperienze escatologiche della religione ufficiale, ma con intrusione di esperienze culturali esterne che assegnano all'attesa millenaristica una forte tonalità sincretistica. 2)Il millenarismo come effettiva opposizione al culto del potere politico dominante che, evocando esperienze tradizionali, crede di ristabilire un perduto equilibrio originario (ad esempio "Culto del Cargo"; "Danza Spiriti"; ecc...). 3) La totale rilettura secolarizzata del millenarismo: attesa di un evento esterno rivoluzionario che determinerà cambiamenti drastici, punendo l'uomo peccatore e lontano da Dio. Anche le quattro diverse fasi che scandiscono il fenomeno millenarista possono essere tutte relazionabili alle esperienze con extraterrestri: il profetismo di un gruppo all'approssimarsi dell'evento annunciato; il ritualismo, ovvero le pratiche codificate da osservare all'interno di un gruppo per favorire l'armonia tra umano e non umano/extraterrestre; il restaurativismo, le attività collettive simbolizzate che hanno il ruolo di ripristinare una precedente condizione perduta, non necessariamente vissuta in passato, ma ritenuta capace di riportare un equilibrio indispensabile; 1'innovativismo, quelle attività tendenti a realizzare una nuova realtà, in cui possa affermarsi il principio escatologico di civiltà felice e serena. In sintesi, volendo evidenziare le motivazioni eminentemente sociologiche relative ai movimenti millennaristi, notiamo che, alla base, sono presenti fattori socio-psicologici determinati da situazioni di privazione e frustrazione, su cui si attivano istanze dirette a ricercare dei riferimenti esterni e non contemporanei capaci di ristabilire un equilibrio possibile solo ritrovando valori tradizionalmente andati perduti. Le speranze di un arrivo (o di un ritorno) degli extraterrestri, con intonazioni culturali di tradizione millenarista, rappresentano un freno al disagio e al malessere in cui è sprofondata la società d'oggi, dilaniata da bisogni e necessità arroccati intorno al mero materialismo. Abbattere questi freni corrisponde a ritrovare un equilibrio perduto, a riacquistare una libertà smarrita. Ma questa libertà potrebbe anche provenire dalle profondità dello spazio? Secondo uno dei più autorevoli fisici contemporanei, Stephen Hawking, l'incontro con gli extraterrestri, qualora dovesse verificarsi, si rivelerebbe una vera e propria catastrofe, tanto che il film "Independence Day" potrebbe risultare l'espressione quasi profetica di un tale terribile futuro. Molti vedono nel fenomeno extraterrestre la concretizzazione inconscia della necessità di dare un corpo e un ruolo straordinari ad esseri posti oltre il microcosmo umano. Secondo il modello millenarista, la venuta degli alieni si colloca sull'humus tipico della "fine del mondo", che costituisce un modello ricorrente in seno alla religione, affermandosi anche nella cultura laica. Studiato da una prospettiva scientifica, questo giudizio collettivo, che punisce chi non ha rispettato le regole imposte dalla divinità, pone drasticamente l'uomo davanti alla fragilità del proprio essere, chiarisce la traiettoria della propria esistenza e ne pone in luce i limiti. È così che il senso di eternità perduta si acuisce e poi si frantuma fino a polverizzarsi, perdendo di vista le ipotesi mitologiche di un’improbabile "Età dell’Oro", in cui gli uomini e gli dei si somigliavano. La caducità delle cose terrene ha reso l’uomo consapevole degli ostacoli che, forse paradossalmente, sono cresciuti in modo direttamente proporzionale alla sua evoluzione. L'incertezza del dopo e la necessità tutta umana di conoscere in anticipo gli eventi futuri, favorisce l'affermazione di situazioni e figure anche impossibili che, dopo essere state prelevate dalla religione, sono state trasformate e spesso distorte fino a perdere la loro primitiva funzione. Anello di congiunzione tra due universi, il tema della fine del mondo è diventato una sorta di risposta alle istanze antropologiche di conoscere il dopo; come una specie di maschera dell'immortalità, è una presenza quasi necessaria, nel momento in cui l'uomo cerca di indagare nel regno dell'ombra. Dalla religione i temi escatologici si sono infiltrati nel simbolismo dello spazio naturale, precipitando poi
nell'universo del mito, dove sono diventati protagonisti delle leggende e delle credenze: una risposta alla necessità di possedere un segno concreto che possa offrire all'uomo una visione del futuro quanto meno pessimistica, un'ipotesi di sopravvivenza non a tutti accessibile, ma comunque possibile. Spesso la linea di separazione tra i limiti e le speranze diventa impercettibile, creando contusione fra quelli che sono gli effettivi punti di riferimento e quelle che vogliono essere semplici indicazioni sul futuro; così la fine del millennio, con il suo strascico di paure ataviche, vanifica ogni aspettativa sociale, determinando l'affermazione dell'individualismo, che rende ciechi e sordi ai sussulti di una collettività che ormai rivolge al futuro uno sguardo di sgomento e terrore. Nonostante i grandi passi compiuti dalla scienza, questa non è stata capace di fornirci le risposte necessarie per placare le nostre paure e la profonda frattura che si è venuta a creare tra la realtà storica e l'esperienza del singolo ha contribuito non poco ad enfatizzare l'angoscia dell'uomo. Ed è proprio adesso, con lo spegnersi del XX secolo, che l'uomo tra facili entusiasmi e pessimismi difficili da sradicare, avverte su di sé tutti i segni espliciti della propria apocalisse e si sente sempre più "adatto" ad assistere alla fine del mondo. È necessario osservare, comunque, che tale atteggiamento ha caratterizzato anche altre epoche, diverse e lontane nel tempo: nel mille, durante le grandi epidemie, negli anni delle rivoluzioni, quando caddero le monarchie più solide, quando il materialismo storico diffuse i propri ideali, fino al disfacimento del sacro e al trionfo di altre forme religiose. Ogni tempo ha quindi intravisto i segni di una prossima fine del mondo, osservandosi e scrutando nella trama della sua storia. Va chiarito che il concetto di apocalisse è un fertile supporto per molteplici ipotesi, per ricostruzioni e simbolismi non sempre in linea con la teologia o la storia. E così, se nel passato la fine del mondo era considerata il risultato dell'apertura delle Cataratte del cielo (Cn 7,11), l'effetto della "grandine e fuoco" (Ap 8,7) mandata da Dio, in tempi più recenti i devastanti simbolismi connessi agli sconvolgimenti geologici e atmosferici sono stati riportati su un piano profetico e interpretati nell'ottica ecologica. Il diffondersi di gruppi di sette con evidenti intonazioni millenariste esprime chiaramente la necessità di una sorta di secolarizzazione della spiritualità e la ricerca di un'indicazione sul futuro. Il modello escatologico del ritorno della divinità (o di ciò che simbolizza sul piano soprannaturale) di fatto si presenta come un modulo stereotipato, in cui l'attesa del ritorno degli extraterrestri si inserisce senza attriti formali. Contattismo come risultato della crisi sociale Le teorie psico-sociologiche di Jung, limitatamente riferite al fenomeno visivo degli UFO, sono state sviluppate negli anni successivi da altri applicandole ai casi del contattismo. Partendo dalla figura del contattato o del veggente, lo scopo è stato (ed è) quello di comprendere il fattore scatenante degli "incontri con extraterrestri". Questo fenomeno sarebbe per i sociologi il risultato della crisi che vive la nostra società. In un mondo come il nostro, basato sulla competizione, sull'avere e non sull'essere, risulta sempre più difficile essere appagati della propria vita: da una parte perché le nostre capacità di analisi e conoscenza sono drasticamente diminuite rendendoci sempre più incapaci di giudicare, di prendere iniziative, di combattere per una causa che non sia solo personale; dall'altra perché ci sentiamo "pressati" dal mondo che ci circonda. Ci si aspetta sempre il massimo da noi e non ci sentiamo più all'altezza come una volta di far fronte a tutte le esigenze della società. L'uomo così stressato si sveglia un giorno e si trova "fallito". Per l'uomo che si arrende esiste una sola cosa da fare per non ammettere il suo fallimento: crearsi un altro mito di cui magari lui stesso è il sommo sacerdote. La sindrome di questo comportamento è sempre basata sul rifiuto o la comprensione che gli altri hanno per il mito nascente. Spesso il soggetto viene deriso per il suo nuovo modo di vedere la vita, ma può questa volta sopportare tale comportamento da parte dei suoi simili perché è lui il detentore della verità, mentre gli altri sbagliano e non possono capire. In questa fase è importante l'aspetto religioso del nostro illuminato-convertito. C'è infatti sempre, dietro questa sindrome, il presunto contatto con un essere superiore che incarna la figura del giudice. Questi può essere un dio, un extraterrestre, lo spirito guida di un morto, che apre un colloquio esclusivo con il soggetto: da questo colloquio, privato e non per tutti, il soggetto apprende di essere dalla parte del giusto mentre gli altri, dal vicino di casa al suo capufficio, ai parenti più prossimi, non hanno avuto la rivelazione perché evidentemente non meritevoli. In quest'ottica il processo di dissonanza cognitiva, che è sempre presente in noi, altera la realtà oggettiva dei fatti con una soggettiva in cui si ha una
ridistribuzione dei ruoli: c'è il giudice che viene impersonato dall'essere superiore, c'è colui che ha sofferto di solito l'incomprensione altrui e che per questo viene premiato con la Rivelazione ed infine c'è la Rivelazione nella quale il nostro uomo, o donna che sia, apprende di essere nel giusto (per questa ragione perseguitato dal mondo) e di avere una missione da compiere alla fine della quale ci sarà il Riconoscimento, davanti a tutta l'umanità, della superiorità e del valore del soggetto. Il soggetto deve sapere che, anche se non è valutato dai suoi simili il suo valore è invece riconosciuto dall'Entità Superiore! Dietro questa esigenza di ristabilire una credibilità a se stesso, il soggetto desidera in qualche modo inconsciamente di punire l'intera umanità per non avergli concesso quello che a lui spettava: il diritto stesso alla considerazione! Tale aspetto della questione è suffragato dal fatto che la "verità" a lui rivelata rappresenta il Premio che il dio dà al soggetto e come tale deve essere concesso solo a lui e non agli altri che sono cattivi ed immeritevoli. Il fenomeno sarebbe quindi il risultato di un alterazione mentale. Il contattato recita alternativamente la parte del dio e quella del mortale con un evidente cambiamento di personalità. Da qui i messaggi e le profezie apocalittiche. L'idea di amore universale è confusa con quella di amore per convenienza. L'uomo quindi vende se stesso ad un "io alterato" di passaggio in cambio della garanzia del "regno dei cieli" che poi non è altro che il risultato delle esigenze e delle rivendicazioni sociali del soggetto deluso e frustrato. Contattismo Contattismo (I) Contattismo (III) Home Page: OVNIdomus
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Contattismo
(III)
Contattismo: ipotesi di un effettivo intervento alieno Contattismo e fenomeni mistici Nella moderna ricerca sulla fenomenologia del contattismo si tende ad affiancare a questi fenomeni anche la manifestazione di figure religiose o appartenenti alla sfera paranormale. Questo ultimo fenomeno ribattezzato con l'acronimo B.V.M. (alla lettera, Beata Vergine Maria) indica tutti quegli episodi riguardanti la comparsa, sotto diverse forme, di entità religiose appartenenti al Nuovo Testamento, tra cui la stessa Beata Vergine. Il motivo per cui i casi di B.V.M. hanno catturato l'attenzione e la curiosità degli ufologi è da ricercare nelle numerose somiglianze riscontrate tra alcuni aspetti di queste apparizioni e quelli del fenomeno contattistico; in particolar modo, in alcuni messaggi, rivelati dalla Vergine ai "veggenti", che riguardano proprio aspetti del fenomeno UFO. La veggente a cui apparve la Madonna di Bay Side racconta di essere stata illuminata sui misteri della creazione: l'uomo è solo, in un Universo popolato da angeli e diavoli e gli UFO sono in realtà strumenti demoniaci che, pertanto, non devono essere presi in considerazione. Secondo lo stigmatizzato siciliano Giorgio Bongiovanni, a suo dire beneficiario di apparizioni mariane e cristiche, gli UFO sarebbero i veicoli di civiltà extraterrestri provenienti da pianeti in cui l'accettazione della Redenzione di Cristo ha generato civiltà altamente evolute sia dal punto di vista spirituale che dal punto di vista tecnologico. Tali civiltà accompagnerebbero le apparizioni soprannaturali (la Madonna e in alcuni casi di Cristo) nel tentativo di redimere e convertire l'uomo. In tale ottica gli UFO sarebbero "i segni dei tempi", i vascelli degli angeli, le stesse "apparizioni" descritte nella Bibbia (I Carri di Fuoco di Ezechiele, il "fuoco" di Mosé) che con le loro manifestazioni avvertono l'uomo dei gravi pericoli che corre se continua a peccare. Sono molti i contattisti che sostengono di essere stati condotti da alieni su astronavi in orbita attorno alla Terra e di aver visto e parlato con entità, riconosciute col nome di Gesù Cristo o con quello degli Apostoli del Nuovo Testamento, di cui veniva svelata l'identità extraterrestre. Il genovese Giorgio Dibitonto avrebbe avuto dei contatti diretti con degli esseri spaziali che si sono presentati come gli arcangeli. Raffaele, ovvero il Ramu di George Adamski, lo avrebbe accompagnato sul loro pianeta, un vero e proprio paradiso terrestre, in cui avrebbe conosciuto la "Signora dello Spazio", ovvero la Madonna (che gli avrebbe rivelato il Terzo Segreto di Fatima) e suo Figlio, Gesù. L'ex giornalista francese Claude Vorilhon, in contatto a suo dire con gli "Elohim", gli "dei" nostri creatori, afferma di essere stato portato sul pianeta degli "dei" in cui avrebbe avuto modo di parlare con tutti i più grandi iniziati della storia: Mosè, Buddha, Cristo, Maometto. Vorilhon, ribattezzato Rael, sarebbe l'ultimo profeta: colui il quale gli "Elohim" avrebbero affidato il compito di risvegliare il mondo dal suo torpore a favore dell'evoluzione dell'uomo. Il movimento raeliano, da lui fondato è solo uno dei più noti culti contattistici di tipo materialista e ateo: i suoi sostenitori affermano l'esistenza degli "Elohim", gli scienziati extraterrestri che hanno creato l'uomo mediante manipolazione genetica. Secondo i raeliani l'anima non esiste e l'uomo deve evolversi liberandosi del peso delle religioni monoteiste vere responsabili dell'imbarbarimento dell'uomo, a favore della libertà dell'uomo e della totale fiducia nella scienza. Lo scopo ultimo dell'evoluzione è per l'uomo diventare un "Elohim" generando anch'esso altre civiltà tramite manipolazione genetica, continuando così una catena infinita. Accanto a queste "sette ufologiche" esistono poi delle singole persone, alcune delle quali si riuniscono in gruppi, che sostengono di riuscire a mettersi in costante contatto con entità extraterrestri di tipo angelico. I metodi per il contatto sono diversi: alcuni sostengono di essere in grado di entrare in contatto con queste entità tramite la meditazione trascendentale o tramite l'uscita fuori dal corpo (adottando lo stesso metodo utilizzato dai santoni indiani) altri più semplicemente dopo un primo incontro faccia a faccia con questi esseri, asseriscono di continuare il contatto mediante telepatia, altri ancora sostengono di avere delle "locuzioni interiori" (ovvero l'entità parlerebbe direttamente alla loro coscienza): una delle figure più note di extraterrestre di tipo angelico con cui ritengono di comunicare molti contattisti è il comandante Asthar Sheran del pianeta Metaria di Alfa del Centauro. Sheran, che alcuni contattisti ritengono sia l'Arcangelo
Gabriele, sarebbe il comandante supremo di una immensa flotta spaziale, il cui compito sarebbe quello di salvare la Terra dal degrado morale, ecologico e dalla prossima distruzione atomica. I primi a ricevere questi contatti sarebbero stati, negli anni Sessanta, dei membri di un gruppo contattistico tedesco, ma ben presto anche diversi medium e contattati italiani e di altri Paesi cominciarono a ricevere i messaggi di Sheran. Intenzioni malefiche? Ma cosa c'è di oggettivamente vero nel contattismo e quali potrebbero essere le reali intenzioni di questi angeli tecnologici? John Keel teorizzò un complotto teso dalla “natura invisibile” che si celerebbe dietro gli UFO ai danni dell'uomo. Secondo Keel “qualcuno o qualcosa ha realmente il potere di possedere la mente umana. Con questo potere gli esseri umani possono essere manipolati e usati per fini buoni o cattivi. Si può supporre che il piano sia di sottoporre a questo processo milioni di persone e poi in qualche giorno futuro azionare tutte queste menti contemporaneamente.” Le affermazioni, spesso assurde e contraddittorie rese ai contattisti - secondo Keel - non sarebbero altro che l'espressione dell'inganno teso da queste entità ai danni dell'umanità. Queste idee sono state sviluppate dall'ex gesuita Salvador Freixedo che si è spinto ben oltre le intuizioni di Keel; secondo Freixedo queste manifestazioni non solo sono reali ma esiste una precisa relazione tra il fenomeno del contattismo e quello delle apparizioni mariane. Egli sostiene che nella maggioranza dei casi queste entità aliene utilizzano l'iconografia degli Angeli del Cristianesimo e a volte della stessa Vergine per entrare in contatto con i terrestri. "A volte le loro manifestazioni sono apparentemente positive per l'uomo, e in quel caso vengono chiamati angeli buoni, mentre a volte assumono aspetti negativi, perciò le definiamo angeli cattivi o demoni". Il motivo per cui a volte si manifestano positivamente e a volte negativamente è perché, secondo Freixedo, "nelle loro manifestazioni hanno degli obiettivi ben precisi, dettati dal loro interesse, e non dal nostro. I loro fini prescindono totalmente da ciò che ci pregiudica o ci è utile". L'ex gesuita sostiene che "questi esseri, sebbene abbiano anch'essi principi etici (che, come noi, possono violare), li rispettano solamente tra loro, come noi umani applichiamo i nostri principi morali all'uomo e non li estendiamo agli animali. Inoltre queste creature, che sono più intelligenti di noi, dissimulano la loro presenza nel pianeta e ci lasciano credere che sulla Terra siamo noi a comandare, mentre in realtà facciamo solo ciò che loro vogliono; di fatto, essi ci programmano secondo la loro volontà...". In altri termini, sottolinea Freixedo, queste entità non sono quello che vorrebbero far credere, ovvero Angeli o la Madonna. Il fenomeno delle apparizioni è uguale a molte altre manifestazioni sono sempre verificate non solo nel Cattolicesimo, sotto forma di Vergine Maria o di Angeli, ma anche sotto le spoglie di qualunque Dio, spirito o entità di un'altra religione o credenza. Queste entità sarebbero la manifestazione di un'energia intelligente, più probabilmente, un insieme di energie intelligenti ma invisibili all'occhio umano che assumerebbero una personalità, sulla base delle convinzioni e delle aspettative del contattato, dei beneficiari dell'apparizione soprannaturale e dei testimoni che li accompagnano sul luogo delle apparizioni. Sia i testimoni sia gli accompagnatori fornirebbero a queste entità un'energia supplementare che rende la loro presenza più palpabile ai nostri sensi. Ma l'esistenza di queste energie, e la loro manifestazione, non è frutto della mente di coloro che accorrono in quei luoghi, come molte volte suggeriscono i sociologi e gli psicologi. Le energie sono perfettamente sintonizzate con le onde elettriche prodotte dalla mente dei testimoni, e per questo motivo dominano completamente i loro processi cerebrali, riuscendo così ad essere visti e a comunicare con loro. "Rendersi visibile in una forma o in un'altra è abbastanza facile per queste entità - continua Freixedo grazie al fatto che si possono sintonizzare su di noi e al controllo completo che possono esercitare sui meccanismi cerebrali dei testimoni. Ma la sintonizzazione non si verifica allo stesso modo per ogni soggetto, questa è la ragione per cui, in molte occasioni, alcuni testimoni vedono l'apparizione e altri no. I fenomeni della danza del sole, i profumi o i vari 'miracoli' che si verificano sono del tutto oggettivi (sebbene non siano esattamente ciò che sembrano) e non dipendono dalla mente dei presenti, quanto anch'essi adducano energia per la realizzazione fenomeno. Per queste creature, o esseri appartenenti ad livelli di esistenza, è facile manipolare la materia e produrre fenomeni atmosferici. Di fatto, nel fenomeno UFO (che è semplicemente un altro mezzo con cui queste entità si manifestano), questo tipo di fenomeni si verifica costantemente, e in mille forme diverse. Le entità in questione non sono né buone né cattive;
perseguono semplicemente il loro interesse. Normalmente durante i loro interventi non cercano di aiutarci né di danneggiarci, sebbene in pratica le persone escano quasi sempre da quest'esperienza beneficiate o lese. I miracoli si realizzano solamente perché in quel luogo possano accorrere molte persone." A quale fine? La conclusione a cui arriva Freixedo è sconcertante. Queste entità cercherebbero un'energia che viene prodotta dal cervello umano: onde elettromagnetiche, di frequenza e lunghezza variabili, che costituiscono l'attività psichica del cervello. L'energia prodotta da queste onde sarebbe la stessa alla base del fenomeno del "poltergeist", studiato dai parapsiciologi, in cui vediamo come lo psichismo scomposto di un essere umano possa causare la levitazione e il volo di qualsiasi tipo di oggetto. Le onde hanno una frequenza altissima e non possono essere captate dagli strumenti che disponiamo, ma solo dal cervello di alcuni esseri umani e di alcuni animali. Gli esseri intelligenti che si manifestano nelle apparizioni capterebbero queste onde con grande facilità e le utilizzerebbero per scopi a noi sconosciuti. L'energia prodotta da un solo cervello normalmente non basta a queste entità, per questo motivo cercano di raccogliere e di radunare in uno spazio ristretto il maggior numero possibile di persone, per potersi così avvalere dell'energia emessa da tutti i cervelli. A questo scopo i veggenti sono invitati a far erigere templi e santuari sul luogo delle apparizioni. E non è tutto. La strategia degli "dei" è quella di prelevare questa energia anche nei campi sportivi, negli stadi dove si svolgono manifestazioni sportive e concerti : lo sport e i concerti rock sarebbero solo un pretesto, dunque. È importante tener conto che, perché il cervello produca queste onde così importanti per le menzionate entità extraumane, la mente del soggetto deve essere in qualche modo alterata, e cioè la persona deve essere nervosa, ansiosa, angosciata, fremente, euforica o, ancor meglio, piena d'ira, di dolore o di paura. Il dolore sembra essere la sensazione che favorisce maggiormente la produzione di queste onde cerebrali, che in tal modo si può ottenere rapidamente e facilmente. Negli stadi gli uomini non solo sono stipati l'uno accanto all'altro, ma spesso sono euforici, eccitati, angosciati e pieni d'ira. In quanto ai santuari, in essi si riscontra una mescolanza di fervore, attesa, timore reverenziale, tedio, astio, e a volte rifiuto o paura a causa delle minacce di castighi eterni. Presenze positive per l'uomo? Le idee di Freixedo però non sono accolte da tutti, secondo molti ufologi una civiltà come quella che si intravede dietro il fenomeno contattistico, che sembra presentare una poliedricità così vistosa di interessi, deve, per ragioni di logica, rifarsi ad una società organizzata ad alto livello collettivo, e quindi individuale. La tecnologia che si desume dalle svariate forme e caratteristiche meccaniche, e verosimilmente elettroniche e magnetiche, delle astronavi che entrano nell'atmosfera terrestre, suggerisce una organizzazione industriale che fa immaginare milioni di esseri impegnati a progettare, realizzare e usare mezzi meccanici capaci di superare le distanze galattiche e forse, come si sospetta, le barriere dello spazio-tempo. Molti sociologi sostengono che civiltà avanzatissime che avrebbero raggiunto un perfetto equilibrio tra la loro condizione spirituale e le conoscenze scientifiche, arrivando forse anche a concatenare queste due esigenze, non possono avere una volontà corrotta. È la conseguenza della legge di Causa ed Effetto, ben nota dai teologi cristiani, per cui ad ogni azione positiva e negativa corrisponde un uguale reazione; in sostanza gli extraterrestri che ci fanno visita, visto il loro sviluppo tecnologico, potrebbero avere un'anima più distaccata dalle esigenze del corpo. Sarebbero insomma in un'ipotetica scala cosmica ad un gradino superiore rispetto a noi: più vicini di noi allo stato angelico. Pertanto essendo maggiormente evoluti spiritualmente non dovrebbero avere delle brutte intenzioni nei nostri confronti. Alla luce di ciò da un punto di vista teologico sarebbe interessante sapere quale è il rapporto tra la loro anima e Dio. Essi potrebbero non aver trasgredito il patto con Dio (come invece abbiano fatto noi con il peccato originale) e quindi potrebbero avere le doti soprannaturali che avevano Adamo ed Eva (l'immortalità, il perfetto controllo dei loro sensi, l'intelligenza altamente illuminata) prima di essere cacciati dall'Eden. Potrebbero aver peccato e aver accolto la Redenzione (cosa che non abbiamo fatto noi crocifiggendo il Figlio di Dio) e anche in questo caso la loro evoluzione spirituale avrebbe permesso loro grandi progressi nel campo scientifico. Se queste ipotesi sono valide come potrebbe essere strutturata la loro società? Quale potrebbe essere
l'apparato scientifico e industriale che regge queste civiltà? Gruppi di potere politici (di una politica fantascientifica) oppure filosofico-religiosi che dirigono e programmano l'esplorazione la conquista degli spazi siderali? Il tipo di organizzazione che si intravede a monte del comportamento degli ufonauti, così come del contenuto dei messaggi, o meglio delle comunicazioni e chiarimenti da essi dati in modo abbastanza schematico, dovrebbe essere essenzialmente comunitario; sembra avvertirsi l'esistenza di una società evoluta, di una collettività operante secondo schemi produttivi programmati ma cosciente, a livello individuale, di alcuni doveri ben precisi. Sembra esistere una gerarchia che si riflette anche a livello di piccole équipes; ma essa non appare così rigida come per noi terrestri. Per cui, anche se il bisogno di raffrontarla con qualcosa di simile esistente sul nostro pianeta ci fa venire in mente una società, per così dire, di tipo socialista, pur tuttavia i presunti contatti, anche sporadici, che si sono avuti con questi esseri extraumani danno l'idea di qualcosa di ben diverso. Non esiste traccia di ideologia politica e di conseguente aggressività psicologica nei loro approcci psichici col contattista terrestre. Piuttosto si fa balenare la visione di un pragmatismo cosmico che si propone dei fini senza abusare dei formidabili mezzi di cui dispone. Mezzi tecnologici per noi neppure immaginabili, ma soprattutto mezzi parapsicologici eccezionali. Gente che anche a livello individuale è fornita abbondantemente di tali mezzi e non ne abusa non può essere, secondo logica, massificata nelle dimensioni delle nostre società marxiste-leniniste; sembra invece che in gran parte delle comunità galattiche o extragalattiche imperi una convivenza ispirata al benessere collettivo e liberamente accettata. Sono impensabili quindi oligarchie o dittature, ma ipotizzabili al contrario consigli di tecnici altamente qualificati che farebbero capo a gruppi ristretti di responsabili planetari. Se poi, come viene ripetutamente accennato nelle innumerevoli comunicazioni, esistono realmente organismi interplanetari, interstellari e addirittura intergalattici, ci viene proposta prepotentemente l'immagine di una o più confederazioni cosmiche legate da interessi molteplici e proiettate alla colonizzazione degli universi visibili. Una ragione della loro presenza sulla terra può essere proprio questa: integrare il pianeta a questa confederazione aiutando a fare uscire dallo stato primitivo i suoi abitanti. Questo sarebbe il senso dei contatti con persone da loro scelte per fare da portavoce a questa realtà, e questo sarebbe quindi il compito di Asthar Sheran, comandante in capo della flotta spaziale, o meglio ancora, dei Santini; Orthon, il venusiano di Adamski, sostiene di essere l'ambasciatore di una organizzazione interplanetaria (Mercurio, Venere, Marte, Giove), addetta alla sorveglianza e alla evoluzione del pianeta Terra. E così via: Aeterius, Adoniesis, Itachar, Argon, una quantità di entità che, evitando di interferire direttamente nel nostro mondo perché obbedienti ad una Regola Universale che è la base della loro evoluzione, si presenterebbero a persone da loro ritenute idonee per divulgare il loro messaggio. Lo scopo sarebbe quello di dare un principio motore al nostro pianeta esortandolo all'Amore e alla Pace Universale, unico mezzo per evolversi ed evitare le catastrofi da loro profetizzate. Qualcuno a suggerito l'ipotesi che la Terra sia una sorta di penitenziario cosmico nel quale tutte le "energie" negative siano state sconfinate fino a quando non saranno giunte ad una "purificazione". In questo caso queste entità sarebbero i nostri "guardiani cosmici", esseri che vigilano sulle vicende umane, magari aiutandoci discretamente, ma senza intervenire direttamente. Contattismo Contattismo (I) Contattismo (II) Contattismo (IV) Home Page: OVNIdomus
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Maschere di ieri e di oggi, ipotesi sul vero volto del fenomeno Gli abitanti di "Magonia" In ogni epoca, in diversi testi di varia natura ed in particolare nelle semplici cronache del tempo si riscontrano tracce di incontri (o scontri) tra la nostra realtà è una civiltà aliena. Si hanno tracce di "contatti" e di "rapimenti" già nel VIII secolo D.C. Strani esseri provenienti da un paese lontano, chiamato dai cronachisti medievali "Magonia", venivano giù dal cielo sulle loro navi celesti, rapivano gli abitanti di diverse città europee, li portavano nel loro mondo, perché ne ammirassero le meraviglie, e poi li riportavano sulla Terra. Quest'avventura si ritorceva spesso a danno dei malcapitati rapiti, perché quando raccontavano ai contemporanei le cose strabilianti che avevano visto, non venivano creduti e spesso finivano arsi sul rogo per stregoneria. Il più dettagliato ed esauriente rapporto su questi eventi risale al sec. XVII, mentre la fonte originaria cui si rifà - costituita da brevi notizie frammentarie - risale addirittura all'epoca di Carlo Magno. Nel 1670 l'abate francese Montfauçon de Villars curò la stesura di un'ampia relazione su questi avvenimenti, potendo ovviamente disporre di un numero maggiore di documenti, anche storicamente più recenti e attendibili di quelli che sono giunti fino a noi. La cronaca che ne fa è sorprendente: "Sotto il regno di Pipino (715-768 d.C.) al cabalista Zedekias venne in mente di strabiliare il mondo, sapendo che gli elementi erano abitati da popoli, di cui proprio io avevo descritto la natura. Il sistema al quale ricorse fu di consigliare ai silfi (spiriti dell'aria, occasionalmente anche sinonimo di fata), di volersi mostrare nell'aria a tutti i popoli. Ed essi lo fecero con grande magnificenza; si videro in cielo queste creature, sotto l'aspetto di uomini che prestavano il servizio militare, a volte schierati in ordine di battaglia che avanzavano, talvolta dormienti sotto sontuose tende; altre volte a bordo di navi celesti di mirabile fattura, che solcavano il cielo a vele spiegate, e a gonfiarle ci pensavano i venti comandati da Zefiro (altro spirito dell'aria). Che cosa accadde? Credete voi che la gente ignorante di quel secolo si sia sognata di riflettere sulla natura del sorprendente spettacolo che aveva davanti? Il popolino si convinse subito di essere diventato, per magia, dominatore dell'aria e di avere il potere di far venire le tempeste e di mandare la grandine sui campi seminati. Ben presto pure i teologi e i giuristi furono dello stesso parere del popolo. Perfino l'imperatore ci credeva, e tanto a lungo andò avanti questa ridicola follia, che l'astuto Carlo Magno e, dopo di lui, Luigi il Pio, emisero severe condanne contro i presunti tiranni dell'aria. Ne troverete conferma nella prima parte dei capitolari di questi due imperatori... Quando i silfi videro sia gli uomini della plebe, che gli eruditi e perfino le teste coronate mettersi le corazze e prendere le armi, per distoglierli dalle cattive intenzioni che evidentemente avevano a giudicare dai loro armamenti, decisero di rapire in massa almeno la metà di essi per mostrare loro le belle donne che avevano, il loro Stato e la loro forma di governo e poi, fatto questo, riportarli in Terra lasciandoli giù nei posti più disparati. Detto fatto, misero in atto il progetto. Quando il popolo vide scendere quella gente dal cielo, corse loro incontro, scambiandoli per maghi che si erano separati dalle loro compagne per spargere veleno sulle coltivazioni e sulle sorgenti d'acqua e, pieni d'ira, misero a morte gli innocenti invasori. È incredibile quanti di loro appena toccato il suolo di quel regno, trovarono la morte o annegando in acqua o passati a ferro e a fuoco". La credenza medievale che attribuisce al mago ebreo Zedekias la capacità di generare apparizioni di incredibili visioni in cielo perdurava ancora nel secolo in cui visse l'abate Montfauçon de Villars. Montfauçon non lascia dubbi sul fatto che almeno lui era convinto della reale esistenza di questi esseri abitanti nell'aria e che, non meno di lui, ne erano convinti gli uomini dell'VIII secolo. Per quanto anche in questo caso c'è da domandarsi se esista un nesso fra il motivo addotto dai silfi come pretesto per rapire gli abitanti della Terra e i rapimenti stessi e, infine, se tali rapimenti abbiano avuto luogo veramente. Per quale ragione, infatti, gli questi esseri avrebbero intrapreso rapimenti in massa, allo scopo di ripristinare la loro buona fama, se poi il loro intervento doveva risolversi in modo così fatale per le persone colpite? Non pare verosimile. Ma il superstizioso uomo dell'VIII secolo cercava delle risposte e nel suo mondo un inestricabile groviglio di eventi naturali, religione e concezioni magiche - non poteva essercene che una: gli "stranieri" pensavano e agivano come gli uomini della Terra. Era venuta loro la voglia di un miracolo, erano afflitti per i rimproveri ricevuti dagli uomini e volevano purificarsi delle loro colpe. Un
ragionamento logico per l'uomo del Medioevo e una concatenazione di "causa-effetto" ancora valida nel sec. XVII per il monaco Montfauçon de Villars. Che cosa fosse veramente accaduto, l'essenza dei motivi a monte di quelle azioni, doveva rimanere oscuro per loro. Allora, come oggi, si voleva trovare la soluzione del mistero e, secondo l'uso del tempo, la si cercava nella magia e nella superstizione. Allo stesso modo molti ricercatori odierni danno all'evento una spiegazione ufologica, ma non è detto che siano necessariamente nel giusto... È importante invece notare un'altra anologia con il moderno fenomeno ufologico: sembra che ci troviamo davanti al primo tentativo della storia di "copertura" da parte delle autorità: i sovrani approvarono decreti che punivano con severe condanne gli "esseri dell'aria", se non avessero smesso di apparire continuamente nel cielo. Anche i governanti di oggi non si comportano diversamente: i rapporti sull'avvistamento di oggetti volanti sconosciuti e sugli incontri con membri dei loro equipaggi vengono per quanto possibile minimizzati o messi a tacere; i testimoni oculari ridicolizzati (o meglio: si lascia che si coprano di ridicolo da soli). Montfauçon riferisce con ricchezza di particolari anche un altro caso avvenuto in Francia, a Lione. Ecco cosa scrive: "Da queste navi aeree, fra l'altro, furono visti scendere a Lione tre uomini e una donna. L'intera città si radunò intorno a loro, gridando: 'Sono streghe e maghi! È Grimaldo, duca di Benevento e nemico di Carlo Magno, che li manda per distruggere la semina dei Franchi!'. I poveri innocenti si giustificarono dicendo che erano del posto, che erano stati rapiti da poco da certa strana gente che aveva mostrato loro meraviglie inaudite, pregandoli, appena ritornati sulla Terra, di darne notizia ai loro compaesani. Ma la gente del posto non dette ascolto alla loro difesa e, inflessibile, stava per gettarli nel fuoco quando, richiamato dalle urla della folla, accorse Agobardo, vescovo di Lione il quale da semplice monaco si era guadagnato molta stima in quella città. Ascoltate le accuse della popolazione e la difesa degli imputati stabilisce con la massima serietà che entrambe delle motivazioni fornite dalle due parti sono false. Non è vero che i tre uomini e la donna sono scesi da una nave aerea e quello che dicono di aver visto al suo interno è impossibile. La popolazione crede alle parole del buon vescovo Agobardo più che ai propri occhi, si calma, rimette in libertà i messaggeri dei silfi, legge con soddisfazione il libro sul quale Agobardo ha deposto e firmato la sua sentenza, che non accenna ai quattro testimoni e rende vana la loro testimonianza. Nonostante che fosse stato loro proibito, gli scampati alla morte, continuarono per tutta la vita a raccontare la loro esperienza ed è così che sono nate tutte le storie di fate". Per quattro rapiti che hanno avuto fortuna, molti altri pagarono invece con la vita la loro involontaria avventura. Se i silfi di Magonia avessero voluto veramente solo mostrare agli abitanti della Terra il loro aspetto e i meraviglie della loro nazione, al massimo dopo la prima esecuzione avrebbero dovuto considerare fallito il progetto e porre fine all'esperimento. Ma così non è stato: evidentemente si trattava d'altro. Come sempre accade con i testi medievali, è difficile estrapolare il vero nocciolo dei fatti, sfrondarlo di tutte le speculazioni che lo circondano e liberarlo delle involontarie aggiunte. Molti ritengono però questa cronaca un puro parto di fantasia o una leggenda e a sostegno di tali convinzioni esiste un altro testo in cui si riferisce che: "Altri assicurano che nello spazio esiste un paese detto Magonia, dal quale i maghi della stregoneria partono su navi aeree per venire da noi e, dopo aver fatto cadere i frutti dagli alberi, li raccolgono, li caricano sulle loro navi e se li portano in patria. Si dice che una volta tre uomini e una donna da essi rapiti in precedenza, siano scesi da una delle loro navi a Lione. Ma dopo averli tenuti in catene alcuni giorni e aver ascoltato le accuse che la gente muoveva contro di loro, sembra che alla fine abbiano ammesso di non saperne nulla della faccenda". Basta questa versione per non credere alla storia di Lione? Si sa che le confessioni ottenute sotto tortura (non dimentichiamo che i quattro furono tenuti prigionieri per diversi giorni in catene, particolare che il monaco Montfauçon non conosceva) sono del tutto prive di valore, oggi come allora. Non c'è da meravigliarsi che abbiano ritirato le loro dichiarazioni iniziali; dopotutto erano usciti indenni dall'avventura che avevano vissuto e il triste destino dei tanti morti ammazzati, o perché erano rimasti fedeli alle loro deposizioni o perché non era stata offerta loro l'occasione di ritrattare, non deve averli certo incoraggiati a resistere. Che cosa rappresentano questi racconti su silfi e fate, provenienti dall'infausta Magonia, un paese che non
si lascia localizzare da nessuna parte e il cui nome, non è che un sinonimo di "Terra Magica"? Un'esagerazione medievale, un sogno, una visione, un'allucinazione? Quelli che ci rimisero la vita, e quelli che, nonostante il divieto ufficiale, continuarono a raccontare del loro viaggio di andata e ritorno a Magonia, non sarebbero certo di questo parere. Una storia molto simile a quella dei moderni contattisti è quella che vide come protagonista il conciatore di pelli Christoph Kötter. L' 11 giugno 1616 Kötter incontra un "angelo". Kötter sta percorrendo la strada per Görlitz (Slesia) quando all'improvviso l'apparizione irrompe letteralmente sopra di lui. L'angelo lo incarica di predicare ed esortare i fedeli alla preghiera e alla penitenza. Sulle prime Kötter si rifiuta, ma il ripetersi dell'apparizione e le minacce con cui la "potenza celeste" lo investe, lo convincono infine a farsi missionario. I suoi messaggi, inizialmente solo religiosi, col passare del tempo diventano sempre più politici, tanto che un giorno viene arrestato, tenuto in prigione per tre mesi e, nel 1647, nell'Alta Lusazia, muore. Dopo l'incontro con l"'angelo", durante le sue peregrinazioni di città in città per motivi di lavoro, a Christoph Kötter capitava spesso di trovarsi in cammino su strade solitarie, in località lontane chilometri e chilometri dal suo luogo d'origine, senza sapere come fosse arrivato, un po' quello che capita negli odierni casi di Missing Time. Lo studioso di folclore Will-Erich Peuckert chiama questi casi di perdita della nozione del tempo e dello spazio "viaggi psichici nel mondo crepuscolare delle ombre" e lo scettico (riguardo agli UFO) Ulrich Magin, che vorrebbe attribuire esclusivamente a cause psicologiche i rapimenti sugli UFO, li giudica "visioni di una persona profondamente credente". In questo caso, però, quest'uomo sarebbe stato capace, durante le sue strane "visioni", di coprire a piedi distanze di chilometri e senza rendersene conto. Dopo i suoi incontri, Kötter cominciò a dedicarsi a speculazioni mistico-matematiche e all'elaborazione di astruse teorie astronomiche. Mentre oggi molti rapiti e contattati, dopo l'esperienza vissuta, si dedicano alla costruzione di macchine che dovrebbero vincere la forza di gravità, Kötter elaborò una visione cosmica del mondo completamente nuova. Ma così come nessuna delle macchine che avrebbero dovuto vincere la gravità terrestre hanno mai funzionato, anche la cosmologia di Kötter era dal principio alla fine un totale "nonsense". Non meno si sbagliò con le sue profezie, riguardanti il crollo di una casa di Habsburg e la fine del mondo. Duecento anni dopo, anche un altro uomo fu visitato a casa da un "angelo". Diversamente che nel caso di Kötter, a questi riuscì, però, di fondare un incredibile movimento religioso: l'allora l7enne Joseph Smith fondò la setta religiosa dei Mormoni. Fra tutte le sette cristiane i Mormoni (più propriamente: Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni) costituiscono indubbiamente la variante più avventurosa. Secondo la loro fede, in origine un gruppo di coloni ebrei avrebbe raggiunto l'America, nel corso di due ondate immigratorie (la prima dopo il tentativo di costruire la torre di Babele, la seconda attorno al 600 d.C.) e, ivi giunto, avrebbe fondato una comunità cristiana. Naturalmente non si sono trovati reperti archeologici che possano confermare questa storia né alcuna traccia dei coloni ebrei, né dei loro cristiani antenati americani, il che non vieta ai Mormoni - che considerano l'intero stato dell' Utah di loro proprietà - di sostenere la loro fede anche su basi scientifiche. Schiere di storici mormoni non fanno altro che raccogliere tutte le tracce possibili (e anche quelle impossibili) e pseudoindizi sull'antica storia americana, atti ad avvalorare e sostenere l'edificio di prove eretto alla loro fede. Non fa meraviglia che questa specie a parte di religione cristiana sia sorta e abbia potuto svilupparsi solo in USA, e non altrove, per quanto i loro missionari, seri ma cordiali giovanotti vestiti in abito scuro, siano riusciti a infiltrarsi in tutti i paesi del mondo per diffondere le loro teorie e la loro fede. Ma come sono giunti, in America, a questa curiosa interpretazione della storia ebraico-cristiana? Joseph Smith l'avrebbe appresa da un libro che "l'angelo Moroni" gli avrebbe consegnato e rivelato. E si tratta di una storia oltremodo insolita. All'inizio del "Libro di Mormon" si legge: "Egli (l'angelo) disse che vi era depositato e scritto su tavole d'oro, un libro che dava un resoconto degli antichi abitanti di questo continente, e dell'origine loro. Disse pure che la pienezza del Vangelo eterno vi era contenuta, tale quale era stato annunciato dal Salvatore a quegli antichi abitanti". Secondo le parole dell"'angelo" questo libro era stato sepolto da tempo immemorabile in una collina dello stato di New York e quando, dopo ripetute apparizioni, l'angelo esorta finalmente Smith ad andarlo a
cercare, egli riconosce subito il posto, in base alle sue precedenti visioni. Ecco come Smith descrive il ritrovamento: "In prossimità del villaggio di Manchester, contea di Ontario, Nuova York, sta una collina di dimensioni considerevoli, la più elevata di tutte le circostanti. Sul versante occidentale di questa collina, non lungi dalla cima, sotto una pietra di dimensioni considerevoli, si trovavano le tavole, depositate in una cassa di pietra. Questa pietra era spessa, e arrotondata alla sommità, più sottile verso i bordi, cosicché la parte mediana era visibile a fior di terra, ma i bordi esterni erano ricoperti di terra". Ma per Smith non è ancora venuto il tempo di tirar fuori dalla cassa le tavole d'oro, su cui sono incisi i misteriosi testi, e le due "pietre per la traduzione" Urim e Thummin. Altri quattro anni dovevano passare prima che Smith ne ricevesse dall'angelo Moroni il permesso: "Finalmente arrivò il momento in cui potei ricevere le tavole d'oro, le pietre Urim e Thummin e lo scudo pettorale. Il 22 settembre 1827 - essendomi recato come al solito alla fine di un altro anno nel luogo in cui erano conservate le tavole - mi furono consegnate dallo stesso messaggero celeste con questa ingiunzione: che da quel momento ne ero responsabile io e che sarei stato annientato se, per mia negligenza o incuria, fossero andate perdute". Smith si mette subito al lavoro di traduzione delle tavole e le pubblica, col titolo di Libro di Mormon nel 1830, testo che oggi, insieme alla Bibbia, costituisce il fondamento della "Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni". Ma finita l'opera, Joseph Smith dovette restituire all'angelo le tavole d'oro; ciò malgrado, parecchi testimoni ne hanno confermato sotto giuramento l'esistenza, fra cui anche numerosi uomini e donne che non hanno aderito a questa nuova chiesa. Tutte queste singolarità, gli incontri di Joseph Smith con l'angelo ricordano sorprendentemente quelli che avvengono oggi con gli "extraterrestri". Nel caso di Smith, è possibile perfino che abbiamo a che fare con uno di quei casi di "perdita della nozione del tempo". Del suo primo contatto con l'angelo Moroni - articolato in tre fasi, durante le quali questi ripete ogni volta le stesse poche parole - Smith infatti scrive: "Quasi immediatamente dopo che il messaggio celeste fu dipartito per la terza volta, il gallo cantò e vidi che il giorno si avvicinava; cosicché i nostri colloqui erano durati tutta la notte". Data la brevità delle frasi (bastano al massimo da cinque a dieci minuti per pronunciarle) annunciate a Smith, si rimane perplessi. Oggi sappiamo che, in questo tipo di contatti, spesso si verifica nei soggetti una "perdita della nozione del tempo o di memoria". Certo è che Smith non è stato condotto a bordo di un UFO: egli stesso non ne ha visto alcuno, e nessuno nella notte in cui ebbe il contatto con l'angelo, vide astronavi che solcavano il cielo sopra la sua casa. Ciò non toglie che le circostanze concomitanti della sua esperienza siano tipiche dei contatti di questo tipo, cioè dei contatti con gli alieni. A favore di questa ipotesi parla anche la debolezza e il secondo "black-out" di cui Smith soffri il giorno dopo. Lo descrive così: "Dopo un breve sonno mi alzai dal letto, e come al solito mi avviai ai lavori quotidiani; ma cercando di lavorare come altre volte, mi resi conto che le mie forze erano così indebolite da rendermi completamente invalido. Mio padre che stava lavorando con me, si accorse di qualcosa di insolito in me e mi disse di tornare a casa. Mi misi in cammino con questo intento, ma volendo scavalcare la palizzata del campo ove ci trovavamo, le forze mi vennero meno, e caddi a terra esausto, ove rimasi qualche tempo senza conoscenza". Quando Joseph rinviene, ha di nuovo davanti a sé l'angelo Moroni, soffuso di luce, che gli ripete il messaggio della notte passata. Dopo quest'ultima "chiamata" - che psicologicamente deve aver agito su di lui come un "fuoco martellante di prima linea, ben inscenato e impiantato nel cervello" - Smith si convince che deve sottostare totalmente alla volontà di "Moroni", e da quel giorno non vive più che per l'incarico ricevuto, scopre le tavole d'oro, ne traduce il contenuto, lo pubblica e fonda una nuova comunità religiosa, i cui membri, dopo oltre 160 anni di attività, si contano oggi a milioni. Anche l'angelo Moroni profetizzò la prossima fine del mondo: "Poi mi rese edotto di severe leggi di punizione che avrebbero colpito la Terra, sotto forma di tremende devastazioni conseguenti a fame, guerre e pestilenze, e che tutte queste calamità si sarebbero abbattute sulla Terra nel corso di questa generazione". Ma non è successo nulla! Né in "questa" generazione, cioè quella di Joseph Smith, né nelle successive. Sia che si tratti di Smith, o di Kötter, o dei contemporanei contattati, tutti si sentono chiamati ad annunciare la prossima fine del mondo, che a quest'ora avrebbe già dovuto sprofondare cento volte. Evidentemente tutte queste profezie erano e sono false. Per quanto riguarda Joseph Smith, rimane l'enigma del libro che ha tradotto e che ci ha lasciato in eredità come un testamento spirituale. È pensabile che un incolto figlio di contadini abbia potuto scrivere di
"suo" un'opera così vasta e importante, concettualmente ineccepibile e così in accordo con la visione biblica del mondo? A questa considerazione si devono aggiungere le testimonianze di quelle persone che, sotto giuramento, hanno confermato l'esistenza delle tavole d'oro, ma guarda caso, è scomparso, come le tante altre cose che potrebbero dimostrare concretamente l'esistenza degli alieni. Il profeta Enoch Per i sostenitori della paleoastronautica la Bibbia è piena di episodi che ricordano i casi di contattismo moderni. In particolare, quello che ha attirato di più l'attenzione dei ricercatori è l'esperienza vissuta dal profeta Enoch, settimo nella discendenza di Adamo e ricordato in numerosi passi delle Sacre Scritture. Enoch appare per la prima volta nel libro della Genesi (5,18), ove si dice: "Visse in tutto 365 anni e camminò con Dio, poi non fu più veduto perché Iddio lo prese". Di Enoch non si sa molto. Non si conosce con esattezza il periodo esatto in cui visse, né il luogo; con buona probabilità i diversi testi apocrifi a lui attribuiti sono stati scritti da altri, raccogliendo antichissime tradizioni orali. In queste opere si parla di un uomo saggio, al quale viene concesso di salire al cielo per scoprire la storia segreta del mondo e di tornare sulla Terra con dei misteriosi "libri della saggezza divina" in cui si racconta, in una chiave che oggi definiremmo ufologica, dei primi contatti degli "angeli" con gli esseri umani. La grande attualità di questi scritti, che il lungimirante profeta rivolge proprio alle generazioni future, è nell'immediatezza delle descrizioni di Enoch, vero e proprio cronista di un'epoca, definito "scriba" nei testi apocrifi, scelto come portavoce dagli angeli perché scrittore e uomo giusto. Tre sono i libri principali attribuiti ad Enoch, in realtà una collezione di scritti a più mani risalenti ad un periodo compreso fra il 170 a.C. ed il II secolo d.C., e contenenti anche altri testi apocrifi, come il Libro dei Giubilei (quest'ultimo narra dettagliatamente la caduta degli angeli ribelli). Il Libro di Enoch etiope (II - I secolo a.C.) è il più completo e il più conosciuto, tradotto da più antiche versioni ebraiche ora perdute; quello slavo (30-70 d.C.) è presumibilmente una rielaborazione del primo; quello ebraico (II secolo d.C.) è invece un testo meno storico e chiaramente mistico, ad opera di un certo rabbino Ismael Ben Elisha, di un antichissimo originale ebraico mai rinvenuto. Quale sia l'importanza di questi scritti, un tempo accettati dalla Chiesa tra i libri canonici ed in seguito esclusi, perché non in linea con le Sacre Scritture, è presto detto. In essi il patriarca e profeta narra in maniera dettagliata i primi incontri, antidiluviani, tra gli angeli del Signore e gli uomini di questo pianeta; la caduta dei primi, corrottisi perché innamorati delle donne della Terra; la composizione delle schiere angeliche; l'ordinamento del cosmo e del creato. In pratica in Enoch troviamo spiegati in maniera più ampia una serie di episodi che nei testi sacri canonici sono appena accennati. "Io Enoch stavo benedicendo il Signore - racconta il patriarca nel libro della versione etiope - quando gli angeli mi chiamarono e mi presero. E mi portarono in un mondo i cui abitanti erano come fuoco fiammeggiante e, quando lo desideravano, apparivano come uomini". "Una visione mi apparve aggiunge Enoch in un'altra parte - e nubi mi avvolsero e persi conoscenza. E divenni sempre più veloce, come una stella cadente e come i fulmini. E nella visione un vento impetuoso mi sollevò e mi portò in cielo. Io vidi l'aria, l'etere ancora più in alto. E mi portarono nel primo cielo, e mi indicarono un mare più grande del mare della Terra. E i venti, nella visione, mi facevano volare e mi portarono su, sino a un muro di cristallo, circondato da lingue di fuoco. Ciò cominciò ad incutermi spavento. Io entrai nelle lingue di fuoco e mi avvicinai alla Grande Casa che era costruita di cristallo. E le pareti di quella casa erano come mosaico di una tavola pittorica in pezzetti di cristallo; e il pavimento era di cristallo. Il soffitto era come il corso delle stelle e dei fulmini: e in mezzo a loro, cherubini di fuoco; e il loro cielo era acqua. E vi era fuoco che bruciava intorno alle pareti e le porte ardevano per il fuoco... E io vidi un'altra cosa, costruita con lingue di fuoco. il pavimento era di fuoco e, su di esso, il fulmine. Io guardai e, all'interno, vidi un alto trono... E io vidi i Figli dei Santi camminare sul fuoco ardente; i loro abiti erano bianchi e i loro volti trasparenti come cristallo". Questa narrazione, verbalizzata oltre duemila anni or sono da persone totalmente digiune di conoscenze scientifiche, è a dir poco sorprendente, se messa a confronto con i racconti dei moderni contattisti. In Enoch troviamo la stessa meraviglia, lo stesso stupore di chi oggi racconta di essere stato sollevato in aria da un fascio di luce e portato all'interno di una strana macchina volante con sedili, combustibili e congegni elettrici ("il fuoco e il fulmine"), al cospetto di esseri scafandrati, "dal volto di cristallo".
Fra i primi studiosi che hanno sottolineato la somiglianza con i casi moderni c'è lo scrittore francese Robert Charroux, il quale negli anni Settanta commentava: "Onestamente questi 'angeli' hanno pensieri e comportamenti tipicamente umani, assolutamente inconciliabili con una natura divina. Se ad essi attribuiamo la natura dei cosmonauti, di esseri provenienti da un altro pianeta, tutto si chiarisce". L'esperienza a bordo della strana macchina volante, che in alcuni passi viene indicata come "la Gloria del Signore", è per Enoch sconvolgente. Il patriarca scopre che l'Universo è abitato e ricco di pianeti, sorvegliati da angeli detti Veglianti o Vigilanti. Nei Libri segreti di Enoch, una delle tante versioni derivate dal testo etiopico, il profeta racconta: "Mi fecero vedere i Capitani e i Capi degli Ordini delle Stelle. Mi indicarono duecento angeli che hanno autorità sulle stelle e sui servizi del cielo; essi volano con le loro ali e vanno intorno ai pianeti". Qualcosa di simile raccontano i contattisti, molti dei quali insistono su certe conoscenze astronomiche fornite dagli alieni. Lo stesso avviene con Enoch, al quale vengono mostrate "le stelle del cielo". "Vidi come venivano pesate - racconta - a seconda della loro luminosità, della loro lontananza nello spazio e del giorno della loro comparsa". Utilizzando, quindi, il medesimo sistema in uso alla moderna astronomia. E a bordo della macchina volante Enoch apprende direttamente dal "Signore", colui che sedeva su un grosso trono, della ribellione dei Veglianti della Terra. Questo episodio viene brevemente accennato anche nella Genesi (6,2), ma in Enoch è molto più accurato. La versione etiope così descrive l'accaduto: "Fra i figli dell'uomo vi erano figlie belle e seducenti. E gli angeli, i figli del cielo, le videro e le desiderarono e dissero tra loro: 'Andiamo, scegliamoci delle mogli che ci partoriscano dei figli'. E Semyaza, il loro capo, e tutti e duecento scesero, nei giorni di Jared, sulla cima del monte Hermon. E tutti presero delle mogli e cominciarono a unirsi a loro e a sollazzarsi con loro. Ed insegnarono loro vezzi ed incanti e a tagliare radici e a conoscere e distinguere le piante. Ed esse vennero fecondate e partorirono grandi giganti, che si volsero contro gli uomini e divorarono l'umanità". Si ha l'impressione di trovarsi davanti ad una razza di colonizzatori, i Veglianti o Vigilanti, che tradiscono l'iniziale obiettivo, presumibilmente la mera osservazione a distanza della Terra e si mescolano agli uomini, offrendo conoscenze e tecnologie per le quali la razza umana è impreparata. Quest'idea è ribadita nel pezzo che segue, allorché un Vigilante insegna agli uomini una forma primitiva di tecnologia, sino ad allora sconosciuta, e l'arte della guerra. "E Azazel - riferisce il testo - insegnò agli uomini a far spade e pugnali e scudi e corazze e fece loro conoscere i metalli". Questa vera e propria civilizzazione dall'esterno si risolve di fatto in ciò che i sociologi chiamano "shock culturale da confronto". In pratica assistiamo alla contaminazione di una razza umana incapace di assimilare conoscenze per le quali è impreparata, che da quel momento perde la propria identità e comincia a conoscere i mali del mondo, come la guerra. La stessa unione fra umani e Veglianti genera mostruosità. I "figli degli angeli" sono delle creature abnormi che mettono in pericolo l'esistenza stessa della Terra. Costoro non necessariamente sono frutto di un rapporto sessuale. In un passo del Libro di Enoch si accenna chiaramente alle manipolazioni genetiche che i Vigilanti, come i moderni alieni Grigi, sperimentano. "E Kas, il figlio del serpente, insegnò ai figli degli uomini tutte le punture degli spiriti e le trafitture dell'embrione nell'utero". É interessante notare, inoltre, la qualifica di "figlio del serpente". Essa, al di là della tradizionale rilettura in chiave satanica, ci riporta all'interpretazione ufologica della Bibbia realizzata nel 1960 dallo studioso inglese Lord Clancarty che, nel libro The Sky People, giunge alla conclusione che gli antichi patriarchi ebraici ebbero contatti con un popolo dello spazio che aveva come simbolo un serpente, il cui culto ricorre nelle mitologie antiche di tutto il mondo. Quasi a supporto di questa ardita tesi valga la straordinaria somiglianza del nome del capo degli angeli ribelli, Semyaza, con Semjase, l'astronauta extraterrestre con cui si dicono in comunicazione diversi medium americani e il contattista svizzero Billy Meier. Semjase proverrebbe dalle Plejadi; curiosamente lo stesso gruppo stellare al cui centro, secondo alcuni credo di derivazione ebraica come il culto mormone, vivrebbe Dio con i suoi angeli. Molti studiosi di clipeologia, concordano sul fatto che i Veglianti fossero in realtà visitatori spaziali la cui natura venne misinterpretata (e divinizzata) dagli antichi ebrei. In effetti gli angeli caduti di Enoch sembrano avere ben poco in comune con i diavoli con corna e coda dell'iconografia cristiana, come pure con l'episodio biblico della ribellione degli angeli. Essi, e questo tradisce la loro natura umanoide, sembrano essere solo degli osservatori affascinati dalle bellezze della Terra, che non hanno saputo resistere alle debolezze della carne e che si sono contaminati, contaminando a loro volta. Ciò è successo, spiega Enoch, in quanto, a differenza dei Cherubini e dei Serafini, "essi non possedevano tutte le
conoscenze dell'Universo". La natura umanoide dei Veglianti si ricava anche dall'esame di altri brani, allorché Enoch, rapito in cielo, inizia a descrivere altre creature. Alcune spirituali, quali gli Arcangeli, i giusti, gli eletti e i "non dormienti", che stanno dinanzi a Dio; altre infernali, come i "Grigori", i diavoli che hanno rinnegato Dio; altre non meglio identificate, come "gli uomini dalla testa bianca", frutto dell'unione con i "figli del Signore". Fra questi ultimi vi sarebbe anche Noè che, nella versione slava del Libro di Enoch, si vede costruita dagli angeli - e non dai propri figli - la celebre arca che lo salverà dal diluvio, mandato per distruggere i giganti. Nell'universo mistico di Enoch esistono due categorie ben distinte di angeli. I primi sono creature tipicamente bibliche, esseri di luce superiori all'uomo per natura e per saggezza, in diretto contatto con l'Altissimo; sono chiamati Cherubini, Serafini e "Osannini" (Osannes, termine affine agli Oannes, gli "spaziali" sumeri portatori di civiltà) e sono soliti fornire messaggi rapendo in cielo le persone o, come precisa la versione slava del Libro, "penetrando in camera da letto". I secondi, detti Veglianti o Vigilanti, sono una razza decaduta che il Libro di Enoch definisce "un tempo santi, puri spiriti, viventi di vita eterna, contaminatisi con il sangue delle donne", padri di una stirpe di "giganti, esseri perversi chiamati spiriti maligni", sterminati dal diluvio. Circa questi ultimi non si può fare a meno di notare come il loro nome, Veglianti o Vigilanti, risulti identico al termine "Watchers" (Guardiani), utilizzato dai moderni rapitori alieni nel presentarsi ai terrestri sequestrati in camera da letto e portati a bordo di un UFO. Se da una parte il comportamento degli antichi Vigilanti ricorda straordinariamente quello dei Grigi, nella casistica sulle abductions, dall'altra gli Osannes o Osannini corrispondono alla perfezione ai maestri cosmici dei contattisti. Tali entità di luce, la cui esistenza è stata messa in dubbio dagli ufologi proprio per questa natura così palesemente angelica, sarebbero incaricate di rimediare alla contaminazione antica ristabilendo un'evoluzione spirituale, persa dai terrestri dopo il contato con i Vigilanti. Ieri e oggi: maschere di un fenomeno e possibili spiegazioni Analizzando da tutti i punti di vista i casi di contattismo si arriva a questa conclusione: sia che si tratti di mistificazione e di invenzioni da parte di persone decise ad attirare l'attenzione su di sé che di un effettivo attività di una civiltà aliena che interviene nel nostro mondo, è innegabile che esiste una forte connessione tra le conoscenze dell'uomo, le sue aspettative e questo fenomeno. Abbiamo visto come queste "entità" si manifestano agli occhi umani nel modo in cui possono essere meglio accettate e capite, a secondo del livello culturale e del particolare momento storico: in una specifica veste e forma all'epoca della Bibbia, in un'altra nel Medio Evo, in un'altra ancora nel Rinascimento, in una diversa nell'Ottocento, infine in una nuovamente diversa ai giorni nostri, all'esaurirsi del Novecento. Durante l'ondata americana del 1896-97 i fantomatici piloti delle airships sostenevano di essere scienziati europei (a volte inglesi, altre volte greci) e fornivano delle spiegazioni sul funzionamento delle loro "navicelle" che non si discostavano molto dalle conoscenze tecnologiche del tempo. Negli anni Cinquanta gli occupanti degli UFO incontrati da Adamski (e da altri subito dopo di lui) affermavano che la loro provenienza era Marte, Venere e Saturno. Con il passare degli anni, e con l'invio delle sonde americane e sovietiche nello spazio - che hanno provato l'inesistenza di vita intelligente sui pianeti del Sistema Solare - la provenienza degli alieni è divenuta extrasolare. Attualmente la provenienza di queste entità sembra essere più sfumata, sempre meno extraterrestre e più metafisica. I contattati avvicinano sempre di più i loro interlocutori con gli angeli e gli arcangeli della Bibbia. È questa il volto definitivo del fenomeno? O è solo la maschera assunta in quest'epoca? O, più semplicemente, la spiegazione sta nel fatto che il contattista è in mala fede e inventa una storia suggestiva basandosi sulle sue conoscenze (e forse sulle sue aspettative)? La misteriosa regia degli UFO sembra conoscerci bene, ci accompagna e ci segue. Il loro modo di comportarsi corrisponde al comportamento mimetico di certi animali, come i camaleonti: si inseriscono in un habitat e vi si adeguano in maniera eccellente, anzi ottimale. Forse queste entità continueranno a strumentalizzare le nostre conoscenze, le emozioni e i nostri pensieri, fino a che, concepiremo solo delle entità che sfidano la nostra capacità di comprenderle. Così come un aborigeno non può comprendere fino in fondo la struttura sociale dei Paesi industrializzati, forse neanche noi possiamo arrivare a comprendere la tecnologia, le conoscenze degli alieni. Siamo sicuri che il loro modo di pensare sia simile al nostro? Una civiltà, che abbia avuto un processo evolutivo diverso dal nostro avrà sicuramente una struttura
sociale diversa, conseguentemente le consuetudini, i ritmi di vita saranno necessariamente diversi dai nostri. Potremmo mai arrivare a comprenderli? A questa domanda si può rispondere in questo modo se "comprendere" sta per "dominare", o meglio controllare queste entità allora la risposta è negativa. Se invece al verbo "comprendere" abbiniamo solo quello "convivere" allora a questo possiamo sicuramente arrivare. Ma come? Quale è la via? Quella che affermano di percorrere i contattisti stessi o quella della rigida ricerca scientifica? Questi interrogativi ci riportano a quelli iniziali: che cos'è la realtà e qual è il nostro rapporto con la conoscenza dell'universo? Abbiamo visto che lo scopo degli odierni "angeli tecnologici" è, da quello che dicono, simile a quello degli angeli di cui ci parlano la Bibbia e la tradizione cristiana: essi recano un messaggio di pace per l'umanità invitandola a redimersi, ad abbandonare la guerra e a seguire una via meno materiale e più spirituale. Per le esperienze contattistiche, come per quelle più semplici di avvistamenti di UFO o più complesse come quelle di "rapimenti" con scopi non chiari, una volta scartati i casi d'imbroglio e di speculazione, i casi di isterismo e di schizofrenia, i casi di evidente mitomania e di delirio mistico, qualcosa ancora rimane: il fenomeno è reale. Come spiegarlo? Vi sono alcuni ricercatori che hanno effettuato un collegamento diretto, quasi di causa/effetto tra fenomeni parapsicologici ed UFO; altri ancora inseriscono in un'unica entrambi; altri interpretano UFO ed effetti collaterali (rapimenti, mutilazioni, cerchi nel grano ecc.), altri non accordando alcuna consistenza materiale agli "oggetti volanti non identificati". In genere, il giudizio che si dà di coloro i quali mescolano UFO ed esseri alieni visti come entità sovrannaturali, angeli messaggeri, portatori di una verità rivelata, non è positivo: essi sono giustamente visti con sospetto, non facendo altro da un lato che aumentare la confusione nell'ambito dell'ufologia, dall'altro incrementando il proliferare degenerescente delle sette pseudomistiche, tipiche di ogni periodo di crisi, e ancor più se a fine millennio. Le conventicole di falsi-iniziati, di falsi guru, di falsi-profeti, di falsi-messia sono già troppe e discreditate per aggiungerne altre che fanno riferimento ai presunti piloti degli UFO con chiari intenti millenaristici. Al di là di tutte le mistificazioni qualcosa però rimane ed è opportuno cercare di comprendere ciò che ci è possibile. Il gesuita e grande erudito Teilhard de Chardin ha concepito nella sua filosofia una proiezione lanciata molto avanti nel futuro: "l'uomo di oggi - egli sosteneva - non sarebbe il coronamento della creazione, ma solo una varietà transitoria. Traguardo finale dell'intera evoluzione sarà il punto da lui chiamato 'omega', uno stadio dello sviluppo nel quale gli uomini esisteranno staccati dal corpo e ormai quasi simili a Dio nella loro natura divenuti tutt'uno con se stessi, con l'universo, custoditi nel grembo di un divino centro dei centri". È possibile che altre civiltà altre intelligenze già da tempo abbiano raggiunto il "punto omega". Culture interstellari o addirittura galattiche, più vecchie di miliardi di anni dell'umanità terrestre, devono nel frattempo aver raggiunto quello stadio di sviluppo nel quale né lo spazio né il tempo né la materia avranno più un ruolo importante. Noi siamo ancora in cammino verso questa meta. Ma altri potrebbero aver già compiuto la maggior parte della strada, essere molto più avanti di noi o, addirittura, aver già raggiunto il "punto omega". Per loro non esisteranno più confini, né di spazio, né di tempo; nessun limite alla materia e nessun limite all'energia. In tal senso l'ipotesi extraterrestre vecchio stile, secondo cui sulla Terra scenderebbero continuamente navi spaziali provenienti da Alpha Centauri, non è più in grado di spiegare la complessità del fenomeno UFO. Essi non proverrebbero da un "luogo", ovvero da un preciso posto dell'universo. In tale ottica dovremmo cominciare a considerare il nostro mondo solo come un modello. Ovvio che per noi, in questo universo, siano valide le leggi fisiche del nostro mondo, semplicemente perché siamo soggetti ad esse. Il loro raggio di attività, però, deve estendersi in vari modi ben oltre, inoltrandosi in altre dimensioni. Oggi nessun fisico serio contesta più la possibilità che esistano infiniti altri universi paralleli al nostro. Una coscienza pura, risultante forse dalla somma dei contenuti di miliardi di altre coscienze e indipendente da leggi aventi regole fisse - come la velocità della luce, la gravitazione, l'energia nucleare debole o forte - dovrebbe essere in grado di fluttuare attraverso questi universi, incurante della loro apparente limitatezza. Se prendessimo atto che in questo universo (o in un universo opzionale) altre intelligenze potrebbero aver giunto un grado di evoluzione molto più alto del nostro e se infine
confrontassimo quello che vediamo - cioè il fenomeno UFO in tutti i suoi aspetti - con tutto quello che sappiamo e cominciamo a ragionare su: intelligenza e coscienza umane, intelligenza e coscienza artificiali, realtà del nostro mondo e possibili altre realtà, allora a poco a poco tutti i pezzi confusi del puzzle andrebbero al loro posto. Le apparizioni di UFO, di figure soprannaturali, di bigfoot, del mostro di Loch Ness, di aeronavi che si dissolvono, di navicelle spaziali che precipitano; i cadaveri di extraterrestri 'che vengono occultati,' i feti per metà umani e per metà alieni che vengono prelevati dal ventre di donne in avanzato stato di gravidanza: tutti fatti in "ugual modo "reali" e "irreali", esattamente come lo è nel suo insieme la nostra realtà terrestre. Potrebbero essere interferenze di "altri piani di realtà" che interferiscono, per scopi che forse mai riusciremo veramente a comprendere, nella nostra dimensione. Apparizioni "quasi" materiali, proiezioni, che un'intelligenza allogena, "delega", ovvero "comanda a distanza" sulla nostra Terra. E infine significa che tutti questi universi non potranno essere per noi altro che "mondi alternativi", differenti modelli strutturati su regole spazio-temporali diverse dal nostro mondo o addirittura basate su regole assolutamente diverse dal nostro. Per cui non potremmo neanche provare a ragionarci su. Questa, naturalmente, è solo una delle tante ipotesi che si possono proporre... Contattismo Contattismo (I) Contattismo (II) Contattismo (III) Home Page: OVNIdomus