Svastica su bandiera italiana

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Risposta all’arroganza di un axteista Posted by Adriana Bolchini on ott 27th, 2010 and filed under cronaca. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

croce cristiana traformata in una svastica su bandiera italiana

con

(Nota finale di Gandalf: alla faccia dell’amore cristiano



La redazione di Lisistrata, ha ricevuto il messaggio che trovate pubblicato sotto, con preghiera di divulgazione, così non solo mi sono ritenuta libera di pubblicarlo, ma ho scritto un articolo sulla questione, anche se perdere tempo con le zucche vuote, (anzi con le zucche piene d’odio verso qualche tipo di ideologia religiosa, che non ha nel suo credo l’odio o la persecuzione verso altre fedi e rispetta la persona nella sua totalità,) può sembrare una perdita di tempo, ma la questione è troppo importante per non approfondirla e merita una risposta a tono, per dirla all’italiana: papale papale da un’agnostica a un axteista. Il signor Ennio Montesi e tutti coloro che si ritengono atei, hanno il diritto di esserlo e di manifestarlo liberamente, diverso è manifestare l’odio trattando e usando con disprezzo il simbolo a cui molta gente fa riferimento nella propria intimità e nella fede collettiva. Trovo i comportamenti come quello messo in atto dal signor Montesi una delle più grandi bestialità, che un uomo, che rivendica la libertà può fare contro se stesso e contro gli altri, in quanto non rispetta il principio che sostiene di difendere. La croce può essere ignorata, rifiutata e persino disprezzata, ma la propria libertà non può servire a fare del male a chi invece la pensa in modo diverso e quando si tratta di fede, sappiamo tutti che ci troviamo di fronte a una particolare sensibilità e in questo caso anche di fronte a gente che sta mettendo la propria professionalità al servizio del sig. Montesi e che lui avrebbe avuto il dovere di rispettare in quanto si stava rivolgendo con arroganza e prepotenza a persone non autorizzate a fare ciò che chiedeva loro e in un ospedale chi vi lavora, ha ben altro da fare per rispettare chi soffre. Recentemente sono stata ricoverata in ospedale e negli anni passati, ci vado come costante, infatti avrò subito una ventina di ricoveri e vi assicuro che in alcune stanze i quadri alle pareti erano un vero obbrobrio, ma mai mi sono permessa di chiedere la loro rimozione, bastava non guardarli e se il signor Montesi (che strano, questo cognome mi fa tornare alla memoria un delitto eccellente…. chissà….) è un vero ateo non riceve alcun danno fisico e psicologico, per la presenta di un crocifisso, in quanto non attribuendogli alcun valore religioso, ideologico, simbolico e soprattutto non assegnandogli alcun tipo di efficacia, dovrebbe reagire come di fronte a un quadro qualsiasi, di cui non apprezza il valore artistico. (Nota di Gandalf: cara signora un quadro non è “un sinbolo religioso come la croce”(*); il nostro è uno stato laico che PER LEGGE non ha religione di stato e l’ostentare un simbolo religioso “qualsivoglia” è irrispettoso per i “diversi credenti e no” ed antidemocratico.)


E’ evidente che con il suo comportamento il signor Montesi non ha rifiutato la religione cristiana, ma ha espresso un odio feroce verso chi la professa o chi vi resta indifferente come il personale ospedaliero, occupato in altre faccende molto più importanti di una suppellettile. [altra nota di Gandalf: signora si decida ! È un suppellettile o “un simbolo religioso” .(*)] Basti il titolo del blog ( NOCHIESA-BLOGSPOT ) su cui è stato proposta tutta la questione per comprendere il tipo di rifiuto, visto che addirittura si parla di tagliare la testa a dio e vi viene dissacrato un simbolo religioso come la croce.(*) Rinfreschiamo la memoria culturale del signor Montesi. ATEISMO: dal greco ateos, termine composto da a che significa senza teos che significa dio. Allora chi è senza dio e quindi non crede nella sua esistenza, non può temerlo ne disprezzarlo. AXTEISMO: termine inesistente pura invenzione di gente che si ritiene illuminata, mentre fa di tutto per oscurare le idee e la fede altrui. CROCE: è un simbolo che viene utilizzato da millenni in molte religioni e non solo nella cristianità, infatti di croci ne esistono vari tipi e soprattutto non è un logo che rappresenti lo Stato del Vaticano. Per i cristiani cattolici la croce è il simbolo dell’amore di dio che ha sacrificato suo figlio per la redenzione dell’umanità e indica la resurrezione, quindi la vita e non la morte. Forse il sig. Montesi dovrebbe fare pace con il suo cervello, che con le motivazioni rivendicate come una crociata illuminista, appare debole e malato, lo testimonia il fatto che nonostante disprezzi la croce e non gli assegni alcuna valenza, si è preso l’arbitrio di “mettere in croce” per tutto il tempo della sua degenza, coloro che stavano assolvendo a un compito delicatissimo sulla salute, impedendo loro di svolgere serenamente la loro delicata attività, mettendo a rischio anche la salute degli altri pazienti e proprio per questo meriterebbe lui di essere denunciato alla magistratura e non è escluso che qualcuno si prenda la briga di farlo. Gli ricordo anche che non basta tirare come un elastico la Costituzione italiana, per sconvolgerne il significato e che non esiste alcuna legge italiana che obblighi le istituzioni italiane a rimuovere il crocifisso. Aggiungo un consiglio spassionato a questo signore che è quello di mettersi un paraocchi, come quelli indossati dagli animali perché non subiscano distrazioni mentre lavorano, così la sua sensibilità di ateista non verrebbe lesa.

Adriana Bolchini


(Nota finale di Gandalf: alla faccia dell’amore cristiano e del porgere l’altra guancia. Per fortuna le parole non uccidono (almeno non subito) altrimenti il povero Sig. Montesi sarebbe già defunto. E per fortuna l’Inquisizione non ha più potere di morte con roghi e torture! Ammesso (e non concesso) che il Sig, Montesi avesse sbagliato, ripeto, DOV’È L’AMORE CRISTIANO, IL PERDONO e tutto quanto di positivo (dicono) che Gesù abbia predicato. Qui vedo solo i sentimenti più nefandi dell’essere umano. Poveri noi … e soprattutto, POVERI LORO! … …)

* * * * * CROCIFISSO: ESPOSTO CONTRO OSPEDALE DI JESI Ennio Montesi presenta esposto alla Procura della Repubblica, al Tribunale dei diritti del Malato e a Giorgio Napolitano per ipotesi di reato della Asur 5 JESI (Ancona) – «Sottolineo che non esiste alcuna legge dello Stato Italiano che induca la direzione di un ospedale pubblico ad obbligare l’imposizione del “crocifisso” ad un paziente-cittadino ricoverato in ospedale durante la propria degenza». È quanto si legge nel dettagliato esposto che lo scrittore Ennio Montesi ha presentato il 21.10.2010 alla Procura della Repubblica di Ancona, al Tribunale dei diritti del Malato e al presidente Giorgio Napolitano, contro l’Ospedale di Jesi, in viale della Vittoria, facente parte della Azienda Sanitaria Unica Regionale n. 5. I fatti. Il 16.09.2010 Montesi venne ricoverato presso il reparto di chirurgia generale per un delicato intervento chirurgico e richiese sia verbalmente sia con istanze scritte alla direzione di presidio ospedaliero che venisse rimosso il simbolo del “crocifisso” dalla camera assegnatagli. La direzione ospedaliera comunicò a Montesi che in nessun caso il “crocifisso” sarebbe stato rimosso. «Per tutta la durata della degenza» si legge nel documento di Montesi «ho dovuto subire l’imposizione forzata del simbolo religioso del “crocifisso” che non mi rappresenta, che offende la mia libertà di pensiero e che in ogni istante mi ricorda che la nostra Sovranità nazionale è limitata per essere stata parzialmente ceduta alla setta denominata “Chiesa cattolica” e allo Stato straniero del Vaticano dei quali non sono suddito essendo io sbattezzato. Lo sbattezzo ai sensi dell’art.7 del D.L. n. 196/2003 conferisce la cancellazione dalla “Chiesa cattolica”. Poiché vivo in un Paese che si dichiara Laico, poiché ritengo di aver subito una ingiustificata discriminazione religiosa, poiché ritengo che gli atti posti in essere e descritti integrino estremi di reato, poiché ritengo che vi sia stata la violazione dell’art. 3 della L.654/1975, chiedo alle alte Cariche e Autorità di adottare tutti i provvedimenti ritenuti opportuni a tutela dei miei diritti e nel contempo chiedo che


siano puniti i responsabili della discriminazione religiosa posta in essere contro di me». Il contenuto dell’esposto fa riferimento agli articoli n. 3 e n.19 della Costituzione della Repubblica Italiana, all’articolo n. 9 della Carta Internazionale per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, recepita dall’Italia nel 1955, e riferimenti alle sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo del 3/11/2009 (caso Lautsi Soile contro Italia) e alla sentenza del 21/2/2008 (Alexandridis contro Grecia). La decisione spetta ora alla Procura della Repubblica e al Tribunale dei diritti del Malato.




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