Il libro ch non fu mai scritto

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IL LIBRO CHE NON FU MAI SCRITTO Sintesi di incontri tenute da

GIAMBATTISTA Pagani dal 1990 al 1999 Le idee, almeno quelle buone, possono essere immortali. Walter Jon Williams

Un uomo potrà sempre dirsi ricco, se qualcuno un giorno disegnerà la storia delle sue gesta affinché vengano ricordate. Dal Film: “Il 13° Guerriero”

Quando muore un amico, non piangere, piangi solo quando l'avrai dimenticato perché solo allora l'avrai perso per sempre.

Il lettore comprenderà meglio certi aspetti del testo presentato se vorrà considerare che si tratta di insegnamento ESCLUSIVAMENTE ORALE.

Testo, NON rivisto e NON coretto dall'Autore, trascritto a due mani da "Mendoza & Stefano, adattato da Gandalf e corretto … in coro …


PREMESSA Come forse avrete già scoperto, sul nostro sito la Oshoba fa pubblicare gli arretrati della rivista Osho Times. Stavo rivedendo quella del luglio ‘98 quando mi imbattei nell’articolo di una sannyasin [ Prem Shunyo al secolo Chetana: “Com’è nato questo libro?” ] che raccontava … Anando stava seduta lì e parlava con Osho dei libri da pubblicare, e all’improvviso lui si volta verso di me e dice: “Oh! Chetana può scrivere un libro!” Non ho mai pensato per un solo momento alla complessità del compito, altrimenti non avrei nemmeno cominciato. Queste poche righe ed una conversazione di questo tipo con un amico mi hanno fatto nascere

l’IDEA !

GiBi era ancora in vita quando inziai a trascrivere alcune sue conferenze ed ora - oltre a ritrovarmi con 2.000 (sì, duemila!) e più cassette registrate - me ne ritrovo alcune trascritte con un peso che va dalle 20/30 pagine alle oltre 300/400 pagine. L’idea è questo libro che non fu mai scritto da GiBi perché, come per Osho, si tratta di trascrizioni di sue conferenze che ho cercato di sintetizzare in poche pagine per farvene sentire il profumo e stimolarvi l’appetito. Se vi verrà la voglia di approfondire, alla fine di ogni sintesi troverete gli “indirizzi” per recuperare nel sito sia le trascrizioni integrali che le eventuali cassette audio, Buona lettura e …"Al salam alekkum," la pace sia con te,

Gandalf (il grigio), disturbatore della quiete


INDICE … (PROVVISORIO)

(i titoli non evidenziati sono ancora da elaborare)

PREMESSA IO & L’ALTRO

1990

A08 Libertà e destino - 3ª parte A12 Il nemico è necessario A16 Paura - 1ª parte

1991 B04 Il conflitto dell'Io. Creare e amare il nemico BO7 Sessualità e Fecondità

B09

La Coppia: la vera unione si consuma nel Cuore

B12

Il Corpo e le sue Malattie: come guarire e come aiutare a guarire

B13

L’Anima e le sue Malattie 1°: quando l’emozione uccide la vita

B15

L’Anima e le sue Malattie 2°: vita e morte nelle tue idee

B16

Lo Spirito e le sue Malattie: quando l’errore non ha perdono

1992

C04 L’uomo e le sue malattie: schiavo o padrone? & La donna e le sue malattie: vita e morte nelle tue mani C07 La coppia e le sue malattie 1°: nell’unione è il futuro dell’individuo C08 La coppia e le sue malattie 2°: nell’unione è il futuro dell’individuo


1997

H02 GUARIGIONE: il peccato dell’origine H03 GUARIGIONE: i problemi dell’amore H04 GUARIGIONE: i problemi della coppia e della sessualità H07 GUARIGIONE: figli e genitori H09 GUARIGIONE: la malattia come evoluzione H11 Pratica ed esperienza di GUARIGIONE: il Cuore (1) H12 Pratica ed esperienza di GUARIGIONE: il Cuore (2) H13 Pratica ed esperienza di GUARIGIONE: i Reni H14 Pratica ed esperienza di GUARIGIONE: i Polmoni

1998

I02

Pratica ed esperienza di guarigione: il Sistema Digestivo

I03

Pratica ed esperienza di guarigione: il Cervello

I04

Pratica ed esperienza di guarigione: la Pelle

I06

Pratica ed esperienza di guarigione: gli Organi Sessuali

I08

Pratica ed esperienza di guarigione: il Tumore

I09

Pratica ed esperienza di guarigione: l'AIDS

I PASSAGGI A05 1990 - Vita e destino dell’uomo visti attraverso i simboli della Pasqua B17

1991 – (Natale) La nascita dell'uomo: destino e valori nell'agire umano

C02

1992 – I nostri desideri nell’esperienza del fuoco


Exx

1994 – (Natale) Riti, feste e simboli nella visione dell' acquario

F07

1995 – I simboli di Pasqua

G13

1996 - Equinozio Autunno: festa della saggezza. rito della liberazione

G18

1996 – L’Uomo ed il suo destino osservato attraverso i Simboli del Natale

I FILM F12 1995 - L’uomo nei grandi simboli: il GRAAL F14 1995 - Il Gabbiano G01 1996 - Linea mortale G10 1996 - Il Re Leone G12 1996 - L'uomo dei sogni H01 1997 - GHOST I01 1998 - Il Gobbo di Notre Dame L12 1999 - L'avvocato del Diavolo

VARIE MA NON EVENTUALI C05 1992 - Introduzione alla Meditazione D01 1993 - La reincarnazione Dxx 1993 - L’uomo osservato attraverso il vangelo secondo nessuno E10 1994 - Il “7” l'energia nascosta dell'uomo : i chakra e l'antica preghiera del Padre Nostro H10 1997 - L’ENERGIA DELL’UOMO: metodi di guarigione alla luce del soprannaturale. Benessere -> bene -> Dio; malessere -> male -> Diavolo. Exx 1994 - ARMONIA

C-1000 1000 1000 1000 1000

T.A.R.O.T. 1992 – PIETRALBA 7 Arcani Maggiori I Tarocchi I Tarocchi Minori I Tarocchi trascritti

Tarocchi

Minori


“ dulcis in fundo” : PREGHIERE-RINGRAZIAMENTO A B

… per il cibo quotidiano … ai 4 elementi


Brescia - ANNO 1990

VITA E DESTINO DELL’UOMO visti attraverso i SIMBOLI della PASQUA

La breve riflessione che volevo fare per qualcuno di voi sarà magari riascoltare cose ripetitive: si sa che la ripetizione delle cose qualche volta serve. Il discorso che qui noi vogliamo proporre vuole essere di stimolo, senza che necessariamente voi dobbiate essere le persone che frequentano assiduamente la chiesa. Questa occasione vuol essere uno stimolo per capire aspetti dell’esperienza umana, non dell’esperienza cristiana. Molte volte rimaniamo preclusi da questa ricchezza che la cultura offre, semplicemente perché siamo in conflitto o in atteggiamento di rifiuto verso la struttura. Parlando di Pasqua si parla fondamentalmente di un concetto ben definito: Il PASSAGGIO. Questo concetto di passaggio è arrivato a noi legato ad un individuo che si dice nato 2000 anni fa, che ha vissuto una certa esperienza: la resurrezione. In realtà la Pasqua è invece qualcosa di molto, molto più vecchio. La festa di Pasqua fa riferimento alle feste primaverili. La festa di Pasqua cade esattamente la prima domenica dopo la prima Luna Piena che capita dopo l’equinozio di primavera. Tutto questo potrebbe essere interessante approfondirlo. Tenete presente che Natale a sua volta è legato al solstizio d’inverno, quindi è collegato al momento più buio dell‘anno. Questa festa stagionale (Pasqua) celebrava il passaggio dall’inverno alla primavera, come possibilità della sopravvivenza. In pratica si passava da una stagione che veniva collegata con la morte alla possibilità di vincere la morte stessa. Pasqua è sempre PASSAGGIO, cioè FESTA DEL PASSAGGIO da uno stato collegato alla MORTE ad uno stato collegato alla VITA: questo è il fulcro della festa. Su queste feste primaverili si inserisce poi la festa EBRAICA, arricchita, come passaggio, dalla sua storia. Ve la sintetizzo. La Pasqua ebraica, è la festa con cui si celebrano due diversi concetti di passaggio. Li ricordiamo tutti rapidamente. 1° - La notte del PASSAGGIO DELL’ANGELO del Signore: i rituali della festa di Pasqua nascono dalle norme che Mosè diede agli ebrei per quella che sarebbe stata l’ultima notte che avrebbero passato in Egitto … “ … con il sangue di un agnello, dovete tingere lo stipite della vostra porta, perché l’Angelo, passando, là dove troverà il sangue sullo stipite, non entrerà ad uccidere il primogenito … ” … elemento


importantissimi della festa di Pasqua, dove ci si dice che col sangue di un essere viene salvata l’umanità! Anche Gesù Cristo sarà associato all’agnello sacrificato. 2° -Il PASSAGGIO attraverso le acque del mar Rosso. La festa di Pasqua che il popolo ebraico continuerà a festeggiare da allora, ricorda questo passaggio attraverso il Mar Rosso per salvarsi dall’ennesima volta che il faraone si pente di averlo lasciato libero e ricorderà specificamente il passaggio dalla stato di schiavitù allo stato di libertà. Qualcuno potrebbe dire che il Cristianesimo è un’eresia dell’ebraismo; ; in quanto il cristianesimo nasce da un gruppo di ebrei che si stacca dal ceppo ebraico. Quindi, 2000 anni fa celebrando questa festa, Gesù aggiunge qualcosa: e lì abbiamo la storia che poi voi sentite quando celebrate la Pasqua in chiesa. Lì abbiamo i 3 giorni, giovedì, venerdì, sabato … , che sono i 3 giorni più importanti dell’anno rituale, quando si celebra un rito fondamentalmente della struttura cristiana che è la messa. L’UNICO giorno in cui NON SI CELEBRA É IL VENERDÌ SANTO. Perché? Perché il giorno di Venerdì si ricorda il fatto storico che dà senso all’esistenza della festa. E il fatto storico qual è? LA MORTE DI QUESTO INDIVIDUO. Con la Pasqua del Cristianesimo si celebra la resurrezione di Gesù”. In realtà a noi più che l’immagine di un Cristo risorto, ci arriva l’immagine di un Cristo in croce. Questo suppone dei vantaggi perché sottolinea certi significati, ma vengono lasciati in secondo ordine altri significati. In realtà la Pasqua è la grande festa del cristianesimo: la festa del passaggio dalla morte alla vita … e ritorna il concetto iniziale. Un altro aspetto importantissimo: nel momento centrale della Messa … cioè quando il pane viene trasformato, subito dopo viene detto “MISTERO DELLA FEDE” … lì (subito dopo la trasformazione) c’è un elemento importante da capire. Mistero è il termine che indicava un rituale specifico, si faceva riferimento ai cosiddetti riti di iniziazione … un’esperienza in cui l’individuo veniva tirato fuori dal corpo, veniva introdotto alla conoscenza delle verità profonde della vita umana; e poi, veniva ricondotto nel suo corpo. Cioè, moriva, uscendo dal corpo, e riprendeva vita, riprendendo possesso del suo corpo. Esperienza, che lo portava alla conoscenza … un sapere diverso che permetteva all’individuo il potere di guidare gli altri. Tenete presente che CHI CONOSCE HA POTERE. Quindi quando si parla di mistero, si parla di esperienze in cui l‘individuo viveva l’esperienza del passaggio attraverso la morte verso la vita, la VITA VERA. Quella che poi gli orientali diranno: vita apparente quella del corpo, vita vera diciamo quella dell’Essenza. Quindi, quando dopo la messa si dice “mistero della fede”, è il momento in cui vengono proposti determinati rituali, gesti, stimoli, ecc., in cui si può vivere il cosiddetto


passaggio da una vita non vera ad una vita vera attraverso quello che si può definire una morte: che É IL CONCETTO DI PASQUA! uesto è quanto viene proposto nei 3 giorni fondamentali di GIOVEDÌ, VENERDÌ e ABATO SANTO della festa di PASQUA. I riti di iniziazione a quel punto diventano fenomeni che si aprono alla possibilità di ognuno. Ed allora, il rituale che ogni giorno viene proposto dalla cultura cristiana nell’ambito religioso che può essere una messa, è il rituale che propone le energie, gli stimoli necessari per far sì che nella tua vita possa avvenire questo passaggio, da una vita non vera a una VITA VERA. Però, perché questo avvenga, non è questione di andare a messa, perché qualcosa poi deve avvenire in te. E che cosa deve avvenire in noi? Ecco allora la sintesi a cui possiamo arrivare. Tenete presente che Giovedì, Venerdì e Sabato vengono chiamati SANTI, perché fanno riferimento a 3 momenti essenziali della vita di Gesù. Vediamoli: GIOVEDÌ: durante l’ultima cena, momenti essenziali sono la lavanda dei piedi e la celebrazione dell’eucarestia, ma è anche il momento in cui Gesù annuncia tassativamente che lui si consegnerà alla morte; cioè che si lascerà prendere. Parecchie volte avevano tentato di prenderlo o lapidarlo o farlo fuori, ma non ci erano mai riusciti. Perché? Si dice nei vangeli che lui avesse una forza tale che quando volevano prenderlo nessuno riuscisse a toccarlo, se lui non lo permetteva. Simbolicamente, nelle chiese, il giovedì c’è la spoliazione completa della chiesa stessa e si legano le campane. VENERDÌ: è il giorno della morte che Gesù definisce un suo atto di libera scelta, dove abbiamo il simbolo della croce. SABATO. Con la messa di mezzanotte lo ritroviamo simbolicamente rappresentata la resurrezione con il rito dell’acqua e del fuoco. Tenete presente che questi sono i tre momenti sintetizzati simbolicamente nella messa: l’offertorio, dove abbiamo ancora il pane ed il vino che vengono riproposti; abbiamo il momento della consacrazione che è il momento della morte; per arrivare al momento della comunione quando tu mangiando DIO diventi vivo di una natura divina, di una vita diversa. Faccio un passo indietro. In tutte le tradizioni l’iniziazione è il DIO che muore e risorge; cioè era il DIO che moriva e risorgeva in quell’individuo che si trasformava. Quando viene celebrata la messa il pane da pane diventa … un alimento Divino … ma chi è che realizza questa trasformazione? … il sacerdote? Per modo di dire, in realtà il sacerdote fa da cronista; lui non dice “io prendo questo pane e dico …”, lui dice: “tempo fa Gesù Cristo quando prese il pane …”, Quindi chi trasforma il pane in corpo di Cristo? È sempre il Cristo! Fondamentale … per tirare le conclusioni.


Noi dobbiamo per forza essere quelli che da una vita passano ad un'altra vita, quindi rivivono l’esperienza della morte, ma dovremmo anche essere i sacerdoti che celebrano questa morte; non può celebrarla nessun altro al posto nostro. E infatti il PANE e VINO - che nella messa si offre sono simbolo di se stessi. Ooggi è rimasta quella cosa banalizzata al massimo, della figura del sagrestano che passa per la chiesa col piattino a raccogliere le offerte. All’inizio chi si radunava a celebrare la cosiddetta eucaristia, ovvero la cena in cui si condivideva la fede e l’impegno esistenziale, portava quanto di se stesso possedeva, ma che non era di stretta necessità. Ecco la comunità, ecco il comunismo; dove era dare ciò che si possedeva e che, in caso di necessità, diventava la capacità di dare anche la propria vita.

Il simbolismo Cosa vuol dire PASSARE ATTRAVERSO LA MORTE? Cessare di esistere secondo gli schemi con cui esisteva prima. PANE e VINO sono i simboli di noi stessi - MASCHILE e FEMMINILE - che si uniscono insieme. La CROCE, ha sempre significato LA VITA UMANA SUL PIANETA TERRA. Ci ricordano le 4 energie fondamentali che si manifestano in noi come su tutta la vita sulla terra. Quella che rappresenta la vita specificamente umana, è il 5° punto centrale della croce. Infatti a NATALE, che significa la NASCITA DELL’UOMO, che stella mettete sul vostro presepe? Quella a 5 punte, perché il 5 rappresenta lo SPIRITO, cioè è l’ESSERE COSCIENTI DI SE STESSI, e quindi CAPACI DI SCELTE LIBERE. Si è sempre detto: “NELLA VITA OGNUNO HA LA SUA CROCE“. Vuol dire OGNUNO HA LA SUA VITA, CHE DEVE ESSERE CAPACE DI VIVERLA COSCIENTEMENTE FINO A POTERLA VIVERE LIBERAMENTE. Quindi la croce è simbolo di vita, non di morte. Ma questa trasformazione, che diventa morte, come si realizza concretamente? Ce lo dice l’ACQUA ed il FUOCO, che è il bellissimo rituale del sabato notte. L’ACQUA è l’AMORE e il FUOCO è la SAGGEZZA. L’ACQUA è l’elemento FEMMINILE, il FUOCO è l’elemento MASCHILE. Ecco il concetto di acqua, il concetto di amore è: SAPERE ADATTARSI ALLA VITA DI OGNI ESSERE UMANO AMANDOLO, INDIPENDENTEMENTE CHE SIA GIUSTO, SANTO, DELINQUENTE, DISGRAZIATO, …, Come faccio? Mi ci vuole il FUOCO! Mi ci vuole la SAGGEZZA. Se io sono capace di vedere il senso della VITA VERA in ogni forma di vita, che vuol dire essere veramente saggio, sono capace anche di amare. Se le due cose si uniscono, diventa una capacità reale di amore, e nella notte del Sabato Santo, voi siete risorti; cioè, voi siete morti a un criterio di vita umana e attraverso questa trasformazione siete vivi della VITA VERA. Ma questo per avvenire non ha bisogno che voi moriate fisicamente, bisogna riuscire a morire a quei criteri piccoli dell’umano, per essere vivi nei criteri grandi del divino.


Questo è quanto vi si propone tutti i giorni mediante un rituale che è quello della messa. Però questo non avviene andando a messa, ma avviene realizzando la trasformazione momento dopo momento durante la giornata … come sacerdote di te stesso. La messa serve solo per presa di contatto con quelle energie particolari. Ma andando semplicemente per andare, non si realizza niente. Metto il punto finale. Quando si parla di resurrezione di Gesù, si sta parlando di una qualità di vita diversa legata a quello che è il simbolismo dell’ACQUA e del FUOCO: l’AMORE e la SAGGEZZA.

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Brescia, 9 MAG 1990

LIBERTÀ E DESTINO

due concetti apparentemente contraddittori. Facciamo un po' di sintesi delle cose dette nei due incontri precedenti. Eravamo partiti dal concetto che libertà e destino sono due concetti apparentemente contraddittori. Il destino dell'uomo è il suo progetto: tu sei fatto in una certa maniera. Ci sono delle cose che sono determinate dalla tua natura come la struttura genetica che ti viene data quando nasci, ed ecco l’albero genealogico che va su in fase ascendente … e ti ritrovi quindi a gestire una struttura ottenuta dall’eredità. Quindi anche là dove nella tua vita vivi l’illusione della scelta e della libertà, in realtà ti si mostra che liberi non si è. Questo spiega perché tu abbia la propensione a certe malattie, incluso poter morire in una certa maniera piuttosto che in un’altra. Tutto questo naturalmente ti dice che hai delle strutture che ti fanno destinato a certe cose, cioè non sei libero di andare in tutte le direzioni. Teoricamente siamo liberi, praticamente no! Natura ed eredità. Ma a queste due si aggiungono ambiente sociale e ambiente mentale. L’ambiente sociale ti condiziona, ti porta a valutare le cose dando loro un certo valore. L’ambiente mentale è la struttura fatta dell’insieme delle tue idee, è la tua filosofia, dove nascono i sensi di colpa, il concetto di bene e di male … . A causa di un ambiente mentale ci sono persone che vivono come male quello che è scontatamente naturale. Ambiente Mentale, Ambiente Sociale, Natura, Eredità sono dati di fatto, sono cose che abbiamo dentro e che in te sono già in azione, sono forze che creano il destino, creano la costrizione nell’essere umano. Quindi, fino a quanto tu non aggiungi qualcosa di diverso che possa modificare queste forze e dirigerle in un’altra direzione tu non potrai mai essere definito un “essere libero”. Studiando il comportamento umano hanno classificato le forze maggiormente in gioco in noi in queste 8 tendenze che si manifestano con la doppia polarità, e cioè: AMORE INDIVIDUALE e COLLETTIVO ATTIVITÀ ESTROVERSA ed INTROVERSA Dunque, si parla di amore a livello più strettamente individuale … e a livello più amplio. Una delle forme con cui il vissuto di coppia spesso va in crisi è perché la coppia si chiude. Ci sono persone invece che tendono all’amore più amplio e non individuale, come monache, preti, certi medici, certi insegnanti, che proiettano molto di se stessi a livello professionale nel rapporto con molte persone. Sono i due modi con cui tendiamo a vivere. Si parla di TENDENZA al MALE e al BENE.


Ci sono quelli che vedono sempre scuro e ci sono quelli che vedono sempre chiaro, tanto per semplificare. C’è ESIBIZIONISMO e PUDORE. C’è l’ASPETTO EGOCENTRICO e l’ADATTAMENTO ALLA COLLETTIVITÀ. Nell’egocentrismo tu sei il centro di tutto. L’adattamento alla collettività è la capacità di valutare anche i diritti e i doveri e i bisogni degli altri. Abbiamo l’IO MATERIALE e l’IO SPIRITUALE. C’è l’AVIDITÀ e la CAPACITÀ DI RINUNCIA. La rinuncia è la capacità che tu hai anche di lasciar perdere un qualcosa in funzione di altri valori. Per capire bene, come applicazione pratica, colui che si esprime nel senso dell’avidità è la tipica persona che sarà infedele. Mentre invece la capacità di rinuncia è tipica di colui che sarà capace di essere fedele. E poi c’è ATTACCAMENTO e DISTACCO. Queste sono le 16 forme con cui tendiamo ad esprimere le nostre forze. Tenete presente: le due facce di una medaglia sono come le 8 forme (doppie) con cui si esprimono le nostre energie. O sei proiettato al male o sei proiettato al bene: l’indifferenza raramente esiste da questo punto di vista. Se tu non trovi qualcosa per risolvere il problema non sarai libero! Non essere libero vuol dire esattamente non essere umano, perché umani si è nella misura in cui si diventa liberi. La libertà la troviamo con la formazione dell’io … guardate che l’io è quella forza interiore che ti fa dire: “questa è la mia struttura” … avere un io vuol dire tre cose. La prima funzione dell’io è integrare in sé le proprie forze o disintegrarle, cioè trasformarle. Tu non puoi più andare per la vita con la pretesa di essere libero dicendo: “io son fatto così, rispettatemi e basta.” Un io invece è quello che dice: “se questa maniera con cui sono fatto non mi sta benem la prendo e posso fare qualcosa per modificarla.” La seconda funzione dell’io è la funzione di trascendenza, perché solamente con la capacità di trascendere sarai capace di cambiare quello che non va bene. Quindi, tu sei la prima persona che deve rispettare se stessa indipendentemente dal modo in cui sei fatto, perché allora anche gli altri impareranno a rispettarti. La terza funzione dell’io viene chiamato l’io “pontifex”, cioè capace di mettere in collegamento questa struttura con quella realtà chiamata SPIRITO che ti rende veramente capace di essere libero di scegliere il futuro. Tu hai bisogno di riciclare queste forze verso qualcosa che ti proietti in avanti, verso un grande ideale. Per fare questo, l’io ha bisogno di mettersi in contatto con lo SPIRITO, cioè con qualcosa di grande. Ed è la capacità di proporsi un grande ideale di realizzazione quello che diventa capace di gestire liberamente queste forze. Notate, la tua realizzazione avviene nella misura in cui tu, come io, come forza personale, sei capace di proporti degli ideali: la soluzione quale potrebbe essere? Che tu cominciassi a scegliere quella realtà invece di subirla.


Ed ecco l’ideale: che tu possa gestire e scegliere le cose anziché subirle, e quindi viverle da libero. La risposta la trovo facilissima da capire ma non così da attuare. Tra i grandi valori dell’essere umano al primo posto c’è quello che viene chiamato l’AMORE o la CARITÀ, dove, prendendo coscienza di far parte di un corpo grande, accetta di sintonizzarsi con il resto del corpo e chiaramente la sintonia deve cominciare con quelli che ti vivono più vicino per poi allargarsi al più lontano. Coloro che fanno fatica a capire questo, potrebbero rileggersi un testo della tradizione cristiana, capitolo 12 della lettera di S. Paolo ai Corinzi, in cui si dice che: la realizzazione noi la raggiungiamo quando, come piccola cellula, riusciamo a sintonizzarci con il resto delle cellule. La tua realizzazione vuol dire creare sintonia tra te e tutto ciò che ti circonda, continuare a fare le cose che hai sempre fatto, ma scegliendo di farle e scegliendo di farle qualitativamente in maniera diversa. Ecco perché anche in questo sistema di ricerca psicologica si parla di Spirito, si parla di Dio. Si parla di qualcosa di più grande. Se vogliamo superare quel dilemma destino-libertà, cioè di essere predeterminati; se vogliamo venire fuori da questa predeterminazione e diventare coloro che gestiscono da protagonisti la propria esperienza, abbiamo bisogno di questo punto di forza che chiamiamo io e della capacità di proiettare questo punto di forza verso qualcosa di più grande. Ma facendo questo, non bisogna drammatizzare se una volta entrata la realizzazione, ci sono i momenti di stasi in cui diciamo “siamo tornati come prima, o peggio di prima.” Quindi essere capaci di non gasarci troppo quando le cose vanno bene per non deprimerci troppo quando le cose non vanno bene. Una volta capìta la cosa, il punto importante è proiettare in avanti quindi saper indirizzare tutto questo verso qualcosa di più grande. Ma tutto passa attraverso uno stato di consapevolezza che è quello che ti permette poi di essere libero, cioè trovarti con degli strumenti. ed essere libero poi di usarli in una direzione o nell’altra. Quindi destino e libertà sono due forze costantemente presenti. Solamente nello spazio di esperienza di libertà e di consapevolezza tu puoi trovare delle vere soddisfazioni. Perché dopo aver detto questo, dopo aver lavorato su questo e costruito l’io, arriverà il momento in cui ti si dirà: “adesso questo io… distruggilo.” Sarà un passaggio ulteriore perché per andare avanti dovrai distruggerlo. Ma l’importante è che per distruggerlo prima devi costruirlo. Non si può morire prima di esistere, prima devi esistere per poi morire. Ma questo lo lasciamo per un altro discorso. *** Collegamenti: Audiocassetta Trascrizione integrale

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Brescia, 26.09.90

IL NEMICO È NECESSARIO

… perché ti aiuta a capire. Il nemico è lo specchio che ti permette di guardarti, di sapere dove dover lavorare. Il tema del nemico rientra in uno degli aspetti del grande tema della dualità, conflitto con cui noi tendiamo a viverci la nostra esistenza. La nostra esperienza nasce in questa necessità di combinare insieme questi elementi che portiamo dentro come maschile e femminile, cioè la possibilità ad essere dolci, comprensivi, ricettivi, come la possibilità ad essere invece forti, creativi, impulsivi, dominanti. La cultura ci ha portati a vedere la vita come una situazione in cui bisognerebbe mettersi da una parte e distruggere l’altra parte. Siamo nati nella cultura occidentale fondamentalmente cristiana che ci ha insegnato: “Stai dalla parte del bene e cerca di distruggere il male.” … a livello sociale, a livello personale, a livello etico. Spaccati in 2 non risolveremo mai il tuo problema perché è come dire che io possa essere solo maschile e non debba essere contemporaneamente anche al femminile; buono e non possa essere anche cattivo. La stessa forza con cui un giorno sprigiono bellezza, il giorno dopo tutto diventa nero. La realtà è che ognuno di noi è e l’una e l’altra cosa. Ecco dove nasce il concetto di nemico. Caliamoci nella realtà che noi viviamo come una realtà divisa in 2: una parte la sentiamo amica e una parte nemica. Come si concretizza la cosa? Tra le persone che ti circondano ci sono le persone che tu vivi come amiche o come nemiche. Precisiamo i termini: come nemico consideriamo qua tutto ciò che si oppone a quello che tu ti proponi. Tenete presente: non considerate nemico solo quello che fa qualcosa contro di voi per qualche ragione, NO! Quello è un nemico che già si definisce in una certa maniera. Nemico è tutto ciò che si oppone a ciò che tu ti proponi che poi è star bene. Nemico è tutto ciò che ti impedisce di star bene, chiunque sia: situazione, ambiente, situazione sociale molto amplia. Primo concetto importantissimo. Il nemico è semplicemente il frutto di una tua creazione personale: non esiste di per sé. Se una persona ti è nemica è perché tu l’hai fatta diventare tale, o la vivi come tale. Quello che tu stai considerando nemico, un’altra persona la sta considerando stupenda: è tutto completamente relativo. Millenni fa si disse che l’uomo è stato creato a immagine e somiglianza di DIO, è una forma per dire che l’uomo è creativo. Sei tu che definisci la misura delle cose … l’allenatore di un pugile, per allenarlo qualche volta gli farà anche male. Ma un buon pugile non considererà mai il suo allenatore come un nemico.


Se a un certo punto della vostra vita un essere umano con il suo comportamento, con la sua presenza, ti è nemico, … non è per colpa sua, è perché tu stai vivendo la realtà in maniera tale per cui quel modo di essere per te diventa disturbante, ma sei tu che stabilisci, sei tu la misura. Per risolvere il problema, ecco i 3 passaggi, da dove si pone il problema a dove si risolve. 1° elemento, teniamo presente che la realtà è come tu la consideri. Quindi noi siamo creatori della realtà. 2° passaggio: tutto ciò che ti dà disagio all’esterno, è semplicemente perché ciò che sta avvenendo fuori è il riflesso di quello che ti sta succedendo dentro. Una persona mi dà fastidio è semplicemente che il suo modo di fare è un riflesso di un mio modo di essere (o di non essere) che mi dà fastidio. É come uno che si guarda in uno specchio e dice: “Ma come sono brutto IL NEMICO É NECESSARIO perché ti aiuta a capire. Il nemico è lo specchio che ti permette di guardarti, di sapere dove dover lavorare. Ci succede di vedere una persona per la prima volta e dire: “Questa persona appena l’ho vista mi è antipatica!”. Se noi fossimo onesti con noi stessi, troveremmo che la realtà che ci circonda, esprime qualche volta quella parte di realtà nostra che non riusciamo a mandare giù e gli altri semplicemente ce la manifestano. Una chiave di saggezza - noi riusciremmo a guarire un sacco di sofferenza nostra, oltre che di sofferenza che causiamo agli altri - se riuscissimo a valutare che tutto ciò che ci circonda e che ci crea conflitti … non è la realtà che ci crea conflitti, ma siamo noi che ci creiamo i conflitti, siamo noi i responsabili, gli altri sono solamente lo specchio che ci sta servendo; gli altri ci stanno facendo un piacere! Molto più semplice dire: “Colpa tua se non sto bene!”, che dire: “Se non sto bene è un fatto mio!”. Tutto ciò che ti è nemico è solamente lo specchio di quella parte di te che tu vivi come nemico: se c’è qualcosa da fare deve partire da te. Tu stai proiettando in quella realtà qualcosa di te stesso, quello che ti dà fastidio non è l’altro, è un tuo volto, un tuo carattere, un tuo modo di essere. 3° passaggio: di fronte ad una realtà che ti è nemica ti hanno insegnato 2 modi di essere: o rifiuti o accetti. Rajnesh, quello degli arancioni, uno dei testi sul nemico lo intitola così: SCEGLI BENE I TUOI NEMICI, nel senso che se tu hai un nemico e lo combatti, inevitabilmente tu diventerai come lui, per la legge di identità. Vuoi molto bene, vuoi molto male, diventare uguale a queste persone. Nel bene e nel male, il voler bene o il voler male, l’amare o l’odiare, sono 2 facce della stessa medaglia, della stessa realtà, è la forma con cui tu energeticamente entri in sintonia con la persona e diventi uguale: combattere è entrare in una situazione senza soluzione. La chiave di soluzione è modificare la situazione, cioè, integrarla dentro di sé invece di rifiutarla. AMA IL TUO NEMICO.


Ci hanno insegnato a lottare contro, con quale risultato? Abbiamo risolto qualcosa? Non abbiamo risolto assolutamente niente! Siamo esattamente oggi … come 2000 anni fa! Nemico è ciò che è scuro, che rifiutiamo, che ci sforziamo di non fare, che ci ostacola, una realtà che è dentro di noi, che va sposata in noi e assorbita in noi. Quando ci hanno detto: “ama il tuo nemico”, cosa vuol dire? Un gesto positivo è un primo passo possibile per incominciare a guarire l’inimicizia interiore che tu hai con una parte di te stesso. Perché? Perché l’unica possibilità che noi abbiamo è che tutto ciò che scopriamo in noi come negativo va serenamente accettato e trasformato. Cosa vuol dire? Esempio: Cosa ci hanno insegnato? Cerca di non essere aggressivo, sforzati: se ci riesci va bene, ma se lo fai reprimendo non guarisci niente … poi sarai aggressivo un’altra volta, sarai uno di quelli che continuerà a pentirsi delle cose che fa e continuerà a farle lo stesso perché è repressione. Il primo passo è amare il tuo nemico, cioè accettare la tua aggressività. Potresti prendere a calci la parete, potresti gridare, potresti fare qualcosa che lascia fluire l’energia in modo che tu te ne renda conto: rendendoti conto, puoi accettarla. Avere la capacità di poterlo raccontare è già una forma di accettazione. Guardare bene intorno a noi per scoprire tutto ciò che ci dà fastidio in modo da riuscire a lavorare. Diventare capaci di rapportarci diversamente con persone e situazioni che all’esterno ci danno fastidio, è il primo passo che ti trasforma. Esempio. Il giorno in cui io potessi fare un gesto di saluto verso colui che mi ha fatto del male, e lui è lì, ancora lui, con il suo carattere ma, IO creatore della mia vita, l’ho trasformata da nemico ad amico, nel peggiore dei casi l’ho ridotta a indifferenza. Risultato … io sto bene. Ma quello star bene non avverrà mai se fosse il nemico a cambiare, perché se non c’è più lui ce ne sarà un altro che ti ricorda quel fare, ecco perché il nemico é necessario. Se usate le tecniche per reprimere, avete imparato tecniche migliori solo per ottenere gli stessi risultati … o peggiori! La prima forma di trasformazione è nella tua testa non nella realtà.

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Milano, 29.11.90

PAURA 1ª

di cosa abbiamo paura e … perché? Non avete nessuna paura? Ci sarà di quelli che dicono che non hanno nessuna paura, sicuramente ci sono quelli che dicono “io ho delle paure” … ne parliamo un pochino e poi ne discutiamo, penso che sia più interessante discuterne concretamente piuttosto che star lì a fare dei discorsi: la paura è qualcosa su cui si possono avere opinioni diverse. Stasera cerco solo di arrivare ad una messa a fuoco del concetto di paura. Quello che è chiaro in noi è l’esperienza di paura, cioè quello che succede quando abbiamo paura. Noi abbiamo paura quando siamo di fronte ad un pericolo reale o immaginario. Sappiamo per esperienza che sotto l’influsso della paura avviene un potenziamento delle nostre capacità di reazione, una ipersensibilizzazione percettiva. Per esempio, abbiamo delle percezioni molto più sottili, una iperconcentrazione di energia. la paura è uno stato di allerta. C’è colui che è capace di fare quello che magari in stato di normalità non farebbe; ma c’è anche colui che si blocca e non fa più niente. Comunque teniamo presente che la paura non è un’esperienza solo emotiva: è un’esperienza che abbraccia i tre livelli dell’esperienza umana. Ho avuto la curiosità di sfogliare il vocabolario dove la paura la definisce “uno stato di turbamento o di agitazione di fronte a qualcosa che sta succedendo reale o immaginario, che crea un pericolo reale o immaginario”. Allora sono andato a vedere “turbamento” e ho trovato: “muovere qualcosa per renderlo torbido” . Dettaglio interessante, perché lo stato di paura nostro è un momento in cui rimane intorbidito, turbato, il nostro fenomeno soprattutto mentale. Si parla di pericolo reale o immaginario, qualcosa che può essere legato benissimo ad una tua elaborazione. Una distinzione interessante: la differenza tra paura e angoscia. Quando si parla di paura si parla di quel fenomeno che può riguardare un essere umano o un’animale. Quando si parla di angoscia è solamente umana. La paura è soprattutto localizzabile all’esterno, l’angoscia è sempre qualcosa che sta succedendo interiormente, non sempre definibile bene. Ecco questo è il primo elemento che ci potrà aiutare nel valutare le nostre paure. Secondo elemento: la paura può essere vista come un fenomeno di crisi della nostra capacità creativa. Cerchiamo di capire e inserirla nel discorso del nostro dualismo. conscio e inconscio Conscio è attivo inconscio è passivo, fondamentalmente tu lo subisci. Ciò che tu conosci sai anche non averne paura, … di cosa hai paura? Di quella forza che tu sai di non poter dominare. È il momento critico di contatto dell’essere umano di fronte al suo destino e richiama qualcosa di non perfettamente conosciuto. L’esempio classico è: perché la paura della morte? Perché non sai dominarla, perché non la conosci. Ecco che si entra in angoscia. Perché la ricerca del significato dell’io è saper dare una risposta al perché esiste e del perché cesserà di esistere.


Oggi questo diventa più vivo perché non avendo più il problema della sopravvivenza a livello fisico… diventiamo più capaci di porci le domande, ma non abbiamo le risposte. Quindi la paura dove si colloca? È l’esperienza in cui tu sperimenti te stesso incapace di gestire ciò che ti sta succedendo . È una formula molto generale, ma è per mettere a fuoco il concetto. Noi per tendenza abbiamo paura anche di ciò che è positivo. Quando uno scopre all’improvviso di saper fare cose straordinarie, la prima reazione è la paura. Perché in quella forza ti senti colui che è al femminile ed è chiamato a subire. La soluzione delle paure avviene attraverso una presa di coscienza. Quindi adesso passiamo alle domande. D. la diffusione della droga può essere legata all’angoscia? R. certo, è un tentativo di sfuggire ad una vita in cui non trovando risposta, quindi non trovando senso allora tento di trovarlo in un’altra maniera. La questione dell’angoscia è un momento di estrema attualità perchè abbiamo una profonda soddisfazione di esigenze esterne, ma abbiamo una profonda insoddisfazione a livello di esigenze interne. Siamo nel momento più critico, perché le esigenze interne sono legate ad un modo di essere votato alla morte. Perché se c’è una cosa di cui siamo certi nella vita è che un giorno perderemo tutto: hai tutto, ma hai tutto ciò che è inutile! A questo punto la tua mente tutto lo spazio possibile per dire: “ma se questo che ho è inutile, vuol dire che ci deve essere qualcosa di utile, se no la mia vita non ha senso!” E questo determina anche la grossa crisi delle religioni, perché adesso non hai più bisogno di crederci, hai bisogno di sapere, di essere convinto! Watson in “Supernatura” dice: “l’individuo dovrà trovare motivi per fidarsi di se stesso”, perché tu devi essere capace di trovare delle risposte e quando queste non ci sono sei di fronte al tuo mistero, al tuo inconscio, alla tua ombra, al tuo buio. A quel punto è inevitabile che tu abbia paura. Se in me nasce quello che definisco il timore della morte, in me ci deve essere qualcosa che può guarirlo questo timore … se dopo la morte io esistessi ancora, se questo è vero, vuol dire che dentro di me c’è qualcosa che si sposterà e vivrà anche dopo che l’altro è morto. La soluzione del problema non è che qualcuno mi racconti che non c’è la morte, la soluzione è che io faccia qualcosa per mi metta in contatto con quello che è in me ed è immortale. … Le uniche possibilità sono le tre situazioni – morte, innamoramento e meditazione - che mi portano a sperimentare la stessa situazione, cioè la perdita. L’innamoramento: sei perso come livello emotivo, sei perso come situazione fisica, perché non ti stanchi più, dormi meno e sei sveglissimo … noi sulla razionalità ci basiamo molto, e uno dei momenti in cui ci sentiamo più vivi è un momento in cui non ragioniamo. È la stessa esperienza che vivi nella morte e nella meditazione. Ora la morte non possiamo anticiparla, rimangono solo due vie: o ti innamori o mediti!


D. ma metti, la persona che è strainnamorata, nel momento culminante della cosa gli manca la persona di cui è innamorata, quella persona lì ha risolto il problema della morte? R. no . Il problema sta in questi termini: la persona che tu dici che è innamorata, è innamorata ma al femminile… gli è successo di innamorarsi, ha subito l’innamoramento. Qui parliamo di quando uno riesce ad innamorarsi perfettamente cosciente di ciò che gli sta succedendo. Viverlo vuol dire che nel momento in cui ti sta succedendo, tu non sei preso dalla forza, ma tu prendi la forza. Ci vuole l’essere coscienti di quell’esperienza … ecco la diversità. D. ma come giustifico che questa persona è morta? R. la persona che fosse cosciente di ciò che vive in se stesso con l’innamoramento, è innamorato, la persona c’è, ma è quella persona che acquisisce quel dato di conoscenza e che quindi non si dispera quando muore, perché in lui è viva la coscienza che colui che è morto … è vivo. Tu hai stabilito un rapporto costante con la realtà della persona. D. sì ma questo è un atto di fede R. e non può che essere tale! Perché pensi che le religioni hanno avuto grande fortuna sempre? Perché hanno saputo elaborare una struttura su un atto di fede, facendolo diventare accettabile. È lì la loro forza.

fine 1ª parte

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Brescia, 17/04/1991

SESSUALITÀ & FECONDITÀ: creare la vita o morire Il tema è “Sessualità e Fecondità: creare la vita o morire”. Cioè, questa necessità di far sì che in noi si realizzi la creazione della vita; in caso contrario, avviene quello che noi definiamo morte. Primo elemento: la sessualità è quel processo che sottolinea i due modi fondamentali di essere o di manifestarsi di colui che viene definito l'Essere Umano. L'Essere Umano è qualcosa che in concreto non esiste, quello che esiste concretamente è l'UOMO e la DONNA. Ognuno di noi, come uomo o come donna, porta dentro potenzialmente il seme dell'Essere Umano. Però ognuno di noi realizza questo Essere Umano solamente in parte. Ed ecco allora che l'Essere Umano è come un'energia che nell'uomo prende forma di più al maschile e nella donna prende forma di più al femminile. In questo gioco di forze nasce la sessualità che è questo doppio modo di essere che si manifesta a livello fisico. Parlando di fecondità, qualcuno si chiede se sia strettamente collegata alla procreazione. Noi non colleghiamo bene fecondità e creatività, mentre ci appare molto collegato sesso a creatività e procreazione. Cominciamo a puntualizzare il fenomeno fondamentale: la "SESSUALITÀ". Fondamentalmente si parla di sessualità, come attrazione dell’uomo verso la donna e viceversa, forza che poi porta a mettere in moto quel processo di creazione, di procreazione a cui è legato il ciclo vitale. È bene vedere un quadro forse più ampio. Lla sessualità in realtà nasce dal fatto che noi manifestiamo solamente parte di ciò che siamo, cioè parte della realtà. Lei (donna) è un essere umano ed io (uomo) sono un essere umano, però ambedue siamo due esseri umani incompleti. Potenzialmente abbiamo dentro la totalità, che oggi non stiamo manifestando. La sessualità è quella enorme forza che fa sì che questo essere maschile, che rappresenta solamente la metà dell’Essere Umano, e che questo essere femminile, che rappresenta l’altra metà, si sentano incredibilmente attratti, perché io uomo vado alla ricerca di ciò che mi manca per completarmi e lei donna va alla ricerca di ciò che le manca per completarsi. Quindi sessualità è un concetto che dovrebbe essere visto in un modo molto amplio, come vedremo. La sessualità é quella forza fondamentale e presente in ognuno di noi


che fa sì che tu vada alla ricerca di ciò che ti serve per realizzare pienamente te stesso. Quindi in questo tipo di attrazione la natura ha messo anche dei momenti di estrema soddisfazione dopo aver creato l’INEVITABILITÀ della forza. Se un aspetto di questa energia sessuale è l’aspetto dell'inevitabilità, perché uno vive quello che ti manca attraverso l’altro, il secondo aspetto fondamentale, quello che viene cercato inizialmente, è l’attrazione sessuale fisica. Noi viviamo la nostra vita con una struttura fisica, con una struttura emotiva e con una struttura mentale, e maschile e femminile si manifestano su tutti e tre i livelli. Quindi, se non c’è soddisfazione su tutti e tre i livelli, è molto improbabile che un rapporto duri a lungo. Infatti col tempo certi livelli di soddisfazione e di attrazione tendono a diminuire come forza in un livello, mentre aumentano come forza negli altri. Teniamo presente: l’uomo è attivo e la donna è passiva. Questo è vero se noi parliamo di livello fisico e di livello mentale, non del livello emotivo, perché a livello emotivo la polarità si inverte: è la donna che è attiva ed è l’uomo che è passivo. Stiamo semplificando le cose. Quindi attività è proiezione all’esterno; passività è proiezione all’interno. La vedete, per es., nella collocazione degli organi sessuali. Non e’ un dato banale; sono semplicemente sfumature di come noi siamo fatti a tutti i livelli, perché rappresentiamo una certa forza. Quello che ci crea un sacco di problemi è quando pretendiamo che una donna ragioni come un uomo, o che un uomo intuisca come una donna: non è possibile, fondamentalmente. Noi siamo fatti in maniera diversa perché ci completiamo, quindi avremo inevitabilmente l’attrazione reciproca perché è la prima forma con cui noi viviamo un principio di completamento. L’importante è tener presente che non bisogna curare solamente il rapporto fisico, ma stabilire anche un buon rapporto a livello emotivo e mentale, dove lo scambio e la comunicazione sono elementi estremamente importanti da tener presente. Il secondo aspetto è la cosiddetta fecondità che è il tema dove volevamo puntare con il discorso. Questa forza sessuale … due fanno l’amore e può essere la prima volta e l’ultima che si vedono … e lì finisce … e nasce un figlio. Un figlio non nasce solamente perché si ha un rapporto sessuale con amore, l’incontro di queste due forze, che inevitabilmente si attraggono, ha la tendenza a produrre la vita che diventa prolungamento di te. L’errore sarebbe pensare che per produrre vita si debba per forza mettere al mondo figli. Questa forza sessuale viene rappresentata molto bene anche dalle tradizioni più antiche, sotto la forma di un serpente che è collocato sulla base della spina dorsale, quindi in corrispondenza degli organi sessuali; e si dice che per l’evoluzione umana, questa forza deve essere risvegliata, ed attraverso la colonna vertebrale, deve sollevarsi a vivificare i centri energetici dell’individuo fino a quando riesce ad uscire, a


vivificare l’ultimo elemento centro dell’individuo che suppone l’espansione cosmica, il collegamento col Cosmo, ecc.. Quindi mettere al mondo un figlio è una maniera naturale, non l’unica maniera; per l’animale, l’unica maniera di utilizzazione di questa forza è mediante la procreazione del figlio. Ma l’animale è colui che non è cosciente. L’Essere Umano è colui che è diventato cosciente, quindi gestisce le proprie forze, cerca di cogliere il livello creativo a tutti i livelli del creativo, cioè facendo sorridere un essere umano, aiutando un altro essere umano, immaginando qualcosa che comunque modifichi la vita. Il tema “CREARE LA VITA O MORIRE”, non vuol dire mettere al mondo figli o morire, ma lo puoi fare nelle maniere più svariate. Se tu nella tua vita riesci a creare la vita, vivi in equilibrio. Se invece questa forza è impedita a creare la vita, si dice: “Si muore.”, l’energia diventa autodistruttiva, si rivolge contro di te. Questa forza vitale che ha come sua natura l’essere creativa, se per qualche ragione tu la blocchi, per cui diventi incapace di produrre vita, questa forza tenderà a distruggerti come struttura: malattie, problemi … e la morte, che naturalmente non è necessariamente a livello fisico: è l’individuo che non vive perché si è completamente mortificato. Sta di fatto che questa è una forza che inevitabilmente ha bisogno di produrre vita. … tu la grande soddisfazione ce l’hai quando riesci a far succedere qualcosa al di fuori di te e che tu scopri che è qualcosa di bello. La vera soddisfazione è il termometro che ti dice che tu stai riuscendo ad essere creativo. D: qual’è la connessione fra la sessualità e la religiosità e quanto ha influito il condizionamento della Chiesa nelle problematiche a livello sessuale. GiBi il rapporto sessualità-religione nella tradizione nostra, è molto stretto. La sessualità, rapporto con quel serpente – kundalini - alla base della spina dorsale, … la troviamo presente nel Paradiso Terrestre come animale attorcigliato intorno all'albero della Vita che è quello che istiga Eva a mangiare il frutto e quindi a ribellarsi alla normativa di non accostarsi all'albero della conoscenza del Bene del Male è in diretto rapporto con la problematica religiosa perché la presa di coscienza di questa forza fa sì che l'essere umano diventi cosciente di se stesso, quindi fa sì che l'essere umano diventi potenzialmente l'individuo che può opporsi alla divinità. In realtà non è un conflitto ma un processo naturale di realizzazione per l'essere umano. Il rapporto è che più tu prendi coscienza della forza sessuale, più tu prendi coscienza della tua forza creativa, più tu diventi autonomo, più tu diventi capace di costruire vita … nel senso più ampio. Quindi, più tu diventi te stesso, più tu diventi creativo, più tu diventi - metti pure tra virgolette - Dio, più tu ti porrai in conflitto con le strutture religiose che ti hanno collocato un Dio fuori di te. È lì che nasce il conflitto fra sessualità e religione. Perché la sessualità può essere in conflitto con la religione, una struttura che ti ha tramandato delle leggi, ma non può essere assolutamente in contrasto con la


religiosità, cioè con quel sentimento interno mediante il quale tu sei capace di andare a scoprire il significato profondo della tua esistenza e quindi la tua divinità. Il parallelismo estremamente interessante nelle tradizione antiche … l'elemento divino, il Dio creatore, veniva spesso rappresentato con il simbolo fallico, quindi con il simbolo della creatività sessuale. E quindi, da questo punto di vista, non solo non c'è conflitto, ma c'è semplicemente l'elemento di collegamento.

D. allora, il sacramento del matrimonio è stato istituito per poter rendere vivibile, come cosa sacra, oppure ha delle finalità ben maggiori? GiBi ha delle finalità ben superiori, non è un sacramento di comodo. Il sacramento rappresenta qualcosa di estremamente importante: quando le due forze, maschile femminile, si uniscono e l'unione avviene sia a livello fisico, che a livello emotivo e mentale, se questa unione avviene attraverso un vero rapporto d'amore, l'unione dell'uomo e della donna a tutti i livelli diventa la prima manifestazione dell'unione totale dell'Essere Umano.

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Brescia 05.06.1991

LA COPPIA: la vera unione si consuma nel cuore Sapete qual è il tema di questa sera? LA COPPIA, il tema della dualità in qualche suo aspetto, l’ennesima forma con cui si manifesta in noi la dualità del maschile e del femminile, del bene e del male, del chiaro e dello scuro, cioè è la dualità fondamentale della vita che diventa la dualità del nostro corpo vissuto diviso in due: Questa divisione, secondo come ci si vive, secondo come si somatizza, secondo come ci si esprime, chiaramente si appesantisce di più l’una o l’altra, si ammala di più l’una o l’altra. Siamo composti da due elementi, che sono così diversi fra di loro, da essere stati erroneamente definiti contrapposti, mentre sono semplicemente complementari, cioè una completa l’altro, hanno solamente bisogno l’uno dell’altra. L’equilibrio fra i due è un equilibrio instabile che va continuamente ricostruito, è la dinamicità della vita. Entriamo nel tema. Salvo la percentuale bassissima dì persone che apparentemente si precludono un’esperienza diretta di coppia, l’esperienza della coppia è la grande esperienza della vita. Naturalmente c’è da precisare subito alcune cose importantissime di base. 1ª precisazione. Quello che vogliamo affrontare questa sera può essere un discorso sul perché ti trovi a vivere un rapporto di coppia in quella maniera specifica in cui ti trovi a viverlo adesso. L’altro aspetto: la coppia, uomo-donna, sono due forme che esprimono aspetti molto più profondi: il Maschile ed il Femminile. Parlare della dinamica di esperienza di una coppia, non vuol dire parlare solamente di due forme specifiche di uomo e di donna che si incontrano ma è andare dentro a capire anche che in quel momento sta avvenendo l’incontro di due energie … che esistevano molto prima di quando hai incominciato ad esistere tu, e continueranno ad esistere molto dopo di quando tu potrai dire di non esistere più. Poi qualcuno questo lo chiamerà lo Spirito, lo chiamerà l’Essenza. Però teniamo presente che noi siamo solamente forme che esprimono delle forze molto più profonde. Altra precisazione. Se io prendo un bicchiere d’acqua, posso dire è acqua che posso bere o con cui mi lavo, ma questo elemento acqua contiene, potenzialmente, forze enormi: la scaldo e … mi cuoce la pasta; mi muove una locomotiva. Questa acqua ferma, contiene potenziali enormi, ma non si esprimono. Perché si esprimano, bisogna che quest’acqua venga messa in situazione dinamica, venga messa sotto pressione.


Una delle domande che spesso ci poniamo: “Ma perché bisogna avere una vita in cui ci sono sempre problemi, cose da risolvere, cose che non vanno? Era proprio necessario?” SI, perché si evidenzino in te le cose che hai dentro, e, attraverso l’esperienza, evidenzi quello che in altra maniera non si sarebbe evidenziato. Parliamo di rapporto, quindi parliamo di uomo-donna: nella valutazione dei fatti, c’è la valutazione esterna, quella psicologica e ci può essere una valutazione interna. Se una coppia va dallo psicologo e dice: “Noi ci siamo sposati 7 anni fa, non andiamo più d’accordo” … la conclusione qual è: “O trovate gli elementi per ricostituire il vostro rapporto, oppure separatevi.” Ed è il discorso che fa lo Stato che legalizza un divorzio, se decidi che con una persona non ci puoi convivere. È la visione esterna. basata sul piacere: “mi sta bene quello che vivo, bene; se non mi sta bene cerco di sfuggirlo”. La valutazione interna dei fatti non avverrà mai sul criterio del piacere, ma avverrà sul criterio dell’utilità, come dire: va bene quello che è utile, non quello che piace. In uno dei libri che ho sempre citato, “Se incontri Buddha per la strada uccidilo”, si dice: ”se tu vivi la tua vita piangendo o ridendo, fa la stessa cosa, perché il significato della tua vita non cambia; l’unica cosa che cambia è che se riesci a passare la vita ridendo ti diverti di più, che se passi la vita piangendo” che è l’affermazione bellissima. Giustamente fa riferimento a questa valutazione: che realizzi lo scopo. Che poi questo scopo lo realizzi con tanta sofferenza, con poca, con nessuna è un elemento in cui ti si lascia la piena libertà. Non è detto che quello che ti fa piacere sia sempre utile. Perché serve alla vita quello che fa sì che la vita realizzi i propri obiettivi. Perché noi viviamo anche qui il grande dualismo di sempre, perché coscienza ed inconscio sono uno degli elementi della dualità, dove abbiamo il Razionale e l’Irrazionale; dove abbiamo la Testa ed il Cuore. Il titolo della conferenza di questa stasera sembra un titolo molto romantico, che dice che “L’UNIONE SI REALIZZA NEL CUORE”. È tutto fuorché romantico, perché il cuore sta per inconscio. Cioè il rapporto di coppia viene sempre dominato da elementi che agiscono nel profondo; non da elementi che agiscono all’esterno. Parlando di coppia … cominciamo a ricordare che l’Essere per potersi manifestare, per prendere forma che dà la dinamica dell’esperienza della vita, ha dovuto dividersi, quindi diventa maschile e diventa femminile, diventa positivo e diventa negativo, cioè diventa l‘elemento della dualità, per cui ognuno di noi rappresenta specificatamente metà della realtà. Da cui deriva l’Inevitabilità dell’attrazione reciproca che noi chiamiamo la forza sessuale. Tenendo presente questo aspetto: ogni essere umano passa attraverso 4 fasi: Autosessualità, Omosessualità, Eterosessualità, Unione. Nell’esperienza dell’essere umano le prime due sono fasi le abbiamo vissute nel periodo infantile: non si parla specificatamente di attività sessuale.


L’Autosessualità fa riferimento a quel periodo in cui il bambino scopre il proprio corpo, è la fase della masturbazione. Da questo stadio si passa allo stadio dell’ Omosessualità, che avviene nell’adolescenza dove l’individuo esce dalla chiusura in se stesso ed incomincia a gettare ponti con gli altri. È il momento che viene chiamato di Omosessualità; cioè il momento in cui ci si sente più facilmente in sintonia con chi è uguale a noi: momenti normalissimi. Queste sono le due fasi che in genere vengono superate poi con l’adolescenza, quindi si entra nella fase dell’ Eterosessualità, che è la fase dove nasce il problema che ci occupa stasera: il rapporto fra l’uomo e la donna. Dal rapporto eterosessuale, c’è la 4ª fase, la fase finale. Sicuramente conosciamo una cosa: che non c’è rapporto di coppia che sia pienamente soddisfacente, perché la piena soddisfazione sarà quando passerai alla 4ª fase, quando riesci a sposare in te il Maschile ed il Femminile a livello interiore: siamo nel superamento della dualità. Parlando di coppia: ci troveremo a dover precisare prima di tutto l’Inevitabilità dell’attrazione proprio perché noi siamo forme che esprimono questa dualità … io concretamente esprimo ½ della realtà e lei esprime l’altra ½. L’inevitabilità di entrare in rapporto con una lei (per es, per me uomo), mi serve per evidenziare la ½ che mi manca. E di che donna quindi mi innamorerò? Di quella donna che rappresenta quella parte di me che ha necessità di evidenziarsi. Quindi ecco l’elemento importante: io inevitabilmente mi innamoro di una parte di me per rendere possibile evidenziarla. Qui c’è da distinguere due cose: posso formare questa coppia perché ho bisogno di modificare determinate strutture; e posso formare questa coppia perché ho bisogno di sviluppare determinate potenzialità. Guardate di tener presente questo: la COPPIA È UN PROBLEMA! Cioè, innamorarti di una persona, è mettere dentro di te un elemento che ti sconvolge, quindi che ti crea problemi. È inevitabile:. non c’è che formare una coppia per crearsi dei problemi! Questo è inevitabile perché la vita deve realizzare se stessa, è come se io lasciassi l’acqua ferma, devo metterla in movimento, devo sperimentare, quindi mi devo innamorare, devo creare la COPPIA. Quindi l’unico grosso rischio è tendere a valutare questa esperienza sulla base del “mi piace” o “non mi piace”. Questo spiega perché il rapporto di coppia, il matrimonio è al primo posto della fonte della problematicità dell’esistenza di una persona. Poi il rapporto di coppia nel rapporto con l’altro diventa il rapporto … tra padre e figlio, tra madre e figlio, ecc., notevolmente interessanti. E questo lo possiamo capire se terremo sempre presente che il rapporto di coppia nasce dal fatto che essendosi spezzata l’unità della realtà in due, noi così come ci viviamo, rappresentiamo una parte di questa unità ed abbiamo bisogno di realizzarci unendoci con l’altra parte (n.d.r.: vedi OIDES).


Possiamo concludere in questa maniera: essere in sintonia vuol dire, dialogo, comprensione, elasticità, accettazione, rispetto; non vuol dire pensarla ed essere uguali; perché se fossero uguali sarebbe la noia che non finisce mai; sarebbe non giustificare l’essere coppia. L’unione nel cuore in realtà ci sta sottolineando che le difficoltà che ti ritrovi ad affrontare per costruire un rapporto con una persona, sono tutti elementi che fanno parte del mondo inconscio, che in genere non sono quelle che tu sai, sono motivazioni che hanno radici profonde, quindi in un mondo che noi non riusciamo a gestire pienamente. Vuoi fare la scelta con il minor rischio possibile che non sia un errore? Ecco, tieni presente questo criterio: quando sei in dubbio scegli sempre la più difficile. Questa è una maniera.

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Brescia, 18.09.1991

IL CORPO E LE SUE MALATTIE:

come guarire e come aiutare a guarire.

Entriamo direttamente in quello che può essere il tema che ci occupa ed è esattamente il tema della GUARIGIONE che riguarda le MALATTIE che si esprimono nel CORPO: il tema così è "COME GUARIRE E COME AIUTARE A GUARIRE". Potrebbe essere un tema abbastanza scontato. Ma il tema non è quello di tecniche per guarire e per aiutare a guarire. Per parlare di guarigione il punto di partenza è essere coscienti di che cosa vogliamo guarire, quindi è la conoscenza di quello che noi potremmo dire "la diagnosi della situazione". PICCOLA PARENTESI = Ricordandoci che nessuno guarisce nessuno, perché ognuno guarisce se stesso, ognuno di noi può essere l'elemento stimolo che lo porta ad autoguarirsi. NESSUNO GUARISCE NESSUNO, neanche il medico, neanche la medicina; perché la medicina entra nel tuo sistema e mette in moto i processi di guarigione che già sono contenuti dentro di te, e senza i quali non ci sarebbe guarigione. Quindi, parlare di guarigione vuol dire avere le idee chiare di cos'è la malattia. La maggior parte di voi già sa perfettamente che cerchiamo di non fare discorsi scontati, ma discorsi che vogliono far pensare ! Qualcuno ha definito la malattia in questo senso: "La malattia é la rappresentazione nel microcosmo di ciò che nel macrocosmo viene definito il peccato originale". Già qui l'affermazione diventa un pochino più complessa. Cosa si vuol dire: il Microcosmo siamo noi, il Macrocosmo è l'Umanità. Cosa vuol dire che il PECCATO ORIGINALE è l’unico concetto che ci permette di capire veramente la malattia? Facciamo un passo indietro. Il peccato originale è quello stato di dualità nel quale l'individuo si trova a dover gestire per il fatto stesso che nasce. La differenza tra me ed un cane e un gatto: io mi rendo conto di me stesso e lui no. Io mi posso far venire l'ulcera allo stomaco , perché mi preoccupo di domani o di quello che mi è successo l'altro ieri. L'animale non fa questo. Ma questo che per lui è il suo limite, per me è la mia grandezza. La nostra grandezza è essere coscienti Quando la tradizione giudaica parla del peccato originale di Eva che mangia la mela, che non doveva mangiare … arriva Jave e condanna … andiamo a rileggere il testo, … c'è un'osservazione bellissima, dove dice esattamente:


“Ecco l'uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male." (Gen. 2.22) INTERESSANTISSIMO. É in quel momento, dopo tutte le condanne,… che "se non l'avessero fato sarebbe stato meglio" … NON É VERO! - Lui dice: “adesso l'uomo è simile a noi perché conosce il bene ed il male.” INTERESSANTISSIMO. NON É VERO! che se non l'avessero fato sarebbe stato meglio! Infatti è in quel momento, dopo tutte le condanne, che Lui dice: “ADESSSO l'uomo è simile a Noi perché conosce il bene ed il male.” Questo cosa ci sta dicendo? Se io guardo l'essere umano quando ha 8 anni e vive d'istintualità, io non posso dire “ecco un essere fatto ad immagine e somiglianza di DIO", perché non è ancora l'essere capace di essere cosciente di se stesso … o magari non ci arriva pienamente. Noi diventiamo esseri umani , nella misura in cui diventiamo coscienti di noi stessi, capaci di fare scelte, capaci di fare il bene, capaci di fare il male. Questa è la grande dualità, il discorso in cui l'essere umano deve gestire questa dualità. Diventare cosciente di te stesso vuol dire diventare cosciente di certe energie che spingono verso una certa soddisfazione, invece che verso un'altra. Un essere umano che non avesse problemi da questo punto di vista non sarebbe presente su questo pianeta. PRIMO ELEMENTO: per il fatto di nascere, uno si trova a gestire questo stato di dualità. Cioè noi non siamo esseri a cui capita di ammalarsi, NOI SIAMO ESSERI MALATI nell’arco della nostra vita. Richar Bach lo dice bene: “… vuoi sapere se hai finito la missione su questa terra? É semplicissimo. Se sei qua vuol dire che non l'hai finita!" E la tua missione è guarire questa dualità. C'è un'inchiesta fatta con persone che dicono di essere sane: non ne hanno trovata una senza disturbi, perché in realtà noi viviamo lo stato di malattia. L'essere umano è malato nel senso che è imperfetto. Il momento in cui si evidenzia una malattia … importante non è come guarire, ma capire cosa sta succedendo. Quando a noi capita qualcosa, in genere si sta cercando nel passato. É un discorso validissimo, l'abbiamo fatto tante volte, ma non è mai sufficiente. Perché? ATTENZIONE! Io sono qua nel presente, …

… io sono la somma di momenti presenti che si vanno succedendo.


E se dipendesse da quello che è chiamato a succedere in futuro? Il tuo mal di stomaco dipende solo dal fatto che tu hai mangiato troppo, o il tuo mal di stomaco dipende da qualcosa che non hai ancora imparato nella tua vita? I limiti della medicina e della psicoterapia sono proprio qua: di non prendere in considerazione il futuro dell'individuo. Il cammino della nostra vita è il cammino dall'inconscio al conscio. Si dice che noi usiamo il 15% del potenziale del nostro cervello, ma c'è un 85% di forze che sono quelle che fanno succedere le cose che io vorrei non succedessero. Ed in questo gioco abbiamo inconscio - conscio, abbiamo una grossa dualità presente, male e bene, perché tutto ciò che non capisco nella vita, che rifiuto, che non gestisco, che mi si impone … è male per me. E quindi quello che succede può darsi benissimo che sia una malattia che sta cercando di svelare qualcosa del mio futuro e che in me agisce come male perché non conosciuto. Parlando di virtù e di vizi, è semplicemente la misura in cui faccio sì che la mia vita si esprima come qualcosa di costruttivo, di bello o che la stessa cosa si esprime in me come negativo, che diventa vizio. Il problema è tutto lì. Mi può capitare che la malattia mi inchioda a letto perché, siccome non sono capace di scegliere di fermarmi per 15 giorni con le buone, la malattia mi ferma con le cattive. Allora, io che mi trovo di fronte a questa persona malata, … posso semplicemente fargli capire che cosa la vita gli sta cercando di svelare. Esempio: nell'adolescenza molte volte si ha l'acne. Trovi il medico che dice:" Ti passerà quando ti sposi." Perché l'acne è semplicemente la manifestazione di una forma sessuale repressa nell'adolescenza! Perché l'individuo è ancora sufficientemente giovane per non saperlo gestire … e lui è costretto a reprimere. Reprimendo, forse che la vita si rassegna? Assolutamente. Non avendo lo sfogo naturale, si sfoga in questa maniera. Quindi, ti succede una malattia? Rifletti bene quando ti è successo, che cosa stavi pensando in quel periodo in cui ti é successo, che cosa ti stava succedendo, quali erano le fantasie, le elaborazioni, le insoddisfazioni o gli stimoli che vivevi: fai il quadro della tua vita. La domanda che suggeriva Stephanie Simonton in quella conferenza di diversi anni fa: "Se vi capita un raffreddore, la prima domanda da farsi è: «dove mi sta portando questo raffreddore, questo sintomo?».” Quindi,primo elemento importante: chiedersi, farsi delle domande che vi aiutino a responsabilizzarvi per capire veramente dove la vita vi sta portando. Secondo aspetto: siccome la malattia esprime qualcosa di non conscio, quando succede la malattia tu la interpreti con quello che tu sai di te stesso, quindi tenderai a spiegare la tua malattia sempre dandoti delle ragioni che non sono vere. Si dice giustamente che i propri difetti te li possono dire solamente gli altri.


Fate in modo di avere nella vostra vita almeno una o due persone che vi siano veramente amici al punto tale che vi sappiano sempre dire con chiarezza le menate che vi fate nella vostra vita. E la dimostrazione che ciò che vi viene detto è vero, sapete qual è? Che quando vi viene detto vi dà fastidio. Da questo, naturalmente, potete fare un'altra applicazione pratica della coppia, perché il marito e la moglie, se vogliono essere veramente coppia - CREATIVA riescono a scoprirsi nei dettagli, nelle sfumature, è la coppia che deve arrivare profondamente in questo dialogo reciproco. E lì chiaramente si spiega come nella dinamica di coppia, non può mai essere una vera coppia creativa una coppia di quelli che non litigano mai, sarebbe una coppia sterile, che si è rivestita di sufficienti maschere: QUELLA COPPIA NON SERVE PIÙ. Ed allora ecco che chi convive con te, se accetta questo ruolo, tutte le volte che va a denunciare qualcosa dell'altro, denuncia un suo nemico e l'altro chiaramente reagisce male. E quindi, per aiutarmi a guarire, la necessità di avere un amico che mi dica la verità, … è il miglior terapeuta. Se tu sai ascoltare ed accogliere, … allora sì, l'altro ti serve da specchio. Qui mi vorrei fermare, comunque il discorso continua; poi dovremo parlare di quando sono le emozioni che creano squilibrio e quindi di come guarire sui vari livelli più sottili - animici e spirituali. Al che ricordiamo: L'essere umano non é uno a cui capiti di ammalarsi; L'essere umano é un essere malato. Ed è ammalato nella misura in cui è diviso fra una parte di se stesso che conosce e che accetta;; e una parte di se stesso che non conosce che non accetta; quindi una parte di se stesso che integra … e lo chiama BENE e una parte di se stesso che rifiuta … e lo chiama MALE. Teniamo presente che, tutto ciò che noi non viviamo e reprimiamo e quindi non accettiamo, viene chiamato dalla PSICOLOGIA "OMBRA e a livello RELIGIOSO viene chiamato il DIAVOLO; cioè IL MALE.

DOMANDE DD: e la malattia nei bambini? GiBi: me l’aspettavo questa domanda. Noi ci troviamo spesso a dire: "Ma questo bambino, a due anni, che cosa ha fatto per patire quello che patisce!". È il condizionamento culturale, soprattutto cristiano, pensare che il dolore, la malattia siano frutto del peccato.


Un bambino può essere malato in funzione di qualcosa che lui deve apprendere nella sua vita, di qualcosa che non deve apprendere solo lui, ma devono apprendere insieme a lui i suoi genitori. Può benissimo essere che gli succeda per un passato remoto, cioè per qualcosa che è successo al bimbo in altre vite. La malattia rientra in un fenomeno di imperfezione nel nostro stato, per cui fino a quando siamo imperfetti giustamente soffriamo anche la malattia, come soffriamo la morte. La malattia é l'imperfezione del frutto acerbo. Per noi la malattia, come la morte, denuncia che noi non siamo ancora arrivati a maturazione. Per concludere: "CHISSÀ PERCHÉ C'É UN SACCO DI GENTE CHE VIVE LA VITA CERCANDO DI CAMBIARE IL MONDO, INVECE DI DEDICARSI A CAMBIARE SE STESSO!"

Se ognuno si dedicasse a cambiare se stesso, il mondo cambierebbe. ***

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Brescia 16-10-1991

L’ANIMA E LE SUE MALATTIE 1°: quando l’emozione uccide la vita Il tema di questa sera è collegato direttamente con il tema del prossimo mese, cioè: L'ANIMA E LE SUE MALATTIE, che nella nostra struttura abbraccia sia l'aspetto emotivo sia l'aspetto mentale, quindi l'emozione ed il pensiero, che sono i due livelli importanti per cercare di imparare a potenziare noi stessi per vivere meglio la nostra vita e soprattutto per aiutare a vivere meglio anche coloro che ci stanno intorno. Quante persone dicono: "Come si fa a controllare l'emozione?” E lo dicono come se fosse una malattia, come un conflitto, non come qualcosa di molto bello. Può essere l'emozione che fa soffrire perché non è positiva, ma quante volte la persona soffre perché c'è l'emozione positiva che è esagerata o che è incontrollata. Prendiamo in considerazione l'aspetto positivo maggiormente presente nei rapporti emotivi che voi vivete … affetto ... tenerezza ... stima ... bontà ... adorazione; passiamo al non positivo: stessa cosa, quali sono le preponderanze … paura ... ostilità ... tristezza ... freddezza ... avversione … lo so che vanno combinandosi tutte ... Parlando di emozione parliamo di due possibili emozioni fondamentali che noi viviamo nella .nostra vita, la positiva e la non positiva, amore e odio In ambedue i binari AMORE  ODIO il rapporto può essere vissuto su tre livelli diversi: verso una persona che sentiamo superiore; verso una persona che sentiamo uguale; verso una persone che sentiamo inferiore. Nel senso positivo: se senti adorazione, stima o ammirazione, stai vivendo l'individuo come un superiore. Se senti affetto o ammirazione stai vivendo l'individuo come un uguale. Se senti compassione, tenerezza o bontà stai vivendo l'individuo come un inferiore. Stessa cosa … quindi, sentire paura o preoccupazione nel rapporto non positivo, stai vivendo l'individuo come superiore. Ostilità, avversione e freddezza lo stai vivendo come uguale. Sdegno e disprezzo lo stai vivendo come inferiore. Nella nostra vita noi viviamo a livello fisico con un corpo, a livello emotivo con una esperienza emotiva, a livello mentale con la elaborazione di idee. Il corpo in se stesso è un elemento importante , ma quando noi valutiamo i significati della nostra esistenza, di valore o di non valore della nostra vita ... dipenderà da quanto ci succede a livello emotivo e da quanto ci succede a livello mentale.


Molte delle difficoltà che noi possiamo vivere a livello emotivo possono essere determinate dal fatto che sì noi sentiamo o amore o odio, ma se la persona con cui tu senti questo rapporto fosse un amante, ma la vedi come superiore o come inferiore ... hai messo lì un ostacolo enorme perché la persona possa rapportarsi con te in modo equilibrato. E allora chiaramente quello che è troppo in alto tenderà a dominarti e dipenderà da quello che lui vuole da te e se accetterà questo tipo di rapporto; se lo collochi in basso … chi è che ama essere collocato in basso? Provate a vedere: un rapporto emotivo non positivo con un superiore diventerà paura, preoccupazione; se lo sentissi inferiore lo disprezzeresti .... Notate le sfumature ... può cambiare completamente la visuale. Poi chiaramente, tutto questo si combina insieme, interessante sarebbe che attraverso questo voi vi rendiate conto quali sono gli elementi che tendono ad essere i preponderanti, perché questo ti servirà a migliorare i rapporti con le persone. Primo elemento molto importante, entrando nel tema. La nostra vita è dominata fondamentalmente dalle nostre emozioni, non dalle nostre decisioni di pensiero. Un seme interessante della prossima settimana è quando parleremo anche della forza di volontà: qualcosa che riguarda il pensiero, non certo qualcosa che coinvolge l'emozione. Il futuro dell'uomo dovrà portare l'uomo a vivere più secondo la volontà che secondo l'emozione. Questo cosa vuol dire, che non avremo più emozioni? Che dovremo reprimere le emozioni? Andiamoci dentro piano. Ora, l'emozione ci porta inevitabilmente a vivere la dualità. Parlando di struttura dell'uomo si parla di una struttura settenaria ... tre elementi interiori, quattro elementi esterni. I quattro elementi esterni sono: Corpo Fisico, Corpo Eterico, Corpo dei Desideri, Corpo Mentale. Quando si parla di emozioni, si parla del Corpo Astrale in pratica, è tutto quello che è Mondo Astrale, quindi si parla di Corpo dei Desideri, Desideri - Emozioni. L'emozione, il desiderio, la passione ... che cos'è? … il desiderio è una delle forme con cui si manifesta in noi … la forza. Il desiderio è la forza che mette in moto l'individuo. Il secondo modo è il pensiero, l'abbiamo già accennato: pensiero e desiderio sono i due modi con cui la forza che è dentro di noi si mette in moto. Ed ecco ancora il ripetersi del dualismo del mondo delle emozioni ... il desiderio è determinato o dal piacere … o dal dolore ... da cui deriva l'amore, rapporto d'amore o rapporto di odio ... e torniamo a prima. In effetti la forza del desiderio come piacere è una forza di attrazione e la forza del desiderio come dolore è una forza di repulsione. Noi quando ci lasciamo andare a livello di un rapporto emotivo entriamo immediatamente in questo gioco duale dove tutta la realtà viene divisa fra la realtà che mi serve perché mi riporta piacere e realtà che io definisco che non mi serve perché mi porta dolore. Questa è l'esperienza dell'emozione. Se io vi faccio la domanda: "quando l'emozione uccide la vita?" A questo punto voi cosa rispondereste? ………


Da quello che abbiamo detto, che differenza c'è fra l'esperienza emotiva e l'esperienza dell'alimentazione, del mangiare? Il rapporto emotivo con le cose è un rapporto di alimentazione. Io, amando una realtà, la sto usando per alimentarmi. In effetti, se io dico: quando l'emozione uccide la vita? Potrei dire in modo generico: sempre! Perché se l'emozione è positiva tendo a prendere la persona e ad usarla per una mia alimentazione e se negativa tendo a prendere la persona, se la identifico come pericolosa, e tendo a distruggerla. Facciamo un esempio: l’amore, diciamo noi, è una maniera con cui noi costringiamo l'altro a non essere più fedele a se stesso, ma costringiamo l'altro a comportarsi, a rinchiudersi negli schemi di comportamento che rispondono alle mie esigenze. Siccome ti voglio bene, devi essere colui che alimenta le mie aspettative. E tu a quel punto l'hai ucciso, come dire. Questo è un esempio di come l'aspetto positivo può essere vissuto in una maniera molto intensa, apparentemente molto bella, ma diventa per la vita distruttiva: E questo ci ha già puntualizzato una cosa estremamente interessante. L'emozione … il mondo del desiderio è la forza che si mette in moto attraverso un processo inconscio; mentre invece la forza che si mette in moto attraverso il conscio sarà il pensiero come forma di volontà, attraverso la decisione. Ecco da questo punto di vista la conclusione dove potremmo fermarci. Tutto quello che tu finisci col fare, diventerà comunque una spaccatura della tua vita: starai potenziando un aspetto che tu definisci positivo, rifiutando un aspetto che dovresti invece accettare per trasformarti. Comunque, tu vivrai spaccando la tua vita in due. Se consideriamo che noi fondamentalmente viviamo la vita spinti dalle emozioni, ci troviamo a dire: "è l'unico aspetto di cui non ci dovremo eccessivamente fidare" ... a meno che ... ecco il passaggio ... a meno che non si diventi capaci di avere una testa ... per dirigere. Dal punto di vista esoterico, la forza del desiderio è quella che viene chiamata in noi LA BESTIA, l'animale, l'istinto, ma l'istinto animale. Dove giustamente come un animale prende ciò che gli fa piacere perché gli serve e molla tutto il resto; a livello nostro il vissuto del mondo emotivo è l'animale che tu devi cavalcare. Arrivati a questo punto allora che facciamo? Ammazziamo le emozioni? … NO! Visto che abbiamo detto che in ambedue i casi possono essere una distruzione della vita, come si risolve? Sarà nel vivere queste emozioni con una visione più ampia, che qualcuno direbbe cosmica. Vuol dire stabilire un rapporto emotivo, affettivo con le persone che non sia legato all'interesse egoistico per mio tornaconto, ma che rispetti il mio interesse ed il suo interesse, la mia vita e la sua vita. Tenete presente, se non ci fosse questo gioco emotivo non ci sarebbe in noi il movimento, e non ci sarebbe evoluzione, sarebbe una vita senza senso se non incominciassi quindi a considerarlo l'elemento da guarire: e questo è molto importante.


Domande DD Io ho capito, a livello di discorso; quello che non ho capito, è come fare … GiBi vi ho già accennato come quello che non serve fare: programmarsi per imporsi un comportamento dal punto di vista emotivo, perché se imposto non succede. Vi ho detto invece che quello che serve fare è lavorare sul fenomeno pensiero che determina un certo tipo di maturazione, che ti permetta di valutare il tuo agire in modo diverso da come sei stato portato a valutare. Da un punto di vista tecnico ti può servire moltissimo … conoscere il tuo passato. Cioè le tecniche possono servire per renderti conto delle radici, dei perché, delle strutture in atto, ma quando si tratta poi di cambiarle, fondamentalmente è cambiare mentalità. La mentalità la si cambia mediante l’esperienza che uno fa a livello globale, non programmando, ma l’entrare … in se stesso, quindi potremmo dire la tecnica più specifica, più profonda … è LA MEDITAZIONE, perché la meditazione inevitabilmente, se tu la fai veramente, ti coinvolge da un punto di vista filosofico. Cosa vuol dire sistema filosofico? Vuol dire in fondo una religione, che non vuol dire cristianesimo, buddismo, islamismo, ecc., cercate di capire … vuol dire credere che c’è qualcosa di diverso da quello che tocchi, che vedi … ecco il punto! Mi fate domande che sono tutte della prossima volta ... ve l’ho detto emozione e pensiero sono collegati. A noi stasera interessava che voi capiste il gioco delle emozioni, dove è legato, il significato che c’è sotto, il perché io posso aver amore, avere odio ed essere quello che distrugge la vita. Questo è il concetto fondamentale. Poi, se vogliamo andare sulla soluzione, la soluzione del controllo emotivo, o la soluzione di un’emozione è solo attraverso un’elaborazione di pensiero fatta diversamente. Quindi il prossimo mese sicuramente possiamo parlare di più di tecniche, cioè di interventi specifici.

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Brescia, 13-11 1991

L’ANIMA E LE SUE MALATTIE 2°: vita e morte nelle tue idee Il tema lo sapete, L’ANIMA E LE SUE MALATTIE, ma questa volta in rapporto al sistema di PENSIERO. riprendiamo in sintesi la chiacchierata precedente. Il Corpo: abbiamo parlato del “CORPO E DELLE SUE MALATTIE”, malattia a livello fisico, e abbiamo sottolineato che una reale soluzione della malattia che succede a livello di corpo, supponeva considerare la malattia non solo alla luce del passato, ma anche alla luce del futuro. Stephanie Simonton diceva: “Quando ti capita di avere un raffreddore non chiederti semplicemente dove hai preso freddo,ma chiediti soprattutto “perché ho avuto bisogno di questo raffreddore?” Cioè,che cosa mi sta cercando di insegnare questa malattia. Questo è l’ELEMENTO di cui si parlava quando si parlava di CORPO. L’Anima 1°: quando si parlava del CONTROLLO DELLE EMOZIONI, si faceva un discorso estremamente più sottile: l’emozione – dicevamo – ci colloca in un rapporto con la realtà che è profondamente duale nel conflitto fra piacere e dolore. Quindi, la mia emozione o mi spinge verso la realtà per assimilarla, perché la valuto una realtà che mi può portare piacere o tendo a respingere questa realtà, perché la identifico come una realtà che mi può portate dolore. E quindi dicevamo quanto diviene importante per noi acquisire il controllo delle emozioni, perché fino a quando tu non assumi tutto te stesso non sarà mai possibile che tu ti possa sentire veramente bene: ci sarà sempre la lotta, ci sarà sempre il conflitto. Come conclusione si diceva: controllo sulle emozioni che eviti la repressione, ma che sia veramente un controllo che gestisce, che indirizza l’emozione. Per inquadrare tutto il problema della nostra esistenza diciamo che l’emozione rappresenta l’animale da cavalcare, non l’animale da reprimere. E dicevamo che la chiave di soluzione faceva riferimento alla dimensione del pensiero. È il tema di questa sera: VITA E MORTE NELLE TUE IDEE. A tutta la realtà che ci circonda, noi diamo un valore, per cui c’è la cosa a cui diamo poco valore, c’è la cosa a cui diamo nessun valore. E quindi la cosa a cui diamo nessun valore non diventa mai obiettivo dei nostri sforzi di esperienza : è una scala per definire quella che sarà per noi l’azione o la non azione.


Quindi si parla dei valori. Teniamo presente, noi siamo esseri umani in quanto siamo capaci di proporci dei valori e impegnarci a realizzarli. Se noi non siamo capaci di proporci dei valori, e ci fermiamo a vivere con la spontaneità delle emozioni, non possiamo essere definiti, strettamente parlando, esseri umani. Uno diventa essere umano nella misura in cui diventa cosciente di se stesso; e quindi diventa capace di scelte libere, diventa capace di scegliere dei valori … anche il valore sbagliato. Quindi tenete presente, non solo le scelte, ma la capacità di impegnarsi a realizzarle. Teniamo presente che fra tutte le tre dimensioni - fisico, emotivo, mentale - il livello meno sviluppato, quindi meno utilizzato, quindi meno controllato è il Livello MENTALE. In effetti, se noi ci guardiamo, la nostra azione è dominata dalle emozioni, non dal pensiero; tanto è vero che molti lamentano la mancanza di controllo emotivo che porta la persona ad agire diversamente da quello che vorrebbe: questo è un dato di fatto. Parliamo di questo sistema di pensiero. Il sistema di pensiero che è lo spazio della nostra mente è prima di tutto lo spazio dove può manifestarsi il SÉ. E questo ci porta a fare una breve riflessione molto importante. Noi siamo fatti di una struttura fisica dove ci esprimiamo attraverso l’azione, di una struttura astrale, che è la struttura dove si manifestano le nostre emozioni di un sistema mentale dove si esprimono i nostri pensieri. Aldilà di tutto questo in noi esiste, quello che noi veramente siamo, il SÉ; e la mente è l’unico spazio ove il SÉ può manifestarsi. L’uomo nasce con un progetto di vita che fa riferimento al SÉ, perché è qui che è contenuto il progetto di vita che si realizzerà nella misura in cui il SÉ riuscirà a manifestare se stesso attraverso la mia mente, e attraverso la mente influenzerà le mie emozioni e mi spingerà ad agire in una certa maniera. Diciamocelo subito: fare un’esperienza di perdono, mica facile la cosa! Oppure, mi pongo davanti ad una persona, con la quale vivo un certo conflitto, pienamente disponibile ad un dialogo, non è facile. Se il SÉ riuscisse a manifestare se stesso nello spazio della nostra mente, per noi perdonare sarebbe la cosa più facile di questo mondo. La mente, che è lo spazio dove può inserirsi e manifestarsi il SÉ, è però contemporaneamente lo spazio dove agisce tutto il nostro passato cioè, è l’incontro, la mente, del futuro con il passato. La struttura psichica è la somma di tutte le esperienze, a livello psichico, che tu hai vissuto da quando sei stato concepito, quindi è il tuo passato. La caratteristica dei nostri schemi psichici - legati al passato - è la caratteristica di essere schemi che tendono a perpetuare se stessi, con quel concetto che nella psicologia viene definito concetto di riflesso condizionato. Succede che il tuo cervello memorizza lo schema di comportamento e, tutte le volte che vede lo stesso stimolo, tende a riproporre la stessa reazione … e questo porta che tu nel tuo comportamento finisci per non essere più libero, ma sei colui che subisce la reazione.


Quindi nello spazio mentale nostro, lo spazio psichico, il passato tende a perpetuarsi, e questo è limitante per il nostro futuro. Quando parliamo di futuro parliamo del SÉ, il tuo progetto di vita, che tenderà assolutamente a spingerti ad uscire dai condizionamenti del passato per trovare la maniera di realizzare quello che non hai ancora realizzato quindi è una spinta profondamente creativa. Noi tendiamo, in genere, a rimanere succubi del nostro passato ed è lì dove spesso ci può mancare esattamente la cosiddetta forza di volontà, perché siamo mentalmente capaci di vedere quello che sarebbe giusto fare, ma ci viene a mancare la forza per realizzarlo. Ora, arrivati a questo punto, è chiaro che noi la nostra vita ce la giochiamo nello spazio mentale. Teniamo presente che MENTE ed EMOZIONE sono due dimensioni così correlate, che si fa fatica a vedere dove finisce l’emozione e dove incomincia il pensiero. A questo punto il tema. … VITA E MORTE NELLE TUE IDEE; cioè la possibilità di realizzare o di mortificare quello che veramente io sono. Cosa dovrebbe succedere perché il livello di pensiero fosse un livello di vita? Parliamo della necessità di avere un sistema di pensiero che sia tuo e non sia di qualcun altro. E qui il discorso diventa sottile … Il sistema di idee con cui tu valuti tutte le cose che ti succedono è il tuo sistema di idee o è il sistema che tu hai preso a prestito? Volete un elemento di prova per sapere se le idee con cui funzionate sono veramente vostre? Se tendi a metterti in autocritica senza che ci siano ragioni reali per farlo … è un elemento che sicuramente sta denotando che le idee che stai professando non sono tue. Un altro aspetto, quando le idee con cui tu ti muovi nella vita ti causano problemi, ecco … se hai la forza di portarle avanti sempre e comunque, stai dimostrando che sono le tue idee; se invece la tendenza è di cambiare idea perché così eviti la sofferenza, è una dimostrazione che non sono tue. Un esempio dell’antichità: quando i primi cristiani si lasciavano ammazzare per le proprie idee, c’erano anche quelli che facevano i cristiani per un po’ di tempo, poi, quando la pelle era in pericolo, cambiavano idea. Coloro che cambiavano idea, dimostravano che non era la loro idea.

Attenzione! Non sto dicendo che le idee debbono essere idee giuste, possono essere anche idee che fanno riferimento a valori che non sono quelli migliori, però sono le tue. Chiaro? Quindi, il tuo sistema di idee dovrebbe portarti ad avere una grossa forza d’identità personale. La grossa forza di identità personale è quella forza che ti permette di discutere con chiunque la pensa diversamente, senza per questo sentirti né offeso, né sentirti diverso, né sentirti menomato. Quindi una forza di identità personale è che tu tendi a non cambiare le idee fino a quando non scopri veramente, attraverso la tua esperienza, che la tua idea è sbagliata. Spostiamoci dall’altra parte, idee che portano morte: è un sistema di pensiero che diventa fanatico, fondamentalmente distruttivo. Quando uno ha un sistema di convinzione di idee che non sono sue, automaticamente si indurisce e diventa un


fanatico, incomincerà ad imporre le proprie idee, a sentirsi profondamente in conflitto con tutti quelli che la pensano diversamente, e in più, per difendere le proprie idee, diventa violento. Qui io farei la domanda a voi, adesso: c’è un sistema di idee che abbia una forza interiore, che ti faccia capace di perdonare se c’è da perdonare? Realizzare il vero progetto nella propria vita, non sarà mai frutto di un’azione spontanea, sarà sempre frutto di un’azione dominata dalla volontà. Tenete presente quindi che l’azione dominata dalla volontà, va spesso contro la spontaneità. Per spontaneità noi non perdoneremo mai, siamo egoisti, siamo chiusi, siamo vendicativi. Quindi se noi vogliamo realizzare i veri valori, dovremo ad un certo punto cavalcare queste grandi forze che sono in noi determinate dal passato e per cavalcarle dobbiamo essere coscienti di un futuro dove vogliamo indirizzarle, quindi di qualcosa di diverso, di creativo. E quindi dovremo realizzare una modifica del nostro sistema di pensiero … e ritorno alla domanda: “Secondo voi come è possibile fare ciò? Perdonare, riuscire ad essere comprensivi, riuscire ad essere disponibili al dialogo, riuscire a rispettare quelli che la pensano diversamente da noi, e vivere comunque serenamente. Come è possibile avere questo sistema di pensiero veramente vivo? Che tipo di esperienze ci sono da fare ?” ……… Il primo discorso che il Metodo Silva propone è … IL PARLARE IN POSITIVO, che significa riuscire ad abituarsi a pensare in positivo, un invito alla ristrutturazione della psiche. Però giustamente qualcuno dice il Metodo Silva è un metodo tecnico e pragmatico, Ma ve la ricordate l’ultima frase con cui il Metodo Silva termina gli esercizi, che viene usata ogni tanto, prima di uscire da livello: “CONTRIBUIRAI AD ATTIVITÀ CREATIVE E COSTRUTTIVE, PER FARE DI QUESTO MONDO UN LUOGO MIGLIORE PER VIVERCI PER NOI E PER COLORO CHE CI SEGUIRANNO; CONSIDERERAI TUTTI GLI ESSERI UMANI SECONDO LE ETÀ COME PADRE O MADRE, FRATELLO O SORELLA, FIGLIO O FIGLIA; TU SEI UN ESSERE UMANO SUPERIORE, PERCIÒ SEI PIÙ COMPRENSIVO, PIÙ COMPASSIONEVOLE E PIÙ PAZIENTE CON I TUOI SIMILI.” Lo cogliete il mattone di questa frase? Questa frase ti sta dicendo: non lasciarti vivere secondo gli schemi di un tuo passato, ma impara a migliorare questi schemi. Ma per crearsi questo sistema mentale, ATTENZIONE!, non te lo crei per imposizione, non si crea semplicemente per elaborazione di comprensione di quello che è il tuo passato. L’unico elemento che veramente ti può trasformare è che tu ti metta in contatto con il SÉ. Per mettersi in contatto con il SÉ, un Metodo Silva già facilita la situazione, ma soprattutto è … la meditazione. Sperimentare con la maggior costanza possibile, con la maggior frequenza possibile, stati mentali di calma, la più assoluta possibile, stato mentale del vuoto, stato mentale del fermo, del non pensare … per lasciare che questo spazio energetico diventi aperto e disponibile a quelle che sono le stimolazioni interiori. Ecco perché, giustamente, quando si parla di meditazione, si parla di terapia della


meditazione. Chi meditasse costantemente, inevitabilmente si trova cambiato. Non sono certo cambiamenti nell’arco di una settimana, 15 giorni … però sono dei cambiamenti profondi. Tu non t’accorgi di cambiare, e dici: “Non è successo niente“; non è vero! Ti ritrovi tu nel tuo agire che si cambia, si cambia veramente. Meditare è semplicemente crearsi degli spazi in cui c’è la calma, c’è la tranquillità. Si può meditare ascoltando un ritmo respiratorio, si può meditare semplicemente con un mantra, con un suono qualsiasi che tu ripeti costantemente per un quarto d’ora. In realtà, se tu fai qualcosa che fermi la tua mente su qualcosa di estremamente indifferente o inutile o che elimini dalla tua mente elaborazioni di pensiero, entri in questo stato. L’importante che tu non ti stanchi dopo 3 giorni, che tu lo sappia fare costantemente, allora ti vedi assolutamente cambiato. L'importante è non distrarsi da quello che è l'obiettivo di queste chiacchierate, cioè chiarire il come avvengono in noi le esperienze, da cosa dipendono le azioni, le esperienze che ci capitano ed avere poi la chiarezza sul cosa fare. In realtà, ci ritroveremo ad affrontare situazioni sempre peggiori andando avanti, quindi situazioni in cui sarà molto più facile soccombere con le paure, con le angosce, con il non saper cosa fare, piuttosto che sentirsi coloro che riescono a gestirsi la vita in una maniera più equilibrata e questo soprattutto perché ... e guardatevi attorno ... i grandi sistemi di riferimento di pensiero che hanno fatto sì che gente per secoli vivesse abbastanza serenamente se stessi e la propria vita, ormai sono entrati profondamente in crisi. Ed è la crisi che sta entrando da anni, perché poco a poco ognuno di noi dovrà passare da un sistema di pensiero acquisito attraverso una struttura, ad un sistema di pensiero personale.

N.B.: argomenti correlati: 1992 - Introduzione alla Meditazione 1994 - Il “7” l'energia nascosta dell'uomo : i chakra e l'antica preghiera del Padre Nostro ***

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Brescia 11/12/91

LO SPIRITO E LE SUE MALATTIE: quando l’errore non ha perdono Il discorso di questa sera in se stesso forse non è semplicissimo da coglierlo nella sua profondità e nella sua praticità perché fa riferimento allo Spirito. Il discorso di queste quattro chiacchierate è stato fatto intorno al concetto di malattia vista attraverso Corpo, Emozioni, Pensiero, Spirito. Quando si parlava delle MALATTIE DEL CORPO abbiamo sottolineato il fenomeno malattia anche in funzione di realizzazione del futuro. Abbiamo parlato dell’ANIMA E LE SUE MALATTIE, prima in quanto EMOZIONE e poi in quanto PENSIERO. Parlando di EMOZIONE era stato posto il discorso che ci inserisce pienamente nella dualità della vita umana, perché l'Emozione è la spinta in noi a cogliere o rifiutare la realtà come fonte di piacere o di dolore. Tutto questo ci portava alla conclusione che anche un’emozione positiva può distruggere e impedire la vita, per es., quando il mio amore non lascia lo spazio all’altro. Ed allora si diceva appunto che uno dei grossi problemi è la mancanza di controllo emotivo. E sottolineavamo che non è detto che l’emozione sia valida semplicemente perché sia spontanea, ma l’emozione, grande forza, va cavalcata e non repressa per non creare grossi problemi a livello emotivo. La chiave di soluzione per cavalcare questa emozione era andarla a ripescare nella dimensione del pensiero. Cioè tutto quello che ci succede dipende dalle nostre valutazioni della realtà e dicevamo che per cavalcare queste forze era importante che un individuo riuscisse nella sua vita a proporsi dei veri valori. Ma è proprio lì il completamento del discorso di questa sera. Cioè, come fa uno a proporsi dei valori nella vita? Per noi può diventare un grande valore la famiglia, la vita in se stessa, quello che io posso vivere come esperienza con il corpo; oppure posso impostare dei valori di ordine più spirituale. Se per te diventa valore nella vita qualcosa di materiale, tu l’unica certezza che hai è che un giorno o l’altro lo perderai; perché l’unica cosa certa nella vita è la morte. E lì chiaramente bisognerà vedere come tu saprai reagire e sostituire eventualmente quelle realtà con altre realtà, con altri valori. Il discorso si inserisce nel discorso di questa sera dello SPIRITO E LE SUE MALATTIE. Mentre era corretto parlare di anima e le sue malattie, non è corretto parlare di Spirito e le sue malattie; perché lo Spirito non ha malattie. Parlando dello Spirito, parliamo di quel nucleo interiore presente in ognuno di noi, che ci permette la guarigione di tutti gli aspetti conflittuali della vita. Cioè, parlando dello Spirito, parliamo non di quello che in noi succede, ma di quello che ognuno di noi è. Il sottotitolo della chiacchierata di questa è: QUANDO L’ERRORE NON HA PERDONO.


Che senso ha che ci sia un errore o un peccato, chiamatelo come volete, che non ha perdono? Vediamo prima i riferimenti. Noi stiamo dando per scontato l’esistenza di uno Spirito. Lì entra il gioco delle vere sicurezze: sappiamo che c’è anche se non puoi darGli un volto. Ma in noi esiste anche l’io, che è l’altra realtà, quando ti dicono: “Tu chi sei?”, rispondi narrando la storia di esperienze mediante le quali ti sei creato la tua identità, e quindi, tutto quello che fa parte della nostra vita, noi tendiamo a definirlo con un aggettivo che è “MIO”. È l’io che può dire “mio figlio, mia moglie, la mia casa, il mio corpo”. E proprio perché tutto ciò che io definisco mio, diventa il prolungamento del mio corpo, del corpo dell’io, della mia realtà personale, che “chi tocca la mia macchina, io mi scoccio, chi offende il mio amico, io mi sento offeso, mi sento coinvolto, come se toccassero me”. Qui è il punto importante. La mia vita io la vivo o in funzione dell’io ed allora succedono cose che ... adesso sottolineeremo, oppure l’altra alternativa è che io viva la mia vita in funzione del SÉ, dello Spirito; ed allora potrebbero succedere altre cose. Quando tu hai una realtà, che tu dici “mia”, con la quale hai stabilito un grosso rapporto emotivo/positivo il valore del saper perdonare, il valore del saper comprendere diventa una cosa quotidiana, tanto è vero che si dice pure che quando t’innamori diventi così stupido che non valuti più obiettivamente le cose. È quando la realtà non la senti sufficientemente tua; allora quando ti offendono, ti offendi e rifiuti; allora i valori di amore, di pazienza, di perdono ... saltano e non ci sono più. Per realizzare i grandi valori della vita, io devo riuscire a stabilire un rapporto emotivo/positivo con la realtà. Ora, il rapporto emotivo/positivo con la realtà lo posso stabilire o partendo dall’io o partendo dallo Spirito, con quale differenza? Se io parto a costruire questo rapporto positivo partendo dall’io, faccio diventare la realtà un prolungamento di me stesso. Io quando amo una persona partendo dall’io … offendono lei, è come se offendessero me! Cioè, è un prolungamento di me. Questo però crea conflitto; cioè, più io mi identifico con una parte di realtà, più il resto della realtà mi diventa estraneo, e io sono in conflitto. Diamo una risposta al concetto di morire, di nascere! ……… Se tu non fossi nato, non ci sarebbe l’io, quindi l’io celebra molto il compleanno, perché è ricordare che lui è nato. Se io il compleanno lo vedessi dal punto di vista dello Spirito … lo celebrerei con la stessa festa? Dal punto di vista dello Spirito si nasce perché si è imperfetti. Se lo Spirito si fosse già manifestato, se tu fossi già realizzato non nasceresti! Non è un giorno di festa ritornare a scuola dopo essere stati bocciati! DD allora bisogna far festa quando si muore? GiBi per lo Spirito sì.

... brusio in sala ...


La morte per l’io è la distruzione del suo esistere, e quindi temuta; per lo Spirito è un atto di liberazione, quindi, ben venga che finisca! Cambia completamente la valutazione. Una persona che vi offende profondamente per l’io è quanto di peggiore gli possa succedere, si ribella; per lo Spirito un’offesa può essere la benedizione migliore che ti mette a nudo i tuoi limiti, che ti permette, quindi di riconoscerli e di poterli cambiare. Ecco perché dal punto di vista dello Spirito ti diranno “Ama il tuo nemico“, cioè ama quello che ti mette in discussione, perché ti aiuta molto più lui nel realizzarti che l’amico che non ti dice niente. Notate come cambia completamente la valutazione della realtà? Mentre dal punto di vista dell’io, tu che sei una persona che io amo, diventi un prolungamento di me, dal punto di vista dello Spirito, tu che sei la persona che io amo, diventi l’altro che insieme a me fa parte di un tutto. Notate la differenza? Perché non è che amo e perdono solamente te, e quindi di riflesso non amo e non perdono quelli che non sento parte di me, ma a quel punto, il mio amore ed il mio perdono può allargarsi a tutta la realtà. San Francesco più l’offendevano e diceva: “Questa è perfetta letizia” aveva spostato il sistema di pensiero, per cui l’offesa non mi offende, ma aveva un sistema di pensiero che faceva riferimento al SÉ. Ed allora il disprezzo mi aiuta a capirmi, mi aiuta a cambiare, mi aiuta a migliorare; ben venga chi mi disprezza. Allora, noi abbiamo un sistema di pensiero da cui dipendono le nostre emozioni e da cui, di riflesso, dipendono le nostre azioni. Qui tutto il discorso fatto l’altra volta dell’importanza di un sistema di pensiero che mi permetta di cavalcare le emozioni dipenderà dal fatto che io o faccio riferimento all’io o faccio riferimento al SÉ. Se fai riferimento all’io, il tuo sistema di pensiero spaccherà la realtà, di nuovo ci sarà un mio allargato che tu abbraccerai e tutto il resto verrà escluso. Se invece farai riferimento allo Spirito, sarai capace di quelle che sono le vere azioni di perdono, di comprensione, ecc.. Se noi capiamo questo possiamo capire il tema di questa sera, dove c’è poco da dire a questo punto!

RIFERIMENTI PER CHI LI VUOLE. MATTEO 12.30 e seguenti, che ha il collegamento con MARCO 3.28 e LUCA 12.10 [quando si parla di citazioni evangeliche il PRIMO numero è il Capitolo e il SECONDO è il numero del o dei versetti] MATTEO “quando l’errore non ha perdono” fa riferimento a questo passo: “[…] perciò io vi dico, qualunque peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non sarà perdonata. A chiunque parlerà male del Figlio dell’Uomo sarà perdonato, ma la bestemmia contro lo Spirito non gli sarà perdonata né in questo mondo, né in quello futuro […]”


MARCO dice: “[…] in verità vi dico, tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini, e anche tutte le bestemmie che diranno, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non avrà perdono in eterno, sarà reo di colpa eterna. (*) Poiché dicevano è posseduto da uno Spirito immondo.” Qua la chiave di comprensione! Attenzione, “è posseduto da uno Spirito immondo“, è quello che dicevano i farisei di Gesù: è qui la chiave per capire il concetto! LUCA, è lo stesso richiamo . È un momento di durissimo conflitto tra Gesù e i Farisei, i quali, vedendo Gesù che guarisce un indemoniato, lo accusano di questa accusa (*). Ecco il senso della frase di Marco che dice: “[…] poiché dicevano è posseduto da uno Spirito immondo … ” Ve lo leggo (MATTEO 12.22) “In quel tempo gli fu portato un indemoniato cieco e muto e lui lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva, e tutta la folla era sbalordita e diceva: “Non è forse costui il figlio di Davide?”, Ma i Farisei, udendo questo, presero a dire: “Costui scaccia i demoni in nome di Belzebù, principe dei demoni.” Ed è in questo ambito in cui lui dice “Attenzione - dice - tutto vi sarà perdonato eccetto una cosa, una cosa non avrà perdono: quello che voi commettete come errore contro lo Spirito.” Allora, che senso ha l’affermazione? Il concetto di un errore che non abbia perdono non è corretto, il perdono è prima di tutto qualcosa che si trasforma in te, il sacerdote non fa altro che ratificare qualcosa che in te è già avvenuto. Quindi il non essere passibile di perdono vuol dire che io mi metto in una situazione dove non sono più capace di riconoscere quello che mi succede, e cambiare. Quando è che può succedere? Quando io, col mio io, realizzo un atto di negazione assoluta del SÉ. Di fronte ad un fatto di evidenza di manifestazione della forza spirituale, i Farisei negano assolutamente la cosa. Quand’è che un individuo col suo sistema di pensiero riesce a negare l’evidenza dei fatti? Quando uno è estremamente fanatico e tutto quello che è al di fuori di quel suo interesse, viene valutato nemico. Volete un esempio maggiore? Nel campo religioso, si parla di miracoli: qualunque guarigione che venga attuata con riferimenti che non siano specificatamente di ordine religioso, veniva definito demoniaco. Questo è potuto succedere perché il sistema di pensiero religioso/cristiano si è fanatizzato: “Noi siamo quelli che hanno ragione, ed al di fuori di noi nessuno ha ragione!” A livello globale il peccato contro lo Spirito … è un sistema di pensiero legato all’io egoistico … diventi il punto di riferimento globale, tutto il resto viene quindi condannato. Questa negazione dello Spirito non ha perdono perché chi si vive in questa maniera, non ha più la capacità di accorgersi del proprio errore. Arriverà il giorno in cui a forza di batoste uno si accorgerà ... ed allora cambierà; ma è una cosa che deve avvenire dentro.


Sottolineo, per commettere il peccato contro lo Spirito bisogna aver testa, bisogna aver conoscenza; non lo può fare uno qualsiasi. Il fanatico d’insicurezza, si chiude; questo è l’atto di volontà attiva, distruttiva. Il peccato contro lo Spirito, suppone un individuo che abbia un grosso io; è a quel punto che ha la forza per credersi un Dio. Da questo punto di vista noi non credo che possiamo essere persone in discussione per una cosa di questo tipo, a livello globale. A livello piccolo SÌ ! Non è un peccato contro lo Spirito, attenzione! Però nei piccoli settori della vita noi ci manifestiamo con questa struttura mentale di coloro che a quel punto non riescono a vedere ciò che di positivo c’è nei fatti. L’attenzione da tenere qual è? Che questo atteggiamento vissuto nei piccoli settori, se non stiamo attenti può diventare un atteggiamento che può allargarsi nei grandi settori.

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Milano, 7 gennaio 1992

I NOSTRI DESIDERI NELL'ESPERIENZA DEL FUOCO Qualcuno è riuscito a fare qualcosa di diverso (n.d.r.: durante il periodo natalizio), cosa è stato di diverso? Nella Festa o riesci a trovare qualcosa di interiore o rischiamo di essere dei profani che vivono profanamente qualunque giorno. Lo ricordavamo la Vigilia di Natale, posso dire: "Ah che belle le feste di Natale!" Ma basta pensare alle migliaia, milioni di persone che la notte di Natale hanno lavorato come tutti gli altri giorni; che il giorno di Natale hanno lavorato come tutti gli altri giorni; che la notte di Natale sono morti come si nuore in tutti gli altri giorni; e quelli che hanno il morto in casa la notte di Natale. Questa è la realtà della vita. La realtà della vita non è il pranzo speciale, la realtà della vita è che la vita, la morte, la malattia si susseguono e ... sono la quotidianità. Ora, o noi a questa quotidianità riusciamo a dare un senso diverso, oppure il Natale diventa qualcosa che non ha più senso, … la sensazione finale … il vuoto. "Vediamo se qualcuno è riuscito a fare qualcosa di diverso, cosa è stato di diverso." L'importante è far diventare la festa qualcosa di più vivo … la possibilità di fare qualcosa di diverso. Che la festa non sia qualcosa che scorra addosso inutilmente. L'importanza di quello che facciamo = concetto di disponibilità di cui ci stiamo riempiendo la bocca. Il vero senso non è riuscire a stare con gli altri secondo i tuoi criteri, non puoi pretendere che loro si adattino ai tuoi, sei tu che stai capendo qualcosa di più, è importante non tanto quello che noi riusciamo a capire, ma quello che noi riusciamo a vivere. La vera conquista è la capacità che noi abbiamo di stare bene con le persone che non si fanno le domande, che non si stanno facendo le menate che ci facciamo noi, non di stare bene quando siamo soli. "Saperci esprimere secondo la vita, non secondo noi." Nel momento in cui tu, rinunci a tutti i tuoi criteri, ma riesci a far passare un momento felice tra te ed uno che non gliene frega niente di quello che tu pensi, dimostrando quindi che si può star bene anche con la persona che la pensa diversamente, in quel momento stiamo dimostrando che nella nostra diversità siamo fratelli. E lì, chi lo deve dimostrare è chi dice di aver capito. Voglio ricordare che quello che ci fa passare bene una festa, dipende dal cuore, cioè dalla partecipazione emotiva e sarà sempre una conseguenza dalla visione che noi abbiamo della realtà (dal 3° occhio).


Fino a quando io, colui che mi è nemico, colui che la pensa diversamente da me, lo valuto, in contrasto con me, non riuscirò mai a caricare emotivamente, in senso positivo, un momento passato con lui, tantomeno se è un momento di festa: perché lo sentirò come colui che mi impedisce la festa. L'elemento fondamentale dipende dalla visione della vita, da quella stella a 5 punte = punto di equilibrio e di saggezza che deve modificare il sistema mentale con cui vediamo le cose. É scontato: gli altri riescono a percepire di noi cose che noi generalmente non percepiamo. Gli altri ci fanno da specchio. Normale che quello che viene visto dall'altro tu non lo diresti di te stesso. Ecco perché, quelli fra gli altri che maggiormente ci aiutano sono proprio i nemici. Tenete presente che c'è sempre la combinazione tra ciò che è stato e che ti ha formato in una certa maniera e quello che è la spinta che in te sta succedendo e che ti spinge verso una realizzazione di cose che non sono ancora state realizzate. Io posso essere malato oggi non solo perché posso aver fatto qualcosa di sbagliato in passato, ma perché sto facendo resistenza a qualcosa che in me sta cercando di sviluppare qualcosa di futuro. É la resistenza che sto facendo che mi può far ammalare. Ecco allora che spesso nella vita arriva il momento in cui ti mette brutalmente di fronte a situazioni, obbligandoti a fare determinate cose che tu né volevi, né desideravi, né stavi creando lo spazio perché potessero realizzarsi con facilità. Riflessione brevissima, interessante, del concetto di augurio, cioè il concetto di passaggio dell'anno. Tutti gli anni, ci auguriamo buon anno, cin cin di mezzanotte, c'è la persona che dice: "Che l'anno futuro sia migliore dell'anno che si chiude." ma è raro che succeda. L'anno nuovo è sempre qualcosa dove proietti qualcosa di diverso, qualcosa di migliore: questo é il nostro dramma … la vacuità, il vuoto, l'illusorio di questi auguri … e così ripetutamente andiamo di anno in anno proiettando desideri che puntualmente non si realizzano o non si realizzano come noi vorremmo che si realizzassero. Perché? Perché in fondo, quando noi ci auguriamo qualcosa, non rispettiamo quello che la vita ha collocato dentro di noi e che fa parte del nostro passato e che continuerà a far parte del nostro futuro: cioè il tuo destino." L'unica sensazione che può dare la pienezza è se si è realizzato o no quel progetto. Tanto è vero che molte volte noi viviamo … e alla fine dici: "A che cosa è servito?" Perché senti che più cose fai è proprio perché stai fuggendo da te stesso, e ti ubriachi di cose, ti ubriachi di esperienze, ma non servono a niente, perché è una fuga. Quindi non è le cose che fai, è se tu realizzi o non realizzi quel progetto che la Vita ha già pensato in te e che tu sei chiamato a realizzare. Quando in un anno ti è toccato affrontare molti problemi, molto meglio che li guardi e che capisca perché sono successi in modo che l'anno nuovo possa essere un anno in cui tu vivi diversamente.


Ecco perché il passaggio dell'anno, invece di farlo diventare un momento carnevalesco dove il giorno dopo ti dici: "In fondo che cosa è cambiato?", perché il problema che hai lasciato te lo ritrovi esattamente uguale, se uno il passaggio lo vive come momento di presa di coscienza, può diventare, esistenzialmente parlando, molto più efficace, molto interessante. Perché è solo la comprensione di ciò che è successo che ti può dare la capacità di far succedere qualcosa di diverso. Tutti i momenti di passaggio dovrebbero essere uno sforzo di sintonizzazione con il vero significato della tua esistenza, perché per quanti sforzi farai, la vita, quello che cercherà di far succedere in te è di farti vivere questo progetto; e se per farti vivere il progetto deve proporre certe difficoltà, le proporrà inevitabilmente. E a quel punto sarai obbligato a viverlo comunque, ma lo vivrai nella maniera peggiore. Quindi nella maniera in cui tu ti sintonizzerai con questo progetto, la vita potrà essere vissuta bene, se non ti sintonizzerai, allora la vita diventerà molto più difficile, con molti più problemi, con molte più difficoltà. Il momento di augurio di Buon Anno è un momento della persona che riesce quindi a prendere coscienza di ciò che ha vissuto e quindi con che atteggiamento si propone di vivere il futuro, senza che si aspetti qualcosa di magico che risolva la vita. Non potrà mai succedere, perché dovrà sempre succedere qualcosa con cui tu ti sintonizzi. Il passaggio può essere estremamente interessante. Per facilitare questo passaggio … ecco i desideri collegati al fuoco. Il FUOCO, l'elemento che consuma a livello esterno, come elemento fisico, l'elemento interiore che consuma la nostra realtà umana. Il fuoco fa immediatamente riferimento con questa forza interiore che è la forza da cui dipende la realizzazione del progetto della nostra vita. Contemplando il fuoco … momento di riflessione sull'anno che è terminato e momento di proiezione sull'anno che abbiamo iniziato. Sulla base di questa riflessione sul passato dell'anno e di proiezione sull'anno che abbiamo iniziato elaborerete i vostri desideri e quindi il desiderio di cosa più vi serve. Deve essere un vostro momento di evoluzione futura, .quello che scriverete su quel foglio, che esprima veramente un qualcosa attraverso il quale voi sentite che potete cambiare, modificare e portare in avanti la vostra realtà esistenziale. Dopo questo primo momento, quel biglietto … lo bruceremo.

INIZIO DELLA CONTEMPLAZIONE DEL FUOCO ………

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Rovato, 11/02/1992

L’UOMO E LE SUE MALATTIE: “schiavo o padrone?“ & LA DONNA E LE SUE MALATTIE: “vita e morte nelle tue mani” Questa sera parleremo dei temi dell’uomo e della donna che sono due temi che si equivalgono perché uno è in relazione profonda e stretta con l’altro. Quindi parleremo del maschile del femminile, dell’uomo e della donna e le loro rispettive malattie. Il Maschile ed il Femminile in teoria non esistono; esiste in pratica un modo concreto di essere al maschile o di essere al femminile, quindi succede il fatto di essere un maschile o un femminile equilibrato o non equilibrato. Ho preparato due schemi che potrebbero aiutarci ad approfondire e schematizzare il discorso.

(1° schema)

Primo elemento. Quando parliamo di maschile e di femminile, parliamo dei due aspetti che riguardano lei e me. Facendo riferimento alla bibbia, il primo uomo si chiamava Adamo, poi gli viene preso un pezzo e si crea la cosiddetta donna, Eva. Un elemento che non viene sottolineato, è che l’Adamo di prima non è uguale all’Adamo di dopo perché gliene manca un pezzo. Prima è l’ESSERE UMANO globale, dopo diventa l’ Adamo maschio e l’Eva femmina: la realtà è stata dualizzata. Ho fatto riferimento specifico a questo elemento mitico culturale che è la bibbia, perché da questi elementi poi derivano molte conseguenze che noi ci troviamo culturalmente a subire senza rendercene conto. Poiché questo non mi abbiano spiegato, è successo che la donna sia sempre stata considerata un derivato


dell’uomo, quindi qualcosa di soggetto all’uomo. Tenete presente che la cultura ebraica è la cultura da cui noi siamo fondamentalmente dominati oggi. Quindi, noi ci troviamo che l’elemento maschile è l’elemento preponderante maggiormente valutato e che 20 anni di femminismo non cancellano sicuramente 2000 o 4000 anni di storia che hanno marchiato la storia. Non è un discorso che riguarda solo l’uomo, riguarda l’ESSERE UMANO. Una delle conseguenze ultime di questo, è la donna che, nel tentativo di recuperare l’uguaglianza, diviene la donna che imita l’uomo: è la donna che va con i pantaloni, non l’uomo che va con la gonna. Sembra banale l’affermazione, ma non è banale perché rappresenta esattamente una tendenza dove ciò che ha valore è maschile. Notate cosa dicono del maschile; è un elenco trovato sul supplemento dell’81 di Riza Psicosomatlca fatto sul maschile e sul femminile. Il Maschile è: FORZA, DECISIONE, INTRAPRENDENZA, ATTIVITÀ, DUREZZA, IRA, POTERE, RAGIONE, EROISMO, VOLONTÀ, FRANCHEZZA, ONORE, POSITIVO, SPIRITO, SOLE, GUERRIERO, PRECISIONE … Perché la nostra società è PIENA DI GUERRE? Se fosse dominato dal femminile, sarebbe piena di altri problemi, ma non di guerre! PENETRAZIONE, L’ASSE DI BASTONI,MARTE, PAPÀ, RE, STATO, LUCE, CALDO, SECCO, NASO, MAGO, ORCO, IL PIENO, LA SCIENZA, … sottolineatela! Perché tanta importanza oggi alla scienza? CONTENUTO, IL BENE, ESSERE SEDOTTI, IL FUOCO, IL LAVORO, sottolineatelo! Perché è importante lavorare? LA CACCIA, LO SPORT, L’INDIPENDENZA, L’AGGRESSIVITÀ, LA SUPERBIA, L’ARROGANZA, IL PIACERE, L’ATTACCO, IL LIBERTINAGGIO, L’AUTORITÀ, L’ESIBIZIONISMO, … tenetelo presente, L’ESIBIZIONISMO è una delle forme tipiche di manifestazione femminile, ma di un femminile asservito al maschile, non di un femminile fedele a sé stesso. LE PROTUBERANZE, IL CAMPANILE, LA LOTTA, L’AUTISTA, IL CORAGGIO, L’AMARO, IL PROFESSIONISTA, L’AUDACIA … mette i puntini perché si potrebbe andare avanti. Il Femminile è: LA PASSIVITÀ, L’EMOTIVITÀ, LA DOLCEZZA, IL PECCATO, LA TENTAZIONE, LA TENEREZZA, LA MAMMA, IL BUIO, IL FREDDO, L’UMIDO, LA LUNA, LA COMPRENSIONE, LA TERRA, L’ANIMA, LA RICETTIVITÀ, LA BOCCA, LE LABBRA, LA PUREZZA, LA FATA, LA STREGA, LA DEBOLEZZA, IL VUOTO, LA GRAVIDANZA, L’ARTE, LA FORMA, VENERE, IL MALE, SEDURRE, LA ROSA, L’ACQUA, L’IRRAZIONALE, LA CASA, ALLEVARE LA PROLE, DIPENDENZA, IL PIANTO, IL SENTIMENTALISMO, LA MANSUETUDINE, LA RITROSIA, LA MODESTIA, L’UMIDITÀ, IL DOLORE, LA FUGA, LA PROSTITUZIONE, LA SOTTOMISSIONE, LE RIENTRANZE, LA CUPOLA, IL MARE, LA BELLEZZA, IL COSMETICO, LA MODA, LA BONTÀ, LA VANITÀ, IL PETTEGOLEZZO, LA MENZOGNA, LA STUPIDITÀ …


… nella misura in cui la donna che ha ascoltato o legge questo testo dice: “guarda come siamo ridotte!”, è la donna che si sta troppo identificando con metà di se stessa; tutti noi siamo ridotti alla stessa maniera con un vantaggio, che coloro che sono più facilmente capaci di rendersene conto e di guarire, siete voi donne. E il miglioramento della società attuale passa attraverso voi, se volete già un discorso pratico. Ma attenzione ognuno di noi è fatto di PENSIERI, EMOZIONI e AZIONI. Però attenzione, l’UOMO è positivo, cioè è maschile a livello di pensiero e di corpo, ma è femminile a livello di emozioni. La DONNA è femminile a livello di pensiero e di corpo, ma è maschile a livello di emozioni. Che cosa vuol dire? Non avete mai visto come gli uomini fanno molta più difficoltà ad esprimere le emozioni, l’uomo, nell’emotivo, è il debole, è quello che subisce. Vi ricordate il discorso che abbiamo fatto specificamente sulla MALATTIE LEGATE ALLE EMOZIONI, cioè la problematica emotiva? Siccome la nostra vita è dominata soprattutto dalle emozioni, chi sta meglio nel mondo emotivo è la donna. A livello di pensiero, abbiamo di nuovo che ritorna l’uomo che è maschile, è positivo e la donna è femminile, è negativa. Qui vuol dire che a livello di pensiero l’uomo è razionale, logico; e la donna è intuitiva. Dopo il primo schema, dovremo porci l’altro schema sotto che complica le cose. Chiaramente, ritornando poi al discorso di prima, in una cultura profondamente maschile, ciò che non viene valutato è quello che viene represso e mortificato. Provate a guardarvi intorno quanti tumori al seno e all’utero … esattamente gli aspetti meno valutati. Da qualche decennio si è arrivati che il bambino che nasceva era meglio allattarlo col biberon e non al seno! Cioè la mortificazione di questo aspetto è arrivata al punto tale da negarne la funzione. Allora, qui c’è l’IO PERSONALE, l’elemento mediante il quale noi diventiamo capaci di essere creativi nella vita. … aggancio immediato, tornate indietro, siamo partiti da lì. Prima pagina della bibbia, all’inizio l’Essere Umano è un essere unitario, cioè equilibrato. Quando avviene la divisione l’uomo entra in stato di prova, è messo alla prova; e lì il PECCATO ORIGINALE; la donna che allunga la mano e prende ciò che è proibito e lo dà da mangiare anche all’uomo. Ecco perché da secoli dicono: sempre colpa delle donne. A quel punto vengono cacciati dal paradiso terrestre e incomincia veramente la storia dell’umanità. Tenete presente, con quel gesto l’uomo è stato accusato di essere colui che voleva diventare come DIO, cioè un peccato di orgoglio. La formazione dell’IO è la formazione in noi di una forza creativa, che essendo capace di essere cosciente, è capace di opporsi a DIO. Quindi è la formazione dell’IO che crea la forza per dirigere da sé la propria esistenza; ma nella formazione c’è il pericolo che si crei la forza in opposizione a DIO, Torno indietro un attimo. Su che cosa è basato il concetto di esperienza religiosa che ci accompagna ancora adesso? … Sull’accettazione senza discutere di ciò che ti dicevano: il DOGMA: accettare senza capire; è la passività.


Ora la formazione dell’IO è ciò che rende impossibile questo, la prima cosa che mette in discussione è dover accettare le cose senza capirle; non per niente adesso siamo di fronte ad una cultura religiosa profondamente in crisi. Nel primo tema si dice: “L’uomo e le sue malattie: SCHIAVO o PADRONE?” Della donna, si dice: “La donna e le sue malattie: VITA e MORTE NELLE TUE MANI”. Ecco i due elementi. Quando si parla dell’uomo, lo schiavo è colui che è dipendente; il padrone è colui che comanda. Ma in realtà nell’esprimersi in quanto tale, l’uomo diventa padrone o è schiavo? Ecco la domanda che rimane. Spostandoci al femminile, diciamo: in pratica da come si gestisce il femminile, dipende la vita o la morte. Questo schema della dualità lo dovete collocare da un lato, poi (Essere Umano) ASS0LUTO (DIO) (uomo)

(donna)

SPIRITO

MATERIA

ATTIVO

PASSIVO

MASCHILE

FEMMINILE

IO

IMMORTALE

MORTALE

UOMO uomo divino

problema

Dio umano Figlio di DIO qui c’è l’Essere Umano come maschile/femminile, o maschio/femmina, con un corpo e una struttura di azione, di emozione e di pensiero. Se io il discorso dell’Essere Umano mi fermo a farlo da questa parte di questo schema (1°), non riuscirai mai a trovare nessuna spiegazione di perché si soffre, nessuna spiegazione soddisfacente di quelle che sono le grandi problematiche dell’esistenza. Se noi osserviamo un Essere Umano qui (2°schema), qui è indifferente che sia maschio, sia femmina; qui è l’Essere Umano fatto di due principi: un principio Spirituale e un principio Materiale.


Vi potrà sembrare un discorso abbastanza astratto, però vi inviterei a rifletterci. Nei veri libri di alchimia, sia Spirito che Materia saranno sempre scritti con la prima lettera sempre maiuscola. DIO, quando si scinde nella creazione, crea spaccandosi in due, diventa Spirito e Materia. E quindi la Materia è l’altro aspetto della realtà … anche se poi nella forma di espressione voi troverete un Immortale ed un Mortale. In ognuno di noi c’è una parte chiamata Spirito ed una parte chiamata Materia: lo SPIRITO è la parte attiva, la parte MASCHILE; la MATERIA è la parte passiva, la parte FEMMINILE. La parte di noi che fa riferimento allo Spirito, la identificano con il SÈ, la parte umana è quella a cui fa riferimento l’IO legato all’esperienza esteriore. Quando parliamo dell’IO, parlando della Materia, parliamo di qualcosa di mortale. Un esempio. Il pongo, io lo impasto e faccio un pupazzo, poi lo rimpasto e faccio un vaso; poi ci faccio un fiore … ecco: la Materia che è immortale, la materia è sempre immortale, mortale è la forma che assume. La pluralità delle esperienze sono i vari ruoli che a questo livello noi assumiamo, ma attraverso i vari ruoli è Lui che apprende. L’obiettivo è che questa realtà qua deve diventare una realtà capace di costruirsi un modo di Essere Umano così bello da manifestare qua la divinità: Natale ti imposta il progetto, ti ricorda come si parte; Pasqua ti ricorda come si arriva; ecco perché il discorso di Pasqua è molto più ostico. Cosa succede quando l’IO - il maschile. nell’Essere Umano - vuol fare da padrone? Quando L’IO vuol essere il protagonista? È l’IO che diventa D-IO: è il vero peccato originale, il voler essere come Dei. Siccome la società attuale è dominata dal maschile, quello che non serve viene svalutato. Ecco perché la casalinga siccome non è produttiva non è valutata. Perché i bambini vengono valutati? Perché sono la forza lavoro del futuro! La soluzione dov’è? Nel Femminile: vita o morte nelle tue mani dipendono dalla capacità che tu hai come Essere Umano di essere veramente Femminile, cioè FEMMINILE a disposizione del MASCHILE. Questa realtà umana, diventerà una realtà capace di produrre la vita nella misura in cui diventerà una realtà a disposizione del principio interiore. Ma l’errore dov’è? Quattromila anni fa, secondo la tradizione, è Eva che allunga la mano alla mela! Quando il Femminile vuole agire attivamente da Maschile … nasce il casino. Ma tenete presente, il Femminile non è la donna; è il Femminile in ognuno di noi. Quando la parte in noi che deve essere a disposizione di … vuol fare da padrone … tutti i mali ci sono, allora c’è tutto quello di cui ci stiamo lamentando.

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Rovato 10/03/92

LA COPPIA E LE SUE MALATTIE I°: nell’unione è il futuro dell’individuo Questa sera parleremo della coppia e delle problematiche che nascono nel rapporto di due persone che vogliono creare la coppia, con un discorso che vuole diventare un tentativo di interpretazione più profonda dei significati del rapporto di coppia. Il titolo è “LA COPPIA E LE SUE MALATTIE”, quindi la malattia come squilibrio, come problematicità, quando un essere al FEMMINILE ed un essere al MASCHILE si ritrovano a creare questa terza unità che è la COPPIA, dove non è solamente un 1 + 1, ma una realtà che non è la semplice somma delle due individualità. Quando si parla di coppia, si parla di due persone che nel loro incontro creano una terza realtà, veramente un di più diverso: nell’equilibrio della crescita della persona devono essere presenti tutti e tre; il Padre, come individuo; la Madre, come individuo; e la struttura familiare. Se viene a mancare questo, viene a mancare un riferimento importante nella crescita del bimbo. Ve lo ricordo, non perché vi facciate qualche paturnia in più o qualche senso di colpa in più per coloro che vivono una situazione di separazione, ma semplicemente perché nella valutazione dei vostri bimbi che crescono, tenete presente che un bimbo ne avrà delle conseguenze. Nel tema di questa sera “LA COPPIA E LE SUE MALATTIE: NELL’UNIONE È IL FUTURO DELL’INDIVIDUO”, abbiamo legato al tema della coppia quello che può essere il futuro della realizzazione dell’individuo. Ci sono quelli che qui non vivono bene il rapporto di coppia, separazioni, conflittualità varie e quindi non vorrei che il discorso gli diventasse ancora un pochino più problematico di quello che già è … tutto va impostato con estrema serenità. Noi non potremmo mai conoscere la nostra realtà, che è fatta di maschile e di femminile, se non sperimentandola. Il che vuol dire che può trovare una perfetta giustificazione, in questa tua vita, che tu non solo stia vivendoti al maschile o al femminile; che tu stia vivendoti un certo tipo di esperienza di coppia oppure che tu ti stai vivendo un’esperienza di impossibilità a viverti il rapporto di coppia. Ognuno di noi si dovrà porre di fronte alla sua vita e vedere. Ognuno di noi è un Essere Umano, quindi fatto di Maschile e di Femminile. Il Maschile ed il Femminile dell’Essere Umano si concretizzano in questi due principi che chiamavamo il SE e l’Io, due realtà; una realtà che si vede e che trova la sua sintesi in quel concetto di Io PSICOLOGICO, che noi identifichiamo come noi stessi, il mio corpo, la mia storia; e il SÉ che è quello che sta alle spalle di tutto ciò, il principio attivo … L’esemplificazione che facevamo: il SÉ è come se fosse il seme, e l’Io è come


se fosse la terra dove viene seminato, dove la pianta che cresce è la somma di questi due, l’Essere che ha bisogno di manifestarsi, di trovare spazio per esprimersi. Non sto adesso a sottolineare di nuovo che l’Io è l’insieme di corpo, emozioni e pensiero che è il nostro spazio di esperienza. Uno degli elementi che nascono come rapporto di coppia, dell’incontro fra un uomo e di una donna, è la sessualità che si impone; se poi non avviene il Matrimonio a livello emotivo e a livello mentale, è chiaro che la coppia salta, perché man mano che passano gli anni, si relativizza l’attrazione fisica; mano a mano si va avanti, anche il rapporto emotivo si relativizza; quando arrivi ai 40/50 anni la partecipazione alle cose diventa soprattutto mentale. Quindi se il rapporto non va a perfezionarsi, ... lui va all’osteria, l’altra ha i suoi hobby, oppure si vivono situazioni estremamente conflittuali. Quindi, quando noi ci poniamo il problema della coppia, la prima esigenza fondamentale è che l’uomo sia uomo e che la donna sia donna. Cioè che l’uomo sia POSITIVO a livello PENSIERO, sia NEGATIVO a livello EMOTIVO, sia POSITIVO a livello FISICO, Ma noi nasciamo in una società che ti marca già direzioni, valori, e uno dei rapporti fondamentali che ci fa camminare in mezzo al mondo con una certa soddisfazione, non è il prestigio? Sono molte le donne qui presenti che vengono stimate dagli altri per il fatto di essere madri? Tantissime le donne che si lamentano di essere donne … siccome sta per nascere la terza figlia, arriva la notizia: “ah! ho saputo … ma è maschio o femmina?” “Femmina.” “Ancora!“ Il che vuol dire che non solo, non ti vivi bene l’essere donna, ma ti stai proiettando che la vera realizzazione su questo pianeta è essere uomo! Questo per sottolinearvi, come noi in realtà viviamo una cultura dove abbiamo assolutizzato un modo di essere, e stiamo svalutando l’altro.


Eravamo arrivati che, per un buon rapporto di coppia, che la donna sia donna e che l’uomo sia uomo. Ma in una situazione sociale di questo tipo, cosa succede? La donna chiede di assumere un atteggiamento positivo a livello mentale … un pensiero fatto al maschile in un corpo femminile è qualcosa di mostruoso. In questa situazione non può esistere una coppia equilibrata perché per essere la coppia equilibrata ci vuole la complementarietà. Il primo problema della coppia è la confusione dei ruoli, quando uno o l’altro non riescono a rispettare i loro ruoli. E proprio per questo, che il rapporto di coppia, che dovrebbe essere il rapporto più bello, poiché non c’è questo reciproco rispetto, siamo di fronte ad una situazione estremamente delicata. Noi come esseri umani, nel prendere forma al maschile, l’Io diventa immagine del SÉ; nel prendere forma al femminile, diventa immagine della Terra, del passivo. A tutti ci tocca alternativamente. Quindi uno diventa l’immagine fisica del SÉ, l’altro diventa l’immagine della Terra, dell’elemento femminile. Da questo cosa deriva? Che se l’uomo non trova un buon rapporto con il proprio contrario, la sua tendenza quella di fare il Padreterno … che tenderà ad assoggettare l’altra a se stesso. Questo quando viene esasperato cosa abbiamo? Da parte dell’uomo il voler fare il padrone, da parte della donna, quando si esaspera al femminile, diventa la serva, cioè diventa quella succube: se non comprendiamo questi elementi, uno si esaspera nel dominio e l’altra si esaspera nel servilismo. La soluzione dal punto di vista simbolico è una cosa stupenda. I due principi che si incontrano armonicamente per creare un’armonia di unione. Simbolicamente parlando, quello che saremo chiamati a fare è questo. Questo è il triangolo dell’ACQUA:

il principio Femminile

Questo è il triangolo del FUOCO:

il principio Maschile

il FUOCO deve diventare un FUOCO CHE BAGNA e l’ACQUA deve diventare un ACQUA CHE BRUCIA. Questa cosa apparentemente contraddittoria … vi sta esprimendo quella che è la possibilità di un rapporto di coppia equilibrata. Il Maschile è Fuoco che bagna perché ha sposato in sé il Femminile; e il Femminile diventa Acqua che Brucia, perché ha sposato in sé il Maschile. Vuol dire che colui che è maschio, che è al maschile e che è destinato a dominare, dovrà essere colui che usa il proprio potere mettendolo al servizio. Colei che ha la struttura di essere al servizio, deve diventare colei che alimenta, cioè nella sua passività diventa attiva. Non avete mai sentito dire che alle spalle di un grand’uomo c’è sempre una grande donna?


La realizzazione del femminile è essere serva, la realizzazione del maschile è essere un re al servizio. Per chi vuole il collegamento, nei Vangeli, in quella cena così famosa, Lui lava i piedi agli altri, che è un mestiere da servi. Voleva dire essere il Maestro nella maniera giusta. Se questa doppia coscienza di ruolo, si realizza, allora la coppia crea quel quid, quel terzo elemento di cui noi stiamo parlando. Il tema diceva: rapporto di coppia c’è il futuro dell’uomo. La maggior parte di noi sa quanto è difficile il rapporto di coppia. Tutto questo cosa dice? L’equilibrio in ognuno di noi si rifletterà nel modo con cui saranno in collegamento equilibrato il mio Maschile con il mio Femminile. Cioè la realizzazione personale, lo si dice spesso, si realizza nella solitudine; cioè dovrai celebrare le nozze interiori, le nozze mistiche che mettono in relazione equilibrata i tuoi due elementi interiori. Però in questo momento in cui noi siamo sufficientemente ignoranti di noi stessi, queste nozze interiori ci sono praticamente precluse, non sono attuabili. L’unico passo vero di attuazione di questo è che colui che è maschio incominci a trovare un principio di rapporto con il Femminile attraverso una donna che rappresenta il Femminile e colei che è femmina, incominci a trovare una possibilità di rapporto con il suo Maschile attraverso un uomo che rappresenta il Maschile. Cioè, io nello sforzo che dovrò fare per capire la donna che sta con me, è lo sforzo che sto facendo per capire il femminile che è in me. Quindi, quando io riuscirò a perdonare la donna che è al mio fianco starò semplicemente riuscendo a perdonare il femminile in errore che è in me. Ecco perché si dice che giustamente la donna che hai al fianco, o l’uomo che hai al fianco, sono fondamentalmente un riflesso di quella parte nascosta di te. Ed ecco allora che in genere in un rapporto di coppia l’altra persona è sempre puntualmente la persona che ti mette in discussione. In questo rapporto di coppia, il rapporto a due l’Io, con chi ce l’ha? … con il SÉ; con il lavoro; con il figlio; con i genitori; … e potremmo andare avanti. L’Io nel rapporto al SÉ è femminile, sempre! L’Io di fronte ai genitori? All’inizio è Femminile, è passivo, inevitabilmente; ma dovrà diventare capace di essere Maschile. Notate quanto può arricchirsi il progetto di un rapporto tra due realtà? Ma questa elasticità di gestione non è una cosa naturale, è una cosa che uno acquisisce con la maturità. Secondo me, qui, gente senza problemi non ce n'è. ***

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Rovato 07 aprile 1992

LA COPPIA E LE SUE MALATTIE II°: nell’unione è il futuro dell’individuo … e inserto su "la Pasqua”

C'è qualcuno di voi che non sta facendo nulla per Pasqua? ... … … A Natale qualcosa si fa ... a Pasqua è molto meno facile. Ho voluto solamente sottolineare questo proprio perché visto che noi, anche attraverso queste chiacchierate, cerchiamo di aiutarci a capire, ad entrare dentro un po' i significati della nostra esperienza, quindi vedere di dare un po' di qualità alla nostra esperienza, penso che sia molto importante tenere presente che durante l'arco degli anni ci vengono proposte, una volta all'anno, determinate feste e tra le feste importanti sicuramente la più importante è Pasqua; Natale non risulta essere la festa fra le più importanti, però è vissuta come molto importante. Tenete presente che la festa di Pasqua qualifica un po' tutto il vissuto religioso. Io penso che anche molti di coloro che hanno alzato la mano dicendo che non stavano facendo niente per questa festa, probabilmente avete battezzata dei figli, siete andati a sposarvi in Chiesa, avete portato in Chiesa un caro defunto nel momento del funerale … e avete sottolineato l'esperienza collegati con un qualcosa che vi richiamava la festa di Pasqua (n.d.r.: la messa). Questo è molto importante da tenere presente. Noi, attraverso queste feste, veniamo stimolati e teniamo presente che noi siamo abituati a spaccare in due la realtà profana e sacra, pensiamo che la religione è l'andare o il non andare in Chiesa … ma in realtà, noi questi simboli ce li ritroviamo riproposti in tantissime maniere. Vediamo le vetrine piene di uova di Pasqua, e il simbolo dell'uovo è uno dei tanti simboli che viene proposto che ricordano la rinascita continua a cui siamo chiamati; quindi siamo bombardati da queste forze che tendono a far succedere in noi determinate cose. Il dramma è che noi viviamo tutto ciò senza essere coscienti. Ed allora succede che si acutizza il nostro dualismo. Quindi, ogni anno c'è qualcosa, perfino le uova di Pasqua delle vetrine che stanno dicendoti "rinasci!, impara a cambiare, abbandona quello che è vecchio!” … abbandona, muori e rinasci a qualcosa di nuovo. Se poi tu non collabori la spinta rimane bloccata e uno, senza sapere perché, soffre di più: più disagio, più conflitto, più somatizzazione perché c'è questo costante scontro fra una forza interiore che spinge verso una certa direzione e una forza esteriore che spesso fa da freno e quindi il nostro conflitto interiore, l'insoddisfazione, la sofferenza, il disagio sono molto più forti. Nella misura in cui scegliamo, o ci lasciamo


andare, a rimanere ignoranti delle cose che ci circondano, il discorso diventa più conflittuale. *** Voglio riprendere il discorso dell'altra volta della coppia, quindi del problema di vivere la coppia. Parlando della coppia sottolineavo che un aspetto della nostra esperienza è quando noi elaboriamo l'ideale di quello che dovrebbe essere la nostra vita; diverso è il reale che noi ci troviamo a vivere nella nostra vita. Avere la chiarezza dell'ideale di come dovrebbe essere una vita, ma poi non deve diventare un'angoscia scoprire che tu l'ideale non riesci a viverlo; la vita è un cammino, è un'evoluzione, quindi l'importante è sapere la direzione, poi chiaramente importante è essere coscienti in che posizione ci troviamo. Parlando di noi, dove nasceva poi il problema della coppia, eravamo arrivati che la nostra esperienza è determinata da queste due realtà: il SÉ e l'Io. Il SÉ non è legato alla nascita, non è legata alla morte, è quella realtà di cui possiamo parlare di eternità, e c'è l'Io che invece sintetizza in noi, tutta la somma della nostra esperienza chiamata umana. Quello che tu poi dire del tuo Io in questo momento, ricordati ... fra 100 anni non lo potrai più dire perché sarai morto. Questa parte (l’Io) sarà scomparsa e sarà rimasta solamente questa (il SÉ). Il SÉ cosa direbbe di se stesso? IO SONO, e basta ... il resto si aggiunge quando questa realtà si riveste della realtà umana Comunque, la nostra vita si svolge nella dialettica, nel rapporto fra queste due realtà, uomo e donna, che sono due specificazioni della realtà contenute nell'Io! L'Io è uomo o donna! Il SÉ è sempre lui, di Io ce ne sono tanti: quanti Io avete già sperimentato nel vostro passato? Quanti Io sperimenterete nel vostro futuro? È come se vi capitasse di vedere cicli di film legati ad uno stesso attore, l'attore è sempre quello, ma il ruolo che assume è l'Io che di volta in volta va cambiando. Un passo avanti. Molto interessante... chi è donna e chi è uomo nei propri sogni manifesta due realtà. La donna manifesta l'Animus e l'ombra; e l'uomo è l'Anima e l'ombra. La donna, le figure maschili che si ritrova a sognare, molte rappresentano l'Animus, cioè il maschile che è, diciamo, interiorizzato, che è quindi a livello inconscio, che non è espresso; mentre l'uomo, le figure femminili che si ritrova a sognare, rappresentano spesso il fenomeno anima che è il femminile che è nascosto. Mentre invece le immagini femminile che vengono sognata dalle donne tendono a rappresentare la oro ombra; e i personaggi maschili dell'uomo tendono a rappresentare la loro ombra. L'ombra è la parte di noi con la quale non siamo bene identificati, con la quale siamo in conflitto. Cioè per la donna è la parte di sé, di femminile con cui non è bene in sintonia, o perché è frutto di repressione, di rimozione … è la parte di sé non ancora sviluppata e quindi ancora potenziale quindi non ancora accettata. Uno degli elementi che vengono sottolineati nella simbologia del Credo: "… discese agl'inferi …", la discesa agl'inferi è


anche l'aspetto con cui viene sottolineato che tu devi contattare la tua ombra, cioè contattare la parte negativa di te e stabilire un buon rapporto con questa parte. L'ombra si manifesta in noi, per esempio, con tutto ciò che, visto negli altri, ci dà enormemente fastidio, perché appartenente a quella parte di voi che voi non state fondamentalmente accettando, e siccome non te lo permetti, lo reprimi; lo reprimi ed entra nell'inconscio e diventa ombra. Siccome reprimere non è risolvere, quando la vedi nell'altro, non fa altro che evidenziarsi quella parte di te … e ti manda in bestia. Per la propria realizzazione, per l'integrazione dei nostri due principi, uno dei primi passi è il contatto con l'ombra, cioè con quella parte non positiva di noi stessi. Stiamo parlando di coppia. Il partner con cui ci troviamo a vivere una vita, in parte indubbiamente ci rappresenterà anche una parte di ombra di noi stessi, diventa uno specchio costante anche delle tue paturnie e quindi chiaramente si litiga molto con il partner. Però il litigare molto è che si evidenziano in noi quelle parti di noi, Animus o anima, con cui, per esempio, non siamo bene integrati. In un uomo e in una donna che s'incontrano per vivere un rapporto di coppia, è chiaro che l'uomo ha un SÉ e un Io e la donna ha un SÉ e un Io, sono una totalità in se stessi. Solamente che ognuno evidenzia una parte e l'altra parte rimane … più nascosta. Comunque, in quanto maschile tenderai a manifestarti come maschile soprattutto a livello di pensiero e di azione; e come femminile tenderai a manifestarti soprattutto a livello di emozione. Questo ci dice come, se vivo solo al maschile sono imperfetto; se vivo solo al femminile sono imperfetto. Ecco perché la perfezione su questo pianeta è stato detto che, per averla, bisogna essere in due. È stato detto "quando due o più sono uniti in nome mio, IO sono in mezzo loro". Quello che sta parlando è una realtà che rappresenta il SÉ. Ecco perché il primo passo della realizzazione diventa la capacità di volersi bene a due; poi dovrebbe diventare la capacità di volersi bene globale, ma la partenza è a due. Tenete presente ... la ragione per cui noi facciamo delle scelte nella vita non è mai il piacere: la vita è fatta per apprendere. Ora, ci sono due modi di apprendimento: apprendere con gioia e apprendere con dolore; starà a noi scegliere. Se una persona ti incrocia nella tua vita e tu ti ritrovi a stabilire questo tipo di rapporto, è chiaro che quella persona può diventare una persona privilegiante per la tua esperienza, nessuno dice che tu non possa separarti o non possa rompere il rapporto, però - si dice - prima di romperlo, cerca di capire perché la vita ti ha portato lì. L'elemento da ricordare è che tutto ciò che fai agli altri lo fai a te stesso. Quello che volevo sottolineare è che c'è una scappatoia. Tu, qualunque cosa, puoi cambiare, separare ... purché con una scelta che fai posteriore tu sappia realizzare di più di quello che avresti realizzato stando dove stavi. E tenete presente, perfetti qua non c'è nessuno, quindi, non facciamoci delle paturnie inutili, semplicemente è importante che ci rendiamo conto di ciò che è stato fatto e fare qualcosa per riproporre l'equilibrio … Qualunque errore può essere fatto nella vita, ma dovrai fare


qualcosa per ripararlo: l'unica cosa irrecuperabile è quando perdi il contatto con il SÉ ... ma questo l'abbiamo già spiegato nella conferenza di dicembre.

DOMANDE DD una persona deve essere sempre in relazione con gli altri, diversamente resterebbe incompleta? GiBi certo, salvo le esperienze particolari che possono succedere e ci sono perché hanno una funzione molto particolare e sottile, delle persone tipo eremiti, frati di clausura, ecc., … … DD quando un uomo ed una donna decidono di non sposarsi, per egoismo, in parte stanno limitando la loro esperienza di vita? GiBi non è detto. Può darsi benissimo che le problematiche che si porta siano tali che non ci riesca il trovare la capacità di stabilire rapporti specifici in questo senso per cui una vita gli serve per prepararsi e smaltire, e in una seguente riuscirà finalmente a superare l'ostacolo e a farlo. DD ed allora come te lo spieghi che è sempre di più la femmina che tende a crearsi una famiglia? GiBi ma è logico che sia così, perché il femminile è la tendenza alla disponibilità, cioè è la tendenza all'esserci per un altro. Adesso, con questa tendenza a questa parificazione, che sembra significhi essere tutti come gli uomini ... ecco che le donne, che molte volte rinunciano alla maternità, rinunciano al rapporto di famiglia perché si vogliono realizzare sul lavoro, … hanno dei grossissimi spazi di insoddisfazione … DD l'incapacità di riuscire a trovare una persona concreta con cui rapportarsi e quindi creare la coppia, cosa può rappresentare? GiBi una difficoltà di relazione con se stessi prima di tutto. DD mi pare che tu dai per scontato la reincarnazione, vorrei che mi dicessi due parole su questo argomento, perché sembra che tu quasi ci creda veramente. GiBi non quasi, io ci credo veramente! Se c'è qualcuno che ha qualche dubbio, glielo tolgo subito. Io quando parlo, spesso uso il condizionale, perché lascio lo spazio a chi mi ascolta di pensarla come gli pare. Se tu ti guardi intorno, uno degli elementi fondamentali che balza all'occhio è la mancanza di giustizia. Cioè, non tutti gli esseri umani hanno le stesse opportunità; ed allora uno dice "perché?", e lì chiaramente dai una spiegazione di qualcosa che deve essere successo prima che spiega il perché di adesso. Nel Vangelo di Giovanni, il racconto del cieco nato, Gesù con i suoi discepoli incrociano questo personaggio che è nato cieco è la domanda che fanno è "chi ha peccato perché nascesse cieco, lui o i suoi


genitori?". Ora, lui è nato cieco, quindi due ipotesi: o chi fa la domanda è ignorante, non capisce quello che sta chiedendo perché non ha senso la domanda ... cosa vuol dire domandare se ha peccato lui? Quindi, se la domanda viene fatta e si suppone quindi che la domanda sia fatta con cognizione di causa, vuol dire che ammettevano che lui avesse potuto fare qualcosa … prima. Ma tenete presente che la condanna della reincarnazione nella cultura cristiana risale al V secolo, non è dall'inizio; è dal V secolo d.C. che un concilio stabilisce che non si parli di reincarnazione, ecc..

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Cologne (BS), 24/09/1996 In sintonia con il messaggio:

Imparare è scoprire ciò che già sai, F A R E … è dimostrare che LO SAI !

EQUINOZIO DI AUTUNNO: FESTA DELLA SAGGEZZA, RITO DELLA LIBERAZIONE. Potete scartabellare dove volete, libri, enciclopedie, riviste o altro … degli Equinozi non trovate praticamente nulla. Invece sono elementi interessanti come i Solstizi, energeticamente” interessanti. Questo ci porta a sottolineare quello che può essere il significato dei momenti di passaggio, dal punto di vista energetico, delle stagioni per la nostra vita. Cioè, per quello che accade a me, cosa significano le stagioni? Questo sarà il tema su cui noi faremo la nostra piccola riflessione. Abbiamo rivisto questi tre mesi (n.d.r.: da metà giugno a metà settembre, i mesi delle “vancaze”) per una rielaborazione che ci permetta di assorbire dalla nostra esperienza, quello che serve, quello che ci fa crescere e abbandonare dell'esperienza, quello che non ci serve. … PARENTESI … Il nostro corpo, entro certi limiti, segue le leggi della natura e funziona anche che tu voglia o tu non voglia, che tu sappia o tu non sappia, aldilà della tua volontà. Ma, per es., quello che di noi si mette in azione con l'adolescenza, nella nostra vita … o lo fai funzionare tu o potrebbe non funzionare! È un potenziale che hai, ma che potresti non usare. E spesso nella nostra vita noi non riusciamo a tirare questa conclusione finale dell'equazione "io sto bene" perché non abbiamo fatto funzionare il sistema. Ecco dove va collocato il tema di questa sera. Ecco perché la necessità dei gesti, delle elaborazioni interiori; perché in certi momenti si muovono certe energie per certe finalità; in altri momenti si muovono altre energie per altre finalità. Ecco perché tutte le tradizioni hanno collocato delle feste dove sei invitato a fare una certa cosa, ma spesso non sappiamo il perché. Nella misura i cui non sappiamo perché, rimaniamo parzialmente preclusi da quelle conseguenze positive che potremmo avere, conoscendo i perché faresti succedere qualcosa aldilà di


quello che già succede … per natura. Ecco perché c'è tutta una parte di esistenza che dipende da come noi sapremo usare determinate energie. Tutto questo va collocato in un quadro che rivediamo brevemente. La di un essere umano sul pianeta Terra, in maniera simbolica, ma è un simbolo che è molto più di un semplice segno grafico, ci rappresenta anche dal punto di vista energetico quello che poi accade nella nostra vita.

- cerchio & croce – Un cerchio con la croce rappresenta la Vita sulla Terra, ma il cerchio con la croce rappresenta anche il modo con cui la Vita si esprime sulla Terra. Questo schema della croce determina i 4 ELEMENTI, che sono anche i 4 PUNTI CARDINALI e dove con questi 4 Punti Cardinali abbiamo la collocazione del SOLSTIZIO d'INVERNO, dell'EQUINOZIO di PRIMAVERA, del SOLSTIZIO d'ESTATE e dell'EQUINOZIO d'AUTUNNO. La giornata è un tempo breve che rappresenta il ciclo della vita, dove noi abbiamo la MEZZANOTTE nel NORD; le ore 6, L'ALBA ad EST; le ore 12, MEZZOGIORNO a SUD, dalla grande notte all’alba, alla grande luce, al tramonto … e ogni giorno si torna allo stesso punto, si ritorna alla mezzanotte per ripartire. La nostra vita è fatta di esperienze cicliche che ci riportano costantemente allo stesso punto di partenza. Il giorno è un ciclo breve.


Noi in un giorno, il ciclo della vita che ci fa ripercorrere i 4 punti energetici fondamentali, lo viviamo moltissime volte ogni volta che decidiamo qualcosa e la facciamo e la concludiamo come esperienza e quindi ripartiamo con una nuova esperienza. Questi sono i cicli piccoli, i cicli medi, cicli di cui molte volte non ci rendiamo neanche conto. Il ciclo che rappresenta bene la vita è il ciclo dell'anno dove noi abbiamo quindi 1 - l'INVERNO (N), 2 - la PRIMAVERA (E), 3 - l'ESTATE (S) e 4 - l'AUTUNNO (W), e ciclicamente noi viviamo i nostri anni e torniamo al punto di partenza. Tenete presente che la nostra vita, lo scandire della vita attraverso il tempo lo misuriamo in anni. Poi il ciclo più lungo del ciclo dell'anno, diventa praticamente il ciclo della vita con 1 - la NASCITA (N [*]), 2 - l'INFANZIA (E), 3 - l'ETA' MATURA (S), 4 - la VECCHIAIA (W) 5 - e la MORTE (N [*]). Noi abbiamo rapportato il ciclo della vita all'anno che diventa per le religioni l'anno delle cerimonie, che diventa rappresentativo della vita stessa.

Noi abbiamo l'anno diviso in due Equinozi e in due Solstizi. In quanto a feste è stato sottolineato molto il Solstizio d'Inverno e l'Equinozio di Primavera; non abbiamo invece celebrazioni in corrispondenza al Solstizio d'Estate ed in corrispondenza all'Equinozio d'Autunno. Natale quando arriva, voi fate qualcosa ed a Pasqua lo stesso, in qualche maniera. Mentre invece non abbiamo punti di riferimento, da questo punto di vista, per il Solstizio d'Estate e l'Equinozio d'Autunno. L'Equinozio è il momento in cui luce e buio occupano uguale spazio di tempo nell'arco della giornata. L'Equinozio d’Autunno ha il giorno uguale alla notte, ma di quando la notte comincia ad essere più lunga del giorno. La domanda di base è questa: "Tutto questo cosa significa per il mio corpo, per la mia mente, per le mie emozioni, per la mia vita, per le mie esperienze?" Nel giardino di casa tua in genere i fiori fioriscono in primavera. Se il giardino di casa tua sente e reagisce a un certo tipo di energia, è assurdo pensare che il tuo corpo non faccia lo stesso. Legato all'Autunno c'è il 29 settembre dove troverete sui calendari la Festa degli Arcangeli ed in realtà fra gli Arcangeli, che sono 4, l'Arcangelo che viene soprattutto celebrato è l'Arcangelo S. MICHELE. E quindi la domanda esistenziale sarebbe: "In questi giorni che cosa è bene fare?": Sono ottimali per una cosa specifica: MICHELE, come nome nella tradizione cristiana, significa " CHI COME DIO ".


S. Michele voi lo vedete rappresentato sempre come colui che con la lancia uccide il Drago, Satana, il Demonio, il Male. S. Michele è colui che sconfigge l'Angelo Ribelle. Attenzione che LUCIFERO significa PORTATORE DI LUCE, è un termine estremamente bello e positivo. Chi sconfigge questi angeli ribelli è Michele che significa "chi come Dio", perché? Gli angeli ribelli si erano ribellati a Dio nella pretesa di esser loro Dio, ed allora chi li sconfigge è Michele che significa " chi ha la pretesa di essere come Dio! ". Questa è la tradizione. Perché Michele, " chi come Dio ", nell'Equinozio d'Autunno? Facciamo un passo in dietro. Riportiamoci alla vita, alla nostra esperienza … che significato hanno questi momenti? Il momento dell'Equinozio d'Autunno è il momento della vecchiaia, il momento finale della vita in cui tiri le conclusioni: è quello che si fa in autunno, per molte cose. Raccogliere tutto quello che è stato elaborato, momenti di sintesi finale, che ti porta verso l'inverno, che ti porta verso il momento di “riposo”. Ecco quindi l'Equinozio d'Autunno che assume il suo senso. Collocato nella vita, l'Autunno è il momento della saggezza, il momento in cui uno è chiamato a tirare le conclusioni: estrarre ciò che è buono dalla tua esperienza e imparare a liberarti da ciò che buono non è. Michele, colui che affermando "chi come Dio", mette le cose al punto giusto. In che senso? Il momento autunnale è il momento del Perdono, io l'ho sottolineato come momento della Saggezza, la grande capacità che noi abbiamo di estrarre vita, che ci serve come alimento, dai nostri errori e liberarci da ciò che l'errore crea in noi di negativo. E S. Michele, come " chi come Dio ", cosa ci sottolinea? L’errore è un momento di esperienza in cui tu vivi come se fossi Dio! L'errore, in qualunque aspetto voi lo collochiate, è una grande affermazione di egoismo, in contrapposizione agli altri. E Michele viene e ti dice:" chi come DIO?" Chi sei tu per voler essere di più? Chi sei tu per commettere l'errore e viverti come se fossi il Padreterno (qualunque errore noi commettiamo!). Come la sera è il momento ottimale per un esame di coscienza, nel ciclo dell'anno l'Autunno è il periodo per un esame di coscienza: come è andato l'anno? Come è andata la mia esperienza? È quello che fa la natura: se gli alberi mantenessero le foglie che sono servite nell'arco dell'estate per fiorire e maturare, non ci sarebbe la fioritura nella prossima primavera, non liberandosi finirebbe per morire. È quello che psicologicamente e spiritualmente capita in parte a noi. Tutte le volte che accumuliamo e non liberiamo … moriamo!, perché somatizziamo, ci ammaliamo, siamo in conflitto, siamo con lo stress, non va bene. Molte volte il corpo riesce ad essere abbastanza sano, ma siamo malati emotivamente: emotivamente schizziamo, mentalmente non siamo lucidi, mentalmente non capiamo. È la cosa peggiore perché è credersi sani e quindi pensare che la propria azione sia normale quando non lo è. Ed ecco allora il momento del "chi come Dio", cioè il periodo in cui si prendono in considerazione quei


momenti della nostra vita in cui abbiamo accumulato l'errore, accumulato il male ed è il momento della liberazione. L'errore non è non vita, l'errore è una vita che ha trovato modo di manifestarsi in maniera non perfetta. Saggio cosa vuol dire? Che se tu estrai dal tuo errore il principio vero di vita, assimili dentro di te la capacità di non commettere l'errore domani. Se tu non estrai dal tuo errore questo principio di saggezza, domani commetterai esattamente lo stesso errore. E non è questo che ci manca? Ed è in effetti una delle feste meno celebrate. Quello che nella Natura succede in Autunno - la natura che si spoglia – che a livello emotivo, a livello mentale è la liberazione dalle conseguenze delle azioni vissute, avviene solamente se noi facciamo dei gesti specifici in questa direzione. E quindi sono gesti di perdono, gesti di comprensione, gesti di rielaborazione, momenti di presa di coscienza di noi stessi. Ecco allora, altra tradizione che però è molto rara trovarla in giro, dei fuochi di S. Michele. Dove il fuoco di S. Michele, acceso la notte del 29, è il fuoco dove fondamentalmente si usa questo elemento fuoco, che è l'elemento Spirito, per trasformare gli elementi da cui ognuno di noi si vuole liberare. Ecco allora il senso del gesto: è il fuoco del perdono quando è acceso come fuoco di S. Michele, cioè è il fuoco di trasformazione di chi si rende conto di ciò che è successo nella sua vita e fa qualcosa per esserne liberato. Dove il fare qualcosa vuol dire: guardarsi dentro e perdonarsi, guardare fuori e perdonare, fare il gesto che ci permette di ottenere il perdono dell'altro, se è necessario ottenere il perdono dell'altro … Dove perdono è semplicemente "PER DONO ", qualcosa che gratuitamente si dà, si offre all'altro. Per natura, quando uno ti offende, per natura è "dente per dente", è la vendetta, è la rivalsa. Il perdono è capire il senso di quanto la tua vita può essere molto più bella, molto più leggera se riesci ad offrire all'altro la comprensione, quando è successo che l'altro abbia fatto qualcosa contro la tua vita. Che poi diventa una cosa reciproca.

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Cologne (BS), 12/01/1997

GUARIGIONE: il peccato dell’origine. Faccio una domanda un po’ diretta: “Quanti di voi sono stati battezzati, per scelta o per non scelta?” Vi è servito a qualcosa? Non si sa! Stasera ne parliamo. Sottolineo questo perché non è importante se tu pratichi o non pratichi la religione, importante è sapere che noi viviamo in una cultura dove si nasce già con questo presupposto culturale: che si nasce sbagliati! E quindi una delle prime preoccupazioni dei genitori è battezzarti. La domanda è: “Che cos’è questa cerimonia così diffusa?” Un esempio: avere il battesimo è come avere a disposizione una macchina. Ora fra chi ha la machina e non la usa perché non la sa usare e chi non ha la macchina e quindi non la usa perché non ce l’ha, il risultato finale è uguale comunque: che tutti vanno a piedi. … ed è collegato col Peccato di Origine, si dice. A cosa potrebbe servire una cerimonia tipo battesimo? Cosa può esserci dietro a tutto questo … dal punto di vista psicologico? Questo tema fa da ponte di passaggio con la guarigione sui 3 livelli della nostra struttura. Quello che diremo stasera si nasconde dietro il concetto di “Peccato di Origine”. Guarire questo “peccato di origine” è proprio una mentalità con la quale siamo chiamati a vedere le cose. L’importanza del tema di questa sera tocca proprio la mentalità con cui noi guardiamo la realtà, dove noi collochiamo la malattia, il dolore e quindi collochiamo l’esigenza, il bisogno, il desiderio di guarire. Perché la mentalità? Io ricordo quando ho frequentato psicologia in Spagna, uno dei professori che insegnava Psicopatologia, faceva una riflessione molto interessante, diceva: “Quando noi andiamo a scartabellare le cartelle cliniche dei pazienti che arrivano in ospedale, noi vediamo che la malattia, quindi il dolore, quindi la sofferenza, in genere si manifestano, nell’individuo, su un terreno che in è quello che S. Paolo dice che sono i vizi del comportamento umano. Perché se noi andiamo ad approfondire un po’ lo sguardo di coloro che dicono di essere malati, troviamo spesso che nella loro vita ci sono gelosie, ci sono invidie, cioè ci sono tutta quella sequenza di comportamenti che poi dal punto di vista religioso vengono definiti vizi, cioè viene definito il comportamento eticamente sbagliato, cioè l’errore morale non adeguato.” Secondo la religione, il comportamento è errato quando non ti aiuta ad attuare nella tua vita quelli che sono definiti i veri valori della vita. Ed è qui il discorso: quali sono i veri comportamenti definibili sbagliati, perché quando li compi una delle conseguenze potrebbe anche essere trovarti malato? Quindi l’elemento che ci può fare ammalare, che ci può far soffrire nella vita è o qualcosa che concretamente è definibile


sbagliato, o qualcosa che in se stesso potrebbe essere giusto, ma che tu per qualche ragione consideri sbagliato. Questo per il discorso che dovrebbe essere scontato, che la mente umana diventa il filtro fondamentale mediante il quale ognuno di voi valuta la realtà. E la realtà finisce con l’agire dentro di noi non secondo il suo valore vero, ma secondo il valore che tu gli dai. Ecco allora che qui si inserisce il discorso importantissimo di questa sera. Cos’è il Peccato di Origine? Ci è stato trasmesso che è il peccato che uno si ritrova dentro da correggere per il semplice fatto di essere nato. E qui sarà il primo equivoco su cui dovremo fermarci. C’è nessuno che si è fatto la domanda nella propria vita per dire: “ Ma che peccato posso aver fatto per il fatto di essere nato?” L’equivoco è nell’aver usato il termine peccato che è improprio. In realtà nella ritualità di Pasqua quel peccato viene definito “FELICE PECCATO”, apparentemente in contraddizione con come noi lo stiamo vivendo. Perché lì si dice: “Meno male che è accaduto.” Abbiamo sottolineato due cose importanti: (1) la capacità di fare domande, (2) ma può essere importante cogliere anche se dentro di te c’è la capacità dell’ascolto, quando si fa la domanda. La capacità di autentico ascolto è il momento in cui tu crei nella tua mente lo spazio perché la risposta possa essere percepita. Siamo dentro il tema … ti hanno educato che nasci sbagliato ed ecco il rituale del battesimo con cui si corre a metterti a posto. Poi magari nessuno e neanche tu da solo hai capito cosa vuol dire mettersi a posto, spesso l’educazione religiosa, ti ha insegnato che sei quello che non deve fare troppe domande. Poi giustamente qualcuno dice “Si ma la coscienza del nostro valore … potrebbe diventare orgoglio” … certo! Tutto può diventare nero! Ed è il discorso importantissimo da precisare. Prima di essere religiosi bisogna essere psicologicamente a posto, per essere veri religiosi, nel senso di forti, potenti, capaci di mantenere l’equilibrio, capaci di sentirsi grandi senza essere orgogliosi: questo è l’equilibrio. Quando si parla di peccato originale, di cosa si parla in realtà? Prendiamo il testo biblico. Quanti di voi sono stati educati nel concetto che dal punto di vista religioso non bisogna farsi molte domande ma bisogna soprattutto tacere, accettare e obbedire. Vediamo il testo … sono i primi due capitoli. Avete presente che nella Bibbia la creazione dell'uomo viene raccontata in due maniere diverse, apparentemente opposte? Notizia del Corriere della Sera, l’altro ieri mi sembra, inchiesta fatta ai sacerdoti anglicani in Inghilterra: 1 su 3 non conosce i 10 comandamenti a memoria. Che tu pratichi o non pratichi il problema rimane per ambedue. Se pratichi: hai conoscenza di ciò che pratichi? Se non pratichi; hai coscienza di ciò che non pratichi. Cioè, lo sostituisci con qualcosa d’altro, che riempia il vuoto?


1° Cap. della Bibbia ci parla della creazione classica del mondo, che tutti conosciamo; dove DIO crea la luce, poi crea l’acqua, la terra, divide l’acqua dalla terra ecc., poi crea la vegetazione, poi crea gli animali; alla fine crea l’uomo … 6° giorno (Genesi 1,26) … facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo … Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse … Siate fecondi e moltiplicatevi, … ecc. e poi il capitolo conclude … “e questa è la creazione.” Cap. 2, dopo la breve introduzione di altro tipo, dice: (Genesi 2,4) Quando il signore Dio fece la terra ed il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata … allora il signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato. Il signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. … l’albero della vita … l’albero della conoscenza del bene e del male, abbiamo due alberi qua. A quale allunga la mano Eva dopo? Quello della conoscenza del bene e del male. Poi parla di un fiume che si divide in 4 fiumi … vi ricorderei i 4 ELEMENTI, dopodiché (Genesi 2,15) Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti. Poi il signore Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nome a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo, a tutte le bestie selvatiche, ma l’uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole … crea Eva e gliela presenta e a quel punto l’uomo riconosce un qualcuno simile a lui. Dove é la verità? Due capitoli ed è già il problema. Dopo questo incomincia a nascere il problema del peccato originale. Ma questo perché la Bibbia è un insieme di tradizioni varie combinate da tradizioni diverse. Sono due maniere diverse di descrivere una situazione … andiamo avanti in ordine. Si presenta Eva (Genesi 2,23) Allora l’uomo disse: “Questa volta essa è carne della mia carne, è osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta.” A questo punto di chiude il Cap. 2. Il Cap. 3:


Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio: Egli disse alla donna:: “È vero che Dio ha detto: «Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?» Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete.» Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male.» Allora la donna vide che l’albero era buona da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi i tutti e due e si accorsero di essere nudi; allacciarono foglie di fico e ne fecero cinture. Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. Notate che poi loro si nascondo al punto che Lui non li vede … quindi che Padreterno è che vede tutto? Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: “Dove sei?” Rispose: “Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura perché sono nudo, e mi sono nascosto.” Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?” Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato.” È qui che è incominciata l’abitudine di dare la colpa agli altri. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?” Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannato e io ho mangiato.” Prima maledizione al serpente Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna … ecc. Poi la donna, Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze; con dolore partorirai i figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà.” E poi ad Adamo Maledetto sia il suolo per causa tua. Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Col sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto; polvere tu sei e in polvere tornerai!” Prima domanda interessantissima: se non ci fosse stato il peccato originale, la donna non avrebbe sofferto a partorire; l’uomo non avrebbe fatto fatica a coltivare la terra; a quel tempo i serpenti avevano zampe? Quindi, queste maledizioni cosa sono? La maledizione dice semplicemente che quello che per natura tu sei, lo vivrai conflittualmente.


Ma quand’è che si incomincia a rendersi conto di avere l’esigenza al coprirsi? Quando si incomincia a diventare … consapevoli. Primo parallelismo importante Il “peccato originale” è “diventare consapevoli” del bene e del male. Dov’è quindi la maledizione? È che quello che normalmente fai nella vita incomincia ad essere inserito in un sistema, bene/male, ti pone questioni che da quel momento dovrai imparare a far sì che il tuo comportamento sia costruttivo e non distruttivo. Lì incomincia la fatica. Il Peccato Originale è il momento di consapevolezza associabile all’adolescenza. Ma sarebbe buono che non avvenisse l’adolescenza? Se non avvenisse noi non saremmo uomini. Ecco perché nella Pasqua si dirà: “felice colpa”. Noi nella mentalità ancora infantile, spesso pretendiamo una vita senza sofferenza e senza la fatica della crescita ed allora rimpiangiamo quando non si faceva fatica. Se noi riuscissimo a uscire da quella porta stasera considerando che l’essere nati come siamo nati, non è uno sbaglio, non è un peccato … La realizzazione di questo sistema di valori, trasportato nel comportamento quotidiano, simbolicamente viene proposto nei 3 giorni di Pasqua, giorni chiamati Santi nella tradizione, in cui simbolicamente si rappresenta cosa dovrebbe avvenire nella psicologia di ogni individuo che volesse trasformare questo sistema di valori nel sistema di valori operativo, quotidiano, concreto. Là, in quei 3 giorni, avete l’elemento simbolico, rappresentativo e cerimoniale.

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Cologne (BS), 27/02/1997

GUARIGIONE: i problemi dell'amore Il tema di questa è un tema amplio, lo ricolleghiamo specificamente al tema dell’altra volta, ma che ci permette di collocare poi tutta quella che diventerà l’esperienza dell’amore in tutte le sue sfaccettature. La possibilità di direzione del mio amore si manifesta triplice nell’ambito del rapporto di coppia, dove il compagno o la compagna che ho al mio fianco, lo vivo come superiore, come uguale o come inferiore. Se si stabilisse un rapporto che tende a caricare troppo questi ruoli che non sono i ruoli di uguaglianza, il rapporto di coppia, in quanto coppia, può essere un po’ più conflittuale, meno facile. Noi viviamo l’amore, che diventa l’amore con tutte le sue stratificazioni, contemporaneamente nella nostra vita verso l’altro, verso l’orizzonte e verso il basso, contemporaneamente. La maggior parte di noi siamo figli, ma contemporaneamente siamo anche genitori, quindi viviamo contemporaneamente questo doppio rapporto verso un qualcuno che c’è sopra e verso un qualcuno che sta sotto, dove, tenete presente, da colui che sta sopra tendiamo ad attingere; a colui che sta sotto, tendiamo a dare. E una delle caratteristiche fondamentali dell’esperienza dell’amore è proprio questa duplice direzione dell’amore: saper lasciarsi amare e saper amare. Secondo voi quale è la più facile e quale è la meno facile ? i tende a rispondere “nel lasciarsi amare” in realtà noi viviamo nella nostra vita una grande paura di non essere mai amati abbastanza … non ci basta mai. È un po’ come il cibo: c’è un grande parallelismo alimento e amore. Raramente nelle famiglie abbiamo il frigo semivuoto. Quante cene avete fatto con gli amici? Qualche volta vi è capitato che non bastassero le cose che avevate preparato? O è successo invece spesso che ne avanzasse parecchio a cena finita? Valutate! Secondo quello che vi capita di solito avete l’elemento se vivete le cose con equilibrio. Il difficile è amare! Non lasciarsi amare. Prima precisazione. Possiamo passare una vita senza amare, ma non possiamo passare un giorno senza essere amati. Anche se non ci fossero persone che ti amano … ti ama la natura, il sole, l’aria, ti ama DIO, se credi in DIO, cioè ti ama tutto quel sistema di forze che costantemente ti alimenta perché se non ti alimentasse tu moriresti. Quindi nella nostra vita, teoricamente, è sempre fisso il fatto di essere amati; potrebbe essere discutibile nella nostra vita il fatto di amare. Quindi il meno facile è amare. Cerchiamo di collocare questo tema dell’amore. Qualunque metodo stiate sperimentando nella vostra vita, o qualunque libro stiate leggendo, nella vostra vita dovrebbe servire e serve per favorire l’evoluzione, cioè favorire che tu esprima dentro di te qualcosa di più complesso di ciò che hai espresso


fino adesso. Dove nel più complesso c’è il più creativo, il più evoluto, il più perfetto. L’evoluzione della vita sulla Terra parte da un’unità che si è già scissa, e quindi ha già formato due poli: il Polo Positivo e il Polo Negativo. È solamente dalla dinamica di due poli di forza che nasce l’evoluzione. Ecco, dovete tenere presente che qui c’è un punto fondamentale per capire che cos’è l’amore. É tutto lì: il punto iniziale. Nella tradizione ebraica, quando si parla dell’esistenza dell’individuo, dell’essere umano, si parla della creazione di Adamo … e , parlando di “peccato originale” si parlava di ciò che accade quando quest’uomo vive nella sua prima forma di dualità Adamo ed Eva.

Credo di averlo già sottolineato, è molto importante non confondere questo ADAMO con questo Adamo. Questo dualismo che fa scattare il processo evolutivo arriva a far esistere la doppia dualità umana Uomo-Donna che ci riguarda con l’esperienza dell’amore, che poi diventa l’esperienza della coppia e tutte le esperienze collocabili in questo senso. Tenere presente: noi parliamo dell’amore ed è in questi termini che noi dobbiamo capire che la vera guarigione delle problematiche dell’amore è la guarigione della problematica della dualità. Guarire la dualità vuol dire guarire un modo di considerare la realtà. Le vere problematiche concrete collegate all’amore, saranno le problematiche poi o della coppia o del rapporto genitori-figli, che sono le specifiche problematiche di un rapporto a due secondo come si colloca. La gelosia, il potere, la possessività, ecc., sono problematiche della coppia, non problematiche dell’amore. La problematica dell’amore è solo una: è la dualità, è la separazione: sarà quello che cercheremo di spiegare stasera. Nella vita ci dobbiamo prendere la briga di fare la fatica di affrontare i temi teorici, perché è da lì che nasce poi la possibilità di trasformarli nella nostra pratica. Ripeto, noi siamo una totalità: io sono uomo e donna, sono maschile e femminile contemporaneamente, sono un tutto … in me stesso, ma nel mio manifestarmi mi sono dovuto scegliere la direzione: o essere al maschile o essere al femminile. L’amore lo possiamo comprendere solamente alla luce di questo aspetto di noi stessi. Quello che noi diciamo accadere tra Adamo ed Eva, cioè una totalità che si sdoppia in due, si è sdoppiato in due l’ESSERE UMANO. Nel racconto, chi sta dietro questa dualità che fa esistere l’evoluzione, e DIO, è Lui che si sdoppia, che diventa due, che


diventa dualità. È un’energia unitaria che si scinde in due energie e scindendosi in due energie, fa esistere poi quella doppia energia che permette l’evoluzione. Una definizione di DIO? DIO È AMORE ! È la più scontata. Spesso noi diciamo che “facciamo l’amore”; DIO non fa l’amore, DIO è l’amore! E lì c’è una sfumatura interessantissima! È un modo di essere, prima di essere un modo di fare. E quando nel modo di fare non riusciamo ad essere equilibrati è perché non c’è il modo di essere. E allora che cos’è l’amore? L’amore è un cosa semplicissima. È l’energia naturale della vita che cerca di riunire i poli opposti che erano uno e sono stati separati: questo è l’amore. Penso che tutti voi abbiate fatto sufficiente esperienza per capire che basta mettere un uomo ed una donna assieme per creare casino; se non c’è una mediazione creano problemi, creano conflitto … per natura, non per malizia, perché sono diversi … e diciamo che la soluzione a questo conflitto è l’amore, giustamente. L’amore riporterebbe in questo conflitto l’equilibrio. Chi mantiene l’equilibrio prima della fase evolutiva dell’essere umano? Se a livello umano la soluzione è DIO È AMORE, a livello inferiore la soluzione è DIO è la legge: la legge della natura. Quand’è che procreano l’uomo e la donna? Quando vogliono. Quand’è che procreano gli animali o le piante? Quando è il tempo secondo la legge della natura. Ecco l’aggancio con il “peccato originale”: l’evoluzione porta a far esistere due individui che dicono: “Facciamo da soli. Sganciamoci, decidiamo da noi. Siamo consapevoli”. A quel punto la legge è superata e non subisce più la legge, ma la gestisce. È in questa fase dove tu sei superiore alla legge, alla norma ed alla natura che nasce l’esigenza dell’amore. L’amore dov’è che va inserito, perché è così fondamentale? Quando nella natura chi domina è la legge, l’ordine viene mantenuto. Nel momento in cui si diventa consapevoli e questa polarità, positivo-negativo, diventa rappresentata attraverso dualità autonome … a quel punto posso, nella mia dualità e nella mia libertà, manifestare attraverso me l’equilibrio o il conflitto con la natura, posso fare esistere come conseguenza il benessere o il malessere. Dolore è, nella sua quantità e intensità, l’espressione della mancanza d’amore. L’amore nasce come esigenza fondamentale, è la legge che mantiene l’equilibrio delle cose. Cos’è l’amore? La domanda implicitamente viene posta a Gesù Cristo 2000 anni fa. Faccio riferimento a Luca 10,25. Gli fanno la domanda di quale è il più grande comandamento, il più grande valore e la risposta è: “Ama”. “Chi devo amare?” “Ama DIO e ama il prossimo.” La risposta è secca, definita. “Ma chi è il mio prossimo?” Vi ricordate come risponde? Luca, Cap. 10,29 - La Parabola del Samaritano. Ve la racconto in sintesi: erano due popoli (nota: ebrei e samaritani) che si odiavano radicalmente. Uno viaggia … i ladri lo prendono, lo derubano, lo picchiano e lo lasciano lì


mezzo morto. Passa un sacerdote, guarda, e tira avanti; passa uno scriba guarda e tira avanti; passa il Samaritano, che quindi fa parte dello straniero, disprezzato, guarda, si ferma, lo cura, lo aiuta, lo carica sulla sua cavalcatura, lo porta in un albergo e dice a quello della locanda: “Curalo e quando torno pago io le spese.” E se ne va. È la risposta pratica alla domanda: cos’è l’amore? È la risposta pratica alla domanda teorica. L’amore è quella forza che ti permette di sentirti in sintonia e in equilibrio con le persone che ti circondano, che oggettivamente senti più estranee. Perché l’amore è la forza che tende a riportare l’unità. Puntualizzo, nell’esperienza dell’amore abbiamo:

Prima fase

amore = EGOISMO

Seconda fase

Amore

Terza fase

AMORE

Sono tre fasi: (amore) questo è puro EGOISMO. Qui uso gli altri per me; (Amore) questo è l’amore per le persone che ci interessano; (AMORE) qui è l’amore aperto. Ultimo dettaglio evangelico. S. Matteo (5,46) “se saluti il parente e l’amico, che merito hai? Lo fanno tutti il salutare il parente e l’amico! Vuoi avere un valore particolare, vero? Saluta il nemico, saluta quello che non ti saluta, saluta quello che non ti guarda.” DD GiBi

l’amare è una conquista? SÌ ! L’amore è una grande conquista e anche piuttosto difficilotta.

Comunque il discorso continua la prossima volta, allora si concretizza, perché diventa allora quello che accade quando mettiamo il concetto di amore come forza fra te ed un’altra persona, fra due.

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Cologne (BS), 18/03/1997

GUARIGIONE: i problemi della coppia e della sessualità Il tema di questa sera riguarda la guarigione collocata nell’ambito dell’esperienza della coppia, quindi dicevamo già l’altra volta …che l’esperienza dell’amore è una forza che ci obbliga ad andare, attraverso la nostra esperienza, a cercare l’unità: è come la forza da cui non possiamo essere liberi e che ci spinge alla ricerca di ciò che ci manca. L’unità: ritrovare l’unità. Quando qualcuno dice: “Va bene, poi nella vita pratica cosa faccio?”, ecco allora che il tema diventa subito concretizzato. Noi abbiamo due spazi privilegiati dove l’amore ci si pone come problema: lo spazio della famiglia di origine, persone collocate lì, potremmo dire per dovere. Pensate alla vostra esperienza: andate più d’accordo con i fratelli che avete o con qualche amico che è nato da qualche altra parte? Se avete qualche cosa della vostra vita da raccontare, da farvi consolare, lo fate preferibilmente con un fratello o una sorella o con qualche amico che avete incontrato nella vita? Secondo la logica, diremmo naturale, non dovrebbe essere così, dovrebbe essere il contrario. R. Bach giustamente dice: “Di rado gli appartenenti ad una famiglia crescono sotto lo stesso tetto.” Cosa presuppone tutto questo parlando di coppia e parlando di affetto? Che contemporaneamente a noi stanno nascendo altre persone con le quali tu hai un’affinità molto migliore che non quella che hai con le persone che nascono nello stesso ambiente. Quando parliamo di amore, di affetto, abbiamo le persone che la vita ti dà, come dire: queste le devi amare. E uso un termine interessante, un verbo: DEVI. Sono lì come un chiodo nella tua vita, perché tu potrai fare quello che ti pare, ma non potrai cancellarle dalla tua memoria, potrai non vederle più, ma la vita te li ha inchiodati lì come punto di riferimento. Ci sarebbero già due elementi estremamente interessanti da affrontare: il primo rimandiamolo in parte a quando parleremo di genitori-figli. Detto fra noi è come se tra fratelli ci trovassimo a convivere insieme senza possibilità di separazione, mentre invece nell’altro ambito ti lasciamo un po' più di spazio per dire: “Va bene lo faccio dopo, lo faccio la prossima volta.” Comunque lasciamo il tema da parte, lo riprendiamo la prossima volta. Stasera, parlando di coppia, parliamo di questa dualità di incontro fra persone che incontrandosi si innamorano e quindi nasce quello che può essere il rapporto di coppia. Notate che è molto interessante che nel rapporto di coppia si dice il “far l’amore”. L’amore futuro è qualcosa che è … non si fa. É qualcosa che c’è, se c’è, ed è … non si fa. Noi, in quanto ad amore come rapporto di coppia, sembriamo dei burattini, sembriamo che ci siano delle forza che ad un certo punto prendono due e li mettono assieme.


Perché il rapporto di coppia diventa quindi, parlando dell’amore, la prima esperienza essenziale? Perché l’amore ci mette automaticamente in comunicazione con gli altri, nel senso generico. Parlare di sessualità, si parla del rapporto d’amore, si parla di quella forza mediante la quale un individuo è attratto verso l’altro. Dove, quando parliamo di sessualità, parliamo di questa attrazione fisica e questo non è corretto. Nel senso che la sessualità è l’attrazione degli opposti che attira un uomo verso una donna e reciprocamente. L’attrazione fisica è solamente una fase che dovrebbe completarsi con altre fasi: il completamento fisico dovrebbe poi essere seguito da quello emotivo che dovrebbe poi essere seguito da quello mentale e ne parleremo poi. Chi è in fase di coppia dovrebbe puntare su un matrimonio su tre livelli. Noi in genere il livello fondamentale su cui si punta è quello dell’attrazione fisica che ti prende di più quando sei giovane; ma se non avviene poi il matrimonio sul livello emotivo e sul livello mentale, sono guai! Sono tre i livelli di completamento. Noi ci potremmo fare una domanda: “Ma perché ci si incontra a livello di coppia?” E la domanda potrebbe già aver avuto risposta l’altra volta! Perché incontrarsi obbedisce a questa tendenza di ritrovarsi per ricostituire l’unità. Bella risposta molto teorica. La domanda più concreta: “Perché fra tutte le persone che io incontro vengo attratto da quella persona invece che da quell’altra?” A livello evolutivo noi abbiamo un momento di chiusura su noi stessi; un momento di apertura che incomincia ad aprirsi verso coloro che sono uguali a noi; nel rapporto di coppia diventa rapporto con l’altro, si apre al diverso da noi, è la fase di attrazione verso l’altro diverso da te, ma non necessariamente soddisfatto facilmente da una persona: ed è il tipico stato di poligamia. È un dato di fatto che a livello iniziale ad un uomo una donna non basta e alla donna un uomo non basta. Siccome ognuno di noi è una sfaccettatura di una realtà molto varia, ognuno di noi non potrà mai rappresentare la controparte dell’unità che ognuno di noi cerca. La prima fase è la POLIGAMICA; la seconda fase è la MONOGAMICA; con la terza fase si passa al PRESCINDERE DA, non mi serve più nessuno all’esterno, basto da solo. Prima Fase: attualmente abbiamo ancora culture che socialmente parlando riconoscono la poligamia. Può essere molto interessante come culture che hanno costruito testi sacri, per es. nella Bibbia, è ammessa non solo la prostituzione, ma l’individuo che aveva non solo mogli ma anche concubine. Noi ci siamo costituiti con una cultura che dice di essere monogamica, ma i dati di fatto? Siamo monogami noi? Pigliamo tutte le persone che sono sposate, quanti sono quelli che hanno qualche tipo di fessura di scappatoia … sono parecchi. Qualcuno potrebbe dire: “Io non ho mai tradito . quanti di questi non hanno mai tradito perché sono da considerare repressi! É ben diverso! Quelli che fisicamente non hanno mai fatto niente vorrei entrare nelle loro fantasie, vorrei entrare nei loro sogni. La cosa peggiore nella vita è vivere nelle illusioni, poi nella realtà ci neghiamo, attraverso queste illusioni, di vedere la realtà.


Per terminare, uno dice: “Una cosa è la fantasia e una cosa è farlo fisicamente.” Il testo evangelico dice che non c’è nessuna differenza. Parentesi Ci sarà pure una ragione perché il 90% delle barzellette sono a sfondo sessuale! La ragione è psicologica anche quella. Noi le barzellette le costruiamo sulle realtà sul cui non abbiamo capacità di attuazione di controllo. Quello che noi stiamo vivendo è un momento in cui ti viene detto che l’interessante sarebbe essere monogami, ma in realtà, di base, ci viviamo la nostra insufficienza da questo punto di vista, quindi siamo fondamentalmente poligami. Torniamo alla domanda di prima: “Perché mi attrae quella persona e non altre?” Ecco la domanda che ci facevamo. Semplicemente perché le persone all’esterno mi attraggono sulla base degli schemi interni con cui io funziono, sulla base della Legge di Affinità. È sulla base di questa legge che io mi ritrovo ad innamorarmi di una persona piuttosto che di un altra. La persona che attiriamo è la persona che ci fa da specchio. Dentro di me ho delle immagini femminili che sono la riproduzione affettivamente importanti, femminili, della mia infanzia. Uno degli elementi importanti da capire è che noi nel rapporto di coppia andremo istintivamente ad essere attratti da persone in sintonia con queste immagini interiorizzate. Quindi l’attrazione è una proiezione all’esterno di qualcosa che abbiamo bisogno dentro. Ora, io uomo, per trovare l’unità debbo rapportarmi con la donna. La prima donna che io ho bisogno di reintegrare dentro di me, quale è? La donna che ho già sperimentato! E chi è? É mia madre. Quindi nella donna esterna che mi serve andrò a cercare il corrispettivo che mi proietta all’esterno quell’immagine o quella pluralità di immagini. Poi chiaramente, nella misura in cui mi evolvo, mi aprirò ad altre possibilità. Questo ci dice che noi non abbiamo la libertà di essere attratti indifferentemente da chiunque. Qui nascono le grosse problematiche della coppia e i grossi vantaggi della coppia. Elemento importante. Avete avuto un vostro momento in cui avete difficoltà a trovare un rapporto di coppia? Casi più frequenti sapete quali sono? Non riesci a trovare la persona con cui rapportarti perché il tuo stato interno è già occupato da qualcuno. Già il rapporto di coppia è impegnativo, già il rapporto di coppia è qualcosa che crea situazione di difficoltà per sintonizzarsi: importante … il lavoro di pulizia, di liberazione da tutti gli elementi che in passato possono essere quelli che ti hanno occupato. Nel rapporto di coppia si evidenza l’esigenza sessuale, l’esigenza dell’integrazione che trova il suo primo punto di forza di attrazione e di vissuto attraverso la sessualità. Quindi è una energia che ha bisogno da parte tua di una soluzione, di trovare una direzione. Cosa vuol dire? Devi saperla canalizzare, non ti permette assolutamente di vivere come se non esistesse, come la fame. Potrai definire come vuoi mangiare, cosa vuoi mangiare, se mangiare tanto o mangiare poco, ma devi dare una risposta a questo bisogno.


Altro elemento. La sessualità è quella che ti fa sentire costantemente insufficiente, cioè che tu non basti a te stesso, che tu non sei autonomo, che tu non puoi fare da solo. Per creare l’unità hai bisogno dell’altra persona. Secondo voi qual è la soluzione dell’impulso sessuale, che tutti abbiamo? RR facendo l’amore GiBi Tenete presente che la sessualità non è una questione solamente fisica, ma è Fisica, Emotiva e Mentale:

e noi siamo sessualmente determinati su tre livelli. Dal punto di vista fisico la donna è negativa e l’uomo è positivo. Ma la cosa va avanti a livello emotivo e a livello mentale. Quindi quando si dice “soddisfazione dell’impulso sessuale”, non vuol dire soddisfazione solo a livello fisico; la soddisfazione è sui tre livelli dove bisogna trovare l’integrazione. É lì il punto critico della soddisfazione, uno dei problemi del rapporto di coppia. Ripeto allora la domanda: “Com’è che si soddisfa l’impulso sessuale?” Trovando l’intesa ai tre livelli! Si soddisfa fondamentalmente attraverso la creatività. Cosa vuol dire? Una non corretta informazione su questo livello ha portato, a livello culturale, a idee di questo tipo: “Si fa l’amore solo per procreare.” In realtà, la chiesa come struttura non ha detto che “da quando la donna entra in menopausa, proibito far l’amore! Le donne sterili, proibito far l’amore!” Da dove nasce: “La sessualità deve essere finalizzata al procreare.” Significa che con l’uso che tu fai di questa energia devi creare vita. E vita non vuol dire solo creare bambini. Questo vi spiega perché tutto ciò che è sessuale è stato associato simbolicamente spesso ad un serpente. Il serpente rappresenta l’energia creativa dell’essere umano. Non per niente il serpente lo troverete, come immagine, attorcigliato su se stesso, collocato sulla base della colonna vertebrale, primo chakra … Gundalini, chakra di tutte le espressioni creative dell’essere umano e quindi l’evoluzione ci dice che si tratta semplicemente di risvegliare questo serpente, questa energia; attraverso la colonna portarla su attraverso i vari chakra fino a quando riesce a … fiorire, sopra la testa, che è quel chakra rappresentato sulla testa di Buddha con quel fiore che è questa energia che è stata portata verso l’alto.


É l’energia creativa che quando agisce nel basso agisce come una sessualità che può diventare la sessualità genitale, semplicemente di attrazione fisica, di mettere al mondo bambini, ecc., ma poi, poco a poco, può sollevarsi ad altri livelli fino a diventare l’energia che trascende la necessità di rapportarsi con l’altro e si manifesta in maniera diversa. Ma è l’energia creativa, quindi ha bisogno di creare vita; questa é la soluzione. L’energia sessuale si soddisfa con la creatività. Nel rapporto di coppia una vera unione a due è quando al rapporto fisico si unisce il rapporto emotivo e il rapporto mentale. Sentono in modo opposto l’uomo e la donna: l’uomo è forte a livello fisico quindi ha esigenze specifiche; la donna è forte a livello emotivo e quindi lei è molto soddisfatta anche dal rapporto fisico, ma lo sente buono e soddisfacente quando è completato dal rapporto emotivo. E quanti conflitti ci sono perché l’uomo si soddisfa, ma la donna no. Perché sono tre i livelli. Solamente questi elementi ci possono sottolineare quante problematiche ci sono dal punto di vista della coppia, prima di approdare a quello che è il grosso problema della coppia che è che tu attraverso l’altro stai cercando di incontrare te stesso. Le difficoltà che nascono nel rapporto di coppia sono semplicemente le difficoltà che io ho a rapportarmi con le parti di me nascoste, perché tu mi rappresenti la parte di me femminile che per me non è evidente e soprattutto legate alle mie parti femminili che hanno bisogno di essere amate, accolte, trasformate e integrate. R. Bach lo dice bene in ILLUSIONI: (pag. 110) “Ogni persona, tutti gli eventi della tua vita sono lì perché tu li hai attratti lì.” ; (pag. 59) “Tu cerchi problemi perché hai bisogno dei loro doni.”, perché “Non esiste nulla che sia un problema senza un dono per te nelle mani. Quello che tu decidi di fare con essi dipende da te.” Hai attratto lì questa donna, perché avevi bisogno del dono che quella donna ti poteva dare. Decidi tu adesso cosa ne vuoi fare. Quindi primo aspetto: la donna mi rappresenta. Secondo passo importante. Proprio perché la donna che ho di fronte mi crea problemi, nella mia misura in cui riesco ad accettarla ed amarla, starò amando ed integrando quella parte di me che è nascosta. Quindi prima ancora di fare un favore ad una donna che ho al fianco, sto facendo un grosso favore a me perché mi sto reintegrando, mi sto guarendo. A parole è molto facile. Terzo elemento importante da portare avanti. Non è facile sopportare, non è facile integrarsi, non è facile perdonare, non è facile comprendere una situazione concretizzata all’esterno che ti propone costantemente, e a volte violentemente, situazioni di conflitto. Giustamente nella vita che cos’è che diciamo: “Perché l’altro non cambia?! Perché io posso lamentarmi di mia moglie, ma sicuramente mia moglie si lamenterà di me! Perché l’altro non cambia? O perché l’altro fa così fatica a cambiare? RR per farci dispetto! GiBi questa è la ragione che spesso ci diamo.


Se io cambio il mio dubbio è: “Mi vorranno ancora bene?” Perché è teorico dire: “Se io cambio sono migliore e mi vorranno più bene di prima”. Perché il paziente dal terapeuta accetta di cambiare? Perché sta vedendo che se lui cambia il terapeuta continua ad accettarlo, anzi, è un successo se tu cambi. Spostate questo discorso nella coppia. I due si sposano, sposandosi si guardano, guardandosi si evidenziano, evidenziandosi, ognuno vede la parte oscura di sé, a quel punto bisogna cambiare, a quel punto scatta la paura: “Se cambio, continuerà a volermi bene?” Il senso dell’amore è questo: ci si innamora non per godersi, ma ci si innamora per darsi la possibilità di realizzare dei cambiamenti che permetteranno poi eventualmente di star bene. Ma prima ci vuole che ci si voglia bene così com’è. Perché? Il senso dell’amore è questo. Io incontrandoti e amandoti ho bisogno di vedermi e di cambiarmi. Come farò a cambiare? Cambierò solamente se troverò in te quell’amore totale che mi permetta di fidarmi e di essere sicuro che, se anche cambio, tu continuerai ad accettarmi. La certezza che tu continuerai a volergli bene gliela dimostrerai se tu incomincerai ad accettarlo adesso come è. Se vuoi che l’altro cambi o speri che l’altro cambi, gli devi dare lo spazio affettivo di sicurezza che gli permetta di sentirsi sicuro nel suo cambiamento. In caso contrario si chiude, perché tu più lo critichi, più lui non cambia e più tu ti lamenti … la conclusione sapete qual è: che arriva la morte e ci dà una regolata! Il nucleo del problema da un rapporto a due diventa un rapporto aperto a più persone senza coinvolgimento di tipo strettamente sessuale. A quel punto, che si va allargando in quello che può essere un discorso più ampio di rapporti che presentano poi questa fase evolutiva che porta verso il concetto di unità. È già mezzanotte!

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Cologne (BS), 27/05/1997

GUARIGIONE: figli e genitori Il tema di questa sera: Genitori e Figli. DD i figli sono sempre lo specchio dei genitori? GiBi potremmo dire già di presupposto: si. Adesso lo vediamo. Il problema che comunque è dal risolvere nel rapporto genitori-figli, anche nelle famiglie più stupende è il problema generazionale, il problema di personalità: la mentalità del genitore non è mai adeguata per quelle che sono le necessità del figlio, anche se il genitore, ipoteticamente, è perfetto. Ecco quindi interessante già distinguere fra i conflitti per le ragioni più svariate e quello che è proprio il conflitto fra genitori e figli e che si crea semplicemente per essere genitori e figli. Perché lì automaticamente si crea una situazione che ha bisogno di essere affrontata e vissuta positivamente. Perché se il genitore vuole realizzare se stesso, se il figlio vuole realizzare se stesso, ci vorrà comunque una capacità, da ambo le parti, di creare un certo tipo di separazione, un certo tipo di distacco. C’è un testo che poi io commenterò che parte proprio da un punto di vista molto interessante quando dice: “I genitori non hanno il diritto di conservare per sé i propri figli, affogandoli nelle attenzioni e nell’amore.” La prima frase dice subito che anche quando le cose vanno bene, dietro la maschera dell’affetto, della comodità della convivenza insieme, in realtà si sta rinunciando ad affermare il meglio di se stessi. L’importanza del rapporto genitori-figli è data dal ritrovarsi nella propria vita a dover gestire il doppio ruolo contemporaneamente. di figli e di genitori. Aldilà di questo, importante è che sia una situazione nella vita che tu non scegli, è il problema che tu ti ritrovi per il fatto di nascere, quindi è una cosa che è lì, fondamentale. Il rapporto genitori-figli ha meritato un comandamento che viene subito dopo i comandamenti che riguardano DIO. È il rapporto che si colloca nella nostra vita come elemento filtro, elemento limite fra noi e ciò che è al di sopra di noi, il soprannaturale o il Padreterno, in quel culmine c’è tuo padre e tua madre: è la parte più alta, è il vertice della tua piramide umana. Praticamente vivrai la tua esperienza religiosa sulla base degli schemi di come ti sei vissuto nell’infanzia il rapporto con tuo padre e tua madre. L’importante del tema è che è un tema che ti si pone per natura, perché sei nato come essere umano e come tale, per nascere, hai un padre e hai una madre. José Silva in una conferenza citava quali sono gli elementi di maggior rischio di stress esistenziale per somatizzare malattie e per crearsi delle situazioni problematiche.


Cerchiamo di impostare molto brevemente dove andrebbe collocato questo tipo di discorso. É un discorso che non è prettamente psicologico, cioè non ci stiamo facendo la domanda: “Quali sono i problemi effettivi con i nostri figli o con i nostri genitori.”, la problematica genitori-figli si colloca sull’idea fondamentale del progetto di vita. Credo che ci siano poche situazioni che siano così complesse per tutti i coinvolgimenti che ci sono di responsabilità, di sensi di colpa, di legami che sopravvivono anche alla morte. Il tutto va impostato nel concetto del progetto di vita. Cosa vuol dire? Si nasce con un progetto, la mia vita ha un qualcosa che io sono destinato ad attuare e la mia vita avrà senso solamente se realizzerò questa cosa. Quindi, se la tua vita ha un progetto, di riflesso la vita, la Natura che ti fa esistere, ti deve dare gli strumenti per realizzare questo progetto. Tutti ci domandiamo: “Qual è un progetto di vita che può giustificare l’esistenza di un essere umano? Perché sono nato?”. Prima di poter dire il perché effettivo, noi potremmo più facilmente dire: per tutti gli esseri umani, che tipo di finalità ha la vita che la possa giustificare? Il fine della vita è l’apprendimento, è imparare. Apprendere, vuol dire arrivare a possedere … energie, capacità, che ti permettano di esprimerti nella tua vita secondo i significati della vita stessa. Il significato fondamentale della nostra vita noi lo sintetizziamo con il concetto di amore. L’Amore è quella forza mediante la quale io, come destino di vita, sono spinto, portato inevitabilmente a quel tipo di apprendimento che faccia sì che io sappia esistere come individualità in perfetta sintonia con tutti voi, dove le mie esigenze non siano in collisione con le vostre, ma dove nell’insieme io possa essere perfetto, realizzato con me stesso e ognuno di voi perfetto e realizzato in se stesso. Come in un corpo, la finalità è che chi vive in quel corpo dica: “Io sto bene.”, per dire che sta bene, cosa ci deve essere? Perfetto amore e sintonia fra tutti gli organi del mio corpo. Quindi, prima di tutto, la vita relativizza la finalità del benessere egoistico personale, dove la finalità è quello del benessere di tutti, perché se non stiamo bene tutti, non sta bene nessuno, effettivamente. Se nel corpo un organo non sta bene, sta male la persona intera. Quindi il progetto è l’apprendimento. L’apprendimento significa diventare coscienti del valore delle cose al punto tale da farmi riuscire a ad agire nella mia vita secondo i veri grandi valori della vita stessa, che è l’amore. Tuo padre e tua madre fanno parte di quegli strumenti essenziali di cui tu hai bisogno per realizzare il tuo progetto. Quindi il genitore, che poi diventa la famiglia, poi diventa l’ambiente in cui si nasce, ecc., sono strumenti di fronte ai quali quando io nasco non ho capacità di scelta. Si vive la vita come obbligato ad essere figlio di quel genitore, non abbiamo possibilità di scelta. Se noi continueremo a considerare padre e madre - poi voi ribaltatelo nel discorso, quando voi siete genitori - un qualcuno che è presente nella nostra vita e che noi sentiamo presente quasi contro la nostra volontà, noi non saremo mai nella prospettiva di poter realizzare tranquillamente e serenamente, senza dolore, il nostro progetto di vita, perché saremmo in conflitto con una parte essenziale di noi stessi. I genitori sono una realtà che noi abbiamo scelto


perché sapevamo che erano quelli che ci necessitavano per realizzare quel progetto per cui stavamo per nascere. Noi nasciamo con quel momento di cancellazione di memoria che ci dà l’illusione di essere quelli a cui la vita cade addosso, ma non è così. C’è alla radice una scelta che ti coinvolge; le ragioni per cui determini questa scelta saranno, come progetto di vita, l’apprendimento dell’Amore. Il primo passaggio, è di non avere con le persone che mi circondano dei conflitti. Attenzione, che il non avere conflitti non vuol dire amare! Non avere conflitti è una parte di negazione del negativo. Amare è qualcosa di positivo. L’Amore ha come suo primo passaggio risolvere i conflitti se ci sono; poi si apre la possibilità dell’amore, vero. Ecco allora che una delle ragioni per cui io potrei aver scelto quei genitori sarebbe … “per risolvere i conflitti che ho con queste persone da cui nasco come figlio”. E lì entra il discorso del Karma, come dice qualcuno. I conflitti sono quelle situazioni di disagio, di incomprensione, che esistono fra me e chiunque altro, semplicemente perché abbiamo già vissuto insieme qualcosa che ci ha divisi. Bisogna togliere quegli ostacoli e imparare a superarli diventando capaci di darsi quello che non siamo stati capaci di darci in quell’esperienza passata. É lì la soluzione del conflitto. Ed ecco allora che una delle motivazioni per cui nella nostra vita ci troviamo a nascere sotto lo stesso tetto è che avendo dei problemi irrisolti, si deve nascere insieme per risolvere i conflitti. Noi siamo ben lontani da essere quelli che quando scelgono di nascere hanno la capacità di scegliere … nella libertà., perché siamo obbligati a scegliere là dove abbiamo necessità di risolvere! Ecco perché allora diventa così logico che ci sia una percentuale altissima di persone che non è soddisfatta dei propri genitori: perché abbiamo delle situazioni che pongono di fronte a conflitti. Ecco allora che ci troviamo di fronte ad un presupposto molto interessante: sappiamo che questa collocazione non è una condanna di qualcuno, è semplicemente quello di cui avevamo bisogno per realizzare il nostro fine! Non c’è nessuno nell’Universo che abbia il gusto di farti soffrire perché tu hai commesso un errore nella vita! Nessuno. Coloro che, per ragioni diverse, non avranno un padre e una madre, il genitore mancante verrà sostituito da altri personaggi. Con questi strumenti tu ti ritrovi nel momento della tua vera nascita esistenziale: adolescenza. L’adolescenza è il momento in cui si risveglia la coscienza, ma come capacità di scelta che tu hai nella tua vita, a quel punto, è come dire: sono già state distribuite le carte del gioco, tu adesso puoi imparare solo a giocare bene quelle carte. Non giocherai mai al meglio le tue carte se appena aperte e guardate incominci a definire: “Ma che schifo di carte! Volevo altre carte!”. Ed ecco allora che la prima cosa importante che tu sei chiamato a fare, è celebrare, rispettare, onorare tuo padre e tua madre, … la tua terra, le tue carte. Il testo che io vi ho detto che avrei letto, è un testo che vuole dire ai genitori cosa dovrebbero fare in funzione dei figli. Nella misura in cui io divento cosciente che questa è quello che i genitori non hanno fatto con me, la conclusione è immediata:


“Allora questo è proprio quello che tu sei chiamato ad imparare.” Nella misura in cui tu scopri che quello che ti hanno trasmesso non corrisponde alle tue vere esigenze, quello è che ciò che tu sei nato apposta per impararlo: per quello non te lo hanno trasmesso. Quindi cosa molto interessante, se non sto bene, chiedersi: “Come sto con mio padre e con mia madre?” Possiamo rileggere quindi il testo nella doppia versione da figli in rapporto con i genitori che abbiamo avuto e da genitore in rapporto con i nostri figli.

( Il testo ) GENITORI E FIGLI - EDUCARE ALLA LIBERTÀ I genitori non hanno il diritto di conservare per sé i propri figli, affogandoli nelle attenzioni e nell’amore. Devono concedere la possibilità di costruirsi la propria vita e di realizzare le scelte del proprio Spirito, anche se si rendono conto che le esperienze che loro cercano possono far male. Crescere significa cercare la propria autonomia e separarsi dalla protezione dei genitori per ritagliarsi il proprio spazio e il proprio obiettivo. Vigilare sui figli affinché sentano la presenza dell’affetto, ma senza interferire nella loro vita e concedendo a loro la possibilità di sbagliare. Imparino a comunicare con loro (cioè i genitori imparino a comunicare con i figli) a livello interiore e trasmettano messaggi di amore, messaggi positivi, ma senza interferire nelle decisioni. Educare alla responsabilità, insegnare ai figli il cammino dell’analisi e della ricerca interiore, essere per loro un segno di contraddizione in un mondo che pensa solamente alle conquiste materiali: questo è il loro impegno. Amare i figli non significa chiuderli nella gabbia dorata delle vostre attenzioni e della vostra protezione, ma significa invece insegnare a confrontarsi con la vita con quell’unica ricchezza che è il dono più autentico che può essere offerto a loro: la coscienza che la verità si trova dentro di sé e che è possibile farla fiorire. Qualunque altro tipo di amore è falso, in quanto non è altro che una maschera dietro la quale i genitori nascondono la propria paura di non sapere amare a sufficienza, di non sapere offrire ai figli il meglio di se stessi. E possiamo vedere molto bene il limite e l’equivoco di quel “meglio di se stessi”: ricchezza, protezione, vita tranquilla, aspirazioni borghesi, ecc.. La confusione che regna nei genitori e la loro incapacità a considerare i valori essenziali, si riflette nei figli che crescono con le stesse illusioni e sui quali ricadono le insicurezze e le ansie dei genitori. Educare i figli significa aiutarli a scoprire che la realtà è piena di illusioni, ma noi possediamo la capacità di modificarle (queste illusioni) ed adattarle ai nostri desideri; significa aiutarli a scoprire che la serenità è dentro di noi e possiamo possederla e viverla; significa aiutarli a capire che la nostra vera finalità è realizzare le scelte del nostro Spirito. Questo è ciò che i genitori possono e devono fare con i figli. Il processo dell’educazione ha il suo obiettivo nello sviluppo delle potenzialità dell’individuo.


I genitori educano nel figlio l’Uomo, ossia l’individuo che esiste nel mondo materiale, ma con un fine essenzialmente spirituale (I due elementi che devono riuscire a collocare dentro). Non è facile favorire i veri processi educativi, perché significa prima di tutto essere coscienti delle proprie scelte e responsabilizzarsi fino a saper coinvolgere gli altri nel proprio cammino. EDUCARE, nella sua radice latina (ex ducere), significa “CONDURRE FUORI” e questo è il senso dell’educazione: promuovere nell’individuo una evoluzione umana e spirituale, aiutarlo ad essere autonomo, responsabile, capace di autogestirsi e di partecipare attivamente e criticamente alla vita del suo tempo. Questo è quello che i genitori dovrebbero fare. Questo è quello che i genitori potrebbero non aver fatto in parte con noi, in parte … evitando ogni tipo di giudizio, perché condannare il genitore vuol dire condannare la tua terra, condannare la parte di te. In realtà il genitore ti ha dato quello che ti poteva dare. E partendo da questa accettazione profonda, lì trovare la capacità di cambiare. Per me i genitori sono stati strumenti per quello che mi serviva. Ecco la malattia da guarire! Silva lo riassume molto bene: “Fa in modo che il mondo, quando lo lasci, quando tu te ne vai, sia migliore di come lo hai trovato quando sei arrivato.” Quindi il genitore a me ha trasmesso la sua immagine, attraverso quello che era, che si è combinato con quello che io portavo dentro di me nascendo. Ora tocca a me intervenire su questo e modificare al punto tale da trasmettere a mio figlio qualcosa di diverso. In questa misura allora l’evoluzione avviene; in questa misura realizziamo quel concetto d’amore che ci permette di coesistere e di condividere in maniera diversa. Poi dall’altro punto di vista, quali sono le possibilità di alleggerire il problema? Sicuramente fondamentale, fondamentale, fondamentale … il dialogo, potersi spiegare. Questo cosa presuppone? Per poter dialogare su quello che accade dobbiamo avere le idee chiare di quello che vuoi, su quello che veramente tu consideri giusto e ciò che non lo è. Ipotizzate le domande che vostro figlio potrebbe fare a voi? Chiedetevi se avete una risposta chiara, una risposta in cui voi credete. E allora se non c’è l’idea chiara, una delle finalità della nostra vita … trova la risposta alle domande che sai porti, perché questo diventa fondamentale da trasmettere a tuo figlio. Questo cosa significa? Che tu devi essere capace di trasmettere un’idea chiara a tuo figlio, lasciandogli la libertà di scegliere per cui può anche scegliere il contrario. Ma l’importante che lui, mentre sceglie sbagliato, abbia dentro la vocina che gli risuona: “É giusto tutto il contrario.” Perché questo gli permetterà, sbagliando, di rendersi conto delle conseguenze e di capire cosa poteva scegliere, e di capire molto più facilmente e di aggiustare il tiro molto più facilmente. Questa è l’educazione. Però è chiaro per potergli dare questa spinta educativa, tu hai bisogno di trasmettergli con chiarezza la cosa: e lì per trasmettere la devi sapere; devi essere convinto.

SINTETIZZO.


Per quanto riguarda i nostri genitori, fondamentale per la guarigione è la massima COMPRENSIONE, il massimo RISPETTO e se necessario il PERDONO. Per quanto genitori verso i figli, massima chiarezza, cioè darsi tempo per chiarire a se stessi per quello che consideriamo veramente valore nella vita al punto da saper trasmettere al figlio la chiarezza delle tue idee, con la coscienza che comunque non sei perfetto e non trasmetterai tutto quello che lui avrà bisogno di capire perché gli trasmetterai te stesso e lui comunque dovrà migliorare il sistema che gli trasmetti. Quindi non trasmettere contraddizioni, trasmetti chiarezza. Poi il resto sono problemi suoi. Quindi quello che nella mia infanzia, nella mia vita mi si crea come problema potrebbe proprio essere la modalità con cui mi si evidenzia ciò che sono chiamato ad apprendere.

DOMANDE DD un bambino come può crescere in un certo modo se io la penso in un modo, mio marito la pensa in un altro. Io cerco di dargli un insegnamento; mio marito gliene dà un altro? GiBi lì c’è il problema che nasce nel rapporto genitori. L’importante è che al figlio non si faccia arrivare un eccessivo conflitto fra quelle che sono le modalità di pensiero dei due genitori. Educare il bambino e considerare che i genitori non sono perfetti, il genitore, per es., che col bambino lo prende e accetta e ammette di aver sbagliato in certi casi: “Ho preso una decisione e ho sbagliato!” Tutti sbagliano. Questo è educativo per il bambino. DD com’è che si scopre il progetto di vita ? GiBi una delle chiavi fondamentali per vedere il progetto è vedere le situazioni della tua vita concreta dove tu non riesci a star bene e hai già delle indicazioni di quello che sei chiamato ad apprendere per poi risolvere e star bene. Quali sono queste cose che ti accadono nella vita e che ti creano problemi? … … …

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Cologne (BS), 26/06/1997

GUARIGIONE: la malattia come evoluzione Questa sera sintetizziamo un po' il tema sulla guarigione, soprattutto sulla malattia come esperienza che facilita l’evoluzione per l’essere umano. Durante l’arco di questo anno abbiamo toccato diversi aspetti di guarigione, diverse sfaccettature della nostra realtà dove si manifesta la nostra imperfezione, il nostro limite, che diventano lo spazio di elaborazione di quella esperienza non equilibrata che diventa molte volte malattia o disturbo che se non è fisico può essere psichico, può essere emotivo. Guarire significa riequilibrare, significa farsi domande, significa prendere un’energia e dare a questa energia una forma diversa. L’elemento fondamentale è che non è mai l’elemento puramente esterno da guardare e da considerare per questa guarigione, ma soprattutto è l’elemento interno. Quando abbiamo parlato, per es., del Peccato Originale, guarire il Peccato è guarire uno squilibrio. Non è un Peccato, è una situazione di dualità perché tu Essere Umano diventi consapevole e quindi diventi capace di costruire una tua identità che entra, o può entrare, in conflitto con un principio di identità più profondo, spirituale. Il nostro grande problema da guarire, dove si inserisce il problema malattia, riguarda il fatto che tu devi riuscire a far convivere bene insieme, due Principi: l’Io psicologico umano con il SÉ, potremmo dire lo Psicologico Divino. Il fatto che questi due, come in un tipico matrimonio, convivono ma non c’è perfetta sintonia … c’è tutto lo spazio per il dolore, la sofferenza, la malattia, tutto quello che noi non vorremmo che ci accadesse. La metodologia di guarigione, qualunque essa sia, non è l’intervento sul fenomeno in se stesso che accade … l’intervento importante è riuscire ad andare a modificare le strutture di base che producono il sintomo esterno: sia malattia, sia uno squilibrio di comportamento … Il fenomeno di base dove si inseriscono tutti gli elementi, che poi diventano malattie, problemi, partono da quella dualità di fondo che è la nostra struttura di base. Primo elemento, è che “siamo per natura imperfetti.” Uno dei segreti per poter attuare al meglio qualunque sistema di guarigione, di crescita personale, è riuscire a viversi la propria imperfezione come qualcosa di naturale. Dove naturale non vuol dire essere coloro che si rassegnano. No! Vuol dire semplicemente saper convivere con i propri errori, i propri limiti, le proprie imperfezioni … perché non siamo perfetti. Perseguire i criteri del perfezionismo aumenta per noi e per gli altri, la nostra sofferenza. Dove il perfetto diventa lo sforzo immane per potere evitare l’errore che invece non è evitabile. Sarà evitabile nelle misura in cui attuerai quella maturazione, quell’evoluzione che ti permetterà effettivamente di evitare certi errori.


Diventeremo perfetti più in fretta nella misura in cui sapremo vivere serenamente la nostra imperfezione, i nostri errori. Ogni sera guardandoci, troveremo sempre qualcosa che può essere migliorato. La sintesi che volevamo fare questa sera sul concetto di guarigione, di riequilibrare noi stessi, diventa possibile se teniamo presente la finalità di quello che è sofferenza, dolore, malattia, senza negare quanto ci hai sofferto,come l’hai vissuto …, senza con questo evitare tutto ciò che è possibile per migliorare. Saper cogliere in questa esperienza la finalità evolutiva, dove l’evoluzione vuol dire quel processo di apprendimento che è il fine, l’obiettivo fondamentale della nostra esistenza. Uno potrebbe dire: “Perché si vive? Perché ci capita quello che ci sta capitando?” La finalità è l’apprendimento di quell’equilibrio energetico che si trasforma nella nostra vita come stato di benessere. Lo scopo che noi stiamo perseguendo nel senso più globale, è il benessere fisico, psichico, emotivo, spirituale. Ma lo star bene è il frutto di un apprendimento, cioè frutto di una conquista di coscienza. Il fenomeno malattia è frutto del non vivere secondo la nostra natura: il problema è qua. Dire le cose, a parole, è molto semplice, é attuarle che non é molto semplice. Cosa vuol dire “secondo natura”? Vuol dire vivere rispettando, coscienti, quelli che sono i nostri bisogni, esigenze, obiettivi: le vere finalità della nostra vita. Quando noi parliamo di benessere totale, … il benessere globale vuol dire che tu non sei solamente corpo. Vivere secondo natura significa vivere diventando capaci di rispondere a tutte le nostre esigenze, a tutti i nostri bisogni: fisici, emotivi, mentali, spirituali … a tutti i livelli. Quando è che ci si ammala, quando è che si soffre? Quando non riusciamo a rispondere a queste esigenze. Quando non riesci a soddisfare un bisogno. A molti livelli abbiamo tutto, ma comunque non stiamo bene, comunque il dolore nella nostra cultura non sta diminuendo, le malattie non stanno diminuendo, anzi aumenta la solitudine, l’angoscia, l’ansia, le paure, aumentano proprio le malattie dell’Anima, senza che diminuiscono le malattie del corpo. Abbiamo un AIDS, aumentano i tumori, i morti di infarto, e quindi qui si dimostra che non stiamo godendo di un vero benessere. Dov’è che nasce dentro di te, nel tuo ambito strettamente personale, la tua insoddisfazione? Perché noi potremmo anche essere benissimo la persona sana dal punto di vista fisico, però puoi avere una profonda insoddisfazione di altro tipo e quindi dire: “Dov’è che nasce questa insoddisfazione da cui poi nasce il dolore?” Il dolore nella tua vita potrebbe essere l’allarme che ti dice quanto di te non è soddisfatto. Punto importante, come conclusione dei discorsi che abbiamo fatto, è che evidentemente c’è qualcosa di estremamente più spirituale dentro di noi che rimane insoddisfatto. Attenzione! Chi avesse elementi molto più evidenti dal punto di vista fisico, ha in atto dei processi che stanno coinvolgendo molto più ampiamente la situazione, però alla lunga i fenomeni vanno sempre a coinvolgere la totalità dell’individuo. Un esempio. Uno degli elementi che noi non stiamo soddisfacendo a livello di esigenza di natura, è il bisogno che noi abbiamo di soddisfare in maniera equilibrata il fatto di


essere reciprocamente collegati come individui. Siccome nel concetto globale dell’individuo non siamo divisi, non siamo separati, come non sono separati gli organi del mio corpo e se il mio fegato è malato, di riflesso può mettere a repentaglio la sopravvivenza globale dell’individuo … è chiaro che se tu vivi la tua vita pensando che risolti i tuoi problemi hai risolto tutto e non hai più problemi, non hai risolto niente!, perché … IL PROBLEMA NON È LA MIA FELICITÀ, IL PROBLEMA È LA FELICITÀ DI TUTTI ! Domande di questo tipo noi non ce ne poniamo quasi mai nel tentativo di spiegare i nostri malesseri, incluso le nostre malattie. Basta che tu pensi a come ti senti unito, coinvolto, in sintonia con tuo padre, con tua madre, … cioè con le persone che contatti quotidianamente, perché molte volte la tua malattia, può rappresentare semplicemente il tipo di rapporto non unitario che vivi con loro. Ora, dov’è l’importanza della malattia, del conflitto, per camminare evolutivamente verso la guarigione? L’importanza del fenomeno malattia è che evidenzia fenomeni già accaduti in passato e che hanno già costruito un fenomeno di squilibrio in quello che è la legge causa–effetto o, se volete, del karma. Io potrei trovarmi a scoprire che la mia malattia sta semplicemente evidenziando qualcosa che ho già vissuto in contrasto con il vivere secondo natura. La tua malattia è come un pacco fatto male che contiene una cosa molto bella; che poi è la carta che hai costruito tu: l’importante è scartare. Quindi la sofferenza, il disagio, il dolore, è la carta, è la scatola … vacci dentro, prendi quello che l’esperienza ti sta dando. E capita spesso: ti muore una persona che ti porta quel capovolgimento, per cui tu ti ritrovi proiettato immediatamente in situazioni diverse, e uno dice: “Quanto ho sofferto per la morte di quella persona!” Ma quante cose belle ti stanno accadendo proprio perché la persona è andata? Qui potrebbe essere interessante ricordare che qualunque tipo di malattia, di problema, può essere una forma con cui noi facilitiamo uno sviluppo evolutivo verso il nostro vero benessere partendo da tre presupposti diversi: la malattia o il problema possono essere: esperienze (1) che accadono per causa mia, (2) per ciò che riguarda il sociale; (3) oppure potrebbe essere qualcosa del mio futuro. È quello che viene sottolineato con quel testo evangelico del Cap. 9 del Vangelo di S. Giovanni, quando di fronte al cieco nato, la domanda che pongono è: “Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?” E la domanda presupponeva che la causa poteva essere personale (Chi ha peccato, lui …) o causa sociale (… o i suoi genitori?), quindi ecco il sociale. La risposta è la risposta che completa: “Né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio” È per rendere possibile qualcosa di nuovo per il futuro. Attenzione. Parlando di malattia, parlando di sofferenza, non è solamente la malattia fisica. Insisto. La “Malattia” della mia vita, per es., è che sono chiamato nella mia vita ad un adattamento di convivenza con questa concreta persona che ho deciso di


sposare. E non c’è persona che uno sposi senza che gli crei qualche problema. Problemi di pazienza, di dialogo … Ciò che mi accade come sofferenza ha un suo profondo valore evolutivo per guarire il passato o per rendere possibile qualcosa di nuovo nel futuro. È un’opportunità evolutiva che ti permette un benessere più amplio, più profondo, più stabile, più vero. Quindi non è andare a dire:“Faccio qualcosa per far sì che non accadano certe circostanze.” Ma è rispondere alla domanda: “Perché mi sta capitando questo?” Cito una domanda che poneva, in una conferenza tenuta negli anni ‘78/’79, la Simonton quando dice: “Quando vi capitasse di avere un raffreddore, non pensate subito «dove ho preso freddo»” lei dice: “Prima domanda da farsi: «perché io ho bisogno di questo raffreddore?»” Trasformate la domanda. “Che cosa non sta funzionando dentro di me in modo che io mi sono reso necessario questo raffreddore per rendermene conto?” Perché io ho avuto bisogno di questa moglie? Perché io ho avuto bisogno di quello che mi sta capitando? Ecco la domanda interessante. Quello che ti sta capitando ti sta cercando di far apprenda qualcosa che non hai ancora appreso. C'è una frase bellissima in "ILLUSIONI" di Richard Bach che dice (pag. 134) “L'indizio della tua ignoranza è l'intensità con cui credi nell'ingiustizia e nella tragedia” Non esiste la disgrazia, esiste ciò che capita perché ho bisogno di un apprendimento.

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Brescia, 24.09.1997

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: il CUORE (1) Questa serata è previsto come tema "il cuore". Abbiamo dedicato due serate perché si può prestare a delle riflessioni abbastanza ampie. Il discorso partirà un po' da lontano, collocando la base di questi incontri, poi termineremo la prossima volta. In queste serate parleremo dell'elemento simbolico delle parti del corpo … preciso subito: nei nostri temi di queste serate non entreremo nei dettagli dal punto di vista medico. Quello che c'importa è vedere l'organo nel suo significato globale: che tipo di rapporti può avere con il comportamento, con quello che noi facciamo, con quanto ci succede e quindi vedere l'eventuale significato di una certa malattia che tocca quell'organo. Importante per coloro che possono dire che stanno bene. Questa è la forma con cui, attraverso la comprensione dei significati, si può lavorare per mantenerci nel nostro star bene, e quindi, il nostro è tutto un discorso di presa di coscienza che non è finalizzato a: “conosco qualcuno malato di cuore ed allora vado a finalizzare verso questa persona il mio lavoro creativo”, ma deve essere un discorso che interessa proprio noi, in senso globale. Prima di entrare nel tema di questa sera, sottolineo qualcosa che ritornerà nei prossimi incontri: il dialogo, il comunicare, la comunicazione. È un elemento fondamentale della nostra esistenza il dialogo, fondamentale anche nel rapporto con noi stessi perché, qualunque cosa ci stia accadendo, la mèta è l'unità. L'unità è qualcosa di molto reale, che siamo chiamati ad attuare giorno dopo giorno, attraverso una reintegrazione che ognuno di noi è chiamato a fare in se stesso di ciò che sente parte di se stesso al positivo ed al non positivo e quindi estraneo, sottoposto a rifiuto: può essere un conflitto, una malattia, un disagio, una difficoltà. Il primo passo per poter eventualmente modificare, trasformare questo “buio” in qualcosa di luminoso è accettare questo buio come buono Quindi: è buono tutto ciò che ci accade anche quando, proprio perché accade, ci mette in contrasto, ci mette in discussione. L'accenno semplicemente, ma quanti di noi e quante volte noi e i bambini quando disegnano il cuore lo disegnano così …

(vedi sotto)


Questo è un cuore simbolico ed è strano che soprattutto nell'infanzia, nell'innocenza dei bambini, il cuore viene disegnato in questa maniera. Concludo questa prima parte citando da un libro: "[…] HO APPRESO CHE SI AVVICINA IL TEMPO IN CUI SI PALESERANNO DI NUOVO AL GENERE UMANO LE PIÙ GRANDI ENERGIE CREATIVE, I GRANDI ESSERI, LE LEGGI CON LE QUALI IL COSMO EMERGE DAL CAOS E IL POSTO DELL'UMANITÀ NEL VASTO PROCESSO DELLA MANIFESTAZIONE DIVINA. SI PALESERANNO DI NUOVO AL GENERE UMANO QUESTE FORZE, LE GRANDI ENERGIE CREATIVE, I GRANDI ESSERI, LE LEGGI SULLE QUALI IL COSMO SI REGGE, ED IL POSTO DELL'UMANITÀ. PER QUEL GIORNO COSÌ FU INTIMATO «POSSA L'UOMO PREPARARSI». DOVRÀ ESSERE BANDITA L'ABIEZIONE, LA GUERRA DOVRÀ ESSERE MESSA FUORILEGGE, LA FRATELLANZA DOVRÀ REGNARE, LA BELLEZZA ESSERE SERBATA NEI CUORI DEGLI UOMINI E RIVELATA DALLE LORO VITE. POI, AD UN'UMANITÀ UNITA IN FRATELLANZA, GLI DEI RIVELERANNO LA LORO IMMORTALE LEGGIADRIA PRESTANDO IL LORO AIUTO NELLA COSTRUZIONE DI UN MONDO NUOVO NEL QUALE TUTTI GLI UOMINI POSSANO PERCEPIRE E SERVIRE L'ESSERE SUPREMO COME BELLEZZA E VERITÀ.” Lo sottolineo perché fa parte un po' del programma che ci condurrà in questi incontri, saper andare a cogliere anche nelle varie sfaccettature degli organi del mio corpo quegli aspetti che tendono ad essere sviluppati verso l'unità. Perché il benessere, il mio benessere personale esiste quando la totalità dei miei organi funziona bene, in armonia gli uni con gli altri. Questo concetto di unità noi ce lo ritroviamo accennato stasera, come significati anche collegati a quelle che sono alcune delle malattie che vanno a toccare il cuore, cuore che diventa proprio la sede del centro. Non è a caso, che l'Essere che vive, quell'Uno ha il suo tempio e il suo altare nel cuore di ogni essere umano. Non è un caso che per dire il centro, si indica il cuore, perché il cuore, anche nella sua collocazione fisica, rappresenta proprio questo centro. Uno degli elementi di spiegazione del fenomeno psicosomatico: ti dicono, ed è una maniera con cui ritroviamo l'aspetto positivo della malattia, che attraverso il corpo


esprimi quello che non sai dire ed esprimere in altre maniere. È una forma di dialogo dove la nostra parte animica - dove elaboriamo pensieri, emozioni, la nostra realtà da cui dipende poi il resto - si esprime attraverso il corpo. Ammalandosi parla, e uno degli elementi importanti è sapere entrare in dialogo con il corpo che parla … ed ascoltare il proprio corpo. Il dialogo suppone anche ascolto. Questo è un limite nostro, molto occidentale, quello di pensare che il dialogo sia : “parlo io, tu zitto.” Cominciamo già ad essere pienamente nel tema, noi consideriamo la malattia un incidente, un male. Molte volte, se io non mi ammalassi, non riuscirei ad esprimere realtà che rimarrebbero bloccate e solo la malattia riesce ad un certo punto ad aprire quel dialogo, ad aprire quella realtà e a dargli spazio. Ed allora, ritorniamo al canto di morte dei pigmei: "Se il buio esiste, se il buio è parte della foresta, allora vuol dire che il buio è buono." Se la malattie esiste, se la malattia è parte della mia vita, e la vita è espressione della divinità - come dice qualcuno - allora vuol dire che la malattia è buona. Dove non vuol dire che mi sento più felice se sono malato, perché allora potrebbe diventare masochismo. Non è il dire che più sono malato e più sto bene; è dire che fa parte della mia vita il giorno, la notte, l'azione, il riposo, il benessere … la malattia. È molto importante un'impostazione di questo tipo, perché se noi non cominceremo a valutare positivamente il fenomeno dell'esperienza umana, senza dividerla, cioè senza dire “quando sto bene va bene e quando non sto bene mi rifiuto, mi vergogno, mi considero menomato” … questo diventa il grande handicap. Se io non esco da questo sistema di valutazione io continuerò a mantenere questa dualità, questa lotta costante dentro di me e non raggiungerò mai quel benessere che in fondo tutti noi stiamo cercando, che è convivere con i propri limiti, con i propri difetti, con i propri errori, perché non esiste la perfezione. Esiste invece quello che mi capita quotidianamente e, in ciò che mi capita, saper trovare il senso. Ecco allora, quando si parla di aspetto psicosomatico, di simbologia, quindi di significati di questi organi, di quello che può essere la malattia che capita … che si entra nell'aspetto dei rapporti corpo-anima. Le malattie in gran parte vengono definite … psicosomatiche: psicosomatico deriva da psiche e da soma. Cioè l'anima che si esprime attraverso il corpo … dove la radice di “soma” è il verbo che indica “manifestare, esprimere”. Ci sono quelli che dicono "il fenomeno che appare nel fisico, la malattia per esempio, è qualcosa che ha la sua causa in quello che succede a livello animico." è un concetto che vi sta bene? ……… Io personalmente non sono d'accordo. Molti si accontentano di un'affermazione di questo tipo: non è uno causa e l'altro effetto, ma sono due effetti di una terza causa … perché ci sono anche quelli che dicono il contrario! Che il fenomeno psichico è causato dal fenomeno fisico. Esempio:


due persone in due incidenti diversi, dove un ferro è penetrato nel cervello : uno che era buono è diventato aggressivo e violento; l'altro che era aggressivo e violento è diventato un buono. E qualcuno dice "basta centrare la zona cerebrale giusta … e abbiamo messo a posto." L'opinione da cui noi partiremo, potrebbe essere il concetto di unità che schematicamente io ve lo esprimerei in questa maniera. Esiste un individuo, l’Io personale … formato da due elementi: l'anima ed il corpo,

l'anima è fatta di pensiero e di emozione, ed il corpo è la struttura fisica dove la nostra esperienza si trasforma in azione fisica. Quando noi diciamo “fenomeno malattia che appare nel corpo”, diciamo "è causata da quello che succede nell'anima"; altri dicono il contrario "quello che succedere nell'anima posso lavorarci facendo accadere qualcosa nel corpo". In realtà sono in comunicazione l'uno con l'altro. Il concetto da cui noi potremmo partire è che ambedue sono effetto di qualcosa che accade alla globalità dell'individuo. Quando io dico "io penso", noi tendiamo a identificare l’Io, la struttura psicologica dell'Io, con quello che accade nel sistema di pensiero. In realtà non è vero, perché il fatto stesso che io possa dire "io penso", vuol dire che quella struttura unitaria è distaccata e distaccabile dal pensiero, se no non ci potrebbe essere il sistema educativo che ti dice che puoi esistere senza pensare. Alle spalle dell'Io umano, voi sapete che c'è il SÉ, lo Spirito che è unitario, è Uno: l’Io è la prima forma con cui questa unità si esprime dentro di me. Giustamente qualcuno spiega che l’ulcera è determinata dal fatto che a livello animico uno è in stato depressivo. Uno potrebbe dire "il suo stato di insoddisfazione è quello che causa l'ulcera". In questo concetto ti dicono che esiste un individuo il cui conflitto si manifesta con l'insoddisfazione di non sentirsi valutato e con una ferita sullo stomaco che si chiama ulcera. Sono due forme, conseguenze, di uno stato unitario nell'individuo il quale potrebbe anche fermarsi, guardare serenamente la cosa e dire: "chi se ne frega." e non crea questa situazione animica di conflitto che va a modificare la sua struttura. È un piccolo dettaglio interessante perché ci ricorderebbe che qualunque fenomeno accade in noi, accade su due livelli diversi perché noi siamo e anima e corpo, ma l'importante per uscire da questo sistema è tener presente che io sono sempre libero di fare qualcosa di diverso. Perché se io considero che il mio pensiero fatto in una certa maniera può facilitare un certo tipo di situazione, l'importante è che tu pensi te


stesso sempre libero di pensare diversamente. È un dettaglio molto teorico, ma che può diventare estremamente pratico, qualunque cosa vi stia succedendo. Facciamo un esempio. Sei triste? L'interessante sarebbe: in che maniera sei triste nel tuo pensiero, quali sono i pensieri che elabori? In che maniera sei triste a livello emotivo?, e a livello fisico? Perché ognuno di noi è triste alla sua maniera. Perché allora tu potresti diventare veramente capace di dire: "OK, qualunque cosa accada a livello animico, qualunque cosa accada a livello corporeo, io sono il protagonista e io posso cambiare. Dove allora l’Io, diventa uno spazio unitario dove collocare tutti i fenomeni e dove potrei anche fare riferimento a quel principio di unità che è extra corporeo, che va al di là. Siccome tali fenomeni accadono nel corpo, spesso riescono a manifestare qualcosa che accade nell'anima e che noi non avremmo saputo evidenziare se non avvenisse qualcosa nel corpo; allora il corpo diventa come dice Platone "lo spazio dove l'anima si manifesta". Questo, potremo dire, è il punto di partenza. Facciamo subito un passo avanti molto importante. M'ispiro per questa riflessione a riflessioni che faceva il mio professore di psico fisiologia, in Spagna. Lui scrive: "Se noi guardiamo le cartelle cliniche dei pazienti, quello che troviamo spesso in queste cartelle cliniche sono: risentimento, odio, invidia, aggressività, collera, rabbia, discordia, rivalità, gelosia e malizia. Se noi andiamo a vedere la persona quando viene e mi dice che è malata di …, è gente che litiga, che vive contrasti, invidie …, e lui dice: "L'individuo non s'ammala perché sbaglia nella vita, perché gli errori li commettono tutti, quello che crea malattia non è l'errore, è l'atteggiamento negativo, è la struttura di pensiero, che ti fa essere invidioso. Se uno odia è un atteggiamento, non è un errore. È l’atteggiamento che presuppone una struttura particolare di pensiero.” Che significa? Che c’è un modo particolare con cui tu valuti la realtà per cui diventi quello che di fronte all'errore di un altro invece di comprenderlo lo rifiuti: i comportamenti sono una pura conseguenza, a quel punto, dell'atteggiamento negativo. Lui dice: "Questi atteggiamenti negativi sono quelli che da 2000 anni ce lo insegnano partendo da San Paolo …" (lui parte da San Paolo perché voleva fare un riferimento cristiano, ma in realtà possiamo andare a fare riferimenti molto più antichi) "… sono quelli che da sempre sono stati considerati i cosiddetti peccati." Cioè il sistema di pensiero, che poi si concretizza nell’anima, ma con il quale si manifesta l’Io. È qui che puoi agganciarlo subito con il cuore. In realtà il mio sistema di pensiero è il modo con io guardo la mia realtà e la realtà del mondo e stabilisco ciò che ha valore e ciò che non ha valore: ecco il sistema di valori. Gesù Cristo avrà una bellissima affermazione "Dov'è il tuo tesoro? Lì c'è il tuo cuore." Però … cos’è il tesoro? Il tesoro è ciò che ha valore, è qualcosa di molto prezioso. Può essere la famiglia, il figlio, la moglie, il marito, la casa, i soldi. Noi in questo non possiamo mai essere assolutamente affidabili in ciò che diciamo, perché se io chiedessi: "qual è la cosa importante della tua vita?", … lì ci raccontiamo un sacco di


sciocchezze, perché in effetti, cosa è veramente importante nella tua vita? È ciò che diventa il fine verso cui tendi a convogliare tutte le tue energie. Un'interpretazione: la malattia potrebbe rappresentare il momento di esperienza in cui tu sbagli l'obiettivo, cioè non realizzi il valore. Quando non realizzi il valore entra in crisi il sistema. In effetti, quando tu non ottieni ciò che ti proponi, entri in crisi, entra il malessere. Perché abbiamo scelto il cuore come primo organo di riflessione? Perché tutto quello che avviene in noi gira attorno al centro. Il centro dell'essere umano a livello psicologico è l’Io, la persona. La persona si esprime a livello di pensiero, di emozione e di azione, cioè di corpo, di soma, e questo centro avrà un suo elemento corrispettivo su tutti i livelli. Il livello più accessibile, più chiaramente osservatile, è il nostro corpo. Il centro del nostro corpo - nota bene, anche fisicamente - è il cuore, centro della croce, che nella simbologia, a livello fisico, noi rappresentiamo. È interessante: quando tu, parlando con le persone, parli di te stesso e (indica con la mano il cuore) fai questo gesto quando dici: "ti do me stesso". Nella terminologia spesso dici; "ti do il mio cuore". Il cuore nella simbologia religiosa è lo spazio dove si colloca l'Essere, cioè il SÉ, lo Spirito. La simbologia religiosa collocherà nel cuore la presenza dello Spirito: Gesù nasce nella grotta. Il cuore nella simbologia, non solo in quella religiosa, è il concetto di caverna, il concetto di grotta che è il simbolo tipico del cuore. Giove nasce in una grotta, Gesù nasce in una grotta. Noi non lo tocchiamo questa sera, ma si parla molto del cuore a livello affettivo, quindi uno dei grandi blocchi, a livello del cuore, è quando viene bloccata l'affettività. Il cuore è legato al fuoco, i polmoni sono legati all'aria, i reni sono legati all'acqua, il fegato è legato alla terra: i 4 elementi. Il cuore è legato al fuoco. Cos'è il fuoco? DD l'azione. GiBi non l'azione in se stessa, ma l'azione? … Creativa! Quando tu crei, cosa crei? Valore. In effetti vedremo che uno dei momenti critici in cui il cuore va in crisi, è quando uno, in ciò che fa, sente che non crea, non realizza. Troverete che l'infarto sarà frequentissimo nelle persone molto attive, quando però nella loro azione si sentono frustrate. E non è detto che si sta bene di cuore solamente se si è collegati ai valori di tipo superiore: il valore può essere anche solamente costruirti la casa, qualcosa che sia … tesoro, a cui dai molto valore. Il discorso non è finito, la prossima volta riprenderemo da questo concetto di cuore come elemento di centralità, interpretazione soprattutto del fenomeno patologico. vDD come si spiega, scusa, una madre Teresa che muore … GiBi la domanda più interessante potrebbe essere: una madre Teresa così in gamba dal punto di vista dell'amore perché era così brutta? E perché associata con una lady Diana che muore la stessa settimana e che invece era l'incarnazione della bellezza?


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Brescia, 29.09.1997

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: il Cuore (2) Aggancio rapidamente … è il tema diviso in due riguardante il cuore: l'altra volta l'abbiamo dedicata a come collocare i fenomeni psicosomatici, quindi avevamo detto che il fenomeno che ci accade è contemporaneamente fisico e psichico. Il fenomeno è unitario: sono ulceroso a livello di stomaco fisico e sono ulceroso a livello di struttura psicologica. Dicevamo che non consideriamo molto corretto pensare che ciò che succede a livello psicologico causa il livello fisico o viceversa, ma che sono due fenomeni che rappresentano il processo esistenziale dell'individuo sui due versanti: fisico e animico. Avevamo iniziato a impostare il discorso sul cuore … e lo ricordo, non è un discorso tecnico da un punto di vista medico; il nostro proposito è cogliere il fenomeno in senso globale per vederne l'elemento simbolico nel senso che quando un organo specifico viene toccato, spesso ha uno specifico collegamento con un elemento psicologico altrettanto specifico. Il nostro proposito è dare delle indicazioni che possono indicarvi aspetti interessanti di come intervenire psicologicamente su voi stessi anche attraverso l'uso che potreste fare della metodologia Silva o qualunque tipo di metodologia conosciate. Il discorso di questa sera ci darà un'indicazione molto precisa in questo senso. Se il corpo mi diventa lo spazio di allarme, è importante che tu attui l'intervento di guarigione anche dal punto di vista psicologico, dove psicologico diventa proprio l'aspetto comportamentale nel senso di andare a correggere i comportamenti quotidiani che tu attui collegabili con un fenomeno che si è rilevato patologico a livello fisico. Su alcuni organi diventa più facile, su altri organi diventa più sfumato. Visto che parliamo di simboli è importante saper collocare noi stessi in un sistema simbolico ampio, ma sentire che la nostra realtà, comunque, è una piccola cellula dove si riflette la struttura della totalità. Quindi, guardando te in profondità, si potrebbe vedere l'universo perché le due cosa possono essere intercambiabili: nel piccolo si riflette il grande e il grande non è altro che lo spazio che si concretizza nel piccolo. È proprio in questo senso che abbiamo scelto il cuore e poi i reni e quindi i polmoni e quindi il fegato e quindi il sistema digestivo, nel senso che sono i 4 organi che ci ricordano i 4 elementi. Questo, come tutto il resto, girerà sempre intorno ad un centro che ritroviamo nel cuore. Se dovessimo dire: "qual è lo spazio specifico organico dove noi potremmo collocare il principio del Sé?” … è il cuore, come spazio espressivo della creatività, come centralità della struttura, anche fisiologica. E concludevamo l'altra volta, facendo riferimento anche al fatto che nella simbologia il cuore veniva rappresentato dalla caverna. Nei miti antichi spesso troviamo che è nella caverna dove si dice che nasce la divinità; e Gesù, come Dio, nasce nella grotta.


Questo è il collegamento che ci porterà a capire un certo tipo di patologie, soprattutto l'infarto; poi accenneremo alla circolazione, all'alta o bassa pressione, ecc.. Comunque soprattutto il cuore che si spezza, come dice qualcuno, e che fa riferimento proprio al centro della vita che cede. Ricordavamo l'associazione tra il cuore e l'elemento fuoco che noi ritroviamo nella simbologia del Sacro Cuore, rappresentato da questo cuore con la fiamma, il fuoco che, dei 4 elementi, rappresenta la creatività e perché la crisi di creatività può diventare crisi di cuore. Partiamo un attimo da lontano. Siamo ai primi di novembre, aria della festività che parla di santi e di morti, ci porta molto rapidamente verso il Natale, che ricorda un Dio che nasce nella grotta. Poi, che tu sia di quelli che vanno o che non vanno in chiesa, comunque siate, ci troveremo paesi pieni di luci, alberi di Natale, tutta una serie di simbologie rappresentate. Domanda: “Perché Dio nella mia vita se dovesse nascere potrebbe nascere solo nel cuore?" Rapportato alla psicologia esistenziale di ognuno di noi, cosa vuol dire nascere nella caverna, nascere nel cuore? Abbiamo detto l'altra volta … noi diamo per scontato che il divino esista, che si può manifestare in noi e che noi possiamo essere coloro che manifestano il divino … cosa vuol dire tutto questo? Semplicemente che Dio, il divino, non ha altra forma di attuazione che entrare a modificare la mia mente, cambiando il sistema di valori. Il sistema dei valori è Il significato che io do alle realtà che mi coinvolgono: lavoro, famiglia, amici, … la realtà che tu conosci. Il significato che dai a questa realtà, si sintetizza in quello che viene chiamato il tuo sistema dei valori che fa sì che tu abbia un tuo modo di sentire, che si trasforma in quelle che sono le tue emozioni: il motore delle tue azioni. Noi viviamo intorno ad un sistema di valori, cioè come valutiamo la realtà: ecco l'emozione, e da questa motivazione, passione, sentimento, ecco ciò che faccio. Se Dio esiste, se ci credete, non ha altra possibilità per manifestarsi che entrare nel mio sistema di valori e cambiare come io vedo la realtà: solo così cambia il mio modo di agire. Dov'è l'importanza della mia vita? In ciò che penso? In ciò che sento? No ! È solo in ciò che faccio ! Nella tua vita che tu sconvolga il tuo sistema di valori … primo passo: che tu abbia delle bellissime emozioni; secondo passo: … se tu non metti mano attiva a fare qualcosa … il processo non è completo. Tornando alle tradizioni che ci riguardano, il giudizio di Dio come entrerà a giudicare la nostra vita e stabilire se siamo degni di andare da una parte o dalla altra? Secondo sempre il testo evangelico non verrà a dirti: “siccome tu la pensavi in questa maniera o siccome tu sentivi in una certa maniera, vieni che sei dalla parte giusta.” No ! Ti dirà: "siccome hai fatto gesti … avevo fame mi hai dato …, avevo sete mi hai dato …, ero nudo mi hai vestito – azione - allora va bene." Quindi il giudizio finale è sempre il giudizio sull'azione.


L'altra settimana, dicevamo "il cuore ci richiama la fiamma", la creatività, quindi l'elemento importante nella mia vita è nell'azione, ciò che io faccio. Spostiamoci: frase che citavamo già l'altra settimana "dov'è il tuo tesoro, lì è il tuo cuore". Il tesoro è ciò che nelle mia vita mi è caro. Caro significa la persona a cui do molta importanza ma contemporaneamente caro è l'oggetto che mi è costato molto: caro è ciò che è prezioso. Facciamo un esempio. Mi dite una cosa molto importante che può esserci nelle vita? … un figlio? … vale per la salute, vale per tutto. In realtà dov'è la preziosità del figlio? Spostiamoci un attimo sul regno animale prima di osservare noi che … siamo animali, ma con la speranza di essere qualcosa di più. Gli animali li prendiamo ad esempio di come hanno la loro forma di assistenza al cucciolo. Ma notate l'elemento interessante, secondo natura: l'animale genitore c'è per il figlio solamente nello spazio di esistenza del figlio dove il figlio non è autonomo; secondo natura. Attenzione che la chiave è qua. Perché il figlio è caro? Perché siccome non è autonomo, è importante quello che io posso fare per lui; una volta che è autonomo quello che io faccio per lui non è più importante, perché lo fa da solo. Attenzione che qui a livello di essere umano la cosa si complica, perché anche quando il figlio è autonomo, il padre, la madre, tendono spesso ad attuare un sistema di possessività sul figlio e non lo lasciano sganciare, perché si vogliono continuare a sentire importanti. Ma torniamo indietro: perché vogliamo sentirci importanti o siamo importanti in questi rapporti? Fondamentalmente per quello che noi sappiamo di poter fare per l'altro tanto è vero che quando il figlio diventa autonomo, molti genitori vanno in crisi. Il figlio magari si è solo sposato o ha trovato un lavoro lontano: non è bello? Ed allora perché questo elemento di disagio? Semplicemente perché il figlio ti serve per dare una risposta alle tue esigenze, ma non alle sue. Allora, elemento essenziale: la tua vita concretamente in cosa si manifesta, dove si concretizza, dove prende forma? Nel rapporto che tu hai con ciò che ti appartiene. Mi appartiene un corpo ed allora diventa importante la salute; ciò che mi è necessario. Poi, tutto si proietta al di fuori: figlio, famiglia, soldi, quello che posseggo, … nella misura in cui servono per soddisfare i miei bisogni. Ma tutti questi elementi sono importanti nella misura in cui mi permettono di fare qualcosa che io considero utile, importante, necessario, che gli altri valutano di molto valore. Sistema di valori: cos'è importante nella vita? Fare qualcosa facendo il quale io sento di avere valore. Tenere presente che l'elemento critico del cuore che si spezza, dell'infarto, troverà qui la sua chiave essenziale: quando la persona in ciò che fa sente di non avere più valore. Ecco perché non è facile che questo accada quando uno ha 25 anni. Perché a 25 anni hai talmente tante cose da costruirti nella vita, ma a 45, 50 anni … l'economia potrebbe essere stabile; i figli sono autonomi … e quindi il tuo fare incomincia a perdere valore. Il centro della vita è la creatività che vuol dire fare esistere la vita. Qual è la prerogativa di Dio? Che è creatore. La somiglianza che noi abbiamo con il divino è che siamo creativi. Quando tutto questo va in crisi ecco che può andare tranquillamente in crisi il cuore. Attenzione che è importante, siamo esseri che sapranno valutarsi sulla base di quello che sappiamo fare.


Guardare il figlio potrebbe voler dire: il figlio mi è caro ed è importante perché mi permette di fare qualcosa che considero importante, per cui si entra in crisi quando il figlio non mi permette più di fare perché diventa autonomo .... , mentre da un punto di vista spirituale posso dire: "Sono felice per il fatto che tu esisti, non per quello che io posso fare per te”. Questa visione non è quella che noi ci ritroviamo dentro in maniera scontata. L'importanza, il valore di ciò che faccio, non deve essere solamente vissuto per quello che faccio accadere per gli altri, ma soprattutto deve essere nel saper recuperare il valore di ciò che faccio accadere per me stesso, ma soprattutto recuperare quello che i buoni romani sottolineavano : il valore dell'ozio creativo. Chiudere gli occhi, meditare, pregare, rilassarsi … è il fare qualcosa il cui valore si riversa in una rielaborazione creativa dentro di te, prima ancora che fuori di te. Ma è molto importante spostare il sistema di valori che do a ciò che faccio in funzione esterna o in funzione interna, facendolo o no dipendere troppo dal valore che gli altri possono dare. Ultimissima cosa. Il valore che do a me stesso, mi porta poi a tutta una serie di valutazioni nel rapporto fra me e l'ambiente, quindi nel rapporto fra me che nel fare esprimo una forza e questa forza spesso è sottoposta ad una resistenza: lì potete collocare l'elemento pressione, perché la pressione alta o bassa, è la risultante di una forza in movimento che rappresenta la tua energia in movimento e dalla forza di resistenza generata dalle pareti dove questa forza si muove. Se la forza si muove troppo, crea un elemento di forte resistenza, la pressione diventa alta, c'è grande spinta; ma la stessa cosa può avvenire se il fluire può essere normale, ma la resistenza può essere forte. Il funzionamento del cuore si riflette nel funzionamento della circolazione. La pressione alta che ci sta dicendo che la forza prodotta non trova modo di concretizzarsi in ciò che ti proponi, ecco che può saltare il cuore oltre che elevarsi la pressione. Chi soffre di alta pressione produce tanta forza ma che non risolve il problema, quindi entra in crisi per questo. Chi soffre di bassa pressione è colui che di fronte al problema tendere a ritrarsi, spesso cosa fa? Dorme o collassa o sviene, quindi va al lato opposto. DD cos'è che vuol dire preghiera? GiBi è il sistema mediante il quale noi cerchiamo di metterci in sintonia con il valore divino. In uno dei libri più interessanti di padre Vannucci - "Meditazioni cristiane" dice molto bene che "noi non abbiamo altra possibilità di contatto con Dio se non attraverso il Dio che in noi si è incarnato." Quindi preghiera è il modo con cui riesci a comunicare con il tuo centro: è che noi confondiamo la preghiera con la formula. La vera autentica preghiera diventa la meditazione. La nostra confusione è avere identificato questo come formule per ottenere vantaggi, allora prego perché mi vadano bene gli esami,prego perché possa guarire.


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Brescia, 26.11.1997

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: i Reni Questa sera parliamo dei reni. In queste serate dedicate alla malattia, stiamo parlando di come guarire le malattie, intervenire, lavorare, ma il discorso migliore sarebbe come imparare a viversi la realtà esistenziale prevenendo quindi la malattia in modo tale che la mia esperienza non possa aver bisogno di una malattia per riequilibrarsi. Abbiamo sottolineato che non è corretto parlare della malattia solamente come la conseguenza di qualcosa che c'è accaduto … Uno ha un raffreddore … « Quando ho preso freddo?". Mi capita qualcosa?, "Cos'è accaduto nel passato che mi spieghi questo?" Non è una domanda sufficiente. La domanda da porsi sulla malattia non è cos'è accaduto nel mio passato … Abbiamo anche una bella tradizione di 2000 anni fa, di fronte al cieco nato, Cap. 9 di San Giovanni, la domanda è: "Chi ha peccato perché lui nascesse cieco, lui o i suoi genitori?" Succede qualcosa? Cosa è accaduto in passato? Già 2000 anni fa la risposta poneva una visione diversa. La risposta è: "Né lui, né i suoi genitori, è per la gloria di Dio.", cioè non smaltisci una conseguenza ma è il modo di fare un passo avanti. Dethlefsen in “Malattia e Destino” fa tutta una riflessione sui reni che ci porta a riflettere sulla comunicazione con le persone, lui dice di farti una domanda: "che cosa non va nel rapporto con gli altri?", col prossimo dice lui specificamente. E un'altra domanda è: "Che tendenze hai a pensare che gli errori degli altri siano solamente errori degli altri?". E dice ancora: "E cosa c'entra questo con i reni?" … domanda a cui cerchiamo di rispondere stasera. C'è qualcuno che ha disturbi ai reni, alla vescica, fa pipì troppo spesso o ha dolore nel farla o ha enuresi notturna? Sono tutti elementi che possono riguardare l'elemento Acqua legato ai reni. La domanda potrebbe essere: "questo disturbo che ho avuto o che ho, che cosa mi aiuterebbe a capire che potrei fare?", e NON “Dove ho sbagliato?” E io potrei dire: il disturbo che ho che cosa mi sta dicendo che potrei imparare nel rapporto con mia moglie? Non dire "gli è capitato perché ha mangiato in una certa maniera. Può darsi che la maniera che hai alle spalle sia stata anche sufficientemente equilibrata ma, nell'insieme, la situazione ti ha portato a questo potrebbe essere perché c'era qualcosa di diverso da apprendere, qualcosa che si proietta verso il futuro. Noi non siamo solamente quelli che passano la vita pagando le conseguenze, siamo soprattutto coloro che attraverso ciò che accade diventano capaci di realizzare la propria evoluzione.


A noi interessa avere quella piccola comprensione che ci permetta di porci delle domande e comprendere, qualora fossero delle patologie, come il nostro corpo partecipa della nostra vita psichica e spirituale. Questa sera facciamo un passo avanti sul discorso già fatto le altre due volte, quelle due riflessioni attraverso il cuore e la circolazione del sangue dove abbiamo quindi questo elemento sangue che rappresenta la vita che scorre dentro di noi. Nella nostra vita noi troviamo sintetizzati i due grandi elementi fondamentali della vita che sono il Fuoco e l'Acqua. nello spazio dei reni c'è un sangue che entra, che viene purificato dal rene ed esce un sangue pulito, dove il rene trattiene l'impurità, le scorie da espellere con l'Acqua, in quella che poi diventa l'urina. Noi abbiamo quindi questo liquido che rappresenta la nostra vita, che scorre in noi, che raccoglie dentro di sé l'elemento Acqua e l'elemento Fuoco, i due elementi fondamentali della vita sulla Terra che è rappresentata da un cerchio con la croce. Noi collochiamo sui 4 punti della croce le 4 energie fondamentali la cui combinazione ci fa esistere. Di questi 4 elementi,due sono fondamentali e due sono derivati e i due fondamentali sono l'Acqua collocata a Nord, ed il Fuoco collocato a Sud. Noi parlando di Fuoco lo abbiamo collegato con il cuore, che rappresentava il centro e ci riportava all'elemento sole, luce, come elemento operativo in quello che diveniva la creatività … che ci fa essere veramente vivi, ci fa realizzare. L'altro elemento fondamentale della vita è l'Acqua e la ritroviamo rielaborata nei reni. Nella simbologia della croce l'asse verticale era l'asse piantato fisso nel terreno, mentre invece il condannato portava l'asse orizzontale. L’asse verticale, dove c'è Fuoco e Acqua, rappresenta il SÉ che è fisso in noi. Quello che dobbiamo portare è l'esperienza che ne deriva, è l'asse orizzontale. In effetti, il Fuoco e l'Acqua sono i due elementi più sacri utilizzati nelle ritualità religiose. L'Acqua rappresenta il Femminile ed il Fuoco rappresenta il Maschile e dall'unione del Maschile e del Femminile, a tutti i livelli, esiste la vita. L'Acqua ed il Fuoco sono i due elementi presenti nel sangue che circola del nostro corpo e attraverso il filtraggio dei reni si evidenzia un sangue purificato, un sangue pieno di vita, ma contemporaneamente viene separato dalla scoria separando l'Acqua, che viene espulsa attraverso l'urina. Il sangue purificato diventa corrispettivo nell'individuo dello sperma, capace di fecondare. Collegato al funzionamento dei reni ci sono le ghiandole surrenali legate alla sessualità, quindi alla fecondità. Se andrete ad approfondirlo, noterete che i reni provengono, a livello embrionale, da dove è la struttura da cui derivano anche gli organi sessuali, quindi hanno un loro collegamento interessante e qualcuno giustamente interpreterà la difficoltà legata all'attività sessuale collegandola con una fragilità dei reni. Se il Fuoco ci rappresentava la creatività, la luce,il sole; l'Acqua ci rappresenta il buio, l'inconscio, il femminile. Nel libro "Il destino come scelta" e in "Malattia e Destino", per i reni si fa riferimento alla relazione a livello di coppia. La vita nasce nell'Acqua, si dice, il Fuoco rappresenta ciò che è nato dall'Acqua primordiale, il Fuoco rappresenta ciò che, di te individuo, tu conosci. la scienza mi dice


che io conosco il 15% del mio potenziale; nell'Acqua vado a fare riferimento a tutto l'inconscio, a tutto l'85%. L'inconscio contiene dentro di sé tutta quella realtà di vita che mi sfugge come controllo di volontà, che agisce dentro di me e che determina il mio destino in realtà. Quello che io sarò chiamato a fare della vita come creatività dovrebbe essere l'espressione di quel qualcosa che vado scoprendo, di ciò che io non conosco di me stesso, e divento capace di esprimerlo. In pratica ciò che io faccio emerge dall'Acqua e lo attuo nel mio Fuoco, lo faccio diventare azione, esperienza: questo è il grande scopo della nostra vita. Il sangue circola incessantemente in noi, scorre, con la capacità di far succedere qualcosa in noi; ci fa esistere e crea la scoria. Il rene è preposto a liberare ciò che non serve più, liberare quella parte di Acqua che è vissuta e rendere possibile il nuovo vissuto. Ecco perché il rene sarà legato al concetto di purificazione. Ma la purificazione è solo un aspetto, il collegamento con le ghiandole surrenali, e quindi a tutta l'attività sessuale, ci darà l'altro elemento perché ci riporterà alla capacità di creatività. Ora, dov'è che si concretizza tutto questo nella nostra vita? Nella necessità di cogliere nel nostro inconscio ciò che ci serve per fare esistere nuove forme di vita. La vita esiste perché si concretizza nell'Acqua ed emerge dall'Acqua, secondo i miti. Questo applicato a noi cosa vuol dire? Significa che noi siamo vivi nella misura in cui riusciamo a far emergere dalla nostra Acqua interiore, e quindi dallo stato di vita inconscia, queste nuove possibilità di vita e concretizzarle facendole diventare la nostra azione. Ecco il collegamento con questi due elementi che sono presenti nel sangue che circola. Tutto questo cosa diventa in realtà? La necessità di prendere atto di come circola in noi la vita sotto forma di emozione. Perché l'Acqua è l'inconscio, è il buio, è il potenziale inespresso della mia vita che deve diventare poi evidente nel mio Fuoco, nel mio sangue purificato che rende possibili nuove esperienze. Ma lì è il punto! Questo potenziale di vita contenuto nell'Acqua com'è che si esprime nella nostra vita? Attraverso le emozioni. Mentre il pensiero cosciente si manifesta come pensiero e tu lo vedi come pensiero perché lo elabori come tale, il pensiero inconscio si manifesta attraverso l'emotivo. Cos'è che spiega che tu una persona che non conosci la senti antipatica? Che tu una persona la incontri per la prima volta ti ci innamori? Tu ti fermi e dici "perché questa emozione?" Semplicemente perché lì scatta, esiste, si elabora un pensiero di cui non sei cosciente e agisce producendo l'emozione e attraverso l'emozione, poi, tu vivi la tua esperienza. Dov'è il punto importante? Che la maggior parte della nostra vita non è determinata da quello che noi vogliamo, dal pensiero cosciente, ma è determinata da quelle che sono state le nostre emozioni. Noi a livello emotivo abbiamo scelto magari nella vita anche un lavoro, abbiamo sposato una persona. . E lì collochiamo subito il discorso che fa per es. in "Malattia e Destino", intorno all'ombra … l'ombra che cos'è? è ciò che esiste della vita ma, non è manifesto. Io essere umano al Maschile, mi manifesto come Maschile, quindi tutto ciò che è Femminile in me rimane ombra. E attenzione, io come Maschile divento capace di fare certe cose, lei come Femminile cose completamente opposte: io posso fecondare, lei


può essere fecondata, non possiamo invertire i ruoli. Ognuno di noi rende visibile qualcosa di se stesso, il resto rimane in ombra. Qual è lo scopo della vita? Che ciò che è in ombra tu riesca ad evidenziarlo ed amarlo. Come faccio io a prendere contatto con la mia ombra? Soprattutto attraverso la proiezione della persona che ho di fronte. Noi siamo Acqua e Fuoco, noi siamo passivo e attivo, noi siamo quello che facciamo nella nostra vita, ma lo scopo della vita non è continuare a fare quello che già facciamo, è fare costantemente qualcosa di più. Vuol dire che dobbiamo andare ad estrarre costantemente qualcosa dal potenziale là (inconscio) e far succedere qua (conscio) qualcosa di diverso, sempre di più. Questo di più come vado a pescarlo io? La mia ombra si concretizza con quelle parti di realtà esterna che mi diventano riflesso esterno. L'uomo nella linea di normalità sarà fondamentalmente attratto da una donna, perché la donna come Femminile mi rappresenta proprio tutto quello che gli manca. Poi lasciate perdere tutta la fascia delle eccezioni, dalla clausura a quelli singoli … sono una fascia che fa da sfondo e hanno la loro funzione nella situazione globale. Ma il rapporto di coppia diventa la possibilità … tu di essere una realtà cosciente che riesce a convivere con un'altra realtà che rappresenta ciò che di te non è cosciente. In pratica tu rappresenti un polo, il tuo partner rappresenta l'altro polo, quello che in te tu da solo non riusciresti a percepire di te stesso. Però … e qui c'è il grosso però, grosso con una casa … noi viviamo sulla base di un Io, una mia struttura di identità in cui mi riconosco, è il mio sistema di pensiero, di emozione ed è la mia esperienza. Qualunque realtà che sorgesse e si aggiungesse, cosa mi obbliga a fare? A cambiare: è la funzione del partner che hai a fianco, … e lì nasce il però. Che funzione ha il tuo partner? Di rendere evidente per te cose che per te non lo sono. Questo cosa vuol dire? Attenzione che stiamo per dire una cosa tremenda. Un vero partner in qualche misura dovrà essere in conflitto con te, se non lo fosse vorrebbe dire che corrisponderebbe a quel te stesso che tu sei già … e quindi non servirebbe. È inevitabile che il partner che ho di fronte metta in luce la mia ombra. ... ed ecco allora che diventa interessante l'Acqua di purificazione, perché rappresenterà la capacità di assorbire dentro di me ciò che io sento in contrasto con me. è quello che mi fa soffrire, è quello che non vorrei. L'Io lasciato a se stesso tende alla sopravvivenza di se stesso, … quando tu accetti che qualcuno diventi la persona al tuo fianco uno degli elementi fondamentali che accadono è la scomparsa dell'Io. Quando ti innamori fai le cose più assurde, perdi il concetto del tuo Io, accetti qualunque tipo di condizionamento, ti annulli. Punto è che in quel momento ti annulli per qualcosa che è solamente restrittivo a quello che ti piace. La sposi la persona ed allora incomincia … : "quando mai!" Volevi un'ombra che ti permettesse di vedere qualcosa di diverso? Eccola qua. Nel rapporto comunicazione noi siamo di fronte: il mio cosciente con il mio inconscio. Io sono il cosciente, la persona al mio fianco è l'inconscio … applicatelo ai figli, ai nonni, alla famiglia, alla società … è uguale. Questa ombra mi rappresenta


quello che mi manca, quello che ho bisogno di imparare a rispettare, ad assorbire e a trasformare. Cosa vuol dire capire, assorbire e trasformare? Coglierne dentro l'energia essenziale che ti serve per la vita, scartando la scoria. È quello che fa il rene. Quindi è come se tu avessi bisogno di quell'energia rappresentata da quell'aggressività, che diventerà forza di volontà, creatività. Ma devi scartare da quell'energia. che diventa forza. la capacità di quella forza di essere aggressiva: scarti l'Acqua che non ti serve, la parte che non ti serve; ecco la purificazione. A livello esistenziale? Imparando a convivere ed amare mia moglie aggressiva, non tentando di cambiarla. Attenzione, non tentando che lei diventi diversa, perché il grande criterio cristiano dirà che "l'amore" è, … come primo passaggio: perdono, accettazione, comprensione. Il perdono è saper stare serenamente bene con uno che ti rompe le scatole, uno che mette in discussione la tua esistenza. Che tipo di comprensione devi offrire? … senza limite! Tu amando il partner stai attuando l'amore dalla parte di te stesso, stai attuando la trasformazione di te stesso, stai estraendo da quella parte di te stesso imperfetta, il sangue pulito diventando capace di liberarti dalla scoria. "La base della sopravvivenza della vita è la capacità dell'organismo di liberarsi dalle scorie." Il rene funzionerà bene se tu riesci a funzionare bene nei livelli superiori del tuo comportamento. Qualcuno dice: “il vero atto di amore è possibile quando tu sentirai di non aver più bisogno dell'altro” … È l'amore che non cerca più di cambiare l’altro. Il rene, attraverso l'Acqua, ci ricorda il vissuto emotivo, il come ci viviamo l'emotivo e soprattutto, il lavoro che potremmo attuare per superare le paure, perché in effetti abbiamo paura del nascosto, dell'occulto, di quello che ci può mettere in discussione, di quello che ci può cambiare e determinare la trasformazione e quindi la morte dell'Io. La paura è proprio la sensazione di essere di fronte a una realtà che può essere più forte di te e determinare dei cambiamenti radicali per te. … la paura è una delle grandi emozioni non positive, la paura che ci ricorda appunto l'inconscio … Soluzione di tutto questo diventa il perdono. Il perdono è riuscire a dare una giustificazione a ciò che accade … Ma per fare questo tu devi sottoporti ad una trasformazione. Dove tutto quello quindi che tu senti nemico, sottoposto a perdono non lo senti più come nemico, ma lo integri. I calcoli renali ti diranno la solidificazione delle tue emozione. Quando l'emozione la reprimi, la blocchi, potrebbe arrivare a solidificarsi, cioè blocca il flusso della vita, blocco il processo attraverso la mia emozione negativa che diventa odio, diventa rifiuto, da cui è facile dire: "è colpa tua". Il ciclo delle feste: carnevale che cos'è? Dare volto alla tua ombra. Spesso approfittiamo di carnevale per vestirci in quella maniera che ci vergogneremmo come bisce, però a carnevale è un gioco. Il sistema delle feste cosa fa? Te la sei resa visibile la tua ombra … 40 giorni: mangia poco, fai penitenza, prega molto. Cioè, l'hai resa evidente? Trasformala! I 40 giorni finiranno con il battesimo. L'ho resa evidente, mi sono trasformato evidenziando la capacità di vivermela diversamente … rinasco a vita nuova e il giorno di Pasqua ti vestivano con una bella veste bianca per dire "sei


nuovo!". Cioè, quella maschera non positiva di ombra come l'hai trasformata? Accogliendola dentro di te, cambiando le energie dentro di te: l'Acqua ci ricorda esattamente questa trasformazione. L'elemento importante potrebbe essere, a livello operativo, identificare bene le emozioni che ti disturbano: evidenziano la tua ombra. L'altro punto critico qual è? Che questi elementi che ci mettono in conflitto li stiamo interpretando come ragione di separazione: queste sono le motivazioni per cui non bisognerebbe mai separarsi. Le ragioni di conflitto che io ho con una persona, lì è lo spazio creativo che devi imparare a conquistarti per esprimere e dare un senso alla tua vita. Quando io invece valuto questi elementi per dire: "separiamoci", è venir meno all'evoluzione, dal punto di vista spirituale. Poi la decisione personale interiore è indiscutibile, è il grande principio che da millenni ci accompagna che ci dice "non giudicare nessuno". Silenzio e rispetto. La formazione dei calcoli dei reni si associa molto a quelli che hanno la grande volontà di imporsi nella vita ma che non prendono in considerazione la volontà passiva e quindi non sono sufficientemente femminili: non piangono mai, non si commuovono … stanno mortificando il Femminile che a quel punto diventa anche lui duro … e ti trovi con i calcoli. La maniera di aiutarci è saper essere coloro che vivono le proprie emozioni, diventare capaci di parlarne, comunicarle, trasmetterle, non bloccarle, non trattenere dentro le emozioni. È la circolazione dell'Acqua dentro di noi che diventa libera, che fluisce. E qui ritorna ancora il rapporto di coppia: dovrebbe diventare lo spazio ideale dove l'emotivo di ognuno di noi dovrebbe avere lo spazio della comunicazione. Lo sottolineo perché spesso non avviene … e ripeto. L'emotivo è ciò che mi accade dentro, spesso frutto e prodotto del pensiero inconscio. Ecco perché le mie emozioni spesso non le racconto a nessuno, perché esprimerebbero un pensiero interiore che già io non condivido, come identità personale. In effetti quello che gli altri finiscono per pensare di noi non cambia molto quello che noi siamo. Quello che ci cambia veramente è la capacità che si manifesta attraverso il coraggio di esprimerci per quello che siamo. Se io avessi il coraggio di raccontarti quello che sento, tu mi condannassi, il problema sarebbe tuo. È mio nella misura in cui io camminassi nella vita come colui che dà valore a se stesso sulla base di quello che gli altri pensano di me e questa è una trappola da cui non mi salverà mai nessuno. Mi sono già creato il presupposto di nascondermi, di mentire, di non farti capire quello che veramente faccio o penso. A livello personale ci sono degli elementi che vanno salvaguardati, ma a livello di rapporto di coppia … ecco il grande lavoro che ci permetterebbe di diventare indubbiamente molto più creativi e quindi molto meno predisposti alla somatizzazione anche di malattie.

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Brescia 17.12.1997

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: i Polmoni Il discorso di questa sera si amplia portando su altri livelli il discorso dell'altra volta, cambiando gli elementi. Noteremo che ci saranno dei denominatori comuni perché sia i reni che i polmoni, sono comunque collegati col sangue: i reni lo purificano e nei polmoni il sangue prende ossigeno, Sia i reni che i polmoni, essendo organi doppi ci riportano al rapporto con l'altro. Cambia la situazione, come vedremo stasera, ma è sempre un rapporto di comunicazione con l'altro. I Polmoni, collegati, come problematica fondamentalmente, sono collegati all'asma e al respiro; poi faremo un piccolo riferimento al raffreddore e alla tosse, legati al naso e ai bronchi. L'importante sarà puntualizzare il senso del respiro, in quanto, già con l'Acqua e con il Fuoco, vedevamo che erano elementi che ci riportavano aspetti della vita, così importanti da essere gli aspetti sacri della vita. L'acqua e il fuoco sono due elementi utilizzati nelle cerimonie, nei riti, nelle religioni, e anche col respiro avremo questo collegamento. Un riferimento potrebbe essere nella creazione dell'uomo che viene reso vivo immettendo in questa struttura il soffio dello Spirito che fa riferimento al respiro, e troviamo, per esempio, che il respiro sarà uno degli elementi fondamentali dell'esperienza meditativa. Dicevamo che siamo sempre, come organo doppio, al rapporto fra io e l'altro, dove l'altro, parlando di reni, diventava l'altro che fa coppia con me; qui l'altro diventerà l'altro ampliato: non più l'individuo, ma gli altri. Con i polmoni, ci ritroviamo comunque con processi collegabili con la circolazione del sangue, con questa vita che fluisce dentro di noi. Nei reni, questa vita si purificava e risorgeva, nuova, pronta per altre esperienze. Nei polmoni prende ossigeno, prende forza e restituisce elementi non più utilizzabili, trovando però sempre nel suo essere doppio, l'organo, la comunicazione fra me e l'altro che è intorno a me o fuori di me. Parlando dei polmoni il riferimento è l’Aria, il respiro. Riprendendo il piccolo schema che avevamo già collocato l'altra volta:

(vedi sotto)


Stiamo percorrendo con questi primi organi … cuore, reni, polmoni, gli organi che ci riportano ai 4 elementi fondamentali: TERRA, ACQUA, ARIA e FUOCO, quindi il FUOCO con il CUORE, l’ACQUA con i RENI e l'ARIA con i POLMONI. Nella simbologia delle carte COPPE è l’Acqua; BASTONI il Fuoco; SPADE l'Aria, DENARI la Terra. SPADE rappresenta il collegamento con la mente, il pensiero. Nell'interpretazione simbolica il respiro viene collegato al fluire: il respiro come mente viene collegato al fluire del sangue; il sangue come il fluire nella tua vita dell'energia mentale. Nel racconto biblico, Dio, nella creazione di Adamo, ci mette dentro il soffio della vita. Il respiro nella sua origine etimologica rappresenta lo Spirito, il respiro come espressione dell'anima. Noi siamo animali razionali. Cosa vuol dire animali? Coloro che posseggono l'anima in quanto posseggono il respiro. Poi uno approfondisce e trova che tutto respira ma in realtà è il respiro come elemento percepibile, tangibile, visibile ce l'hanno gli animali e gli esseri umani; per percepire il respiro delle piante bisogna essere molto percettivi. Siamo animali perché possediamo l'anima, cioè il respiro: l'anima è formata dalla mente più l'emozione. L'Aria è collegata alla mente e qui voi trovate un elemento interessantissimo. Quando si ferma il respiro, si ferma il pensiero: questo è uno dei segreti profondi della meditazione. L'individuo riesce ad entrare in contatto con il proprio SÉ attraverso lo strumento rappresentato dal riuscire a fermare il pensiero: l'elaborazione mentale la fermi fermando il respiro. I più grandi sistemi meditativi presuppongono l'uso del respiro, questo per dirvi il profondo collegamento fra mente e respiro. Sarà un elemento molto interessante da tener presente perché una delle virtù fondamentali legate all'autunno, la sera della giornata, quindi all'elemento pensiero è la virtù della saggezza. Che cosa è la saggezza? è la capacità mentale di valutare correttamente i fatti della vita. Il saggio ha una capacità mentale di valutare la realtà della vita in maniera corretta attraverso


il saper cogliere il vero valore dei fatti: la saggezza, autentica comprensione della realtà, si traduce nella vita con l'esperienza del perdono. Altro passaggio: il blocco, l'infiammazione delle vie respiratorie si traduce con una non facilità di scorrimento dell'aria in entrata e in uscita. La crisi dell'asma è determinata fondamentalmente da un eccesso di accumulazione di aria, non da una difficoltà di inspirazione: è una difficoltà di espirazione. Elemento interessante collegabile con la crisi d'asma sarà sempre il rapporto con la madre. La nostra vita rimane marcata sulla base di quello che potremmo dire … l'inizio di un'esperienza, se non viene rimodellato poi col tempo. Per coloro che vogliono complicarsi un po' la vita: tutte le religioni sono basate sul criterio di darti un rituale che ti permetta di ricreare oggi dentro di te ciò che è accaduto al principio. In fondo la celebrazione delle feste cristiane è il tentativo di riproporre, in un "non tempo" e in un "non spazio", la possibilità di ricreare oggi quello che accade allora. Parlando del Natale, perché le persone sono angosciate? Siccome non abbiamo il senso delle cose che facciamo, alla fine ci pesano. Il nostro principio di esperienza, come vita, qual è? Vivere in un utero da cui attingiamo tutto quello che ci serve e questo continuerà ancora durante il primo anno di vita dopo la nascita. Il nostro primo respiro è la prima affermazione di autonomia. Ecco allora l'elemento del portare dentro, del prendere. In realtà noi continuiamo ad essere contenuti da qualcuno, da qualcosa: il primo anno è la madre, poi il nucleo familiare, si amplia … lo spazio scolastico, poi il rapporto con gli amici, per poi diventare, con l'adolescenza, lo spazio totale. Quindi la nostra vita è vissuta sempre come un qualcosa di limitato contenuto da un qualcosa di più grande. L'elemento di base quale sarà? Che noi tenderemo sempre a prendere: c'è la nostra sopravvivenza. Quando ci stacchiamo dalla madre, noi prendiamo attraverso il respiro, con la necessità, in questo caso, che il nostro prendere dev'essere accompagnato da un dare: inspiro ed espiro, non può esserci solamente l'uno o solamente l'altro. Uno dei concetti di base delle crisi legate al respiro, sarà il principio del prendere e dal dare Ma non è più il prendere e dare del rapporto di coppia, io individuo legato ad un altro individuo, ma sarà io individuo di fronte allo spazio ampio che mi contiene. Ed è qui che andrà collocato quindi l'elemento di riflessione che ci riguarda. Elemento interessante, che nella nostra vita è il passare da un rapporto io-madre a un qualcosa che mi contiene come un utero planetario. In effetti il nostro respiro ci mantiene in collegamento con l'elemento aria che … ci avvolge. Notate l'apparente contraddizione delle crisi di respiro, che spesso dicono crisi d'aria nel senso di mancanza d'aria, … ora se c'è una cosa che non manca è l'aria. Tutta l'esperienza della mancanza d'aria dipende da una forma nostra di collegarci con l’aria: sarà sempre il nostro sistema che si chiude in qualche maniera e impedisce il rapporto con …


E qui siamo arrivati alla precisazione interessante per questa sera: l'elemento respiro quando entra in crisi. Ritroviamo questo elemento di collegamento con la madre perché la madre è la prima concreta realtà esterna con cui noi viviamo questo rapporto fra noi e un qualcosa che ci contiene. Quando questo passaggio, che dovrebbe presupporre il superare il rapporto con la madre e ritrovare lo stesso tipo di rapporto equilibrato con lo spazio più amplio, se questo non avviene …. Quando in questo rapporto con gli altri in generale, dove si colloca quindi tutta la mia vita come esperienza, quando in questo rapporto entra qualcosa che disturba, potremmo avere queste forme di crisi che vanno a toccare il respiro. L'asma è la somatizzazione di problematiche in questo senso. Facciamo un'altra precisazione. Nel respiro c'è l'inspirazione e l'espirazione. Con l'inspirazione porto dentro, accumulo forza, prendo ossigeno, elemento fondamentale per la mia vita. Notare una cosa molto interessante:

se io tolgo questa “N” diventa … ISPIRAZIONE: libro ispirato. I libri sacri sono libri ispirati. Che cos'è l'ispirazione? È un'acquisizione di un qualcosa che si trasforma in un'idea che viene colta dall'inconscio collettivo. Quando tu scrivi, per es., un libro ispirato, tipo la Bibbia che è un libro scritto sulla base di un'informazione data dall'esterno - da Dio, dallo Spirito - psicologicamente non è più l'inconscio personale ma è il mistero collettivo. Quando lo porti ai limiti estremi: Dio. Quindi, l'inspirazione, nel momento in cui porti dentro l'aria, si rifà a quel processo capace di collegarti con lo spazio utero cosmico che ti contiene. Come il bambino è a contatto con il "macrocosmo-corpo della madre", da adulti siamo dentro questo utero cosmico nei confronti del quale ci mettiamo in fase ricettiva …. È come il polmone vuoto che, proprio perché vuoto è ricettivo, e quindi diventiamo capaci di cogliere, di rielaborare, l'idea nuova, ed ecco che si riferisce appunto all'inspirazione: io porto dentro una forza che mi serve. È qua che dovete spiegare il perché della crisi d'asma … siccome mi sembra che mi manchi la vita, per non perderla, la blocco dentro di me. Non è mancanza d'aria, è frutto della mia insicurezza e cerco di prendere quello che penso mi serva, non lo mollo e quindi blocco il fenomeno che invece dev'essere di scambio. Uno degli elementi critici dell'asmatico sarà imparare a dare, perché inconsciamente tende a prendere e a trattenere, interrompendo il rapporto con il resto. L'espirazione in effetti è il momento del respiro in cui uno dà, in cui uno dona, in cui uno è aperto al fluire. E qui potreste collocare certi fenomeni del respiro: lo sbuffare, il sospirare sono quelle le forme di respiro che esprimono emozioni che tu non riesci a verbalizzare. Se tu dici una cosa e la persona sbuffa, cos'è che tu capisci subito? Che la persona non è d'accordo con te. Nell'espirazione noi siamo attivi, nell'inspirazione noi siamo ricettivi. Sarà qui che dovrete collocare le crisi di raffreddore, bronchiti, ecc.: È una forma con cui si tende


ad allontanare gli altri, … "non ti avvicinare, perché non voglio attaccarti il raffreddore"… cioè non ti avvicinare, non essere troppo a contatto con me. Uno degli elementi attivi legati al raffreddore è lo starnuto che, come la tosse, è la forma con cui sputi in faccia all'altro le cose che non dici, ma è un linguaggio simbolico che esprimi per tener lontano. Questo ci accade quando si è accumulato troppo stato tensivo, squilibrio. Non c'è niente come un raffreddore da valutarsi come malattia di purificazione, di liberazione … in cui diciamo agli altri "per un momento lasciatemi in pace". Per guarire un raffreddore? Tranquillità, riposo, isolamento. Puntualizzazione importante: entro in crisi d'asma se sono in crisi di rapportocomunicazione con gli altri, quando ci si sente insicuri, immaturi, non sufficientemente autonomi. Quindi è la dipendenza con la madre, che è il rapporto tipico iniziale dove noi viviamo il nostro stato di dipendenza. Ed ecco allora che sganciarsi dalla madre, vuol dire diventare autonomi, essere libero di fare. La crisi di respiro, è questa mancanza di autonomia, … da un rapporto con la madre, che si rappresenta come rapporto di dipendenza, di insicurezza: per darmi questa illusione tendo a prendere in eccesso perché è come se mi mancasse qualcosa. In questa maniera noi mettiamo a rischio la nostra vita Qualcuno interpreterà, una sfaccettatura della crisi d'asma, il problema della tendenza all'onnipotenza, voler diventare il centro dell'attenzione. Spesso la crisi di respiro è collegata con le allergie che diviene il processo mediante il quale impediamo alla realtà di entrare in contatto con noi; cerchiamo di creare la barriera fra noi e il resto. Perché le allergie sono collegabili soprattutto al momento della primavera? Perché in fondo (la primavera come energia) è il produrre … è dare e quindi blocco. C'è un dettaglio curioso: in un rapporto vissuto bene c’è la perfetta sintonia del respiro dei due che fanno l'amore. Elemento finale. Quando riusciamo a stabilire il contatto con il SÉ, con il centro, non hai più bisogno di quel tipo di collegamento, … poi ti si dirà di ritornare a contatto con il mondo e di ritornare allo scambio. Il discorso generale potrebbe essere un'indicazione molto semplice: le difficoltà, le situazioni di conflitto: saperli verbalizzare, identificare, non vivere facendo finta di …. L'autonomia vuol dire sentirti qualcosa dentro ed esprimerla, avere la capacità di buttarla fuori; avere la capacità di favorire ciò che ci permette di esprimerci attraverso gesti, esperienze, che manifestino la nostra capacità di autonomia, e questo ci aiuterebbe a riequilibrarci in questo senso. Tutto questo dipenderà sicuramente da come funzioniamo a livello di pensiero, quell'elemento di saggezza interna che è capace di esprimere veramente quello che abbiamo dentro.

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Brescia, 28.01.1998

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: il Sistema Digestivo Il tema di questa sera è il Sistema Digestivo in generale e poi i diversi organi che toccano tutto il Sistema Digestivo. Collochiamo questo tipo di riflessione, soprattutto il senso simbolico, collegandolo con quello che abbiamo già toccato. Abbiamo seguito un certo tipo di iter che va chiarito in questo momento conclusivo di questa prima parte. Abbiamo toccato i 3 elementi FUOCO, dell'ACQUA e dell'ARIA … e questa sera ci ritroviamo a riflettere sull'elemento TERRA. Questo ci dà la possibilità di una riflessione estremamente interessante per la visione globale della nostra esistenza che va a toccare organi, aspetti, funzioni dove sono sempre in ballo l'affettività, l'aggressività, il rapporto con gli altri, il rapporto con se stessi. Gli aspetti che vengono toccati sono sempre quelli ma entrano in gioco in maniera diversa. Nella combinazione dei quattro elementi (ACQUA, FUOCO, ARIA e TERRA), ora ci troviamo a parlare del Sistema Digestivo con la Terra. Nel Sistema Digestivo l'organo che lo sintetizza è il Fegato, come centro, ma chiaramente il Sistema Digestivo è tutto unito e coinvolge diversi organi: lo stomaco, l'intestino, il fegato, il pancreas, la cistifellea … e, se uno vuole, c'è la bocca, i denti … c'è tutto quello collegato al rapporto con il cibo. Quello che ci terrei a trasmettervi, è collocare la varia sfaccettatura della nostra esperienza nel sistema globale. Sono in tanti ad avere elementi di somatizzazione: piccoli disturbi di stomaco, chi l'intestino, la stitichezza, la colica … sono somatizzazioni che non mettono mai seriamente in gioco la nostra salute, però sono piuttosto frequenti. Perché? Siccome la perfezione, non esiste,… è chiaro che ognuno di noi ha i suoi aspetti da valutare. Stiamo vivendo un processo evolutivo …. Ci sono cose da apprendere perché ho delle carenze e le mie carenze si manifestano o trovano sbocco in qualche tipo di somatizzazione. Il nostro discorso sarà collocare una sintesi: il nostro corpo va guardato in senso unitario, perché ogni settore finisce sempre per influire anche sugli altri. Riprendiamo ricordando i temi che abbiamo fatto, collocando il discorso che sia globale.

(vedi sotto)


Parlando del CUORE abbiamo sottolineato l'elemento FUOCO, il valore della nostra vita. A livello di ACQUA - i RENI - sottolineavamo invece il grande lavoro dell'emotività collegato a tutto il fenomeno emotivo con l'elemento ombra, percepito generalmente nel rapporto con l'altro, che trova il suo spazio privilegiato per esprimersi nel rapporto di coppia. Nel discorso dei POLMONI parlavamo di MENTE e quindi di PENSIERO. Quindi, i 3 elementi ci riportano a collegarci con i 3 elementi fondamentali della nostra esperienza umana fatta di PENSIERO, EMOZIONE e AZIONE; la dimensioneFISICA, ASTRALE e MENTALE. Sono le 3 dimensioni della nostra esperienza dove si concretizza il senso della nostra vita. Ora, la mia vita dipende da una valutazione di pensiero, che diventa un modo di sentire che diventa la spinta di motivazione, la grande forza di propulsione verso l'azione nella quale poi colgo, o potrei anche non cogliere, il valore di me stesso che è la somma in effetti di tutti e tre. Ed ecco la domanda che approda al discorso di questa sera. In rapporto a che cosa, c’è un sistema di valutazione che diventa un sistema motivazionale che mi spinge ad un'azione? … In rapporto all'elemento TERRA, la mia realtà concreta. Tuo padre che tu hai conosciuto o che non hai conosciuto, tua madre, i fratelli, le esperienze, le persone che conosci, il tuo lavoro, i tuoi colleghi di ufficio, che ti piacciono o che non ti piacciono, quelli che ti aiutano e quelli che ti creano problemi: questa è la tua realtà concreta. Dov'è che io realizzo il valore della mia vita? Per quello che riesco a fare per mia moglie, per mio figlio, nell'ambito del mio lavoro, in rapporto alla concretezza della mia esistenza. Quello che accade nel rapporto fra me e tutti i sistemi, in rapporto alla concretezza della mia esistenza, andrà a toccare tutto il complesso Sistema Digestivo. È l'ipotesi religiosa di coloro che dicono che alla fine della vita saranno sottoposti ad un giudizio di valutazione cosmica che verrà sintetizzata in quello che tu diventerai capace di fare in rapporto ad una realtà molto concreta che ti si presenterà giorno per giorno nello spazio e nel tempo della tua esistenza. Quello che io riesco a fare effettivamente dipenderà da come sento, dal sistema emotivo. Se io emotivamente ti sento con estrema antipatia non mi occuperò di te. Alla fine qualcuno ti potrebbe dire


"ero in necessità, non hai fatto niente per me" e potrebbe risultare un errore non aver fatto. Perché? Tutto perché hai dato un certo tipo di valore all'emozione non positiva. L'abbiamo detto, l'emozione non positiva rappresenta la mia ombra. Presentandosi attraverso l'altro mi sta dicendo "io sono la parte negativa di te che tu hai bisogno di amare, accettare ed integrare". E la valutazione emotiva nasce e viene cavalcata sulla base di una valutazione di pensiero. Partendo dal fatto che nella mia vita mi trovo con una realtà concreta, la mia vita avrà valore sulla base di ciò che io riesco a fare in rapporto a questa realtà concreta. Se la mia vita mi accade senza darmi la possibilità di scelta … significa che la mia vita, il suo senso, ce l'ha in un qualcosa che non mi è dato e non è sottoposto alla mia volontà. Abbiamo due alternative. O la vita è un caos o ha una finalità, un progetto: l'ipotesi da cui noi siamo sempre partiti, è la seconda. E allora rileggiamo il senso della nostra vita sui 4 elementi. Nasci (ACQUA); infanzia, ti formi (TERRA); maturità, ti esprimi (FUOCO); vecchiaia, tiri le conseguenze se la vita ti dà il tempo di farlo (ARIA); e muori (ACQUA). E il ciclo va avanti. Tutta la nostra vita dov'è che ce la giochiamo? Con un sistema di pensiero, un sistema emotivo e un sistema di azione creativa che perlopiù è la realtà che ritrovi collocata lì non da te. Tutto ciò che ti accade a livello di sistema digestivo è dove si manifesta il rapporto che tu hai con questa realtà concreta, con la tua Terra. Quell'elemento Terra che è il tipo di rapporto dei valori che tu stabilisci con tuo padre, con tua madre, con i tuoi figli, con la tua casa, col tuo lavoro … rappresentato nell'esperienza della tua fisicità dal cibo … primo aggancio veramente interessante. Dal punto di vista Terra, ciò che alimenta, … il valore che tu riesci a dare e riesci a vivere nella realtà concreta della tua vita … sarà il cibo per il tuo Spirito. Cioè, noi abbiamo una dimensione fisica e una dimensione spirituale. Ambedue devono essere alimentate attraverso il cibo. A livello spirituale quando tu vai a messa ti creano la situazione perché tu possa alimentarti del Corpo e del Sangue di Dio, per essere tu a tua volta l'alimento di Dio in uno scambio di reciproca alimentazione. Questo vi chiarisce anche il profondo collegamento che trovate fra l'esperienza affettiva e l'esperienza alimentare; ciò che tu vivi a livello affettivo, si ripropone e si realizza spesso con compensazioni nel modo con cui mangi e in quello che mangi. Sei in crisi affettiva? Mangi di più (bulimia) o rifiuti il cibo (anoressia). Nella processo digestivo c'è un cibo che diventa l'obiettivo di quella che è una mia fondamentale necessità di vita. Quando io prendo il cibo e lo faccio diventare parte di me, accade una distruzione della forma nello stomaco, una separazione nell'intestino fra ciò che ti serve e ciò che non ti serve …, quindi ciò che mi serve viene poi rielaborato: sono i tre livelli. Uno tocca direttamente lo stomaco, l'altro riguarda l'intestino, l'altro il fegato. Quello che avviene col cibo è quello che noi dovremmo essere capaci di attuare in rapporto alla realtà concreta della nostra vita. Il cibo è la realtà esterna che mi rappresenta la mia realtà concreta ed io lo posso sottoporre ad alcuni momenti di rifiuto.


Avete mai sentito dire di quelli che vomitano senza aver mangiato? Qui la realtà viene respinta prima ancora di entrare fisicamente in contatto. Il secondo momento di rifiuto possibile, tu lo puoi attuare nella bocca o nello stomaco: appena di questa realtà ne distruggi la forma si evidenziano aspetti più nascosti della realtà e a quel punto … la rifiuti. Un altro momento di rifiuto è a livello intestinale. viene rifiutato attraverso una diarrea. Prima di darti tempo di assorbire, c'è un livello di rifiuto in fase ancora più avanzata. Se passa quel tipo di esame e il cibo ingerito passa ad essere integrato attraverso il fegato e non può più essere rifiutato. A quel punto, se tu integri elementi non positivi, ne paghi le conseguenze. Se teniamo presente che la nostra realtà concreta è fatta di persone, situazioni, oggetti, esperienze concrete, che io mi ritrovo lì senza averle io scelte … questa è la realtà da cui il tuo Spirito può estrarre il cibo per la sua alimentazione. Tu nella tua vita, per realizzare hai bisogno di sottoporre questa realtà concreta ad un sistema di comprensione mediante il quale tu senta di dare il massimo valore a te stesso. Cioè, la tua vita ha il valore per quello che riesci a pensare, per quello che riesci a sentire e per quello che riesci a fare … con tua moglie, tuo marito, tuo figlio, il lavoro … che sono la tua Terra: questo è il senso. Nel momento in cui tu da questa realtà concreta non sapessi estrarre quello che la realtà contiene, non sapessi estrarre la possibilità di un'azione creativa che dà valore a quello che fai, ecco che potremmo ritrovare gli elementi che vanno a toccare il funzionamento del sistema e del processo digestivo. Alcune precisazioni. Lo Stomaco rappresenta la capacità che noi abbiamo di andare oltre le forme. Lo stomaco rappresenta lo spazio dove si può somatizzare la capacità che tu hai di contattare la realtà concreta della tua vita senza farti eccessivamente distrarre, distogliere, disturbare, dalle forme esterne. Cosa vuol dire? Se io mi trovo ad avere, per esempio, una madre “negativa”, devo essere capace di andare oltre queste forme e cogliere che senso ha nella mia vita questa donna per essere mia madre ed io per essere suo figlio. Se non colgo questo senso, cos'è che può accadere? Questa realtà che non accetto a sufficienza la sottopongo ad un'azione creativa eccessiva: mi lamento troppo, alzo troppo la voce. Questo elemento di troppa eccitazione si manifesta con un eccesso di produzione di succhi gastrici. Se questo appare, uno ti dice "sta calmo, rilassati!”. Quindi è come dire: accetta e vivi più serenamente la realtà che stai vivendo. Dove quindi il concetto essenziale è: la realtà concreta che io ho, dovrei diventare capace di sentire che, al di là della forma che ha, è la realtà giusta per me Avete presente quello che dicevamo quando parlavamo dei reni? Una coppia veramente creativa … crea problemi, perché uno si sposa per apprendere: se riesci a star bene … creatività tua. Quindi ecco l'elemento: tutta la mia realtà concreta, per quanto mi crei problemi, diventi la realtà che sono capace di valutare come la realtà giusta.


Processo in avanti. Se lo Stomaco ci ricorda l'aspetto di accettazione, l'Intestino scinde, divide ciò che serve e ciò che non serve. Abbiamo già accennato alla colica o alla diarrea. Di questa realtà, già sufficientemente masticata, dici: "comunque non mi va". E quando la realtà che tu vivi risveglia soprattutto fenomeni di paure … la rifiuti, la espelli immediatamente … con forza. La stitichezza … perché questo trattenere? Riguarda l'Intestino Crasso, il Colon, collegato a tutto quello che può essere lo sterco in generale, che è rifiuto per noi, ma è qualcosa che è di estrema utilità per la terra. Lì c'è l'elemento associativo molto interessante fra sterco e denaro; spesso viene detto che "il denaro è lo sterco del diavolo!”, in realtà una stitichezza andrà a sottolineare l'eventuale presenza in noi dell'avarizia. Ora attenzione, c'è un elemento molto interessante. Il Colon viene associato all'inconscio. Quindi, il trattenere attraverso la stitichezza molte volte è da valutarsi come il tentativo dell'individuo di trattenere quelle realtà che vengono considerate non utili per noi, per la valutazione che viene data dal sociale, ma che noi personalmente vogliamo considerare invece utili. Un esempio. Nella mia realtà personale sono innamorato delle rose; voglio farti un regalo, ti mando un bel mazzo di rose … ma a te le rose non piacciono, a te piacciono i ciclamini . A questo punto cosa faccio? Ti voglio bene, ti regalo il fiore che piace a te! Attenzione La rosa è un aspetto che io considero buono, ma a quel punto la rosa diventa un elemento non buono perché non piace a te. Se io voglio rapportarmi con te, allora le rose diventano la cacca che debbo buttare fuori. Se non la butto fuori divento avaro, cioè egoista, divento colui che vuole trattenere quello che non serve secondo la finalità che si propone. Alla fine, se continuerò a regalarti rose rischierò di rompere il rapporto. Se continuo a trattenere la cacca finirò per contaminare la mia situazione. A livello psicologico, gli errori che fai nella vita … solo utilissimi!, non sono lo sporco da rifiutare perché se tu non avessi cacca da buttar fuori, vuol dire che non avresti portato dentro niente, non saresti vivo. Quindi, la stitichezza ci potrebbe ricordare questa necessità anche di aprirci alla capacità del dare e non dell'eccessivo trattenere. Il dare può essere anche la capacità di lasciar defluire da noi. Diventa un qualcosa che va a toccare la mente. Se gli altri una parte di me lo considerano che non è utile, bignorebbe essere capaci di escludere dalla mia vita questa parte per poter mantenere il valore dell'amore, della comunicazione: non rose, ma ciclamini. Per quello che riguarda il Fegato, qui la situazione è molto complessa per i suoi collegamenti. Il Fegato, sintetizzando, è la capacità di fare, di agire, di affrontare i pericoli. Quindi il fegato ci rappresenta proprio il processo in cui noi, la realtà concreta della nostra vita, arriviamo ad essere capaci effettivamente di trasformarla e renderla parte di noi. Ora, dal punto di vista del funzionamento del fegato vi voglio ricordare che i due grandi errori del fegato, sono la collera e l'invidia. Il collerico è quello che rappresenta la manifestazione di aggressività, di invasione, di espressione di potere sull'altro, che diventa una corrispettiva relazione con il rancoroso, quello


che rivolge l'aggressività mantenendola dentro, diventando quello che ti odia sottilmente dentro e che rimugina dentro. Il collerico è "colui che non si accontenta di ciò che ha". L'aggressività che esprimi è perché pensa di non ottenere quello che pensa di avere diritto di avere o che pensa che gli altri ti debbano dare. In realtà l'aggressività è la forma con cui esprimiamo la nostra non soddisfazione, allora scarichi la rabbia su coloro che pensi responsabili di quello che non ti danno. Provate a pensarci. Con chi urlate? … Con coloro che, secondo voi, non stanno facendo quello che secondo voi è giusto. E questo va semplicemente a disturbare quel processo delicatissimo in cui tu assorbi la realtà che ti serve facendola diventare la tua vita ed è come se tu dicessi: "quello che io assorbo, quello che la vita mi dà, non mi basta, penso che io abbia diritto ad altro”. In realtà è una svalutazione che do alla realtà che possiedo. L'invidia è collegata alla bile, quindi prodotto della cistifellea che serve proprio nella separazione di ciò che serve da ciò che non serve: l'invidioso desidera ottenere quello che non gli appartiene. Concludo, la mia vita ha senso non perché farò grandi preghiere, grandi meditazioni, … la tua vita ha valore se saprai fare la cosa veramente giusta nella realtà concreta che hai lì quotidianamente intorno a te, ma molto concretamente … per tua moglie, tuo marito, tuo figlio, dietro il banco del tuo negozio o dietro la scrivania del tuo ufficio … che è la tua realtà concreta. Vivere correttamente una realtà concreta quando diventa conflittuale, quindi essere obbligati a dover comprendere, ad aver pazienza, a perdonare, ecc., tutto questo è possibile se vivi una dimensione religiosa. Uno degli elementi sicuramente molto espressivi di mancanza di autentica religiosità interiore è l'aggressività, la collera, la rabbia, l'invidia … cioè quegli elementi che sono esattamente in opposizione alla visione spirituale della realtà.

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Brescia, 25.02.1998

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: il Cervello Il tema di questa sera riguarda il CERVELLO, riflessione che va a toccare il punto centrale della nostra esperienza che è la coscienza e parleremo soprattutto di mal di testa, di cefalee, di emicranie. Tornando a quello di cui parlavamo l'altra volta, dove completavamo il discorso sui 4 elementi, questa volta siamo a parlare del 5°, dell'elemento centrale che va a coinvolgere e a sintetizzare un po' tutto il discorso che stiamo facendo. La serata io vorrei portarla su presupposti dove collocare la nostra esperienza in senso globale. In questi primi incontri abbiamo seguito un discorso che, parlando degli organi del nostro corpo e quindi delle patologie collegate, ci siamo collega con i 4 organi, che solo sicuramente, nel loro insieme, quelli che coinvolgono maggiormente tutto il nostro sistema:

... il Cuore con la circolazione, i Reni con tutto il sistema collegato all'acqua, i Polmoni e tutto il Sistema Digestivo. Manca il cervello ed il sistema nervoso che è uno degli altri sistemi fondamentali del nostro vissuto.


Uno degli elementi fondamentali che danno il significato della mia vita - a mia creatività, la mia emotività, a come mi rapporto con la mia fisicità - utto questo trova la sua collocazione dentro di noi attraverso il mio pensiero. Noi parlando di pensiero ... l'avevamo collocato con i polmoni, con l'elemento Aria, ed allora uno dice: “ma il pensiero lo colleghiamo ai polmoni o dove?". Noi la collochiamo qui al centro Attenzione, non parliamo del pensiero, ma parliamo della coscienza ... ed io farei subito una domanda: "che differenza c'è fra pensiero e coscienza?" ... coscienza cosa vuol dire? Vi faccio una Domanda: "esiste la sopravvivenza dopo la morte?" .... tutto il cristianesimo ti dice ... paradiso, purgatorio, inferno, tre collocazione e quindi si crede alla sopravvivenza dopo la morte. Allora ricordatevi, quelli che ci credono stanno affermando che la mente ed il cervello … non coincidono. Perché? Perché stanno affermando che quando il cervello non l'avrai più tu continuerai a pensare. Tu hai la persona che pensa, crede alla sopravvivenza, ma non è cosciente di cosa significa. Quando parliamo del cervello dobbiamo parlare di quello che è il pensiero quando diventa effettivamente cosciente. Quindi una cosa è affermare un qualcosa, un pensiero; una cosa è esserne coscienti. La testa quindi rappresenta quello spazio fisico dove in ognuno di noi deve attuare il principio dell'evoluzione. Qual è l'obiettivo evolutivo dell'essere umano? C’è un principio divino, il SÉ, lo Spirito, l'Essere, ... che non è un principio fisico … che esiste nell'essere umano ed è chiamato a compenetrare l'essere umano attraverso il suo sistema di valori; è chiamato a manifestarsi, a trovare spazio di manifestazione attraverso la mia realtà umana; è chiamato ad accadere dentro di noi come sistema di pensiero che mi faccia pensare come pensa Dio, a sentire la realtà come la sente Dio, in modo d'essere capaci di fare un'azione come la farebbe Dio. Il fare dipende da come senti, il sentire dipende da come pensi. “Cosa farebbe Dio di fronte ad una persona che L’offende?" La reazione è … il perdono. Cosa farebbe Dio di fronte d'una persona che l'offende? La reazione? Non gliene ne frega niente! .... Per il piacere?,… è uguale. Attenzione, il vero perdono che cos'è? Attuare come se non fosse successo nulla, è guardare la persona come se non avesse fatto niente: questo è il concetto. Ora questo per avvenire è importante che il pensiero diventi coscienza e la coscienza, diventi vita umana. Una vita che sia la combinazione dei 4 elementi è la vita del tuo cane, della pianta del tuo giardino , cioè una vita senza coscienza ed è per questo che tutte le religioni ti dicono che alla fine della tua vita tu potresti avere qualcuno che ti chiede ragione di quello che hai fatto, ma al tuo cane no! Principio evolutivo è il principio della coscienza dove quindi la mia realtà dovrebbe essere pervasa da questo sistema di valori e questo dipende dal fatto che io diventi cosciente. La testa quindi rappresenta, attraverso il cervello, lo spazio di coscienza


dove il divino in realtà ha bisogno di passare per diventare colui che pervade, trasforma, l'umano: e questo è lo scopo dell'evoluzione. Già Platone e gli antichi greci, l'avevano utilizzato come spiegazione di perché la testa è tonda in rapporto al corpo che è quadrato: Un bambino quando disegna l'essere umano ... il disegno potrebbe essere questo essenzializzato,

la testa lo fai con il tondo e il corpo con un quadrato. Uno dei grandi simboli egizi dell'evoluzione è questo,

☥ che è esattamente la stessa cosa di un cerchio su un quadrato Quindi, dove il corpo, come quadrato, rappresenta la terra, la materialità; e dove la testa rappresenta lo spazio della materialità dove il divino sa di doversi incarnare ed attraverso cui passare per realizzare se stesso. Alla vita riesci a dare un senso con la capacità che tu hai di formarti un Io che ha un sistema di pensiero autonomo, quindi di conseguenza come sentire e come agire. Nell'uomo la capacità di pensiero cosciente raggiungere la massima capacità di affermazione, dal punto di vista umano, quando diventa così forte e amplia da riuscire a negare l'esistenza divina … da pensare di essere Dio. Nell'evoluzione umana in effetti questo elemento dura solamente un po' di tempo, dopo un certo periodo di tempo l'individuo incomincia ad andare in crisi, sente di non avere questa autonomia reale. Tutta la storia del paradiso terrestre narra semplicemente, in forma mitica, il crearsi nell'individuo di questa coscienza dell'Io. Si dice che il paradiso terrestre esiste Adamo, che è l'uomo inserito nella natura, nella materia, e a cui viene preclusa questa possibilità evolutiva. Con la nascita della dualità è il momento in cui si narra che l'uomo allungando la mano, prendendo il frutto e mangiando di quel frutto ... diventa cosciente del bene del male. Siccome nasce la coscienza, a quel punto diventi maledetto. La maledizione suppone per l'uomo: lavorerai con il sudore della tua fronte .... Ecco la testa; la fatica di gestire la tua vita da solo trovando la tua direzione. Per la donna: partorirai con dolore, perché la testa del bambino è troppo grossa; passata la testa, la donna non soffre più. La sofferenza della donna è permettere che la coscienza dell'uomo attui; che la testa venga alla luce e diventi il principio direzionale della vita. Secondo il mito del paradiso terrestre ... creata la coscienza creato il casino, dice qualcuno - chi è che rappresenta sulla Terra, il raggiungimento


dello scopo evolutivo per cui si risolve il problema evolutivo dell'uomo? … GESÙ. Il nuovo Adamo dicono. Allora attenzione, questo Gesù che realizza nasce da una donna Vergine Immacolata Concezione. Avete mai visto le rappresentazioni pittoriche ... nel momento dell'annunciazione, quando le si dice che lo Spirito scenderà su di lei etc., lo rappresentano con questo raggio di luce che colpisce la testa della madonna, non va a colpire il basso ventre, è come se lei fosse fecondata attraverso la testa, perché è lei che attraverso una sua comprensione dice di sì. Il Cristo realizza effettivamente la questione evolutiva dell'essere umano attraverso la morte. Dio muore sulla croce, sul Golgota, che si chiama anche ... Calvario. Il significato è: il “luogo del cranio” ... e siamo nella testa. Fuori dalla città, fuori dallo spazio fisico del corpo; mentre la parte bassa, rappresenta la materia; la croce; il cerchio (la testa), rappresentano lo spirito, là dove lo Spirito devi realizzarsi. A questo Cristo ... cosa che non avveniva generalmente, però con lui lo fanno ... dicono: "sei re? Allora ti incoroniamo!" ... ed ecco una bella corone spine sulla testa. Dove le spine rappresentano il travaglio doloroso della tua coscienza che deve essere capace di sposare i valori divini e scartare i valori umani ... e lo sapete per esperienza quanto non sia facile. La corona è un cerchio collocato sul tuo cervello, la tua dualità rappresentata molto bene dal doppio emisfero cerebrale. Realizzerai lo scopo della tua evoluzione personale quando sarai capace di reintegrare nell'unità la dualità del tuo essere umano: logica, ragione, con l'irrazionale; il bene ed il male ... rappresentati dal doppio emisfero. Ti dicono "è importante l'istinto”, ma nella simbologia psicologica questo è la tua animalità. Però ti dicono anche: "per gestire bene tutto questo, ci vuole la tua testa, cioè la tua coscienza, che tu sia il cavaliere che cavalca questa animalità, che gli dà una direzione." Ecco, il significato della testa, la testa come quell'elemento che si collega con la coscienza. A questo punto, elemento semplicissimo di conclusione. Quando fa male, perché fa male? Il mal di testa noi lo potremmo dividere in tre aspetti: chi ragiona troppo; chi con la testa si stacca dalla realtà; chi perde la testa. Comunque, il mal di testa rappresenta quando non riesci a dare un ordine a tutto quello che ti accade. Dare un ordine, attraverso la tua testa, è dare una direzione al tuo sistema emotivo dove le tue emozioni diventano una grande forza perché devono essere indirizzate verso degli obiettivi ben precisi. Quindi la coscienza è il modo con cui tu sei chiamato a dare un senso di vissuto equilibrato nel tuo rapporto con quello che ti circonda come realtà. Quando questo non riesce la testa può far male. Quindi, la tua identità non è espressa da quello che tu pensi, ma è espressa da quello di cui tu sei cosciente di ciò che pensi. Esempio. Tu pensi che la sessualità sia qualcosa di giusto, lecito, di attuabile nella vita?. Io penso che tutti diciamo di sì. La sessualità è naturale, però ognuno di noi la vive diversamente. Se io avessi avuto dei genitori che mi avessero insegnato che io posso vivere la sessualità solamente finalizzata alla procreazione ... però trasportato


dall'esigenza naturale che spinge … tutte le volte che la vivo mi sento in colpa. Perché non ho la capacità di negare che la sessualità ci sia, che debba essere vissuta, ma ci sono dei sistemi di valutazione di coscienza che mi dicono, in fondo in fondo, "la sessualità non è buona". Quindi tu hai dei bisogni … che ti collegano al cibo, alla sessualità, agli altri, a tutte quelle che sono le necessità ed i bisogni dell'essere umano. Tutto questo deve trovare nella tua testa una collocazione equilibrata, dove il tutto possa avvenire con soddisfazione per te e mantenendo l'equilibrio con il resto al mondo. La testa perché spesso fa male? Perché è lo spazio di coscienza con cui non riesci a dare una direzione ed uno spazio equilibrato di soddisfazione alle esigenze più profonde. Perché uno dei fenomeni che consigliano, come elemento di soluzione, molte volte, a chi soffre di emicrania, di cefalee frequenti, è un'adeguata e serena attività sessuale? Perché una delle istanze forti che ci provengono dal basso, dalla nostra materia, è l'esigenza, il bisogno, di esperienze legate alla sessualità, legate alla materia … che diventa ... il male. Allora, per semplificare, mi dovesse far male la testa nel senso che non è lo sporadico mal di testa … la testa fa male sì, ma perché si sta rifiutando una certa realtà. Potrebbe essere notevolmente alleggeriti se offrite a voi stessi un buon vissuto sessuale che permette un notevole equilibrio di una delle grandi forze che agiscono dentro di noi e che hanno bisogno di essere vissute bene. Poi, se uno invece riesce a sposare dentro di sé un sistema di coscienza autentico, da suore di clausura o da monaco ... avrà trovato un modo di riciclare l'energia e d essere comunque equilibrato.

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Brescia 25/03/98

Pratica ed Esperienza DI GUARIGIONE: la Pelle Il tema di questa sera è la PELLE, molto interessante proprio per un suo significato particolare soprattutto a livello relazionale. Andiamo un attimo a riprendere il discorso che abbiamo fatto l'altra volta. Abbiamo preso in considerazione da Cuore a Reni, a Polmoni, a Sistema Digestivo ... che rappresentano le 4 strutture fondamentali della nostra macchina a livello organico, ... quindi il Cervello che ci collegava con l'essere coscienti ... se ricordate. Il discorso dell'altra volta creava uno spazio di unità in tutto quello che mi accade, attraverso il mio essere cosciente. Qualunque cosa accada l’accolgo o la rifiuto e quindi, il mio essere cosciente delle cose che mi accadono determina poi la qualità della mia esperienza. Con il discorso della Pelle dovremmo tenere presente questo denominatore comune di questo concetto di unità. Ma facciamo qualche esempio. Nella mia vita posso avere ... un problema di tipo economico. Può essere vissuto in maniera parziale, cioè settoriale, o in maniera globale. Parziale: quando io rientro a casa, tiro giù la saracinesca, ... a casa mia con i miei figli sto benissimo. Se lo vivo in questa maniera potrebbe toccare, come somatizzazione, tanto come esempio, il mio stomaco. Diverso è che io sia in crisi con me stesso, ... perché porto a casa una sensazione di me stesso completamente diversa. Non è più un problema che posso lasciare fuori della porta di casa, è molto più facile che io vada a toccare qualcosa che riguarda il centro, non qualcosa che va a riguardare un qualche tipo di organo specifico. Potrei tornare a casa con un grosso mal di testa per cui vado fuori di testa ... mi altera, mette in discussione la mia totalità. La pelle è uno di quegli aspetti della nostra struttura dove quindi le patologie che toccano la pelle hanno questo denominatore: di essere un aspetto che va a toccare la totalità dell'individuo perché se la coscienza è il centro, la pelle è la circonferenza, cioè la pelle è l'involucro che ti avvolge tutto, è quello che ti contiene, la pelle è lo spazio fisico che contiene il tutto. Sono indici di qualcosa con il quale uno mette in discussione e sente in discussione un po' tutto se stesso, la sua totalità. Questo è un elemento da tener presente per quanto riguarda la pelle. Può essere molto curioso il linguaggio come "vendere cara la pelle", "rischiare la pelle". Quindi, il concetto di pelle è il concetto che ci riporta a quello che può essere la totalità della nostra esperienza. Comunque la pelle esprime due cose: il limite del tuo spazio di vita e rappresenta soprattutto il volto visibile del tuo corpo. La pelle rappresenta il limite della vita nel senso che rappresenta lo spazio relazione fra la tua vita e la vita dell'altro, ... su questo poi collocheremo le patologie.


Quindi la pelle diventa lo spazio che potrebbe essere un blocco di ciò che da te vuol riuscire e un blocco confine da ciò che da fuori volesse entrare dentro di te. E qui avrete un elemento interessante poi per valutare quello che capita. Ultimo elemento dal punto di vista fisico. La pelle rappresenta lo spazio del contatto. Noi la comunicazione la definiamo contatto, ma in realtà “CON-TATTO” ti sottolinea la forma di massima comunicazione che puoi stabilire con la persona, ma solamente se c'è amore o solamente per terapia permettiamo che ci tocchino. È come il denudarsi: tu ti spogli davanti alla persona con cui hai un rapporto affettivo o ti spogli davanti al medico . La pelle ci ricorda quindi questa comunicazione profonda con le persone che giustamente diventa poi il rapporto sessuale: la Bibbia lo definisce il rapporto di conoscenza-integrazione fra due persone. Andiamo oltre. La pelle, vista dal punto di vista fisiologico è il limite fra ciò che è mio dal punto di vista fisico e l'esterno che non è mio, sempre dal punto di vista fisico. Quindi è il mio limite, ma è anche lo spazio di comunicazione fra me e l'altro. Ma la pelle dicevamo ci riporta al concetto di totalità. Quindi tutto quello che viene vissuto come patologia sulla pelle, va vissuto come un qualcosa che se diventa patologico è qualcosa che l'individuo vive perché sente come se fosse messo in discussione nella sua totalità, indipendentemente da quello che è l'aspetto specifico. Ora, normalmente quello che si esprime attraverso la pelle sono pulsioni interne che non riescono ad esprimersi in maniera equilibrata come espressione esterna del rapporto fra me e l'altro. Teniamo presente che in tutto il discorso fatto in rapporto ai polmoni, trovate le analogie qua. Non per niente diverse forme di allergie, che sono anche allergie primaverili che toccano molto a livello di infiammazione anche la pelle, sono accompagnate spesso da crisi d'asma o crisi respiratorie, raffreddori, ecc.. Attenzione ... sia la pelle, sia la questione polmonare, sono processi che esprimono il rapporto fra noi e il mondo esterno. Passo avanti: spesso è ciò che uno vive inconsciamente e che non riesce ad esprimere come coscienza. Per capire bene questo processo possiamo riproporci in questo piccolo schema INCONSCIO quindi parte oscura di noi Io COSCIENTE che è la parte chiara di noi Attenzione, il mio Io in effetti è ciò che io considero che mi appartiene e lo considero come un mio corpo psichico. Il mio Io fa da filtro fra ciò che c'è dentro di me, ma è inconscio, e ciò che io accetto come possibilità di essere vissuto dentro di me. Un esempio. Molti uomini non si permetto di avere dei rapporti sessuali nel momento in cui la moglie fosse incinta: nessuno ha mai detto che sia né dannoso né pericoloso! Ma non se lo permettono o non lo vivono bene perché nella loro coscienza, nella loro identità, c'è anche la paura che questo possa far male al bambino. Quindi, ciò che l'Io,


come pelle di separazione, non permette come passaggio dall'inconscio al conscio, soprattutto quando è una cosa, secondo natura, giusta, si può esprimere con una patologia a livello di pelle. Altro esempio. Un professionista, buon lavoro, buon guadagno ... si trova ad avere un rapporto con una donna più giovane di sua moglie: in famiglia non va bene, si stanno fondamentalmente separando. Ma cosa c'è che l'imbroglia dentro? Che lui, essendo molto religioso, questo se lo condanna e incomincia ad avere delle eruzioni cutanee molto forti e molto disagevoli su quelle parti che gli impediscono di continuare ad avere questi rapporti. La questione è psichica: ciò che mi sta facendo arrossare la pelle è la mia religione; è un aspetto dell'Io. Quindi ... ecco l'elemento. A livello di pelle cos'è che non va in quello che io considero importante nella mia vita come totalità e riguarda quindi il mio Io?, ... e questa è una prima domanda; ma soprattutto, cos'è che non va fra quelle che sono le mie esigenze e come io posso esprimerle all'esterno come vorrei? E lì trovate l'eventuale risposta dove la collocazione della parte della pelle che viene coinvolta potrebbe darvi delle indicazioni ... del tipo: perché l'acne si manifesta soprattutto su certe parti del corpo tipo il volto? Quindi, da dove si manifesta e da come si manifesta, bisogna andare a vedere il rapporto di pressione che c'è fra interno ed esterno, cioè, fra ciò che è mio ed il rapporto con l'altro e quindi … emozioni, sensazioni, bisogni ... che non riesco ad accettare dove quindi troviamo, molti interessante e molto frequente in questo caso, la presenza di blocchi di pulsione legati soprattutto al rapporto con l'altro, ma al rapporto affettivo. Quindi la pelle reagisce ... che sia una questione affettiva, che sia una questione emotiva, che sia una questione di poter amare qualcuno o la questione di poter essere amati da qualcuno, ma è sempre una questione che va a mettere in discussione la tua totalità. Noi a primavera abbiamo una grande festa ... che è la festa di Pasqua, la quale è la festa della vita. Il concetto fondamentale della quaresima di preparazione alla Pasqua, è il concetto di metànoia. È un termine greco e viene tradotto in maniera abbastanza approssimativo con "conversione": grande messaggio cristiano "convertitevi!", cioè "cambiate!". Metànoia nel senso stretto significa "rivoltatevi", è come prendere un guanto e girarlo: ciò che è dentro che sia fuori, ciò che è fuori che sia dentro. In pratica il concetto lo trovate nel cambiare la pelle, cioè rivoltare la propria pelle. Se tu rivolti la pelle significa che fai attuare nella tua vita il valore che è quello vero, che è quello interno; e relativizzi invece il valore che è esterno ... cioè, capovolgi il sistema di valori. Coloro che avessero problemi a questo livello, da questo punto di vista le domande da farsi sono queste: “che cosa dentro di me non riesce a fluire fuori e la mia pelle gli fa da blocco?”; o “che cosa da fuori ha bisogno di entrare in me e la pelle gli fa da blocco?” Da tener presente, che spesso queste forme cosa presuppongono come reazione da parte nostra? ... Il grattarsi. Il grattarsi è la forma con cui tu sei obbligato a


prendere contatto … solamente che in questo caso è prendere contatto come per tirare via quello che fa da ostacolo. Abbiamo accennato a quello che avviene come patologia sulla pelle, ma elementi molto interessanti sono i tatuaggi , il trucco ed anche il vestito, perché diventa la seconda pelle, la pelle con cui ti manifesti, soprattutto certi capi di vestiario diventano l'elemento messaggio. Il tatuaggio rappresenta la maniera con cui cerchiamo di rendere visibile all'esterno, e quindi attuabile, il potenziale di potere energetico, spirituale che abbiamo dentro. Oggi molti tatuaggi sono mostri, sono demoni, sono cose poco luminose, ma è il modo con cui forze interne premono al punto tale che tu, per dare spazio o per non esplodere dentro, gli dai una finestra di espressione all'esterno, il che significa che ... attenzione, che diventano effettivamente energie operative con cui tu poi continui a rapportarti con la realtà esterna; cioè diventano elementi effettivamente attuabili, attivi, forti. Quindi, la pelle è il modo e lo spazio dove ciò che io ho dentro si esprime fuori e dove il volto chiaramente è l'elemento privilegiante in questo. Allora, truccarsi ..., il truccarsi molto, quel trucco che molte volte tende a nascondere completamente la realtà effettiva della tua pelle, ecc., è una forma con cui noi potremmo non star vivendo bene la nostra realtà, ma abbiamo bisogno di coprirla, di camuffarla, di modificarla. In realtà spesso il trucco diventa il modo con cui la donna risponde non a se stessa, ma agisce sempre nella funzione di rendersi appetibile .... E lì chiaramente anche l'uso dei profumi entra nel discorso del tipo di rapporto che si stabilisce con le persone, e in gran parte può diventare il modo con cui tu, insoddisfatto di quello che sei, ti modifichi per sembrare quello che non sei. Ed ecco allora la grande tendenza del trucco spesso usato per nascondere la ruga, perché la tua vita scrive su questo libro visibile e quindi è il modo con cui uno, praticamente, nasconde la propria storia. È il mito dell'eterna giovinezza ... la vita è vissuta con la tendenza a non invecchiare mai, essere sempre belli secondo dei criteri che non rispettano assolutamente la vita stessa e quindi in fondo è il profondo rifiuto alla morte. Giustamente a Carnevale ci si trucca per rendere visibile all'esterno realtà che uno in fondo nasconde dentro, col vantaggio di sottoporla a una rielaborazione e quindi anche ad un possibile cambiamento.

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Brescia 22/04/98

Pratica ed Esperienza di GUARIGIONE:

gli Organi Sessuali Il tema di questa sera è l'ultimo sugli organi: questa sera concludiamo con gli ORGANI SESSUALI che sono quell'aspetto, a livello organico, dove non ci ritroviamo più tutti uguali, ma dove l'umanità rimane divisa in due con delle caratteristiche diverse, con delle funzioni diverse e quindi con una doppia modalità di esperienze molto peculiari ed anche molto problematiche, da un altro punto di vista. La sessualità è uno di quegli aspetti che può essere vissuta, come energia, nella maniera amplissima, il cui significato dovrà essere riassunto nel concetto della creatività. Molti autori e molti che riflettono sul tema dicono: "c'è molta libertà di attività sessuale, ma c'è molta poca libertà sessuale vera." Quindi, in realtà, c'è molta libertà per attuare tecnologia sessuale, ma non c'è molta comprensione e molta profondità di comprensione dei significati che questo aspetto nasconde. E non è un caso, quando andiamo a toccare un organo o le funzioni di questo organo, la riflessione e le interpretazioni delle patologie che possono accadere, collegate con questo organo, che troviamo il suo significato in rapporto a quella che è la finalità dell'organo e che funzione ha nella struttura unitaria del nostro corpo. Ci aiuta a capire il senso della patologia, del fenomeno malattia che va a toccare questo organo, parlare sì di organi sessuali che riguardano un qualcosa che coinvolge tutti gli esseri umani, ma gli esseri umani a questo punto si ritrovano divisi in due settori: organi sessuali al Maschile e organi sessuali al Femminile. Ma, nel concetto globale, la funzione di questi organi, qual è? Gli organi sessuali sono quell'aspetto, che ci riguarda dal punto di vista organico, mediante il quale noi possiamo procreare. La cultura cristiana, affermerà quasi tassativamente il fatto che tu devi dare a questa esperienza, quando tu te la volessi permettere, la finalità della procreazione. Uno degli aspetti interessanti della sessualità è che è una di quelle forze che ti travolgono. In certi momenti è lei che ti fa fare quello che tu non vorresti fare o, se non altro, spesso non è così controllata come tu vorresti. Per noi sta diventando molto importante tutto ciò che diventa realizzazione personale, siamo persone sufficientemente sensibilizzate per dire "ragazzi, ho i miei diritti, una


mia individualità." Tenete presente che il concetto di sopravvivenza è uno dei grandi concetti che domina l'umanità a tutti i livelli di tutte le individualità esistenziali. Pur crescendo in quella che è l'affermazione della nostra individualità, non sarà facile che l'individuo si stacchi da questa esigenza di fare qualcosa per la sopravvivenza di quella che è la specie. Ci sarà sempre una forza che in molti strati delle persone le porta ad unirsi sessualmente in una maniera che può essere poco controllata ... e tutto questo obbedisce a questa esigenza. Ma … il fatto della procreazione non è la finalità che esaurisce tutto quello che è il discorso della sessualità umana. Tanto è vero ... che nel concilio Vaticano II è stato definito che lo scopo primario della famiglia non è più la procreazione, ma è l'unione dei coniugi. Quindi, quando noi andiamo a riflettere sulla sessualità, questo è l'elemento fondamentale su cui dobbiamo soffermarci. L'attività sessuale ... chi più chi meno, siamo tutti coinvolti in questo … l'attività collegata a questi organi è da interpretarsi alla luce di questi due aspetti: o la procreazione biologica oppure l'unione dei due. L'unione dei due coniugi può essere presa come grande obiettivo. Indubbiamente l'energia sessuale è la grande energia che noi possediamo. Spesso vivere una grande dimensione creativa artistica o a livello professionale, porta nell'individuo un notevole abbassamento di vissuto sessuale, e molti si sono fatti la domanda: “perché?” E la risposta è che indubbiamente l'energia è sempre la stessa e quando tu un'energia la ricicli in una direzione, spesso viene svuotata l'esigenza di doverla vivere nell'altra direzione, ma l'energia sessuale è sempre la creatività. Ora, tutto questo discorso dell'unione dei coniugi perché diventa un obiettivo così importante? Qualcuno ha definito: "l'atto sessuale è il momento di esperienza in cui si ricrea la divinità." All'inizio c'è l'Essere Umano. né maschio, né femmina ... all'inizio c'è l'Uno. Se noi andiamo a vedere la Bibbia all'inizio, la creazione del mondo viene fatta in due maniere: la prima maniera è quella classica dei sette giorni, la seconda maniera sottolinea alcuni aspetti che possono essere molto interessanti. Allora, dopo quella prima creazione, nel cap. 2 il testo incomincia così:

Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo e faceva salire dalla terra l'acqua dei canali per irrigare tutto il suolo; allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.


Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi colloco l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare del suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Poi il testo parla di 4 fiumi che scorrono ecc. e prosegue con …

Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse. Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare,

perché,

quando

tu

ne

mangiassi,

certamente

moriresti".

Poi il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile". Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, ... Ma vede che l'uomo è solo. Allora …

Il Signore Dio plasmò con la costola che aveva tolto all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse: "Questa volta essa è carne della mia carne è osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo e stata tolta". Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Attenzione, all'inizio l'uomo è Uno, dove Maschile e Femminile sono riuniti in una struttura unitaria, ermafrodita nel senso che non vive la differenziazione del Maschile e del Femminile. Quand'è che ognuno di noi era ermafrodita, da questo punto di vista? Nella primissima infanzia, quando il bambino piccolo non ha assolutamente questo tipo di problema. Ma per questo uomo Uno c'è una proibizione: "non hai la possibilità di accedere alla conoscenza del Bene e del Male.” Quando avviene la differenziazione? Parlando di organi sessuali c'è un modo di essere umano che è maschile e c'è un modo di essere umano che è femminile. Avete presente lo schema dell'essere umano con la croce, con i 4 elementi, con i primi 4 apparati organi ecc., ... l'esistenza della vita avviene nella forma di esistenza di una duplicità di individui e gli organi sessuali ci ricordano queste cose. Siccome la finalità dell'essere umano è l'unità, cosa avviene? L'unione dei due ricrea un'unità evolutivamente più avanzata la cui differenza potrebbe essere la differenza fra un seme ed una pianta cresciuta ... Il seme è un potenziale, è una totalità in potenza; la pianta è una totalità in espressione: è il destino dell'essere umano. Vi faccio notare una cosa. Dopo che i due si sono separati, abbiamo un ADAMO (*) come espressione dell'unità, e Adamo (°) a cui manca una


costola, ed è una bella costola ..., non è che gli hanno tagliato le unghie! È una cosa molto importante, non è lo stesso ADAMO (*): questo Adamo (°) è metà; quello (*) è un intero. Una cosa molto interessante è quando dice

[…] la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli gli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; […] A quel punto avvengono le maledizioni ... “fuori di qua!” E se ricordate c'è questa osservazione enormemente interessante, cap. 3:

Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e di vestì. Il Signore Dio disse allora: "ECCO L'UOMO È DIVENTATO COME UNO DI NOI, PER LA CONOSCENZA DEL BENE E DEL MALE […]”. Quello che hanno fatto in realtà, è qualcosa che li ha portati avanti. ADESSO SONO

COME UNO DI NOI, CONOSCONO IL BENE ED IL MALE. Ed ecco allora l'elemento, un atto sessuale, se vogliamo valutarlo per quello che veramente è, è il momento in cui si ricrea la divinità, nel senso che quando noi parliamo di sessualità, noi parliamo quindi di questa grande forza di attrazione reciproca fra l'uomo e la donna, per ricreare quell'unità da cui derivano: ecco questa forza di attrazione. Tutto questo, rapportato al nostro quotidiano, cosa vuol dire? La sessualità è quella maniera di essere energeticamente complementari, che vuol dire essere fondamentalmente imperfetti, insufficienti. Cosa vuol dire essere Maschile? Cosa vuol dire essere Femminile? Vuol dire che non basto a me stesso! Fare esistere un altro essere umano è la prima forma di creatività che dà un valore fondamentale alla nostra esperienza, tanto è vero che molte persone si sentono realizzate, fondamentalmente, mettendo al mondo dei figli. Siamo creativi, ma per essere creativi bisogna essere in due: uno e l'altro si debbono ritrovare. Dove, a livello fisico, abbiamo la sessualità fisica. Ma il ritrovarsi a livello fisico è solamente uno degli elementi, limitati, di quella che dovrebbe essere l'unione globale dei due esseri perché l’unione-matrimonio di due esseri, dovrebbe attuarsi su tre livelli diversi: Fisico, Emotivo e Mentale. Ed è il concetto che abbiamo trovato nella Bibbia " […] l'uomo […] si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne.", dove carne significa un'unica realtà. Ed è l'obiettivo che tende a riunire questi opposti che si sono divisi, dividendo un'unità. Ecco la sessualità: gli organi sessuali ci ricordano prima di tutto la nostra insufficienza. Qui entra tutto il discorso mistico, il discorso religioso, del perché l'unione fra due persone sia stata, da tutte le grandi tradizioni, sacralizzata come “religiosa”. Questa unione totale fra i due avviene attraverso che cosa? ... Quand'è che l'unione fra i due crea veramente unione, veramente fusione, veramente compenetrazione?


DD nell'orgasmo? GiBi no! DD col matrimonio? GiBi no! Quanti si sono sposati in chiesa con tante benedizioni e non c'era unione tant'è vero che si sono separati subito dopo! DD con l'amore … GiBi con l'amore! ... Mamma mia che scoperta! Io emotivamente riesco ad andare d'accordo con mia moglie che sente le emozioni in maniera completamente opposta alle mie … quando fra noi due c'è amore. Attenzione che andiamo verso il problema di questa serata! Quand'è che mi ammalo a livello di organi sessuali? Quando io donna non accetto l'uomo ed io uomo non accetto la donna: non accetto l'essere diverso da me. Perché, in due maniera diverse, l'uomo e la donna sono chiamati ad essere disponibili, ma la donna da donna e l'uomo d'uomo: la donna al passivo, l'uomo all'attivo. Quando la donna vuole essere attiva (da uomo), rischia di mettere in crisi il suo utero, il suo seno, il suo apparato genitale o l'apparato materno, se volete. La donna è quella che deve essere come la terra che accoglie. Quando questa accoglienza non c'è ... Perché oggi le patologie a livello di organi sessuali sono molte più alte nelle donne che negli uomini? Perché la struttura attuale sociale, politica, economica, tende a portare come grande valore di emancipazione per la donna diventare, ragionare, comportarsi … come un uomo. Ma ecco l'elemento importante. La sessualità ci richiama a questa necessità di complementarietà ricordando che, quando l'AMORE è a lettere maiuscole, ad ognuno di voi diventa possibile accettare la propria insufficienza ... La sessualità è quella che ti ricorda radicalmente che tu non potrai mai bastare a te stesso. Per illuderti di bastare a te stesso dovrai negare metà della realtà ... e hai creato il primo presupposto per tutta una catena di insuccessi esistenziali. Ed ecco allora l'elemento importante: per capire come ami, il sesso fatto bene è un punto di partenza, ma è un punto di partenza molto piccolo!, perché si deve integrare ed è chiamato ad integrarsi in un aspetto molto più amplio. Quindi, tutte le patologie vanno ad identificare un non vivere correttamente, un non vivere serenamente la propria funzione Maschile o Femminile. Dove per il Femminile è la grande capacità di non attuare giudizio di rifiuto su chi ti sta di fronte. Dura è! Dall'altra parte abbiamo il Maschile attivo che dovrebbe essere il potere chiamato ad essere “potere di servizio". Forte sì, ma forte per te ... non su di te! E siamo pari. Chiaramente qui ci può essere tutto il discorso femminile molto interessante come nel momento in cui la donna diventa madre, spesso va in crisi su quella che è l'esigenza a


livello sessuale perché la donna ricicla molto in senso materno. Se la cosa non viene capita, non viene affrontata, non viene dialogata, lì sono nate la begate di molte separazioni. Ed allora il mio far l'amore fisico, il mio incontro emotivo con te, la mia sintonia mentale con te, deve essere soprattutto, tanto o poco che sia, finalizzata al fatto che io e te diventiamo capaci di ricreare questa unità: questo è il figlio che dovrebbe nascere, cioè la risultante dell'integrazione fra te e me. E quindi è in questa luce che vanno rielaborate tutte le riflessioni che posso fare su quello che mi capita sessualmente, che mi capita a livello di organi sessuali e di come me li vivo e di quelle che possono essere le difficoltà che posso aver vissuto. Tenete presente che lasciarsi andare, accettare l'altro, accettarne la diversità, è un'esperienza molto assimilabile all'esperienza di morte, perché in fondo uno muore a se stesso; che diventa in questo caso non la morte fisica chiaramente ma la paura della morte che va a toccare aspetti della nostra identità ... che in questo caso diventa reazione di rigidità, di difesa, di rifiuto. In pratica il mio timore è che tu mi schiacci, tu mi uccida ... ed è reciproca la cosa. E concludiamo il discorso. In questa esigenza di disponibilità sia la donna che l'uomo, tutti e due, hanno bisogno di mettersi al servizio, cioè di essere disponibili, di essere aperti ... in modalità diverse. Ma poi giustamente, se fra i due comunque c'è dialogo, c'è vero dialogo, c'è vera disponibilità a confrontarsi … le cose andranno sicuramente bene, si riuscirà a farle andare comunque il meglio possibile, evitando grossi problemi.

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Brescia, 27/05/98

Pratica ed Esperienza di GUARIGIONE:

il Tumore Il discorso di questa sera è molto interessante in quanto è una patologia molto diffusa. Le due grandi malattie, cioè la metodologia che inconsciamente l'individuo sfrutta per il passaggio, per la morte, sono l'infarto ed il cancro. Dell'infarto ne abbiamo già accennato quando parlavamo del cuore. Questa sera prendiamo in considerazione non tanto una patologia che va a toccare un organo, ma andiamo a sottolineare la simbologia di un fenomeno, così come andremo a riprendere il prossimo mese un'altra patologia che non è così diffusa come i tumori ma comunque rimane una delle grandi patologie che spaventano oggi ... l'AIDS. Una delle domande che ci si pone è "perché il sistema immunitario non agisce contro le cellule cancerogene?" Il perché è molto semplice: l'organismo umano, da quando nasciamo, produce cellule cancerogene anche di tipo maligno, solamente che l'organismo le elimina … fino a quando prendono il sopravvento. Uno degli aspetti importanti di questa sera è che certi fenomeni esistenziali indeboliscono il sistema immunitario e quindi il processo tumorale può prendere il sopravvento e si sviluppa. Il sistema immunitario non agisce contro questo processo perché la cellula cancerogene è una cellula perfettamente normale, è il criterio di funzionamento della cellula che non è normale. Il fondatore di Riza, Oreste Speciani, dice: “Quando un uomo ed una donna fanno l'amore, la cosa più improbabile è che nasca un organismo umano dalla loro unione. Che cosa dovrebbe nascere in termini di maggiori probabilità? La massima probabilità di uno sviluppo da quella cellula è un cancro!” Lo sviluppo dell'individuo è uno sviluppo che dovremmo quasi considerarlo anomalo. Perché - lui spiega - quando una cellula si sviluppa, produce sempre cellule uguali a se stessa. Nell'uomo da una cellula viene fuori il rene, viene fuori il fegato, viene fuori il sangue, viene fuori il sistema circolatorio ... si differenzia. E conclude: “questa è una anomalia nella natura”. Cioè, la cellula lasciata a se stessa si moltiplica sulla falsariga di un cancro. Per coglierne la chiave, il tumore è una moltiplicazione di cellule ... normale, dove l'anomalia non è il modo di proliferare, ma il comportamento in rapporto al tutto.


Un altro autore – Dethlefsen in "Malattia e Destino" - pone una frase molto forte, dice: "molte persone muoiono di cancro perché la gente vive come un cancro". Sarà l'elemento su cui dovremo lavorare stasera: come si comporta un processo che noi definiamo cancro? Perché nasce? Com'è il suo sviluppo? Sarà molto importante capire il processo e non drammatizzare. In una conferenza dei coniugi Simonton - lui è oncologo, lei psicologa sull'atteggiamento o attitudine dei malati di cancro e le cui idee sono ancora validissime oggi, viene evidenziato che l'aspetto mentale diventa un elemento fondamentale. Un amico al San Raffaele a Milano diceva: "salvo un settore di tumori che vanno a toccare specificamente il sangue, l'uso della kemio terapia non dà assolutamente nessun vantaggio in più di chi non la usa, anzi qualcuno usando la kemio terapia si è fatto del danno.” E una delle domande che molti si fanno è perché ci siano ancora tante strutture e tanti medici che ... “kemio terapia sì, e guai a non farla”. Tutto questo per dire che siamo di fronte ad un processo che denuncia altri aspetti interessanti del come noi viviamo la vita: e la prima domanda può essere ... parliamo di tumore, che cos'è, in effetti, questo fenomeno?, dove una delle caratteristiche fondamentali da tener presente è che non sono cellule anomale, che possono essere identificate dal tuo sistema immunitario come nemiche ma è una proliferazione che segue la legge della normale proliferazione cellulare, ecco perché Speciani dice "da due che fanno l'amore quello che noi potremo aspettarci con più logica da una cellula uomo che si crea in quel momento, è che nasca un tumore". Ora, qui c'è un elemento molto interessante. Chiamatele come volete: ribelle, disobbediente, impazzito … l'anomalia del tumore è che sono cellule che hanno un comportamento in contrasto con le finalità dell'organismo. Comunque, elemento molto importante che Speciani sottolinea: "perché si sviluppa un organismo da quella cellula e non si sviluppa un cancro?" Lui dice: perché quella cellula evidentemente viene inserita in un principio organizzato", cioè in una struttura che la contiene e che gli dà senso. E lui stesso, lui parla dal punto di vista medico, dice: "se una cellula così non si sviluppa secondo i canoni normali, significa che questa forza che organizza tutto il processo va indubbiamente pensata fuori dalla cellula e non dentro; che contiene la cellula e che permette quindi alla cellula di avere un suo obiettivo. Dal punto di vista medico ci stanno dicendo che tutti i fenomeni che ci accadono, accadono in un complesso energetico umano che non si esaurisce nella struttura fisica, ma c'è un SÉ, c'è un qualcosa che va al di là e che contiene il processo fisico e che finalizza il processo fisico verso un certo obiettivo. Questo è molto interessante, perché c'è il presupposto di trovare, da un punto di vista strettamente scientifico, un aggancio con


quella che può essere invece un'affermazione strettamente religiosa, strettamente filosofica. Quindi si parla di una cellula che si differenzia, perché c'è questo principio organizzatore. Quand'è che si sviluppa un processo tumorale nel nostro sistema? Quando qualche cellula dentro di noi risulta essere sufficientemente forte da andare contro il principio di questo organizzatore. Ma quand'è che accade questo? Dethlefsen in "Malattia e Destino" dice: il processo tumorale per capirlo bisogna inserirlo in un'analogia: uno stato crea delle leggi che permettono ad una pluralità di individui di convivere nel rispetto di una finalità della struttura grande. Ora, uno stato presuppone la sua sopravvivenza anche nella possibilità di convivere con individui in contrasto. Se questa percentuale di individui è sufficientemente controllata, lo stato li gestisce sopravvivendo; quando questa percentuale di contrasto diventa troppo forte o troppo numerosa … o muore lo stato o bisogna far fuori loro. Il tumore va capito in questo senso: ci sono cellule che costantemente producono cellule in contrapposizione. Quando l'organismo non è più capace di controllare il fenomeno, il processo può prendere il sopravvento ed ecco si sviluppa quello che poi diventa per noi il cancro o il tumore che può mettere a rischio la sopravvivenza. La domanda interessante è questa: "perché il sistema globale cede?" Speciani fa un elenco nel suo libro, parla: di tensione; di perfezionismo; di problemi emotivi; di genitori esigenti; tendenza alla chiusura, all'introversione, l'incapacità di esprimere la collera, rabbia. Simonton parla di: auto commiserazione, non valutarsi molto bene, la propensione al risentimento; introversione; la difficoltà di scaricare la rabbia e per ultimo cita ... la scarsa capacità nello stabilire e mantenere per lungo tempo una relazione significativa con gli altri. La moglie invece cita i campi della nostra esperienza come la perdita del senso della vita, il matrimonio, cioè il rapporto di coppia, auto commiserarsi, un'immagine di se stesso come fallito, sottolinea molto l'immagine di se stessi collegata però al lavoro, e, come ultimo, cita il pensionamento. Uno dei fenomeni tumorali più frequenti, femminili: seno, utero, apparato genitale … è il periodo dell'ipotetico pensionamento della donna ... "pensionamento femminile", sessuale ... Ma perché uno si autocommisera, si svaluta, entra in tensione? Tutto questo avviene quando uno perde il vero contatto con se stesso ... quando il pensiero razionale umano perde il suo cuore. Quando perdi il senso delle cose che fai, quello che si somatizza va a toccare il cuore, ma quando il pensiero umano nega con forza una parte di sé, e non trova quindi il modo di esprimersi, facilmente si somatizza un tumore. È molto interessante che spesso non si usa neanche il termine, si dice "ha un brutto male", perché è associato al momento di pericolo della vita, cioè alla morte e quindi


crea nel paziente il rifiuto della morte per cui anche di fronte a fenomeni molto evidenti di gravità, l'individuo pensa di guarire. Una teoria ipotizza che il processo tumorale venga vissuto ed elaborato nell'organismo come un processo di rinascita, non come un processo di morte. Lo definisce così un autore: "dal punto di vista simbolico è un tentativo disperato - il cancro - di rigenerare un individuo che sta vivendo uno stato di morte profondo nel piano inconscio". Quindi il tumore potrebbe rappresentare un tentativo di rinascita che l'individuo attua per contrarrestare lo stato di morte che precede. Cioè, è morto in quella parte di sé che non riesce ad esprimere e il tumore è il tentativo di rinascere. Difatti qualcuno parla di questo aspetto generativo, come se fosse un parto, un tentativo sbagliato, ribelle, ma un tentativo di rinascita. E questo spiega perché in effetti c'è questa presenza di rifiuto apparente della morte nell'individuo, che è semplicemente l'individuo che sta cercando di crearsi uno spazio di vita, di affermazione della vita. E questo spiegherebbe alcuni fenomeni dove l'individuo guarisce dal tumore nella misura in cui riesce a ricrearsi nuove prospettive di vita. Una riflessione ... il centro della vita a livello inconscio è il cuore, mentre il centro della vita vissuta a livello cosciente è la tua testa dove tu sei chiamato a diventare cosciente del tuo progetto. Ed è lì che tu elabori il senso della tua vita. Oggi la considerazione della nostra vita è molto repressiva, non ci è permesso assolutamente di vivere pienamente e liberamente le nostre emozioni: proviamo a pensare quanto si vive di maschere. Noi siamo condizionati da un sistema di pensiero che ci obbliga a reprimere, quindi non possiamo esprimere liberamente e tanto meno vivere quello che sentiamo. Ma quanti a livello personale, là dove non c'è niente che ti impedisce di viverti pienamente, non se lo permettono? Esempio classico: la sessualità nella coppia dove non ci sono remore di qualcuno che ti venga a dire cosa devi fare e cosa non devi fare ... lì, sei tu di fronte alla persona a cui dici di voler bene. Dei grandi bisogni della nostra vita, l'istinto rappresenta quelli fondamentali. L’istinto è quella forza profonda, naturale a cui bisogna assolutamente dare risposte e dove entra anche il bisogno sessuale. Il buon padre Vannucci, in uno dei suoi libri migliori "Mediazioni Cristiane", in una riflessione dice "Dio è l'istinto più fondamentale dell'uomo", al di là dei bisogni fondamentali della vita pratica, umana, materiale, è l'istinto che crea il bisogno interiore di saper dare un senso alle cose che facciamo. A cosa facciamo riferimento noi per tentare di dare un senso accettabile alla morte o alla malattia o ad un handicap ... a Dio. In effetti è il grande istinto che abbiamo dentro: abbiamo bisogno di darci delle risposte accettabili a processi di esperienze che creano sofferenza e che quindi tendiamo a rifiutare. Tutti questi aspetti rappresentano quei settori di vita che tendiamo a rifiutare con un sistema di pensiero


che ci ha abituato a cacciare giù aspetti molto importanti della vita. Quando questo processo diventasse troppo forte, lì si crea il presupposto del processo tumorale. Quando io non accetto pienamente parti di me stesso, non accetto di vivermi dei bisogni e quindi non ne parlo, non li rielaboro ... cosa avverrà in me? Che non mi fiderò molto di me stesso ed allora incomincio ad avere un'immagine di me stesso che non è molto brillante: uno degli elementi citati come predisposizione nei malati di cancro. Fai fatica a mantenere il collegamento di rapporto con gli altri? ... È chiaro, perché avere degli amici vuol dire esprimere quello che sei. Sono tutti elementi di comportamento esterno che presuppongono che in noi c'è la frattura. Quindi il cancro in realtà è una parte di te che siccome non viene valutata, non viene considerata e non trova spazio di esistenza, si ribella e si crea uno spazio di esistenza aggressivo. Passo indietro. Perché la medicina tradizionale è così aggressiva verso il cancro da attuare terapie che non migliorano il processo ... tipo la kemio? Perché si attua nei confronti del tumore quello che il tumore sta attuando nei nostri confronti, è un processo aggressivo che vuole affermare se stesso contro il sistema … ed il sistema sei tu. Sempre in "Malattia e Destino" l'autore fa questo riferimento: lo stato di fronte a un delinquente può attuare il sistema repressivo o il sistema pedagogico. Il sistema repressivo è quello che castiga; il sistema pedagogico è quello che cerca di assorbire la cellula ribelle: è quello che noi dovremmo fare. Cosa fa un tumore? Determina la morte dell'organismo che determina la sua morte! Noi a livello personale e sociale com'è che tendiamo a funzionare? Usare tutto ciò che ci è disponibile ... per alimentare noi stessi. Perché siamo così sensibilizzati ecologicamente? Perché abbiamo contaminato, usato la natura come spazio di espansione nostra. Non m'importa di sporcare l'aria, purché io possa guadagnare: è il processo tumorale. La malattia è molto diffusa perché corrisponde ad un comportamento molto diffuso. E "Malattia e Destino" conclude il suo capitolo in maniera bellissima: in effetti questo modo è esattamente il modo di vivere in maniera ... diciamo sbagliata … l'amore. Nel tentativo di affermare l'amore verso noi stessi, non ci ricordiamo che l'altro ha diritto allo stesso amore ... e il cancro, è il processo che non rispetta il diritto dell'altro, cioè perde il senso del "tu" ed occupa il suo spazio. L'autore conclude dicendo "il cancro rappresenta proprio un sistema di amore degenerato. Ecco perché dice - il cancro, come processo, ha paura solamente del vero amore.” Essendo il cuore rappresentativo dell'amore, è l'unico organo che il cancro non riesce ad intaccare. Se avessimo un processo tumorale in atto, l'ideale sarebbe proprio reagire creandoci spazi nuovi di vita perché, come qualcuno dice, "non c'è una cura del cancro". È inutile


dedicarsi a tentare di distruggere in noi tutte le cellule cancerogene perché intanto il corpo le riproduce costantemente. L'importante è ridare una finalità alla tua vita. La miglior cura preventiva è avere entusiasmo per la vita. Aiutare qualcuno che ha un processo tumorale, è fargli riscoprire il gusto della vita. I Simonton tentano il coinvolgimento psicologico con l'individuo, hanno colloqui sull'atteggiamento del malato verso la propria malattia, puntano molto sul responsabilizzare il malato. Come dire, se il processo ti accade, ha qualcosa a che vedere con te, vai a scoprire quello che tu potresti aver vissuto e che potrebbe aver determinato il terreno dove poi questo processo si è sviluppato - loro dicono - in un periodo fra i 6 e i 18 mesi prima della diagnosi del cancro. Ma dopo questo dialogo di responsabilizzazione dal 50 al 60% dei pazienti non tornano più, vanno altrove. Noi siamo disposti a pagare qualunque cosa, ma non a fare un po' di sforzo per mettere in critica il mio modo di affrontarla la vita". Direi che, senza aspettare che ci capiti qualcosa per pensarci, sarebbe molto importante che noi ci facessimo delle riflessioni preventive, cioè da subito, e dare un senso alla nostra vita è saper dare un senso al positivo e al non positivo della nostra vita; cogliere quando noi stiamo reprimendo, quando stiamo vivendo una situazione che è mortificante. Quante volte ci sono persone che hanno la mortificazione di fare le casalinghe, quanti di noi possono trovarsi ad essere obbligati ad un lavoro in modalità che non ci corrispondono. Sarebbe interessante imparare, come prevenzione, a parlare di queste cose, a "sapersi lamentare". E questo è interessante: imparare a farlo prima che vi capiti di avere un processo tumorale. DD

Un padre Vannucci o un padre Turoldo ... sono morti di cancro. Dov'è allora il

collegamento nel loro caso? GiBi

anche una persona molto avanzata nella comprensione di certe cose può

comunque lasciare degli spazi irrisolti. Mi hanno raccontato di un padre Pio molto aggressivo con le donne. Quando diciamo santità, non è detto che tutti i settori della vita siano integrati perfettamente. Dove pensate che si possa collocare, da questo punto di vista, il concetto di reincarnazione se non nel fatto che ci ripropongono altri settori per una perfezione globale? Chiaramente, il vero santo chiude gli occhi e se ne va abbandonando il corpo sano come era, ma chi fa questo?

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Brescia 17-07-1998

Pratica ed Esperienza di GUARIGIONE:

l’AIDS Parlando di simbologia delle malattie, il tema che conclude le chiacchierate di questi mesi, ci permette una sintesi di alcuni aspetti, di questi processi che possono riguardare quello che ci capita. Parlando di Aids, il concetto di base che la malattia ci ricorda è la perdita del principio di identità, con cui ci identifichiamo attraverso ciò che pensiamo; che viviamo emotivamente, che facciamo. Il sistema immunitario è la struttura di identità del nostro corpo, che mi permette di definire bene ciò che tu sei mettendo chiari limiti con ciò che tu non sei, il diverso da te, il nemico. La patologia di cui parliamo questa sera rappresenta la perdita di capacità del sistema immunitario a riconoscere il nemico, è una perdita di principio di identità a livello proprio fisico. Ora il principio di identità di pensiero è quello più facile da conquistare, ma è anche il più facile che va in tilt. Quanta gente va dallo psicologo per darsi una ristrutturata come principio d'identità? La persona che non ha una buona identità psicologica ... cos'è che gli capita a livello emotivo? Sbalzi emotivi, vive emozioni che lo travolgono. Chi è che non ha momenti in cui emotivamente le cose gli sfuggono? Tutti, perché non siamo perfetti. Chi è che ha un principio d'identità così chiaro, così definito, così forte da non chiedere mai consiglio a nessuno, da non fare riferimento a qualcosa d'esterno? Quindi il nostro è un principio d'identità che perfetto non è. Però, in tutto questo cos'è che abbiamo che funziona abbastanza bene? Il principio d'identità fisiologico! Cioè, il sistema immunitario. Ora, il discorso di questa sera ci dice che questa patologia sorge quando salta il sistema immunitario. Perché salta non ce l'hanno chiaro neanche a livello medico. L'importanza può essere che questo tipo di patologia è presente da tantissimo tempo, soprattutto in Africa. La domanda è: " cosa ha l'Occidente di malato in questo periodo che ha creato lo spazio perché esplodesse la malattia … adesso?" È questa la domanda a cui vorremmo rispondere stasera. È saltato l'ultimo baluardo della nostra identità. Balzo in dietro. Tutto il nostro sistema ... (i 4 elementi) ... è bastato su questo principio interiore del SÉ, parte essenziale di noi. Ora, caratteristica della presenza del SÉ in noi è che ci spinge, che esige, che noi si viva sulla base di un sistema di


valori, che non siano i valori puramente esterni ... ma chepraticamente tu sappia viverti, entro certi limiti, una tua unicità e una tua irripetibilità. La patologia dell'Aids distrugge questa unicità e questa irripetibilità: crea la confusione. Quando noi parliamo di una malattia, le persone che sono coinvolte in questa patologia, spesso potrebbero essere sottoposte ad una sorta di valutazione: “la mia malattia mi condanna, evidenzia aspetti del mio comportamento perlomeno discutibili”, valutazione che poi diventa una valutazione di valore. Come vi sentireste voi se aveste un amico sieropositivo? Se vi trovaste a dirgli "guarda, la situazione che stai vivendo, significa una perdita di un principio d'identità fondamentale ..." Vi sentireste molto sereni nel fargli il discorso? Pensate che sia un discorso molto facile da accettare? DD No. GiBi noi ci potremmo trovare ad affrontare un elemento molto critico. Cioè, dire ad una persona, che ha solo un raffreddore ... " senti, ti rendi conto che stai esprimendo semplicemente un disagio verso noi che ti circondiamo?" Vi ricordate quello che dicevamo quando si parlava di tosse? ... Quindi, già una cosa di questo tipo, che potrebbe essere molto banale, a volte potrebbe essere presa non molto bene dalla persona. Allora, questo è un elemento su cui bisogna fare una riflessione. Qualunque malattia sia, è una maniera normale di essere che fa parte della nostra esperienza, qualche volta può esprimere che c'è una correzione di rotta, spesso la malattia è un processo di guarigione, cioè, esplode la situazione per permettermi di cambiarmi. Attenzione, noi l'accenniamo solo stasera ma è un elemento molto importante: la malattia è malattia per la morte. Perché molte volte è proprio attraverso la malattia che noi entriamo in contatto con una nostra realtà personale mediante la quale riusciamo poi ad essere liberi da certi condizionamenti. Ma tutto questo diventa un discorso non facilmente attuabile se noi non avessimo una prospettiva di vita dopo la morte. Ripeto, questa è una precisazione molto importante, nel senso che l'essere malati non dovrebbe essere considerato un modo di essere da meno prestigio di colui che malato non è; nessuno ci dà questa certezza che tu, nel tuo essere sano a livello fisico, sia migliore di quello che è malato. E questo è già un elemento molto importante che dovremmo riuscire a recuperare. Ci sono milioni di persone che già quando nascono, nascono malati e malati moriranno. Non possiamo permetterci di riconsiderare una vita svalutata, la vita di milioni di persone, semplicemente perché nascono con un handicap. Quindi è molto importante essere liberi da questo concetto che considera che ciò che a volte nella mia vita si manifesta come male, sia qualcosa che va a togliere valore alla


vita, perché proprio quel “male” potrebbe essere proprio il modo con cui tu stai creando una nuova primavera di una nuova esperienza. Un elemento in più da aggiungere ... una patologia non ha mai un significato prettamente individuale, ma soprattutto ha un significato sociale. Una patologia quando si concretizza va a toccare un sistema individuale: non è detto che quell'individuo necessariamente sia quello che maggiormente è chiamato ad una riflessione psicologica di ciò che la patologia significa. Perché? Testo evangelico, Luca Cap. 13: c’è un gruppo di persone che muore per il crollo di una torre e ci sono alcuni ebrei che vengono uccisi dai romani mentre stanno facendo sacrifici nel tempio. Gesù fa una domanda molto precisa; "voi pensate che questi ebrei che sono morti sotto la torre che è crollata o che sono stati uccisi mentre stavano facendo i sacrifici, siano più peccatori degli altri?" Perché il concetto è lì: l'associazione errore-malattia veniva data in altri testi evangelici quando spesso Lui, guarendo il malato gli diceva "vai e non sbagliare più", per cui dava ad intendere che quello da cui veniva guarito gli era capitato a causa di uno sbaglio. Anche noi davanti ad una persona che soffre spesso ci chiediamo che cosa ha fatto per meritarsi quella sofferenza. Di fronte ad un bambino ci diciamo "cosa ha fatto per soffrire?" Allora, di fronte a quei fenomeni Lui dice "ma voi pensate che quelli che ci hanno lasciato le penne abbiano sbagliato di più degli altri? No, assolutamente. Ma voi cercate di cambiare sistema per non essere portati a morire alla stessa maniera, a soffrire la stessa cosa". Quindi sottolinea molto bene il significato sociale del fenomeno che va inserito in quello che viene definito ... Corpo Cosmico. Quando noi parliamo di una patologia, di questi fenomeni che vanno a coinvolgere pluralità di esseri, dobbiamo considerare il fenomeno da un punto di vista anche di corpo sociale, nel senso che tutti insieme stiamo scontando l'imperfezione della vita su questa Terra. E non è detto che, quando la malattia ti tocchi, tu stia paghando di più perché hai sbagliato di più. NO! Semplicemente paghi per te e paghi anche per gli altri. Ed è il primo. Il secondo elemento è ... l'importanza di farsi domande e soprattutto del sentirci responsabili di ciò che ci accade. È un aspetto della nostra grandezza nella vita, perché siamo protagonisti, perché siamo creativi: noi siamo un'immagine della Divinità. È perché siamo Dei che siamo responsabili. Quindi, il fatto che la malattia mi aiuti a comprendermi e a comprendere quelle che sono le mie responsabilità ed assumermi le responsabilità nel senso che indubbiamente il mio comportamento può facilitare un certo tipo di processo, tutto questo è un valore di grandezza per noi, non è un valore di svalutazione: e questo è un altro degli aspetti che dovremmo tener presente. La patologia dell'Aids, dicevamo, ci ricorda un momento in cui salta il funzionamento del sistema immunitario. Elemento interessante … questo sistema immunitario che va


in tilt ci richiama le tre grandi patologie che determinano la più alta percentuale di morti fra di noi: Aids, cancro e infarto. La patologia dell'infarto è il momento in cui per la persona perde senso ciò che fa, ed allora va in crisi il centro. Il tumore ci ricordava un po' il concetto della rinascita, quindi è una parte di se stessi che non trova modo di esprimersi e che attraverso l'elaborazione del processo tumorale è come se tentasse di ricreare uno spazio per se stesso. La patologia dell'Aids è quella che ci ricorda il momento in cui salta il tuo principio di identità che riguarda la tua totalità. "Perché appare oggi questa patologia?" ... , l'Aids è stata definita "la sfida alla superpotenza dell'Io". Poi in altri aspetti viene definita "un simbolo di rottura ed un simbolo di vulnerabilità", per cui, quando uno diventa sieropositivo, deve imparare a difendersi perché estremamente vulnerabile, soprattutto ad un certo tipo di contatti. Quindi, la definiscono un simbolo di grande rottura e di grande vulnerabilità. Siamo di fronte a due elementi apparentemente in contraddizione: da una parte un Io molto grande; in contrapposizione a una grande vulnerabilità. Gli aspetti che la malattia sembra mettere in evidenza sono soprattutto questi due: il fatto che per noi ha molta importanza ciò che appare: il vestito, l'apparire più giovani, … la più esasperata esteriorità. Ora questo significa che il principio di valore è appoggiato soprattutto a quello che appare all'esterno, alla superficialità. La seconda cosa è il sentirsi poco individui e molto gregge, direbbe qualcuno: "noi siamo tanti individui, ma abbiamo perso a nostra individualità." Ci sentiamo molto identificati in noi stessi per quello che ci fa sembrare uguali agli altri, noi siamo masse di gente che fanno le stesse cose, ... noi andiamo a visitare le case di quelli che sono molto religiosi e di quelli che sono atei, molte volte troviamo le case con lo stesso lusso: siamo una massa di individui che si definiscono per quello che fanno di uguale. E questi sono gli elementi che sembrano che hanno favorito proprio questo tipo di patologia. Praticamente, noi non abbiamo un'individualità basata su veri valori ma è l'immagine esterna importante. Questo elemento a cosa porta? Quando la tua identità è troppo esterna per cui non ha valori profondi, non trovi più il modo di affermare te stesso in una tua unicità … perdi la tua identità. Perdere l'identità significa perdere quel sistema che ti permette di dare un senso alla tua vita essendo fedele a quello che tu sei. Ed è molto interessante che il problema non è la perdita d'identità a livello di pensiero, ma la malattia ci sta facendo perdere l'identità biologica, quella che stabilisce i criteri sulla base dei quali tu esisti come principio di unicità. ... Attenzione che qui è l'importanza .... Io posso essere quello che per un sistema di pensiero sballato sceglie in contrasto con il vero progetto della mia vita. Ma gli errori


non mettono in discussione l'identità: io posso fare grandi sbagli, ma essere me stesso e so definire quello che mi appartiene e quello che non mi appartiene … l'altro. Il fatto che una malattia venga a far saltare il sistema immunitario, denuncia che probabilmente noi abbiamo superato i limiti. Cioè, non è più questione di fare sbagli, è questione di esserci persi nella capacità di cogliere veramente i valori della vita. Teniamo presente oggi: New Age; sistemi religiosi che cercano di affermarsi ... Il punto è: sono veri, autentici valori?, è veramente una maggiore dignità recuperata nel rispetto dell'individuo? Una malattia come l'Aids denuncia questo: manca la sostanza dentro perché troppo identificati con l'aspetto esterno. Noi siamo spaventati perché siamo di fronte a patologie che mettono molto in crisi il nostro modo di essere. Quindi, qui l'importante non è "io sono sano, non ce l'ho, quindi non c'entro". È che il discorso coinvolge proprio il gruppo sociale, quindi non è detto che chi sta pagando non sia semplicemente quello che sta pagando per tutti. Il secondo elemento è l'incapacità di definire bene i confini, quindi quello che è mio e quello che è tuo. Il modo di difesa che noi siano chiamati ad attuare ci ha obbligato a stabilire una separazione di contatto. Può essere apparentemente banale, ma non lo è. Il profilattico! Nel momento in cui il contatto con l'altro dovrebbe essere il massimo dell'intimità, devi impedire il contatto. Quindi, in realtà, cos'è che ci sta dicendo la patologia? Che non sappiamo difendere bene il nostro spazio. Noi come vita siamo unici, ma non siamo più capaci a difendere questa nostra unicità. Ed ecco allora, aldilà del fatto di non avere consistenza di valori, questo valore eccessivo all'opinione dell'altro. Giustamente, la patologia si diffonde maggiormente nell'ambito dell'uso della droga e del rapporto sessuale. Tenere presente che un comportamento molto tipico è: tutti debbono tirare dallo stesso spinello. Uno dei fenomeni più comuni è il rapporto sessuale indiscriminato, svuotato di quello che può essere un senso di valore affettivo. Notate: sono tutti elementi che presuppongono la mancanza di definizione dei propri limiti, della propria individualità: è la confusione. Ma uno potrebbe dire "ma questo, non è un concetto di unione?" Ma anche il cancro: non era un concetto di rinascita? Cioè, sono basati su principi veri, ma è l'attuazione che è sbagliata! E qui tocchiamo uno degli aspetti sociali in cui potremmo essere coinvolti in parte un po' tutti. Il criterio in fondo qual è? Io sono un individuo, ma l'esigenza del rispetto della mia individualità presuppone il rispetto dello stato dall'altro. Ora in questo ambito invece che cosa avviene? C'è il Super Io, l'altro viene utilizzato semplicemente per soddisfare se stessi. Quindi, è la confusione. Ecco la patologia ... a livello


commerciale, economico, industriale, l'individuo non ha più valore. Valore che cos'è? Che la resa a fine anno sia di un certo tipo. Ma nel criterio globale purtroppo stiamo perdendo questo principio di identità che porta al rispetto dell'individuo, perché in fondo la società è fatta di individui. Quindi l'elemento importante è il significato sociale della situazione perché l'individuo si affermi secondo dei veri valori. Quindi, sembra essere l'allarme contro un sistema di vita troppo legato all'apparenza e che dà poca importanza alla sostanza, all'essenza. E ripeto,non solamente di aspetti sociali, anche aspetti religiosi. L'Aids potrebbe essere la patologia che sta dando l'allarme di una situazione delle belle apparenze, perché in fondo siamo di fronte ad un momento che è molto magico: capacità di comunicazione, di rapporti, di viaggi, conoscenze, ma tutto molto esterno, e alla fine ci troviamo con individui che in realtà sono più malati di prima. Penso che di questa serata, sia questo il concetto da portare via: nel tentativo di entrare in comunicazione con gli altri, fino a che punto rimani fedele a questo nucleo di valori? Fino a che punto non ci sia questa confusione che non mi permette più di mantenere i limiti della mia autentica individualità? Come risposta teorica è facile, bisogna vedere attuarla. Tenere presente il fenomeno di quanti giovani non si vogliono responsabilizzare e continuano a vivere nella casa dei genitori perché non hanno il coraggio ,di assumersi una loro vita individuale, autonoma, vissuta da soli … e magari hanno un rapporto affettivo, un'autonomia economica, ma continuano a vivere nella protezione dei genitori? Ecco la grande debolezza della struttura individuale. L'elemento che volevamo sottolineare questa sera è: il senso della nostra vita c'è nel sentirsi veramente se stessi, stabilire un contatto con gli altri che non sia di confusione, cioè che non sia dove perdi il senso del limite fra te e l'altro. Poi dal punto di vista religioso la comunione diventa la capacità creativa di offrire a te la totalità di me stesso fino a farmi anche distruggere se voglio, ma per mia scelta. Allora non è più un essere manipolato ... è un essere dono in funzione della tua vita. Cosa che non può avvenire se io non ho una forza di principio di individualità. Quindi, la riflessione finale di questa sera è che tutto quello che noi ci possiamo proporre nella nostra vita è possibile attuarlo se riusciamo veramente ad attuare questi due aspetti: non essere persi nell'immagine esterna, ma essere coloro che fondano se stessi su degli autentici valori e riuscire stabilire un vero rapporto con gli altri. E tutto questo diventa importante perché, a livello sociale, una patologia stadenunciando che non stiamo evidentemente riuscendo a trovare la risposta equilibrata a questa esigenza.


Io posso essere colui che nella vita ha le idee chiare e le sa anche attuare, ma viviamo in una società dove questo in effetti non è attuato. Chiunque di voi voglia veramente oggi comportarsi nella vita rispettando la propria individualità, indubbiamente per attuarlo oggi siamo chiamati a fare più fatica. È su questa base che Eric Fromm ha potuto scrivere "Psicopatologia di una società contemporanea". Lui dice: viviamo in una società che dal punto di vista psicologico è talmente malata che l'essere malati è considerato normale ed è l'essere sani che diventa patologico.

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IL “7” L'ENERGIA NASCOSTA DELL'UOMO: i Chakra e l'antica preghiera del Padre Nostro

In attesa della sintesi di questo grande lavoro di GiBi, vi proponiamo questa importante visione: il passaggio dalla non coscienza alla consapevolezza:

GiBi e la sua eredità: la vera eredità che ciascuno di noi lascia non appartiene all’Avere, bensì all’ESSERE. Di Gesù di Nazareth tantissimo è stato detto e scritto, ma aldilà di ogni possibile interpretazione dei suoi insegnamenti, egli seppe sintetizzarli mirabilmente in poche righe … una formula: il Padre Nostro. È un’eredità viva perché è un concetto in “gestazione”. GiBi l’ha sviluppato e maturato, lasciandolo in eredità. Ognuno ha il DIRITTO di farla propria, “nel proprio intimo & nel proprio vissuto”. Gandalf


(FORMULA ORIGINALE) Il Padre Nostro come ci è stato tramandato dal vangelo: la preghiera del fanciullo che spera prima e chiede poi …

2759 « Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli" » (Lc 11,1). È in risposta a questa domanda che il Signore affida ai suoi discepoli e alla sua Chiesa la preghiera cristiana fondamentale. San Luca ne dà un testo breve (di cinque domande), 1 san Matteo una versione più ampia (di sette domande). La tradizione liturgica della Chiesa ha sempre usato il testo di san Matteo (Mt 6,9-13).

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.


(PRIMA EVOLUZIONE) … diventa quindi, con l’IO, impegno personale che indica le proprie responsabilità; dall’impegno impersonale e non coinvolgente (“…sia fatta…” è un “fare” che non impegna me, ma altri …) all’impegno personale: IO faccio, IO sono, … :

PADRE NOSTRO che sei nei cieli IO santifico il TUO Nome IO sono

il TUO Regno

IO faccio

la TUA Volontà

come in cielo così in terra IO sono il Pane quotidiano IO perdono i miei debitori IO sono consapevole della mia tentazione IO sono libero dal male

E COSÌ È.


(… IL TRAGUARDO ! ) … e successivamente, dall’impegno personale, il secondo e definitivo passaggio: il NOI, unione di più indidualità coscienti e consapevoli del Destino dell’Essere Umano: col NOI, ci si proietta come “giuramento” di individui liberi, uniti nell’impegno di edificare il regno di Dio in terra.

PADRE NOSTRO che sei nei cieli NOI santifichiamo il TUO Nome NOI siamo

il TUO Regno

NOI facciamo

la TUA Volontà

come in cielo così in terra NOI siamo il Pane quotidiano NOI perdoniamo i nostri debitori NOI siamo consapevoli della nostra tentazione NOI siamo liberi dal male

E COSÌ È.


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RINGRAZIAMENTO per il cibo quotidiano Ti ringraziamo, Signore, per questi alimenti frutto di tanta fatica e amore. Benedicili affinché possano contribuire alla ricostruzione di questo tuo tempio e all’unità e all’armonia familiare. Un pensiero di luce a tutti coloro che ne hanno bisogno. Un pensiero speciale a chi sta vivendo un momento particolarmente impegnativo Un pensiero specialissimo a “… … … …” ed a tutti coloro che ne hanno bisogno.

AMEN, AMEN, AMEN

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RINGRAZIAMENTO ai 4 elementi Angeli del FUOCO, dell’ACQUA, dell’ARIA e della TERRA benedite questa famiglia. Benedite questa casa, chi vi abita e chi vi entra; benedite “… … …”, proteggeteli da tutti gli influssi non positivi, aiutateli nelle loro difficoltà di crescita. Proteggeteli nei loro apprendimenti. Benedite anche Manna “… … …”e Papà “… … …”che sono i loro genitori su questa terra. Benedite in modo particolare “… … …”che in questo momento sta vivendo un momento molto delicato. Che tutto sia in funzione dell’avvento del Regno di Dio sulla Terra.

AMEN, AMEN, AMEN

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