Rondoni libro

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Tra le varie iniziative culturali promosse, come da statuto, dalla nostra Associazione, non avrei mai potuto pensare che ci saremmo occupati dei Rondoni Maggiori, a tutto diritto cittadini comaschi, che sono presenti in Como in un numero di colonie tra le più numerose d'Europa. Grazie alla mostra che si è svolta nel mese di Giugno scorso, presso il Chiostrino di S. Eufemia, con la collaborazione della LIPU e l'Associazione LA CITTA' POSSIBILE COMO, siamo riusciti a far conoscere agli intervenuti, tra cui alcune scolaresche, questa realtà comasca. Siamo solo all'inizio, il nostro impegno conoscitivo continua e questo opuscolo darà senz'altro un contributo alla conoscenza di questi simpatici e preziosi volatili. Parafrasando un proverbio latino, potremmo dire: RONDONES VOLANT ET MANENT IN COMO. Giuseppe De Toma—Presidente Accademia delle Arti e dei Commerci S. Giuliana Spesso, nella vita frenetica di tutti i giorni, non abbiamo il tempo di alzare gli occhi dalle nostre faccende e dal nostro percorso; il nostro invito è quello di fermarsi, alzare gli occhi al cielo e ammirare la natura, che anche nel centro città ci può stupire e che ci riporta ad apprezzare le piccole cose e a riflettere sul nostro stile di vita. Con la mostra “I Signori del cielo”, e questo opuscolo che da essa trae ispirazione, vi vogliamo guidare alla scoperta dell’affascinante mondo dei Rondoni, sicuri che la prossima primavera alzando gli occhi verso il cielo potrete riconoscere un altro gioiello di questa città. Gigi Luraschi—Delegato LIPU, Sezione di Como Città Possibile Como

Quando più di un anno fa Giuseppe de Toma dell’Accademia di Santa Giuliana ci ha chiesto di dare un contributo a questa iniziativa -da lui testardamente voluta- su i Rondoni a Como, ci siamo ovviamente chiesti: <Rondoni? Cosa centra la città possibile con i rondoni?>. E’ bastato l’accompagnarci in una passeggiata in piazza del Duomo, una sera di inizio estate, per convincerci che al di là di importanti aspetti ecologici, di biodiversità e quant’altro, la presenza di questi Signori nello spazio della nostra città rappresenti un valore, una ricchezza che merita una particolare attenzione e tutela. I loro voli, caroselli, suoni, -sino ad allora esclusi dalla nostra attenzione, dai nostri sensi, dalle nostre percezioni, sempre più irrigidite in schemi, in consuetudini, in modi d’uso sempre più disposte ad escludere che ad accogliere- ci hanno colto all’improvviso aggiungendo una dimensione nuova alla nostra lettura della città. Questo senso di apertura, questo spunto a cogliere aspetti “a tutto campo” della città, crediamo sia stata la componente che ci ha convinto che la città possibile <centri> con i Rondoni. Beppe Reynaud—Il presidente Città Possibile 1


La mostra La città di Como ospita una delle più grandi colonie Europee di rondone maggiore. Grazie alla passione che questa specie ha suscitato in alcuni cittadini e in particolare a Giuseppe De Toma dell’Accademia Santa Giuliana, si è deciso di dedicare a questa specie e alle sue simili, una mostra fotografica e divulgativa, organizzata dall’Accademia, LIPU e Città possibile Como, per far conoscere alla cittadinanza e ai turisti questa ricchezza cittadina. La mostra, patrocinata dalla Città di Como, si è svolta dal 3 al 12 Giugno 2011 presso il Chiostrino di Santa Eufemia, collocazione che ha dato ancora maggior prestigio all’evento. La mostra si articolava in un percorso tra oltre 40 fotografie della specie fornite gentilmente da dei bravissimi fotografi e 14 pannelli illustrativi, le cui informazioni sono riportate in questo opuscolo. Una sezione è poi stata dedicata ai lavori realizzati dagli alunni della classe 3^ A della scuola primaria di Monteolimpino. La mostra è stata inaugurata da una conferenza che ha visto il prezioso intervento del dot. Roberto Lardelli e di Mariarosa Mombelli, esperti della specie che lavorano nel vicino Canton Ticino e che hanno portato esempi e utili consigli su come conservare queste specie.

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Un concittadino con le ali A Como ogni anno si possono ammirare diverse colonie di rondoni. In città sono infatti presenti due delle tre specie di rondone: il Rondone comune e il Rondone maggiore. Nella mappa qui rappresentata potete trovare alcuni delle maggiori colonie cittadine. La presenza più importante è, però, quella del Rondone maggiore; una colonia storica è infatti presente nel palazzo del Broletto, proprio nel cuore della città. La colonia composta da oltre 50 coppie è da considerarsi una delle maggiori in tutta Europa, rendendo così molto importante la sua conservazione per la salvaguardia della specie. Il rondone maggiore è, infatti, in decremento nel sua habitat “naturale” ossia le pareti calcaree a strapiombo sul Lago di Como. La specie ha, però, “imparato” a sfruttare, già da oltre 100 anni, il prestigioso edificio cittadino, che grazie ad anfratti e cavità simula l’ambiente frequentato in natura. L’andamento nel tempo delle presenze di Rondoni all’interno della colonia non è stato sempre costante. Dopo un primo aumento che ha portato ad un massimo di presenze alla fine del secolo scorso, negli ultimi anni, a causa di alcuni lavori di ristrutturazione che hanno chiuso le cavità dove questa specie nidifica, si è assistito ad una diminuzione nel numero di coppie presenti. Bisognerà quindi prestare sempre maggiore attenzione nelle opere di recupero che verranno fatte in futuro, sia ripristinando le cavità ad oggi chiuse, sia fornendo delle strutture ad hoc integrate negli edifici storici per mantenere intatte le colonie.

Per conservare questa specie, nonché anche il rondone comune e pallido, un primo importante passo è conoscere le colonie, anche piccole, sparse per la città. Questo opuscolo vi aiuterà a riconoscerli e a scoprire il loro mondo.

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Ecco chi sono... NOME: Rondone comune Nome scientifico: Apus apus Nome in altre lingue: Inglese: Common Swift, Francese: Martinet noir Tedesco: Mauersegler Spagnolo: Vencejo comĂşn

Dimensioni: Lunghezza 16-17 cm; Apertura alare: 42-48 cm Peso: 40-50 g

Segni particolari: Corpo interamente nero-fumo o bruno scuro. Macchia bianca poco visibile sulla gola. Alcune penne se viste da vicino, mostrano dei margini bianchi o grigi.

ECCO I SUOI IMPEGNI DURANTE L’ANNO: Muta delle penne Svernamento Riproduzione Migrazione

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Ecco chi sono... NOME: Rondone maggiore Nome scientifico: Apus melba Nome in altre lingue: Inglese: Alpine Swift, Francese: Martinet à ventre blanc Tedesco: Alpensegler Spagnolo: Vencejo real

Dimensioni: Lunghezza 20-22 cm; Apertura alare: 54-60 cm Peso: 40-50 g Segni particolari: Corpo nero-fumo o bruno scuro, mentre il ventre e la gola sono è bianchi divisi da una banda pettorale scura. Le penne del corpo sono bordate di grigio, mentre quelle delle ali e della coda sono nere con riflessi verde lucenti. ECCO I SUOI IMPEGNI DURANTE L’ANNO: Muta delle penne Svernamento Riproduzione Migrazione

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Ecco chi sono... NOME: Rondone pallido Nome scientifico: Apus pallidus Nome in altre lingue: Inglese: Pallid Swift Francese: Martinet pâle Tedesco: Fahlsegler Spagnolo: Vencejo pálido Dimensioni: Lunghezza 16-17 cm; Apertura alare: 42-46 cm Peso: 40-50 g

Segni particolari: Corpo interamente bruno sabbia con fronte grigio-banca. Gola bianca. Il corpo in volo appare più tozzo rispetto al rondone comune con capo più largo e appiattito e ali più larghe.

ECCO I SUOI IMPEGNI DURANTE L’ANNO: Muta delle penne Svernamento Riproduzione Migrazione

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I Signori del Cielo I rondoni sono uccelli migratori che, nonostante al forte somiglianza con le rondini, appartengono ad una diversa Famiglia, quella degli Apodidae, che significa letteralmente “Senza piedi”; infatti una delle loro principali caratteristiche è quella di avere delle zampe cortissime con cui si aggrappano alle rocce. Oltre ad essere molto corte e quindi non adatte a camminare a terra, le zampe presentano dei lunghi artigli che permettono ai rondoni di sfruttare anche piccole imperfezioni delle rocce o dei muri per rimanervi aggrappati in verticale. Anche la posizione delle dita quando si aggrappano alle rocce si è evoluto per sfruttare al massimo la presa, con le dita che si aprono a come una pinza con il I e II dito divaricati verso il corpo e il III e IV spostati lateralmente. NATI PER VOLARE… Se si dovesse descrivere un uccello ideale dal punto di vista aerodinamico, si designerebbe un uccello molto simile al rondone. Per le sue abitudini alimentari e di vita, infatti, l’evoluzione ha forgiato il rondone come una vera e propria macchina per il volo. Il corpo è corto e compatto che, con la forma della testa arrotondata, lo rende paragonabile alla forma di un proiettile, e offre la minor resistenza possibile all’aria, oltre che in grado di sopportare le forti sollecitazioni devote alla velocità di volo e dei cambi di direzione che il rondone effettua durante la caccia aerea. Anche gli occhi del rondone sono adattati a sopportare le alte velocità che la specie raggiunge, essi sono infatti nascosti all’interno di una bombatura del cranio che li protegge dalle sferzate d’aria e dagli impatti con le particelle presenti nell’area, un po’ come gli occhiali proteggono i motociclisti. ALI La caratteristica più appariscente sono le lunghe ali (che chiuse superano la lunghezza del corpo) a forma di falce dovute alle penne dette remiganti primarie (poiché servono per spingersi nell’aria, come un remo in una barca) che sono lunghe e compatte. La compattezza del tessuto delle penne e la forma sottile e allungata diminuiscono le turbolenze in volo, permettendo così al rondone un volo veloce e poco dispendioso dal punto di vista energetico.

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Una vita in volo Nella vita dei rondoni il volo è un aspetto fondamentale, anzi si può dire che i rondoni passino l’intera esistenza volando. La velocità di volo è di 20-30 km/h durante il volo planato per accelerare durante la caccia agli insetti raggiungendo i 65 km/h. Ma questo per loro è andare piano! Sono in grado infatti di raggiungere i 100 km/h durante i veloci caroselli intorno ai siti di nidificazione e di toccare punte estreme di 165 km/h durante le rapide picchiate. I rondoni, infatti, una volta preso il volo uscendo dal nido, si posano solamente durante il periodo dell’accoppiamento per deporre le uova e alimentare i piccoli. Visto che la riproduzione avviene almeno due anni dopo la nascita, dal primo grande salto il giovane rondone non toccherà praticamente più terra per i sui primi 45 mesi di vita. PRIMA REGOLA: GUARDARE AVANTI! I rondoni durante le loro acrobazie in volo riescono sempre a tenere il capo parallelo al suolo, avendo così un maggior controllo in volo. Questa posizione li facilita anche nella caccia agli insetti. DORMIRE AD ALTA QUOTA! Non fermandosi mai, ovviamente i rondoni in volo dormono anche! Le modalità con cui lo fanno non sono ancora molto chiare; quel che è noto però è che si portano ad altezza molto elevate, intorno ai 2000-3000 m e poi planano, mantenendo una velocità di rotta pari a 8-10 metri al secondo, scendendo molto lentamente compiendo grandi circonferenze, per poi risalire. Per far questo sono in grado di dormire con un solo emisfero celebrale per volta (detto sonno uniemisferico) potendo sempre mantenere così il controllo del volo. AMORE TRA LE NUVOLE… Nei rondoni anche l’accoppiamento avviene in volo. Il maschio affianca la femmina in volo, una volta che l’ha raggiunta si mette sopra di essa e con un rapido movimento, tenendo le ali rivolte verso l’alto, fa combaciare la sua cloaca a quella della femmina, che tiene le ali orizzontali, per trasferire i gameti. Poi rapidamente si allontana, senza però perderla di vista per non rischiare che un altro maschio approfitti della sua lontananza. In realtà la maggior parte degli accoppiamenti avviene non in volo ma nel nido occupato dalla coppia nelle prime ore del giorno. 8


Un menù speciale I rondoni si nutrono di Plancton aereo, così come le Balene si nutrono di quello marino. Essi infatti, grazie alle dimensioni molto grandi della bocca, durante il volo inghiottono piccoli insetti o ragni che sfruttano le correnti d’aria per essere trasporti a grande distanza. I rondoni non inghiottono tutto ciò che trovano sul loro cammino, ma sanno anche selezionare con attenzione le loro prede, cosa alquanto incredibile considerato che volano a oltre 200 km/h. Ogni rondone in una giornata può inghiottire dai 300 a più di 1000 insetti di media dimensione, in particolare paiono ghiotti di Vespe, Formiche (ovviamente quando sono in fase alata) e anche di piccoli ragni che si fanno trasportare dal vento. È stato dimostrato che se in territorio convivono due specie di rondoni si instaura una specie di tregua alimentare e le due specie differenziano le tipologie di prede non sovrapponendo così lo spettro alimentare, in modo da non competere l’una con l’altra.

UN OMOGENEIZZATO CON LE ALI... I giovani rondoni vengono nutriti al nido dai genitori grazie a delle palline di insetti chiamate “boli”. Gli adulti, sia il maschio che la femmina, infatti si allontanano dal nido per catturare insetti che vengono raccolti nella gola e compattati con la saliva. Una volta ritornati al nido questa specie di compressa di insetti viene rigurgitata direttamente nella gola dei piccoli

CHE SETE!!! Bere in volo non è proprio una passeggiata. I rondoni infatti non si possono fermare neanche per bere, dovendo sfruttare così le superfici raggiungibili in volo. Il metodo maggiormente utilizzato è il volo planato radente a corsi o specchi d’acqua dove i rondoni, sfiorando la superficie con il becco, bevono direttamente dalla superficie.

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Dall’uovo al primo volo... UN AMORE CONTRASTATO… Quando la coppia si riunisce nel nido, il primo periodo è caratterizzato da un alto gradi di aggressività tra i due partner, con posizioni di minaccia e grida di allarme. Solo quando la femmina è pronta per l’accoppiamento inizia un rituale di corteggiamento che consiste in reciproche lisciamenti del piumaggio e una sincronizzazione delle grida che permette alla coppia di riconoscersi al buio delle cavità e rinforzare i legami. UN NIDO SPECIALE… Il nido è costituito da una piccola coppa schiacciata (simile ad un piatto fondo) appoggiata a terra, costituita da piume, pezzetti di foglie o di carta, nastrini, raccolti in volo da entrambi i membri della coppia. Spesso viene utilizzato anche del materiale già presente nella cavità o “rubato” ai vicini, spesso colonie di passeri. Tutto questo materiale è impastato con la saliva prodotta da delle ghiandole che nel periodo primaverile si sviluppano enormemente. Le uova, di colore bianco, vengono deposte circa tre settimane dopo l’occupazione del nido. Ogni coppia depone dalle 2 alle 4 uova, una alla volta a uno o due giorni di distanza. La cova avviene dopo la deposizione del secondo uovo, il terzo uovo, che è solitamente di dimensioni minori dei primi due verrà così covato per meno tempo e il pulcino che nascerà sarà in genere più piccolo e debole dei fratelli. Nel rondone comune e nel rondone maggiore si ha una sola covata per anno, mentre il rondone pallido può effettuare anche una seconda covata tardiva nel mese di agosto. La cova dura 21 giorni, con le ultime uova deposte che si schiuderanno un paio di giorni dopo le altre; sia il maschio che la femmina partecipano attivamente alla cova delle uova, così come faranno poi per l’allevamento dei piccoli.

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Dall’uovo al primo volo... I pulcini nascono implumi con gli occhi ancora chiusi e pesano circa 3 g. In questa fase i genitori si alternano ancora nel nido per scaldare i piccoli fino al decimo giorno di vita quando il piumino ricopre l’intero corpo. Da 20 giorni in avanti le ali, lunghe adesso circa 8 cm, iniziano ad essere allenate all’interno del nido. I piccoli all’arrivo del genitore lo inseguono nel nido finché non vengono nutriti con una piccola pallina a base di insetti. Questo periodo e fino all’involo è quello dove si verifica la maggior parte degli incidenti e cadute dal nido. I giovani infatti agitandosi possono cadere dalla cavità in cui si ritrovano. I genitori essendo il pulcino a terra non vanno più ad alimentarlo, e quindi solo in questo caso è giusto raccogliere il pulcino per prendersene cura o portarlo ad un centro di recupero per la fauna. A 40 giorni e con l’ala che supera la lunghezza del corpo, sono in grado di prendere il volo. UN SONNO FORZATO In caso di maltempo i genitori sono costretti a percorrere lunghe distanze per procurare il cibo ai nidiacei e può capitare che non portino cibo al nido per alcuni giorni. In questo caso i piccoli cadono in uno stato di torpore durante il quale vengono abbassate tutte le attività metaboliche come la temperatura, la respirazione e il battito cardiaco. Quando i genitori ritornano al nido e li alimentano i piccoli riacquistano le loro normali attività fisiologiche. UNA PARTENZA SOLITARIA… Gli adulti di rondone abbandona i siti di riproduzione qualche giorno prima dell’involo dei piccoli, che sopravvivono grazie alle riserve accumulate nei giorni precedenti. Quando sono in grado di volare i piccoli si lanciano fuori dal nido e dopo qualche giorno di allenamento iniziano la migrazione verso i quartieri di svernamento senza la guida degli adulti.

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Cercasi casa disperatamente I rondoni in natura per nidificare sfruttano le pareti rocciose, sia nelle zone montane che sulle falesie marine. Queste pareti, soprattutto se di origine calcarea, mostrano molti anfratti e cavità che i rondoni possono utilizzare per nidificare. Gli uomini, costruendo strutture verticali e dotate di cavità protette hanno fornito ai rondoni strutture idonee per nidificare. Per questo le diverse specie di rondoni hanno iniziato a convivere a stretto contatto con l’uomo. LE QUALITÀ DI UN BUON ALLOGGIO I rondoni, nonostante le apparenze, non sono particolarmente esigenti in fatto di “casa”. Ove vi sono le possibilità sfruttano, infatti, sia edifici storici che quelli di nuova costruzione. Una delle caratteristiche principali che deve possedere un edificio per ospitare una colonia di rondoni è di avere delle cavità accessibili alla specie, non umide e non esposte alle intemperie. L’accesso a questi spazi deve essere sufficiente all’ingresso degli uccelli, ma non troppo grande perché vi possano accedere specie più grandi ed invasive come i colombi. I rondoni prediligono nidificare in edifici che spicchino in altezza dalle strutture circostanti, in modo da non avere ostacoli quando prendono il volo dai nidi. I rondoni al loro arrivo primaverile tornano al sito dove si sono riprodotti l’anno precedente e, molto spesso cercano di rioccupare la stessa cavità. Solitamente il primo a raggiungere il sito riproduttivo è il maschio, i rondoni migrano infatti in gruppi separati (migrazione differenziale) che può aspettare anche per una decina di giorni la femmina. La fedeltà al sito riproduttivo è molto alta e supera in alcune colonie il 70%. È stato dimostrato che se una coppia occuperà il nido dell’anno precedente inizierà prima a riprodursi e avrà un successo riproduttivo più alto. I giovani alla prima riproduzione o coloro che hanno trovato già occupata o chiusa la cavità precedentemente utilizzata, dovranno accontentarsi di siti meno “prestigiosi” o, nei casi peggiori per quell’anno non si riprodurranno affatto.

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Un inverno al caldo I rondoni sono specie migratrici a lunga distanza, ossia passano la stagione riproduttiva in Europa, mentre l’inverno a sud del Sahara. La migrazione è un fenomeno molto diffuso negli uccelli, nonché in molte altri gruppi animali. Migrare serve agli animali per allontanarsi da condizioni difficili per la sopravvivenza come la mancanza di cibo e le temperature troppo rigide. Molti aspetti della migrazione, tra i quali la sua evoluzione, non sono ancora del tutto chiari, anche se molti studi sono stati fatti e molti sono in atto. I Rondoni , nutrendosi di insetti, non possono soddisfare il loro bisogno alimentare nelle regioni dell’emisfero boreale durante l’inverno e quindi sono costretti a spostarsi nelle regioni equatoriali o nell’emisfero australe. I rondoni grazie alla loro abilità di volo sono in grado di compiere lunghi spostamenti che li portano a percorrere ogni anno oltre 300.000 km. La migrazione dei rondoni viene definita “a fronte ampio”, si spostano cioè da nord a sud e viceversa non utilizzando vie preferenziali, come ad esempio fanno uccelli di grandi dimensioni come i rapaci o le cicogne, ma volando ad alta quota ad ogni longitudine. È stato dimostrato che un rondone durante la migrazione si porta ad altezze intorno ai 2000 m per sfruttare le correnti di alta quota e si sposta ad una velocità di crociera costante intorno ai 40km/h. Nutrendosi in volo non necessita di soste come avviene per gli altri migratori, che si fermano più volte per rifocillarsi e riposare. ZINGARI DELL’ARIA I rondoni, come detto precedentemente, trascorrono l’inverno nell’africa centrale e meridionale. In questo periodo, in realtà, non si stabiliscono in un luogo definito, come fanno durante la nidificazione, ma si spostano in continuazione in cerca di fonti alimentari abbondanti. Questo fa sì che siano un po’ degli zingari dell’aria sempre in continuo movimento percorrendo oltre 20.000 km a stagione. Per nutrirsi prediligono aree aperte e semi aride, spostandosi verso i fronti temporaleschi dove si concentrano grandi sciami di insetti. 13


Loro ci aiutano e noi? I rondoni sono degli animali molto utili all’uomo sono infatti degli INSETTICIDI NATURALI! Essendo la loro dieta a base di insetti volanti fanno si nutrono di una grande quantità di zanzare e, visto che si nutrono di giorno e all’imbrunire anche la zanzara tigre non sfugge ai suoi agguati. Un’altra sua preda abituale è la mosca, altro abitante spesso non desiderato delle nostre case. La presenza dei rondoni ci aiuta quindi a diminuire l’uso di sgradevoli prodotti chimici, sempre più presenti nelle nostre case! COME FARE AD AIUTARLI? Il modo più efficace per aiutare queste specie è offrirgli un posto adeguato dove poter nidificare. Se si abita in un edificio in cui è già presente una colonia di rondoni bisogna porre molta attenzione a non chiudere gli accessi esistenti ai siti di nidificazione. In questi caso di ristrutturazione bisognerebbe evitare qualsiasi intervento nel periodo di nidificazione tra aprile e settembre; se i ponteggi permangono sulla facciata per un lungo periodo è possibile porre dei nidi artificiali per fornire un’alternativa, anche se non ottimale, ai siti normalmente utilizzati. Una volta finiti i lavori, i fori di ingressi risultino di nuovo liberi ed accessibili. Se i precedenza i fori erano di grandi dimensioni e consentivano l’accesso anche ad altre specie, come i colombi, si possono restringere fino alle dimensioni di 5 cm di diametro (9 se nidificano dei rondoni maggiori) o di 6*3 cm (12*5 in caso di nidificazione del rondone maggiore). Se per estrema necessità si dovessero chiudere i fori di accesso ai sottotetti o ai siti di nidificazione è possibile installare delle cassette nido sulle parti esterne degli edifici nei pressi dei siti usati precedentemente per la nidificazione. In caso non sia presente una colonia è possibile installare delle cassette nido all’esterno degli edifici, queste strutture devono essere posizionate in luoghi riparati dalle intemperie ad almeno 5-6 m dal suolo. Inoltre devono essere facilmente accessibili e non ostruite da alberi o strutture che ostacolino l’involo. 14


Prendersi cura dei nidiacei I giovani rondoni dopo i primi 20 giorni di vita iniziano a esercitare i muscoli pettorali all’interno del nido. Durante questi spostamenti può succedere che cadano al di fuori delle fessure e vengano ritrovati sui marciapiedi o nei cortili. I rondoni sono le uniche specie che è necessario raccogliere ed accudire in quanto gli adulti non andranno ad alimentarli se non li troveranno più nel nido. Ecco qualche semplice su come comportarsi con un giovane rondone: Se si ritrova un rondone la prima cosa da fare è assicurarsi che il giovane non sia ferito. In caso lo sia è necessario contattare la Polizia Provinciale che provvederà a portare il giovane in un Centro di Recupero per la Fauna Selvatica oppure potete provvedere voi stessi a portarlo presso una di queste strutture. L’animale va posto i una scatola di cartone foderata di carta assorbente, provvista di fori per l’areazione con dei fori per la respirazione e delle incisioni sui lati in modo che possano arrampicarsi. I rondoni vanno nutriti con cibo a base di carne, come farebbero i loro genitori, ecco quello che potete scegliere: -Camole della farina, a cui va preventivamente tolta la testa, soprattutto se i rondoni sono molto piccoli - piccole palline di carne trita cruda, bagnante con un po’ di acqua per fornire anche la parte liquida - Crocchette dei gatti ammollate per un paio d’ore nell’acqua. FINO A QUANDO ALLERVARLI? I rondoni vano allevati finchè le penne delle ali non diventano più lunghe del corpo, incrociandosi sul dorso del piccolo. COME LIBERERLI? Per liberarli bisogna andare in un luogo aperto, prendere il rondoncino tra le mani e “lanciarlo” verso l’alto in modo da dargli lo slancio per partire.

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Forse non tutti sanno che... Il rondone non è “parente” della rondine ma bensì dei COLOBRÌ, anche se le loro strade evolutive si sono divise già al tempo dei Dinosauri, nel Cretaceo.

Il record di età registrata per un Rondone comune è di 21 anni. Si trattava di un uccello inanellato come un pulcino al nido in Svizzera, e ricatturato di nuovo lì 21 anni dopo. Da allora si calcola che abbia volato per oltre 4,5 milioni di chilometri.

Nel mondo esistono 97 specie di rondone, tutte molto simili tra loro. Alcune sono dette specie “sorelle” infatti a prima vista sono indistinguibili, anche se tra loro si riconoscono perfettamente.

Alcune specie di Rondoni asiatiche, del genere Collocalia, costruiscono in grotta dei nidi fatti di saliva di circa 6 cm di diametro, che vengono raccolti e utilizzati nella cucina tradizionale per preparare zuppe.

Alcune specie di rondoni asiatiche nidificano in caverne completamente buie e per orientarsi utilizzano l’ecolocazione come i pipistrelli.

Alcune specie sudamericane nidificano in cavità dietro a cascate che attraversano in volo per raggiungere i nidi. Una di queste specie, il Rondone Maggiore Bruno (Cypseloides senex) è diventata anche simbolo del Parco Nazionale delle Cascate dell’Iguazu. 16


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