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COLOGNE (BS), 17.12.1997
Conferenza di
Giambattista Pagani
Pratica ed Esperienza di guarigione: i
POLMONI
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NOTA PER IL LETTORE: questa conferenza può essere ASCOLTATA sul sito:
www.giambattistapagani.com
CONFERENZE
1997
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Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato in questo volume se vorrà considerare che si tratta di insegnamento esclusivamente orale.
Testo, NON rivisto e NON coretto dall'autore, trascritto a due mani da «Mendoza & Stefano»
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I MENSILI TEORIA E PRATICA DI GUARIGIONE
TEMI COLOGNE (BS) Hotel Alcazar 24/09 “IL CUORE” 1° 29/10 “IL CUORE” 2° 26/11 “I RENI” 17/12 “POLMONI” 28/01 25/02 25/03
22/04 27/05
17/06
MILANO CMS 25/09 30/10 27/11 18/12
“IL SIST.DIGESTIVO” “IL CERVELLO” “LA PELLE” “GLI ORGANI SESS.” “IL TUMORE” “AIDS”
29/01 26/02 26/03 23/04 28/05 18/06
Da oltre 30 anni la metodologia “SILVA” ha dimostrato di essere uno strumento efficace per ampliare la capacità di percezione e comprensione e sviluppare le possibilità di autoguarigione e di guarigione. Attraverso la comprensione del significato psicologico-spirituale degli organi del corpo e delle rispettive malattie possiamo imparare ad usare meglio le nostre potenzialità per il nostro benessere e per aiutare gli altri. Impariamo a capire per imparare a guarire. La vera guarigione è una trasformazione che non riguarda solo il corpo, ma soprattutto l’anima: cambiando atteggiamento e comportamenti rafforziamo il nostro benessere e ci difendiamo dalle malattie. Ogni serata prevede l’uso del Laboratorio per la comprensione e per la guarigione in relazione al tema previsto.
AVVERTENZE 1. Gli incontri sono riservati ai Diplomati “Metodo Si/va Coloro che non hanno frequentato il Metodo Si/va possono partecipare solamente se presentati ed accompagnati da un Diplomato. 2. La partecipazione a queste serate prevede il possesso della “Tessera CMS” di abbonamento annuale (L. 192.000 iva inclusa) oppure un contributo per ogni serata (L. 25.000). “.
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Incominciamo la nostra serata. Il tema della serata lo conosciamo. È il tema che continua questa nostra serie di brevi riflessione anche se questa serata avrà un tocco particolare perché è la sera che precede il Natale, il Capodanno, questo appuntamento annuale molto importante, molto vissuto se non altro, intensamente vissuto.
Per i lavori futuri, posso darvi conferma che come inizio di anno avremo la giornata dell'undici gennaio in cui ci vedremo la cassetta de «Il gobbo di Notre Dame» e vivremo la giornata di riflessione intorno alla tematica proposta dal film. È il tema del nemico, dell'ombra, dell'amore-odio collegato con la morte, il tema di Dio come potere e come spazio di sicurezza. In realtà il titolo è «IL DIRITTO DI ASILO», e questo è il tema che uno forse meno si aspetta. Nel gobbo di Notre Dame, come film, c'è questo rifugiarsi nella Chiesa in quanto la Chiesa è uno spazio dove il potere umano non ha possibilità di intervenire. È il cosiddetto diritto di asilo sempre esistito nella tradizione occidentale. Facevi il delinquente, ammazzavi qualcuno? Se riuscivi a rifugiarti nella Chiesa non ti potevano prendere; bastava che non uscissi da lì. Ti aspettavano fuori, sui gradini. C'è uno spazio nella vita dove il potere umano non entra, non può entrare. Questo in qualche maniera le tradizioni hanno da sempre dovuto ammetterlo. Ti aspettano fuori perché se esci da quello spazio ti prendono subito, ma se tu sei in quello spazio, lì c'è tutto un elemento interessante della vita umana, quell'aspetto psicologico ha questo di interessante. Il diritto di asilo che cos'è? Come potremo usarlo per un rifugio nostro, per una sicurezza nostra, per un cambiamento nostro, per un riferimento di ristrutturazione psicologica nostra. Intorno al film che noi vedremo durante l'arco della giornata ci sarà una preparazione, il tema, la visione del film, il commento, le varie applicazioni ... quindi girerà intorno a questo tema collegato quindi alla visione del film che se volete potete incominciare a vedervelo così vi fate un po' l'idea del film. Ci sarà alla fine della giornata il messaggio augurale del '98, ci sarà quindi un’esperienza particolare legata all'acqua e al fuoco, un qualcosa che si può fare a livello di gestualità usando l'acqua ed usando il fuoco come buon augurio dell'anno, come preparazione augurale positiva dell'anno, come gestualità legata al nuovo anno, poi ci sarà l'esercizio con il rinfresco. Rispondo a qualche domanda, a qualche precisazione, poi entriamo in quello che può essere il tema di questa sera.
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DOMANDA: una domanda sulla pressione. Tu hai detto: pressione bassa poca energia, pressione alta una forte energia che però è compressa da fattori esterni che comprimono questa energia. Come comportarsi, cosa utilizzare, come fare per alleviare questa pressione esterna? GiBi: parli quindi dell'impatto tra il fluire del sangue e la resistenza delle pareti, che è la nostra vita che fluisce con la resistenza che l'ambiente o l'esterno può fare al nostro fluire, quindi da questo impatto si crea la bassa o l'alta pressione. Allora tu parli del secondo caso. Il secondo caso potrebbe essere, la forma migliore dal punto di vista personale, potrebbe essere rendere più leggera la spinta perché è il fluire del sangue che ti riguarda a livello personale in maniera diretta, perché la resistenza dell'ambiente è un elemento su cui non sempre è facile agire per elasticizzare o per ammorbidire, è più facile agire su quello che riguarda direttamente la nostra esperienza personale che è rappresentata dal fluire del sangue e quindi dalla pressione, dalla forza con cui tu fluisci, dalla forza con cui tu ti imponi, dalla forza con cui tu ti presenti, dalla forza con cui tu ti collochi a contatto con la realtà, creando il tuo shepazio di esperienza: è lì che dovrebbe essere ammorbidita la situazione. Quindi nel senso della forza con cui cerchi di importi, della forza con cui cerchi di far sì che le cose vadano secondo i tuoi criteri, dalla forza con cui cerchi di far sì che tutta la realtà si pieghi alle tue esigenze. Questo, quando diventa forza, diventa elemento che tende ad imporsi, quindi a creare lo spazio superando difficoltà, in questo senso a volte esprimiamo una forza eccessiva che prende poco in considerazione i dati di fatto e quindi i dati di fatto possono anche essere semplicemente che hai di fronte persone che possono non essere in grado di capire la tua scelta e quindi per natura fanno opposizione e a cui non può richiedere, per natura, che cerchino loro di capire le tue posizioni, sei tu che devi adattarti alle loro, perché non c'è la possibilità di chiedere qualcosa di diverso a chi ti sta di fronte. Quindi in quel caso, se la risultante finale crea questa somatizzazione, quindi presuppone questi elementi che nell'incontro non creano una sintonia ma creano lo scontro e quindi creano l'eccessiva pressione, nella situazione, anche quella può diventare dannosa per la persona ma anche per te, in questo caso l'ideale sarebbe che tu ammorbidissi la situazione. SEGUE: sì, ma frena oggi, frena domani ... ti stufi un po' a frenare! GiBi: la necessità di mantenere l'equilibrio di queste forze è un qualcosa che ci accompagna per tutta la vita. Poi, l'elemento interessante potrebbe essere ... tutte le nostre riflessione, a parte l'insufficienza delle riflessioni che noi facciamo le sere, quando ci troviamo, che sono spunti, sono spunti di ricerca, quindi non esauriamo assolutamente il tema e lasciamo scoperti parecchi aspetti. Bisognerebbe essere qui in 4-5 specialisti di vari aspetti che ci dessero tutte le informazioni e i particolari degli elementi in gioco. Comunque importante può essere la visione ampia della situazione in cui è chiaro che il funzionamento del cuore, come il funzionamento del sistema
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circolatorio, non prescindere dal funzionamento dei reni, dal funzionamento dei polmoni, dal funzionamento di tutto il resto. Quindi giustamente tu dici «cedi oggi, cedi domani, cedi dopo domani ... si crea la situazione di non viversi più la vita come uno vorrebbe, o non trovare più gli spazi che uno vorrebbe». Ma è chiaro che lì entra il discorso, per esempio, dell'altra volta, del mese scorso, ed entra il discorso di questa sera che è un discorso che amplia portando su altri livelli un po' il discorso dell'altra volta, cambiando gli elementi, perché noteremo che ci saranno dei denominatori comuni perché sia i due reni, sia i due polmoni, sono comunque collegati col sangue. I reni lo purificano e nei polmoni il sangue prendere ossigeno, quindi c'è un passaggio di questo sangue in questi due elementi e sia i reni, sia i polmoni, essendo gli organi doppi, come dicevamo la prima volta, ci riportano al rapporto con l'altro, cambia la situazione come vedremo stasera, ma è sempre un rapporto di comunicazione con l'altro. Ma allora giustamente uno dice: «io sono di fronte a qualcuno che mi fa opposizione, io sono chiamato a frenare, io sono chiamato ad ammorbidire la mia posizione e quindi il modo con cui mi pongo.» È importante trovare un equilibrio in questo. Giustamente dice «se io esagero in questo rischio di cadere nella sensazione di non vivere più la mia vita» ... ... interpreto bene quello che può essere una tua domanda? SEGUE: sì, oppure di viverla parzialmente GiBi: sì, certo. Lì, entra una delle domande che ci si poneva già il mese scorso «ci sarà pure una ragione, forse, che nella tua vita ti trovi con persone che ti fanno opposizione di quel tipo», e quindi è nella comprensione dei fatti, di avere di fronte persone che mi fanno una certa opposizione che mi permette di dare un senso esistenziale al cedere da parte mia, perché è qui la chiave. Potremmo fare una riflessione molto interessante a livello finale, dove tu riunisci tutti gli aspetti della vita. In fondo, se noi identifichiamo, tra virgolette, «il successo della vita» l'avere una vita attraverso la quale tu manifesti quello che tu sei chiamato a fare, se noi identificassimo l'avere successo nella nostra vita, a livello di progetto esistenziale, con delle cose particolari che noi riuscissimo a fare, a realizzare nella vita, cioè un fare concreto, ci troveremmo in una grossa difficoltà di spiegazione, di comprensione, perché indubbiamente chi riesce a fare nella vita certe cose direbbe «ho raggiunto l'obiettivo», chi non riuscisse a realizzare quei fatti, direbbe «ho fallito l'obiettivo». Ecco, tener presente che lo scopo della vita non sono i fatti, lo scopo della vita sono attuazione di valori, cioè di valori, non di fatti. Volete un esempio qualsiasi? Se lo scopo della mia vita è l'apprendimento della pazienza ... la pazienza la posso apprendere con una moglie che mi rompere scatole dalla mattina alla sera; la pazienza la possa apprendere con un paio di figli che mi creano un sacco di problemi; la pazienza la posso attuare a livello di lavoro dove mi trovo collocato, senza poter cambiare lavoro, con un sistema fatto di collegi che mi creano costantemente
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difficoltà. La pazienza la posso applicare, attuare nella vita, con tutta una serie di contrattempi apparentemente casuali che mi vengono a toccare il quotidiano che non ti riguardano specificamente né la moglie, né i figli, né il lavoro, ma riguardano situazioni che accadono costantemente e a cui io mi devo costantemente adattare: dal ladro che mi mentre in casa alla macchina che mi si rompe, all'economia che non gira bene o infinite sfumature apparentemente slegate che ... costantemente però cosa fai? Ti crea la situazione e tu costantemente sei chiamato a reagire avendo pazienza. Quindi io il valore pazienza lo posso realizzare in tantissimi modi diversi in quanto a fatti. Alla fine della vita, se potessi ipotizzare, quand'è che potrò dire «ho realizzato il progetto?» Se avrò imparato ad avere pazienza. L'ho imparato con uno una moglie, con dei figli, con il lavoro, ecc., non ha importanza: la vita mi andrà creando le situazioni perché io possa apprendere il valore. Potremmo ipotizzare una cosa: nel momento in cui nel mio sistema esistenziale progetto, energia, predisposizioni - fosse previsto nella mia vita una certa situazione per sperimentare quel valore ed io per una mia creatività, per un mio intervento creativo, mi precludessi quella situazione, perché ne scelgo un'altra, perché la modifico, perché la scarto, perché la supero, perché la elimino dalla mia esistenza, la vita si incaricherà di crearmi un'alternativa .... Vuoi attuare la pazienza? Hai eliminato lo spazio?, se ne creerà un altro, dove le cose non andranno come tu vorrai e dovrai applicarti ad avere pazienza. Samarcanda la conoscete?, è una bellissima canzone, ascoltatela bene, è bellissima quella canzone: ti guarda male la signora, ti sembra che ti guardi male, prendi il cavallo più veloce, il re te lo dà per fuggire e fuggi velocissimo, alla fine ti ritrovi, dopo essere fuggito, te la ritrovi di fronte e ti dice «ma come, ti trovo qua. Io ero meravigliata, peché eri così lontano ... mentre era qua che io ti aspettavo.» Noi nella vita quando corriamo per cambiare le cose, non ci accorgiamo che in realtà corriamo per arrivare puntuali all'appuntamento. Quindi ecco l'elemento importante: cedo, cedo, cedo cedo ... e se fosse proprio nel cedere l'apprendimento essenziale della vita? Chi ha detto che nella vita ci si afferma perché ci si impone? Chi ha detto che nella vita si realizza il progetto perché si è capaci di imporsi? Può darsi che la vita ti stia chiedendo proprio di imparare a cedere. Allora, importante, una piccola forma di termometro che potrebbe darci l'elemento di realizzazione nella nostra vita, sapete qual è? Vedere se attraverso ciò che faccio che sia l'impormi o che sia il cedere, se la risultante finale è quello stato che possa far dire a me e a chi mi sta di fronte «stiamo abbastanza bene», meglio ancora se possiamo dire che stiamo benissimo. Ma se con la mia situazione creo situazioni in cui poi non stiamo bene nessuno, quella è una delle situazioni in cui uno dovrebbe porsi la domanda: «forse qualcosa sta accadendo e non è sintonizzato con quello che dovrebbe essere». Perché uno degli elementi, e
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questo ci spiega tanto della vita, uno degli elementi che ci confermano che ciò che stiamo vivendo nella vita è effettivamente qualcosa che ci corrisponde, è che, in fondo in fondo, uno sta bene. L'interessante nella vita di molti individui è che tu li guardi dall'esterno ... hanno un sacco di problemi, ma tu vedi l'individuo che in fondo sta bene. E tu vedi persone che li guardi e non hanno problemi, perché non li hanno, e in fondo non stanno bene. Quindi non è che l'aver problemi o non l'aver problemi ti dice se le cose vanno bene, no, è che uno si sente tranquillo. Perché se uno sta bene ... allora tu trovi il malato che sta bene, perché è malato ma non sta lottando con la sua malattia, la sta accettando, la sta vivendo ed è sereno. E se noi ipotizzassimo qualche volta di essere nelle condizioni di chi è malato, ci si accappona la pelle, fossimo noi quelli inchiodati su di un letto, fossimo noi quelli inchiodati su di una carrozzina ... poi tu vedi quello che è lì ed è sereno. La serenità dove nasce? Da un punto di incontro che diventa armonia fra ciò che deve essere, come progetto, e ciò che è, che sta accadendo. Se ciò che è progetto accade, come risultante finale avviene che l'individuo sta bene, trova il modo di star bene, ci riesce. Se non riesce ad esserci questa conferma, se non altro è molto onesto un punto di domanda: «che cosa sta accadendo che potrebbe non essere in corrispondenza?» Attenzione che può essere interessante, e finiamo, ciò che può non essere giusto nella situazione, sapete cos'è? Il progetto c'è, ciò che sta accadendo corrisponde al progetto... quindi gli elementi essenziali ci sono ... cos'è che manca? Che tu non sei d'accordo! Basta per rovinare il sistema. Nella tua vita sta accadendo quello che dovrebbe essere, ma tu non stai capendo; è un elemento che manca ... ed è un elemento importante. OK? Non so se con la risposta ho semplificatolo la tua domanda o meno. C'è qualche altra domanda? Le domande servono per chiarire, servono per precisare, anche se qualche volta ...
Tema di questa sera, dicevamo, sono i POLMONI, quindi i polmoni collegati a tutto quello che posso essere tutti gli elementi, l'esperienza dei polmoni, il discorso di stasera si sintetizzerà come problematica fondamentalmente su quella che diventa la crisi d'asma, i problemi dell'asma, i problemi del respiro. Poi faremo un piccolo riferimento a una delle problematiche molto frequenti in questo periodo che sono il raffreddore, la tosse, che sono legati alla respirazione, che sono legati al naso, bronchi, alla struttura legata al respiro. L'importante di questa sera sarà proprio puntualizzare il senso del respiro, in quanto, già con l'acqua, già con il fuoco, vedevamo che gli elementi erano elementi che ci
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riportavano aspetti molto importanti della vita, così importanti da essere gli aspetti sacri della vita. L'acqua e il fuoco sono 2 elementi utilizzati nelle cerimonie, nei riti, nelle religioni, nelle tradizioni, e troveremo che anche col respiro avremo questo collegamento, questo aspetto che porta in profondità il discorso per chi vuole poi continuare ed un riferimento potrebbe essere che nella creazione dell'uomo, raccontata dalla tradizione biblica, l'uomo formato da terra, dal fango, ecc., viene reso vivo trasmettendo in questa struttura di terra il soffio dello SPIRITO che fa riferimento al respiro, al pneuma, e in questo troviamo, per esempio, che il respiro sarà uno degli elementi fondamentali dell'esperienza meditativa. Quindi le grandi tradizioni elaborano come metodologie di contatto con il divino metodologie che cavalcano il respiro, fondamentalmente. Quindi il respiro diventa un elemento estremamente interessante da questo punto di vista. Basterebbe già vedere come si collega con quello che va a interrompere l'equilibrio del respiro, quando uno si trova a non respirare bene, e questo è il tema che brevemente puntualizzeremo questa sera. Facciamo subito l'esercizio e poi entreremo direttamente nel tema.
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ESERCIZIO Come sempre il primo esercizio è soprattutto di rilassamento, di riequilibrio energetico, impariamo ad andare bene a livello, dedicarci a quel momento di esperienza che ci collega con il tema della serata
Occhi chiusi respira profondamente ... e mentre espiri ripete mentalmente e visualizza il numero 3 per 3 volte (7 e rilassa completamente il tuo corpo (10 rilassa bene la tua fronte ... le tue palpebre (7 la piacevole sensazione della fronte rilassata lasciala fluire lungo tutto il tuo corpo ... fino alle dita dei piedi (10 rilassa bene il tuo collo ... le tue spalle (12 rilassa bene la tua schiena (3 percorri lentamente la tua colonna vertebrale dall'alto verso il basso ... lentamente ... sentila … e rilassala bene (22 rilassa bene le tue braccia e le tue mani (8 senti le vene delle tue mani (4 colloca le tue mani in posizione comoda … rivolte verso l'alto (9 e senti le tue mani come quella parte di te che possa rappresentare il tutto te stesso in questo momento, aperto ad accogliere pienamente ... l'energia della tua vita (4 e senti le mani ... collocate così ... la tua grande apertura ... verso la vita sentita come ... la grande forza che riempie lo spazio in cui stai, lo spazio planetario, lo spazio cosmico (7 rilassa bene il tuo petto (6 rilassa bene l'addome (10 senti la pelle ... e le vibrazioni della pelle che ricoprono il petto e l'addome (5 senti il contatto fra tua pelle e i tuoi vestiti (10 rilassa bene queste parti del tuo corpo (8 e quindi con la tua consapevolezza, entra dentro il tuo corpo ... a percepire i vari organi del tuo corpo (8 rilassa bene in profondità tutto il tuo corpo (9 rilassa bene tutti gli organi ... tutte le ghiandole, tutti i tessuti ed ogni singola cellula (5 e fa sì che tutti e tutto funzioni perfettamente (20 rilassa bene le tue cosce ... le tue ginocchia ... i tuoi polpacci (6
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rilassa bene le tue caviglie ed i tuoi piedi (15 ed ora ascolta bene tutto il tuo corpo ... dalla testa fino ai piedi (4 e sentine il rilassamento ... senti il senso di benessere crescere dentro di t (13 e senti di entrare in un livello mentale più profondo e salutare (10 ora fai di nuovo una bella respirazione profonda, molto lentamente ... e ripeti mentalmente e visualizza il numero 2 per 3 volte (9 e rilassa bene la tua mente (12 per aiutarti a rilassare sempre di più e sempre meglio la tua mente ... ricorda momenti di esperienza avuti prima ... momenti in cui tu hai sperimentato concretamente ... la serenità (12 la pace ... il senso di leggerezza (4 momenti in cui ti sei sentito pienamente a tuo agio (14 ricordando questi momenti ... ti ritrovi dentro le stesse sensazioni ... le stesse emozioni (38 ed ora molto lentamente fai di nuovo una bella respirazione profonda ... e ripeti mentalmente e visualizza il numero 1 per 3 volte (4 e sei a livello di piano base ... il livello che tu puoi usare e che tu sai usare per qualsiasi beneficio tu desideri (3 per aiutarti ad entrare in un livello mentale più profondo e salutare conterò da 10 a 1 ... ad ogni numero discendente ti sentirai entrare ed entrerai in un livello mentale più profondo e salutare 10 9 entra in un livello mentale più profondo 8 7 6 più profondo, più profondo 5 4 3 più e più profondo 2 1 ora sei in un livello mentale più profondo e salutare, più profondo di prima (3 è una sensazione magnifica essere profondamente rilassato, è un modo di essere molto salutare (5 ora ripeti insieme a me se vuoi ... ogni giorno che passa io sto meglio, sempre meglio... in ogni modo ed in tutti i sensi... con una salute perfetta (4 manterrò sempre il mio sistema immunitario sano e perfettamente funzionante (7 manterrò sempre il mio corpo e la mia mente .. in perfetto stato di salute (6 né pensieri negativi, né suggerimenti negativi hanno alcuna influenza su di me ... a qualsiasi livello della mia consapevolezza (12 ora concentrati e porta tutta la tua attenzione nel tuo respiro (9 ascolta tuo corpo che respira (11 senti l'aria che entra e l'aria che esce dal tuo corpo (3 attraverso l'inspirazione e l'espirazione (10
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e senti il contatto fra te e la realtà che ti circonda (3 attraverso questo costante prendere e questo costante restituire ... attraverso il tuo respiro (12 qualora ci fossero stati e tu li volessi ricordare ... ricorda momenti in cui hai sperimentato ... il respirare aria molto pura, molto fresca ... l'aria cosiddetta buona (9 e qualora ti fosse successo, ricorda momenti in cui hai sentito ... cosa significa respirare l'aria non pura, non buona (25 e quindi ascolta il respiro del tuo corpo ... con la consapevolezza che ... nel respiro del tuo corpo c'è la vita; ... con il primo respiro... da un certo punto di vista si dice che inizi la vita; ... e con l'ultimo respiro ... si dirà che cesserai di vivere (6 e nel respiro (3 si esprime tutta la vita (5 ed allora senti il respiro com'è... questo ritmo che coinvolge tutto il tuo corpo (7 ma senti questo espandersi ... questo contrarsi (3 come un movimento che coinvolge tutto il tuo corpo, dalla testa fino ai piedi (4 che coinvolge lo spazio intorno a te (11 ed intanto lascia che il respiro diventi sempre più calmo ... sempre più lento ... sempre più profondo (14 tutto il tuo corpo è come se fosse tutto un polmone ... si espande e si contrae ... e lo spazio intorno a te, l'aria intorno a te ... si espande e si contrae (8 nella profondità del tuo respiro (7 e senti la presenza, nello spazio del tuo respiro ... delle persone che ti sono sedute accanto (7 presenti nel tuo respiro (3 coinvolte nel tuo respiro (11 e puoi essere consapevole delle sensazioni che questo crea ... per te ... le sensazioni che la loro presenza ... produce ... in te (11 mentre lentamente, molto lentamente, senti il tuo respiro espandersi (5 e diventare il respiro che occupa questa stanza (5 come se attraverso il tuo respiro, attraverso questo espandersi e contrarsi tu potessi sentire la pressione e il tocco sulle pareti della stanza (14 e sentire dentro di te nel tuo respiro la presenza di tutti noi (15 ed ascolta le sensazioni, le emozioni che questa nostra presenza crea in te (18 e quindi lascia che attraverso la tua consapevolezza ... il respiro ... diventi più ampio (5 lentamente ... lasciati immergere nel respiro della Terra (3 e senti cosa vuol dire respirare nella Terra (5 nel pianeta Terra (12 come se tu diventasse il centro della Terra (8
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e lo spazio del tuo respiro fosse ... la Terra (22 e nella tua consapevolezza ti senti di contenere la Terra ... la vita della Terra (8 la storia della Terra (30 e senti le emozioni, le sensazioni ... esprimersi in te (5 per sentire di contenere la Terra (12 con tutto ciò che vive sulla Terra (25 e lasciandoti identificare sempre di più ... in questo tuo essere vivo ... nel tuo respiro ... che è il respiro della Terra (5 lascia vibrare dentro di te (4 il mio respiro è vita ... in mio respiro è equilibrio ed armonia (4 per la Terra (13 il mio respiro è vita (3 in mio respiro ... è equilibrio legato (4 alla Terra (28 il mio respiro è vita (4 il mio respiro è equilibrio ed armonia (5 per la Terra
1' & 8”
e quindi riporta lentamente ... la percezione nel tuo respiro ... lentamente ... riportalo dentro di te (8 riportalo ad essere semplicemente il tuo respiro (12 semplicemente il tuo respiro (13 ed ascolta il tuo respiro ... ascolta la tua leggerezza, o la tua mancanza di leggerezza (6 ascolta la tua libertà ... o la mancanza di libertà ... nel tuo respiro (25 ascolta il benessere ... o l'eventuale mancanza di benessere ... nel tuo respiro
1'
e quindi ... concediti qualche istante ... per pensare positivamente a qualcosa che ti riguardi (7 nella realizzazione di qualche obiettivo o per la soluzione di qualche problema
1' & 35"
e quindi ... preparati a concludere l'esperienza per conto tuo, riprendendo le normali sensazione del tuo corpo (5 e quando ti senti pronto, apri occhi ... e quando sei pronto ad aprire gli occhi ripeti a te stesso ... «mi sento molto meglio di prima, in perfetto stato di salute».
fine Stiratevi bene, alzatevi se volete, stimolate un po' il vostro corpo.
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Tema di questa sera. Qualche puntualizzazione sull'esercizio. Io ho puntato molto sull'esercizio breve, semplice, esercizio legato a quello che può essere il vissuto del respiro, il tema di questa sera, quindi è un esercizio dove ho lasciato poco spazio, ho dato pochi suggerimenti all'elaborazione dell'immagine, ma ho soprattutto sottolineato in maniera semplice l'aprirci a percepire sensazioni attraverso respiro. E qui chiaramente ... ma rimando a dopo ... può essere un elemento estremamente importante il vivere la comunicazione con l'altro attraverso il respiro, difatti diventa una cosa estremamente interessante come percezione, come rapporto con l'altro, quando si lavora attraverso il respiro. Può essere interessante fermarci a sentire come può agire a livello di sensazioni, di emozioni, la presenza di una persona nel mio spazio vitale; è quello che si sente quando una persona ci è molto vicina. L'aspetto interessante della nostra esperienza può essere che quando noi anche ci sediamo su di una sedia e siamo vicini a persone, in genere siamo sempre mentalmente focalizzati a essere attenti a qualcosa, a guardare qualcosa, a seguire qualcosa, come sta avvenendo adesso ... siete lì attenti a sentire, ascoltare qualcuno che vi parla; in una sala cinematografica siete concentrati a vedere il film; cioè siamo concentrati mentalmente su qualcosa di diverso. Interessante sarebbe che uno si concedesse il quarto d'ora in cui, seduto sulla sedia, con persone vicine e in cui non avesse niente su cui concentrarsi e potesse semplicemente ascoltare se stesso. Quando capita questo capita facilmente di sentire se la persona che ti è di fianco la senti bene, non la senti bene; vibra bene, non vibra bene; crea leggerezza, crea pesantezza; crea piacere, crea dispiacere, crea disagio ... allora vengono le sensazioni perché in effetti noi abbiamo uno spazio magnetico che occupa spazio intorno noi e dove chiaramente si colloca anche il nostro respiro: e il respiro è un elemento molto interessante della nostra esperienza. Nell'esercizio, che è un esercizio che come spunto è molto semplice, ma come esperienza può essere uno spunto da praticare, da ampliare, che può dare notevoli possibilità di esperienza, è il fatto di respirare determinando lo spazio in cui tu desideri essere presente attraverso il tuo respiro, quindi ampliando ... e questa è una delle grandi capacità della nostra mente e vedremo adesso come la mente è strettamente, nel suo funzionamento, collegata al respiro. Con la tua mente tu puoi ampliare tutto questo e quindi io posso sentirmi ... io vi ho lasciato poco tempo, quindi ci sarà colui che può averlo vissuto in maniera da evidenziare qualcosa di più preciso e ci può essere colui che magari l'ha pensato, mi ha ascoltato, ma non ha avuto tempo di approfondire l'esperienza. Ma pensare di respirare occupandola una stanza ... e allora lentamente sentire lo spazio che diventa il tuo spazio che tu fruisci, dove tu sei presente. Ma questo cosa suppone? Qualcuno potrebbe aver percepito accosta. Se io fossi qua a respirare in questa stanza, la presenza di queste 20, 30 o 40 persone che siamo, determina un'emozione, determina una sensazione, determina un sentire più leggero, più pesante, più piacevole, meno piacevole, secondo le persone che si sono. Potrei provare a fare questo qualora mi fosse
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possibile, per coloro che magari si trovassero a viverla l'esperienza, potrebbe essere interessante perché può diventare anche un elemento energetico con cui puoi attuare la difesa ad un certo punto. Vado su un tram, sulla metropolitana, dove sei lì che non pensi a niente, dove non hai niente da pensare e hai i 5 minuti, i 10 minuti, il quarto d'ora e sentirti di respirare nello spazio con persone che sono lì che sono completamente ignote, completamente sconosciute e percepire come tante volte noi passando in questi ambienti, siccome non ci facciamo caso, ci portiamo via dei gli elementi a volte positivi, a volte indifferenti, a volte non positivi, che poi non sappiamo spiegare perché nella vita ci capita che andiamo in ufficio e non rendiamo per mezz'ora; arriviamo in un certo posto e non carburiamo bene ... magari ci portiamo dietro un certo tipo di impronta energetica percepita e colta nello spazio dove sei stato per qualche minuto, per 10 minuti, per un quarto d'ora ... e quindi percepire come può essere piacevole o come può essere pesante l'atmosfera di un certo ambiente. Non so se ci fate caso. A volte capita, vai in un tram, se guardi un po' le facce delle persone e vedere che le facce sorridenti e serene non sono tante; sono piuttosto serioso le facce, sono piuttosto tristi e questo dovunque si vada e qualunque sia l'ora in effetti. E tutto questo energeticamente è significativo. Noi viviamo in questo mondo e tutto questo ci appartiene. Potrà essere curioso per qualcuno, potrà esserlo meno per qualcuna altro, tutto questo rientra proprio nell'esperienza che può essere collegabile al nostro respiro, respiro in quanto tale, respiro in quanto polmoni, respiro che è collegato a questo organo doppio che sono i polmoni e che rappresenta una dimensione molto precisa di esperienza. Detto questo, e ritornando ancora alla domanda, c'è qualcuno che ha avuto qualche sensazione particolare, qualche impressione particolare? Risposta: brividi GiBi: brividi non per il freddo, brividi nel senso non positivo: nello spazio o nella Terra? Risposta nella Terra GiBi: preciso, per coloro che vogliono sperimentare. Ci siamo fermati ancora al microcosmo perché potendo ampliare la cosa, c'è un esercizio che ogni tanto propongo a PIETRALBA, quando si è distesi sull'erba, con l'aria pulita, con l'ambiente molto tranquillo intorno ed espandersi... e ci si concede il tempo di farlo. Respirare nella Terra vuol dire darsi tempo di sentire il terreno come se fosse il tuo corpo. Questo significa che nel tuo respiro, se vai dentro in profondità, senti la presenza di quello che sta accadendo sulla Terra, come sentire la presenza della guerra, la presenza della fame, la presenza di chi vive, la presenza di chi nasce e di chi muore. Sono elementi presenti comunque nel nostro piccolo microcosmo perché in ogni corpo, quando io mi ascolto bene, ci sono cellule che nascono, cellule che soffrono, cellule che muoiono. In fin dei conti si ripropone nel macrocosmo la stessa realtà, però nel mio piccolo
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microcosmo la do così per scontata la cosa che è normale, perché? Perché io continuo respirare, il mio cuore continua a battere, io continuo a guardare, continuo a sperimentare, e va bene e diamo per scontato che questa è la vita, senza renderci conto della mia vita che dico essere la vita magari di quando sto bene è basata anche sul fatto che in quel momento centinaia, migliaia di cellule stanno morendo e centinaia, migliaia di cellule stanno nascendo perché il mio corpo si sta rigenerando perché nel giro di “X” anni il mio corpo si è completamente rigenerato in questo senso, ma la mia vita continua attraverso la vita e attraverso la morte. Quando noi però spostiamo questo, come sensazione, sul mondo esterno ecco che l'impatto diventa diverso perché ti basta leggere, sfogliare giornale e scopri che ogni minuto venticinque bambini muoiono di fame ... e, caspita, hai lì tre figli che rognano perché non vogliono la pasta che hanno oppure vogliono il riso invece della minestra. Ecco, appena vivi l'elemento proiettato all'esterno ... . Oppure leggi la notizia sul giornale: se avessimo biscotti di pasta di arachidi da dare alle mamme incinte, ridurremmo del 50% la mortalità infantile ... e noi invece tutto questo qua lo investiamo dandolo a cani e gatti perché commercialmente rende di più. E tu leggi questo e chiaramente dici: «in che mondo viviamo?» Respirare nella Terra vuol dire assumersi in qualche misura questa realtà dove le cose diventano più evidenti, perché visibili, perché all'esterno ... è un po' il discorso che ci ha accompagnato anche il mese scorso. Qualcun altro ha sentito qualcosa? Intervento: un senso di fame… GiBi: senso di fame, mancanza di qualcosa. Intervento: mi sono accorta di non respirare, però non mi dava fastidio GiBi: volevo semplicemente chiarire che tutte queste sensazione che possono andare da sensazioni molto positive ... perché qualcuno di voi alla mia domanda ha detto sensazioni, non ha detto sensazioni non positive, però la tendenza è di evidenziare quelle non positive e magari nessuno dice "«o mi sono sentito benissimo». Tutto è possibile in questa esperienza, perché attraverso il respiro noi entriamo profondamente in contatto con la realtà vita in una dimensione più amplia che non è più la dimensione strettamente individuale e dove quindi la realtà individuale si arricchisce del collegamento che abbiamo un po' con tutta la realtà che circonda, da quella più vicina che poi si espande a sfera, dalla realtà più vicina si espande ad abbracciare potenzialmente qualunque tipo di realtà senza limiti, collegata proprio con la capacità che abbiamo a livello mentale di ampliare i limiti della nostra coscienza. Quindi la nostra mente ha la possibilità di pensarsi come spazio energetico che occupi l'universo. Certo, più ampio è lo spazio che tu pensi con la tua mente,
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più potenzialmente è possibile ricchezza di esperienza, ma chiaramente è più impegnativo rendersi coscienti di ciò che accade, perché lo spazio è grande. Se lo spazio rimane lo spazio di una stanza, lo spazio anche di un pianeta, le emozioni possono identificarsi di più. Può essere una bellissima esperienza se impareremo ad attuarla, partendo da noi stessi e prendendo in considerazione per es. gli spazi ristretti che ci appartengono ma che non sono più - entrando più direttamente e specificamente nel tema - gli spazi del rapporto di cui parlavamo l'altra volta che è il rapporto specifico della coppia, cioè dei due che si richiamano, dove la coppia fondamentalmente definisce il rapporto maschile femminile, uomo donna, ma in realtà poi la coppia diventa comunque rapporto individualizzato con la persona che ti sta di fronte, che poi si può applicare con un figlio, come si può applicare con una madre, con un padre, ecc., però rimane sempre un rapporto a 2 fondamentalmente, mentre il discorso di questa sera, cavalcando la stessa direzione, amplia la dimensione della nostra comunicazione attraverso appunto il riferimento ai polmoni, e, attraverso i polmoni, riferimento al respiro. Dicevamo che siamo sempre nell'organo doppio che ci riporta al rapporto fra io e l'altro, l'individuo e l'altro, dove l'altro, parlando di reni, diventava l'altro che fa coppia con me, qui l'altro diventerà l'altro ampliato non più l'individuo ma l'altro spazio amplio, l'altro che diventerebbe gli altri, potremmo dire in questo caso. Ci ritroviamo con i polmoni, comunque, con processi e fenomeni collegabili con il sangue, come dicevamo, collegabili quindi sempre con la circolazione del sangue, collegabili quindi con questa vita che fluisce dentro di noi. 1. Nei reni, questa vita sotto forma di sangue si purificava fondamentalmente e risorgeva nuovo pronto per altre esperienze; 2. nei polmoni prendi 3. e ossigeno, prende forza, prende forza e restituisce, quindi sempre collegato anche al processo dell'estensione, e quindi restituisce tossine, restituisce elementi non più utilizzabili. Trovando però sempre nel suo essere doppio, l'organo, riportando il discorso su quella che è la comunicazione fra me e l'altro che è intorno a me o fuori di me. Parlando dei polmoni il riferimento è il riferimento all'aria, riferimento quindi del respiro. Allora collochiamo subito il discorso riprendendo un aspetto che possa aiutarci a collocare il discorso riprendendo il piccolo schema che avevamo già collocato l'altra volta. Avevamo sottolineato ricordando che stiamo percorrendo con questi primi riferimenti, con questi primi organi, partendo dal cuore, poi i reni, poi i polmoni, stiamo percorrendo gli organi che ci riportano ai 4 elementi fondamentali, quindi TERRA, ACQUA, ARIA e FUOCO, quindi abbiamo parlato del FUOCO con il CUORE, abbiamo parlato dell'ACQUA con i RENI e ci troviamo a parlare dell'ARIA con i POLMONI.
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L'elemento ARIA, terzo elemento nella struttura degli elementi che rappresentano le forze fondamentali della nostra vita. Ora, nel collegamento degli elementi ... non so se l'ho fatto l'altra volta ... l'acqua, con tutta la sua simbologia, è collegata all'inverno, il fuoco è collegato all'estate, l'aria è collegata all'autunno e troveremo che la terra è collegata alla primavera. Se voi volete fare i collegamenti a livello di ciclo non annuale della vita, ma al ciclo quotidiano, quindi del giorno, troveremo la mezza notte (N), il mezzo giorno (S), la sera (W) e l'alba, tramonto e l'alba (N). (nota: il mattino è a [E] ) Comunque, l'aria ci riporta al concetto di autunno. Uno degli elementi, per coloro che vogliono i collegamenti magari a livello di tipologia, per ampliare a livello di curiosità, qui avrete la simbologia di tutto quello che è da rapportare alla simbologia delle COPPE (N), come carte; qui avete la simbologia dei BASTONI (S), del fuoco; qui abbiamo la simbologia delle SPADE (W), con l'aria; e qui avremo la simbologia dei DENARI (E) con la terra. La simbologia per es. delle SPADE, della spada, che è una delle grandi simbologie in quanto rappresenta il potere, sono tutte simbologie che ci riportano al collegamento con la mente, al pensiero: praticamente l'elemento aria è collegato all'elemento mente. In effetti, nell'interpretazione simbolica il fatto del respiro viene collegato al fluire, cioè il fatto del respiro come mente viene collegato al fluire del sangue; il sangue viene collegato come il fluire nella tua vita dell'energia mentale: c'è questa associazione. Quindi l'aria come mente, come pensiero, è rappresentato come la vita che fluisce dentro di te.
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Riportandoci a quello che abbiamo già citato nel racconto biblico che nell'ipotetico pupazzetto – tra virgolette - di terra formato da Dio nella creazione di Adamo, Lui soffia dentro lo Spirito, cioè ci mette dentro il soffio della vita, cioè mette dentro il respiro. Il respiro nella sua origine etimologico greco, latino, ecc., pneuma, ecc., che rappresenta lo Spirito, rappresenta l'anima, cioè rappresenta il respiro come espressione dell'anima. Teniamo presente che noi siamo animali razionali, si dice, ma animali, così come gli animali, cani e gatti. Cosa vuol dire animali? Coloro che posseggono l'anima in quanto sono coloro che posseggono il respiro. Poi uno approfondisce e troverà che anche le piante respirano, troverà che tutto respira, ma in realtà è il respiro come elemento effettivamente percepibile, tangibile, visibile a livello di percezione esterna ce l'hanno gli animali e gli esseri umani; per percepire il respiro delle piante bisogna essere molto percettivi e sottili, si può fare, ma bisogna andare molto dentro nella percezione. Ecco allora che noi siamo coloro che siamo animali perché possediamo l'anima, cioè possediamo il respiro: nel respiro si muove l'anima. Nel respiro in effetti, come anima, l'anima è formata dalla mente più l'emozione, ecco l'elemento fondamentale della struttura anima è l'elemento pensiero, l'elemento mentale. L'aria è collegata alla mente e qui voi trovate un elemento interessantissimo. Quando si ferma il respiro, si ferma al pensiero: questo è uno dei segreti profondi della meditazione, della realizzazione di un'esperienza, religiosamente parlando, tra le più profonde. Vi diranno che l'esperienza religiosa di realizzazione profonda dell'individuo è quando l'individuo riesce ad entrare in contatto con il proprio SÉ, con il proprio SPIRITO, e ti diranno che questa rimane un'esperienza accessibile attraverso quale strumento? Lo strumento rappresentato dal riuscire a fermare il pensiero, l'elaborazione mentale. L'elaborazione mentale la fermi fermando il respiro. Ecco perché le meditazioni di tutte le tradizioni, dei più grandi sistemi meditativi, sono sistemi che presuppongono l'uso del respiro, cioè si medita attraverso il respiro, in forme varie, ma tutto finalizzato sul fatto che il respiro tendenzialmente tenderà a fermarsi e, se si ferma il respiro, si ferma il pensiero e fermandosi il pensiero tu entri in contatto con quello che è nascosto dietro il respiro e si ferma con tempi molto lunghi, per tempi, anche che se fisicamente uno trattenesse il respiro, oltre un certo tempo uno non riesce a trattenere. No! No! Intervento: lo fai con la forza quando fai un'apnea forzata ... GiBi: con un grande allenamento, con un grande allenamento di controllo e comunque è un certo tipo di stato. No. Quando si parla di meditazione è una situazione che succede ed ecco perché il processo diventa un processo di esperienza molto lunga nel tempo, non è un processo di ore o di qualche giorno. Comunque, questo per dirvi il
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profondo collegamento che c'è fra mente e aria, quindi fra mente e respiro. E questo sarà un elemento molto interessante da tener presente perché una delle virtù fondamentali legate per es. all'autunno, quindi alla sera della giornata, al momento serale della giornata, quindi all'elemento pensiero, è la virtù della SAGGEZZA. Cioè, la virtù associata a questo elemento ARIA è la virtù della SAGGEZZA. Che cosa è la SAGGEZZA? Stiamo partendo da lontano creando l'orizzonte dove collocare la nostra breve riflessione poi conclusiva. La saggezza è la capacità mentale che l'individuo ha, di valutare correttamente i fatti della vita. Chi è il saggio? È colui che ha una capacità mentale di valutare la realtà della vita in maniera corretta attraverso il saper cogliere il vero valore dei fatti. Ecco allora, elemento interessante, che la saggezza come momento di migliore espressione dell'elemento aria, dell'elemento mente ... notatelo come le tradizioni anche quotidiane ... la forma di concretizzarsi della saggezza potremmo dire che fondamentalmente è duplice: 1. quando la saggezza diventa la capacità di autentica comprensione della realtà rivolta al passato, si traduce nella vita con l'esperienza del ... ? ... ... ... perdono. Quando io guardo al passato, l’essere saggio vuol dire diventare capace di perdonare. È la comprensione, autentica, vera, di ciò che può essere accaduto. 2. Quando la saggezza diventa proiettata verso il futuro, cioè verso quello che potrebbe accadere, la saggezza si concretizza con una sensazione di forza, energia, capacità di fare, voglia di fare, apertura creativa al fare: sono elementi che possono essere interessanti collegabili con l'aria, collegabili comunque con il pensiero. Perché? Altro passaggio che può essere interessante, dove troviamo queste cose applicabili parlando della crisi del respiro, quando c'è la crisi dell'asma, la crisi di quando il respiro si blocca che poi diventa in qualche misura la problematica molto frequente in questo periodo, per es., del raffreddore, come tutte poi le specifiche che diventa bronchite, cioè il blocco delle vie respiratorie, l'infiammazione delle vie respiratorie che in fondo si traduce con una non facilità di scorrimento dell'aria in entrata e in uscita. Tenere presente comunque che poi quando parleremo dell'asma, la crisi dell'asma è determinata fondamentalmente da un eccesso di accumulazione di aria con una difficoltà di espirazione, non è una difficoltà di inspirazione, è una difficoltà di espirazione, quindi è portare dentro e bloccassi il processo e non buttare più fuori. E lì troveremo un elemento molto interessante del significato di quello che può essere. Elemento interessante da collocare, può essere questo. Uno degli elementi che troveremo collegabili con la crisi d'asma sarà sempre il collegamento con la madre, rapporto con la madre ... dopo lo vedremo, tornando indietro. Noi dobbiamo tener presente che la nostra vita rimane marcata sulla base di quello che potremmo dire ... quello che poi diventa anche
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il riflesso condizionato. Come tu vivi l'inizio di un'esperienza, l'inizio crea uno schema di base che tende a ripetersi all'infinito, se non viene rimodellato poi col tempo. Per coloro che vogliono ... lo stavo dicendo, ma non è positivo dirlo così per cui mi sono fermato in tempo, ma ve lo dico lo stesso ... per coloro che voglio complicarsi un po', se approfondirete il concetto religioso, tutte le religioni, in effetti, sono basate su questo criterio - non è quello che viene spiegato nel catechismo, perché non è un criterio facile da comprendere - realizzarsi nella vita, lo fa anche il cristianesimo, in genere è rappresentato dal fatto di darti un rituale o dei rituali che ti permettono di ricreare oggi dentro di te ciò che è accaduto al principio. Ogni religione in fondo si basa sul fatto che ad un certo punto si fa accadere qualcosa che realizza il progetto. Una volta che è accaduto questo qualcosa che realizza progetto, questo qualcosa diventa il riferimento a cui rifarsi per continuare a far accadere la stessa cosa nel tempo posteriore. Ci siete fino a qua? Se non tenete presente questo, il discorso fondamentale del cristianesimo non lo capirete mai, perché da 2000 anni si sta martellando questa idea: facciamo accadere oggi quello che accadde 2000 anni fa a Cristo. Intorno lì gira tutto, tutto il discorso: bisogna sempre rifarsi a lui che era il principio, principio in quanto accadde in quel tempo e, tenere presente, che da 2000 anni, quando è il momento centrale della ritualità cristiana che è il momento centrale dell'eucarestia, della messa, non facciamo altro che fare cronaca ricordando quel principio, perché in quel momento non è che uno dice «faccio qualcosa parlando al presente», ma dice «la notte in cui doveva essere tradito lui prese il pane, rese grazie, ... » cioè tu stai facendo cronaca di quello che è accaduto al principio. Ecco, tener presente, visto che parleremo di Natale questa sera, molto brevemente per quello che sarà necessario e alla fine, che in fondo la celebrazione delle feste cristiane è il tentativo di riproporre la possibilità energetica in un «non tempo» e in un «non spazio», la possibilità di ricreare oggi quello che accade allora: se le feste cristiane non le vedete in questa luce non verranno mai capite. E siccome le feste, purtroppo, non vengono fondamentalmente capite ... ne parlavo ieri sera con un gruppo di persone con i quali sto facendo un lavoro il martedì sera, che parlando del Natale, metà delle persone erano angosciate: e corri di qua, e corre di là, e i regali, e i pranzi, e i compromessi, ... veramente una festa vissuta ... non la festa entusiasta, la festa bella, no, no, è la festa pesante, è una festa impegnativa, perché? Siccome non abbiamo il senso delle cose che facciamo alla fine ci pesano. Passato il fatto del Babbo Natale perché non ci crediamo più, passato il fatto di Santa Lucia perché non ci crediamo più, passato il fatto euforico, emotivo, dei regali, delle novità, a uno resta la fatica delle cose che diventa un dovere fare. Ecco l'elemento del principio. Tornando a noi. Il nostro principio di esperienza, come vita, qual è? Quella di vivere in un utero, della madre, da cui attingiamo tutto quello che ci serve e attraverso cui espelliamo quello che c'è da espellere, ma in realtà viviamo inseriti in un sistema che ci contiene dal quale assorbiamo quello che ci serve, quindi dove la nostra vita che cresce, che si sviluppa, è
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fondamentalmente legata dal fatto che prendiamo, e questo continuerà ancora durante il primo anno di vita dopo la nascita, anche quando esplode come esplosione il nostro primo respiro che è la prima affermazione di autonomia e la prima affermazione di autonomia, e siamo sempre nel principio, dove noi diventiamo autonomi come vita, qual è? Quella di prendere dell'aria e portarla dentro di noi: la prima forma di affermazione della nostra autonomia di essere staccati è prendere dael'aria e portarla dentro. Esplode il primo respiro, esplode il pianto, quello che sia. Ecco allora l'elemento del portare dentro, del prendere. Crescendo il bambino, dopo la prima esperienza in cui noi eravamo contenuti in un sistema che era fisico, quindi diventa facile capire, in realtà noi continuiamo ad essere contenuti da qualcuno, da qualcosa per dirla meglio più che da qualcuno, perché è un qualcosa formata da tanti qualcuno. Inizialmente il primo anno è la madre, poi il bambino che cresce incomincia ad ampliare il proprio campo di percezione, di relazioni, ecc., e quindi diventa poi il nucleo familiare, dal nucleo famigliare si amplia diventando soprattutto lo spazio scolastico, che poi per qualche anno il bambino si muove nello spazio famigliare & spazio scolastico, poi al rapporto con gli amici che conosce a scuola, al limite puoi al rapporto con gli amici ed i parenti del nucleo familiare, quindi spazio che si amplia leggermente, per poi diventare con l'adolescenza lo spazio totale, spazio che ti circonda. Quindi la nostra vita è vissuta sempre come un qualcosa di limitato contenuto da un qualcosa di più grande. Fondamentalmente l'elemento iniziale di base quale sarà? Che noi tenderemo sempre a prendere, perché da questo prendere c'è la nostra sopravvivenza. E com'è che prendiamo in effetti noi? Prendiamo, quando ci stacchiamo dalla madre, e quindi ci stacchiamo dal prendere attraverso il cordone ombelicale, noi prendiamo attraverso respiro. Appena staccato il collegamento ombelicale con la madre, la nostra forma di essere a contatto con qualcosa d'altro che ci contiene è attraverso il respiro da cui prendiamo ... con la necessità però in questo caso che il nostro prendere dev'essere accompagnato da un dare: inspiro ed espiro, perché il respiro sarà equilibrato se c'è e l'uno e l'altro, non può esserci solamente l'uno o solamente l'altro. Ecco perché uno dei concetti di base delle crisi o degli aspetti legati al respiro, quindi legati all'asma, sarà il principio del prendere e dal dare. Ma non è più il prendere e dare del rapporto di coppia, non è più la comunicazione come parlavamo il mese scorso del rapporto di coppia, quindi individualità, io individuo legato ad un altro individuo, ma sarà io individuo di fronte allo spazio ampio che mi contiene. Ed è qui che andrà collocato quindi l'elemento di riflessione che ci riguarda. Ora, ecco l'elemento interessante, che nella nostra vita, da un'esperienza in cui noi siamo inseriti come vita fisica in un rapporto specifico fisiologico, io - madre, il passaggio che permetterà poi di superare anche questo è il passare da un inserimento io <-> madre, il passaggio che permetterà poi di superare tutto questo, sarà il passare da un inserimento
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io<-> madre ad un io al tutto, dove troveremo in questo «il tutto» una rappresentazione come di un'altra grande madre, cioè un qualcosa che mi contiene, un utero planetario. In effetti il nostro respiro è collegato, ci mantiene in collegamento con l'elemento aria che è un qualcosa che ... ci avvolge. Notate l'apparente contraddizione delle crisi di respiro, vuoi delle crisi d'asma, che spesso dicono crisi d'aria nel senso di mancanza d'aria, come se mancasse l'aria. Molti dei sintomi che toccano l'equilibrio del respiro è la mancanza d'aria ... ora se c'è una cosa che non manca è l'aria, c'è tutta l'aria che vuoi. Quindi anche quando siamo in tanti – basta un minomo di apertura - se c'è una cosa che non manca è l'aria, quindi tutta l'esperienza della mancanza d'aria ... e incominciamo a calarci... da cosa dipende: dalla mancanza d'aria effettiva o da che cosa? Da una forma nostra di collegarci con aria. La mancanza d'aria non sarà mai mancanza d'aria, sarà sempre il nostro sistema che si chiude in qualche maniera e impedisce il rapporto con ... . E qui siamo arrivati a quella che può essere la precisazione interessante per questa sera senza ampliare di più, se sarà necessario la riprenderemo il prossimo mese perché voglio dare un po' di spazio alla parte del Natale questa sera come momento finale. Ecco allora l'elemento respiro dove troviamo, quando entra in crisi il respiro, ritroviamo questo elemento di collegamento con la madre iniziale quando diventa un processo problematico, perché? Perché la madre è la prima concreta realtà esterna con cui noi viviamo questo rapporto fra noi e un qualcosa che ci contiene. Quando questo passaggio, che dovrebbe presupporre il superare il rapporto con la madre e ritrovare lo stesso tipo di rapporto equilibrato con lo spazio più amplio, se questo non avviene ... dove lo spazio più ampio diviene il tipo di collegamento che io sento di avere con la realtà che mi circonda dove diventa la realtà portata da tanti individui, da tutti gli individui che mi circondano dove quindi ci sono gli individui della famiglia, gli individui dell'ufficio, gli individui del lavoro, gli individui delle case del paese dove abito, della città dove abito ... è uno spazio amplio che è la parte concreta dello spazio cosmico. Quando in questo rapporto con gli altri in generale dove si colloca quindi tutta la mia vita come esperienza, per quello che io do e per quello che io prendo, quando in questo rapporto entra qualcosa che disturba, ecco che potremmo avere queste forme di crisi, queste forme di processi conflittuali che vanno a toccare il respiro e l'asma è effettivamente una delle forme di somatizzazione di problematiche in questo senso. Facciamo un'altra precisazione. Nel respiro c'è l'inspirazione e l'espirazione. Attenzione, l'inspirazione porto dentro, quindi è una forma di accumulazione di forza. In effetti con l'inspirazione io prendo ossigeno, prendo un elemento fondamentale per la mia vita. Quindi è la conquista di una forza. Vi vorrei far notare una cosa molto interessante In questo io porto dentro l'aria, porto dentro la forza; I N S P I R A Z I O N E
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se io tolgo questa “N” diventa ISPIRAZIONE. I N S P I R A Z I O N E Libro ispirato; uno fa qualcosa di interessante e uno gli dice «oggi sei ispirato»; i libri sacri del cristianesimo, sono libri ispirati: notate l'elemento molto interessante. Che cos'è l'ispirazione? L'artista ha l'ispirazione. Risposta: l'intuizione GiBi: è quello che avviene attraverso l'intuizione, ma che cos'è? Risposta: un'acquisizione GiBi: è un'acquisizione di un qualcosa che si trasforma in un'idea che viene colta da che cosa? Dall'inconscio collettivo. Vedete che non viene spiegato l'ispirazione come un cogliere qualcosa dal tuo inconscio personale, difatti, nel campo religioso, l'ispirazione è quando tu scrivi per es. un libro ispirato, tipo libri sacri come la Bibbia, che è un libro scritto sulla base di un'informazione che a colui che scriveva veniva data dall'esterno, da Dio, dallo SPIRITO da qualcosa di universale, psicologicamente non è più dall’inconscio, dal mistero personale, ma è dal mistero collettivo. È quello che psicologicamente non è più l'inconscio, il mistero personale, ma è il mistero collettivo, di quello che contiene il tutto che poi lo puoi chiamare, quando lo porti ai limiti estremi, Dio, la divinità, il creatore. Quindi, l'inspirazione, nel momento in cui porti dentro l'aria, si rifà a quel processo che è sempre un processo mentale di quando tu diventi capace di collegarti con lo spazio utero cosmico che ti contiene. Come il bambino è a contatto con il suo «macrocosmo - corpo della madre», quando siamo adulti e non siamo più in utero fisico, siamo dentro questo utero cosmico nei confronti del quale ci mettiamo in fase ricettiva ... è come il polmone vuoto che, proprio perché vuoto è ricettivo, e quindi diventiamo capaci di cogliere, di portare dentro, di rielaborare l'idea nuova, l'intuizione ed ecco che si riferisce appunto all'inspirazione, cioè il momento in cui io porto dentro una forza, porto dentro qualcosa che mi serve. Attenzione che è qua che dovete spiegare il perché della crisi d'asma, che è la tendenza ... siccome mi sembra che mi manchi la vita, di portare dentro quello che mi manca e, per non perderlo, di bloccarlo dentro e mi manca il fiato perché rompo il collegamento, ma è una crisi che nasce dalla sensazione che mi manchi qualcosa per vivere; poi la definisco mancanza d'aria, ma non è mancanza d'aria, è frutto della mia insicurezza e nel tentativo di guarire l'insicurezza cerco di prendere quello che penso mi serva e di non perderlo, di non mollarlo e di tenermi legato e quindi bloccare il fenomeno che invece dev'essere il fenomeno dello scambio.
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Uno degli elementi critici dell'asmatico in effetti sarà quello di imparare a dare, perché è quello che inconsciamente tende a prendere e a trattenere, interrompendo il rapporto con il resto: ed è l'inspirazione. L'espirazione in effetti è il momento del respiro in cui uno dà, in cui uno afferma una forza creativa, in cui uno dona, è aperto al fluire fuori. E qui potreste collocare certi fenomeni del respiro interessanti dal punto di vista simbolico: lo sbuffare, il sospirare. Che cosa sono in fondo? Il sospirare, lo sbuffare, sono quelle le forme di respiro che esprimono emozioni e situazioni che tu non riesci a verbalizzare. Per es., se tu dici una cosa ad una persona e la persona sbuffa, cos'è che tu capisci subito? Che la persona non è d'accordo con te, cioè la persona ha qualcosa dire; poi magari la persona non te lo dice, non dice la sua opinione, si nasconde ... ma se tu ascolti bene, nella sua forma con cui respira a volte quando tu fai qualcosa sai subito se la persona è con te o contro di te, perché rappresenta proprio questo aspetto. Nell'espirazione noi siamo attivi. Se nell'inspirazione noi siamo ricettivi, ci apriamo a cogliere quello che pensiamo che ci serva e nell'inspirazione noi prendiamo quello che ci serve, con l'espirazione noi ci affermiamo, in realtà affermiamo la nostra apertura attiva nei confronti con l'esterno che è un esterno amplio. Sarà qui che dovrete collocare le crisi che bloccano il respiro attraverso, per es., il raffreddore. Raffreddore, bronchiti, ecc.: qual è una delle caratteristiche interessanti di quando uno ha la bronchite, il raffreddore o cose similari? È una forma con cui tende ad allontanare gli altri, qualche volta con molto rispetto ... «non ti avvicinare, perché non voglio attaccarti il raffreddore» ... cioè, NON TI AVVICINARE, non essere troppo a contatto con me. Quindi è il momento in cui noi separiamo. Separi perché cosa? Rileggetelo così il raffreddore, almeno in un certo aspetto, ... che poi diventa uno degli elementi attivi legati al raffreddore, che cos'è? Lo starnuto e la tosse. Lo starnuto e la tosse è la forma con cui sputi in faccia all'altro le cose che non dici, sarebbe, tra virgolette, lo sputare, perché è il rischio che c'è quando tossisci e quando starnutisci. È la forma con cui tu esprimi un linguaggio, ma è un linguaggio simbolico a quel punto, ma è sempre qualcosa che esprimi per tener lontano. Quand'è che ci accade questo? Quando uno si è accumulato troppo stato tensivo, stato di squilibrio o per la forma con cui prende o per la forma con cui dà, cioè nel modo con cui si rapporto all'ambiente per cui ha accumulato in eccesso elementi di squilibrio e non c'è niente come un raffreddore da valutarsi come malattia di purificazione, di liberazione ... dopo un raffreddore il corpo sta meglio, si è liberato, energeticamente recuperiamo perché è il momento in cui abbiamo bisogno di pagare un po' di più a noi stessi interrompendo momentaneamente questo tipo di rapporto, perché nel rapporto investivamo troppo o accumulando troppo o dando troppo. E quindi è il momento in cui diciamo agli altri «per un momento lasciatemi in pace». Tant'è vero che uno dei fenomeni più salutari invece di usare medicine per guarire un raffreddore, ti prendi un giorno, due giorni di ferie, te ne stai a letto, tranquillo, per conto tuo, al caldo,
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in tranquillità ... e ti passa il raffreddore, lo recuperi tranquillamente col riposo, la tranquillità e l'isolamento. È una delle forme più tranquille. Tornando a noi. Ecco la crisi del respiro che diventa la crisi in questo rapporto dare ricevere. Puntualizzazione importante, anche se frettolosa questa sera. Perché io entro in crisi d'asma e la crisi d'asma mi si dice che fondamentalmente è una crisi di rapporto comunicazione con gli altri?, dove la crisi di comunicazione diventa il fatto che tendo ad accumulare troppo e a non dare e quindi mi si blocca il processo di questo scambio? Perché nasce dal fatto - ed è l'altro concetto intorno al concetto di dare e ricevere nasce dal fatto di quello che potrebbe essere definibile il concetto di autonomia. Cioè, questa crisi nasce nell'individuo quando? Quando si sente eccessivamente insicuro, immaturo, quindi non sufficientemente autonomo, quindi non sufficientemente slegato da quella che è la dipendenza che noi fin da piccoli abbiamo nei rapporti soprattutto con la madre, che è il rapporto tipico iniziale dove noi viviamo il nostro stato di dipendenza. Quando siamo nella pancia di nostra madre, noi dipendiamo, completamente. Durante il primo anno di vita noi dipendiamo completamente dalla madre se pensiamo soprattutto al fattore alimentare, dove il tuo alimento naturale sarebbe il succhiare il latte di tua madre, la tua sopravvivenza è legata completamente alla dipendenza di tua madre. Ed ecco allora che sganciarsi dalla madre, vuol dire diventare autonomi; non sganciarsi dalla madre, dalla figura materna, vuol dire non diventare autonomi, dove l'autonomia diventa la capacità di essere libero di fare, ecco la libertà, ma la libertà è l'espressione della tua autonomia. Un elemento importante di riflessione su quella che è la crisi d'asma, cioè la crisi di respiro, è questa mancanza di autonomia, quindi questa dipendenza ... concetto denominatore comune ... un rapporto con la madre, che si rappresenta come rapporto di dipendenza, dove quindi la mia insicurezza, la mia non autonomia, per darmi questa illusione del vivere, tendo a prendere in eccesso perché è come se mi mancasse qualcosa per esistere, è come il bambino che deve succhiare da qualcun altro, perché così penso di potere effettivamente sopravvivere meglio, non rendendoci conto che in questa maniera noi in effetti non solo non sopravviviamo meglio, ma mettiamo a rischio la nostra vita perché come il bambino nell'utero della madre deve mantenere assolutamente il rapporto di scambio con la madre se vuole avere quello che gli serve per vivere, noi da adulti dobbiamo assolutamente mantenere il rapporto del dare - ricevere con quello che è il grande utero che ci circonda, rappresentato dall’aria che respiriamo. E l'elemento interessante potrebbe essere questo. Quando si interrompe questo tipo di rapporto con l'ambiente esterno, che fisiologicamente parlando si rapporta all'aria, alla capacità di portare dentro l'aria e di buttarla fuori, e di lasciarla fluire liberamente in questo processo di inspirazione ed espirazione, e che nel rapporto invece psicologico diventa il rapporto con l'ambiente, non è il rapporto specifico con specifiche persone, ma è il rapporto con l'ambiente in generale, tenere presente che quando qualcosa scricchiola
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in questo senso, c'è un qualche tipo di atteggiamento mentale, di situazione mentale, di mancanza di saggezza potremmo dire, sulla base del quale noi stabiliamo il rapporto con gli altri. C'è questo elemento mente che condiziona. Diciamo, la crisi di respiro non è per mancanza d'aria, è perché il tuo sistema mentale chiude i canali, cioè, è un tuo tipo di valutazione, conscia o inconscia, che determina che si interrompa questo rapporto con l'aria che ti circonda e quindi che interrompa il rapporto con le persone, con le situazioni che ti circondano, dipende sempre da un qualcosa che negherà nel tuo processo mentale il fatto di non sentirti sufficientemente autonomo, sufficientemente te stesso, e quindi il portarti ad esasperare il prendere e a rinunciare e a chiuderti al dare. Ecco perché giustamente qualcuno interpreterà, come una sfaccettatura della crisi d'asma o gli asmatici, come persone che spesso hanno il problema della tendenza all'onnipotenza. Cioè, inconsciamente sono persone che tendono a voler diventare il centro dell'attenzione, sentirsi in qualche maniera il centro dell'attenzione e quindi sentirsi di possedere un potere che condiziona tutto resto. Questo vi può spiegare ... collocatelo, perché sono tanti gli elementi ... spesso la crisi di respiro, la crisi d'asma, è collegata con le allergie. Dove con l'allergia in realtà cos'è che facciamo? Facciamo la stessa cosa, blocchiamo il rapporto. E, in realtà, è la maniera con cui stabiliamo un processo mediante il quale impediamo alla realtà di entrare in contatto con noi; attraverso il polline, attraverso la polvere, attraverso elementi, sostanze che si muovono nell'aria, in realtà noi stabiliamo una forma, un processo mediante il quale cerchiamo di creare la barriera fra noi e il resto. Ecco, la lascerei a voi una riflessione in questa frettolosa puntualizzazione, una riflessione su un fatto: di perché le allergie sono collegabili soprattutto al momento della primavera. ... ... ... Per il rinnovamento, perché in fondo è il produrre ... è in rapporto al dare che è ciò che è problematico all'asmatico, a chi ha queste crisi di respiro, il problema del dare, produrre per ... ... in apertura al resto, quindi è un blocco. E giustamente, da questo punto di vista, c'è un sottile collegamento che vi colloco lì come curiosità di ricerca, collegabile ancora con l'aspetto della sessualità, ma c'era già con i reni questo. C'è un dettaglio curioso: uno degli elementi interessanti in un rapporto vissuto bene è la perfetta sintonia del respiro dei 2 che fanno l'amore, e quando non avviene questa perfetta sintonia molte volte anche il momento non è vissuto bene, perché non c'è questa sintonia del respiro e ricollegatelo con l'esercizio che vi ho proposto questa sera, che comunque qui siamo in un rapporto a due ma che va a toccare specificamente quello che diventerà poi l'oggetto della riflessione sugli organi sessuali, che ricordano poi la sessualità specificamente, ma siamo sempre nel rapporto io con l'altro, anche se in quel rapporto in realtà c'è un rapporto a due ma che nel momento di massima esplosione dell'esperienza non è più rapporto a due ma è un rapporto cosmico. Non per niente abbiamo le spade e tutto il Tantra che ci ricorda il rapporto a due energeticamente utilizzabile come elemento di realizzazione spirituale e quindi il valore diventa un valore cosmico. Ma c'è per esempio un elemento
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banale che io cito spesso: il momento di eccitazione sessuale, spesso e più volentieri nella donna, si accompagna con starnuti ... ... ... a qualcuno non succede, ma questo è frequente. Lo starnuto è una forma attiva, potrebbe essere una lamentela, una protesta, potrebbe essere un qualcosa che rappresenta un dialogo inconscio che avviene, ma comunque trovate questo elemento che va a portare l'esperienza tutta da un'altra parte, apparentemente, che lo vede invece collocabile e collegabile anche con il respiro, e il respiro è presente in tutto questo. Elemento finale, qui può essere un elemento conclusivo. Se ho difficoltà di questo tipo, cosa fare? Per quanto riguarda le modalità di somatizzazioni più frequenti, che sono quelle che ci toccano e che sono tutte quelle che riguardano dal piccolo raffreddore a tutte le forme più coinvolgenti che vanno a toccare il processo della respirazione, ecco, tenere presente, che quando accade questo, è una riflessione da farsi su quello che è il rapporto fra noi e gli altri e di come noi ci rapportiamo agli altri in questo scambio che è dare e ricevere. E quando c'è un eccessivo accumulo di stress, di stanchezza, di tensione in questo scambio che il raffreddore può essere l'elemento che da una parte ci purifica perché ci obbliga a staccare. L'aspetto veramente interessante quale? È che con un raffreddore noi inconsciamente giustifichiamo, ci giustifichiamo agli occhi degli altri, il fatto che per un certo periodo non udiamo, che per un certo periodo non ci siamo. Se tu onestamente fossi capace di ascoltarti, e andassi in ufficio dicendo: «ragazzi, mi dispiace, per due giorni me ne sto a casa», ti dicono: «stai a casa a fare?», «ho bisogno di staccare, non va bene la cosa», non te l'accetterebbero mai. Elabori una piccola bronchitella ... «ho bisogno di stare a casa"», "«no, no, stai, stai, che ci porti i microbi». È una forma con cui noi giustifichiamo questo, ecco, l'elemento è questo: perché dobbiamo sempre aver bisogno di qualcosa che accumuli in eccesso per imparare a scaricare, perché in questo equilibrio, del dare - ricevere perché viviamo con questa necessità, respiriamo costantemente da quando è il primo respiro a quando è l'ultimo respiro, non possiamo staccare questo tipo di contatto con gli altri; ecco, l'unico elemento veramente naturale, non frutto di uno sforzo di controllo attivo attuato su di noi, ma che avviene in maniera naturale, per cui il respiro si ferma ... ... noi possiamo prescindere da questo contatto con l'aria e quindi attraverso l'aria simbolicamente con gli altri, è quando noi riusciamo a stabilire in maniera vera, reale, il contatto con il SÉ. Ecco l'elemento meditativo. Quando riesci a collegarti specificamente con quello, puoi prescindere dal collegamento con il tuo macrocosmo, certo perché il macrocosmo è la sua proiezione: se sei in contatto con il centro, non hai più bisogno di quel tipo di collegamento, puoi anche prescindere per un certo momento, anche se nella nostra vita questo potrà essere solo per qualche momento, per ricordarti quella che è la verità profonda ... poi ti si dirà di ritornare a contatto con il mondo e di ritornare allo scambio. Ma ecco, l'elemento interessante. Piccoli raffreddore e tutti questi sintomi vanno interpretati in questa maniera e soprattutto sarebbe interessante riuscire ad essere
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coloro che non hanno bisogno di questo, ma che sanno ascoltarsi e capire come in questo contatto con l'altro, agli altri, con l'ambiente, mantenere questo fluire in entrata ed in uscita, ma senza mai portarci all'estremo di accumulare in eccesso da aver bisogno di pulirci, di aver bisogno di staccare. Però, giustamente, quando capitano queste, sono una di quelle malattie proprio purificatorie per cui uno dice: «va bene, ti fermi, ti liberi, riprendi... fino alla prossima volta», dice qualcuno, fino a quando di nuovo perdi l'equilibrio, accumuli, accumuli e poi di nuovo ti ritrovi con la stessa situazione. E per quanto riguarda invece il discorso generale potrebbe essere un'indicazione molto semplice. I problemi, le difficoltà, le situazioni di conflitto che noi scopriamo di avere nel rapporto generale con l'ambiente, scambio, saperli affrontare, saperli verbalizzare, saperli identificare, cioè non vivere facendo finta di .... Quindi nel momento in cui nella nostra vita ci troviamo a vivere esperienze in cui sentiamo di non essere capaci di esprimere il meglio di noi stessi in quello che noi definiamo essere la capacità di autonoma manifestazione di noi stessi, quindi l'autonomia, la libertà, che diventa anche la libertà di sbagliare, la libertà di fare la scelta sbagliata ... quando uno sbaglia non è che fondamentalmente, salvo casi estremi ... gli estremi esistono sempre ..., non è che uno quando fa la cosa sa che è sbagliata e decide di farla perché sbagliata, quando tu la fai, pensi che sia giusta; è dopo, dalle conseguenze, che sei obbligato a riflettere e scoprire che è sbagliata. Ma l'autonomia cosa vuol dire? Quando tu senti qualcosa dentro e senti che quella cosa è giusta, è avere la capacità di esprimerla, è avere la capacità di buttarla fuori, quindi di avere la capacità di crearti lo spazio di affermazione. Quando noi esprimiamo, buttiamo fuori, ci mettiamo in comunicazione con l'altro, ci esprimiamo attivamente. Ma nell'espirazione noi esprimiamo, in quello che è il processo strettamente del respiro, buttiamo fuori anidride carbonica, non buttiamo fuori ossigeno. Cioè, questo ci ricorda che riguarda molto l'equilibrio del nostro respiro la capacità di esprimere fuori di noi, con questa nostra capacità di autonomia, anche e soprattutto la parte nascosta che spesso non buona, perché è proprio nella capacità di esprimerla che diventeremo capaci di guardarla e poi capaci di trasformarla. Quando manca questa autonomia potrebbe entrare in crisi il respiro. Quindi l'elemento interessante è: qualora ci accorgessimo che ci viene a mancare questo, avere la capacità di favorire ciò che ci permette di esprimerci attraverso gesti, esperienze, che manifestino la nostra capacità di autonomia, la nostra capacità di esprimere quello che veramente siamo e questo è quello che ci aiuterebbe a riequilibrare in questo senso. E tutto questo dipenderà sicuramente da come funzioniamo a livello di pensiero, dipenderà da quell'elemento di saggezza interna che è capace di darci la forza di esprimere veramente quello che abbiamo dentro. Qualche minuto, prima di fare l'ultima esperienza della serata, legata alla festa nella quale siamo già pienamente dentro, che è la festa di Natale.
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Quindi, molto brevemente, per alcuni di voi è una ripetizione, è un ripasso di un qualcosa su cui avete già fatto le vostre riflessioni e avete già ascoltato riflessioni, per gli altri può essere una puntualizzazione legata alla festa. Come dicevo prima, la festa del Natale è la festa da vedersi in prospettiva futura, non in prospettiva di passato, cioè è una forma con cui, una maniera con cui nel ciclo annuale della vita ci viene proposto, ciclicamente, dalla tradizione religiosa, per noi è quella cristiana per altri e in altri campi sono altre proposte, ma poi il denominatore è sempre quello, ci vengono proposte quelle occasioni mediante le quali noi siamo aiutati a creare quell'esperienza che ci permette di realizzare il nostro destino. Se per destino intendiamo quello che ogni essere umano è chiamato realizzare nella propria vita, ecco teniamo presente che nel ciclo cristiano ... dico ciclo cristiano perché sono le feste che noi conosciamo e sono quelle che poi in qualche maniera celebriamo ... perché anche se non le partecipiamo direttamente comunque ci scorro intorno ... il destino dell'essere umano nella cultura cristiana è rappresentato dai simboli della festa di Pasqua, per capire bene la situazione, di cui la festa del Natale rappresenta un passaggio fondamentale. ======================================================================
PASQUA 40 giorni
40 giorni
Quaresima
CARNEVALE
NATALE
IMMACOLATA
male - bene
nascita
F
ASCENSIONE
PENTECOSTE
ASSUNTA
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Vi ricordo che il ciclo delle feste cristiane incomincia con l'Immacolata, appena celebrata qualche giorno fa, che una la festa della Madonna, la festa al femminile, continua poi con il Natale, dopo il Natale ci sarà da considerare la festa di Carnevale, seguita dai 40 giorni della Quaresima, poi dalla festa al culmine di Pasqua, dopo la festa di Pasqua c'è nell'equilibrio dello schema, per coloro magari che ascoltalo per la prima volta, i 40 giorni del dopo Pasqua che separano Pasqua dall'altra festa che è l’Ascensione che è la festa
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corrispondente a Carnevale ... Pasqua al centro, 40 giorni di qua, 40 giorni di là, Carnevale - Ascensione, Carnevale festa del male, Ascensione festa del bene, si torna a Dio, Carnevale festa del profondo, degli inferi, dell'inferno, là si ritorna al cielo. Natale prima di carnevale, Pentecoste dopo l'Ascensione, andando avanti nel ciclo; Immacolata prima festa, Assunta festa al femminile finale in agosto. Ed avete lo schema delle feste, si incomincia con una festa al femminile, si finisce con una festa al femminile: ed avete tutto il ciclo delle feste. Fra tutte queste feste quella che noi maggiormente celebriamo è la festa di Natale, grande investimento economico, grande investimento di luci, grande coinvolgimento sociale proprio a livello ampio, festa molto celebrata come tradizione: il pranzo insieme ai famigliari, agli amici, lo scambio dei regali, il presepe ... sono tutti rituali in realtà, sono tutte sfaccettature rituali che coinvolgono la nostra quotidianità. Uno si porrebbe chiedere perché celebriamo tanto la festa di Natale e molto meno quella di Pasqua che è molto più importante, perché nel ciclo delle feste non c'è paragone, la festa importante è quella di Pasqua non quella di Natale, Natale è una grande festa, ma là è il culmine delle feste. Perché celebriamo molto quella del Natale e molto meno quella di Pasqua? Anzi, quella di Pasqua proprio la glissiamo via, al punto che nella grande tradizione delle feste abbiamo due momenti dell'anno in cui la grande celebrazione rituale cristiana viene celebrata a mezzanotte, nel culmine della notte: la notte di Natale e la notte di Pasqua. Però, caso strano, mentre la mezza notte di Natale come tradizione regge, molta gente va in Chiesa a mezza notte; quella della mezza notte di Pasqua siccome non regge perché pochi ci andrebbero nonostante il tipo di esperienza che è molto bella, molto più bella di quella di Natale, quella di Natale è banale, è una messa, cantata, celebrata, quello che vuoi, ma è una messa. Quella di Pasqua c'è il fuoco, l'acqua, si parte la notte fuori della Chiesa e poi si va in Chiesa ... è tutta una ritualità molto più bella ... perché non regge? Non regge al punto tale che la celebrano alle 9 di sera o alle 8 di sera, perché se la celebrassero più tardi andrebbe molta meno gente ... già ne va meno, ne andrebbe ancora molto meno, perché diventerebbe impegnativa. Ma perché si celebra molto quella di Natale che non quella di Pasqua, secondo voi? ... ... ... ... Perché quella di Natale è una festa che ci ricorda un processo già in qualche maniera in atto in noi, non terminato ma già in atto. Quella di Pasqua invece è un rospo da mandare giù, ma un grosso rospo. Quella di Pasqua rappresenta un qualcosa che siamo chiamati a fare, che è già in atto in parte ma molto meno di quella di Natale; quindi quella di Natale ci possiamo permettere di celebrarla perché il significato è più integrato in un certo senso anche se poi c'è molto da fare comunque. In questa prospettiva, queste feste, di cui ciclicamente nell'anno ti vengono riproposte gestualità, cerimonie, riti, dovrebbero aiutarti a realizzare il tuo destino, il perché sei nato, che si trasforma nella vita in un certo modo di essere, in un certo modo di pensare, in un certo modo di agire, in un certo modo di comportarti, in un certo modo di esprimerti a 360 gradi.
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Quindi, per realizzare il destino, il passaggio è: recuperare un certo sistema di purezza interiore rappresentata dalla festa dell'Immacolata ... io l’accenna adesso, è come un ipotetico indice di un libro, ora non posso spiegare ampiamente le cose, chi viene giù il 21, qualche cosa in più riusciamo a dire, in una giornata però ... recuperare un certo sistema di purezza interiore rappresentata dalla festa dell'Immacolata che ci permette di sviluppare la coscienza interiore di un principio spirituale che si aggiunge al principio di individualità psicologica dell'io, quindi è una coscienza di spiritualità personale che qui nasce nella luce, questo spiega perché il Natale viene collocata come festa al Solstizio d'Inverno che rappresenta astronomicamente il momento in cui dalla massima lunghezza della notte, come durata fra notte e giorno, nella simbologia il sole incomincia a sorgere, cioè il sole incomincia prolungare il tempo di luce durante l'arco della giornata, quindi le giornate incominciano ad allungarsi ed ecco la celebrazione del sole nascente che rappresenta la nascita della coscienza della divinità dentro di noi. Quindi, quando nasce questa coscienza dentro di noi, Natale, che cosa avviene? È come se ci fosse una stanza buia ed io accendono la luce. Appena io accendono luce in una stanza lasciata buia per tanto tempo cos'è che si evidenzia prima di tutto? Lo sporco che c'è. Ed ecco allora che dopo la festa di Natale, se si accende questa coscienza, la festa successiva che siamo invitati a celebrare anche se poi nella tradizione religiosa strettamente parlando è rimasta un po' ai margini in questi ultimi decenni, è Carnevale. Carnevale è la festa in cui uno si è reso conto dello sporco che c'è, si rende conto bene di com'è, in modo che possa pulire ... ed ecco i 40 giorni di Quaresima in cui ti dicono penitenza, preghiera, riflessione per pulire, per trasformare, per purificare e quindi permettere di realizzare nella tua vita quello che nella simbologia è rappresentata poi dalla Pasqua come festa. Questo è tanto per collocare. Qui, capire questo vuol dire capire il tragitto psicologico dell'esperienza umana. Nelle feste è scritto il nostro cammino, il nostro destino: tocca a te cambiare. L'ho ascoltata ieri sera alla televisione: «LA RASSEGNAZIONE DEGLI UOMINI COMUNI È LA VITTORIA ULTIMA DEL MALE.» Cioè, la potenza del male, la forza del male nella vita è la rassegnazione degli uomini comuni. Cosa vuol dire la rassegnazione degli uomini comuni? Il vivere la vita non capendo quello che si vive e rassegnandosi a quello che accade senza mai prendere in mano le redini e partecipare creativamente a quello che accade, questo abbandonarsi nell'ignoranza. Ciclicamente ci ripropongono il nostro destino, l'importante è capire però, l'importante è capire cosa significa per noi mettere in piedi un presepe in casa, o fare un albero di Natale, o fare il regalo ad un amico ... ha senso ... se lo capisci, se non lo capisci diventa angoscia, se non lo capisci diventa un peso, ed è quello che accade per molte persone. Ed
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ecco allora la necessità di entrare dentro a capire quello che può significare la festa. La festa rappresenta proprio la maniera con cui noi cominciamo ad attuare questo processo di destino di realizzazione personale. Quindi, capire questi gesti vuol dire avere un'indicazione annuale ciclica di comportamento che dovremmo essere portati a fare.
Tutto questo in realtà noi lo sintetizziamo nel messaggio globale della festa di Natale che anche quest'anno collochiamo.
Nel foglio che vi diamo c'è il messaggio e poi dietro ci sono le istruzioni per l'uso di quello che potremmo fare. Voi prenderete la candela ed il foglio, la candela è personale anche se siete coppia, anche se siete marito e moglie, anche se abitate nella stessa casa, ognuno si porti la sua candela che servirà adesso come vi dirò. La candela ha un costo commerciale di tremila lire, non è poco ma non è neanche la fine del mondo: noi vi diciamo questo "la candela ve la diamo, avete il debito di tremila lire da dare a qualcuno in questi giorni ... fate felice qualcuno. Noi vi diamo tremila lire, voi datele a qualcuno ... la vita gira." Quindi avete il foglio e avete la candela. Cosa ne farete? Se volete partecipare a questa esperienza, fatelo in casa vostra, ritrovatevi, meglio se lo fate con persone piuttosto che farlo da soli, ma fatelo. Si tratta di questo, qui dietro il foglio avete tutte le istruzioni. A casa vostra la candela la dovreste accendere dalle ore 22 della notte di Natale, della sera del 24 fino verso l'una, cioè a cavallo della mezzanotte, un 3 ore circa. La candela dura dalle 5 alle 6 ore, qualche volta anche di più qualche volta di meno dipende. Riaccendetela poi a cavallo del mezzogiorno del giorno di Natale e lasciatela andare ad esaurimento; la potete accendere verso le 10 e mezzo del mattino o alle 11, poi la candela accesa sul tavolo del pranzo di Natale è la cosa più scontata di questo mondo e la lasciate andare ad esaurimento. Sotto la candela, che metterete con un porta candela, un piattino, mettete un biglietto con i nomi delle persone che voi volete aiutare: tutte le persone che voi conoscete nella vostra vita, parenti, amici, conoscenti, quelli che volete, che voi volete aiutare, scrivete il nome e mettetelo sotto la candela e lo lasciate lì sotto. Il giorno di Natale, finita la candela, quel biglietto lo potete bruciare: nel caminetto, nel fuoco, con un accendino, come volete. Nell'arco di quelle tre ore della notte e le tre ore del giorno, quando vi piglia meglio, quando per voi può risultare più facilmente fattibile, prendetevi almeno un quarto d'ora per fare un'esperienza che potete chiamare come volete ... di rilassamento, di preghiera, di meditazione, secondo quelli che sono i vostri criteri ... fate almeno un quarto d'ora e potete farlo seguendo uno schema che noi qua vi diamo, ma molto indicativamente. Noi lo vivremo in qualche maniera in questo momento finale di esercizio stasera, molto brevemente, però c'è l'avete qua scritto, ma ripeto, ve lo leggete, memorizzate più o meno la cosa, poi ve lo vivete. Se li fate bene questi passaggi che sono poi 7 passaggi, vi porta via un quarto d'ora, venti minuti, se lo fate con un
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pochino più di calma vi porta via mezz'ora. È una normalissima esperienza di meditazione, di rilassamento. Quando farete questo ricordate che saremo in tanti: c'è un gruppo di Napoli, voi di Brescia, quelli di Bergamo, quelli di Milano, quelli di Varese, parecchie persone in giro che staranno accendendo la stessa candela come voi, che staranno facendo l'esperienza come voi ... staremo facendo una specie di ciclo luce a distanza, di aiuto per noi, di aiuto alle persone il cui nome collocheremo sotto la candela. Perché tutto questo? Molto semplice, perché il momento del solstizio dov'è collocata la festa di Natale, come altri momenti, sono momenti energeticamente molto particolari, c'è l'energia cosmica, planetaria, che è particolare e noi ci appropriamo, ci sintonizziamo più facilmente con questa energia quando viviamo determinate esperienze dove ... la preghiera, la meditazione, sicuramente sono l'elemento fondamentale. Invece di questo quarto d'ora, chi di voi avesse per tradizione, per gusto, per scelta personale, molti lo faranno probabilmente, di andare a messa di mezza notte la notte di Natale, ... chi va a messa di mezza notte può benissimo considerare che sia quella messa il momento di meditazione mirata a cui facevamo riferimento poco fa: lasci a casa la tua candela accesa, vai a messa e considera questo momento di preghiera che fai andando a messa, come momento collegato con tutti quanti. Chiaramente tutto questo fatelo se non vi crea problemi, ... esasperando la cosa al limite, se accendere una candela in casa tua sul tavolo del pranzo di Natale crea problemi a qualcuno, non accenderla! Noi facciamo delle cose per risolvere problemi, non per crearli. Quindi, dovesse per qualunque ragione ... non l'accendi, l'accendi nella tua stanza o in cantina dove accendendola nessuno si lamenta. Sul foglio vi abbiamo anche messo una ipotetica ... chiamiamola se vogliamo "preghiera", che potreste usare prima del pranzo di Natale. Se voi, con le persone con cui condividete il pranzo fosse possibile dargli questo tocco ... è un pranzo molto particolare quello di Natale perché è tradizionalmente significativo ... potete eventualmente dargli quel tocco in più, lo fate leggere ad un bambino oppure lo leggete voi o lo leggete insieme, questa breve preghiera che potrebbe essere una preghiera prima del pranzo. Questa è l'esperienza che noi ci scambiamo per la festa di Natale. Il significato di tutto questo è dare senso a un momento di esperienza che ... ecco
L'ultima sottolineatura, poi facciamo l'esercizio ... indipendentemente che noi a livello esistenziale pratichiamo religione, nel senso che partecipo ai riti, o che siamo persone che non praticassimo religione, e diventa secondario in questo senso, in realtà queste feste ... che tu pratichi o non pratichi perché vai o non vai in Chiesa, diventa secondario da un certo punto di vista, perché in realtà certe feste non ti lasciano scampo. Tu puoi anche non andare in Chiesa, ma non puoi chiudere gli occhi per le strade e non vedere luci che sono state messe anche se la giunta del comune è di sinistra; non ti puoi esimere dal
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non guardare, quando vai in giro, gli alberi di Natale ed è una simbologia prettamente religiosa l'albero di Natale perché rappresenta proprio il principio spirituale che illumina la materia, l'albero è il simbolo dell'uomo, è l'uomo illuminato, è l'uomo che diventa espressione di luce, è l'uomo dove splende la luce lo Spirito, la luce di Dio ... ed è l'albero di Natale e tu non puoi esimerti dal non vedere gli alberi di Natale in giro e notate come molte persone che potrebbero anche non praticare religione, senza saperlo, costruiscono nel loro giardino l'albero di Natale ed in fondo costruisci una esperienza religiosa: è lavoro inconscio. Teniamolo presente. Se dentro di noi c'è un principio spirituale, non ti lascerà scampo: a botte, a martellate, a snasate, a calci nel sedere ... ma comunque prima o poi ti porta dove vuole, e ti porterà sempre in quella direzione. Ti porterà con malattie, ti porterà con ansie, con angosce, con solitudine, con crisi esistenziali, con tutto quello che vuoi, ma ti porterà dove vuole lui, perché È LUI IL PROTAGONISTA, è lui lo spazio del destino che tu dici essere il tuo destino. Prima o poi in qualche maniera ti porta e molte volte ti porta facendoti fare le cose prima che tu capisca perché le fai. Ancora una cosa. Se nel vostro presepe, se sulla facciata di casa vostra, se sul vostro albero di Natale, mettete su la stella a cinque punte ... mettetela dritta!, abbiate l'accortezza di metterla dritta: punta in su, due punte sul fianco, due punte sotto.
Il messaggio di questa festa, che ce lo viviamo brevemente, breve momento che ci viviamo adesso e che diventa in messaggio che ci scambiamo come augurio, è ispirato a quel foglio che avete qua e che è il messaggio del Natale di quest'anno. Ci vediamo per mano e ci prepariamo per l'esercizio.
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Esercizio. Occhi chiusi … … trovate la collocazione che sia sufficientemente comoda … in contatto con chi ti sta seduto a fianco … fai una bella respirazione profonda (3 rilassati bene (6 e il tuo rilassamento ... sentilo come la possibilità ... di essere in sintonia ... con chi ti sta a fianco, con tutti noi ... con lo spazio che ti circonda (4 e con l'Universo intero (7 immagina un raggio di energia sotto forma di luce che scende su di te (3 e rendi efficace e profondo questo contatto con l'energia della vita (3 senti fluire l'energia dentro di te entrando nella parte posteriore della tua testa (3 e sentendo fluire liberamente questa forza dentro di te (7 e senti il piccolo spazio ... della tua terra, della tua materia, del tuo corpo ... come lo spazio ... pur nella sua apparente piccolezza ... dove fluisce l'energia dell'Universo, dove fluisce la vita dell'Universo (4 dove fluisce ... è lo spazio della mia vita (8 e quindi, in sintonia con tutto lo spazio della realtà che mi circonda, mi sento in sintonia con l'esperienza che gli esseri umani ... insieme a me e intorno a me, vivono in questo periodo ... l'esperienza del Natale (3 sono consapevole ... delle gestualità ... delle convenzioni ... delle tradizioni (5 consapevole di tutto ciò che sta accadendo intorno a me (10 e che in se stesso ricorda il concetto della luce ... luce come vita, come vera vita (13 e considero le luci delle strade, degli alberi di Natale, le luci che magari anch'io ho collocato in casa mia o sulla porta di casa mia ... come l'espressione esterna di questa luce che io sento e vedo e che percepisco spendere dentro di me (4 con questo fascio di luce e di energia che dal cosmo scende su di me; ... e lascio che questa luce e questa energia fluisca attraverso la mia mano destra verso gli altri ... e mi vivo essere parte di questo cerchio, di questo anello di luce (3 dove la luce fluisce creativa, libera (5 e attraverso questa luce mi sento profondamente in contatto con tutti gli altri (5 in questo essere insieme ... che crea veramente lo spazio dell'unità, lo spazio della verità (4 ed allora vivila profondamente nella tua interiorità (4 una vera amicizia, un vero affetto ... verso tutti noi che siamo qui a condividere con te questo momento, questa sera (7
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ed entra e vivi questo momento di scambio ... attraverso la luce che fluisce ... attraverso la tua mano destra verso gli altri e la riaccogli attraverso la tua mano sinistra (3 lascia vibrare nel tuo respiro ... il grande messaggio della festa di Natal (3 lasciala vibrare come l'affermazione che tu ... fai di te stesso, ma del tuo vero te stesso, quello profondo (3 IO SONO LUCE DA LUCE (3 IO SONO DIO VERO DA DIO VERO (10 IO SONO LUCE DA LUCE (3 IO SONO DIO VERO DA DIO VERO ... e lasciati vibrare in quest'affermazione, mentre la luce dell'Universo fluisce in te e mentre tu condividi questa luce con tutti noi (7 è l'affermazione che è stata applicata da 2000 anni ... al personaggio Gesù chiamato il Cristo (3 ma da 2000 anni ti dicono che tu sei il fratello del Cristo ... che siamo fratelli ... figli di uno stesso Padre ... quindi della stessa Madre ... quindi con lo stesso diritto e con lo stesso dovere, quindi con lo stesso destino (3 ed allora lascialo ripetersi, dentro di te, come una tua vera affermazione ... IO SONO LUCE DA LUCE (3 IO SONO DIO VERO DA DIO VERO (5 non è orgoglio ... non è mancanza di rispetto verso il divino, ma è semplicemente assumermi le mie responsabilità (7 e senti la tu affermazione ... IO SONO LUCE DA LUCE ... in sintonia con l'affermazione che si sta ripetendo e affermando in tutti noi, insieme (3 vibriamo nella stessa realtà (9 ho imparato la pigrizia e la comodità ... e per stare tranquillo ... mi dico spesso che non bisogna pretendere troppo ... né pensare a se stessi in grande, perché è orgoglio (4 mi fa comodo svalutare le mie capacità, quando mi si chiede comprensione ... perdono ... amore verso gli altri ... e mi tranquillizza pensare che comportarmi così è umiltà (6 mi ritrovo con una buona dose di disinteresse quando mi si chiede di coinvolgermi nella vita dell'altro ... e mi piace sapere e pensare che il rispetto dello spazio dell'altro è una virtù (7 ma tutto questo non è in sintonia con la mia vera natura, perché IO SONO LUCE DA LUCE (3 IO SONO DIO VERO DA DIO VERO (3 ed allora voglio ritrovare il coraggio della verità (8 voglio avere la forza di compiere il mio dovere ... e voglio avere la forza di affermare il mio diritto (3 il dovere di amare la vita ... e il diritto di goderla pienamente (4 il dovere di condividere la mia festa ... e il diritto di celebrarla ogni giorno (6 il dovere di aiutare a guarire ... e il diritto a vivere nella serenità e nella pace (6
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perché IO SONO LUCE DA LUCE (3 IO SONO DIO VERO DA DIO VERO (11 ed allora, attraverso questa luce che da te fluisce verso gli altri ... esprimi nella tua interiorità ... il più bell'augurio ... di Buon Natale ... di buona festa ... BUONE FESTE, BUON ANNO (3 che immagini trasmettere a tutti noi (3 come augurio di vera capacità di trasformazione, di vera capacità di dono, di vera capacità di comprensione (7 che rappresenta la capacità di rendere divino ... il mio quotidiano, il mio gesto quotidiano ... ogni giorno (4 ed allora immagina trasmettere questo vero augurio di Buon Natale ... a tutte le persone che tu conosci e che non sono qui questa sera, ma sono persone con le quali condividerai questa festa (8 e immagina ... che ogni volta che ti troverai ,nei prossimi giorni, a dire a qualcuno BUON NATALE ... immaginati capace, attraverso il tuo sguardo, attraverso i tuo sorriso, attraverso il tuo volto, attraverso la tua stretta di mano o il tuo abbraccio ... immaginati capace di trasmettere veramente una grande fortezza ... che sia per l'altro il dono ... un dono di luce (3 capace di aiutarlo a trasformarsi (4 a realizzare dentro di sé ... quello che il Natale rappresenta ... nascere a qualcosa di nuovo ... a qualcosa di diverso (4 a qualcosa di più vero (10 e che sia per tutti, veramente ... un BUON NATALE (20 e mentre, con qualche respiro profondo, ti prepari a poter riaprire gli occhi, concludendo questa nostra breve esperienza (3 prova a pensare anche a qualche gesto particolare che potresti fare nei prossimi giorni ... per rendere concreto, nella gestualità (4 questo senso, questo significato di vita, di luce, di gioia, di condivisione di gioia e di amore ... che la festa del Natale ci porta (10 pensa a gesti concreti ... che ti permettono di andare aldilà delle convenzioni ... e quindi preparati a riaprire gli occhi con questo senso di gioia, di serenità ... di festa, di celebrazione (10 affinché sia veramente ... BUON NATALE.
. fine
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E allora ...
BUON NATALE ...
BUON ANNO
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