Milano, 23/09/1993
Conferenza di
Giambattista Pagani
I 7 CHAKRA e l’antica preghiera del PADRE NOSTRO
NOTA PER IL LETTORE: questa conferenza può essere ASCOLTATA sul sito:
www.giambattistapagani.com
CONFERENZE
1993
Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato in questo volume se vorrà considerare che si tratta di insegnamento esclusivamente orale.
Testo, NON rivisto e NON coretto dall'autore, trascritto a due mani da «Mendoza & Stefano»
( … ) Il testo della preghiera viene dato in un ambiente, in un'atmosfera, diremmo, in un quadro molto preciso di come la religione dovrebbe essere vissuta. ( ... ) È fare un'esperienza che possa essere di spiritualità, ma un'esperienza che sarebbe interessante che fosse almeno religiosa, religiosa nel senso che ci facesse non trovare partecipi, attivi, effettivi di una struttura religiosa, ma che ci mettesse in cammino verso la scoperta di una dimensione spirituale, che è diverso. ( ... ) Ora, l'esperienza che noi faremo da questo punto di vista sarà tanto più efficace ed effettiva ed interessante nella misura in cui noi ci sentiremo liberi dai collegamenti con le strutture e ci sentiremo semplicemente aperti a quella che è una dimensione spirituale che ognuno di noi ha. ( ... ) Stasera faremo un piccolissimo spunto di pratica su quello che è la preghiera del Padre Nostro, ma partendo proprio anche da questo punto di vista, cioè il Padre Nostro portato ad essere una preghiera di guarigione, che può trasformare, una preghiera che può quindi modificare, una preghiera attraverso cui io posso quindi incanalare un'energia che può trasformare una situazione anche fisica, quindi può guarire, ma dove la mia presenza, dove la mia partecipazione, dove la mia struttura energetica, prima ancora delle mie mani o di quella che può essere l'energia che io esprimo, diventa responsabile, cioè diventa protagonista del processo. E questo è sicuramente uno degli elementi interessanti di quello che noi ci possiamo proporre. Un testo con cui vorrei concludere questa precisazione iniziale ... è uno dei tanti testi di Antony De Mello che tra l'altro, da un punto di vista di valutazioni religiosa cattolica, mi sembra che sia stato preso di mira ultimamente mettendo un po' in guardia coloro che leggono questi testi perché potrebbero fuorviare una fedeltà tradizionale. Io non li ho letti tutti, però molti di quelli che mi sono passati tra le mani sono estremamente suggestivi ed estremamente veri. Dice: «C'era un tempo una donna molto religiosa e pia che amava molto Dio. Essa si recava in chiesa tutte le mattine e lungo la strada i mendicanti le si avvicinavano ed i bambini le tendevano la mano, ma era così immersa nelle sue pratiche devote che neppure si accorgeva di loro. Un giorno percorse, come era solita fare, la strada fino alla chiesa ed arrivò giusto in tempo per la funzione. Spinse il portone ma non riuscì ad aprirlo. Allora spinse più forte e si accorse che era chiusa a chiave. Disperata all'idea di perdere la messa per la prima volta dopo tanti anni e non sapendo cosa fare, guardò in alto ed ecco che proprio dava ai suoi occhi stava attaccato un cartello con scritto "io sono là, fuori"». E sotto, il commento che fa è "si dice che un santo ogni volta che usciva di casa per assolvere i suoi doveri religiosi dicesse, come se parlasse al Padre Eterno, "addio Signore, vado in chiesa". Cioè vado in chiesa quando esco dalla chiesa, vado in chiesa quando vado a contatto con la gente, vado in chiesa quando vado là dove sono chiamato a fare qualcosa. La precisazione che colloca qui il finale di questa prima riflessione, perché in effetti quello che noi cercheremo di fare in questi giorni è proprio questo: uscire dalla struttura ed
entrare in quella che può essere una struttura di preghiera che come tale ci potrebbe richiamare l'essere in chiesa, ma attraverso questa struttura di preghiera farla diventare la forma operativa con cui noi agiamo, con cui noi attuiamo, con cui noi facciamo accadere qualcosa. Allora la prima precisazione da questo punto di vista potrebbe essere proprio questa. Primo, prima di andare a parlare di quello che potrebbe essere la preghiera, noi con la preghiera diciamo che vogliamo attuare un processo di guarigione, quindi è una preghiera di guarigione ... e noi faremo un'esperienza specifica in questo senso. Allora chiariamo bene: cosa intendiamo per guarigione? Soprattutto per vedere che tipo di guarigione può essere contenuta in una struttura come questa. Noi possiamo parlare di guarigione a due livelli diversi. Guarire ciò che è stato causato da un errore oppure guarire il dolore che potremmo dire, o il male che potremmo dire della crescita. Ci spieghiamo. Il dolore, la sofferenza causata da un errore, è quando tu fai qualcosa che produce una conseguenza che è di sofferenza. Caso tipico di quando uno sbaglia qualcosa, sbaglio il gradino, sbaglio il passo, inciampo e mi rompo il braccio. È la sofferenza causa di un errore. Errore tra virgolette, errore nel senso che in quel momento ho fatto il passo sbagliato, c'è stato il movimento che non è stato corretto, non si è adeguato alla realtà. Nella nostra vita spesso ci viene ricordato che quello che capita è il fenomeno di un errore. Quante volte diciamo che noi somatizziamo nel nostro corpo i processi di tensione, di stress, di disagio, di conflitto che sono molto più profondi. E quindi potrebbe essere il dolore causato da qualcosa che sta alle spalle come causa. Causa però che è, tra virgolette, un errore. Nell'ambito religioso questo errore viene chiamato peccato quando ha un certo tipo di responsabilità, di scelta di libertà, di coscienza legata all'esperienza che fai, oppure semplicemente un errore di ignoranza, potrebbe dire qualcuno. Che è diversa dalla sofferenza che noi potremmo dire determinata dalla crescita, cioè dal cambiamento. Faccio un esempio. … C'è la sofferenza dell'adolescente che cresce il quale soffre perché non capisce la sessualità di cui sente la spinta dentro di sé, perché non capisce il senso del collegamento affettivo che lo spinge verso la ragazzina o il ragazzino, essendo adolescente. Cioè c'è un fenomeno di crescita che ti toglie dagli schemi con cui hai vissuto fino a poco tempo prima e che crea nuove esigenze. Nel momento in cui tu a queste nuove esigenze non dai una risposta adeguata, tu soffri. E c'è la sofferenza che si può somatizzare anche nel corpo in tante maniere, ma può essere anche una sofferenza prettamente psicologica, oppure chiama spirituale. In pratica la sofferenza è determinata dal fatto che tu in quel momento, per le più svariate cause, non riesci a darti la risposta adeguata ad un'esigenza determinata dal tuo
cambiamento. In questo caso non possiamo dire che tu soffri per errore, forse l'errore potrebbe essere determinato dal fatto che la situazione non ti dà le risposte di cui tu hai bisogno. È una sofferenza per insufficienza di risposte ad un cambiamento a cui non tieni il passo, a un cambiamento che è veloce e tu non riesci a dare delle risposte in tempi reali. La sofferenza di cui parla molto per esempio negli accenni fatti nelle interviste ascoltate poco fa, molta della sofferenza attuale può non essere sofferenza di errori, potrebbe essere proprio sofferenza determinata da solitudine, dall'ansia, dall'angoscia, dal senso di non sapere dove collocarsi, il non dare una risposta a chi siamo, può essere esattamente la sofferenza determinata dal fatto che non siamo in grado, non ci mettiamo in grado di darci le risposte di cui abbiamo bisogno. Chiaramente poi da questo parte tutto un altro sistema di sofferenza che possono essere somatizzate in svariate maniere. Possiamo dire subito che la preghiera del Padre Nostro, se noi parliamo di guarigione, prima di essere uno schema con cui noi possiamo apportare una guarigione a quello che ci sta accadendo a livello fisico, che ripeto, rimane uno spazio in cui noi potremmo aiutarci a dare delle ottime risposte, è il sistema con cui possiamo aiutarci a dare la risposta a questo tipo di sofferenza determinata dal fatto che potremmo definire la nostra ignoranza, non saper dare risposta alle esigenze che abbiamo e che in sintesi si ricollegano con l'ultima domanda che abbiamo sentito "in fondo ci rimane da risolvere il problema di chi siamo". Dove «chi siamo» non ha bisogno di una risposta teorica, non è un trattato di filosofia e di cui abbiamo bisogno per dire chi siamo, effettivamente è prendere coscienza delle forze che abbiamo dentro di noi e poter riuscire a dare uno sbocco a queste forze, uno sbocco a queste energie. Ecco allora che la preghiera del Padre Nostro ci dà proprio un elemento di possibilità di riflessione teorica, in un certo senso, perché abbiamo sempre bisogno della parte teorica, ma soprattutto anche una modalità che diventerà pratica, per rispondere a questa esigenza in quanto, anche se io fossi quello che ha una malattia fisica e quindi sono malato di stomaco, sono malato di cuore, sono malato di polmoni, sono malato di reni, sono malato di qualcosa, in realtà la mia malattia fisica per essere compresa, per aver un intervento veramente di radicale trasformazione, ha bisogno di essere inserita in un concetto molto più ampio dove alla malattia fisica c'è una corrispettiva malattia emotiva e c'è una corrispettiva malattia di pensiero. Come abbiamo già in altre occasioni sottolineato, se solo ulceroso e quindi ho un'ulcera di stomaco, è che sono ulceroso a livello fisico ma contemporaneamente sono ulceroso a livello emotivo e sono ulceroso a livello mentale. Cioè c'è un sistema di pensiero che rappresenta l'avere un'ulcera, c'è un sistema emotivo che si manifesta e che si concretizza con l'avere un'ulcera che poi il risultato finale è avere un'ulcera fisica su quello che è il tuo stomaco. È solo un esempio. Quindi noi siamo malati in genere su tre livelli diversi e in genere purtroppo prendiamo in considerazione solamente il livello esterno. Il medico non ha altra possibilità fondamentalmente, lo psicologo qualche volta, l'omeopata che all'intervento, dal punto di vista fisico, accompagna sempre la comprensione psicologica più profonda dell'individuo e
tende a rielaborare altri aspetti più ampi, rimane comunque sempre un aspetto notevolmente più profondo che è poi l'aspetto che va a toccare, al di là del mentale, quello che noi potremmo essere oltre questi tre livelli. E questo è già al concetto di guarigione. Quindi tecnica di guarigione partendo la Padre Nostro è una tecnica di guarigione che sia quando lavorerò su di me, come sperimenteremo d'altronde, sia quando lavorerò sull'altro, sarò obbligato a considerare uno spazio ampio dell'individuo sia quando considero me stesso che l'altro, sarà molto interessante vedere questi elementi. Il modo di intervento usando un Padre Nostro è quello della preghiera. Sottolineiamo quindi un'altra precisazione prima di andare a quello che può essere uno schema di quello che sarà poi anche il programma che seguiremo. Noi potremmo avere diversi tipi di preghiera. Lo diciamo subito che abbiamo due tipi di preghiera. Abbiamo la preghiera di domanda, la preghiera con cui chiedo che mi venga dato qualcosa. E credo che su questo non investiamo riflessioni perché la conoscete perfettamente. È la preghiera fatta perché vado in chiesa perché il mio amico stia meglio; oppure vado in chiesa perché ho l'esame quel giorno e quindi vado perché mi vada bene l'esame; vado in chiesa ad accendere la candela perché qualcosa giri meglio. Cioè vado a chiedere, che è l'esperienza più diffuse in quanto a preghiera; la preghiera per noi in genere è far riferimento a qualcuno da cui ci aspettiamo qualcosa. Su questo potrebbe essere un'osservazione pratica renderci conto, e credo che l'abbiano sperimentato anche molti di noi, l'aver pregato tante volte e l'aver ottenuto molto poco. E anche se otteniamo molto poco, continuiamo a pregare costantemente perché ci diamo sempre una spiegazione di altro tipo del perché non si ottiene, non ci viene mai il dubbio di dire «forse è un metodo non giusto, non corretto per pregare, potremmo cambiare sistema», invece no, tendiamo sempre verso la cosa più facile ed in fondo la cosa più facile è che qualcun altro risolva i problemi al posto nostro. Parlando di Padre Nostro, se qualcuno ha letto qualcosa o se avete trovato qualcosa, perché non c'è molto comunque, soprattutto da quello che può essere il discorso che faremo in questi giorni, non ci sono in effetti libri e i pochissimi che ho trovato in giro in realtà non entrano in questa profondità, è sempre stato detto che la preghiera del Padre Nostro è una preghiera operativa, cioè una preghiera che va vissuta, è un testo che va vissuto. Avete mai sentito questo concetto, della preghiera che va vissuta, praticata? E questa è la caratteristica tipica della preghiera. Cioè la preghiera che non è più pregare perché qualcuno faccia qualcosa a favore tuo, ma è la preghiera che diventa il modo con cui tu ti metti in condizione di far accadere qualcosa, o ti mette in condizioni di riuscire ad operare, ad attuare qualcosa, a fare. Quindi la preghiera che diventa una modalità che potremmo dire, d'un certo punto di vista senza togliere nulla al valore del concetto di preghiera, la preghiera che diventa una tecnica
per sviluppare, canalizzare le energie che permettono di fare accadere qualcosa. Ma da questo punto di vista è molto importante tener presente che quando la preghiera è operativa a questi livelli, è una preghiera che fa poco riferimento a quello che può essere un qualcosa che accada perché qualcuno dall'esterno lo fa cadere, ma diventa la preghiera dove, che accada o meno qualcosa - concetto di responsabilità - dipende fondamentalmente da te. Una precisazione immediata da questo punto di vista, visto che parliamo di Padre Nostro e credo che almeno questo lo posso dare per scontato, che sapete la preghiera del Padre Nostro… …… cioè, non tanto, allora lo ripassiamo dopo. Una precisazione da questo punto di vista è quella di una delle invocazione del Padre Nostro di quando dice "perdona i nostri debiti come noi perdoniamo i nostri debitori". Cioè, mentre in molte affermazioni di questo concetto operativo può non appariva perché in fondo è come se tu chiedessi a qualcuno che facesse accadere qualcosa, in questa richiesta del Padre Nostro, basta rifletterci un attimo, e tu vedi subito che ciò che tu vorresti che accadesse, può accadere solamente se tu precedentemente fai accadere qualcosa, perché ti fa dire esattamente: perdonaci, ma a che condizione? Come noi perdoniamo. Quindi se tu non perdoni è come dire, non verrai perdonato. E quindi l'affermazione sottolinea molto bene che o tu fai qualcosa e da quel qualcosa nascerà la conseguenza oppure la cosa non accade. Ecco l'elemento interessante è che in effetti tutte le richieste del Padre Nostro obbediscono a questo criterio e quindi ecco che il Padre Nostro diventa effettivamente una struttura di preghiera che va a toccare il nostro modo di essere e quindi può diventare un tentativo di aiuto di risposta anche alla domanda teorica del chi siamo, se il chi siamo non è dire, non è cercare una risposta di tipo filosofico, ma cercare la modalità con cui noi riusciamo effettivamente a creare le condizioni interiori che permettono di far accadere quello che ci stiamo proponendo di far accadere. Dove quindi il concetto di malattia assumerà quel grossissimo, grandissimo valore di essere la malattia una situazione che si crea in me, semplicemente perché la combinazione delle mie energie è stata tale ed è tale da non poter fruire in maniera equilibrata per cui la combinazione finale di queste energie è la combinazione dello stato di non equilibrio e quindi della malattia. Posso quindi aiutarmi a risolvere il problema andando a riequilibrare quelle energie, tenendo presente una precisazione parlando di guarigione, parlando di metodologie di guarigione da questo punto di vista. Che la guarigione fisica, la guarigione prettamente fisica, e qui è un altro di quegli aspetti molto concreti, noi possiamo con tutto il concetto di pensiero positivo, di atteggiamento positivo di nuova mentalità, di nuova era, di nuovo essere umano, quindi tutte queste novità che sono vere, ma in effetti la guarigione fisica non sempre è possibile. Quindi se portata all'estremo il discorso, noi possiamo dire che sempre è possibile perché è sempre possibile il miracolo, in realtà c'è un'osservazione - e lì poi ci potremo discutere, al limite -, che la nostra vita obbedisce a quello che poi avviene nella nostra tecnologia. Una
macchina a volte si rompe al punto tale che non è più possibile rimetterla insieme, o rimetterla insieme presupporrebbe uno sforzo creativo tale che è molto meglio prendersela nuova. Questo accade nella nostra realtà fisica. Siccome sempre hanno detto che le leggi tanto sono in alto come sono in basso, quello che accadeva in basso è il riflesso di quello che accade in alto e viceversa, queste leggi è importante che sappiano accettarle e quindi c'è il momento per ragioni che noi molte volte non riusciamo a cogliere, per delle motivazione che non sappiamo bene interpretare, per degli aspetti di destino individuale che molte volte ci è persino precluso poter accedere perché possono rimanere il mistero dell'individuo, ma comunque ci possono essere dei momenti in cui la guarigione fisica in quanto tale può non essere possibile. La guarigione spirituale, da questo punto di vista, noi potremmo dire che è sempre possibile. C'è la guarigione spirituale che diventa, facendo riferimento ad una bellissima parte dell'intervista, non è questione di risolvere il problema dell'esistenza umana annullando il dolore - e c'è il bellissimo intervento che dice "il cattolicesimo è intervenuto di fronte al dolore annullandolo e collocando la soluzione nella resurrezione del Cristo", che poi diventava la resurrezione finale - però noi non viviamo secoli di attesa della resurrezione finale e giustamente lui diceva «noi viviamo con una speranza di soluzione che in effetti non arriva mai», perché in realtà tu sei costantemente nella tua vita di fronte al tuo dolore e di fronte alla morte e quindi vivi sì una speranza, ma è sempre una speranza che è là, lontana, nella vita non arriva. E giustamente diceva che proprio per questo, siccome le esigenze della nostra ricerca vuol essere una ricerca molto concreta, molte persone insoddisfatte di questo, vanno alla ricerca di altre religioni, o di altri riferimenti, o di altre ideologie o di altre ipotesi. La soluzione quindi di quella che è la guarigione fisica non sempre è possibile, ma quella spirituale se per guarigione spirituale consideriamo quella presa di coscienza individuale che ti permetta di dare un senso profondo e vero a ciò che ti accade, e dove quindi come spesso lo avete sentito nelle interviste, dove attraverso questa comprensione tu puoi acquisire la vera guarigione dell'individuo che non è l'essere sano piuttosto che malato a livello fisico, ma è essere in pace che è frutto solamente di una gioia interiormente e la gioia è frutto solamente se tu riesci a dare un senso esistenziale a quello che accade. Ora, siccome nel momento attuale ciò che accade a noi personalmente e ciò che accade intorno a noi presuppone comunque e non siamo in grado, nel giro di pochi decenni o di pochi secoli di ipotizzare un mondo senza dolore, senza malattie e senza morte, credo che sia molto onesto ipotizzare che uno stato di gioia e di pace ne abbiamo diritto anche noi oggi, e non dobbiamo aspettare secoli che sia solamente un diritto acquisibile dai figli dei nostri figli o chissà quando. Quindi evidentemente c'è la possibilità di essere nella gioia e di acquisire la pace anche in uno stato di malattia. Allora questo sarà possibile solamente ipotizzando che esista un senso che possiamo dare alla vita in ogni suo aspetto: sia quando si è sani sia quando si è malati, sia quando le cose vanno bene che quando non vanno, qualunque sia poi il
significato che possiamo dare, comunque il significato è che possa essere sposato dentro e che ti possa dare questa sicurezza e questa tranquillità e soprattutto che sia la base su cui tu costruisci la forza del prestigio che offri e dai a te stesso. Cioè, è l'individuo che sa di avere valore indipendentemente dal fatto di essere più sano o meno sano, di essere più ricco o meno ricco, di vivere in una società piuttosto che nell'altra. Ed è proprio il discorso che mette in crisi il concetto della tecnica come Dio perché tanta tecnica, tanta tecnologia a cui noi abbiamo accesso può diventare quasi uno dei grandi scopi dell'esistenza, ma che non può farci cancellare dalla memoria che esistono milioni di persone che muoiono di fame, milioni di persone che vivono una vita completamente ai margini di ogni tecnologia, dove quello che servirebbe loro è esattamente una cosa più semplice che potrebbe essere un panino ogni giorno e qualcosa di cui alimentarsi ogni giorno al di là del fatto che per noi ogni giorno non è il panino che ci serve ma è l'ora e mezza al computer o l'ora e mezza davanti al televisore. Precisato questo come concetto di guarigione, quindi il concetto di guarigione molto ampia, il concetto di preghiera che quindi è la struttura della preghiera che diventa operativa, che ci permette di trasformare le nostre energie, vediamo con uno schema molto semplice prima di fare la breve esperienza che voglio offrire questa sera, lo schema dove puoi collocare il nostro programma delle nostre sette serate, naturalmente precisando che tutto il discorso che facciamo e che naturalmente io penso di poter dare per scontato che se siete qua, se siamo qua stasera, voi che ci siete, non stiamo qua a spendere molto tempo sul fatto che l'ipotesi di base è che esista qualcosa che va al di là di quello che si vede che si tocca a livello fisico, livello emotivo e a livello mentale. È chiaro che ipotizziamo che possa esistere qualcosa di più ampio, che poi possa essere definibile con nomi diversi, però esiste qualcosa che va al di là di ciò che è prettamente tangibile. Lo schema su cui noi ci muoveremo parte da questo: esiste, potremmo dire e il Sé, esiste Dio, non il Dio esterno, esiste quel principio interno di divinità che è al di là di quello che noi vediamo, quello che la psicologia chiama spesso il Sé, quello che potete chiamare lo Spirito, quello che potete chiamare con tutti i termini che volete. Siamo su un discorso dove molti di noi hanno delle idee piuttosto chiare. Ora noi potremmo dire "questo nostro primo tecnico - come diceva l'intervistato poco fa che fa esistere il mondo, secondo la tradizione biblica, fa esistere l'uomo a propria immagine e somiglianza" e quindi come giustamente abbiamo sentito, l'uomo è un ricco che vive credendo di essere povero, l'uomo è un Dio che gioca a fare lo stupido, cioè è uno che non ha coscienza veramente di se stesso. Comunque questa divinità, questo Sé, questo Spirito, questa realtà che va al di là di ciò che si vede si tocca, quando si concretezza dentro di noi … Cioè noi su questo possiamo fare tutte le teorie che vogliamo, tutte le riflessioni astratte e teorie che vogliamo, ma in concreto in noi come si manifesta? Cioè si concretezza in quello che è l'energia della nostra vita. Cioè se per energia intendiamo quella forza mediante la quale noi produciamo tutto ciò che produciamo attraverso l'esperienza:
è l'energia del pensiero, è l'energia emotiva, è l'energia fisica, è l'energia della vita che si va differenziando a livelli diversi. Uno dei grandi libri che consigliavano tempo fa, uno dei libri più seri, della filosofia zen faceva questa affermazione facendo riferimento a un grande maestro zen «se Dio si manifesta in noi non ha altra possibilità di manifestarsi se non diventando immagine», che altra possibilità ha se esiste un qualcosa che va al di là della nostra struttura materiale, se vuole manifestarsi in noi, prima di potersi manifestare come emozione, prima di potersi manifestare come qualcosa che possa essere fisico, per una legge di natura di relazione di esperienza nostra, non ha altro canale per manifestarsi che diventando una forma mentale, cioè produrre noi un'immagine, un pensiero. Ecco perché nei sistemi più profondi che non sono più già prettamente da definirsi come preghiera, ma nei sistemi più profondi che diventano di meditazione, ti dicono che il punto ideale per poter trasformare te stesso attraverso un contatto con la tua realtà più vera sia proprio il silenzio nel senso di far silenzio nel tuo sistema di pensiero, cioè creare il silenzio nella tua mente, perché il silenzio non è altro che annullare l'ultimo baluardo di elaborazione materiale, umana, se per umano lo intendiamo come materiale, per dare possibilità di spazio di espressione a quello che materiale non è vero, quindi al cosiddetto divino. Per fare questo è come un bicchiere, se io svuoto il bicchiere da ciò che contiene il bicchiere può essere un recipiente dove io posso versarci qualcosa di nuovo. Se io svuoto la mia realtà di ciò che è fisico, di ciò che è emotivo, di ciò che è mentale e faccio il silenzio, in quel silenzio c'è l'ipotetico vuoto dove qualcun altro può riversare se stesso e quindi creare una manifestazione di se stesso. E quindi questa divinità non ha altra possibilità di manifestarsi in noi che come energia. Il concetto di energia come potenziale di vita. Quindi quell'energia che in noi si concretizza nelle sette forme di energia fondamentali che arrivano a noi, soprattutto attraverso la tradizione orientale, attraverso i sette punti chakra, perché quando parlo di energia, parlo di campo magnetico, parlo di questa struttura energetica dove il mio corpo è contenuto e si muove, dove tutto il mio sistema si muove, e poi quando a questa energia vogliono dare una precisa collocazione e ristrutturazione, parlano soprattutto di questi sette punti energetici che sono i sette punti chakra. Quindi l'essere umano, quando vuole osservarsi nella sua manifestazione concreta, si ritrova ad essere fatto di sette strutture energetiche dove quindi notiamo il parallelismo che secondo la tradizione biblica, in questo senso, nell'essere umano diventa una struttura settenaria di energie, dove trova la corrispondenza che anche il tempo della vita viene definito attraverso una struttura settenaria che è la struttura della settimana, facendo riferimento alla creazione, secondo la Bibbia, dove la creazione di avviene in sette giorni. Quindi la realtà viene divisa in sette, come computo di tempo e come struttura energetica che permette la mia manifestazione e quindi io mi ritrovo con i sette centri energetici che mi compongono. Da queste sette energie nasce la mia esperienza, in ordine diverso, in forme diverse, ma la mia esperienza di vita da quello che può essere la parte più fisica a quella che può essere
la parte più sottile, tutta la mia esperienza non è altro che la concreta forma di manifestazione, nello spazio tempo, di queste energie che può essere della combinazione di queste energie o dalla combinazione di queste energie con la preponderanza di una di esse, perché giustamente ci saranno elementi della nostra esperienza che uno colloca di più, collegandolo ad un punto chakra, dal punto di vista energetico, invece che un altro. Quindi noi abbiamo qui la nascita dell'esperienza. Ora dalla nascita dell'esperienza che è l'espressione della nostra energia, nasce poi l'osservazione che possiamo fare della nostra esperienza duale, cioè della dualità della nostra realtà. In effetti io faccio esperienza ma la mia esperienza può essere di due tipi: l'esperienza positiva o l'esperienza non positiva, può essere positiva o negativa. Ed ecco allora che noi ci troviamo, nella tradizione, che essendo sette le forme fondamentali dell'energia, la tradizione ci tramanda sette forme fondamentali di esperienza positiva e sette forme fondamentali di esperienza negativa nel concetto di virtù e di vizi; ci ritroviamo che le virtù fondamentali sono sette e i vizi fondamentali sono sette. Sono semplicemente le due facce della realtà, cioè questa energia quando si manifesta può manifestarsi al positivo o al negativo, e noi ci ritroviamo con le sette forme positive e con le sette forme non positive. Siccome io posso manifestarmi in forma positiva e in forma non positiva, siccome io, partendo dal principio che io dovrei far sì che la mia esperienza venga convogliata in modo tale da realizzare un destino spirituale, ecco che la tradizione cristiana, per esempio, in parte per potenziare queste energie nel senso di renderti possibile esprimerle al meglio, in parte per guarire gli eventuali disordini che tu puoi creare, ha creato le sette metodologie di intervento o per sviluppare o per correggere, che sono i sette sacramenti, quindi ha creato sette rituali, quindi i rituali sono sette tecniche, forme di intervento energetico la cui finalità è o sviluppare un potenziale, cioè aprire questo centro in modo che sviluppo un potenziale, oppure, nel caso in cui tu abbia elaborato qualcosa che è andato a costruire il problema, il non equilibrio, a commettere tra virgolette l'errore come dicevamo prima, un sistema di intervento che possa riportare quell'equilibrio. E ci troviamo quindi che anche i sacramenti a livello di intervento sono sette perché vanno a toccare e a corrispondere a queste sette strutture. Questo è quello a cui noi faremo riferimento, marginalmente, nel senso che saranno dei riferimenti che ci aiuteranno, soprattutto nella parte teorica, a capire il senso della nostra struttura. Il centro della nostra esperienza, sarà prendere in considerazione questa struttura energetica considerandola come la struttura energetica dove da 2000 anni, con il Cristo e la tradizione cristiana, attraverso la preghiera del Padre Nostro, ci ha dato la preghiera operativa mediante la quale sintonizzare questi sette livelli di energia per rendere possibile il meglio dell'esperienza umana. Ecco perché possiamo parlare di preghiera operativa. Non preghiera dove io chiedo che qualcun altro faccia al posto mio, ma preghiera mediante la quale io divento capace di mettere in moto nella maniera corretta
la mia energia per far accadere l'esperienza che mi sto proponendo e lì chiaramente collocate benissimo il concetto di responsabilità del primo intervento di intervista del filmato: cioè, noi siamo responsabili. Questo non toglie che esista il cosmo intorno a noi, questo non toglie che possa esistere un Dio cosmico che ci contiene, questo non toglie tutto il discorso a cui uno può far riferimento, ma questo dice una grandissima verità: che qualunque Dio, qualunque cosmo esiste intorno a noi non ha altra possibilità, questa forza cosmica, se si vuol manifestare in me, che passare attraverso questo principio cosmico così come si è concretizzato in me, cioè attraverso qua. [nota: nel pensiero] Cioè se non passa attraverso questo schema energetico qualunque struttura esterna non potrà agire su di me, quindi dovrà trovare i canali sintonizzati, cioè dovrà trovare le energie adeguate. Dal punto di vista psicologico comportamentale, è quello che il Vangelo cita molto di bene quando Gesù di fronte al malato gli fa una domanda di partecipazione di responsabilità personale, lui gli dice semplicemente "ci credi?", cioè "hai fede?" Perché l'atteggiamento di fede è l'atteggiamento che sintonizza l'energia sulla possibilità che possa accadere qualcosa. Questo cosa ci dice? Poi magari lo vedremo cosa vuol dire aver fede! Ma il non credere a qualcosa che possa accadere in noi è la forma con cui noi blocchiamo l'azione dell'energia e quindi impediamo che possa accadere qualcosa. Ma qui non c'è bisogno di andare a scomodare né i Vangeli, né le grandi strutture spirituali per sapere questo, questo ce lo insegna il Metodo Silva, questo ce lo insegnano le metodologie attuali di pensiero positivo, questo ce lo insegna la psicosomatica, questo ce lo insegnano tanti aspetti che noi collochiamo nella nostra esperienza più immediata. ( … ) Do per scontato, credo che tutti quanti siate consapevoli: noi stiamo parlando di una struttura settenaria dell'uomo e quindi del comportamento umano ed il Padre Nostro è costruito su una struttura settenaria . Fate un conteggio rapido delle invocazioni del Padre Nostro: Padre Nostro che sei nei cieli è l'introduzione, è fare il numero di telefono, e collegarsi con… Poi andare giù con le invocazioni e trovate che le invocazioni sono sette perché ogni invocazione va a toccare appunto uno di questi elementi energetici. Sia santificato il tuo nome Vega tuo regno sia fatta la tua volontà Come in cielo così in terra Il pane quotidiano il perdono alla tentazione il male quindi
NOME, REGNO, VOLONTÀ; PANE, PERDONO, TENTAZIONE E MALE. Sono sette. Vedremo come sarà importante che nella collocazione della preghiera, essendo una preghiera operativa, è una preghiera costruita sullo schema dei 10 comandamenti, c'è tutta la tradizione ebraica dentro il messaggio evangelico. Quindi è costruita in maniera operativa e quindi dobbiamo distinguere fra la collocazione degli elementi dal punto di vista dell'importanza e la collocazione degli elementi in rapporto alla fattibilità. Una cosa è ciò che è più importante in una ipotetica gradazione da più importante a meno importante; e una cosa è la fattibilità. L'esempio ce l'avete molto bene nella tradizione dei 10 comandamenti. Nei 10 comandamenti voi avete un elenco di 10 forme comportamentali collocate in ordine di importanza, perché parte dal riconoscimento del divino, dall'osservanza di ciò che dovrebbe fare l'essere umano in rapporto al divino, e scende giù in quello che sono i rapporti umani. Questo è l'elenco di importanza. A livello di fattibilità, però è da tener presente che i 10 comandamenti sono attuabili solamente partendo dal basso, non dall'alto; cioè, tu prima di poter operativamente riconoscere e vivere l'esistenza di un Dio in maniera veramente operativa e di rispettarne tutti i diritti, è importante che impari a non desiderare le cose che non ti appartengono, che è la cosa più semplice; ad essere sincero che è molto più pratico, cioè devi partire dal basso anche se noi spesso pensiamo che possiamo credere in Dio prescindendo dal resto, ma questo ce lo insegna la pratica. Quanta gente dice di credere in Dio, prescindendo dal resto, ma poi i risultati finali quali sono? Sì, teoricamente crede in Dio, ma dice bugie, non rispetta gli altri, non pratica effettivamente quello che dovrebbe praticare e quindi la fede in Dio è inutile in questo caso, è solamente una maschera che ti metti, che ti dà l'illusione di essere a posto, ma non lo sei. Quindi l'operatività parte sempre dal basso. Questo spiegherà perché anche la collocazione delle invocazioni del Padre Nostro vengono collocate in maniera particolare perché il Padre Nostro è già costruito partendo dal basso, perché in effetti il principio più importante della divinità, come nell'essere umano, qual è? Il principio di forza principale, fondamentale dell'essere umano, qual è? A livello operativo. La volontà. Noi stiamo parlando di preghiera, quindi stiamo parlando di una struttura che è una preghiera costruita con una certa modalità e così come è stata costruita, indubbiamente, può essere colta come una preghiera che potrebbe essere interpretata come di domanda, perché in effetti la costruzione della preghiera è come se fosse una domanda, come se tu parlassi a qualcuno che è questo padre a cui chiedi qualcosa. Poi uno se si sofferma a riflettere come sta formulando la preghiera, trova abbastanza evidente una certa illogicità, soprattutto in certe affermazioni. Però così è come per anni è stata formulata la preghiera ed allora l'esperienza che noi facciamo questa sera vuol essere l'esperienza
di questa struttura-preghiera che ci possa servire per riprendere a livello interiore un po' tutte le esperienze vissute finora attraverso esperienze religiose personali, e poi vedere la stessa preghiera vissuta formulandola in un'altra maniera, dove allora nella formulazione appare più evidente il concetto di responsabilità personale e quindi vedere cosa può accadere dentro di noi se noi semplicemente cambiamo la formulazione. Intanto vorrei ricordarvi a livello informativo, ma questo ci serve per sintonizzarci e per creare lo spazio di miglior sintonia interiore e anche di gruppo, che la tradizione cristiana che ci trasmette una preghiera come il Padre Nostro in realtà ha trasmesso e trasmette anche una particolare preghiera che è fra le preghiere più usate che è una tipica preghiera di domanda che è la preghiera dell'Ave Maria, è il cosiddetto rosario che ha un suo corrispettivo con i rosari della tradizione induista, buddista, sono in giro anche oro con i loro rosari. È il rosario cristiano e uno potrebbe dire stranamente, ma non è stranamente, io penso che giustamente fino ad ora è sempre stato un rosario costruito sull'Ave Maria dove il Padre Nostro veniva inserito, se veniva inserito, ogni tanto, ogni 10, qualche volta oppure alla fine. Una delle caratteristiche interessanti - ed io mi mangio le unghie, da questo punto di vista, perché quel testo non lo trovo più - quando c'erano in auge le apparizioni della Madonna a Medjugorje (megiugori) abbiamo organizzato un viaggio a Medjugorje, quando non c'erano bancarelle, non c'era proprio niente e Medjugorje era ancora allo stato originale e quindi c'era la chiesa, c'erano le apparizioni, questa messa che durava due o tre ore il pomeriggio dalle cinque alle otto circa nell'arco della quale avveniva poi l'apparizione e siamo andati in macchina a vedere, ci siamo fermati 2 o 3 giorni ed in macchina avevamo un fascicoletto di messaggi della Madonna, delle apparizioni di Medjugorje che me lo aveva dato colui che mi aveva parlato di queste apparizioni in quel periodo e ce li leggevamo andando in macchina per intrattenerci, tanto per sapere dove andavamo, perché andavamo ma in realtà non sapevamo nulla. E è curioso che in quel testo, e ripeto, mi dispiace che sia andato perso, si parla della Madonna, di Maria di Medjugorje che consiglia un rosario costruito sul Padre Nostro ed era una cosa che ci aveva preso molto stranamente. Quindi era un rosario costruito sul Padre Nostro, non più sulle 10 + 10 ma credo di ricordare su 7 × 7 = 49. E ricordate il i sette che si ripete. Mi rendo conto che ci aveva colpito la cosa, ma quello che mi ha colpito ancora di più, perché poi 2 o 3 anni dopo ci sono tornato un'altra volta, stavo un po' all'ascolto della cosa così come avveniva e ricordo che fu un messaggio assolutamente non ricordato. Cioè non ho mai trovato nessuno che facesse riferimento a questo e che dicesse anche lì nella Chiesa "ragazzi, visto che lo dice la Madonna, perché non diciamo un rosario col Padre Nostro invece che con le Ave Maria?". E, almeno per quello che io sappia, non è mai accaduto. E secondo me è un elemento molto interessato perché secondo me stiamo entrando nella fase, diciamo religiosa, planetaria, che è chiamata a funzionare sul Padre Nostro e non più sull'Ave Maria, cioè non più sul farmi proteggere da qualcuno, ma sul fatto di darmi una mossa e di incominciare ad attuare, che è quello che specificatamente è sottolineato dalla preghiera del Padre Nostro.
Ecco volevo ricordarvi appunto che la tradizione comunque ci ha tramandato questo. E questo sembra sottolineare che stiamo effettivamente passando da uno stato sociale di infanzia, dove durante l'infanzia è logico proteggersi nelle braccia della madre, ecco l'Ave Maria, passiamo ad una fase adolescenziale di gioventù, nella maturità evolutiva spirituale, dove l'individuo è chiamato a far da solo, ad essere autonomo, quindi potrebbe essere proprio il periodo in cui anche la preghiera, da questo punto di vista, dovrebbe cambiare. Precisato questo, vi chiedo solamente… chiudete gli occhi e viviamo l'esperienza. In questo caso voi ascoltate semplicemente, io vi faccio prestito della mia voce per formulare la preghiera, voi ascoltandola lasciate che la mia voce diventi la vostra voce interiore e sentitevi come se foste voi a formularla, e come se foste voi che state effettivamente vivendo la preghiera … … …
ESERCIZIO D'APERTURA Prenditi un momento per qualche respiro profondo, per rilassare bene il tuo corpo, rilassare bene la tua mente, essere libero dalle tensioni (18 eliminare le tensioni significa togliere dei filtri, che in genere non ci permettono un buon rapporto ed un buon contatto con la nostra realtà più profonda (14 e mentre rilassi il tuo corpo, la tua mente, ricorda, fai un piccolo viaggio nella tua memoria, ricordandoti ..di come tu puoi aver utilizzato ... la preghiera del Padre Nostro nella tua vita ... da come la stai utilizzando nell'attualità, questo viaggio ... lo puoi fare molto meglio se lo fai a ritroso, partendo dall'attualità è ed andando lentamente indietro, quindi ricorda prima di tutto se la stai usando questa preghiera in questo periodo, e come la stai usando, e come te la vivi (5 e scopri l'eventuale presenza di esperienza che tu puoi aver già collegato alla preghiera, collegata al Padre Nostro ... e quindi lentamente andando indietro renderti conto di come puoi essere cambiato tu in rapporto alla preghiera del Padre Nostro col passare del tempo ... può darsi che come la sta vivendo in questo periodo ... non fosse la stessa maniera con cui la vivevi due anni fa, cinque anni fa, 10 anni fa (3 e quindi osservati nell'evoluzione della tua comprensione, della tua esperienza (10 e se ti fosse possibile, ricorda come ti è stato insegnato (3 cioè come è stato il tuo apprendimento iniziale, probabilmente quando eri bambino, attraverso i genitori, attraverso la scuola, attraverso la Chies (14 e quindi poter essere consapevole in questo momento ... di quale è la tua storia vissuta in rapporto a questa preghiera, può anche essere semplicemente una storia vissuta in una maniera molto inconsapevole e quindi l'hai pregata, era lì, non ti sei mai fatto domande su questo, e quindi potresti essere questa sera colui che per la prima volta si trova ... a collocarsi di fronte a questa preghiera in maniera nuova, sii semplicemente consapevole (12 ma sii anche consapevole che ... qualunque sia il modo con cui ti è stata trasmessa questa preghiera e tu possa averla utilizzata, sicuramente l'hai sempre utilizzata facendo riferimento a un qualcuno o qualcosa di più grande (4 un Dio, una divinità, un padre, un creatore, comunque hai sempre pensato a far riferimento a qualcosa di più grande (8 a una realtà che non è mai stata pensata come prettamente materiale, umana (5 e quindi cosa sei abituato a fare attraverso l'energia, sentiti ... sentiti come colui che si apre in questo momento ... a una possibile, effettiva comunicazione con un qualcosa di grande, ... che mentre mentalmente lo puoi collocare all'esterno, ma puoi sentirlo soprattutto come qualcosa che si sviluppa e si muove all'interno (3
in questo caso, ... interno ed esterno possono coincidere (5 e lascia che avvenga dentro di te (3 la preghiera che io andrò recitando ... lasciala vibrare dentro di te attraverso una tua voce interiore (4 tu sii semplicemente aperto e consapevole (10 lascia che accadano sensazioni, ... emozioni, ... vibrazioni, ... pensieri (4 tu sì semplicemente consapevole (12 Padre Nostro ... che sei nei cieli (4 sia santificato il tuo nome (4 venga il tuo regno (4 sia fatta la tua volontà (4 come in cielo ...così in terra (4 dacci oggi il nostro pane quotidiano (14 rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori aiutaci (non ci indurre) nella tentazione (8 liberaci dal male (7 amen (15
(8
Ed ora lasciati vivere nell'onda della tua preghiera (1' 14" ora lentamente fai una bella respirazione profonda (4 e sentiti entrare in un livello molto più profondo (15 ed ora lascia che si formuli dentro di te ... la preghiera così come l'ascolterai dalla mia voce ... lasciala vibrare dentro di te ... attraverso la tua voce interiore ... ascolta sensazioni, emozioni, vibrazioni, pensieri (12 Padre Nostro che sei nei cieli (4 io santifico il tuo nome (4 io sono il tuo regno (4 io faccio la tua volontà (4 come in cielo così in terra (12 io sono il pane quotidiano (4 io perdono i miei debitori (4 io sono consapevole della mia tentazione io sono libero dal male (4 amen (12
(4
Ed ora lasciati fluire liberamente nell'onda della tua preghiera (45 fai una bella respirazione profonda (3
ed entra in un ... .. livello mentale più profondo (5 ora pensa a tutte le persone che ti sono care, le persone che fanno parte della tua vita, ... che sono il tuo piccolo mondo (8 e lascia che si formuli ... entro di te per la terza volta, . per una volta ancora, la preghiera (5 Padre nostro che sei nei cieli (4 noi santifichiamo il tuo nome (4 noi siamo il tuo regno (4 noi facciamo la tua volontà (4 come in cielo così in terra (8 noi siamo il pane quotidiano (4 noi perdoniamo i nostri debitori ( 4 noi siamo consapevoli della nostra tentazione noi siamo liberi dal male (4
(4
Ed ora lentamente rivolgi le tue mani verso l'alto, il palmo delle mani verso l'alto (4 e lascia ripetersi dentro di te più volte ... AMEN (4 e lasciati fluire nella tua preghiera (32 ed ora porta lentamente la tua mano sinistra d'appoggiarsi sul cuore ... e la tua mano destra d'appoggiarsi sulla tua mano sinistra ... e rimani così per qualche istante (22 quando vuoi, per conto tuo, ... ti prepari a concludere questa breve esperienza preparandoti a riaprire gli occhi. Fine esercizio
Mano a mano che aprite gli occhi cercate di stimolarvi un po' in modo da uscire bene, definitivamente dall'esperienza.
Ecco, prima di aggiungere altro, direi che potrebbe essere interessante sentire qualche comunicazione da parte vostra, partendo da quello che potrebbe essere stata l'esperienza che voi avete fatto finora, collegata ad una preghiera, perché il Padre Nostro è una preghiera, qualcuno di voi potrebbe essersi trovato a pregarla tante volte, quando vai a messa, chi va a messa, oppure per conto tuo in tantissime occasioni magari, e sapere, come tua storia, cosa ti ha dato, cosa hai sperimentato, cosa hai sentito, tanto o poco o niente, qualunque cosa può essere, e mettere a fuoco bene - ecco quello che io vi inviterei, lo scopo che poteva essere, l'obiettivo meglio, della piccola esperienza che vi è stata suggerita che tipo differenza potete aver percepito nella formulazione tradizionale, nella formulazione dell'IO e nella formulazione del NOI, perché lì avete i tre livelli della preghiera, la preghiera che potrebbe essere di richiesta ... sia santificato il tuo nome oppure dacci oggi il nostro pane, è un'apertura dove chiediamo quasi a qualcuno che faccia qualcosa per far accadere quello che noi chiediamo che accada, come dire "sia santificato il tuo nome", come dire dacci un calcio nel sedere se non riusciamo a fare le cose giuste, perché in fondo, se non lo facciamo noi di santificare il nome di Dio, chi è che volete che lo faccia, Lui per conto suo lo farà già. Quindi, la formulazione è del bambino che chiede a suo padre o a sua madre "senti, fa in modo che le cose accadano, io non ce la faccio, fallo tu". Diverso quando quello che può vibrare dentro di te, se tu comincia dire «IO», senza aver paura dicendo IO, che ti senta troppo grande, no, sei responsabile! Ancora diverso potrebbe essere NOI, perché è una sfumatura notevolmente diversa. Prova ad immaginare che noi: io, mio figlio, l'altro mio figlio, mio marito, mio padre, mia madre, NOI santificato, NOI siamo, NOI facciamo. Il che significa che non basta che lo faccia tu da solo, ma devi far qualcosa per cercare che anche gli altri lo facciano con te. E la cosa diventa ancora più impegnativa, da questo punto di vista perché ci responsabilizza non solo di fronte a noi ma anche di fronte a quelli che abbiamo intorno, al mondo che in qualche modo abbiamo attratto vicino a noi. Quindi sono le tre formulazioni. Era solo uno spunto per vedere cosa voi potete sentire in questo senso. (…)