Pratica ed esperienza di guarigione: la pelle

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BS, 25.03.1998

Conferenza di

Giambattista Pagani

Pratica e Esperienza di guarigione: la

PELLE


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Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato in questo volume se vorrà considerare che si tratta di insegnamento esclusivamente orale.

Testo, NON rivisto e NON coretto dall'autore, trascritto a due mani da «Mendoza & Stefano»


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I MENSILI TEORIA E PRATICA DI GUARIGIONE

TEMI COLOGNE (BS) Hotel Alcazar 24/09 “IL CUORE” 1° 29/10 “IL CUORE” 2° 26/11 “I RENI” 17/12 “POLMONI” 28/01 25/02 25/03

22/04 27/05

17/06

MILANO CMS 25/09 30/10 27/11 18/12

“IL SIST.DIGESTIVO” “IL CERVELLO” “LA PELLE” “GLI ORGANI SESS.” “IL TUMORE” “AIDS”

29/01 26/02 26/03 23/04 28/05 18/06

Da oltre 30 anni la metodologia “SILVA” ha dimostrato di essere uno strumento efficace per ampliare la capacità di percezione e comprensione e sviluppare le possibilità di autoguarigione e di guarigione. Attraverso la comprensione del significato psicologico-spirituale degli organi del corpo e delle rispettive malattie possiamo imparare ad usare meglio le nostre potenzialità per il nostro benessere e per aiutare gli altri. Impariamo a capire per imparare a guarire. La vera guarigione è una trasformazione che non riguarda solo il corpo, ma soprattutto l’anima: cambiando atteggiamento e comportamenti rafforziamo il nostro benessere e ci difendiamo dalle malattie. Ogni serata prevede l’uso del Laboratorio per la comprensione e per la guarigione in relazione al tema previsto.

AVVERTENZE 1. Gli incontri sono riservati ai Diplomati “Metodo Si/va Coloro che non hanno frequentato il Metodo Si/va possono partecipare solamente se presentati ed accompagnati da un Diplomato. 2. La partecipazione a queste serate prevede il possesso della “Tessera CMS” di abbonamento annuale (L. 192.000 iva inclusa) oppure un contributo per ogni serata (L. 25.000). “.


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Introduciamo subito il tema di questa sera con quello che è l'esercizio. Finalmente questa sera, dopo il tema che potevamo considerare piuttosto impegnativo dell'altro mese, come tema conclusivo sul cervello, quindi sulla coscienza, sull'essere coscienti. Questa sera abbiamo un tema che può prestarsi ad essere un tantino più leggero, più tranquillo, quindi con delle precisazioni che possono essere meno impegnative, dove sarà importante cogliere quello che può essere il senso di base del discorso e poi le applicazioni sicuramente potrebbero essere un pochino anche più semplici, come compressione di quelle che potevano essere quelle legate ad altre serate. Vi ricordo, per coloro che magari non si ricordino del tema, che si tratta della pelle, che potrebbe sembrare un tema abbastanza marginale da un certo punto di vista, invece è molto interessante proprio per un suo significato particolare. In parte si ricollega con il discorso dell'altro mese, c'è un denominatore comune perché la pelle rappresenta un elemento importante nel sistema della nostra vita, soprattutto a livello relazionale. Comunque, prima di entrare nel tema di questa sera accennando quindi a quelli che sono gli aspetti collegati alla pelle, quindi alle patologie della pelle, e quindi ai significati che ci possono far riflettere da questo punto di vista, io farei l'esercizio, a meno che ci sia qualche domanda di altro tipo da parte vostra. Magari se vi è capitato durante il mese di fare qualcosa, di tentare qualcosa, di fare qualche esperienza e avete qualche domanda da fare. Niente? Va bene, facciamo l'esercizio.


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ESERCIZIO Pronti? Occhi chiusi (25 sii consapevole di come ti senti in questo momento, di come ti senti questa sera ... consapevole ... di come ti senti a livello fisico ... a livello emotivo, a livello mentale ... quindi dell'orma che ha lasciato su di te la giornata che hai vissuto (10 fai una bella respirazione profonda ... ripeti mentalmente e visualizza il numero 3 per 3 volte (8 e rilassa completamente il tuo corpo (7 rilassa bene il cuoio capelluto (3 la fronte ... le palpebre (7 tutto il tuo volto (9 rilassa bene il collo e le spalle (6 per aiutarti a rilassare bene la muscolatura del collo e delle spalle puoi ruotare lentamente la tua testa ... verso destra e verso sinistra molto lentamente ... ascoltare la tua muscolatura ... e rilassarla (10 rilassa bene la tua schiena (4 percorri lentamente la tua colonna vertebrale dall'alto verso il basso ... lentamente, molto lentamente (6 e rilassa bene tutta la tua schiena (9 rilassa bene le tue braccia e le tue mani (8 il tuo petto (3 l'addome (6 concentrati sulla parte interna del petto e dell'addome e rilassa bene tutti gli organi ... tutte le ghiandole, tutti i tessuti e ogni singola cellula (4 e falli funzionari in una maniera ritmica e salutare (14 rilassa bene le tue cosce ... le tue ginocchia ... i tuoi polpacci ... le tue caviglie e i tuoi piedi (8 molto lentamente fai … una bella respirazione profonda … ispirando molto lentamente e sentendo tutto il tuo corpo dalla testa fino ai piedi ... ed espirando lentamente ... entra in un livello mentale più profondo, sempre più profondo ... e senti il tuo corpo che si rilassa, sempre di più (14 ed ora immagina metterti all'ascolto della tua pelle (3 senti la pelle che ricopre il tuo corpo (7


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rimanendo nella tua immobilità, mentre ti concentri ad ascoltare ... a percepire la tua pelle ... nelle varie parti del tuo corpo (5 nella tua immobilità fisica immagina come se tu stessi ... accarezzando la tua pelle (5 come se due mani morbide ... leggere ... stessero dolcemente accarezzando la tua pelle (10 accarezzando tutto il tuo corpo (11 e tu apriti a percepire le sensazioni … (4 di questo sottile contatto ... che sta avvenendo sulla tua pelle in questo momento ... e lascia che la leggerezza ... il benessere ... il piacere di questo contatto ... entri dentro il tuo corpo attraverso la tua pelle (13 come se tu stessi ... dolcemente massaggiando e sentendo tutto il tuo corpo ... e cogline quindi le sensazioni (20 e sentiti entrare in un livello mentale più profondo ... sempre più profondo (11 pensando a questo contatto ... con la tua pelle ... sii consapevole se tutto il tuo corpo è aperto ... a questo contatto (12 sii consapevole ... dell'eventualità che invece ... non ci sia questa totale apertura (15 e qualora fosse necessario apriti ... ad avere un corpo, in questo momento, sentito pienamente ... dalla testa fino a piedi (10 e senti le leggere vibrazioni, le sensazioni sulla tua pelle (30 ricordati di momenti in cui hai sperimentato l'essere accarezzato fisicamente da qualcuno (8 ricorda le sensazioni che hai sentito ... nell'essere accarezzato da qualcuno (17 e sii consapevole dell'eventuale mancanza ... di contatto fisico attraverso ... la dolcezza di una carezza ... che potresti aver vissuto (5 sii consapevole dell'eventuale resistenza che puoi aver vissuto in certi momenti ... all'essere toccato ... o a toccarci (23 sii consapevole ... degli eventuali segni ... che tu porti sulla tua pelle (5 l'esperienza della vita potrebbe avere scritto sulla tua pelle dei segni (3 attraverso ferite ... scottature ... o attraverso altre forme (33 e scopri come ti senti ... pensando alla tua pelle (13 scopri come ti senti pensando alla storia che tu hai vissuto ... e che hai scritto attraverso la tua pelle (22


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e quindi anche in questo aspetto della tua vita ... raccogli dentro di te ... la gioia e il dolore: ... ci può essere l'uno e ci può essere anche l'altro (6 raccogli dentro di te ciò che è bello, ed è stato bello (3 e ciò che può non essere bello, e può non essere stato bello (15 ed allora consapevole di questo ... di questo limite del tuo corpo, di questo involucro che ti contiene ... molto lentamente fai una bella respirazione profonda ... e ripeti mentalmente e visualizza il numero 2 per 3 volte (9 e rilassi completamente la tua mente (8 sei consapevole dei pensieri ... che si elaborano in te in questo momento ... e li osservi ... come l'osservatore che osserva qualcosa di esterno da sé (11 sei consapevole di pensieri che ti possono mantenere collegato con quanto può essere accaduto oggi (4 o che tendono a mantenerti collegato con aspetti problematici della tua esperienza (8 sii semplicemente consapevole (3 e rilassati bene (3 lasciati immergere pienamente in uno stato di calma ... di tranquillità ... di serenità (3 di pace interiore (9 e sentiti entrare in un livello mentale più profondo e salutare (10 ora molto lentamente fai di nuovo una respirazione profonda ... e ripeti mentalmente e visualizza il numero 1 per 3 volte (6 e sei a livello di piano base, il livello che tu puoi usare e che tu sai usare per qualsiasi beneficio tu desideri ... per aiutati ad entrare in un livello mentale più profondo e salutare conterò da 10 a 1 ... ad ogni numero discendente ti sentirai entrare ed entrerai in un livello mentale più profondo e salutare 10 9 entra in un livello mentale più profondo 8 7 6 più profondo, più profondo 5 4 3 più e più profondo 2 1 ora sei in un livello mentale più profondo e salutare, più profondo di prima (3 è una sensazione magnifica essere profondamente rilassato, è un modo di essere molto salutare (5


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ora ripeti insieme a me se vuoi ... OGNI GIORNO CHE PASSA IO STO MEGLIO, SEMPRE MEGLIO … IN OGNI MODO ED IN TUTTI I SENSI... CON UNA SALUTE PERFETTA (4 e tu sei consapevole di come ti senti in questo periodo, in questi giorni (3 e sei consapevole di come vorresti essere (3 di come eventualmente vorresti che migliorasse il tuo stato di salute o il tuo stato di benessere ... o il tuo equilibrio energetico (3 e allora consapevole, pienamente consapevole ... di come ti stai vivendo ... lascia che si ripeta nel più profondo di te stesso ... con forza e con convinzione ... OGNI GIORNO CHE PASSA IO STO MEGLIO ... SEMPRE MEGLIO ... IN OGNI MODO ED IN TUTTI I SENSI ... CON UNA SALUTE PERFETTA (13 MANTERRÒ SEMPRE IL MIO SISTEMA IMMUNITARIO SANO E PERFETTAMENTE FUNZIONANTE (5 MANTERRÒ SEMPRE IL MIO CORPO E LA MIA MENTE ... IN PERFETTO STATO DI SALUTE (5 NÉ PENSIERI NEGATIVI, NÉ SUGGERIMENTI NEGATIVI ... HANNO ALCUNA INFLUENZA SU DI ME ... A NESSUN LIVELLO DELLA MENTE (10 ora conterò lentamente del 10 a 1 e tu entrerai a livello laboratorio 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 sei ora a livello laboratorio ... incontra i tuoi consiglieri ... vivi con loro il momento di preghiera di benvenuto (57 ed ora ascoltando ... ascoltando te stesso (8 ascoltandoti per quanto ti sta accadendo in questo periodo (6 sii consapevole ... di ciò che tu senti ... di ciò che tu provi ... dentro di te (5 e di come stai riuscendo ad esprimerlo (8 di come stai riuscendo a trasformare ciò che provi in parole ... in gesti ... in forme di comunicazione (28 sii consapevole di ciò che senti e di ciò che provi (5 e di come riesci a trovare spesso risposta a ciò che senti ... e che spesso sentendolo ... si esprime in te come un desiderio ... come un bisogno ... come un'esigenza (33


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e scopri, qualora ci fossero, quali sono gli ostacoli ... quali sono gli impedimenti ... che non ti permettono di esprimerti ... attraverso ciò che senti (5 che non ti permettono ... di ottenere risposta a ciò che provi (15 e mentre elabori tutto questo ... richiama un raggio di luce e di energia su di te (4 sentiti inondare pienamente da questa luce e da questa energia (6 e lasciala scorrere e vibrare questa energia soprattutto sulla tua pelle (15 senti come questa energia vivifica la tua pelle (5 come se tu potessi pensare in questo momento ad una pelle luminosa (32 ed è quindi con questa immagine di te stesso ... luminosa ... che ti raccogli con i tuoi consiglieri per il momento di preghiera di commiato e di saluto (14 per poi concludere l'esperienza per conto tuo uscendo da livello laboratorio ... in perfetto stato di salute.

fine esercizio


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GiBi

C'è qualche domanda sull'esercizio? Doveva essere un esercizio abbastanza semplice, era una considerazione sulla pelle, in maniera molto semplice. Non tutti vivono la pelle alla stessa maniera, non tutti la vivono molto liberamente, sottolineeremo adesso alcune cose, indubbiamente, ma c'è qualcuno che ha qualche domanda, qualche precisazione? Va tutto bene? Domanda cosa intendi esattamente per pelle? GiBi come pelle consideriamo, in questo caso, ciò che ci copre e ciò che ci contiene con tutto quello che ci può essere, chiaramente. Perché la domanda? Segue io ho notato nel mio lavoro (N.d.R.: chi parla è un medico) che non c'è corrispondenza tra psiche e pelle … … … GiBi in questo momento noi vorremmo fare un discorso semplificato a quello che è la pelle, la pelle come rivestimento esterno ... la pelle è il punto di passaggio fra una nostra realtà e la realtà esterna. Vedere in questo elemento cosa possiamo trovare come simbolo e come rappresentazione e quindi come base di rilettura dei fenomeni che avvengono, fenomeni che possono essere anche di patologie, ma di quello che ci accade a livello di pelle.

Facciamo un passo indietro e andiamo a riprendere un attimo il discorso che abbiamo fatto l'altra volta, il discorso conclusivo dell'altra volta che diventa un po' l'elemento di ripasso. Noi abbiamo collocato il cammino che abbiamo fatto, prendendo in considerazione, arrivati a questo punto, fondamentalmente, gli organi, dal punto di vista anatomico, principali, da cui siamo composti. Chiaramente non abbiamo preso in considerazione tutti i dettagli, ma in fondo, cuore, reni, polmoni, sistema digestivo, cervello ... abbiamo percorso gli elementi sicuramente preponderanti e principali, che in qualche maniera ci collegano con la nostra struttura anatomica. Abbiamo percorso quindi un discorso riflessione con i 4 elementi che andavano a toccare quindi le 4 forze della vita per poi ritrovarci, l'ultima volta, a riflettere sul 5° elemento, collegandolo con il cervello, dove il discorso si era soffermato


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fondamentalmente sul fatto dell'essere coscienti. Quindi: da cuore a reni, a polmoni, a sistema digestivo ... che rappresentano 4 strutture fondamentali della nostra macchina, per quello che noi siamo a livello organico, ... ecco, il cervello, che non era solamente la struttura neuronale, ma che ci collegava con l'essere coscienti ... se ricordate. Quindi, dove distinguevamo, per esempio, fra l'avere un pensiero ed essere coscienti di ciò che il pensiero contiene, quindi di tutte le conseguenze, di tutti gli elementi contenuti nel pensiero. Dove quindi, questo essere coscienti rappresentava lo spazio ove ognuno di noi era chiamato ad attuare se stesso, realizzare se stesso, quindi diventava lo spazio dove l'individuo umano afferma veramente il suo progetto, afferma veramente la propria realizzazione personale. Dove quindi, quel dolore che va a toccare la testa, in qualche misura, poteva diventare il modo con cui si evidenziavano elementi, esigenze, che non trovavano facilmente accoglienza nella coscienza e quindi che ti obbligavano, come conseguenza per esempio, a pensare molto, a rimuginare molto, a ragionare molto, quindi a forzare molto la realtà attraverso quella che è l'elaborazione del tuo pensiero, attraverso quel tuo essere cosciente o il rifiutarti di essere cosciente. Il discorso dell'altra volta, in questa maniera, cos'è che ci portava? Ci portava a collocare nella varietà delle esperienze che ci accompagnano e che quindi riguardano anche il funzionamento del nostro corpo, il discorso dell'altra volta creava uno spazio di unità in tutto questo. Cioè, tutto quello che mi accade, nella sua varietà, si riunisce, si ricompone con un concetto di unità, cioè viene rapportato al concetto di unità, attraverso il mio essere cosciente; cioè, qualunque cosa accada io sono cosciente che sta capitando a me stesso. Quindi, qualunque cosa accada, nel mio esserne cosciente, lo accolgo o lo rifiuto; lo vivo o mi rifiuto di viverlo; lo vivo bene o non lo vivo bene. Quindi, il mio essere cosciente delle cose che mi accadono determina la qualità della mia esperienza. E questo era il discorso dell'altra volta. Quindi, giustamente potevamo dire l'altra volta, che se io avessi, semplificando il discorso ... io un mal di testa, qualora il mal di testa mi supponesse l'evidenziarsi di una difficoltà ad accogliere dentro di me, nella mia coscienza, aspetti che mi riguardano, quel mal di testa può essere determinato …  dal fatto che non riesco a vivermi bene la mia creatività di azione con la quale sono chiamato a manifestarmi nella vita,


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 ma il mio mal di testa può essere determinato da un blocco di accettazione di vissuto sereno delle mie emozioni,  come poteva essere un qualcosa determinato da un rapporto non equilibrato anche con l'ambiente esterno;  oppure poteva essere determinato anche dal fatto che non accetto a sufficienza la mia realtà, il mio passato, la mia materia, il mio aver radici in un certo tipo di storia. Quindi, qualunque cosa che accade in me e che vada direttamente a riguardare qualunque tipo di organo, in realtà poi si ricompone e diventa un qualcosa che riguarda me stesso e quindi in questo qualcosa che riguarda me stesso, può determinare un qualcosa che fa sì che io non funzioni bene a livello diciamo di sentirmi di testa, come dicevamo l'altra volta, in quanto non vivo bene quella cosa. Cos'è che sto cercando di chiarire? Che noi viviamo infiniti fenomeni dentro di noi, varietà di fenomeni, ma tutti i fenomeni poi si ricompongono in questo concetto unitario: cioè, tutti fenomeni miei. Quindi, l'altra volta dicevamo che, qualunque cosa mi accada, se nel suo accadere, nel suo essere vissuto, non è vissuto bene, potrebbe toccare il funzionamento equilibrato della mia testa; quello che accade potrebbe toccare poi effettivamente il sistema digestivo piuttosto che quello respiratorio, il sistema circolatorio piuttosto che il funzionamento dei miei reni, nei suoi significati. Perché tutto questo? Perché con il discorso della pelle dovremmo tenere presente questo proposto, cioè questo denominatore comune, di questo concetto di unità. Ma facciamo qualche esempio in più. Qualunque fenomeno, che io vivo, può essere vissuto in maniera frazionata, cioè collegandolo con qualche cosa che è parziale nella mia vita, o può essere qualcosa che va a coinvolgere il totale. Facciamo un esempio semplicissimo, banalissimo: insuccesso economico ... tanto, quando si parla di soldi realizziamo subito perché le cose ci toccano. Nella mia vita posso avere un insuccesso economico: un fallimento di lavoro, un debito enorme che mi cade addosso ... un problema di tipo economico. Come qualunque problema può essere vissuto in maniera PARZIALE, cioè settoriale, o in maniera GLOBALE. Se per esempio mi ritrovo con dei debiti, può essere parziale il fenomeno, cioè: io ho dei debiti, il


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fenomeno reale è quello, c'è l'insuccesso per cui mi ritrovo con dei debiti da pagare e con difficoltà economiche. PARZIALE: ho dei debiti, ho bisogno di soldi, è un problema ... ma cosa mi può accadere? Io, quando rientro a casa mia e mi ritrovo con mia moglie o mi ritrovo con i miei figli, il problema economico può toccarmi o no. Indubbiamente in quel momento non puoi comprare ai tuoi figli il giocattolo che volevi comprare, ma può essere una cosa marginale. Nel modo con cui io vivo il «gioco stasera con i miei figli», posso giocare con i

miei figli nella stessa identica maniera gioiosa, serena con cui ho sempre giocato perché quando io rientro a casa, tiro giù la saracinesca, il

problema di lavoro e di soldi che ho ce l'ho quando esco di casa ... a casa mia con i miei figli sto benissimo. Questo è possibile, perché il problema è una questione economica, è un problema di lavoro, è un problema di insuccesso che hai, è settoriale, non mi tocca il rapporto affettivo con i miei figli. Fino a qui penso che riuscite a capire ... se il mio problema lo vivo come economico. Se lo vivo come economico in questa maniera legato a fatti concreti, potrebbe darsi che vada a toccare come somatizzazione, tanto come esempio, il mio stomaco. Quanti, per tensioni di questo tipo vanno ad essere toccati nell'aspetto di come mangiano, di come digeriscono ... È SETTORIALE. DIVERSO è che il mio fallimento economico oggettivamente è una questione economica, ma se io lo vivessi come una lesione, una ferita al mio prestigio: cioè, io mi sento fallito. Non è più il fatto che il mio problema è: mi mancano i soldi; quelli continuano a mancarmi. Ma il modo con cui vivo la mancanza di soldi potrebbe essere che io metta in discussione il mio prestigio personale, quindi l'immagine che ho di me stesso, quindi il come io mi posso presentare agli altri, come io mi sento di fronte soprattutto a me stesso. Se io sono in crisi con me stesso, con il mio prestigio, con la mia considerazione, non riuscirò più ad andare a casa e e giocare con i miei figli esattamente come ho giocato tutte le altre volte ... perché porto a casa una sensazione di me stesso completamente diversa, non è più un problema che posso lasciare fuori della porta di casa, perché me lo porto dentro, perché è un problema mio. Allora, se io vivessi il mio fallimento economico come un attentato, una ferita, una lesione al mio concetto, al mio prestigio, alla mia professionalità, a quella che è l'immagine che ho di me stesso, è molto più facile che io vada a toccare qualcosa che riguarda


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il centro, non qualcosa che va a riguardare un qualche tipo di organo specifico, perché il discorso non è più settoriale, è globale. Sono io in crisi. Domanda che riguarda il centro in che senso? GiBi Io a causa di questo, potrei tornare a casa con un grosso mal di testa perché riguarda tutto me stesso; potrei perdere chiarezza di elaborazione per cui vado fuori di testa ... mi altera, ma mi altera nel senso globale, che mette in discussione la mia totalità. Quando io sono in crisi con me stesso allora: non mi rapporto più bene, equilibratamente, con mia moglie; non gioco più bene, equilibratamente, con i miei figli; non sono più normale quando vado a fare la spesa ... tutto me stesso rimane coinvolto. Mentre, se io riesco a rendere settoriale la cosa ... dico «è un problema economico, ok!», qualunque sia il problema, quando io mi posso, tanto o poco, concedere due giorni di vacanza, me li godo e quando torno mi rioccupo del problema. Notate, che questo può essere molto importante nella nostra vita. In questo caso tocca la totalità del mio essere. Faccio un esempio concreto successo dieci giorni fa circa. Bambina di 12 anni va a scuola in bicicletta, ad un semaforo si ferma di lato ad un camion

che deve girare a destra. Scatta il verde, il camion parte e gira a destra, parte anche la bambina che rimane agganciata al camion ... morta sul colpo . Lui appena si accorge si ferma, viene giù, crolla, sviene, si sente male anche lui, gridando «è meglio che muoia io che non la bambina». LA BAMBINA È MORTA SUL COLPO: LUI È MORTO D'INFARTO DUE GIORNI FA, 36 ANNI: OK? Succede qualcosa, io non mi accorgo ... può anche non essere colpa sua. Di fronte a questo tu hai un uomo di 36 anni che deve assumersi dentro il fatto che una bambina è morta ... uno può dire «per colpa mia», ma anche se non è colpa tua la bambina è morta ... il fatto c'è. Il problema può essere settoriale o il problema può essere globale. Il problema può essere: ho un profondo senso di colpa di ciò che è accaduto, che non me lo perdono ... e se fosse il senso di colpa, cosa va toccare secondo voi? Se fosse solo un grosso, grossissimo senso di colpa?


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Risposta il cuore GiBi no Risposta l'aria GiBi vengono toccati i RENI, viene toccata l'acqua, l'emozione, l'emotivo. Attenzione! Perché è stato toccato il cuore? Perché non è solamente una questione di senso di colpa. È curioso! Quando lui sviene, quando si sente male lì sul marciapiede lui grida «meglio che muoia io che non la bambina». Quante volte a un genitore cui muore un figlio, e la morte del figlio fa sì che l'individuo dica «la mia vita non ha più senso!» Attenzione! «La mia vita non ha più senso», non è avere un senso di colpa. Senso di colpa vuol dire: c'è un settore dove sento d'aver sbagliato; ma ci sono tutti gli altri settori dove sono a posto. È un settore, toccherebbe un aspetto, ma se comincio a dirmi «la mia vita non ha più senso, meglio che io muoia!», è chiaro che qualunque cosa sia successa è in crisi il centro, è in crisi il senso globale della mia vita. Attenzione! Quando va in crisi il senso globale ... e questo può essere un esempio molto interessante ... in genere succedono fatti che vanno a mettere in discussione la vita. Ipotesi. Vi immaginate voi al posto di questo qua? Quali sono le 2 maniere con cui effettivamente quando uno ha una grossa emozione può reagire se metto in discussione la sua vita? ... Attenzione che sono 2 fondamentalmente ... e torniamo al discorso dall'altra volta:  o esce di testa, cioè non ragiona più, ed allora è la persona che vuole ammazzarsi. È un fatto accaduto a una mia nipote tempo fa in cui la piccola aveva vissuto anche lei un incidente, poi risolto benissimo, ed era un cugino che, con il trattore, aveva causato l'incidente. Mentre la bambina veniva soccorsa e portata in ospedale, c'è stato qualcuno che ha dovuto concretamente intervenire su di lui perché si voleva ammazzare. Cioè, non sopportava che fosse accaduto qualcosa alla bambina e si voleva ammazzare, cioè era uscito di testa: ecco il centro, va in crisi il centro, la totalità. A quel punto non è più questione che si ferma qualcosa, si tende a far fermare il tutto.


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 Se non si esce di testa in questi casi, in genere si va toccare il funzionamento di un organo, ma che sia un organo che comunque ti toglie di mezzo, ed allora vai al cuore. Si può andare anche in altre maniere, ma sono le cose più rapide, più semplici ... ed ecco che lui dopo qualche giorno muore d'infarto, non muore di altre cose, non va fuori testa, ma la cosa lo coinvolge talmente che .... Notate la cosa? Sono 2 esempi in cui ciò che accade non va a toccare un settore della tua vita, ma va a toccare tutta la tua vita, il tuo stesso esistere. Quindi, ciò che poi dovesse accadere, se la cosa non viene riciclata, bloccata, riequilibrata, va a rompere un aspetto di equilibrio che mette in discussione tutta la tua vita. Se uno esce di testa, quando uno smette di ragionare, in effetti mette in discussione il senso globale della sua vita esattamente come quando ti fai venire un infarto che metti a repentaglio il senso globale della tua vita. ATTENZIONE. Uno stato di pazzia non ti toglie dalla vita fisica, ma in realtà ti toglie dalla vita, perché il senso dell'esistenza umana è fatto di libertà, di scelte, di atti di volontà, di decisioni finalizzate ad obiettivi ... un pazzo non ce l'ha più. Il senso del comportarsi coscientemente e responsabilmente attraverso scelte di libertà scompare completamente quindi è come se l'individuo fosse morto, cioè ha messo in discussione la sua totalità. Questo è ciò che in qualche maniera ci riportava all'altra settimana, cioè, nei fenomeni che ci accadono, noi abbiamo tutta una serie amplissima di fenomeni che vanno a toccare dei settori della nostra esperienza; poi c'è il fenomeno della coscienza che tocca la totalità della nostra esperienza, e quindi nella totalità dell'esperienza tocca il cervello in quanto come sistema nervoso si rapporta alla coscienza che raccoglie in sé l'aspetto psichico, che raccoglie in sé la nostra totalità. Allora, ecco il punto. In maniera notevolmente diversa - e fortunatamente da questo punto di vista può essere diverso perché raramente va a toccare elementi così estremi da mettere in discussione la vita -, ma la pelle è uno di quegli aspetti della nostra struttura dove quindi le patologie che toccano la pelle hanno questo denominatore: essere un aspetto che va a toccare la totalità dell'individuo perché se la COSCIENZA è il CENTRO ...


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la PELLE è la CIRCONFERENZA. La pelle è l'involucro che ti avvolge tutto, è quello che ti contiene. E quindi, essendo l'involucro che contiene il tutto, è nello spazio contenuto dalla tua pelle che avviene ciò che avviene come cuore, che avviene ciò che avviene come remi, che avviene ciò che avviene come sistema respiratorio, che avviene come avviene in tutto quello che è il sistema digestivo. Cioè, la pelle è lo spazio fisico che contiene il tutto, ma dove sono rare le patologie mediante le quali tu metti in discussione la tua sopravvivenza fisica. Cioè, un’allergia, una psoriasi, un'infiammazione di pelle, un'acne, delle verruche o quello che sia, possono essere gli elementi della tua pelle, ma non vanno a mettere in discussione quello che può essere la tua sopravvivenza fisica, però la valutazione di questi fenomeni va tenuta presente come valutazione di un qualcosa che viene vissuto dall'individuo nella sua totalità, non nel suo settoriale. Sono indici di qualcosa con il quale uno mette in discussione e sente in discussione un po' tutto se stesso, la sua totalità. Questo è un elemento da tener presente per quanto riguarda la pelle. E in effetti, e può essere molto curioso, ve lo dice il linguaggio. Avete presente termini come «vendere cara la pelle», «rischiare la pelle», «amici per la pelle», «non vorrei essere nella tua pelle», «cambiare la pelle», … … sono tutte terminologie che stanno ad indicare la vita. «Vendere cara la pelle» vuol dire vendere cara la vita. «Rischiare la pelle» vuol dire rischiare la vita. Quindi, in queste terminologie che hanno un loro senso, in effetti identificano la pelle con la vita. Cioè, «mettere in gioco la pelle», vuol dire mettere in gioco la vita; «dirsi amici per la pelle», vuol dire essere due amici che hanno una vita completamente integrata. Quindi, il concetto di pelle è il concetto che ci riporta a quello che può essere la totalità della nostra esperienza. Poi, altre frasi che possono essere interessanti da tener presente: «non sto più nella pelle",


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«i nervi a fior di pelle» «ridere a crepa pelle» ... …

queste frasi però dicono un'altra cosa : la pelle è identificata alla vita, ma

nel concetto di vita indica che cosa anche? Indica il limite della nostra vita, quel limite che qualche volta in quello che ti accade ... la pelle è come se determinasse un limite troppo ristretto, «non ci sto più dentro»; cioè, mi accade qualcosa di talmente grande che avrei bisogno di una pelle più grande, avrei bisogno di un limite più grande ... «non sto più nella pelle» «ridere a crepa pelle» vuol dire: rido così tanto che la pelle si rompe, che la pelle muore, crepa, che la pelle non ci sta, non ci sto dentro. Quindi, determina anche un limite al di là poi di altri modi di dire molto interessanti ... nei rapporti affettivi «questione di pelle», cioè non c'è feeling di pelle, cioè non ci si sente di pelle, che presuppone sempre quell'aspetto che fa dire «siamo due realtà che non hanno contatto, che non hanno rapporto, che non hanno comunicazione». Me lo diceva proprio l'altro ieri una signora che ha fatto il metodo Silva, non è italiana è del nord, ed è una di quelle persone che quando programmano, programmano bene, si studiano bene le cose, non come noi italiani che facciamo un po' le cose così ... qualche volta come viene. Voleva trovare un uomo, il compagno ... e le hanno detto: «guarda che devi fare una bella programmazione con lo specchio della mente o con il laboratorio, ma fatti la lista su fogli delle caratteristiche che deve avere, la professione che tu pensi debba svolgere, come vuoi che si rapporti ... » ... S'era preparata bene la lista. Va in vacanza all'estero e trova una persona, che tra l'altro abitava non lontano da lei, e dice: «sarà un caso! Tutto quello che io avevo in lista ce l'aveva. Tutto! L'unica cosa che mancava ... non lo sento di pelle e non c'è niente da fare, non mi dice niente. Mi manda fax, mi manda fiori, innamoratissimo, ma non c'è niente a fare ... non lo sento.» Poi c'è un altro elemento che voglio sottolineare in tutte queste terminologie di quando diciamo «mi sono fatto il callo» e notate che nel linguaggio può essere interessante, il che significa che io ho indurito la mia pelle e non sento più. Comunque in tutto questo ecco gli elementi interessanti. La pelle esprime due cose:


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 prima di tutto esprime il fatto della vita nella sua totalità, ma soprattutto il limite del corpo e quindi sarà il limite della tua vita, del tuo spazio di vita;  e rappresenta soprattutto il volto visibile del tuo corpo, e questo è l'elemento importante da tener presente. Cioè, la pelle che rappresenta la vita e che rappresenta il limite della vita nel senso che rappresenta lo spazio relazione fra la tua vita e la vita dell'altro, e le terminologie che abbiamo citato lo ricordano molto bene tutto questo, se tu lo rapporti poi al tuo fisico, la pelle che cos'è? È il limite del tuo corpo e la pelle è il volto del tuo corpo. Limite del tuo corpo cosa vuol dire:? È il limite fra ciò che tu definisci e

senti tuo e ciò che tu dici essere esterno a te.

Essendo il volto visibile del corpo che cos'è la pelle? ... su questo poi collocheremo le patologie! .... 1. La pelle è lo spazio dove tu potresti vivere l'impossibilità di far fluire fuori quello che senti dentro perché la pelle potrebbe determinare quel qualcosa che te lo impedisce 2. o l'incapacità di far entrare da fuori dentro di te ciò che da fuori vuole entrare dentro di te. Quindi la pelle diventa lo spazio delicato che potrebbe essere un blocco di ciò che da te vuol riuscire e un blocco confine di ciò che da fuori volesse entrare dentro di te. E qui avrete un elemento interessante poi per valutare quello che capita. Ma qui l'ultimo elemento dal punto di vista fisico. La pelle che cos'è? La pelle rappresenta lo spazio del contatto. Noi diciamo che la mia vita in relazione con l'altro avviene attraverso la comunicazione: io comunico con te. La comunicazione avviene attraverso che cosa? .... La comunicazione avviene attraverso tutti 5 i sensi esterni: la comunicazione è visiva, uditiva, olfattiva, ... la comunicazione è tutti i modi con cui io sento, con cui io percepisco. Ora, attenzione! Il sistema di comunicazione più profondo, più intimo, più coinvolgente ... È IL TATTO. Noi la comunicazione la definiamo contatto: prendo contatto con te. Ma in realtà CON-TATTO ti sottolinea la forma di massima di comunicazione che puoi stabilire con la persona. Noi alle persone possiamo permettere


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che ci guardino, possiamo permettere che ci annusino, possiamo permettere che ci ascoltino, ma solamente se c'è amore o solamente per terapia gli permettiamo che ci tocchino: o ci dev'essere amore, perché anche solamente uno che viene e ti mette una mano sulla spalla ... e uno dice «chi sei? Come ti permetti?» ... a meno che sia un amico, a meno che sia uno che abbia un rapporto affettivo con te ... allora anzi non solo non dici niente, ma dici «perché non lo fai?» Ma il vero contatto lo permetti o quando c'è affetto, c'è amore o quando c'è una questione terapeutica dove allora al medico glielo permetti. È come lasciarsi vedere la pelle, il denudarsi: tu ti spogli davanti alla persona con cui hai un rapporto affettivo o ti spogli davanti al medico ... poi ci sono quelli che lo fanno per mestiere, ma sono un settore molto particolare. Questo è un elemento molto importante: il contatto più profondo noi l'abbiamo attraverso la pelle e lì abbiamo tutto, per esempio, l'aspetto dell'erotismo, l'aspetto, per esempio, del contatto tatto a finalità sessuale, quindi è il contatto fisico profondo della persona. E naturalmente noi avremo una serata che dedicheremo a questo perché in effetti, dopo aver percorso i 4 elementi, dopo aver percorso il 5° elemento, come punto di passaggio stiamo parlando di quello che è l'involucro esterno. Poi, prima di passare a due esemplificazione di patologie che possono essere particolarmente significative come possono essere i tumori e la nuova patologia del secolo che è l'Aids, avremo una serata sugli organi sessuali, quindi sulla sessualità che è un aspetto estremamente interessante, ma noterete che noi mano a mano andiamo avanti, nei vari aspetti delle patologie che trattiamo, la sessualità spesso è presente, quindi l'aspetto del rapporto sessuale, di come è vissuta la sessualità, spesso è presente. Perché? E anche lì è un aspetto che riguarda e che coinvolge un po', in un certo senso, la nostra totalità. Dico questo perché uno dei fenomeni più frequenti quando avvengono patologie sulla pelle, in effetti saranno collegate al vissuto della sessualità. L'acne giovanile, per esempio, è l'esplosione tipica delle pulsioni interne che non riescono ad esprimersi in maniera e equilibrate esterna e che esplodono sulla pelle in questa maniera che diventa poi un ciclo vizioso perché in realtà: esprimono pulsioni che non riesci a vivere perché sei troppo


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giovane; dall'altra parte deformi te stesso fino al punto da non essere più desiderabile sessualmente e quindi per precluderti la situazione ed è un circolo vizioso. Ma in effetti uno degli elementi importanti da valutare negli adolescenti che hanno spesso questo problema è proprio quest'aspetto della pulsione sessuale che in quel momento esplode e che giustamente per infinite ragioni né loro sono capaci di gestire, né tu gli puoi dire «ti permetto di vivertela ...», perché può non essere in grado di viverla e quindi è una situazione di passaggio che esigerebbe altri tipi di interventi. Ma tutto questo per ricordare che la pelle ci ricorda questa possibilità di rapporto, comunicazione profondo con le persone dove indubbiamente il rapporto di pelle è uno dei rapporti più profondi nei rapporti che giustamente, diventando poi il rapporto sessuale come vedremo, la Bibbia lo definisce il rapporto di conoscenza, quindi il rapporto di massima integrazione fra due persone. Passaggio ulteriore. La pelle, vista dal punto di vista fisiologico è il limite fra ciò che è mio dal punto di vista fisico e l'esterno che non è mio, sempre dal punto di vista fisico. Quindi è il mio limite, ma è anche lo spazio di comunicazione fra me e l'altro. Ma la pelle, dicevamo, ci riporta al concetto di totalità. Quindi tutto quello che viene vissuto come patologia sulla pelle, va vissuto come un qualcosa che se diventa patologico è qualcosa che l'individuo vive perché sente come se fosse messo in discussione nella sua totalità, indipendentemente da quello che è l'aspetto specifico. Ora, normalmente quello che si esprime attraverso la pelle sono pulsioni interne che non riescono ad esprimersi in maniera equilibrata come espressione esterna del rapporto fra me e l'altro. Questo vi spiega anche, teniamolo presente, che in tutto il discorso fatto in rapporto ai polmoni, trovate le analogie qua. Non per niente diverse forme di allergie, che sono anche allergie primaverili che toccano molto a livello di infiammazione anche a livello di pelle, sono accompagnate spesso da crisi d'asma o crisi respiratorie, raffreddori, ecc., che toccano contemporaneamente anche il funzionamento polmonare perché ... attenzione ... sia la pelle, sia la questione polmonare, sono processi che esprimono il rapporto fra noi ed il


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resto, fra noi e il mondo esterno, in due modalità diverse ma tutte e due ci ripropongono il rapporto fra noi e il mondo esterno. Allora, questo elemento di totalità, dicevamo - per fare l'ultimo passaggio e poi incominciare a tirare delle conclusioni - questo senso di totalità che è la coscienza si ripropone in noi attraverso l'idea dell'io e dell'identità personale. Quando io dico "«l concetto di unità con cui vivo...», sto parlando di me che mi sento unità, in quanto sono una individualità che è capace di dire "«o». Quindi, io capace di dire io come identità, sono capace di definire quello che mi appartiene distinguendolo da quello che appartiene all'altro. Quello che si manifesta a livello di pelle spesso è proprio ciò che uno vive dentro e non riesce ad esprimere fuori. Passo avanti ... e lo capite perfettamente arrivati a questo punto: spesso è ciò che uno vive inconsciamente e che non riesce ad esprimere come coscienza; spesso sono pulsioni inconsce, di fatto represse, che non riesce ad esprimere. Per capire bene questo processo possiamo riproporci in questo piccolo schema  INCONSCIO

quindi parte oscura di noi

IO  COSCIENTE

che è la parte invece chiara di noi

Il nostro io, che è quel principio d’identità che ci appartiene, è quella realtà che si colloca qui in mezzo fra l'inconscio, cioè tutto quello che noi non conosciamo di noi stessi, e quello che conosciamo di noi stessi. Quindi, la coscienza o conscio è tutto ciò che io so dire di me stesso: è ciò che io so, è ciò che io accetto, è ciò che io definisco, è ciò che io penso, è ciò che io vivo ... e che si sintetizza in questo concetto di «io». Tutto l'inconscio è quello che mi sfugge. Attenzione, il mio io in effetti … quando noi diciamo identità, che cos'è l'identità? Perché noi ne parliamo spesso, ma fermiamoci un attimo. Che cos'è l'identità? ... ... ... L'identità è ciò che io considero buono, ciò che io considero giusto. Tutto ciò che io considero buono, giusto, conveniente, lecito, appetibile, utile,


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moralmente accettabile ... cioè, tutto quello che io accetto che possa accadermi e se mi accadesse mi fa sentire bene. Questo è ciò che va a conformare concretamente quello che io definisco essere «il mio io, la mia identità», cioè ciò che io considero che mi appartenga e lo considero come un mio corpo psichico. Tutto ciò che io non considero buono, giusto, appetibile, utile, conveniente, lecitamente ammesso, ecc., lo considero estraneo oppure rimane represso per cui non riesco neanche a pensarlo. Il mio io, quello che io penso di me stesso, cosa fa a questo punto? Fa da filtro fra ciò che c'è dentro di me, perché c'è, ma è inconscio, e ciò che io accetto come possibilità di essere vissuto dentro di me. UN ESEMPIO. Dal punto di vista sessuale secondo una norma di vita, secondo quello che può essere giusto nella vita, è sicuramente giusto che tu abbia dei normalissimi rapporti sessuali col tuo partner. OK? Frequentissimo il problema ... faccio degli esempi molto banali a questo punto, per capire .... Nel momento in cui la donna, nel rapporto di coppia, fosse incinta, molti uomini, per esempio, non si permettono di avere dei rapporti sessuali con la moglie: nessuno ha mai detto che sia né dannoso né pericoloso! Ma non se lo permettono o non lo vivono bene, perché? Perché nella loro coscienza, nella loro identità, c'è anche la paura che questo possa far male al bambino. Della mia identità fa parte anche questo concetto. Nel momento in cui sta accadendo questo, che tu abbia un rapporto con tua moglie è normalissimo, lecitissimo, non c'è nessun pericolo, non c'è niente che te lo proibisca o che ti dica «non è conveniente»; ma la tua convinzione, che è fatta di paura, fa sì che tu non sia capace di vivere quella cosa e la reprimi. Ci siete fino a qua? È sotto questa luce che noi dobbiamo considerare che l'io, come struttura psicologica, è quello che fa da pelle di separazione fra l'inconscio ed il conscio. Quindi è ciò che l'io: come pelle di separazione, non permette come passaggio dall'inconscio al conscio, soprattutto quando è una cosa giusta secondo natura, si può esprimere con una patologia a livello di pelle. Faccio un ESEMPIO, DI QUELLI TERAPEUTICAMENTE STUDIATI. Un uomo, professionista, 35-40 anni, di successo, buon lavoro, buon guadagno ... tutto quello che volete ... cristiano praticante, religiosamente molto definito. Per una serie di ragione s'innamora di un'altra, si trova ad


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avere un rapporto con una donna più giovane di sua moglie, ci sono delle situazioni molto conflittuali ... ha dei rapporti con questa donna, con l'amante. La cosa rientra in un certo sistema: in famiglia non va bene, si stanno fondamentalmente separando, non c'è più quel tipo di benessere che uno vorrebbe ricevere; in effetti quello che sta avvenendo è una forma di compensazione che potrebbe diventare anche abbastanza normale. Perché, diverso è che tutto vada bene e c'è la stangata, diverso è che uno si sta già separando ed allora la situazione può essere di un certo tipo. Ma cosa c'è che l'imbroglia dentro? Che lui, essendo molto religioso, questo se lo condanna, non accetta che sia lecito. A quel punto, dopo 2-3 mesi che lui ha rapporti con l'amante, incomincia ad avere delle macchie rosse, delle eruzioni cutanee molto forti e molto disagevoli e molto dolorose, esattamente su parti del corpo, tipo i glutei e quelle parti che erano specificamente coinvolte in quello che poteva essere il rapporto che lui viveva e che a quel punto gli impediscono di continuare ad avere questi rapporti. Quindi è una forma con cui la sua struttura sta

evidenziando il non voler far passare un'esigenza in quello che è il vissuto.

Ed è il suo io che glielo sta condannando, perché attenzione, l'elemento è questo: non è che io ho l'infiammazione o l'eruzione cutanea perché c'è un polline, c'è una sostanza, c'è un acido, c'è un qualcosa di fisico o di chimico che mi sta giustificando che la pelle reagisca in questa maniera. La questione è psichica. È come dire: ciò che mi sta facendo arrossare la pelle è la mia religione; perché questo è il concetto psicologico. Quindi, è un aspetto dell'io. Questo vi aiuta capire che quello che avviene a livello di pelle esprime quello che è il rapporto fra la mia realtà interna e la mia realtà esterna, di cui la pelle è il punto vi passaggio. Ma questa pelle fisica che fa da passaggio della mia realtà fisica alla realtà esterna, diventa lo spazio dove si riflette il come funziona il mio io come totalità nel rapporto di inconscio e di conscio. Quindi ... ecco l'elemento che può essere interessante ... quando sulla mia pelle appare qualcosa che denuncia che qualcosa non va uno dice «OK, cosa c'è che non va?» Domanda che normalmente uno si pone da questo punto di vista: ho il mal di testa e uno dice «cosa c'è che non va?», cioè, dal punto di vista dal mio vissuto, cos'è che sta accadendoti? A livello di pelle cos'è che non va?


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1. cos'è che non va in quello che io considero importante nella mia vita come totalità e riguarda quindi il mio io, quindi i miei diritti, quindi ciò che mi appartiene, ciò che io considero importante ... e questa è una prima domanda; 2. ma soprattutto, cos'è che non va fra quelle che sono le mie esigenze e come io posso esprimerle all'esterno? Dove la pelle mi definisce quindi che io non riesco ad esprimerle all'esterno come vorrei? Ed ecco allora che la domanda ci porta a pensare a cosa c'è in noi, che come mentalità personale spesso non ci permettiamo di poter esprimere. È lì quindi il discorso interessante, dove quindi la mia pelle, essendo il punto di separazione fra il mio spazio e lo spazio dell'altro, torniamo al discorso di prima. Cosa c'è in me che non riesce ad esprimersi? Cosa c'è dall'esterno che non riesce ad entrare? E lì trovate l'eventuale risposta, dove la collocazione della parte della pelle che viene coinvolta potrebbe darti delle indicazioni ... del tipo: perché l'acne si manifesta soprattutto su certe parti del corpo tipo il volto? Ricordo perfettamente determinate situazioni di persone con cui stai parlando: appuntamento, arrivano da te, si parla. Comincia a parlare, normale. Dopo 10 minuti che si parla incominciano ad apparire delle macchie rosse sul collo, il cosiddetto collare di macchie evidenti, ma macchie evidenti sulla parte di pelle che è visibile. Perché, se si andasse a vedere sulla parte di pelle che non è visibile, non succede assolutamente niente, e tutto questo avviene mentre tu parli e mentre loro elaborano determinati conflitti, determinate difficoltà, determinati blocchi emotivi. Elemento importante. Cos'è che sta avvenendo a questa persona dentro, di cui sta parlando, ma che non lascia fluire fuori? Siccome non lascia fluire fuori e rimane bloccato dentro, chi è che subisce la pressione? La pelle! E la pelle si arrossa, la pelle ne soffre la pressione e la pelle quindi manifesta quello che può essere il disagio, manifesta quello che può essere il problema. Questo spiega perché determinati elementi appaiono su certe parti del corpo, molte volte, per esempio la psoriasi, si localizza su specifiche parti del corpo. Molte volte va coinvolgere quasi tutto il corpo, altre volte coinvolge parti molto specifiche. Ci sono esempi di manifestazione cutanea soprattutto, per esempio, sui gomiti, sul pube,


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sulle gambe, sul viso o sul collo. Quindi, da dove si manifesta e da come si manifesta, bisogna andare a vedere il rapporto di pressione che c'è fra interno ed esterno, cioè, fra ciò che è mio ed il rapporto con l'altro e soprattutto ciò che io sento qualcosa che appartiene alla mia totalità e che o non riesce a lasciare esprimere altre cose che io sento dentro ma che non riesco ad accettare nella mia totalità di identità personale e quindi emozioni, sensazioni, bisogni ... che non riesco ad accettare dove quindi troviamo, molti interessante e molto frequente in questo caso, la presenza di blocchi di pulsione legati soprattutto al rapporto con l'altro, ma al rapporto affettivo. Ecco allora, che molti disagi della pelleavvengono in primavera, per fare un esempio. Aldilà delle allergie respiratorie legate al respiro, a crisi asmatiche allergiche, ecc., che molte volte ci spiegano facendo riferimento al polline, facendo riferimento quindi a tutti questi elementi tipicamente primaverile ... e qui piccola parentesi: tener presente che il polline è un elemento sessuale della natura, quindi è una reazione che tu hai proprio come reazione ad un elemento che ricorda proprio la fecondazione che avviene in quel momento nella natura, perché il polline è l'elemento che rende la natura feconda. Ed ecco allora le domande che potremmo porci, ma staccandoci da quello che è il sistema respiratorio di cui abbiamo già parlato ... quello che può essere l'elemento pelle, epidermide, quello che appare a livello di pelle, che molte volte si rapporta proprio al fatto che la pelle rappresenta lo spazio fisico che ti permette il rapporto profondo con la realtà dell'altro e quando qualcosa ti impedisce questo rapporto profondo, che diventa quindi blocco affettivo, blocco emotivo, blocco di sentimenti, blocco di accettazione dell'altro, che diventa spesso, per esempio, il condizionamento avuto per il fatto che da piccolo non sei stato sufficientemente accarezzato, il fatto che da piccolo, per esempio, la mamma non ti accarezzava a sufficienza, non ti abbracciava, non ti massaggiava, non si facevano sentire di pelle e quindi, essendo mancato il rapporto di pelle da piccolo, in realtà sei cresciuto creando il blocco a tutto quello che diventava vero rapporto affettivo e a questo punto, la pelle può denunciare questo blocco. Blocco perché c'è qualcosa di te che non riesci ad esprimere perché tu sei bloccato, oppure sei bloccato semplicemente perché non riesci ad accettare che l'altro ti possa contattare a livello profondo che può essere a livello di pelle. Questo è un


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discorso che è estremamente semplice se volete, ma è in questo discorso che potete collocare la gran parte delle patologie della pelle, considerando che la pelle obbedisce a questo concetto di totalità. Quindi la pelle reagisce quando ... che sia una questione affettiva, che sia una questione emotiva, che sia una questione di poter amare qualcuno o la questione di poter essere amati da qualcuno, ma è sempre una questione che va a mettere in discussione la tua totalità. È come se tu per l'amore che ti manca o l'amore che non riesci ad esprimere, non è questione che è solamente una questione settoriale del tuo sistema, è che tu ti senti, a causa di questo, messo in discussione nella tua totalità. E in effetti, e può essere molto interessante che questo sia molto frequente in primavera ... perché? ... ... .... Perché la primavera è il momento del fiorire della vita, dell'esprimersi della vita, del manifestarsi all'esterno della vita. La primavera è il momento in cui la natura rompe la sua pelle per mettere fuori le gemme, quindi è il momento in cui la natura non rimane più chiusa in se stessa, ma riesce ad esprimere ciò che è dentro di sé, fuori, mettendo in atto quindi il processo di fioritura prima e di fruttificazione poi e quindi matura qualcosa partendo da sé che diventa in funzione degli altri. Quindi l'allergia che ti tocca in questo periodo è sempre da andare a rivedere in che misura e per quale ragione ... e c'è chi dice che una delle ragioni fondamentali che determina questi processi è sempre un rapporto soprattutto con la madre nella primissima infanzia, che cosa c'è che ti blocca o che cosa c'è che fa da filtro o che cosa c'è che rende la tua pelle limite spesso invalicabile e quindi quel limite invalicabile fa sì che la pressione dentro si esasperi che ti impedisce di esprimere all'esterno il potenziale di fecondità legato all'affettività, legato quindi chiaramente all'amore, legato quindi al rapporto cogli altri, ma collegato proprio alla fecondità ... che quindi rapporta il discorso spesso proprio perché viene coinvolto poi con la sessualità se volete, ma è il concetto di fioritura, è il concetto della vita dentro di te che è chiamata ad esprimersi fuori e quindi la pelle deve diventare qualcosa che lascia passare, quindi qualcosa che ti permette il rapporto, l'osmosi fra te e la realtà che è esterna a te. Da questo punto di vista ci potrebbero essere degli agganci molto interessanti di altro tipo.


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Il concetto del cambiare la pelle è il concetto che sottolinea l'idea del cambiare la vita. Uno che cambia pelle, cambia vita, quindi è il concetto di prima. Se io cambia la pelle è come se avessi un cambiamento radicale di identità. L'animale che viene simbolicamente tirati in ballo quando si parla di cambio di vita, di modifica di vita, rinascita ... è il serpente che è molto tipico per il cambio di pelle, che è colui che si spoglia della propria pelle e che rappresenta la capacità di rinnovarsi cambiando la pelle e che ricorda alla capacità di rinascere, spogliandosi della propria pelle vecchia che significa spogliandosi del modo di essere vecchio, con la capacità di rivestirsi del modo di essere nuovo. Tenere presente che il grande mutamento di pelle - da questo punto di vista, se pelle la consideriamo un aspetto dell'io e non la pelle fisica -, ma uno dei radicali mutamenti di vita che ci viene raccontato nei miti, per esempio nella Bibbia, è proprio il peccato originale del PARADISO TERRESTRE che è il momento in cui si passa da una vita di colui che dipende alla vita di colui che si crea la possibilità dell'autonomia; dalla vita incosciente alla vita cosciente. Quindi è la grande trasformazione radicale del nostro modo di essere e lo stimolo a questo cambiamento, nel mito del paradiso terrestre, è determinato dal serpente, così come il serpente lo troveremo attorcigliato alla base della colonna vertebrale come Kundalini destinato ad essere colui che determina il cambiamento radicale di vita quando tu, risvegliando l'energia Kundalini alla base da colonna vertebrale, andrai sollevandolo attraverso i tuoi Chakra attuando il grande cambiamento della tua vita. E quindi ricorda come il cambio della vita è veramente il tuo richiamo, il tuo destino, a cambiare la tua pelle. Se riuscita a fare il passaggio, il concetto fondamentale, e qui legatelo alla primavera di cui abbiamo già accennato, legatelo quindi alla grande sensibilità della nostra pelle in primavera, quindi legatelo a tutta una serie di elementi ... noi in primavera abbiamo una grande festa ... che è la festa di Pasqua, la quale è la festa della vita. Le cartoline degli auguri di Pasqua sono fondamentalmente: uova di Pasqua, pulcini ... l'uovo è il simbolo di Pasqua perché simboleggia il fatto di essere di nuovo concepito in un nuovo modo, un nuovo utero, per rinascere ad una vita nuova. È chiaro che però il concetto è un concetto che deve riproporsi ... in una vita nuova nel senso di abbandono della vita umana vecchia fatta di valori umani col rinascere alla vita nuova, alla vita spirituale che quindi ha il suo


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parallelismo sul fatto che quello che tu con l'uovo di Pasqua, con il pulcino ... e le cartoline di Pasqua sono le cartoline della primavera, il paesaggio delle cartoline è la primavera, il pesco fiorito ... DD/ l'agnello GiBi l'agnello già si ripropone un'altra cosa, comunque è sempre un passaggio anche quello. Quindi è associato con il fatto del Cristo che nella Pasqua, come messaggio, il messaggio è che attraverso la trasformazione della morte, uno risorge alla vita nuova: quindi è sempre il passaggio da una vita vecchia ad una vita nuova. Tenere presente che il concetto fondamentale della quaresima di preparazione alla Pasqua, nel vissuto della Pasqua, è il concetto di METÀNOIA. È un termine greco e viene tradotto in maniera abbastanza approssimativo con «conversione»: grande messaggio cristiano «convertitevi!», cioè «cambiate!». METÀNOIA nel senso stretto significa «RIVOLTATEVI». Avete presente un guanto? È come prendere un guanto e girarlo: ciò che è dentro che sia fuori, ciò che è fuori che sia dentro. In pratica il concetto dove lo trovate? È cambiare la pelle, cioè rivoltare la propria pelle. Se la pelle è il limite della mia vita,  la parte della pelle che guarda verso dentro è sensibile ed esprime la mia realtà interiore;  la pelle che guarda fuori è sensibile e percepisce ed attua quello che è esterno. Se tu rivolti la pelle, significa: fai attuare nella tua vita il valore che è quello vero, che è quello interno; e relativizza invece il valore che è esterno ... cioè, capovolgi il sistema di valori. E notate che è il concetto che si ripropone bene come concetto di cambiare la pelle, rivoltando la propria pelle, cioè rivoltando il proprio sistema, cioè capovolgendo il sistema di valori. Comunque questo è il discorso più semplice, più semplice nel senso che, capito il concetto della pelle come limite, della pelle come limite fra me e l'altro, dal punto di vista fisico, della pelle che mi rappresenta il mio io cosciente che fa da limite fra ciò che io gestisco e ciò che mi è inconscio


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e quindi che ha bisogno di trovare spazio di espressione in me ... coloro che avessero problemi a questo livello, da questo punto di vista le

domande da farsi sono queste:

 che cosa dentro di me non riesce a fluire fuori e la mia pelle gli fa da blocco?  o che cosa da fuori ha bisogno di entrare in me e la pelle gli fa da blocco? Dove molte volte quando la resistenza è verso qualcosa che è fuori risulta essere una forma di reazione dove la pelle viene spesso indurita ... vedi calli, verruche. E poi c'è un altro modo di dire «non avere nessun neo», nel senso di quando si è immacolati, si è senza errore, senza macchia, una realtà senza nei, cioè la pelle che è pulita, che esprime bene la tua realtà. Comunque, è da questo punto di vista che vanno valutati questi fenomeni che vanno dalle forme allergiche che riguardano la pelle, alla psoriasi che è una delle forme più evidenti, dove tra l'altro, da tener presente, che spesso queste forme cosa presuppongono come reazione da parte nostra? ... ... .... Il GRATTARSI. Il grattarsi che cos'è? È la forma con cui tu sei obbligato a prendere contatto, solamente che in questo caso è prendere contatto come per tirare via quello che fa da ostacolo e spesso appunto questo presuppone una carenza da parte nostra, fra noi e il resto, di contatto epidermico. Perché in effetti spesso può essere un tirare via le croste per lasciare che quello che c'è dentro venga fuori. Oppure un darsi una compensazione di contatto che non riusciamo a darci in un'altra maniera. Poi le sfumature possono essere tante però questo è l'ambiente, la collocazione, in maniera generica, dove collocare questo elemento. Ma ripeto, l'importante è tener presente che quello che accade a questi livelli in genere, lo consideriamo qualcosa che ci coinvolge in maniera globale, cioè qualcosa che riguarda me nella mia totalità. Quindi, che sia affetto, che sia attrazione, che sia incapacità di esprimere le emozione, che sia necessità di essere presi in considerazione che spesso diventa necessità ad essere accarezzarti, cioè necessità ad essere contattati, considerando sempre quello che può esserci accaduto da bambini che possa determinare un condizionamento in questo, tutto questo può esprimere quando ci manca ed è come se ci mancasse qualcosa per dare consistenza, valore, ad


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una nostra totalità. Per quello, che ci siamo introdotti questa sera distinguendo bene quello che io vivo come totalità e quello che potrei vivere come settore della mia esperienza. Ecco qui viene coinvolte come denominatore il più delle volte proprio il senso della totalità. Abbiamo accennato a quello che avviene come patologia sulla pelle. Indubbiamente la pelle diventa anche lo spazio dove noi esprimiamo, buttando fuori, quello che magari introduciamo ... tipo ... un'indigestione, oppure mangi qualche alimento per cui poi ti si arrossa la pelle perché butti fuori quello che può esserci ... ecco la pelle come punto di passaggio. Ma un elemento molto interessante è tutta la parte positiva dell'uso della pelle, non la patologia ... tipo i tatuaggi che sono i disegni che tu ti fai sulla pelle, il trucco ... le donne soprattutto e adesso un po' anche gli uomini ... e, portato il discorso un più avanti, diventa anche il vestito, perché diventa la seconda pelle, la pelle con cui ti manifesti e qui penso che diventerebbe interessante il concetto comunque di vestito rituale più che di vestito normale. Il vestito normale ok ... nel come curi il vestito, da come il vestito diventa un elemento con cui ti esprime, stabilisci il contatto per esempio, attraverso il vestito spesso noi mandiamo messaggi, soprattutto in certi capi, il vestito diventa l'elemento messaggio di vario tipo. Ma, al di là di questo, soprattutto il vestito rituale che potrebbe essere rapportato da un certo punto di vista molto più strettamente a quello che può essere il tatuaggio, per esempio, ecco il tatuaggio è la forma con cui cambi la tua pelle, cioè tu dai alla tua pelle un'altra forma, cioè tu esprimi sulla tua pelle immagini, quindi simboli, quindi realtà. Il tatuaggio rappresenta la maniera con cui ... soprattutto i tatuaggi rituali in molte tradizioni dove lo stregone, lo sciamano ... si dipingono la pelle soprattutto nel momento rituale in cui agiscono, attuano, diventano la forma con cui ... e notate quindi il discorso della pelle che abbiamo fatto prima ... è la forma con cui noi cerchiamo di rendere visibile all'esterno , e quindi attuabile, il potenziale di potere energetico, spirituale che abbiamo dentro. DD/ quelli che si facevano una volta come ritualità hanno la stessa valenza di quelli che si fanno oggi? GiBi quelli che si fanno oggi, non sono più rituale; quelli che si fanno oggi sono forme con cui noi rendiamo maggiormente visibile all'esterno e quindi attuale nel senso di attivo, forze interne.


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C'è un film di parecchio tempo fa di cui non ricordo neanche il titolo, ma è il tatuaggio che uno si fa fare, mi sembra su un braccio, ed è un tatuaggio fatto con una sostanza particolare, che è il disegno di una donna, che diventa praticamente la forma di allucinazione costante di questo individuo come se fosse una realtà esterna che lo condiziona. In pratica diventa, esasperato poi nel racconto, la donna che gli impedisce di stabilire qualunque tipo di rapporto con altre donne fisiche perché lei dice «tu sei mio e non puoi appartenere a nessun'altra», ed è una donna che lui si è tatuato sulla pelle e che rappresenta quindi una forza sua interna che attraverso l'immagine si esprimere all'esterno e prendere talmente concretezza da diventare un fenomeno come se fosse un rapporto di dualità, un rapporto con un'altra entità potremmo dire, con un'altra forza, è una forza che lo domina e che poi alla fine lui cerca di superare e risolvere. Comunque c'è un film che ricorda esattamente questo.

Allora, il tatuaggio di oggi, il tatuaggio con cui ci aiutiamo a rendere visibili degli elementi inconsci, ma che purtroppo spesso non sono neanche positivi più di tanto, perché molte volte molti tatuaggi sono mostri, sono demoni, sono cose poco luminose, ma è il modo con cui forze interne premono al punto tale che tu, per dare spazio o per non esplodere dentro, gli dai una finestra di espressione all'esterno, il che significa che incominciano a diventare ... attenzione che diventano effettivamente energie operative con cui tu poi continui a rapportarti con la realtà esterna; cioè diventano elementi effettivamente attuabili, e attivi e forti. La stessa cosa naturalmente, attenzione, che su quest'onda, non quella del tatuaggio, ma dovremo valutare il trucco. Il trucco va considerato, rapportato, a quello che «la pelle è il volto del mio corpo». Quindi, la pelle è il modo e lo spazio dove ciò che io ho dentro si esprime fuori ed dove il volto chiaramente è l'elemento privilegiante in questo. Allora, truccarsi ... e poi li c'è il truccarsi poco, il truccarsi molto, quel trucco che molte volte tende a nascondere completamente la realtà effettiva della tua pelle, ecc., è una forma con cui noi potremmo non star vivendo bene la nostra realtà, ma abbiamo bisogno di coprirla, di camuffarla , di modificarla. In realtà spesso è un elemento di non perfetto equilibrio nel contatto di se stessi. Non per niente, spesso il trucco diventa che cosa? Il modo con cui la donna risponde non a se stessa, ma a ciò che gli altri s'aspettano da lei. Perché si vive molto il fatto che spesso la donna deve rispondere alle


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esigenze dell'uomo. E questo fa riferimento a tutti i discorsi dell'evoluzione genetica, ecc., in cui la femmina tende sempre ad attrarre maschio e quindi la femmina agisce sempre nella funzione di rendersi appetibile e quindi di stabilire il contatto ... e lì chiaramente anche l'uso dei profumi entra nel discorso del tipo di rapporto che si stabilisce con le persone. E in questo senso però, mentre un uso di un certo tipo può essere uno uso che va a perfezionare, in qualche misura, la forma con cui tu riesci ad esprime quello che sei, in gran parte può diventare il modo con cui tu, insoddisfatto di quello che sei, ti modifichi per sembrare quello che non

sei.

Ed ecco allora l'elemento ultimo che vado ad agganciare di richiamo, la grande tendenza del trucco spesso usato per nascondere la ruga, perché la ruga è ciò che la vita scrive sulla tua pelle, è il racconto della tua vita, è quello che la tua vita scrive su questo libro visibile ... e difatti c'è tutto un sistema anche di lettura simbolica delle rughe. Quindi è il modo con cui uno, praticamente, nasconde la propria storia. Ma tutto questo, attenzione, fa parte di quel prezzo che noi paghiamo nella vita al fatto di non accettarne le leggi, di non accettarne le leggi naturali. Quindi la vita ... è il mito dell'eterna giovinezza ... la vita è vissuta con la tendenza a non invecchiare mai, di non cambiare mai, di essere sempre efficienti, di essere sempre belli, di essere sempre all'altezza, di essere sempre secondo dei criteri che non rispettano assolutamente la vita stessa e quindi in fondo è il profondo rifiuto alla morte perché rifiutiamo il fatto di dover lasciare questa nostra corporeità in funzione di un'altra dimensione di valori. Tutto questo rientra nello stesso discorso. Però ripeto, ecco i tatuaggi, ecco i vestiti rituali ... ecco tutte quelle forma esterne ... dico vestiti anche rituali perché siamo nel concetto di Pasqua, dove la PASQUA è molto simbolicamente legata a tutto questo. Quindi il vestito rituale che diventa, per il sacerdote, per lo sciamano, il mago, quello che sia, la veste che gli permette di esprimere in maniera più evidente e concretizzare creativamente in maniera più evidente determinate forze che lui in quel momento cerca di esprimere: lui è l'anello di espressione di quelle forze. Ecco allora il sacerdote che si veste di verde piuttosto che di rosso, si veste di giallo piuttosto che di bianco, perché sono forze, a livello del colore, a livello di simbolismo, a


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livello di vibrazione, che tu sei chiamato ad esprimere in maniera particolare in quel momento e fa parte tutto di queste immagini esterne. Ecco la pelle che è l'elemento sicuramente più interessante da questo punto di vista ed è bellissimo ... ci sono anche degli spot adesso di donne più o meno nude, tutte tatuate ... in molte tradizioni, per esempio, la donna che si dipinge tutta la pelle. La pelle diventa l'elemento espressivo esterno della vita interna, quindi diventa il modo con cui la pelle ti aiuta manifestare all'esterno ciò che tu hai dentro, nascosto, o dentro, potenzialmente portato a doversi esprimere. Giustamente uno potrebbe dire che fatto nella maniera corretta potrebbe anche essere buono farsi fare un bel tatuaggio di quello che vi portasse fuori qualcosa di molto interessante. Può essere usato a livello terapeutico in questi casi, perché certi elementi-blocchi, possono trovare il modo di uscire fuori e questo in effetti spesso lo usiamo. A carnevale, quando ci si trucca, in effetti aiuta anche a questo: perché molte volte ci si trucca per rendere visibile all'esterno realtà che uno in fondo nasconde dentro col vantaggio che quando una realtà viene resa visibile viene facilmente integrata nello stato di coscienza con la possibilità quindi di sottoporla a una rielaborazione e quindi anche ad un possibile cambiamento. E questo è un processo terapeutico molto interessante e la pelle è uno spazio che si presta molto a questo. Allora, domande se ci sono. DD/ nell'argomento pelle si possono include anche i capelli ... GiBi la perdita di capelli potresti dire. Sì, in qualche misura la pelle, i capelli, i peli ... tutto quello che si esprime a livello epidermico ... DD/ quelli che si mangiano le unghie è un discorso dello stesso tipo ... GiBi sì, sì. DD/ io vorrei tornare un attimo indietro quando lei parlava del camionista che ha ucciso la bambina, del senso di colpa di questa persona. Prima ancora parlava di mal di testa dovuti a problemi finanziari. Praticamente noi ci auto puniamo: nel momento in cui ci sentiamo in colpa


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per qualche cosa o comunque non riusciamo a stabilire un equilibrio, non riusciamo a trovare un rapporto equilibrato, ci auto puniamo e provochiamo, se non la morte, possiamo provocare tanti problemi ... per cui i problemi della pelle. Allora mi viene un dubbio: le persone che soffrono di malattie, di patologie della pelle, che spesso sono ributtanti ... perché i problemi delle malattie della pelle che sia la psoriasi ... GiBi cioè che rende la persona ributtante? Segue esatto ... è una auto punizione che la persona si fa per allontanare le persone e quindi comunque ci auto puniamo. GiBi non è l'unica interpretazione quella di dire che sia un'auto punizione, perché molte volte è un'auto guarigione nel senso che la malattia della pelle viene spesso considerata il modo con cui il corpo si libera anche di determinati elementi, cioè dà sfogo a determinati elementi in maniera patologica, ma comunque il processo posteriore, quando viene superato il processo, l'individuo si trova ad essere più libero. Quindi è una maniera che non è solo di punizione, può essere anche di liberazione, può essere anche una maniera terapeutica di guarigione. Segue però quando la persona arriva a morire ... GiBi certo, in questo caso Segue al limite, però è un'auto punizione. Però, una persona che uccide involontariamente un'altra persona, comunque ha addosso un carico di energia che sconvolge e da qualche parte deve pur sfogare quest'energia. Come fa? Qual è il modo per sfogare senza auto punirsi. GiBi il modo per sfogarsi senza auto punirsi in situazioni che non sono solamente questa, sono infinite, l'unica maniera per riuscire a incanalare queste energie che esplodono in noi è, quando noi ci troviamo a vivere esperienze di questo tipo, quindi che fossero esperienze in linea generale non positive, esige nella nostra interiorità una dimensione di profonda spiritualità o religiosità. Cioè, ci vuole una capacità di saper collocare questi fatti in un sistema di valori che sia notevolmente più amplio dove, la vita dell'essere umano comunque riesca ad essere un valore più grande di qualunque fatto possa accadere. Questo te lo può dare solamente una visione spirituale religiosa. Voglio dire, in maniera molto banale, è una delle indicazioni che mi sembra che dessero, e credo che la diano ancora, a tutti gli aspiranti istruttori di nuoto quando dicono:


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«quando uno sta annegando fai tutto quello che è possibile comunque ricorda sempre che è meglio un morto piuttosto che due». È inutile che tutti butti a salvare uno che annega e anneghi con lui, non serve a niente. Se puoi fare, fai tutto, ma ricordati che un morto è meglio che due. Ed è l'elemento importante da tenere presente: la vita è sempre più importante di qualunque cosa accada. Quindi mi può accadere anche di vedere una bimba che muore sotto le ruote del camion che guido io ... se lì non c'è una visione spirituale sufficientemente amplia che ti permetta di collocare un fatto drammatico di questo tipo, che potrebbe essere un fatto drammatico di qualunque tipo, in un sistema di valore e di valori tali dove comunque la tua vita merita di continuare ad andare avanti, nonostante tutto, ... se non c'è questo sistema di valori che solo ti dà una visione spirituale molto più amplia, il sistema auto punitivo, il sistema di ogni tipo di perdita di significato ecc., diventa un sistema naturale e quindi inimitabile. Segue se è al posto di questa bambina fosse morta una signora di 90 anni ... GiBi probabilmente si sarebbe fatto meno problemi ... Segue esatto, avrebbe avuto l'ulcera, gli sarebbe venuta una dissenteria, un mal di testa ... di sicuro non si sarebbe … GiBi di sicuro non sappiamo, però ipoteticamente poteva essere diverso Segue diciamo che avendo distrutto la vita di una bambina la sua reazione sia stata molto più grande. Il punto è - come lei diceva - bisogna avere una visione molto spirituale ... il punto è il perché facciamo delle cose. Ccioè, se io uccido questa bambina volontariamente logicamente posso anche auto punirmi; se invece la uccido involontariamente non sono veramente colpevole di questa morte GiBi lì c'è un elemento critico da valutare. C'è l'elemento critico nel senso che se tu la uccidi volontariamente indubbiamente c'è un atto di responsabilità determinato dal fatto che tu sei cosciente in quel momento di ciò che fai ed essendo cosciente potresti anche trovare la capacità di non farlo. Questo peggiora, da un certo punto di vista, le cose in quanto c'è questo piccolo spazio di libertà. Ma in effetti, dal punto di vista di una domanda fondamentale come quella che ti fai tu ... perché succedono queste cose? ... uno ti direbbe:


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«perché devono succedere» «perché succedono?» «Perché devono». Le cose che ci accadono, ci accadono solamente perché noi vogliamo? No! Accadano anche quando noi non vogliamo. Perché accadono quando non vogliamo? Perché hanno una motivazione per accadere che non è quella che noi vogliamo, ma esiste una motivazione per cui accadono. Qualcuno dice: è destino. Qualcuno dice: è un progetto di vita. Qualcuno dice: è un karma. Qualunque cosa noi diciamo, diciamo semplicemente che esiste un presupposto che rendeva necessario quel fatto che sta accadendo, lo rendeva necessario. Questo spiega comunque molte volte il perché di fatti che accadono e che non hanno nessuna logica. Cioè, non hanno logica nel senso che c'è gente che cade in un burrone con la macchina, rotola per cento metri ed esce fuori senza un graffio; e c'è gente che cade dalla sedia e rimane secco. E uno dice: «dov'è la logica?» La logica non esiste da questo punto di vista, esiste il giusto, ma il giusto alla luce di che cosa? Alla luce di elementi che a noi purtroppo sfuggono. È lì il punto! Se uno di fronte a questi fatti ... non siamo esenti dalla responsabilità nella misura in cui siamo coscienti. Ma comunque ... e lì il buon padre Vannucci che io amo citare spesso, quando dice: da 2000 anni a questa parte, da quando è avvenuto questo cambiamento radicale dell'evoluzione umana in cui questa forza Cristica è entrata a trasformare il mondo, il pianeta, ecc., è cambiato il sistema di valori. Cioè, prima era possibile commettere qualcosa sulla base del quale tu potevi essere messo a morte - di fatti noi è la prima cosa che dovremmo chiederci: se noi prendiamo la storia ebraica da Gesù Cristo andando indietro ... una delle normative scontate da tutti era che se commettevi qualcosa, ti lapidavano, ti uccidevano ... di fatti anche Gesù Cristo di fronte alla donna ... «è adulterio, bisogna lapidarla» ... lo mettono alla prova, è scontato, nessuno si meravigliava di questo - da quel momento in poi la cosa cambia ed il buon padre Vannucci sintetizza il tutto in una maniera estremamente efficace quando dice:

«da 2000 anni a questa parte, è cambiato il sistema religioso per cui noi possiamo mettere in gioco la vita, ma solamente la nostra, non quella degli altri.» Qualunque cosa accada, nessuno di noi ha più il diritto o la giustificazione per mettere in gioco la vita dell'altro, l'unica vita che puoi mettere in gioco, e questo hai il diritto di poterlo fare, è la tua. Ecco allora che è uno


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può sacrificarsi in nome di un altro, ed infatti uno che si sacrifica nel nome di un altro lo fanno santo nel giro di pochi anni perché dimostra un distacco dalla propria vita umana assoluto. Questo è il sistema. Però, se uno non ha la conoscenza di questo sistema indubbiamente quando accadono queste cose, pensi che sia colpa tua e quindi senso di colpa o auto punizione o auto castigo ... questi sono i sistemi naturali di azione psicologica. DD/ un bambino è nato con un puntino … (collo) … e se ne sono accorti dopo alcuni mesi perché incominciava ad allargarsi fino a coprire la grandezza di un palmo ed all'apparenza sembra una scottatura e non sanno darsi una spiegazione neanche i medici. Volevo chiederti un parere … GiBi può entrare nel campo di una voglia? L'unica meraviglia da questo punto di vista, la domanda che uno si pone è perché accada al bambino. In realtà, tutto quello che si esprime sulla nostra pelle, se noi consideriamo la pelle come il volto del corpo ... noi abbiamo un volto che è il volto dell'individuo, cioè la definizione che vediamo di noi stessi; poi tutta la nostra pelle è il limite esterno della nostra realtà fisica e quindi quello che si esprime a livello di pelle può esprimere un qualcosa che uno porta dentro e che modifica il modo con cui tu ti esprimi all'esterno. Segue ma, la posizione dove esce? GiBi certo che la posizione è significativa, bisognerebbe vedere la posizione che cosa possa indicare perché ogni posizione si presta a varie spiegazioni.

Un caso che io avevo letto su un libro tempo fa parlava di una forma di psoriasi di una persona che aveva questi arrossamento nella zona pubblica e sulle mani, ma inizialmente sulla mano sinistra con due macchie molto particolari che inizialmente non si erano spiegati il perché, le quali due macchie poi si sposteranno sulle punte delle dita e quando scompaiono dalla mano sinistra riappaiono esattamente uguali sulla mano destra. Ecco, e un po' forse un caso di quelli limite .... Nell'analisi che la paziente ad un certo punto fa di se stessa, casualmente era andata a vedere un libro di interpretazione delle linee della mano e aveva trovato che le macchie che lei aveva sulla mano, poi spostatesi sull'altra mano con molta precisione,


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erano sul cosiddetto monte di Venere e monte di Marte. E quindi, attraverso questa definizione della zona della mano, Venere e Marte, che erano l'aggressività da una parte (Marte) e l'affettività dall'altra (Venere), riproducevano esattamente la sua problematica. Prima la mano sinistra perché era quella sensitiva quindi non manipolativa e poi quando scompare dalla sinistra, appare sulla destra perché a un certo punto diventa la situazione che rappresenta il blocco che lei ha a livello operativo. È un esempio, come dire, la collocazione delle macchie spesso non è facile da andare ad interpretare perché ogni posto dove esce la macchia può diventare passibile di varie interpretazioni, quindi bisognerebbe vedere poi con la persona specificamente. Il collo chiaramente è già un punto importante di significati, il collo è comunque, fra le altre cose, il collegamento fra la testa ed il corpo. Il mento, se tu consideri il mento, nella distinzione del volto, 1. dalla linea della bocca in giù è la parte fisica, della fisicità della vita; 2. dalla linea della bocca a metà occhi è l'emotività; 3. e da metà occhi in sopra è il mentale. Faccio degli esempi! Se tu da questo punto di vista vai a vedere la parte della macchia, potrebbe rappresentare la possibilità di masticazione o toccare questa zona che è legata per esempio a questa funzione importantissima il che presuppone la prima forma di capacità di riduzione del cibo ad essere assimilabile, quindi il primo contatto con la realtà fisica cibo di cui parlavamo quando parlavamo di sistema digestivo. Se tu collochi sempre questa zona, può essere un certo tipo di Chakra. Il Chakra della gola che è il Chakra della voce e quindi è il Chakra rappresentato, per esempio, nell'invocazione della struttura Padre Nostro, al Nome; quindi è rapportabile a quello che può essere la reale, profonda e completa accettazione della propria realtà destino. Abbiamo fatto 4, 5 esempi? ... possiamo trovare una collocazione di significati enormi da cui ... perché da bambino gli esce? ... poi con l'agopuntura, con i meridiani, ecc., si possono trovare altri collegamenti DD/ può essere un caso ... GiBi può essere qualcosa che lui è fondamentalmente destinato ad avere lì come un qualcosa che ricorda questa sua vita ... con la possibilità, in questo caso, di averlo e comunque nasconderlo. Diverso se gli fosse


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venuto sulla guancia dove sarebbe stato molto meno facile nasconderlo. Poi, nella misura in cui l'individuo, quando gli capitasse qualcosa di questo tipo, volesse veramente entrare e darsi una risposta, lì bisognerebbe fare una ricerca specifica su se stessi, partendo da se stessi. DD/ ... le prime domande che uno si deve fare su patologie della pelle sono:  se c'è qualcosa che non riesco ad esprimere o  se c'è qualcosa che non riesco a far entrare. Mi chiedevo se c'era una relazione fra queste cose e il fatto che si manifestino su parti del corpo visibili agli altri o meno visibili, per dire sulla schiena piuttosto che sul volto? GiBi è che tutto dipende da che cosa esprimi tu attraverso quelle macchie o attraverso quello sfogo. Quindi, spesso il fatto che appaiano le macchie sulla parte visibile del corpo, sottolinea proprio il fatto che ciò che succede in quel momento riguarda il rapporto fra te e gli altri e quindi in quel momento tu stai stabilendo un dialogo-comunicazione con l'altro o impedendo che l'altro, per esempio, possa rapportarsi a te; o castigando te stessa e impedendoti di esprimere bene quello che tu vorresti esprimere con l'altro. Giustamente, in molti di questi casi, la psoriasi fa sì che la persona che ha enormemente bisogno, per esempio, di affetto e di contatto fisico, si rende tale da non essere affettuosamente accarezzato perché anche se uno lo volesse non può farlo perché gli fa male. Quindi è una specie di forma con cui esprimere il messaggio, ma esprimendo il messaggio ti precludi, ti castighi o ti punisci per quello che stai vivendo, quindi entri spesso in un circolo vizioso e quindi questo sottolinea come il fatto delle manifestazioni della pelle, al di là che noi spesso possiamo trovare delle ragioni esterne o si sta tentando di trovare ragioni esterne attraverso elementi chimici come polline, polvere da fieno, elementi allergici a livello esterno o infinite cose con cui spesso tendiamo di spiegare, in realtà il fenomeno interno di come tu ti vivi a livello simbolico sembra essere fondamentale. Tanto è vero che in molti casi gente che dice che la propria reazione allergica a livello epidermico era determinato, per esempio, da certe sostanze, facendo la prova, uno dei casi dei tantissimi fatti ... allergico ai latticini e cose di questo tipo ... perché bastava che lui bevesse un po' di latte per avere uno sfogo allergico


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immediato, gli fanno mangiare una torta che ufficialmente è conosciuta come una torta dove è assolutamente assente quel tipo di prodotto, ma in quell'occasione l'avevano fatta fare apposta riempiendola di quel prodotto ... lui, mangiando la torta, siccome era convinto che non ci fosse, non ha avuto nessuna allergia, il che significava che era una questione psichica rielaborata magari inconsciamente ma era una questione psichica. Non tutti i casi sono così chiaramente, però ci sono casi in cui si sottolinea che l'elemento psicologico qualche volta può essere determinante. Segue in linea generale, quando la parte è meno visibile, riguarda più un rapporto con se stessi? GiBi potrebbe essere, oppure potrebbero essere finalità diverse ... tipo ... quelle dei gomiti io spesso la interpreto come legata ... i gomiti noi come li usiamo? DD/ per appoggiarsi GiBi a parte che con i gomiti ti appoggi o ti fai forza ... DD/ fare a sgomitate nella vita GiBi può essere, ma può essere anche «l'olio di gomito», cioè la capacità di darsi da fare, quindi la capacità di esprimere quello che tu sai di dover esprimere e non lo esprimi. Molte volte possono essere abbastanza banali le cose, altre volte possono essere più sottili, dipende da quello che sta vivendo la persona perché tocca la totalità il fenomeno, ma attenzione, la totalità è toccata dall'emotivo, la totalità è toccata dalla storia del passato, la totalità è toccata dalla capacità che hai creativa di esperimenti, totalità è toccata dal rapporto che stabilisci cogli altri: la tua totalità in se stessa rielabora qualunque tipo di aspetto. DD/ la constatazione che hai fatto prima dovrebbe far presupporre che con l'autosuggestione, con l'ipnosi, ... GiBi io penso che se fosse capace di farlo bene, uno molti aspetti potrebbe risolverli Segue perché se lo facciamo con il dolore, con il sanguinamento, ed altre cose ... ma fino a che punto e per quanto tempo, secondo le tue conoscenze, questo è applicabile? GiBi non c'è limite secondo me. Fino a che punto questo può arrivare a risolvere il problema?


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Segue quante sedute ad esempio GiBi lì è molto soggettivo. Io ho seguito persone, per esempio, da questo punto di vista specifico dove ho un caso di una persona, spostando il discorso, anoressica che tiri fuori in 2, 3 mesi e c'è la persona che non la tiri fuori per niente. La persona con allergie primaverili, per esempio, legate propria a macchie veramente notevoli sulla pelle accompagnate da crisi respiratorie ... alleggerimento del fenomeno mentre si lavorava terapeuticamente, ma all'annullamento della cosa non è mai avvenuto ... perché? Perché non è mai effettivamente avvenuto un passaggio. Cioè, è avvenuta la focalizzazione di quello che poteva essere il problema rapporto con la madre -, ma non è avvenuto effettivamente l'elemento di distacco e allora, momentaneamente hai il beneficio però lentamente continui a riprodurre il sistema. Quindi è molto soggettivo perché lì dipende dalla ricettività. Io lo definirei in questa maniera: dalla voglia effettiva che uno ha di venir fuori, perché al di là che si lamenta, al di là che gli faccia male, al di là che non riesca, alla fine c'è un attimo finale, l'atto finale ... il passaggio non c'è e quel passaggio di quel passo non lo può fare nessuno al posto tuo che vivi la situazione. Molte volte, al di là del fatto della sofferenza, in fondo però fa comodo, ci si adagia. DD/ il colore della pelle può significare qualcosa dello stato di salute della persona? GiBi certo. La pelle più pallida, la pelle più rossa. Per determinate patologie epatiche, ad esempio, tu puoi avere la pelle gialla, si sa questo, puoi avere la pelle che assume un certo tipo di colore. Il colore ideale della nostra pelle, al di là del fatto di coloro che hanno la passione della pelle abbronzata che devono essere coloro che hanno un legame karmico non completamente slegato di vite vissute in Africa con la pelle nera, comunque il colore ideale della pelle è il colore rosa che è poi il colore del bambino quando sta bene. Già il rosso è il colore dell'eccitazione, il colore dell'aggressività, il colore di quando c'è la grande circolazione del sangue quindi è il colore di una forma di eccitazione e di accelerazione. È il rosa il colore ideale, sullo sfondo del bianco. Sono le 11 e 30 facciamo l'esercizio così andiamo a casa.


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Cerchio luce Occhi chiusi respira profondamente ... e rilassa bene il tuo corpo (15 senti piacevolmente il contatto con le persone che ti stanno a fianco... e senti il contatto con tutte le persone che sono qui con te (12 immagina un raggio di energia che scende dall'alto su di te (7 accogli pienamente questa energia ... che scorre lungo la tua colonna vertebrale ... che fluisce in tutto il tuo corpo (7 visualizzala e sentila come una forza ... che porta equilibrio ... che porta benessere ... quindi senti il tuo corpo che si rilassa (9 senti il tuo corpo che diventa più leggero (5 più equilibrato ... più armonico (4 osserva il tuo corpo che diventa luminoso (7 e senti la luce come ... la migliore forma di esprimere la tua vita ... quindi senti la luce come l'immagine del benessere ... l'immagine della forza (5 l'immagine dell'armonia (12 immagina lasciare fluire e scorrere questa energia attraverso la tua mano destra ... e sentila come un dono d'amore, un dono di vita che offri agli altri ... e riaccoglila come un dono d'amore e di vita che gli altri fanno a te (10 e senti te stesso fluire in questa energia ... in questo cerchio formato da tutti noi (7 senti profondamente l'unione e la fusione ... la comunicazione con gli altri (12 e senti ... piacevolmente e affettuosamente il contatto ... attraverso la tua pelle che hai ... con chi ti sta seduto a fianco (3 il contatto di pelle fra le mani (5 ricorda quello che noi consideriamo nella vita come il prendersi per mano ... "qualcuno mi ha preso per mano e mi ha aiutato, mi ha guidato (3 mi ha portato fuori dalla situazione" (5 ed allora sentiti colui che ... è capace di lasciarsi prendere per mano ed è capace di prendere per mano (9


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sentiti veramente colui che è capace ... di stabilire con gli altri quel contatto ... quel contatto di pelle ... cioè quel contatto sufficientemente profondo (5 che ti permette di essere in profonda sintonia con la vita dell'altro (12 ed allora pensa alle persone con le quali la vita ti sta chiedendo di essere profondamente in sintonia (7 i membri della tua famiglia ... della tua famiglia di origine ... i membri di quella famiglia che hai costruito tu, se ce l'hai (6 le persone che lavorano con te (5 le persone che condividono i tuoi spazi (13 attraverso la luce che ricevi, attraverso la luce che ... vivi in questo fluire ... in questo cerchio di luce, in questa condivisione ... fra tutti noi ...... in questa energia che senti vibrare dentro di te ... sentiti capace di cambiare la tua pelle, cioè di cambiare il modo con cui ti rapporti con tutte queste persone (21 e che sia questo l'augurio che ci scambiamo stasera ... per questa festa che ci prepariamo a vivere ... e che non sempre è sentita ... così profondamente come altre feste come il Natale, per esempio, ... pur essendo più importante, più profonda, più coinvolgente (4 BUON PASSAGGIO, buona Pasqua, buon passaggio (3 l'augurio che ci diamo è la capacità di passare ... ad una vita più intensa, più vera, più profonda ... più vissuta (12 l'augurio ... di questa primavera ... che sta avvenendo ... anche con i suoi alti e bassi in questo periodo ... che diventi la tua primavera ... come vera rinascita ad una capacità nuova di esprimerti ... e di essere per gli altri (10 è l'augurio che tu possa ... offrire qualcosa di meglio a tuo padre e a tua madre ... che tu possa offrire qualcosa di meglio a tuo marito o a tua moglie (3 che tu possa offrire qualcosa di meglio a tuo figlio (8 che tu possa offrire qualcosa di meglio al tuo vicino di casa (32 e quindi immagina lasciare scorrere veramente con intensità questo augurio ... lasciarlo scorrere attraverso quella luce che ... fluisce dalla tua mano destra (6 e lasciarlo scorrere verso tutte le persone che conosci (21


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ma sia anche e soprattutto ... l'augurio che dai a te stesso ... che tu sia veramente capace ... di accogliere ... pienamente ... di accettarti pienamente (3 di amarti pienamente (6 se è necessario ... di perdonarti ‌ pienamente (22 ora con qualche respiro profondo ... riprendi le normali sensazioni del tuo corpo (9 e preparati a poter riaprire gli occhi.

Allora ...

BUON PASSAGGIO !


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