Ivan Pili L’essenziale è Visibile agli occhi Solo Exhibition
Testo poetico a cura di Prof. Agata Di Rubba
Ivan Pili Una suggestiva impronta della tecnica naturalistico-verista che rivoluziona l’immagine moderna. Ivan Pili appartiene alla generazione che si è vista crescere nelle fotografie, che ha conosciuto un mondo rappresentabile non più attraverso i procedimenti tradizionali della pittura, ma soprattutto attraverso la fissazione automatica dell’impronta luminosa: la nuova dimensione del vero. Ma non solo. L'artista esprime in chiave romantica e armonica un differente realismo (ed a tratti un iperrealismo), un riferimento preciso dell’arte alla realtà concreta e visibile del mondo: i soggetti dipinti dal Pili, anche i più essenziali e dai gesti apparentemente irrilevanti, diventano un elemento in grado di qualificare l'opera d’arte.
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Biografia Ivan Pili nasce a Cagliari nel 1976. Come tanti talenti, le sue doti artistiche emergono fin dalla tenera età, nei banchi della scuola materna prima per manifestarsi nelle sue prime opere ritrattistiche all'età di 9 anni. "Assorbe" le peculiarità degli artisti incontrati, ma fa proprie le tecniche stilistiche osservate. Sono gli anni in cui è forte l'interesse per le luci del Caravaggio e la morbidezza del tocco di Renoir e Raffaello. All'età di 12 anni inizia però la sua avventura musicale, settore in cui riceverà consensi immediati ed a respiro internazionale. La musica diventa la principale attività di Ivan Pili, tralasciando quindi la pittura per oltre 25 anni. Riscopre dopo questo lungo periodo, l’arte pittorica, mai dimenticata, ripresentata in maniera prepotente e decisa, velata di una maturità artistica ancora in via di definizione. I soggetti dei dipinti sono i più disparati: dai paesaggi alle nature morte, dai ritratti alle maschere, senza trascurare quelle della sua terra: la Sardegna"
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Curriculum - Solo Exhibition “L’essenziale è Visibile agli occhi” Salone Pro Loco | Reggia di Caserta - Solo Exhibition “L’essenziale è Visibile agli occhi” Palazzo sant’Agostino | Salerno - “Ode to Food” - Milano Galleria Pisacane , collettiva Milano Art Week for EXPO 2015 - Rassegna “Capua abbraccia i suoi artisti” nell’ambito del Festival della Lingua di Capua (CE) - Cerimonia di donazione dell’opera “Su Boe” al Comune di Capua durante la rassegna “Coetus”, Simposio di scultura - “Italian Soul - Contemporary Art in UAE” a cura di Gina Affinito, Dubai e Abu Dhabi (UAE) - “Alter Ego, l’Io attraverso l’Ego” a cura di Rinascenza Contemporanea, Pescara (Italy) - Art Fair Cagliari - Workshop di pittura murale tenuto presso l’Istituto Italiano di Cultura, Stoccarda (Germany) - Il giorno 1 ottobre 2014, il Registro delle Eccellenze Italiane ha conferito alle opere di Ivan Pili il certificato di Eccellenza Italiana 2014/2015 per l’unicità della tecnica pittorica.
Il Tempo è nell’Eternità che racchiude la vita in frammenti di luce e muta in attimi di sogni la nostra anima! (Agata Di Rubba) Agata Di Rubba è nata a Stans (Svizzera), il 21/02/60, insegnante, ama l’arte e la poesia. Fa parte di tre antologie poetiche: “Viaggi Di Versi”, “Poeti Contemporanei”, “Il Parnaso” e ha pubblicato un libro “Armonia”, editi da Pagine. Appassionata di arte ha partecipato a diverse mostre dove è stata autrice di poesie abbinate alle opere in esposizione. Le sue doti poetiche emergono fin dalla prima fanciullezza quando, dalla morte del padre, un lapis, dei fogli, tanta malinconia e solitudine divennero i suoi amici e compagni di viaggio. Grazie poi alla guida sapiente e saggia del suo prof. di filosofia, Giuseppe Giuliano, al quale va tutto il suo affetto, stima e gratitudine, ha fatto della poesia la sua unica confidente, che l’ha portata ad una continua introspezione e conoscenza di se stessa e dell’altro. Forte è stato il suo interesse per Platone, Leopardi, Victor Hugo, Monet… L’animo umano, la sua vita passata, il Sole, il Vento, l’Amore per l’altro, per il Creato , per il Nostro Ente Supremo , l’Eternità, il Tempo… sono ricorrenti nelle sue poesie.
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“Nelle poesie l’autrice rivela i suoi sentimenti sul palcoscenico della natura e della vita e, ben si presta a fare emergere la sua anima ed i suoi pensieri chiari e diretti” ( G.V.)
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“La poetessa Agata Di Rubba ha una spiccata e grande sensibilità ed i suoi versi vanno oltre la conoscenza della persona… le basta uno sguardo per capirne il passato e il momento del tempo che è ”.(R.R.)
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“La sua poesia è diretta, scevra di fronzoli e di ricercatezze stilistiche, per questo diviene un dono per tutti. Fortunati coloro a cui, in modo particolare l’autrice dedica i suoi versi pregni di verità, affetto e dolcezza”. (T.C.)
Mister Jingles
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Un vecchio, dal viso rugoso increspato dall’esperienza e dal tempo, squarcia le nubi della mia anima e irrompe, con forza, nella mia mente!
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Arcani pensieri fluttuano nel mio cielo infrangendo quel plumbeo velo.. ed una nuova aurora si affaccia sul mio mondo sempre più confuso, meno vero!
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A lui, un topolino parla certo di dissipare quell’onda che, nel mare dell’indifferenza ogni pregiudizio affonda. E’ lì in quella sua dolcezza, in quel suo sconfinato “io”, che ho rivisto, come in un sogno te, padre mio!!!
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E lì , in quel viso gaio, profondo che la mia anima annega, affonda; è lì, nel tuo silenzio, che il mio “io” inconsapevolmente annaspa ,sprofonda, o padre mio!
Dietro le linee Amiche
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Dietro le linee due occhi fissi, tristi squarciano il velo dell’infanzia, dell’innocenza del vero.
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Lì, in quello spiraglio di luce, in quell’ombra, dietro quella tenda lacerata dal vento, quello sguardo ignaro, cela “strani pensieri” e fissa lontano il tempo.
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Quelle linee, sbarre di legno incrostate da pallidi colori, sbarrano il suo ingresso ad una vita nuova, ma non celano la sua alba, la sua aurora!
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Quello sguardo, è attento ad ogni movimento è fatale, profondo vira lontano.. nei più sconfinati abissi della mente!!
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E’ inconsapevole del mondo, del suo tempo, della vita, della sua aurora ma conosce bene il significato del silenzio e infonde serenità, pace, amore.
Sogno di raggiungere…
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Scalza, a piedi nudi sali quei gradini vecchi, consunti dal tempo, ricoperti di vita passata, di pensieri infranti, di un sogno incessante..
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Tu vestita nel tuo abito fatato, di trine, di velo, bianco ovattato, “ sogni di raggiungere” un destino segnato, di una vita ormai vissuta fra petali di pallide rose ma anche fra spine di piante, di steli spinosi..
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E la speranza è tua amica: uno spiraglio di luce si apre, accende la tua via e, come per incanto illumina il tuo nuovo orizzonte là su quei gradini consunti dagli anni, dal tempo, dalla vita…
C’era una volta
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Una tenda “velata” che spinta dal vento racchiude di quella finestra di quella casa, il loro passato,il loro tormento. ! Una tenda di velo che negli anni ha ascoltato, la vita di tutto e di tutti e ora ne racconta le ore andate, il passato. ! Un passato lontano, perso nel tempo, muri scrostati, anneriti, consumati dalla furia del vento. ! E’ in quella tenda fiorata che le stagioni della vita si sono alternate: è lì, racchiuso in quell’attimo fuggente, che la vita è rinata; è lì, in quei fiori, che un frammento dell’Eternità ha attecchito; è lì che l’amore di luce divina e di colore, si è aggrappato! ! E sempre in quella tenda che indicibile,consunta, il vento ha raccontato e racconterà negli anni, le sue gioie, i suoi amori i suoi tormenti.. ! La nostra vita in fondo, in questa grande Immensità, non è altro che una folata di vento, un frammento dell’Eternità.
Lei, la forza, la vita
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Lei, vecchia dai capelli bianchi, con il peso della sua esperienza sulle spalle, racchiude la forza della vita, dei suoi anni …
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E’ lì curva su quella fontana intenta ad ascoltare la forza dell’acqua e, a rivedere il suo film la sua storia bella e triste… il suo passato!
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Quell’acqua argentina sussurra canta e lei, con la testa china, ritrova in quella lacrima di pianto, che scorre nel catino di rame, tutta la sua vita con rimpianto e, mentre con la mano sinistra appoggiata sulla vecchia fontana saluta il suo ieri, con l’altra mano regola con maestria il suo futuro e riempe finalmente quel secchio dove lei, felice, si rispecchia.
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E’ lì che vide il suo “domani” che è la forza del suo tempo, la magia di quell’acqua ha rinvigorito la sua anima, regalandole una volta ancora un nuovo frammento del passato, una nuova illusione!
Con le mani di mia madre
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Due mani, annerite dalla vita, dal tempo, impastano con maestria, acqua e farina, il sale della vita, l’oro, il segreto del mondo!
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Lì su quel tavolo di legno, consunto dagli anni, un frammento dell’eternità dispone in un attimo fuggente la sua luce e, con un raggio di sole, fissa un pallido e arcano sogno.
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E mentre gli ultimi chicchi di grano in quella stagione da poco andata, mostrano casti gli steli affranti, mai nati, quella bianca polverina sembra sfuggita dal mondo, da una luce soffusa, divina.
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E sotto una luce fioca, “nelle mani di mia madre”accorate, ho rivisto il mio passato, le gioie, il dolore, la vera realtà e l’ultimo sogno, andato!
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E’ in quell’alchimia, in quell’impasto che è racchiusa la fortuna del mondo e, foliero il vento, nel “verde cielo della speranza”, porta la parola “ amore” su per i monti, per le sconfinate valli e scrive con l’ultimo raggio di sole la parola novella... la favola più bella!
L’illusione di stringere un bouquet
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Tra le mani aperte alla vita, al mondo una bianca ninfea fa parte della sua ultima illusione, di un suo arcano sogno.
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Vorresti dar vita a quel giorno, quando fra i petali di quel fiore, il tuo cuore era come per incanto finalmente rinato, sognante…
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Vorresti indossare quell’abito, cancellare in un momento, quei ricordi che non ti sono più cari… quelle ingiustizie così fredde, amare.
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Vorresti che quella ninfea fosse una culla per potervi deporre il tuo bimbo, il tuo sogno: la speranza che un giorno smarristi per l’indifferenza di un uomo solo, stanco, inconsapevole che in fondo, c’eri tu giovane vogliosa di vivere,di girare, di virare nel vento..
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E lui, felice e chiuso nel suo “vecchio mondo”, s’illuse, e t’illuse di regalarti un castello d’oro dove ora purtroppo il suo sogno è prigioniero e ogni giorno muore…
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E mentre tu chiedi al mondo, a tua madre ormai lontana, che quel vestito “roseo” e bianco avveri la tua ultima speranza tu culli in quella ninfea un vero amore e , il non avere tra le mani solo “l’illusione di stringere un bouquet” senza amore!
Pensieri prima di un’ audizione
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Tu sola, in quell’azzurro cielo, abbracci con il tuo tutù la tua anima e aggiusti, per l’ultima volta, le tue scarpette rosee, garantendoti il tuo futuro…
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L’attesa ti toglie il respiro e l’ansia ineluttabile ti uccide le forze e smorza il tuo ultimo pensiero.
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E mentre una luce fioca, accende il tuo ultimo sogno, il tuo ultimo desiderio prima dell’audizione, tu ti specchi sul palcoscenico della vita e, come per incanto, vorresti fermare il tempo per farlo scorrere come sabbia fra le dita, ma lui scorre indefesso imperterrito, inesorabile, non accetta compromessi!
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E tu, allora con la tua innocenza, tenti ancora di fermarlo, di ingannarlo, e lui lusingato, impavido, possente ti sorride..; tu allora ti perdi in ampi orizzonti, nella nebbia di neri pensieri, in un abbraccio agognato dal tempo, nell’ultimo attimo fuggente.
Mani di violinista
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Assorta osservo due mani di violinista: quasi mi sembra di vedere la sinuosità di movimenti; quasi mi sembra di sentire un arcano e vecchio canto…; quasi mi sembra di ascoltare nette e chiare nelle parole, il tormento; quasi sembra di vedere l’ansia di uno spirito affranto, colmi di pianto, occhi che raccontano pregiudizi, critiche insulse... e di una mano amica protesa che manca.
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E lui non sa che uno strazio di un cuore può avere fine se volge gli occhi al mondo, all’Immensità, all’Eterno e nel dolore vede i confini…
Amore alla prima carezza
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Proteso da un cesto di vimini, un piccolo gatto arancione lecca le mani di una bambina, per avere le sue attenzioni…
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Un arcano motivo, un ‘arpa, un vecchio violino mutano quel momento in un magico canto e nel guardarli, fra stelle sconfinate e innumerevoli spazi, voga l’anima mia e trova sollazzo.
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Cancella la tristezza che con il tempo avanza, libera nell’animo ogni mio sentimento ogni illusione, ogni minima speranza. E , nella notte scura sulla mezzaluna, si siede l’ultimo raggio di sole… è in quell’afflato, è in quel profondo respiro che vaga nel firmamento l’anima mia.
Rimembranze
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Una giovane donna, sola accarezza un pallido sogno, vicino ad una vecchia finestra, tocca il freddo marmo corroso dagli anni, dalla sorte, dal tempo‌
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Due mani esili che si aprono al mondo, accompagnano quello scempio, che racconta di un angolo di vita o di un sogno. Un ‘anta di legno, una luce soffusa da un vetro appannato che illumina confuso un amore finito o un orizzonte stroncato.
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E tu, con la tua innocenza, sogni ad occhi aperti, su nuvole ovattate‌ vorresti fermare il tempo‌, mentre illusioni, amori, delusioni sono immersi nel cielo verde, e virano in un bolla di sapone
Venditrice di mele
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Alle spalle di un vecchio portone è assisa su un gradino, intenta a guardare con mani congiunte, una “venditrice di mele” .
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Non ha un cesto su cui porre le sue verdi mele; indossa degli stracci consunti dalla vita, dal tempo e aspetta, con uno sguardo struggente i passanti, sotto il sole cocente…
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Le sue radici sono forti, radicate e, mentre una luce si accende, un alito di vento le accarezza il viso, e, di tanto in tanto, i suoi pensieri le confonde…
Infanzia: il suo suolo su cui camminare per tutta la vita
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In un mare di grigio indifferenza, vaga un bimbo in cerca della sua infanzia… Cammina sul riflesso dell’acqua e il suo cuore, all’unisono, con il mare batte.
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Osserva l’alternarsi delle calde onde, va alla ricerca di sé, di un suolo su cui camminare per tutta la vita, del suo mondo… Lì su quella spiaggia ci sono dedali di strade invisibili, fredde, tormentate, dove lui ripone inconsapevole le sue speranze, il suo domani!
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Lì su quella spiaggia, accarezzato dal sole e, con le sue brillanti e colorate ombre, ritrova finalmente la gioia di un mondo che seppur ferito dal passato, sotto la forza prepotente della vita, è rinato!
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E lì che vede il volto di sua madre, dei suoi cari: un mondo “scuro” che si apre al domani…; una tenda velata fuori ad una finestra che sbatte; una vecchia che vede tutto il suo passato nello scorrere dell’acqua.
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Sembra già vecchio quel bambino… Sembra, che su quelle spalle ricurve ci siano il peso e l’ombra di un uomo e del suo passato che “forse” non ha mai conosciuto “veramente” il mare.. che “ forse” quel mare non l’ha mai veramente amato.
Grazie