L'arte della guerra stralci

Page 1



tratto da

L’arte della guerra

di Sun Tzu "Vincere senza combattere è la cosa migliore".

Come per gli antichi guaritori, anche per la filosofia di Sun Tzu l'apice della comprensione e della strategia consiste nel rendere il conflitto perfettamente inutile. "Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità". Come il medico dell'aneddoto, Sun Tzu espone vari livelli di abilità: il combattente migliore è quello che vanifica i piani del nemico; secondo viene chi sa spezzarne le alleanze; dopo, colui che adotta lo scontro armato; peggiore è infine chi ricorre all'assedio delle città nemiche. (Si noti l'analogia tra le regole di Sun Tzu e l'arte medica: vanificare i piani del nemico è paragonabile agli accorgimenti preventivi per impedire l'insorgere della malattia; spezzarne le alleanze è come evitare i contagi; attaccarne l'esercito è come assumere medicinali; portare infine l'assedio alle città equivale a un'operazione chirurgica.)

Nel Libro dell'Equilibrio e dell'Armonia (Chung-ho chi, ZhongHo ji), un testo taoista medioevale, si legge: «La profonda conoscenza del principio comprende senza bisogno di vedere, la pratica efficace della Via si compie senza bisogno di lotta. “Senza uscire dalla porta, conoscere il mondo! Senza guardare dalla finestra, vedere la Via del cielo!” (Tao Te Ching, XLVII); questa è la profonda conoscenza. “Rafforzarsi costantemente adattandosi alle situazioni”; questa è l'azione efficace».

Il Libro dell'Equilibrio e dell'Armonia descrive la saggezza e la pratica del Taoismo in termini familiari alla via del guerriero: Conoscere il disordine prima del disordine, il pericolo prima del pericolo, la sventura prima della sventura, la rovina prima della rovina; questa è la profonda conoscenza. Allenare il corpo senza essere oppressi dal corpo, esercitare la mente senza essere usati dalla mente, agire nel mondo senza essere preda del mondo, eseguire i compiti senza essere ostacolati dai compiti; questa è l'azione efficace. Grazie alla profonda conoscenza del principio, il disordine si muta nell'ordine, il pericolo nella sicurezza, la sventura nella fortuna, la rovina nel successo. Grazie


all'azione efficace della Via, il corpo raggiunge il reame della longevità, la mente la sfera del mistero, il mondo la pace perfetta e le azioni il grande compimento. Comprendere senza alterare la quiete, compiere senza lottare, conoscere senza vedere; questa è l'intuizione immediata del Tao della trasformazione. Comprendendo senza alterare la quiete, viene compresa ogni cosa; compiendo senza lottare, viene compiuta ogni cosa; conoscendo senza vedere, viene conosciuta ogni cosa.

da il “Libro dell'Equilibrio e dell'Armonia” : Valutare e capire soltanto in seguito all'azione, non è degno di essere chiamato comprensione. Compiere soltanto in seguito alla lotta, non è degno di essere chiamato compimento. Conoscere soltanto in seguito all'avere visto, non è degno di essere chiamato conoscenza. I tre sono infatti ben lontani dalla via dell'intuizione immediata. L'abilità di agire ciò che è ancora inattivo, di comprendere ciò che è ancora oscuro e di vedere ciò che non è ancora nato, sono tre capacità che si sviluppano reciprocamente. Allora nulla è valutato che non sia compreso, niente è intrapreso senza successo e ovunque si vada se ne avrà beneficio.

… i maestri del Huainan, un gruppo di saggi taoisti e confuciani … conoscono un livello di comprensione in cui il conflitto non si manifesta e quindi la vittoria non è valutabile dal giudizio ordinario … : Un generale deve vedere da solo e conoscere da solo, ovvero vedere quello che gli altri non vedono e conoscere quello che gli altri non conoscono. Vedere quello che gli altri non vedono: questo è chiamato perspicacia; conoscere quello che gli altri non conoscono: questo è chiamato genialità. Perspicacia e genialità ottengono la vittoria; difendono in modo da essere inattaccabili e attaccano in modo da essere irresistibili. Le rigorose regole dell'arte militare taoista hanno il loro parallelo nella pratica spirituale.

Zhuge Liang (III secolo d.C.) grazie all'applicazione dei principi di Sun Tzu divenne leggendario per la sua genialità:


Il Tao delle operazioni militari consiste nell'armonizzare il popolo. Se il popolo è in armonia combatterà spontaneamente, senza essere costretto. Se ufficiali e subordinati nutrono reciproca diffidenza, i soldati non si arruoleranno. Se non vengono impartite rette disposizioni, le piccole menti sussureranno e criticheranno in segreto. Se nasce l'ipocrisia, nemmeno i saggi re guerrieri del passato potrebbero sconfiggere un solo contadino, e tanto meno una folla. Perciò la tradizione dice: "La guerra è come il fuoco; se non viene fermata, consumerà se stessa".

Zhuge perviene al positivo attraverso il negativo, secondo la massima taoista del “non agire”: Nei tempi antichi, i buoni governanti non si armavano, i buoni armati non schieravano gli eserciti, gli eserciti ben schierati non combattevano, i buoni combattenti non subivano sconfitta, i buoni sconfitti non perivano.

Zhuge: Chi è abile in battaglia non agisce in base all'ira, chi è abile nella vittoria non soggiace alla paura. Così il saggio ha vinto prima di combattere, mentre l'ignorante deve combattere per vincere.

Liberandosi delle persone indegne, il paese sarà in pace; liberandosi degli incompetenti, ne avrà vantaggio.

(Mia riflessione: forse è per questo che [anche] in Italia va così male?)

… non confondere l'immagine con il fatto, per evitare di arrampicarsi sul cartello anziché seguire la sua indicazione.

"Anche a Dio piace giocare a nascondino, ma poiché non c'è nulla al di fuori di lui, non sa con chi altro giocare. Per superare questa difficoltà fa finta di non essere se stesso, e in questo modo può nascondersi. Fa finta di essere te, me e tutte le persone del mondo, tutti gli animali, le piante, i sassi e le stelle. Così ha delle avventure strane


e meravigliose, e alcune spaventose e terribili: ma queste ultime sono solo dei brutti sogni, che finiscono quando si risveglia. "Quando Dio gioca a nascondino e fa finta di essere te o me, lo fa così bene che ci mette molto tempo per ricordarsi dove e come si è nascosto. Ma il divertimento sta proprio in questo: è proprio questo che vuole fare. Non vuole trovarsi troppo presto, perché il gioco si rovinerebbe. Ecco perché è così difficile per te e per me scoprire di essere Dio in maschera che fa finta di non essere se stesso. Quando il gioco sarà durato abbastanza, ci risveglieremo, smetteremo di giocare, e ci ricorderemo tutti di essere un unico Sé, il Dio che è tutto ciò che esiste e che vive in eterno. "Naturalmente, non devi dimenticare che Dio non è fatto come una persona. Le persone hanno la pelle, e c'è sempre qualcosa al di fuori della pelle: se non ci fosse, non potremmo conoscere la differenza che c'è tra l'interno e l'esterno del nostro corpo. Ma Dio non ha pelle e non ha forma, perché non c'è nulla al di fuori di lui. [Con un bambino abbastanza intelligente illustro ciò con l'aiuto di un nastro di Mòbius: cioè un anello fatto di una striscia di carta piegata in modo tale da avere un solo lato e un solo margine.] L'interno e l'esterno di Dio sono la stessa cosa. E anche se ti ho parlato di Dio chiamandolo "lui" e non "lei", Dio non è un uomo o una donna. Non l'ho chiamato "esso" perché "esso" si usa di solito per le cose che non hanno vita. "Dio è il Sé del mondo, ma tu non lo puoi vedere per la stessa ragione per cui, senza uno specchio, non puoi vederti gli occhi, e certamente non puoi morderti i denti o guardarti dentro la testa. Sei nascosto in modo così intelligente perché è Dio che si nasconde. "Potresti chiederti perché Dio qualche volta si nasconde sotto forma di persone orribili, oppure fa finta di essere qualcuno che soffre per dei dolori o delle malattie. Ricordati, anzitutto, che in realtà questo non accade ad altri che a Dio. E ricordati anche che in quasi tutte le storie che ti piacciono devono esserci i buoni e i cattivi, perché il brivido del racconto sta proprio nel vedere come i buoni traggono il meglio dai cattivi. È come giocare a carte. All'inizio si mescolano e si mettono in disordine: questo somiglia alle cose cattive del mondo. Ma lo scopo del gioco è mettere in ordine il disordine, e chi lo fa meglio vince. Poi le carte si rimescolano e si gioca di nuovo. Lo stesso è per il mondo".

Un detto attribuito a Gesù che ricorda qualcosa di simile dice:

Quando dai due si fa l'uno, e quando dall'interno si fa l'esterno e dall'esterno si fa l'interno, e dal sopra si fa il sotto... allora si entra [nel Regno]... Io sono la Luce che è al di sopra


di ogni cosa, Io sono il Tutto, il Tutto è venuto da Me e il Tutto giunge a me. Taglia un [pezzo di] legno, e Io sono là; solleva una pietra e là mi troverai.1

Non si può insegnare a un io (un "ego") ad essere altro che egoista, sebbene pretenda nei modi più sottili di essere trasformato. La cosa fondamentale è quindi dissolvere, per "esperimento" e per "esperienza", l'illusione di percepire se stessi come un io separato. Come conseguenza, si potrà assumere un comportamento diverso dalle linee della moralità convenzionale. Può accadere quello che accadde a Gesù, del quale i conformisti dicevano: "Guardatelo! E' goloso e ubriacone, e amico dei pubblicani e dei peccatori! ". Inoltre, nel superare l'illusione dell'io è impossibile pensare di essere migliori o superiori di chi non lo ha fatto. In tutte le direzioni, c'è solo il Sé che gioca le sue miriadi di giochi a nascondino. Gli uccelli non sono migliori delle uova da cui sono usciti; e in effetti si potrebbe dire che un uccello è "il modo di un uovo di diventare altre uova". L'uovo è l'io e l'uccello è il Sé liberato.

A. Guillaumont e altri (trad.), The Gospel According to Thomas, 1959, pp. 17-18, 43. Manoscritto copto scoperto di recente, tradotto forse da una versione greca che risale al 140 d.C.. L' "io” e il "me" sono ovvi riferimenti al Sé in maschera. 1



Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.