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Brescia, 27/05/1998
Conferenza di
Giambattista Pagani
Pratica ed Esperienza di guarigione:
il
TUMORE
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NOTA PER IL LETTORE: questa conferenza può essere ASCOLTATA sul sito:
www.giambattistapagani.com
CONFERENZE
1998
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Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato in questo volume se vorrà considerare che si tratta di insegnamento esclusivamente orale.
Testo, NON rivisto e NON coretto dall'autore, trascritto a due mani da «Mendoza & Stefano»
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I MENSILI TEORIA E PRATICA DI GUARIGIONE
TEMI COLOGNE (BS) Hotel Alcazar 24/09 “IL CUORE” 1° 29/10 “IL CUORE” 2° 26/11 “I RENI” 17/12 “POLMONI” 28/01 25/02 25/03
22/04 27/05
17/06
MILANO CMS 25/09 30/10 27/11 18/12
“IL SIST.DIGESTIVO” “IL CERVELLO” “LA PELLE” “GLI ORGANI SESS.” “IL TUMORE” “AIDS”
29/01 26/02 26/03 23/04 28/05 18/06
Da oltre 30 anni la metodologia “SILVA” ha dimostrato di essere uno strumento efficace per ampliare la capacità di percezione e comprensione e sviluppare le possibilità di autoguarigione e di guarigione. Attraverso la comprensione del significato psicologico-spirituale degli organi del corpo e delle rispettive malattie possiamo imparare ad usare meglio le nostre potenzialità per il nostro benessere e per aiutare gli altri. Impariamo a capire per imparare a guarire. La vera guarigione è una trasformazione che non riguarda solo il corpo, ma soprattutto l’anima: cambiando atteggiamento e comportamenti rafforziamo il nostro benessere e ci difendiamo dalle malattie. Ogni serata prevede l’uso del Laboratorio per la comprensione e per la guarigione in relazione al tema previsto.
AVVERTENZE 1. Gli incontri sono riservati ai Diplomati “Metodo Si/va Coloro che non hanno frequentato il Metodo Si/va possono partecipare solamente se presentati ed accompagnati da un Diplomato. 2. La partecipazione a queste serate prevede il possesso della “Tessera CMS” di abbonamento annuale (L. 192.000 iva inclusa) oppure un contributo per ogni serata (L. 25.000). “.
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Tutti i temi sono belli, ma stasera abbiamo proprio un bel tema. C'è qualche domanda, qualche precisazioni da aggiungere ... anche sull'arco delle conferenze fatte fino adesso, sui vari incontri, sui vari organi, sulle varie simbologie ... se avete rimuginato cosa, rielaborato qualcosa. Domanda ultimamente ho dei giramenti di testa forti. Tu quando parlarvi della testa ... GiBi abbiamo parlato della testa in corrispondenza a quello che è il 5° elemento ... torneremo a parlare di testa un po' anche questa sera, anche se può non sembrare ma torneremo a parlarci anche questa sera. Parlando di testa, cioè parlando del cervello, serve come ripasso, parlando del cervello ci siamo trovati a parlare di ciò che riguarda il 5° elemento. Cioè, dei 4 elementi che rappresenta la vita sulla terra, quindi ACQUA, TERRA, FUOCO e ARIA, abbiamo i reni, abbiamo il sistema digestivo, abbiamo il cuore e abbiamo i polmoni, e come 5° elemento che sintetizzava il tutto, parlando del 5° elemento, come elemento di coscienza, parlavamo appunto della testa dove la testa rappresenta ... riaggancio la cosa perché ci serve anche per stasera, per tutto il discorso di questa sera ... la testa è lo spazio di realizzazione dell'individuo. Perché in realtà l'individuo si realizza attraverso la coscienza e la coscienza fa riferimento al cervello, quindi fa riferimento al funzionamento della testa, anche se si tiene presente comunque che a livello poi globale, quando noi parliamo di un centro di unità che va a fare riferimento dell'inconscio e di tutto resto, parliamo del cuore come punto centrale, ma come punto di realizzazione, tutto quello che ha valore nella nostra vita, ha valore se viene fatto coscientemente, quindi tocca la testa. Quindi, tutto ciò che tocca la testa può riguardare il modo con cui noi riusciamo a dare, a vivere, un senso cosciente di valore a ciò che ci accade. Tenere presente che, parlando della testa, abbiamo fatto degli agganci estremamente interessanti. Per esempio, vi ricordate che parlavamo della maledizione data alle donne nel paradiso terrestre come sofferenza del peccato originale, a causa del peccato originale? ... la donna che tipo di castigo ha ricevuto? .... Il fatto del partorire con dolore. Ora, il dolore del parto da cosa dipende? Dal fatto che non esce bene la testa. Uscita la testa nel parto, finito il dolore della donna, quindi è la testa che fa fatica. Può essere una banalità, ma è molto importante. Così come per l'uomo il castigo sarà «ti guadagnerai il pane con il sudore della tua fronte"»... e siamo sempre con la testa, quindi con lo sforzo della tua testa. Gesù Cristo, che sarà quello che come nuovo Adamo redime, cioè ricompone l'equilibrio rotto allora, come mito, dov'è che muore? Intervento sulla croce GiBi sì sulla croce, ma dove avviene la crocifissione? Intervento sul Calvario GiBi sul Calvario, il Vangelo dice specificamente cosa significa. Cosa significa il calvario? .... CRANIO, testa. Ora, qual è il passaggio per arrivare al cranio? A che età muore Gesù?
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Intervento 33 GiBi quante sono le vertebre? Intervento 33 GiBi quindi la morte avviene quando tu riesci a percorrere ... la kundalini, base da colonna vertebrale ... devi percorre tutti e 33 i passaggi fino a quando, nel cranio, finisci col realizzare te stesso. Ed è tutto collegato alla testa, alla presa di coscienza. Quindi è la presa di coscienza che ti permette di dare senso cosciente alle cose. E lì hai tutta l'elaborazione simbolica che ci accompagna. Poi, chiaramente, bisogna cogliere il senso anche di questi miti, di quello che poi vogliono significare in se stessi. Quindi, il far male la testa è sempre qualcosa di collegabile alla forma con cui noi viviamo coscientemente le cose che ci accadono, quando ciò che ci accade non riusciamo a capirne il senso, non ne accettiamo pienamente il senso, quindi facciamo fatica ad integrare il significato di ciò che ci accade, facilmente si può somatizzare con la testa: e questo tocca anche il discorso di questa sera. Il discorso di questa sera è un discorso molto interessante, non perché parliamo di una patologia interessante, ma è una patologia interessante nel senso tecnico in quanto è molto diffusa, diremmo troppo da un certo punto di vista, anche se il troppo non esiste, è interessante perché riguarda uno dei fenomeni di più alta mortalità per noi. Le 2 grandi malattie da cui dipende l'alta percentuale della mortalità, cioè la metodologia con cui inconsciamente l'individuo sfrutta per il passaggio, per la morte, quindi per abbandonare la vita ed andare dall'altra parte ... sono 2 le patologie fondamentali: l'infarto ed il cancro; infarto e tumore. E tutte e 2 sono 2 patologie che vanno a toccare determinati aspetti piuttosto interessanti. Dell'infarto ne abbiamo già accennato quando parlavamo del cuore, quindi ne abbiamo già accennato nelle prime conferenze riguardanti il cuore. Questa sera prendiamo in considerazione non tanto una patologia che va a toccare un organo, quindi non c'è la simbologia dell'organo, ma andiamo a sottolineare la simbologia di un fenomeno, di un processo che è il tumore, così come lo andremo a riprendere il prossimo mese, concludendo questo ciclo di quest'anno, prendendo in considerazione un'altra patologia che non è così diffusa come i tumori, fortunatamente, sembra che ci sia anzi attualmente un processo di terapia che sembra dare dei buoni risultati, ma comunque rimane una delle grandi patologie che spaventano oggi, che sono di quelle che si diffondono e che coinvolgono ... e che sarà l'Aids. Sottolineo che uno dei fenomeni interessanti fra il tumore e l'Aids è proprio il comportamento del sistema immunitario, in quanto, la chiave di comprensione dell'Aids dipenderà dal funzionamento del sistema immunitario in rapporto a questa malattia, dove il sistema immunitario salta, non funziona, in realtà; mentre invece una delle domande che si sono sempre chiesti molti, ma che poi ha trovato una sua risposta, era "perché il sistema immunitario non agisca contro le cellule cancerogene?" Quando c'è una cellula tumorale che si sviluppa nel nostro corpo, cosa che avviene sempre, non
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viene sottoposta dal sistema immunitario a nessun tipo di lotta, a nessun tipo di rifiuto, viene considerata una cellula non nemica. E la domanda che qualcuno si faceva era «perché?». Il perché è molto semplice ed è una delle chiavi del processo tumorale e la simbologia che ci interessa questa sera gira molto intorno a questo concetto: che il tumore è ... questo tanto per introdurci poi facciamo subito l'esercizio ... in realtà è lo sviluppo di cellule dentro il nostro organismo che avviene da sempre, che l'organismo umano da sempre, cioè da quando nasciamo, produce cellule cancerogene anche di tipo maligno, solamente che l'organismo le elimina, cioè l'organismo è preposto, ha una capacità per cui prendere la cellula e la distrugge e salvaguarda quindi la sua sopravvivenza, fino a quando sopravvengono, e sarà uno degli aspetti importanti di questa sera, sopravvengono dei fenomeni esistenziali che indeboliscono il sistema e quindi ad un certo punto il processo tumorale può prendere il sopravvento e si sviluppa. Però c'è una cosa molto interessante: perché il sistema immunitario non agisce contro questo processo? Perché LA CELLULA CANCEROGENE È UNA CELLULA PERFETTAMENTE NORMALE, non è una cellula ... diciamo errata, sbagliata, nemica, è una cellula perfettamente normale; è il criterio di funzionamento della cellula che non è normale perché è una cellula che funziona sul criterio del funzionamento Embrionale, cioè è come se si sviluppasse un embrione il quale embrione è caratterizzato da cellule che tendono ad avere una grandissima forza di proliferazione. L'embrione rappresenta la lotta della vita per crearsi uno spazio di esistenza; l'embrione deve crearselo lo spazio dell'esistenza, quindi è una grande forza di sviluppo. L’anomalia è che si sviluppi questo in un organismo evoluto, quindi già avanzato nel suo processo. Intervento quindi si pone un altro sistema nel sistema o no? GiBi lì è il punto da chiarire, il punto che ci interessa come simbologia dei tumori, nel senso che il processo delle cellule cancerogene è un processo perfettamente normale. C'è una citazione, per chi potesse andare a riprendersi uno dei fascicoli dell'anno 82-83 di Riza Psicosomatica dove parlano dei tumori, ci sono diversi fascicoli di quel periodo, in uno di questi fascicoli veniva ripreso e si parlava di un libro che aveva scritto il fondatore di Riza, che è Oreste Speciani, e lui ha una citazione in quella rivista che ho ripreso perché è molto bella. Lui ad un certo punto dice ... è da capire, la mettiamo lì come introduzione di questo tema di questa sera: quando un uomo ed una donna vanno a letto - cioè fanno l'amore - la cosa più
improbabile è che nasca un organismo umano dalla loro unione. Che cosa dovrebbe nascere in termini di maggiori probabilità?
cioè, fa riferimento ... due fanno l'amore, rapporto sessuale, si crea la prima cellula uomo. Dice:
la massima probabilità di uno sviluppo da quella cellula che cos'è? Un cancro!
Se noi dovessimo ragionare sulla normalità di sviluppo di una cellula noi dovremmo ipotizzare facilmente un tumore, non un individuo come effettivamente invece succede. Lo sviluppo dell'individuo è uno sviluppo che dovremmo quasi considerarlo
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anomalo dal punto di vista della normalizzazione del comportamento delle cellule. Perché? E lì lo spiega. La precisazione è molto interessante. Quando una cellula si sviluppa, cioè prolifica, cioè si sviluppa dividendosi o producendo cellule, produce sempre cellule uguali a se stessa. Lui dice: se tu prendi una cellula di muscolo e la metti nella possibilità di proliferare, quindi di moltiplicarsi, crea tante cellule di muscolo. Nell'uomo da una cellula viene fuori il rene, viene fuori il fegato, viene fuori il sangue, viene fuori il sistema circolatorio ... si differenzia. Dice: questa è una anomalia nella natura. Cioè, la cellula lasciata a se stessa, nel suo sistema, non produce questo: la cellula si moltiplica sulla falsariga di un cancro, non sulla falsariga di una differenziazione. Tutto questo perché cosa? Per cogliere la chiave che la proliferazione che noi diciamo tumore è una moltiplicazione di cellule ... NORMALE, dove l'anomalia non è il modo di proliferare, ma il modo di comportamento in rapporto al tutto, non il modo di moltiplicarsi. E questo può essere un elemento molto interessante da tener presente. Questo è l'elemento dove dovremmo entrare dentro, cosa significa. Perché è importante il discorso di questa sera? Dicevamo perché il cancro in effetti è una delle grandi percentuali di mortalità. E questo cosa significa? Che è un processo molto diffuso, quindi che è un processo che coinvolge molte persone. Oltre che coinvolgere molte persone è un passaggio fondamentale quale può essere quello della morte. Questo cosa vuol dire? Che il processo, che il significato del processo del tumore, del cancro, cioè, quello che significa dal punto di vista simbolico, significa che è un aspetto che ci coinvolge molto, che ci coinvolge ampiamente. Non tanto perché coinvolge molte persone, ma coinvolge il significato sulla base del quale noi tendiamo a vivere la nostra vita in una percentuale molto amplia: ecco perché può essere interessante. C'è una frase di un altro autore che fa delle precisazioni, da questo punto di vista, molto interessanti, è il capitolo dedicato al cancro di «Malattia e Destino« di Dethlefsen - è un nome non facile da pronunciare - dove una delle frasi molto dure che lui dice, e soprattutto io pregherei che coloro che eventualmente avessero avuto dei parenti o avessero dei parenti, avessero degli amici o fossero persone che hanno vissuto il processo del tumore o del cancro, non se la facciano diventare adesso una questione molto drammatica, nel senso che cercheremo di capire ... il discorso che ci viene rappresentato dal processo del cancro è un discorso più amplio o più profondo di un discorso che riguarda tutte le malattie. Ma giustamente lui, in una delle sue osservazioni nel libro, dice «molte persone muoiono di cancro perché la gente vive come un cancro». Perché si muore tanto di questa patologia? Perché in realtà nel nostro comportamento umano, noi ci comportiamo molto come un tumore. E sarà l'elemento su cui dovremo lavorare stasera soprattutto, cioè, come si comporta un processo che noi definiamo cancro o tumore. Cioè, dov'è che nasce? Perché nasce? E com'è il suo sviluppo? Ed è l'elemento simbolico interessante per rileggere un po' la nostra esistenza. Anche se forse sarà molto importante che chiunque di noi si trovasse poi a contatto con persone
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o anche su se stesso, è semplicemente importante capire il processo e non drammatizzare creandosi dei sensi di colpa assurdi o cose di questo tipo. Facciamo l'esercizio poi entriamo direttamente nel tema e cercheremo di sviscerarlo in quei pochi aspetti che possono essere interessanti da cui poi trarre qualche concussione che ci possa servire.
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Esercizio ricordo che il nostro esercizio è prima di tutto esercizio di rilassamento, quindi ... rilassarsi bene, lasciarsi andare, fare in modo di entrare a livelli che siano sempre più profondi possibili, mantenendo bene la nostra lucidità
Occhi chiusi respira profondamente ... e mentre espiri ripeti mentalmente e visualizza il numero 3 per 3 volte (4 e rilassa completamente il tuo corpo (11 sii consapevole del tuo corpo ... senti il tuo corpo dalla testa fino ai piedi ... sentine le sensazioni, le vibrazione (6 identifica le possibili tensioni (5 rilassa bene la tua fronte (3 una fronte rilassata è segno di pace interiore (5 perciò rilassi sempre di più la tua fronte (3 e la sensazione della fronte rilassata la lasci fluire lungo tutto il tuo corpo fino alle dita dei piedi (10 rilassa bene il collo e le spalle (4 se necessario puoi ruotare molto lentamente la tua testa ... verso destra e verso sinistra e aiutarti a rilassare bene il tuo collo (5 sei consapevole che il tuo collo... dal punto di vista fisico, è il punto di passaggio fra la tua testa e il tuo corpo (3 è il ponte di comunicazione ... fra il pensiero ... e tutto il resto della tua realtà esistenziale ... quindi rilassa bene il tuo collo ... le tue spalle (5 rilassa bene le braccia e le mani (9 concentra la tua attenzione sulla tua schiena (3 senti il contatto con la sedia, senti la posizione della tua schiena ... percorri lentamente la tua colonna vertebrale dall'alto verso il basso ... rilassala bene (11 concentra la tua attenzione sul tuo petto (3 senti la pelle che ricopre questa parte del corpo ... senti il contatto fra tua pelle e i tuoi vestiti ... rilassa ogni tensione (10 concentra la tua attenzione sull'addome (3 senti la pelle che ricopre questa parte del corpo... senti il contatto fra tua pelle e i tuoi vestiti ... rilassa ogni tensione (8 concentra la tua attenzione sull'interno del petto e dell'addome ... rilassa tutti gli organi ... rilassa tutte le ghiandole ... rilassa tutti i tessuti ed ogni singola cellula ... e falli funzionare in una maniera ritmica e salutare (17 rilassa bene le tue cosce ... le tue ginocchia ... tuoi polpacci ... le tue caviglie e i tuoi piedi (5 ora ascolta bene per qualche istante ... tutto il tuo corpo e ascoltane il rilassamento
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(3 osserva ... lo sciogliersi ... poco a poco delle tensioni (3 ed il crescere dentro di te della sensazione di leggerezza ... e di profondo benessere (10 lentamente, molto lentamente fai di nuovo una respirazione profonda ... e rilassa bene la tua mente (6 per aiutarti a rilassare sempre di più la tua mente ... proiettati ... a rivivere scene piacevoli ... situazioni piacevoli ... che tu hai sperimentato nella tua vita ... quindi pensa a momenti di grande benessere, di grande serenità, di grande gioia (9 ricordandoli li rivivi (10 e ritrovi dentro di te ... la stessa sensazione di serenità (3 di tranquillità (11 sperimenti dentro di te il crescere ... della pace, la pace interiore (7 e ti senti entrare in un livello mentale sempre più profondo ... più profondo e più salutare (12 per aiutarti ad entrare in un livello mentale sempre più profondo ... in uno stato di rilassamento mentale sempre più profondo ... concentrati sul respiro (6 e fa sì che il tuo respiro sia più lento ... più calmo ... più profondo (16 il tuo respiro diventa sempre più calmo ... e nella calma del tuo respiro cresce la calma della tua mente (15 ora molto lentamente fai di nuovo una bella respirazione profonda (3 ed entra in un livello mentale più profondo ... ora sei nel tuo livello di piano base ... il livello che tu puoi usare e che tu sai usare per qualsiasi beneficio tu desideri (3 per aiutarti ad entrare in un livello mentale più profondo e salutare, conterò da 10 a 1 ... e tu entrerai a livello laboratorio 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 ora sei a livello laboratorio ... incontra i tuoi consiglieri ... vivi con loro il momento di preghiera di benvenuto (45 ed ora ripeti insieme a me se vuoi ... e lascia che questa ripetizione avvenga nel più profondo di te stesso ... OGNI GIORNO CHE PASSA IO STO MEGLIO, SEMPRE MEGLIO ... IN OGNI MODO ED IN TUTTI I SENSI ... CON UNA SALUTE PERFETTA (6 IO HO CONTROLLO TOTALE E DOMINIO COMPLETO DEI MIEI SENSI E DELLE MIE FACOLTÀ ... IN QUESTO LIVELLO MENTALE ED IN OGNI ALTRO LIVELLO ... INCLUSO IL LIVELLO DI COSCIENZA ESTERIORE ... ED È COSÌ (5 MANTERRÒ SEMPRE IL MIO SISTEMA IMMUNITARIO SANO E PERFETTAMENTE FUNZIONANTE (4 MANTERRÒ SEMPRE IL MIO CORPO E LA MIA MENTE IN PERFETTO STATO DI SALUTE (6 SONO IN GRADO DI SINTONIZZARE LA MIA INTELLIGENZA ... E PROIETTARE I MIEI SENSI E LE MIE FACOLTÀ ... A QUALSIASI PUNTO O LUOGO DI QUESTO PIANETA ... E A RENDERMI CONTO DI CIÒ CHE ACCADE ... SE CIÒ È NECESSARIO E BENEFICO PER L'UMANITÀ (7 SONO IN GRADO DI RENDERMI CONTO DI ANORMALITÀ DOVUNQUE ESSE SIANO ... IN OGNI REGNO, AD OGNI LIVELLO E PROFONDITÀ ... SE CIÒ È NECESSARIO E BENEFICO PER L'UMANITÀ
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(4 SONO IN GRADO DI APPLICARE MISURE CORRETTIVE ANORMALITÀ CHE SI TROVI IN OGNI REGNO NECESSARIO E BENEFICO PER L'UMANITÀ
(3
...
...
E RIPORTARE ALLA NORMALITÀ
AD OGNI LIVELLO E PROFONDITÀ
PENSIERI NEGATIVI NON HANNO ALCUNA INFLUENZA SU DI ME
...
... ...
...
OGNI
SE CIÒ È
A NESSUN LIVELLO DELLA
(12 ora sii consapevole della sintonia che tu puoi vivere in questo momento con i tuoi consiglieri e, attraverso i tuoi consiglieri, con la tua realtà profonda (6 immagina un raggio di luce che scende su di te ... un raggio di energia percepito sotto forma di luce che scende su di te ... entra in te nella parte posteriore della tua testa (4 immagina questo fascio di energia che entra nel tuo corpo, scorre lungo la tua colonna ... e fluisce in tutto il tuo corpo (4 ma conduci questo fascio di luce ... prima di tutto nel tuo cuore (3 come se tu potessi sentire in questo momento il tuo cuore ... intensamente in contatto ... con l'universo ... cioè con il TUTTO ... attraverso questo fascio di energia (6 come puoi sentire vivere il tuo cuore come il centro ... senti il tuo piccolo centro in sintonia con il centro dell'universo (3 ed accogli pienamente questa energia (5 immagina quest'energia sotto forma di luce che si diffonde attraverso la circolazione del sangue in tutto il tuo corpo (7 ed incominciando ... dagli organi del tuo corpo (4 che ne hanno maggiormente bisogno, che hanno bisogno di essere rafforzati nel loro equilibrio ... nel loro corretto funzionamento (4 immagina sintonizzare ... questi organi del tuo corpo, queste parti del tuo corpo (3 con il tuo centro ... con quel centro di forza ... che tu senti che risiede nel tuo cuore ... ed è il punto di origine della tua vita (8 immagina il tuo fegato che funziona in perfetta sintonia con questo tuo centro ... puoi immaginare i tuoi reni che funzionano in perfetta sintonia con il centro (11 e fai un piccolo viaggio ... in tutti gli organi che tu vuoi considerare in questo momento ... sintonizzandoli con il tuo centro (16 puoi immaginare un fluire della forza, di una forza che dal cuore va verso l'organo ... e di una forza che come risposta dall'organo ... arriva al tuo cuore (6 sentendolo come un momento di ... profonda, autentica comunicazione (30 e come momento finale ... di questa sintonia che stai ... se necessario ricreando... o che stai semplicemente rafforzando dentro di te ... sintonizza con il tuo centro ... sentito e vissuto nel tuo cuore ... sintonizza con il tuo centro ... la tua testa ... il tuo cervello (8 là dove tu vivi la sede del tuo pensiero, del pensiero cosciente, razionale, logico (20 come se tu potessi vivere in questo momento ... la tua persona come un sistema solare ... dove il centro, come sole, è collocato nel cuore ... e tutto il resto del tuo corpo, della tua persona, sono come tanti pianeti in perfetta sintonia (8 MENTE
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dove ogni pianeta percorre la sua traiettoria ... compie la sua funzione (5 in perfetta comunicazione con tutto il resto (3 e nel più profondo rispetto ... della funzione degli altri (6 e vivi intensamente questo momento di grande sintonia ... di tutte le tue parti ... con il tuo centro (8 ed immagina come, in questo aumento di grande sintonia ... sentito e vissuto anche come un'immagine di grande luce che percorre e fluisce nel tuo corpo ... immagina come ... molto serenamente ... l'energia vitale del tuo corpo elimina dal tuo corpo ogni possibile cellula cancerogena (3 cellule cancerogene, tumorali, il corpo le produce costantemente (3 quindi tu immagina ... il corpo come ... sa mantenere perfettamente il proprio equilibrio (9 eliminando ogni cellula ... che possa esserci ... non in perfetta sintonia ... con la totalità del corpo (10 e senti quindi profondamente questo senso di benessere ... di forza, di vita (36 e per qualche momento sperimenta la tua vita ... nel più profondo di te stesso ... con quello che è il sentimento che maggiormente rappresenta la vita e la pienezza della vita ... la gioia (3 sentiti vivo ... sentiti ... nel pulsare della vita del tuo corpo, della tua persona ... ma in questo tuo essere vivo ... sentiti vivo nella gioia ... nell'entusiasmo (4 nella fiducia (12 che rappresentano la vera pienezza della vita (5 non basta respirare per essere vivi... non basta che il cuore batta per essere vivi ... non basta aprire gli occhi la mattina per essere vivi (5 è essere felici di ciò che ci accade ... che ci fa veramente essere vivi (4 e tu vivila questa felicità ... questa gioia ... in questo momento (5 e cogline tutta la forza (28 quindi ... per qualche istante ... prima di concludere la tua esperienza (6 se tu conosci qualche persona nella tua vita, in questo momento ... che ha sofferto o soffre ... di quella che è ... la malattia di cui ... parleremo questa sera ... quindi che ha sofferto o che soffre ... di un processo tumorale ... pensala un momento questa persona ... pensala positivamente (5 pensala capace di cogliere il senso di ciò che gli accade (14 ma soprattutto trasmetti a questa persona ... luce, energia (11 perché possa essere capace di vivere pienamente la sua vita (37 e quando avrai terminato ... per conto tuo potrai concludere la tua esperienza salutando i consiglieri, vivendo il momento di preghiera di commiato e quindi uscendo da livello laboratorio (13 quando sei pronto all'apertura degli occhi ricordati di dire a te stesso "MI SENTO MOLTO MEGLIO DI PRIMA, IN PERFETTO STATO DI SALUTE".
Fine esercizio
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Riprendiamo la nostra riflessione che più che essere una lunga riflessione penso che debba essere soprattutto una riflessione finalizzata ad identificare alcuni aspetti che possono essere interessanti di questo fenomeno molto diffuso e che in qualche maniera ci tocca tutti. Tocca tutti nel senso, come dicevamo e che risulta essere profondamente vero, che ogni corpo, ogni essere umano, ognuno di noi produce questo tipo di cellule, questo tipo di processo che è in atto costantemente. L'unica cosa, giustamente, è che il corpo è preposto, forte, preparato, per affrontare la situazione e quindi non lasciarsi sopraffare da tutto questo. Prima di entrare, c'è qualcuno che ha qualche domanda sulla base dell'esercizio fatto? Qualche domanda, qualche richiesta di chiarimento o dubbi su quello che gli può essere capitato o come l’ha vissuto? Domanda a me capita ogni tanto, quando faccio l'esercizio, di non fare uscire l'energia di qua (N.d.R.: dalla testa), ma direttamente dal cuore, va bene lo stesso? Però dopo, lì, m’incasino un attimo … … GiBi perché t’incasini ... a causa di che cosa? Segue perché bisogna farla uscire dalla testa GiBi non è che bisogna. Farla uscire dalla testa ha un suo senso. In realtà, i punti di uscita dell'energia dal nostro corpo può essere: la testa, può essere il cuore, può essere l'ombelico, possono essere le mani ... ci sono vari punti da cui noi possiamo far uscire l'energia; in realtà, ogni Chakra può essere un punto di uscita o di entrata, lo è di entrata e di uscita in un certo senso. Ora, il fatto del punto della fronte è collegato anche al fatto che in questo momento, nel momento in cui noi lavoriamo con l'energia, lavoriamo anche attraverso quella che è la visualizzazione e quindi il contatto stabilito con la persona attraverso questa percezione che fa riferimento a questo centro, quindi è lavorare direttamente con il centro che è attivo in quel momento. Poi, tu puoi completare questo con una trasmissione di energia che possa passare attraverso cuore, come attraverso le mani, come attraverso tutto il tuo corpo. Non va vissuto con un disturbo, al limite. Potrebbe essere interessante vedere che tu potessi darti una risposta di perché pensi che sia più corretto trasmettere attraverso il cuore piuttosto che con la testa Segue però a volte mi viene così, senza pensarci. GiBi è lì il punto esistenziale interessante. Che quello che viene, viene perché ha un senso, quale? È lì il punto interessante della nostra esistenza, perché è capire quando le cose ci accadono senza averle noi previamente pensate, perché questo significa che accadono sulla base di un'elaborazione di pensiero più interno, più profondo, più nascosto e quindi, spesso, più vero. E quindi, da questo punto di vista, noi non diciamo cosa sia meglio, noi, lavorando su un certo tipo di potenziamento, di possibilità di esperienza, lavoriamo attraverso questo punto, cioè il punto della chiaroveggenza, il punto del rapporto cosciente con quella che può essere la realtà, e quindi lavoriamo con questo canale. Tenere presente, da questo punto di vista che rientra anche in quello che può essere un ripasso delle tante puntualizzazione fatte, la
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visione del terzo occhio, è la visione cosciente, quindi è il pensiero cosciente; la visione del cuore è la visione inconscia. Quindi, non è che non sia vera, tutt'altro, tanto è vero che siete appena emersi da un esercizio dove siete stati invitati a collocare nel cuore il centro in quanto, nella simbologia della croce, che noi rappresentiamo anche fisicamente, indubbiamente l'incrocio delle tue assi orizzontale e verticale della croce formata dall'essere umano, è il cuore non è la testa, anche se giustamente, la nostra realizzazione esistenziale dovrà avvenire attraverso una testa che diventa cosciente della realtà e che diventa lo spazio di collocazione corretta di ciò che proviene dal cuore. Però questo è un aspetto che diremmo più preciso di quella che può essere l'evoluzione. Quindi, il fatto di trasmettere l’energia con varie parti va benissimo, l'importante è non incasinarti in questo ma vivertelo serenamente Segue perché ogni tanto mi viene così, naturalmente… GiBi interessante potrebbe essere perché ti viene … Segue dovrei vedere quando mi viene e dopo capire perché. Spesso se chiarite i dubbi, poi lavorate più serenamente, con meno ostacoli. Voglio ricordare che il dubbio è quanto di più efficace per impedirci di funzionare bene a livello profondo. Qualunque sia il profondo: di profondo rilassamento, di profonda meditazione. Il dubbio è quanto di meglio ci possa essere per impedirci di fare, quindi è meglio chiarirli i dubbi. Introducendoci e riprendendo il tema, il tema dei tumori, voglio ricordare a livello informativo, comunque non aggiunge nulla a quello che fondamentalmente dovreste già sapere e che sapete effettivamente già, penso. A suo tempo veniva distribuito a coloro che frequentavo il metodo Silva, quello che era il testo di una conferenza dei coniugi Simonton sull'atteggiamento o attitudine dei malati di cancro ... qualcuno forse se lo ricorderà. Era la trascrizione di una conferenza fatta diversi anni fa il cui testo, le cui idee sono ancora validissime oggi. Solo i due che hanno poi pubblicato, tradotto l'italiano, il loro libro dal titolo «Star bene nuovamente», edito da Riza Psicosomatica, che è il libro scritto da questi due coniugi Simonton sul loro lavoro - lui è oncologo, lei psicologa - con i malati di cancro, dove, nella conferenza lo citano, e viene citato anche in un fascicoletto che ha pubblicato il quotidiano «Il Giornale» sull'inchiesta sul cancro, che parla del cancro nei vari aspetti. Nel secondo fascicolo, il titolo specifico è «La Mente, un formidabile alleato», cita il metodo Silva, attraverso i Simonton, come la metodologia applicata da anni da questi coniugi, per favorire la cura dei tumori, quindi per un lavoro su se stessi per aiutarci a vincere e a superare questo processo. Cito questo perché effettivamente il libro dei Simonton non fa altro che riprendere poi la metodologia Silva, ma aldilà che sia la metodologia Silva che è quella che ci accomuna di più come denominatore comune, è quello che ci aiuta a capire perché di fronte ad un fenomeno come quello del tumore, del cancro, l'aspetto mentale, l'aspetto personale, l'esperienza personale, diventa un elemento fondamentale, preponderante. Ed ecco perché è stato scelto questo tema insieme a
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quello che sarà quello dell'Aids, come due spaccati che vanno a toccare una specifica patologia, non tanto per la patologia in sé, ma per quello che rappresenta in quanto aspetti di esistenza umana, quindi di modalità con cui noi viviamo: la patologia ci serve per capire noi stessi, per capire come le cose ci funzionano. Precisato questo, vi ricordo che uno dei dati interessanti, parlando dei tumori ... proprio quindici giorni fa avevo l'occasione di avere a cena un amico carissimo che lavora al San Raffaele a Milano e quindi gli chiedevo conferma di tutto questo ed effettivamente lui diceva: «sì, questa idea è ancora perfettamente confermata, salvo un settore di tumori che vanno a toccare specificamente il sangue, tipo la leucemia o altre fenomenologie particolari, ma molti altri aspetti di processi tumorali, in effetti non c'è ancora nessuno che sia riuscito a dimostrare qualcosa in contrario a ciò che alcuni ricercatori avevo dimostrato alcuni anni fa che, per molte patologie tumorali, l'uso della kemio terapia non dà assolutamente nessun vantaggio in più di chi non la usa». Questo è stato effettivamente dimostrato e nessuno è ancora riuscito a dimostrare il contrario: se tu in molte tipologie non usi la kemio terapia non perdi assolutamente nessun vantaggio, anzi qualcuno usando la kemio terapia si è fatto del danno, piuttosto che avere dei vantaggi. E tutto questo perché è collegato su un sistema molto interessante da capire del processo tumorale e una delle domande che molti si fanno e le trovate scritte anche da chi affronta le cose a livello ufficiale, ci si domanda come mai a livello ufficiale queste cose non siano state valutate in un'altra maniera. Perché ci siano ancora tante strutture e tanti medici che tassativamente ... kemio terapia, kemio terapia sì e guai a non farla, facendo leva su questo elemento molto carico di timore e di paura di fronte a questi processi. Tutto questo per dire che il discorso di questa sera può diventare molto interessante proprio perché siamo di fronte ad un processo che denuncia altri aspetti interessanti del nostro comportamento, quindi del come noi viviamo la vita: e questo può essere l'elemento interessante. Quindi, alla 1ª domanda di quello che può essere ... parliamo di tumore, parliamo di cancro ... che cos'è, in effetti, questo fenomeno? È quello che dicevano prima. È un fenomeno di proliferazione di cellule, dove una delle caratteristiche fondamentali da tener presente è che non sono cellule non sane, cioè cellule anomale, cellule quindi che possono essere identificate dal tuo sistema immunitario come nemiche, ma è una proliferazione che segue la legge della normale proliferazione cellulare, ecco perché, come citavo prima, giustamente, da questo punto di vista della normale proliferazione cellulare Speciani dice «da due che fanno l'amore quello che noi potremo aspettarci con più logica da una cellula uomo che si crea in quel momento è che nasca un tumore», cioè che nasca una proliferazione cellulare tipo quello che può essere un cancro. Ora, qui c'è un elemento molto interessante. L'anomalia del tumore che cos'è? Una proliferazione di cellule nel corpo che funzionano in maniera disorganizzata, cioè che non obbediscono, sono cellule disobbedienti, cioè sono cellule ribelli. Poi, chiamatele come volete, il ribelle, il disobbediente, poi può essere perché è impazzito, può essere perché semplicemente
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funziona, se voi lo rapportate al comportamento umano, funziona su criteri diversi da quelli che sono i criteri più comuni, comunque sono cellule che hanno un comportamento in contrasto con quelle che sono le finalità dell'organismo. C'è una precisazione che è molto bella che fa la moglie di Simonton parlando delle cellule, perché c'è una grande paura quando uno dice tumore, quando uno dice cancro, è la sensazione della grande paura dell'individuo di fronte ad un processo molto forte, molto coinvolgente, di fronte al quale ci sentiamo spesso impreparati, spesso molto fragili ... lei dice "«uesta è la paura, ma in realtà la cellula tumorale non è una cellula molto cattiva, cioè non è una cellula molto forte, anzi, è una cellula molto fragile - lei la definisce -, è una cellula molto stupida», come definizione. Tant'è vero che il tumore ha come caratteristica il fatto di svilupparsi creando un processo che alla fine diventa autodistruttivo. Cioè, nell'affanno di svilupparsi, consuma lo spazio dove si sviluppa determinando anche la propria morte. Per cui da quel punto di vista dice «è la nostra paura che è grande, non il processo in se stesso». Comunque, elemento molto importante da cui siamo partiti per capire come base. Quindi il processo del tumore è un processo rappresentato da una serie di cellule che si sviluppano nel nostro corpo, con la caratteristica non della cellula anomala, ma della cellula disorganizzata, della cellula disobbediente, della cellula aggressiva, cioè della cellula che non risponde alle esigenze di quello che può essere l'organismo in cui si sviluppa. E giustamente Speciani sottolinea, da questo punto di vista, l'elemento fondamentale della riflessione su questo processo e cioè, facendo riferimento proprio al discorso di prima, "«a cellula uomo da cui si sviluppa un organismo, perché si sviluppa un organismo da quella cellula e non si sviluppa un cancro?"» dice lui giustamente. Cioè il sistema normale dello sviluppo, della proliferazione della cellula, è creare cellule uguali a se stessa; in questo caso perché la cellula uomo, determinata dalla fecondazione nel momento di un rapporto fra un uomo ed una donna, nasce invece un individuo, cioè nasce una proliferazione di cellule che vanno a differenziarsi in diversi organi creando una struttura? Lui dice «perché quella cellula evidentemente viene inserita in un principio organizzato», cioè in una struttura che potremmo chiamare l'organizzatore, un direttore, una struttura che la contiene e che gli dà senso. E lui stesso, lui parla dal punto di vista medico, dice «se una cellula così non si sviluppa secondo i canoni normali della cellula, ma si sviluppa secondo dei canoni diversi che vanno a creare un complesso di struttura diversa - parliamo di noi, quello che è successo per noi - significa che questa forza che organizza tutto il processo ... e questa forza va indubbiamente pensata fuori dalla cellula e non dentro», cioè non contenuta nella cellula, ma è questa struttura che contiene la cellula e che permette quindi alla cellula di avere una sua direzione, una sua finalità, un suo obiettivo e di perseguirlo e di realizzare quest'obiettivo. In pratica, dal punto di vista medico, ci stanno dicendo, e può essere molto interessante da tener presente, uno dei denominatori comunica che ci stanno accompagnando in tutti questi incontri da sempre, che tutti i fenomeni che ci accadono, accadono in un complesso energetico
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umano che non si esaurisce nella struttura fisica, ma c'è un SÉ che è un principio che uno direbbe spirituale, c'è un qualcosa che va al di là e che contiene il processo fisico e che finalizza il processo fisico verso un certo obiettivo. Questo che venga confermato come esigenza per spiegare dei fenomeni da un punto di vista strettamente medico, è molto interessante, perché in pratica qui c'è il presupposto di trovare, da un punto di vista strettamente scientifico, un aggancio con quella che può essere invece un'affermazione strettamente religiosa, strettamente filosofica. Quindi si parla del fatto che questo processo avviene, di una cellula che si differenzia, perché c'è questo principio organizzatore. A cosa serve a noi stasera? Quand'è che si sviluppa un processo tumorale nel nostro sistema? Quando qualche cellula dentro di noi risulta essere sufficientemente forte da andare contro il principio di questo organizzatore. Lui dice: «cos'è questo principio organizzatore che da ordini, finalità, obiettivo a tutta la nostra esperienza?» ... è quello che si trasforma in noi nel principio dell'io, il principio di identità personale, cioè quel qualcosa che fa sì che tu ti identifichi con te stesso e che identifichi con te stesso, la tua totalità. Questo cosa vuol dire? Che tu, come io, come identità hai una tua finalità. Cosa vuol dire? ... ecco allora che vi è stato suggerito nell'esercizio ... che tutti i tuoi organi lavorano a favore di un principio di unità, lavorano insieme per un principio di unità che è la coordinazione del tuo corpo. Cioè, il fegato non può funzionare da sé, deve funzionare in sintonia con il cuore, in sintonia con il sistema digestivo, in sintonia con tutto il resto, che è il principio rappresentato da questo sistema organizzato dove tutto il nostro corpo si inserisce. Il tumore è un processo che è in contrasto con questo. Ma quand'è che accade questo? Ecco gli elementi interessanti. Le cellule tumorali l'organismo le produce sempre ... allora, facciamo una parentesi. Per capire bene tutto questo vi rimando alla lettura di un testo che è un esempio che considero molto significativo perché aiuta molto a capire, l'esempio che fa sempre in «Malattia e Destino» di questo autore Dethlefsen, parlando del tumore, quando dice «il processo tumorale per capirlo bisogna inserirlo in quella che può essere un'analogia fra il rapporto di un sistema sociale, uno Stato, una nazione, una città ... insomma un sistema sociale grande, organizzato, che giustamente crea una normativa, delle leggi, ha delle finalità ... che in pratica sono elaborate con quale funzione? Che permettono ad una pluralità di individui di convivere sufficientemente in armonia fra di loro, ognuno perseguendo una sua finalità, ma sempre nel rispetto di una finalità che permetta la sopravvivenza della struttura grande. Cioè, noi siamo cinquanta milioni di italiani, ogni italiano cerca di realizzare se stesso, ma nel rispetto di un qualcosa di sociale che faccia sì che continui ad esistere una nazione di individui che vivono in pace, che vivono nella democrazia, che vivono la possibilità di pensare, di fare, di esprimere, senza ledere eccessivamente gli altri. Ora, in questo sistema globale, uno Stato, una nazione, una struttura ampia sociale, presuppone la sua sopravvivenza anche nella possibilità di convivere con una percentuale di esseri, individui in contrasto.
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Abbiamo la percentuale che può essere di delinquenti, di ladri, di evasori, di persone che non la pensano secondo i criteri globali della struttura più amplia. Ora, se questa percentuale di individui è sufficientemente controllata, lo Stato li gestisce, sopravvivendo: un po' li blocca, un po' li mette in galera, un po' li può lasciare liberi perché in tanto sono sufficientemente pochi per non ledere a sufficienza il sistema sociale amplio ... e il sistema sopravvive. Quand'è che il sistema va in pericolo di non sopravvivenza? Quando questa percentuale di contrasto o diventa troppo forte o diventa troppo numerosa. Possiamo avere un partito politico in contrasto con le finalità delle varietà dei partiti. Fino a quando è sufficientemente piccolo ... è lì, c'è dialettica, ma è lì. Se diventasse troppo grande cosa succede? O muore lo Stato o bisogna far fuori lui. A quel punto diventa o uno o l'altro. Ecco dice: «il tumore va capito in questo senso.» C'è un sistema globale con una sua finalità, una sua motivazione ... ci sono cellule che costantemente producono cellule in contrapposizione, cellule disobbedienti. Nella misura in cui sono sufficientemente controllabili, l'organismo le prende e le elimina. Quando l'organismo non diventa capace di controllare il fenomeno, il processo può prendere il sopravvento ed ecco si sviluppa quello che poi diventa per noi il cancro o il tumore che può diventare in certi casi anche quello che può mettere a rischio la sopravvivenza dell'intero organismo. È un'analogia che ci corrisponde abbastanza bene. La domanda interessante è questa: «perché il sistema globale cede in quel momento e fa sì che la piccola cellula o il piccolo gruppo prevalga il sistema e sviluppi un qualcosa che può metterlo in pericolo?» Ecco la domanda che può essere interessante. «Perché il sistema non è più capace di affrontare il processo?» Qualcuno dice che il primo elemento importante da valutare come elemento in contrasto è il sistema di eccessiva tensione, eccessivo stress, cioè il grande elemento dello stress, cioè quando l'individuo in pratica è sotto tensione. Io, andando a rivedere diversi autori, ve li posso citare poi quelli che definiscono le cause che favoriscono un processo tumorale. Ci serve perché, ci serve per poi per tirare le conclusioni di cosa fare e come interpretare la cosa. Allora, lo Speciani - questo autore, medico, morto qualche anno fa - fa un elenco nel suo libro, che tra l'altro poi un giorno viene intervistato da una giornalista sulla base del suo libro e la prima domanda che gli fa è «senta, io ho letto il suo libro. Tutto quello che lei dice sulla predisposizione al tumore io ce l'ho. Adesso che faccio?» Come dire «mi riconosco perfettamente in quello che lei dice, tutto questo favorisce un processo tumorale, però adesso che lo so, cosa faccio?» E lui parla: di tensione; di perfezionismo; ... li citiamo tutti, e poi li mettiamo in correlazione poi vediamo. di problemi emotivi; genitori esigenti fin dall'infanzia che pretendono dal bambino risultati sempre piuttosto elevati, quindi un sistema di perfezionismo di comportamento piuttosto elevato; tendenza alla chiusura, all'introversione.
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Lui citerà molto bene «nei momenti in cui si va in crisi, se uno è già introverso aumenta l'introversione, oppure uno che non è introverso tende all'introversione, quindi tende a chiudersi». E poi cita anche l'incapacità di esprimere la collera, l'incapacità di esprimere la rabbia, cioè l'incapacità di esprimere questo elemento di aggressività; ... prima li cito tutti, poi vediamo di fare una sintesi ... Simonton cita questi elementi come elementi della personalità del malato di cancro, cioè le predisposizioni di temperamento che tendono a favorire il processo. Ripeto, sono gli elementi che indeboliscono il sistema e rendono il sistema fragile a sufficienza perché il processo tumorale possa avere il sopravvento, poi vediamo i dettagli, perché poi giustamente uno potrebbe dire "perché il tumore si sviluppa su un organo piuttosto che sull'altro, perché il tumore si sviluppa in un certo aspetto piuttosto che sull'altro. Simonton parla di: auto commiserazione, cioè l'individuo che tende a non valutarsi molto bene, a non valutare molto bene se stesso, quindi con la tendenza di auto commiserarsi, quindi di avere pietà di se stesso, quindi di avere quella valutazione non molto positiva, non molto entusiasmante di se stesso; collegato con quello che è appunto l'immagine di se stesso che non è molto elevata ... la propensione al risentimento; ... poi vediamo dettagli; e per ultimo cita ... la scarsa capacità nello stabilire e mantenere per lungo tempo relazioni significative con gli altri. Sua moglie, quando parla dei campi di esperienza che tendono a ... ... loro quindi parlano di tensione; quindi si parla di una non buona immagine di se stesso; quindi si parla di questa auto commiserazione; quindi si parla di questa introversione; quindi, in un certo senso, la difficoltà a stabilire dei rapporti esterni; oppure di scaricare la collera, di scaricare la rabbia ... ... la moglie invece cita quali solo i campi della nostra esperienza dove tendiamo a vivere queste situazioni che diventano quindi significative quando si sviluppa un tumore ... e cita ... come base la perdita del senso della vita, una caduta del significato del senso che ha la vita in senso globale ... ma questo è un po' il denominatore globale di tutti; poi cita ... il matrimonio, cioè il rapporto di coppia è uno dei grandi campi dove la persona va in crisi o tende ad avere dei problemi, tende ad avere delle situazioni dove tende poi ad auto commiserarsi, ad avere un'immagine di se stesso come fallito, oppure a non valutarsi a sufficienza ... quindi il matrimonio in senso amplio; sottolinea molto bene un elemento:
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l'immagine di se stessi collegata però all'esperienza del lavoro, che è quello che uno riesce a pensare e a valutare di se stesso sulla base dei risultati che ha nel lavoro, quindi il prestigio del lavoro dove sarà molto importante anche il riconoscimento che noi abbiamo a livello di lavoro, la gratificazione che possiamo avere a livello di lavoro. Quindi per molte persone che vivono la tendenza ad essere un po' rampanti nel lavoro, cioè a far carriera ... e lì dipende se ci riesci o se non ci esci. E quindi dove il riuscire è una gratificazione, ma, ad esempio, il non riuscire per qualsiasi altra ragione, potrebbe diventare un fenomeno poi di autodistruzione, di auto commiserazione e quindi di svalutazione di se stesso; e come ultimo cita - e qui poi mi aggancio ad un elemento che può essere molto interessante – il pensionamento, c ioè l'andare in pensione. E questo lo sappiamo perché l'andare in pensione tocca indubbiamente .... Ma attenzione che tutte le cose sono significative, ma significative come uno le valuta. Allora uno magari, quando va in pensione diventa entusiasta perché finalmente ha il tempo libero, però per molti ... per quante persone il pensionamento, siccome hanno dato molto senso alla loro vita in quanto a lavoro, ad efficienza nel lavoro, a creatività nel lavoro ... quando non lavorano più quindi è come se non avessero più grandi valori, soprattutto quando questo si accompagna al fatto che magari per 10, 20, 30 anni di successi nel lavoro .... Come d'altronde io sto seguendo delle persone adesso ed una delle domande che mi faceva uno di questi ... «non capisce se stesso», perché ... sposato da una quindicina d'anni, due figli, un disastro a livello affettivo, sta succedendo di tutto ... e a livello di lavoro è una cosa ... grande prestigio, grande guadagno, grande successo. E lui dice «ma come fa uno ad avere così successo nel lavoro ed essere così una frana a casa con i figli o con la moglie?» Sono due settori diversi, anzi, quando a livello di famiglia, a livello affettivo, le cose per anni non funzionano mai sufficientemente bene, e ti compensi con il lavoro ... quando vai in pensione è a rischio perché a quel punto di là non ci sono compensazioni e di qua a questo punto .... Però la aggancio che io qui faccio amplio lo considero interessante. Partiamo con tutte le precisazioni. Uno dei fenomeni tumorali più frequenti, come percentuale, più frequenti, più ampli e più coinvolgenti solo i tumori che potremmo dire femminili: seno, utero, apparato genitale femminile. Processi tumorali che sono molto ampli, a livello di percentuale dai 40 ai 50 anni. Domanda che qualcuno si potrebbe porre ... non se la pone la Simonton, ma questa ve la pongo io: è il periodo dell'ipotetico pensionamento della donna ... non pensionamento dal lavoro!, ma è il timore del «pensionamento femminile», sessuale ... Intervento anzi, la vita incomincia a 40 anni ... GiBi è vero, adesso dicono che incomincia a 40 anni ... incomincia in ipotesi ... dipende. Attenzione ... è importante ... l'interessante della riflessione sulle malattie è questa: una cosa è quella che noi diciamo che debba essere teoricamente; una cosa è quello che accade veramente. Ora, se accade veramente che c'è un'alta
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percentuale di fenomeni che toccano queste età e questo aspetto, vuol dire che per molte persone è tutta teoria che a 40 anni si rifiorisce, che a 40 anni incomincia veramente il vissuto da questo punto di vista: sono storie rimaste lì. Non stiamo parlando di tutti, stiamo parlando di fenomeni frequenti, quindi di fenomeni che per la loro frequenza toccano quindi un aspetto che può essere interessante. Allora, giustamente, si può ritrovare una seconda giovinezza dopo una certa età ... perché? Giustamente, non ci sono più tante preoccupazione per i figli perché sono già cresciuti, in genere; non c'è più tanta preoccupazione di altro tipo perché a quell'età, nel rapporto di coppia, famigliare, ci può essere una certa stabilità in quanto a casa, in quanto a lavoro, in quanto ad economia ... cioè, ci sono certi aspetti problematici della vita che posso essere a quel punto risolti ed è vero. Quello presuppone una grande possibilità di nuove esperienze ed allora la coppia potrebbe incominciare a viaggiare di più; potrebbe incominciare a dedicarsi un po' di più alla cultura; potrebbe leggere di più ... ci sono grandi possibilità che si aprono ... per quelli che le sanno sfruttare, non per quelli che non avendosi creato uno spazio precedente per questo, se il gusto del viaggio, il gusto della lettura, e il gusto di altre cose, non l'hai avuto prima, mica facile riscoprirle a 40 anni o a 50 anni, quando per camminare un chilometro fai più fatica, non è facile riscoprirlo ... ed ecco allora che è un elemento che può essere interessante. Comunque, queste sono le cause che sottolineano in un certo senso alcuni degli aspetti che favoriscono il processo tumorale. Interessante da questo punto di vista ... e qui direi: serve per noi qualora ci trovassimo nella situazione, qualora ci trovassimo a parlare di cose che ci riguardano; può servire molto, io mi auguro che per noi sia poco il coinvolgimento, ma può essere molto più facile che conosciamo persone che magari vivono questa cosa, l'hanno vissuta o la stanno vivendo, d'altronde è un processo frequente, quindi possiamo avere amici, possiamo avere parenti, possiamo avere conoscenti che vivono questo fenomeno. Ripeto, in questo periodo questi discorsi diventano estremamente più interessanti e più importanti perché stanno acquistando sempre più valore. Cioè, l'aspetto psicologico, l'aspetto esistenziale ed io aggiungerei l'aspetto religioso, l'aspetto spirituale della vita, assume sempre più peso nella gestione dei nostri equilibri, e quindi è molto importante prenderlo in considerazione anche perché ci troviamo sempre con maggior frequenza di fronte a fenomeni che sono di patologia fisica che trovano la loro perfetta spiegazione proprio negli aspetti esistenziali. Vi faccio un esempio, perché ne parlavo oggi perché mi parlavano di un certo fenomeno di questa signora, 30-35 anni, quindi ancora giovane, però già separata dal marito, però conviveva con un altro uomo ... comunque sta benissimo, il lavoro va benissimo, intraprendente, creativa, ecc., ... da 40-50 giorni che è lì con la febbriciattola 37,537,8-37,3 che non arriva mai a 38 ma non va mai sotto ai 37 e da 40-50 giorni è sempre lì e non trovano il perché. Sarà un virus, sarà tutto quello che può essere; non sanno ancora che cos'è, potrà essere qualunque cosa. Fra tutte le cose che si stanno valutando, si sta valutando, facendosi la domanda: «che cosa le sta accadendo?» «No,
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ma sta benissimo, perché si è appena separata dall'uomo che aveva prima, però ne ha trovato subito un altro, anzi convive adesso con tutti e due perché un po' si vede con uno e un po' si vede con l'altro; il lavoro va benissimo ...."»E dico «va bene, ma chi ha detto che questo vada benissimo dentro di sé?» «Allora – dico - fermiamoci un attimo. Esempio ...» e gli porto l'esempio di una signora con cui faccio delle chiacchierate in questo periodo a Milano. Questa signora, è sui 38 anni: buonissimo lavoro, autonoma, si è fatta il suo ufficio, ottimo successo a livello di lavoro, buon prestigio, lavoro ce n'è quanto ne vuole, quindi le cose vanno bene; separata dal marito diversi anni fa con un figlio quindicenne, conserva rapporti buoni con il marito; convive con altro uomo da 810 anni con una figlia avuta da quest'uomo che ha 3-4 anni ... con questo marito praticamente è da 2-3 anni che non parla più, non dialoga più, tantomeno rapporti sessuali! Il marito è in casa, c’è la figlia, lei vive in casa, tutti e 3 assieme ... però questo marito e d'oro: non gli fa una menata, sopporta tutto ... lei esce, entra, fa ... lei lo definiva «uno di mentalità svedese». Intanto lei da tre anni ha quello che conosce a livello di lavoro con cui ha questo rapporto ... «l'amante» dico io; «ma no, non è un amante!» Ha questo qui che l’adora, che la cerca, che gli dà tutto quello che vuole, con il quale si ritrova bene. Quindi: ha il marito a casa che copre tutto un settore; c'è l'altro che copre l'altro settore ... brillante, sensuale, quello che sia ...; il lavoro che va bene ... e io le dico «e tu cosa vai cercando dalla vita?» Non è una situazione tranquilla? ... da due anni che ha il corpo che si ribella! Principi di tumore da una parte, grandi emorragie ... tutte le volte che va in tensione fa emorragie da 24 ore .... Non è apparentemente una situazione tranquilla? Dove sono i problemi? È un esempio! Tutto il discorso importante non è in quello che ti accade, ma è nel come tu te lo vivi dentro quello che ti accade, per cui tu certamente che puoi avere un marito di un certo tipo, l'amante di un altro tipo, il lavoro che va in un certo modo ... ma se tu dentro non ti senti bene perché senti che c'è qualche tipo di ingiustizia in ciò che tu fai ... anche se nessuno lo capisce, anche se nessuno te lo dice ... tu dentro sei in conflitto, tu elabori il tuo processo ... tant'è vero che, dopo averla vista ancora un po', le ho detto «la prima cosa che tu dovresti fare è una cosa semplicissima. Che cosa? Vai a casa da tuo marito e gli devi dire quello che sta accadendo!» Ha due sorelle, l'altro, gli amici, i colleghi di ufficio, tutta la gente intorno ... «assolutamente non dirglielo perché soffrirebbe, assolutamente non dirglielo perché non è giusto, assolutamente non dirglielo perché no, perché non si deve dire ...» e io le dico «è l'unica cosa giusta che tu dovresti fare.» 15 giorni fa decide che è giusto farlo perché le dico «senti, è inutile che stai a menartela: il tuo corpo sta male, il tuo corpo sta dicendo che le cose non vanno. Devi trovare una soluzione: parlagli.» Dovevano fare una settimana di vacanza al mare insieme alla figlia «... approfittane, crea la situazione, incomincia a parlarne.» Ha deciso di parlargliene ... è successo il cataclisma ... nel senso buono. Lei si aspettava chissà che cosa: il marito è cambiato da così a così, il marito è diventato il marito brillante .... Risultato finale: l'altro è un po' in crisi, il marito è rifiorito ... lei in mezzo ... profonda crisi perché: «io per due anni è mezzo l'ho imbrogliato, lui si sta dimostrando veramente un signore; non mi sta facendo le menate
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perché da due anni è mezzo ho l'amante, mi sta chiedendo scusa per non essere stato capace di rapportarsi con me diversamente ....» Il problema è suo che si sente completamente sfasata e spiega allora perché il corpo sta gridando, perché, al di là delle apparenze, sei tu che ti senti sbagliata ed ora sai che il marito poteva essere diverso se tu l'avessi contattato. Ed ecco gli elementi che allora diventano importanti. Riprendendo questi elementi noi potremmo dire ... tensione dice qualcuno, tendenza all'introvesione, il perfezionismo, altri ci dicevano l'autocommiserazione, l'immagine di sé misera, la propensione al risentimento .... Tutti questi fenomeni, per esempio, perché possono accadere dentro di noi? ... perché torniamo al concetto di prima. Torniamo al concetto del tumore, del cancro. È un processo cellulare che avviene in maniera autonoma, disordinata nel senso che non obbedisce al sistema. Praticamente prolifera producendo cellule ed occupando spazio ... ecco, qualcuno lo dice molto bene «considerando lo spazio del corpo come un terreno di cultura per se stesso». «È un'esasperazione del suo principio di identità» qualcuno lo definisce il tumore. Uno lo definisce molto bene, in pratica facendo riferimento al pensiero, il nucleo della cellula, della cellula tumorale, diventa un nucleo che in genere aumenta di forza nella proliferazione, proprio come l'embrione, ed aumenta anche di struttura, di peso, di consistenza ... ed il nucleo della cellula è rapportabile al cervello. Quindi, il processo tumorale viene spiegato come una preponderanza del principio di pensiero razionale in rapporto a tutto il resto. Cioè, perché una struttura cellulare dentro di te si ribella al tuo sistema? Perché rappresenta la ribellione di una parte di te che non viene sufficientemente considerata e non gli viene lasciato spazio di esistenza. Torniamo a noi. Quand'è che si entra in tensione? La tensione è uno dei presupposti per il processo tumorale. L'introversione, per esempio, è uno dei presupposti che dicono del processo tumorale; oppure, l'autocommiserazione o un'immagine troppo svalutativa di sé, sono presupposti per il processo tumorale. Perché avvengono queste cose qua? Cioè, perché uno si autocommisera? Perché uno si svaluta? Perché uno entra in tensione? Cioè, quand'è che capita questo? ... valutandolo dal punto di vista psicologico perché ci può servire poi per quello che potrebbe anche essere tutto un lavoro di prevenzione di questi fenomeni. Tutto questo avviene quando uno perde il vero contatto con se stesso. Se vogliamo fare un esempio, riportando il discorso a quello che era il discorso fatto prima ... quando il pensiero razionale umano perde il suo cuore ... vi ricordate tutto il discorso sull'infarto? Cioè, quando perdi il senso delle cose che fai, quindi il ciò che fai perdi il tuo cuore, quello che si somatizza facilmente in questo caso che cos'è? È l'infarto, cioè qualcosa che va a toccare il cuore. È l'altra grande malattia, è l'altra grande percentuale che spiega una grande percentuale di mortalità. Quando il pensiero umano, non è che perde il cuore, ma quando il pensiero umano nega con forza una parte di noi che non trova quindi il modo di esprimersi, facilmente si
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somatizza un tumore. E qui c'è una riflessione che diventa molto interessante, per poi incominciare ad entrare nelle conseguenze. È molto interessante vedere che è così vissuta in maniera talmente carica di paura e carica di senso di morte, il tumore, che spesso non si usa neanche il termine, si dice «ha un brutto male», cioè ci salvaguardiamo, ci difendiamo anche dal pronunciarlo come nome, perché è associato molto al fatto che se c'è un tumore, è un momento di pericolo di vita, cioè è la vita che risulta essere messa in discussione. Quindi, qualcuno potrebbe, falsamente in questo caso, identificare il processo tumorale come un processo che è collegato direttamente alla morte e quindi crea nel paziente il rifiuto della morte e quindi spiegherebbe questo non parlare di morte, il rifiutare il discorso della morte, questo comportamento a volte anche strano nel senso ... probabilmente qualcuno lo potete aver visto o saputo anche voi ... anche di fronte a fenomeni molto evidenti di gravità, l'individuo che nega l'evidenza dei fatti; cioè l'individuo che pensa di guarire anche quando il processo tumorale non lascia completamente adito ad altre speranze; cioè, è questa speranza esagerata, esasperata, che porta spesso i pazienti a non affrontare neanche il problema o affrontarlo in maniera .... Ecco, QUI C'È UN ELEMENTO MOLTO INTERESSANTE che in effetti, tanto per portare il discorso a quello che può essere la fine del discorso per poi rileggerlo, in effetti il processo tumorale viene vissuto ed elaborato nell'organismo come un processo di rinascita, non come un processo di morte. Lo definisce così un autore ... tenete presente che il processo tumorale viene associato ad un processo di proliferazione di cellule di tipo embrionale; è come se la cellula tornasse a funzionare come funzionano le cellule dell'embrione, cioè che si crea con forza lo spazio di esistenza. Allora, il testo di questo autore dice così: «dal punto di vista simbolico è un tentativo disperato - il cancro - di rigenerare un individuo che sta vivendo uno stato di morte profondo nel piano inconscio». Quindi, se noi volessimo da questo punto di vista interpretare un tumore, il tumore potrebbe rappresentare - ed è interessante questo - un tentativo di rinascita che l'individuo attua per contrarrestare uno stato di morte che precede; cioè l'individuo è morto prima, cioè è morto in quella parte di sé che non riesce ad esprimere, e siccome si sente sufficientemente morto, il tumore è il tentativo di rinascere. Difatti qualcuno parla di questo aspetto generativo, come se tu procreassi un altro individuo dentro di te, come se fosse un parto, il tentativo di un parto, un tentativo sbagliato, un tentativo ribelle, un tentativo disordinato, ma è un tentativo di rinascita, quindi è un tentativo di affermare spazio di possibilità che in qualche maniera, soprattutto inconscia molte volte, ci sono state precluse. E questo spiega perché in effetti c'è questa presenza di rifiuto apparente della morte nell'individuo, ma che non sarebbe un rifiuto alla morte, è semplicemente l'individuo che sente che attraverso il suo tumore, il suo cancro, sta semplicemente cercando di crearsi uno spazio di vita, uno spazio di reazione, di affermazione della vita. E questo spiegherebbe alcuni fenomeni che alcuni autori sottolineano, e ce ne sono di questi fenomeni.
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Per ESEMPIO, lo Speciani cita l'americano che con diagnosi di tumore maligno, tre mesi di vita, che dice: «tre mesi di vita? Ok!», abbandona tutto, affitta una barca a vela, si fa il giro del mondo in barca a vela perché è la cosa che ha sempre sognato ... quando torna dal viaggio ... guarito. 35 anni, moglie bellissima, due figli, avvocato, ricco, casa bellissima ... diagnosi: tumore, non c'è più speranza. A questo punto sceglie: «me ne vado nella clinica tal dei tali dove c'è un'assistenza perfetta, almeno voglio morire bene. Visto che devo morire, voglio morire bene, tranquillo, assistito.» Va, si separa quindi dalla famiglia perché va in clinica ecc., ... poco a poco guarisce ... e mano a mano guarisce, si separa dalla moglie, impara a suonare lo strumento che ha sempre sognato di suonare ... e cambia completamente vita. E di questi ne fanno tanti di esempi, cioè, tanti esempi dove l'individuo guarisce dal tumore nella misura in cui riesce a ricrearsi nuove prospettive di vita. Intervento e nei bambini? GiBi stesso discorso. Poi per il bambino chiaramente il discorso può essere rapportabile al rapporto coi genitori, o ad un rapporto, per esempio, con il passato remoto del bambino. Ma il processo è sempre uguale. Questo è un elemento che potrebbe essere molto interessante e quindi la domanda di fronte a quello che può essere il significato dei tumori, il significato della grande percentuale di presenza di tumori nella nostra esperienza attuale come società, cosa ci potrebbe ricordare e cosa ci potrebbe rappresentare. Ci rappresenta ... e qui è una riflessione che potrebbe essere molto interessante ... ricordando che il centro della nostra vita a livello cosciente, attenzione perché a livello globale, inconscio, il centro della vita è il cuore, il centro della vita è là dove c'è il senso della tua vita; però, il centro della vita vissuta a livello cosciente è la tua testa ed è nella tua testa dove tu sei chiamato a diventare cosciente del tuo progetto, del tuo destino, del tuo significato. Ed è lì, in questo centro, che tu elabori la coscienza di te stesso ed il senso della tua vita. Ora, è molto interessante capire questo. Oggi noi siamo in un periodo in cui a livello sociale, a livello globale, la considerazione che siamo portati ad avere della nostra vita è una considerazione molto repressiva. Un esempio. A livello di lavoro dove noi investiamo moltissime delle nostre energie esistenziali, non ci è permesso assolutamente di vivere pienamente e liberamente le nostre emozioni: un buon professionista deve essere un uomo molto controllato. Non puoi andare davanti ad un cliente e metterti a piangere perché hai qualche dispiacere nella vita. I grandi corsi di apprendimento alla vendita è il corso al sorriso stereotipato; il contatto deve essere quello, non devi far trasparire le tue incertezze, i tuoi timori, le tue paure e tanto meno le tue paturnie: lì devi funzionare secondi certi canoni. Questo si diceva, a livello televisivo, del sorriso di Silvio Berlusconi che è sempre uguale. Ma questo a livello sociale ... proviamo a pensare quanto si vive di maschere, quanto si dice «i nostri problemi devono rimanere in casa nostra e nessuno li deve sapere».
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Quindi a livello personale, a livello sociale, noi siamo condizionati da un sistema di pensiero che ci obbliga a reprimere, non lasciamo defluire le cose, quindi non possiamo esprimere liberamente quello che sentiamo e tanto meno lasciare spazio a vivere spesso quello che sentiamo. Questo si riproduce poi a livello personale. Qui è un discorso che a livello personale ognuno di noi potrebbe andare a fare, ma quanti a livello personale, là dove non c'è niente che ti impedisce di viverti pienamente quello che tu vuoi, ma tu non te lo permetti. Esempio classico: la sessualità nella coppia. Quanti problemi nel viversi serenamente la sessualità fra la coppia dove non ci sono remore di qualcuno che ti venga a dire dove devi fermarti, cosa devi fare e cosa non devi fare ... lì, sei tu di fronte alla persona a cui dici di voler bene. Quindi, molti citeranno, a livello di spiegazione, come noi a livello istintuale ... e qui ci sono i 4 elementi che potrebbero essere interessanti da valutare ... a livello istintuale, a livello affettivo, a livello di individualità e a livello di spiritualità: questi sono i grandi bisogni della nostra vita: l'istinto che rappresenta i nostri bisogni fondamentali; l'affettivo che rappresenta il grande bisogno che non è solamente fatto di cose; l'individualità, quindi la realizzazione a livello individuale e poi, da aggiungere, anche tutto il fenomeno del principio diciamo profondo, interiore. Parlando di istintualità, istinto vuol dire quella forza profonda, naturale, che noi abbiamo e che crea in noi dei bisogni a cui bisogna assolutamente dare risposte. Ci siete fino a qua? Poi per noi gli istinti fondamentali sono quelli legati alla sopravvivenza, quindi al cibo, al vestito, alla sicurezza esterna, all'avere una casa, all'avere quello mediante il quale sappiamo di poter rispondere ai bisogni fondamentali ... il che significa: è il bisogno di riposo, il bisogno di cibo, il bisogno di vestito, il bisogno di protezione, il bisogno della sopravvivenza essenziale esterna ... e quindi poi dove entra il bisogno anche sessuale in quanto fa parte di queste spinte naturali. Vorrei sottolineare che il buon padre Vannucci, che abbiamo citato spesso, in uno dei suoi libri che è uno dei suoi migliori libri secondo me che è «Mediazioni Cristiane» della Gribaudi, in un capitolo, in una riflessione che lui fa sul Padreterno dice «Dio è l'istinto più fondamentale dell'uomo». E per definire la divinità, lui la definisce una forza presente nell'individuo come istinto. Con questo termine dice una cosa molto vera, che, al di là dei bisogni fondamentali della vita pratica, umana, materiale, legata al cibo, legata al corpo, legata all'esteriorità, noi abbiamo un grande istinto che è l'istinto che crea il bisogno interiore di saper dare un senso alle cose che facciamo. A cosa facciamo riferimento noi per tentare di dare un senso accettabile alla morte di un figlio? ... ... ... DIO, un principio superiore. Dov'è che noi tentiamo di dare un senso accettabile alla morte o alla malattia, o a un handicap che ci potrebbe accompagnare per tutta la vita ... che poi sono situazioni che possono essere molto presenti nella nostra vita ... facciamo riferimento ad un progetto di un Dio. A noi dicono «affidati che c'è qualcuno che sa quando è giusto anche quello che ti sta capitando, anche se ti fa soffrire» ... è quel riciclaggio spirituale della sofferenza. In effetti è il grande
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istinto che abbiamo dentro: abbiamo bisogno di darci delle risposte accettabili a tutta una serie di fenomeni e di processi di esperienze che quando accadono creano sofferenza, non vengono a creare soddisfazione naturale in noi, ma creano sofferenza, creano conflitto, e quindi tendiamo a rifiutarlo. Tutti questi aspetti creano quegli spazi in noi che potrebbero non trovare capacità di esperienze, non vengono accettati, non vengono vissuti, vengono rifiutati e quindi rappresentano quei settori di vita che tendiamo a rifiutare con un sistema di pensiero che ci ha abituato a questi rifiuti, che ci ha abituato a cacciare giù determinati aspetti che sono invece aspetti molto importanti della vita. Quando questo processo diventasse troppo forte, diventasse troppo lesivo dei nostri diritti sentiti a livello profondo, lì si crea il presupposto del processo tumorale. È chiaro che quando io non accetto pienamente parti di me stesso, non vivo degli autentici bisogni di me stesso, non accetto vivermi dei bisogni e quindi non accettandoli non ne parlo, non li rielaboro, non cerco soddisfazione ... cosa avverrà in me automaticamente? Che sentendomi diviso e parzialmente rifiutato non mi fiderò molto di me stesso ed allora incomincio ad avere un'immagine di me stesso che non è molto brillante. Uno degli elementi che vengono citati come predisposizione nella personalità nei malati di cancro. Incomincerò giustamente ad essere quello che magari non s'accorge perché, ma si auto commisera, cioè ha molta pietà di se stesso. Certo, magari coscientemente non sai perché, ma in effetti è perché non riesci a dare soddisfazione a quello che senti, a crearti degli spazi di soddisfazione. Fai fatica a mantenere il collegamento di rapporto con gli altri duraturi e stabili come diceva il buon Speciani - ? Certo, se tu non sei quello che sente di vivere bene i propri bisogni e di poterli vivere bene al punto di poterne anche parlare, di poterli esprimere, di poter comunicare quello che vivi ... è chiaro che tenderai a non avere grandi amici, perché avere gli amici vuol dire essere quasi obbligati dalla situazione ad esprimere quello che seil’amico è quello che entra nel tuo mondo, è quello che ti fa domande che non dovrebbe mai farti, e quello che ti chiede come stai quando vede dalla faccia non va bene e che ti dice «cos'è che ti sta capitando?» Ed è per quello che possiamo aver paura ad avere dei veri amici perché gli amici con cui facciamo il sabato sera per mangiare una pizza, sono anche gli amici con cui parliamo di sport, parliamo di politica, ma non parliamo mai di problemi seri, non parliamo mai delle cose che ci riguardano veramente. E giustamente notate che questi sono gli elementi che creano le predisposizioni a questi fenomeni perché giustamente sono tutti degli elementi di comportamento esterno che presuppongono che in noi c'è la frattura, c'è la spaccatura, c'è quello che non viene effettivamente attuato in maniera corretta. Allora, passo avanti. Citavamo prima il libro «Malattia e Destino» quando dice: «perché la gente soffre molto di tumori? Perché si comporta secondo il tumore."» cioè si comporta come il cancro, come un tumore. Quindi il cancro in realtà che cos'è? È una cellula, è una parte di te - ecco la parte interessante - che siccome non viene valutata, non viene considerata e non trova spazio di esistenza, si ribella e si crea uno spazio di esistenza aggressivo.
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Faccio un PASSO INDIETRO, l'abbiamo citato prima. Perché la medicina tradizionale è così aggressiva verso il cancro al punto tale da attuare terapie che hanno confermato che non migliorano il processo ... tipo la kemio, in molti casi ... eppure la attuano lo stesso? Cioè, perché si è così aggressivi? Perché è una terapia molto aggressiva! È l'aggressione al male dove nel tentativo di distruggere le cellule tumorali, vai a distruggere molte cellule che non sono tumorali, vai a creare dei presupposti di coinvolgimento collaterali che sono quelli che spesso creano magari una situazione anche peggiore. Perché si è così aggressivi? Perché si attua nei confronti del tumore quello che il tumore sta attuando nei nostri confronti, che è aggressivo. Il tumore è un processo ribelle, è un processo aggressivo, è un processo di qualcuno che vuole affermare se stesso contro il sistema ed il sistema sei tu. Quindi, è un delinquente contro il sistema del tuo Stato, della tua globalità. Quindi ecco l'elemento. Nel testo «Malattia e Destino» l'autore fa questo riferimento: lo Stato di fronte a un delinquente può attuare il sistema repressivo o potrebbe attuare il sistema pedagogico. Il sistema repressivo è quello che castiga, il sistema pedagogico è quello che cerca di assorbire la cellula ribelle cercando di risintonizzarla a se stesso: è quello che noi dovremmo fare in realtà. Nel senso che noi abbiamo un processo che si ribella e si ribella diventando aggressivo, ma in effetti nel suo diventare aggressivo, cosa fa la cellula tumorale? Cosa fa un tumore? Lo dicevano prima, considera lo spazio circostante, lo spazio della propria alimentazione, cioè della propria cultura, cioè alimenta se stesso occupando spazio senza rendersi conto che in questa maniera espande se stesso assorbendo, occupando uno spazio che non gli compete, che non è suo, ed in questa maniera cosa fa? Determina la morte dell'organismo. Ma con la morte dell'organismo che cosa determina? Che determina la sua morte! Questo è quello che fa il cancro, come processo. Questa chiave ci dovrebbe servire per rileggere il processo esistenziale. In effetti noi nella nostra vita, noi in senso generale, magari poi noi personalmente non siamo assolutamente di questa categoria, ma è molto diffuso questo sistema: noi a livello personale e sociale com'è che tendiamo a funzionare? Uno dei criteri fondamentale è quello di usare tutto ciò che ci è disponibile ... per alimentare noi stessi, per crearci uno spazio nostro. Perfino la religione la usiamo spesso per migliorare gli affari, migliorare i guadagni, migliorare il prestigio. Noi tendiamo ad usare lo spazio circostante fatto di persone, fatto di realtà ... notate la natura. Perché siamo così sensibilizzati ecologicamente ... chi lo è almeno in questo momento ... per tentare di ritornare ad un rispetto della natura? Perché l'abbiamo contaminata così tanto la natura attraverso l'acqua, attraverso l'aria, ecc.? Perché abbiamo usato la natura come spazio di espansione nostra. Non m'importa di sporcare l'aria, pur di produrre un prodotto che io possa vendere e possa guadagnare. Hai occupato spazio che non ti appartiene, perché l'aria è di tutti, tra l'altro, e non ti sei posto il problema di sporcare quell'aria pur di guadagnare tu: è il processo tumorale ... usi lo spazio come
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spazio per il tuo interesse, nel piccolo o nel grande, questa è una mentalità molto diffusa. Secondo gli autori che studiano la simbologia delle malattie questo è perché la malattia è molto diffusa: la malattia è molto diffusa perché corrisponde ad un comportamento molto diffuso che è esattamente il comportamento di chi usa lo spazio ... che il primo spazio è lo spazio di se stessi, poi è lo spazio circostante, per delle finalità che sono in contrapposizione al sistema, all'organizzazione che dicevamo all'inizio, quindi al vero progetto, alla vera finalità dell'individuo. Il testo di «Malattia e Destino» conclude il suo capitolo in maniera bellissima perché in effetti questo modo di usare gli altri, usare lo spazio ed il resto in funzione tua, è esattamente il modo di vivere in maniera ... diciamo ... sbagliata l'amore. Nel senso che nel tentativo di affermare l'amore verso noi stessi a cui abbiamo tutto il diritto, non ci ricordiamo che l'altro ha diritto allo stesso amore a cui noi abbiamo diritto, quindi ha diritto allo stesso rispetto ... e il cancro è il processo che non rispetta il diritto dell'altro, cioè perdere il senso del «tu» ed occupa il suo spazio. L'autore conclude il capitolo infatti dicendo «il cancro rappresenta proprio un sistema di amore degenerato, cioè sbagliato. Ecco perché dice - il cancro, come processo, ha paura, cioè rispetta, ha rispetto, solamente dell'amore, del vero amore». L'unico organo che non è intaccato dal tumore, dal cancro, è il cuore che rappresenta l'amore. Noi possiamo avere un tumore, un cancro, su tutti gli organi eccetto il cuore. Essendo il cuore rappresentativo dell'amore, è l'unico organo che il cancro non riesce ad intaccare, perché lui rappresenta l'anti amore, rappresenta l'opposto che non riesce ad intaccare la struttura dell'amore. Ecco, questo potrebbe essere un elemento estremamente interessante di riflessione, nel senso che il modo migliore per recuperare. Se avessimo un processo tumorale in atto in qualche senso, l'ideale sarebbe proprio reagire a questo creandoci spazi nuovi di vita, nuovi interessi, nuove motivazioni, nuovi entusiasmi, perché giustamente, come qualcuno dice «NON C'È UNA CURA DEL CANCRO». È inutile dedicarsi a tentare di distruggere in noi tutte le cellule cancerogene perché intanto IL CORPO LE RIPRODUCE COSTANTEMENTE. L'importante è ridare il senso al tuo corpo, ridare una finalità al tuo corpo, cioè ridare una finalità alla tua vita, cioè riportare il tuo corpo ad essere vincitore. Il tuo corpo vince quando il tuo corpo sente di vivere per la vita. Allora bisogna dargli motivazioni, bisogna dare finalità, bisogna dare entusiasmo, bisogna dare ottimismo. La migliore cura del tumore, se fosse in atto, o la miglior cura preventiva è avere entusiasmo per la vita. Se vogliamo aiutare, qualcuno che ha un processo tumorale, è riuscire a fargli riscoprire il gusto della vita, il gusto di vivere: è la prima grande forza sulla base della quale lui può ricostruire un recupero del proprio equilibrio. Da questo punto di vista vorrei far notare che gli autori Simonton, del libro e di questa conferenza, soprattutto lei, quando spiega la metodologia che usano per aiutare i pazienti, fa delle osservazioni che non sono molto entusiasmanti nel senso
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che da loro arrivano pazienti che vengono da diversi: vengo da medici, vengo da cliniche e vengono pilotati verso di loro perché loro hanno una struttura di assistenza ai malati di cancro, dove fanno anche kemio terapia, radio terapia ... usano le metodologie tradizionali. Però queste terapie tradizionali tendono ad applicarle in una maniera sufficientemente equilibrata e corretta, ma soprattutto loro tentano appunto il coinvolgimento psicologico dell'individuo per facilitare proprio il recupero esistenziale. Ecco allora che con l'individuo, per esempio, hanno colloqui, colloqui psicologici, dove cita molto importante il colloquio sull'atteggiamento del malato verso la propria malattia, quindi l'atteggiamento del malato verso quello che gli sta capitando. Puntano molto loro su un elemento importante: sul responsabilizzare il malato di fronte a ciò che gli accade: questo è uno dei grandi punti di forza. Come dire, se il processo ti accade, ha qualcosa a che vedere con te, con come vivi, con come senti, con come ti comporti, quindi, vai a scoprire quello che tu potresti aver vissuto, aver fatto e che potrebbe aver determinato il terreno dove poi questo processo si è sviluppato. Loro in effetti nella loro ricerca dicono che nella maggior parte di coloro che vengono diagnosticati con un processo tumorale, c'è un qualche fatto che a livello soggettivo diventa comunque molto significativo in senso non positivo, ci sono fatti che tendono a creare tristezza, depressione, angoscia, paura, disillusione, cioè tutto quello che va a minare un po' il senso della vita nel suo significato più autentico, ma fatti che collocano loro fra i 6 e i 18 mesi prima della diagnosi del cancro. Quindi, quando c'è una diagnosi, loro dicono «nel periodo che va da 6 mesi prima a 18 mesi prima, in genere, per la gran parte delle persone, in quel periodo c'è una caduta di crisi, un conflitto, molte volte c'è la perdita di una persona cara, molte volte c'è una perdita del lavoro, molte volte c'è un fallimento di qualche tipo, molte volte ci sono separazioni affettive, quindi parlano di questi elementi» ... allora loro puntano molto su questa responsabilizzazione. Voglio dire, consciamente o inconsciamente, è accaduto qualcosa dentro nella tua vita che è tua, è la tua esperienza che è da considerare per venirne fuori. Per fare questo, quindi, loro sfruttano questo dialogo e loro dicono «dopo questo dialogo di responsabilizzazione dal 50 al 60% dei pazienti che vengono non tornano più, vanno altrove. Vanno altrove dove dicono: "ditemi qualunque cosa, quello che io devo pagare, ma voi curatemi."» Cioè, il fatto di coinvolgersi pensando che c'è qualcosa che può partire da te .... A quelli che scelgono di continuare la terapia, danno un libro da leggere, che poi è un po' il libro che loro hanno scritto, & danno una cassetta di rilassamento e di visualizzazione - metodo Silva - e dicono loro di ascoltarsela tre volte al giorno, dura circa un quarto d'ora, venti minuti. Dice: «solo il 4 o il 5% dei pazienti ascoltano la cassetta e più o meno la stessa percentuale legge il libro» ... perché ... nessuno vuole dire: io sono malato, io sono responsabile, dipende da me guarire. Vai dal medico dicendo «tu guariscimi». Anche quando accetti il discorso, poi in realtà portarlo avanti non diventa una cosa facile. Ecco questi sono gli elementi interessanti da valutare perché in fondo noi siamo di fronte a qualcosa che mette in dubbio la nostra vita, che mette in dubbio la nostra
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sopravvivenza, ma al di là della vita e della sopravvivenza, mette in dubbio il criterio con cui noi stiamo vivendo. Ed allora noi siamo disposti a pagare qualunque cosa perché mi venga restituita la vita, ma non a fare un po' di sforzo per mettere in critica il mio modo di affrontarla la vita, per mettermi io in critica dicendo «il mio criterio di vita può essere modificato». E questo è l'aspetto che potrebbe essere il più interessante da valutare riflettendo su questo tipo di patologia, proprio perché è molto diffusa, perché in realtà siamo schiavi di questo sistema di pensiero con cui vogliamo dominare la vita e giustamente mettersi in autocritica, pensare che qualcosa di me potrebbe cambiare, pensare che potrei fare qualcosa di diverso va a relativizzare questo sistema di potere, potere del pensiero con cui noi dominiamo l'esistenza e quindi facciamo tutta questa resistenza. Ed è curioso che metodologie che molti conoscono e che vengono pubblicizzate specificamente al livello medico anche da questo punto di vista, in realtà, hanno molta poca accettazione perché tendono a mettere in discussione il modo con cui uno imposta, vive e si esprime nella propria esistenza. E questo è sicuramente la chiave più delicata. Io mi fermerei qua, preferirei adesso entrare in quello che può essere un po' di dibattito.… Sono già le 11! … Ecco, tenete presente come in questo discorso, il fatto che il tumore vada a toccare un organo piuttosto che l'altro, ecco per esempio quando facevamo riferimento prima sull'alta percentuale per esempio di tumori che vanno a toccare l'apparato sessuale riproduttivo della donna, oltre che dell'uomo in parte, ma soprattutto della donna, e quindi questo potrebbe farci riflettere su come, soprattutto arrivando ad una certa età, tutta la funzione, quindi le esigenze, quindi i bisogni, quindi la parte istintuale, quindi i diritti che abbiamo a viverci questa fetta della nostra esistenza, potrebbero rimanere in parte mortificati, in parte repressi, in parte non vissuti in maniera soddisfacente per tutta una serie di possibilità e per tutta una serie di circostanze, da circostanze famigliari a circostanze individuali, a sociali, che tendono a scaricare molto, per esempio, sulla donna, determinate strutture, determinate forme repressive, determinate situazioni che non permettono alla donna di essere libera e soprattutto di esprimere pienamente se stessa in funzione di se stessa. Tenere presente come anche tutto il discorso religioso, a molti livelli, è stato mortificante per la sessualità e nella sessualità è stato mortificante per l'accettabilità della figura femminile, soprattutto anche nella tradizione occidentale cristiana tutto questo ha creato un peso notevole di condanna in quello che può essere l'aspetto della sessualità soprattutto caricato sulla donna, la donna che era un po' identificata come l'elemento di pericolo, l'elemento negativo, l'elemento demoniaco come in certi casi veniva definito. Quindi, questi elementi possono determinare la somatizzazione di un processo che rappresenta semplicemente il fatto che non ti dai
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uno spazio di vissuto in aspetti che ti appartengono, appartengono alla tua vita, ai tuoi bisogni, ecc.. Ma direi che tutto questo diventa interessante soprattutto se viene rielaborato da noi ma senza aspettare che ci capiti qualcosa per pensarci, ma elaborarlo proprio come prevenzione nel senso che proprio perché è così frequente oggi questo fenomeno del processo del tumore, così come ad esempio anche il processo dell'infarto che va a toccare il funzionamento del cuore, essendo elementi così diffusi, sarebbe molto importante che noi ci facessimo delle riflessioni preventive, cioè da subito, che ci permettessero, a livello di cuore, di recuperare o alimentare quello che può essere un senso che possiamo dare alla nostra vita e per dare un senso alla nostra vita è saper dare un senso al positivo e al non positivo della nostra vita; e dal punto di vista del processo tumorale quelle riflessioni che ci permettessero di cogliere con più facilità quando noi stiamo reprimendo, quando noi ci stiamo precludendo, quando noi stiamo vivendo una situazione che è mortificante. Voglio dire, quante persone vivono per anni senza mai avere il coraggio di esprimere ciò che veramente sentono come esigenza, come bisogno ... anche dal punto di vista strettamente di coppia, famigliare, ecc.. Quante volte ci sono persone che non si azzardano mai a tirar fuori ... potremmo anche dire donne, che hanno la mortificazione di fare le casalinghe, per esempio. Nessuno dice che debba essere la cosa più entusiasmante di questo mondo fare la casalinga, o passa la vita pulendo piatti, pulendo casa o mettere in ordine. Ma quante si permettono di tirar fuori il proprio disappunto nel vivere per anni facendo una cosa che non trovano più sufficientemente gratificante e quindi non trovano la capacità di rivendicare degli spazi alternativi diversi. E questo potrebbe essere una cosa molto interessante perché proprio per questo molte volte ci troviamo a rielaborare dei processi di questo tipo che vanno spesso a ledere anche l'ipotesi della nostra sopravvivenza, semplicemente perché cacci giù, non esprimi quello che senti. E perché, a livello sociale, quanti di noi possono trovarsi ad essere obbligati ad un lavoro, ad un impegno, ad investire ore della nostra vita in modalità che non ci corrispondono, nel senso che non le sentiamo come le modalità che ci soddisfano veramente. Sarebbe interessante, per esempio, imparare, come prevenzione, a parlare di queste cose, a tirarle fuori queste cose, in un certo senso anche «sapersi lamentare» perché è il principio per prendere coscienza di una certa cosa e ricreare lo spazio in noi che ci permetta di creare delle ipotesi diverse. E ripeto, questo è interessante imparare a farlo prima che vi capiti di avere un processo da prendere in considerazione perché siete lì che vi dite «adesso è ora che mi dia da fare». Intervento puoi ampliare il concetto del dare un senso alla vita? GiBi io non l'ho approfondito più di tanto perché è il tema che abbiamo approfondito abbastanza quando parlavamo del cuore, ad ottobre dell'anno scorso. Non l'ho toccato più di tanto perché il discorso del dare un senso alla propria
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esistenza ne abbiamo parlato più ampiamente quando parlavamo del cuore, che andava a toccare tutto il funzionamento del cuore e della circolazione del sangue. Dare un senso alla vita, in effetti, sulla base di questo concetto dell'organizzatore, che dicevamo del dottor Speciani, per cui si diceva che una cellula si differenzia a creare un organismo umano semplicemente perché c'è una struttura energetica che fa da collegamento, che fa da unità, che gli dà una finalità, che gli dà una motivazione: questo cosa vuol dire? Vuol dire che noi come esseri umani abbiamo, semplificando, ... abbiamo una motivazione di vita, una finalità di vita, abbiamo quindi un destino, abbiamo quindi un progetto, cioè si nasce per qualcosa, c'è un obiettivo. Ora che questo obiettivo possa essere più conosciuto o più sconosciuto, che possa essere un obiettivo facilmente raggiungibile o non facilmente raggiungibile, può essere importante e può non esserlo. Quello che può essere molto importante è la nostra capacità di dare un senso alla nostra vita in questa direzione: che qualunque cosa ci accada, si riesca a considerare ciò che accade come qualcosa di necessario, di utile o comunque di sfruttabile per quella che può essere una nostra crescita personale. Quindi, il nostro rischio è che noi pensiamo che sia per la nostra vita bene, utile, interessante, ciò che porta benessere, ciò che porta gioia, ciò che porta soddisfazione, ciò che porta successo; e tendiamo a condannare nella vita, quindi a rifiutare, a non accettare, ciò che porta dolore, ciò che porta sofferenza, quindi la malattia in se stessa tendiamo a considerarla un nemico mentre invece è tutto il contrario. Anche la psicologa Simonton cita un po' questo «ci si ammala perché si ha bisogno di quella malattia». Cioè, quando ci si ammala, c'è un qualcosa dentro di noi che diventa conflittuale perché è un qualcosa che non viene soddisfatto. Ora, qualcosa che in noi non viene soddisfatto può essere di tipo umano, cioè di tipo fisico, di tipo organico. Cioè, una persona può non essere soddisfatta perché non ha ... vediamo una cosa che viene citata spesso ... non ha una buona soddisfazione a livello di attività sessuale nel rapporto di coppia: cioè, la sessualità e repressa, la sessualità è insoddisfatta. Noi sottolineiamo questo, perché siccome siamo sessuati, o hai delle motivazioni spirituali molto forti, in cui credi molto, che ti permettono di fare una scelta, ti permettono di prescindere da un vissuto sessuale sereno, soddisfacente o ti devi trovare un altro tipo di soddisfazione ... nel vissuto. Poi chiaramente nel vissuto dipenderà da come te lo vivi, da con chi te lo vivi, con chi te lo condividi. L'esempio fatto prima non era casuale: posso essere di quella che ha un marito di un certo tipo, che ha l'amante di un certo tipo ... e poi averne cinquanta di amanti di un certo tipo ... cioè, essere soddisfatti sessualmente, non significa far l'amore tanto, vuol dire viversi sessualmente bene e quel tanto o quel poco è importante che tu ti viva bene, cioè non lasci spazi insoddisfatti dentro di te o se c'è una insoddisfazione dentro che tu sappia dargli un senso. Io posso anche avere una forma di non soddisfazione finalizzata semplicemente perché faccio il fioretto alla Madonna, ci sono quelli che rimangono insoddisfatti durante 40 giorni di quaresima perché hanno deciso di non mangiare carne, di non fumare: l'insoddisfazione scelta non fa male perché ha una finalità. Ecco l'organizzatore, ecco la finalità che tende a riordinare il tutto intorno
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ad un concetto di unità: c'è un senso, c'è una motivazione, c'è una scelta. Farai fatica ma riesci a dare un senso; è quando ciò che ti manca, ti manca ma non ha un senso che ti manchi... allora la cosa diventa problematica. Ecco allora, dare un senso ha vita, dare un senso alla vita vuol dire riuscire a dare senso anche a tutto ciò che accade nella vita e che noi non abbiamo scelto, non siamo stati noi a determinarlo e può essere stato determinato dagli altri, può essere il fatto che tu paghi delle tasse semplicemente perché vivi in una società che crea una legge ... è importante che tu possa entrare in questo sistema non sentendoti troppo in collisione, troppo in conflitto, perché se ti senti troppo in conflitto entri ad essere in una qualche misura il ribelle, ma il ribelle che nel tentativo di ribellarsi può essere quello che incomincia a funzionare da cancro, come dicevamo prima e che presuppone la facilità di ricondurre quel processo dentro di te. Ecco DARE IL SENSO ALLA VITA. Cioè, c'è una globalità nella nostra vita che è RAPPRESENTATA NELLA VISIONE DEL SÉ, lo Spirito, l'Io Superiore, questa finalità di ordine superiore che noi diciamo che dà senso a tutto quello che è la tua vita. Ora, bisogna tener conto di questo perché tutte le nostre necessità, tutto il nostro vissuto si illumina alla luce di questo SÉ, di questo concetto di unità. Ora, quando mancasse questo è fare qualcosa per recuperarlo, fare qualcosa per reinserirci in qualche maniera, perché questo ci salvaguarda da tutti questi tipi di processi. E ripeto, nei prossimi decenni, per esempio, motivati da un fatto molto semplice, che i bisogni tipicamente fisici che abbiamo noi nella vita, che può essere il cibo, che può essere il vestito, che può essere la casa, che può essere determinate soddisfazione esterne che può essere la cultura; la possibilità di contattare, per esempio, attraverso i viaggi altre culture, altri popoli, altre terre, altre geografie; la possibilità di Internet con cui tu contatti l'inconscio collettivo, perché ormai è un contatto da inconscio collettivo, dove entri in comunicazione con il sistema unitario del pianeta, e questo migliorerà sempre di più. Quindi, questo soddisfa una grande fetta di bisogni esterni, fisici, umani, dove c'è la tua immagine, dove c'è quello che tu sei per gli altri, quello che gli altri sono per te, quindi c'è la tua identità esterna. Questo cosa farà sì? Che nei prossimi decenni, il processo è già in atto, ci sia lo spazio perché si evidenzino maggiormente i nostri bisogni più profondi, che è il bisogno di stabilità, è il bisogno di dare un senso alla vita in senso più profondo ... permettetemi ... è un bisogno di spiritualità ... poi falla come ti pare, secondo un sistema induista, buddista, ebraico, cristiano, quello che sia ... ma c'è bisogno di dare la collocazione cosmica all'esistenza. Proprio perché hai tempo, il tuo tempo non è più assorbito troppo dallo sforzo per avere da mangiare, dallo sforzo per avere di che vestire ... una volta lavoravano 18 ore per mangiare, adesso lavori 8 ore al giorno per 5 giorni e forse anche un po' meno se le cose vanno in una certa maniera ... e te ne avanza ed hai tempo per annoiarti, hai tempo per pensare ad altro ... ed allora hai tempo di solitudine, cioè hai tempo per sentire l'angoscia, l'ansia e tutte le malattie che vanno a toccare l'elemento più profondo. Questo è creare le esigenze nuove, cioè creare delle esigenze di risposte nuove. Ora, se non riusciamo a rispondere a questo è chiaro che potremmo diventare
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ribelli, possiamo diventare quegli che si ribellano all'elemento esterno. State osservando il sistema sociale come sta funziona in questo periodo? Notate, i bambini che vanno a scuola con la pistola, capaci di prendere e ammazzare qualcuno perché sono arrivati tardi a scuola! È un fenomeno completamente nuovo, ma ci dice qualcosa di molto importante. Non è il bambino che va ad uccidere perché ha fame; è il bambino che uccide ... e il bambino rappresenta quello che è più spontaneo, quello che è più libero ... uccide perché è stato castigato, uccide perché non è stato capito, ... si uccide per questo, non si uccide per il cibo, per la sopravvivenza; si uccide per valori di tipo spirituale. Andiamo verso tipo una situazione che se non troviamo la possibilità di risposta a questo, questo processo ... che poi sia l'infarto, che sia il cancro o un tumore o che siano altre cose, somatizzeremo in maniera notevolmente meno buona del precedente, cioè in maniera molto più intensa di come facevano prima perché gli elementi, i presupposti ci sono. Intervento (mio) la risposta non riesco ad averla molto chiara. Un padre Vannucci o un padre Turoldo erano sicuramente vicini alla finalità ultima dell'uomo, molto più della maggior parte, ipoteticamente: chi riesce scrivere certe cose ... sono morti di cancro! Dov'è allora il collegamento nel caso loro? GiBi allora, la morte attraverso un processo tumorale può essere spiegabilissimo nel fatto che anche una persona molto avanzata nella comprensione di certe cose può comunque lasciare degli spazi irrisolti in quella che è l'esigenza dell'essere umano. Quindi, una grande cultura religiosa, una grande cultura spirituale come può essere un padre Vannucci, può benissimo lasciare degli spazi di elementi che la situazione, per esempio, sacerdotale, la struttura, gli aveva fin da prima, in maniera restrittiva, limitato. Quindi, da un certo punto di vista ... io non so perché non sono mai andato e non l'ho mai incontrato, ma me ne hanno raccontato diversi casi, per esempio, di un padre Pio, che fosse molto severo, molto aggressivo e molto autoritario con le donne, con dei comportamenti per cui le donne si sono sentite molto offese. Ora, uno dice «come fa in questo alone di santità, questo tipo di comportamento che può diventare lesivo», nel senso che tratto il mondo maschile in una maniera più delicata che non il mondo femminile. Perché in fondo, sono personaggi che intorno a tutto questo alone, a questa effettiva santità, questo non vuol dire che avessero reintegrato in maniera completa ed equilibrata il principio femminile. Quando il buon Jean Spinetta veniva giù al Centro a fare Morfofisiognomica, aveva fatto l'interpretazione del volto di Santa Teresa di Lisieux. Nessuno va a discutere quella che può essere la santità della persona, ma aveva fatto un profilo psicologico, in certi aspetti patologico! Cioè, il volto denotava determinati elementi che poi, diceva giustamente "che lei queste patologie repressive, le abbia riciclate facendole diventare comportamento da santità perché diventavano pazienza, diventavano quelle forme con dei comportamenti estremamente ... quello di andare a bere il vomito di una consorella o cose del genere ... se tu lo vivi da un certo punto di vista può essere anche un comportamento di santità, da un altro punto di vista è un comportamento
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patologico. Non c'è bisogno di fare questo per dimostrare di avere rispetto per la persona! Quindi, è importante tener presente questo. Voglio dire che noi, quando diciamo che acquistiamo un alone di santità oppure acquistiamo un equilibrio di un certo tipo, non è detto che tutti i settori della vita siano integrati perfettamente in questo. Ora, la precisazione che vorrei fare: dove pensate che si possa collocare, da questo punto di vista, il concetto di reincarnazione? Se non nel fatto che, pur essendo perfetti, ipoteticamente in certi settori, quando moriamo ci ripropongono altri settori che vengono ripresi in altri momenti a recuperare una perfezione che vada a diventare perfezione da sfera, non perfezione da sfaccettatura, cioè perfezione globale. Noi siamo abituati al santo a rappresentarlo come quello che è arrivato, che è arrivato pienamente, che ha risolto pienamente il tutto. È un discorso dove non abbiamo elementi di misurazione. Questo è il 1° discorso. Il 2° discorso è che un processo tumorale a 60 o 70 anni, può diventare effettivamente il processo di un'età anche avanzata in cui tu elabori delle situazioni che sfoghi in questa maniera; diverso un processo tumorale a trent'anni. Dal punto di vista esistenziale, l'anziano può elaborare dei sistemi di recupero del suo passato ed elaborarli con fenomeni di questo tipo. Chiaramente, il vero santo, il santo globale, il santo totale, è quello che si siede, chiude gli occhi e se ne va abbandonando il corpo sano come era, nell'ipotesi: ma chi fa questo? Possono essere pochissimi. E questo può essere un elemento interessante di valutazione. Però, sono domande interessanti da questo punto. Intervento ????????????? GiBi l'uomo sicuramente ha una percentuale molto alta di mortalità attraverso l'infarto, le malattie di cuore, circolazione, cioè problematiche collegati a questi aspetti, perché l'uomo è molto portato a quello che può essere proprio l'elemento di dominio, quindi del proiettarsi molto verso una finalità, verso un significato esterno a livello creativo, quindi è molto più soggetto ad entrare in crisi sul significato della vita. Cosa che invece la donna, essendo più interiozzata, biologicamente parlando, tende più facilmente a recuperare un senso in questo aspetto. In effetti, da questo punto di vista, la donna notate come tendenzialmente, in maniera naturale, frequenta di più la Chiesa, è più religiosa, è più sensibile a tutte le metodologie, per esempio, meditative, dove il viversi chiudere gli occhi ecc., tendenzialmente sono più frequentate da percentuali di presenze femminile che non maschile. Tutto questo fa sì che la donna abbia un notevole maggior contatto ... ma le è più congeniale ... con il profondo, con questo significato profondo delle cose. Non per niente le percentuali più alte di anziani è femminile: cioè, la media di mortalità è più bassa per gli uomini che non per le donne. A questo punto facciamo l'esercizio.
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CERCHIO LUCE Occhi chiusi fai una respirazione profonda ... e rilassati bene ... rilassa bene il tuo corpo ... rilassa bene la tua mente (12 sii consapevole del collegamento che hai stabilito con tutti noi attraverso le tue mani (13 immagina un raggio di energia che dall'alto scende su di te (3 e apriti ad accogliere pienamente quest'energia (9 vivi il fluire di quest'energia come luce in te ... come modo di essere profondamente in sintonia con l'universo, con il cosmo, cioè con la totalità della vita (3 se vuoi ... puoi dire ... essere in sintonia con ... DIO, con il tuo DIO ... il DIO in cui credi ... come colui che accoglie dentro di sé la totalità degli essere (7 e quindi sentiti aperto ad accogliere pienamente questa forza (5 sentila come una forza che ti trasforma a livello fisico (8 sentila come una forza che ti trasforma a livello emotivo e a livello mentale ... quindi una forza che dentro di te diventa chiarezza (4 diventa sensibilità (4 diventa capacità di essere consapevole ... quindi capacità di cogliere il senso profondo della realtà (5 senti tutto questo ... nel visualizzarti ... in un corpo che diventa luminoso (3 in collegamento ... con luce dell'universo in te (3 ed immagina lasciare fluire questa luce, quest'energia attraverso la tua mano destra verso gli altri ... e riaccoglierla attraverso la tua mano sinistra (4 e vivi questa comunicazione con gli altri ... attraverso questa immagine di luce (3 di tutti noi che insieme formiamo un cerchio ... e mentalmente immaginiamo un cerchio perfetto (5 dove l'energia e la luce fluiscono ... creative (4 come una grande forza di unità (3 ricordati l'esperienza che abbiamo vissuto insieme all'inizio di questa serata ... il senso di unità ... vissuto dentro di te, nel tuo cuore (3 quell'unità ... come risultante finale ... di tanti organi, di tante parti ... che vivono e si muovono in sintonia... in perfetta e profonda sintonia (5 ed allora ... lascia fluire questo senso di unità ... in questa immagine di cerchio di luce formato da tutti noi (7 sentiti profondamente in sintonia ... con noi che siamo qui con te (12 senti la nostra presenza ... e senti il profondo rispetto che hai per te stesso ... che diventa un profondo rispetto hai per tutti noi, pur nella nostra diversità (8 e lascia fluire pienamente il senso ... dell'amore ... dell'affetto, dell'accoglienza (9 ed attraverso di noi senti ... una profonda sintonia ... con tutte le persone... che sono presenti nella tua vita ... dai membri della tua famiglia (5
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i tuoi amici (5 le persone che sono in contatto con te nell'ambito del lavoro (4 i tuoi vicini di casa ... coloro che abitano nello stesso luogo dove abiti tu (7 sentiti ed immaginati che tu non sei separato da loro (3 quel collegamento di luce che vivi in questo momento con noi ... è un canale aperto anche con loro (3 e la vita fluisce in te, il loro, in tutti noi ... come un principio di unità (3 per questo tutti i grandi maestri ... di tutte le grandi religioni ... hanno sempre richiamato come al grande valore dell'amore ... nel rispetto... verso tutti e verso tutto (5 lascialo fluire pienamente dentro di te (3 questa sera tu hai creato le condizioni per tutto questo ... in questo cerchio sei l’anello di una catena (5 la vita nella sua totalità è rappresentata ... attraverso il simbolo del cerchio ... e noi siamo un cerchio (6 tu non basti da solo per fare un cerchio ... bisogna essere almeno in due (10 e questo è il vero senso della vita (3 è presente quando c'è ... autentica comunicazione ... fra te e gli altri (8 ed allora vivila pienamente in questo momento ... questa vita, questo senso della vita ... fatto di condivisione (3 ma questa condivisione che vivi con noi ... proiettala verso ... tuo marito, tua moglie, i tuoi figli, i colleghi d'ufficio ... abbraccia in questa luce ... tutti coloro che conosci (6 e soprattutto ... come un dono che offri a te stesso, in questo momento ... e offrendolo a te stesso ti apri ad offrirlo agli altri ... pensa a coloro che tu conosci ... e che stiano vivendo ... l'esperienza ... del tumore ... o che l'abbiano vissuto ... potresti conoscerne qualcuno ... se fosse così ... visualizza queste persone ... richiama la loro immagine sul tuo schermo mentale ... immagina trasmettere loro luce, energia ... attraverso il fascio di luce che esce dalla tua fronte ... e sentiti di trasmettere a loro, attraverso questa energia ... il gusto della vita ... la celebrazione per la vita ... la voglia di vivere ... l'entusiasmo ... la fiducia (8 è la migliore medicina (15 e recuperala dentro di te questa vita fatta di ottimismo, di entusiasmo ... di motivazione, di fiducia (23 quindi preparati a concludere questa breve esperienza ... rielaborando dentro di te proprio quest'idea, questo senso dell'amore ... sentirti in sintonia con te stesso ... con tutto te stesso ... e sentire quella sintonia con la realtà che ti circonda ... che ti permetta di vivere ... pienamente ... ma nel rispetto ... nella condivisione (24 e preparandoti a riaprire gli occhi ... porta con te la certezza ... che questo sentimento, questo modo di sentire ... ti accompagnerà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane ... dando leggerezza ...... ma anche profondità ... e autenticità ... alla tua esperienza (6
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aiutati con qualche respiro profondo a recuperare le normali sensazione del tuo corpo ... e quando ti senti pronto apri gli occhi ... e all'apertura degli occhi ripetiti mentalmente "MI SENTO MOLTO MEGLIO DI PRIMA … IN PERFETTO STATO DI SALUTE".
fine.
Mentre stasera abbiamo fatto la nostra riflessione su un processo che accade in noi e che non viene riconosciuto come pericoloso dal nostro sistema immunitario proprio perché è un processo che rientra nella normalità del comportamento delle cellule, concluderemo la prossima volta riflettendo su un processo che sta dilagando perché in fondo si sta ampliando sempre di più questa malattia dell'Aids, della sieropositività e di processi vari, comunque si sta espandendo e che diventa conclusiva per noi, perché rappresenta il momento in cui invece il sistema immunitario va in tilt, non funziona più. Cioè, è un po' il momento in cui l'individuo perde la capacità di riconoscere ciò che gli è nemico, ed è uno degli elementi che vanno ad intaccare qualcosa di ancora più profondo.
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