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Dopo il lockdown l’uomo da battere si chiama David Peters

UN FENOMENO ASSOLUTO DA OLTRE 35 MILIONI DI DOLLARI VINTI IN CARRIERA. IL DOMINIO DEL PLAYER DI LAS VEGAS NEGLI US POKER OPEN È QUALCOSA DI EPICO E VA ASSOLUTAMENTE IMPRESSO SULLE NOSTRE PAGINE.

David Peters aveva ottenuto una vittoria storica nel 2019 Us Poker Open Championship in rimonta, conquistando il torneo finale della serie per scalzare il leader classifica, Sean Winter, chiudendo una corsa al titolo da record. L’Uspo non si è tenuto durante la chiusura del poker live del 2020 per la pandemia, che ha mantenuto Peters il campione in carica quando la serie di tornei high-stakes è tornata con un festival high roller di 12 eventi nel giugno del 2021. Il 34enne di Las Vegas è andato in crisi durante la seconda metà della serie, per poi vincere tre titoli e facendo quattro tavoli finali nell’arco di cinque giorni per prendere il comando della leaderboard grazie al successo finale. L’ultimo ostacolo era Sam Soverel che aveva bisogno di una vittoria per superare Peters, ma alla fine è arrivato quinto per vedere il pro di Vegas mettere le mani anche su 50mila dollari in più e il Golden Eagle Trophy. Peters ha incassato 832.950 dollari attraverso i suoi quattro piazzamenti in the money della serie, ed è riuscito a vincere un quarto degli eventi che sono stati giocati nella serie di 12 tornei che si è svolta dal 3 al 15 giugno. “È stato fantastico chiudere un back to back del genere. Ed è fantastico fare bene contro così tanti grandi giocatori ed è stata una settimana molto emozionante - ha commentato a PokerGo Peters - è qualcosa che sarà davvero bello ricordare un giorno, guardare la mia bacheca e sapere di aver vinto trofei importanti come questo”. David anche emozionato e sorprendente: le sue foto da winner ritraggono un profilo glaciale, quasi privo di emozioni. E ancora: “È stata una settimana pazzesca. In realtà ho runnato abbastanza bene. Non giocavo a poker dal vivo da più di un anno e mezzo, ma è bello essere tornato. È stato bello tornare lì, giocare contro tutti questi grandi players con cui ho combattuto in tutti questi anni. Mi è decisamente mancato tutto questo. Non avevo mai passato così tanto tempo senza giocare a poker dal vivo da quando avevo 18 anni o cose del genere. È stata una settimana molto divertente e ovviamente le cose sono andate bene e sono felice di vincere”. Peters ha scelto di non giocare i mixed game e uno dei due eventi di Pot Limit Omaha. Non è andato a premio in nessuno dei primi sei eventi della serie, ma è emerso vittorioso dal field record di 99 entries dell’evento n. 7, un torneo di no-limit hold’em con buyin di 10.000 dollari. Ha guadagnato 217.800 dollari e 218 punti Uspo per la sua vittoria in quell’evento, che è stato il più grande field di sempre in un torneo della fortunata serie high stakes. Il giorno dopo quella vittoria, è arrivato ottavo nell’evento $10.000 pot-limit Omaha per altri 25.200 dollari e 25 punti Uspo. Peters ora ha più di 35,4 milioni di dollari di guadagni nei tornei in carriera, buono per il sesto posto nella lista dei soldi di tutti i tempi del poker. Quando gli è stato chiesto quanto siano importanti i premi e i titoli per lui, Peters ha detto: “Probabilmente non è così importante quanto questo genere di cose lo è per qualcuno come Hellmuth o forse per molte persone, ma è bello avere quei riconoscimenti o come assicurarsi la tua eredità o semplicemente avere quei ricordi a cui guardare quando avrò 70 anni. Posso guardare indietro e pensare a quanto è stato bello vincerli. Significa qualcosa per me, di sicuro”.

di Cesare Antonini

I RISULTATI DI DAVID PETERS 2021 U.S. POKER OPEN

EVENTO PIAZZAMENTO USPO POINTS VINCITA

Event No. 7 – $10.000 no-limit hold’em 1 Event No. 8 – $10.000 pot-limit Omaha 8 Event No. 10 – $10.000 short deck 1 Event No. 11 – $25.000 no-limit hold’em 1 218 $217.800 25 $25.200 124 $124.200 279 $465.750

LA CLASSIFICA FINALE

POS. PLAYER PUNTI VITTORIE PIAZZAMENTI VINCITE

1 David Peters 646 3

2 Sean Winter 3 Ali Imsirovic

484 1 483 1 4 Stephen Chidwick 427 0 5 Dan Shak 371 0

6 Jake Daniels 7 Sam Soverel

323 1 316 1 8 Andrew Lichtenberger 308 0 9 Joe McKeehen 302 1 10 Steve Zolotow 289 0 4 $832.950 2 $785.700 5 $482.000 3 $628.700 4 $459.750 2 $391.000 4 $382.300 3 $308.000 2 $302.200 3 $289.000

Verso la rinascita

L’ammissione del concordato in continuità della società di gestione del Casinò Campione d’Italia spiana la strada alla riapertura della sede, chiusa dal 27 luglio del 2018. Lo farà, nelle attese anche dei giudici di Como, entro la fine dell’anno, e con una dotazione organica iniziale di 174 dipendenti. Un sospiro di sollievo per l’intera comunità campionese, duramente provata dal venire meno del principale motore economico, occupazionale e turistico, e tante speranze per un futuro che presenta ancora criticità e incertezze, ma che sembra finalmente delinearsi. A fare il punto, i rappresentanti dei sei sindacati in prima linea nell’affrontare le complesse e delicate vicende della Casa da gioco.

di Anna Maria Rengo

Agnusdei (Slc-Cgil) «Casinò unico sostentamento economico, ma lavorare su diversificazione»

“Siamo sempre stati convinti che per la pecularietà del territorio campionese, il Casinò fosse nei fatti, l’unica realtà in grado di sostenere l’economia del luogo. Gli effetti devastanti sulla popolazione derivati dalla sua chiusura hanno dimostrato quanto il sostentamento di tutta la collettività fosse esclusivamente connessa con il Casinò. Si può o meno condividere, ritenerlo un bene o un male, ma questo è un dato incontrovertibile”. Lo sottolinea Mimma Agnusdei, segretario generale dell’Slc-Cgil di Como, secondo la quale, tuttavia, “le possibilità di trovare altre aree di sviluppo economico ulteriori ci sono o potrebbero esserci, per esempio, investendo su iniziative artistiche e culturali. Il luogo ha una sua intrinseca bellezza, spetta anche alla volontà politica, io credo, e non mi riferisco solo a quella locale, il creare le basi di sviluppo per dare finalmente dignità ai campionesi”. Quale futuro possono aspettarsi i lavoratori? “In un Paese come l’Italia in cui le ragioni spesso vengono urlate e la semplificazione pervade il sentire e il pensiero comune, questi lavoratori hanno dimostrato con la loro lotta avanzata e la tenuta dei presidi, quanto migliori essi fossero rispetto a coloro che li avevano governati e come invece su di loro siano ricadute impunemente le conseguenze di responsabilità altrui. Nei presidi io ho visto la disperazione che si compenetrava allo stesso tempo con tanta dignità e solidarietà. Chi per tanto, troppo tempo, ha stigmatizzato questi lavoratori giudicandoli ingiustamente, oggi ha modo di ravvedersi. Essi sono stati i primi a capire quanto il sistema nel quale vivevano fosse viziato, e lo hanno ulteriormente dimostrato, accettando le condizioni che la proprietà ha loro posto, a volte anche contravvenendo alle nostre indicazioni, per la definizione di un piano concordatario che fosse sostenibile. Quindi io credo che si prospetti loro un futuro comunque ancora difficile perchè non tutti saranno riassunti, ma è indubbio che questo rappresenti in ogni caso un principio di ritorno verso una ripartenza”. Come il sindacato supporterà la ripartenza del Casinò? “Esercitando il nostro ruolo di contrattazione e di mediazione. I lavoratori hanno sottoscritto delle transazioni che riguardano parte dei loro trattamenti individuali, rimane ancora aperto e da definire il contratto collettivo aziendale”.

D’Aquaro (Fisascat-Cisl) «Non ripetere gli errori del passato e rispettare i tempi fissati»

Una nuova pagina per il Casinò e per i suoi lavoratori. Ma sarà davvero così o sarà difficile trovare un nuovo posizionamento sul mercato? Secondo Giuseppe D’Aquaro, sindacalista della FisascatCisl dei Laghi, “se c’è un Casinò che può farcela a riposizionarsi in un mercato stravolto dalla pandemia questo è certamente quello di Campione d’Italia. Il fascino è tanto, il contesto non replicabile e la voglia di ripartire e di rimettersi in gioco da parte di chi ci ha già lavorato sarà decisiva. Sarebbe errato aspettarsi fin da subito lo stesso movimento di qualche anno fa, ma di certo una volta messa in moto la macchina si potrà solo tornare a crescere, e a tornare a garantire l’occupazione che potenzialmente il Casinò potrà sempre esprimere”. Qual è il contributo che il sindacato darà per accelerare il più possibile la ripartenza dell’attività? “Purtroppo non sarà il sindacato a dettare le tempistiche di riapertura, per quanto ci riguarda il Casinò non doveva nemmeno chiudere! Certamente non faremo nulla che comporti un rallentamento nella ripresa dell’attività, dando la massima disponibilità a incontrare l’azienda come fatto anche negli ultimi mesi. Il nuovo contratto di lavoro dovrà essere sostenibile, la priorità del Casinò di domani sarà quella di non ripetere gli errori che hanno creato danni enormi che ancora si stanno scontando. Sarà altresì necessario tenere sempre conto delle professionalità richieste, del contesto geografico e di settore del quale si sta discutendo, e soprattutto bisognerà prevedere un canale di precedenza per i troppi ex dipendenti che non troveranno spazio fin da subito. Le assunzioni future non potranno non partire da loro”. Ma si riuscirà davvero ad aprire entro il 2021? “ Aprire la casa da gioco nel minor tempo è un dovere nei confronti della cittadinanza campionese e non solo che ha atteso troppi anni. Al tempo stesso non è semplice rimettere in moto una macchina quale il Casinò di Campione, e soprattutto far sì che la riapertura sia stabile e garantisca la dovuta continuità. I tempi previsti però sono congrui, auspico pertanto di poter rivedere il fermento di una volta nel 2021”.

Fogliata (Uilcom-Uil) «Un contratto collettivo per dare identità al settore»

“Ovviamente riteniamo importante aprire in tempi rapidi, ma dopo tre anni di attesa ancora più importante è porre solide basi per far sì che la Casa da gioco e i suoi lavoratori possano vivere serenamente gli anni futuri, recuperando il più possibile l’occupazione persa in un’ottica di sostenibilità dell’attività”. Questo l’auspicio di Luca Fogliata, segretario della Uilcom-Uil di Como, dopo l’ammissione del concordato della società. Quanto è importante avere un contratto collettivo e come vi muoverete al riguardo? “Avere un contratto collettivo significa avere un’identità di settore, dunque è molto importante. Ciò è emerso in particolar modo nel periodo pandemico, dove tutti quei settori caratterizzati dalla frammentarietà e dalla mancanza di unità hanno faticato a portare le proprie istanze e le proprie ragioni al Governo. Presentarsi come interlocutore unico e rappresentativo di una ben determinata categoria è quindi fondamentale, soprattutto quando si parla di Casinò. Le quattro Case da gioco italiane hanno infatti bisogno di rivendicare il proprio ruolo di operatori storici di un azzardo gestito in maniera trasparente, responsabile e sostenibile, con un’attenzione particolare ai territori in cui sono collocate. Le segreterie confederali nazionali non hanno mai smesso di chiedere al nostro interlocutore, Federgioco, di attivare un tavolo per definire percorsi condivisi tesi alla ricerca di soluzioni alla numerose problematiche del settore. L’auspicio è che la riapertura di Campione possa rappresentare la scintilla per ripartire con nuovo slancio verso la stesura di un Ccnl delle Case da gioco”. Pensando al “vecchio” Casinò e alla sua gestione, ci sono degli errori ormai evidenti e che non devono essere ripetuti? “Sicuramente. Innanzitutto la gestione della Casa da gioco dovrà sempre mirare alla sostenibilità dell’attività. Le logiche della buona imprenditorialità dovranno coesistere con i fini del Casinò quale attività economica fondamentale per il territorio di Campione. La proprietà dovrà saper massimizzare i benefici dovuti alla presenza sul territorio di una Casa da gioco, con tutto il potenziale che ne consegue anche in termini di turismo, non limitandosi a vedere nel Casinò un gigantesco bancomat da cui attingere per finanziare spese quantomeno discutibili. Non possiamo poi non sottolineare come qualcosa non abbia funzionato nel sistema dei controlli, sia sul fronte Casinò che su quello Comune: si sarebbe potuto e dovuto intervenire prima, evitando l’accumulo di una massa debitoria importante al punto da portare alla richiesta di fallimento”.

Marangio (Utl-Ugl) “Partecipazione dei lavoratori alla gestione della Casa da gioco”

Come stanno vivendo i lavoratori del Casinò Campione e l’intera comunità questi mesi che sembrano precedere la riapertura? Lo chiediamo a Domenico Marangio, segretario Utl-Ugl Como: “Ormai sono anni che la comunità di Campione attende una risoluzione della problematica Casinò. Sono stati anni difficili per i lavorato- >

ri, qualcuno è riuscito a reinventarsi, altri sono, purtroppo, rimasti in Naspi. Per tutti la riapertura è uno sblocco, finalmente, a una situazione di stallo ed è una rinascita lavorativa. Attendono sicuramente con gioia”. In che cosa, nella gestione del Casinò, ci deve essere continuità rispetto al passato e in che cosa invece occorre una inversione di rotta? “La gestione deve avere come centro l’interesse dei lavoratori e della stessa comunità del Comune di Campione, attraverso una gestione partecipata, ovvero che ci sia una rappresentanza dei lavoratori al consiglio d’amministrazione, magari uno per ogni sigla sindacale che, possa dall’interno aiutare la gestione solo nella prospettiva del lavoro e dei lavoratori. Sarebbe così una partecipazione attiva che ostacolerebbe, dall’una e dall’altra parte, gli errori del passato”. Lei pensa che Campione potrà rinascere con la riapertura del Casinò, per quanto di dimensioni ridotte? “Questo è un inizio ed è un’opportunità. Sicuramente, come sindacalista non reputo giusto e tantomeno corretto lo ‘scegliere’ alcuni lavoratori ma, allo stesso tempo penso che sia un primo passo per dare la possibilità a tutti di rientrare nel proprio posto di lavoro, esattamente come era fino a prima di luglio 2018. Come Ugl, in questo senso, ci impegneremo con continuità per arrivare al ricollocamento di tutta la forza lavoro”.

Toini (Snalc-Cisal) «Gli ex lavoratori credono nell’azienda e nella ripartenza»

Ai fini dell’accoglimento del concordato, “il contributo dei lavoratori è risultato fondamentale in quanto i loro crediti sono privilegiati e rappresentano una parte consistente del totale. Ma principalmente, il fatto che circa l’80 percento abbia aderito alla proposta di concordato, dimostra ancora una volta che gli ex lavoratori del Casinò credono in questa azienda, nella sua ripartenza e nella concreta possibilità di una futura crescita”. Lo sottolinea il segretario dello Snalc-Cisal Christian Toini, al quale poniamo una questione fondamentale: il Casinò ripartirà, nelle intenzioni, entro il 2021 e con 174 dipendenti. Riuscirà a risollevare le sorti del paese con questi numeri? “Queste sono le indicazioni che emergono dal piano concordatario per la riapertura. È da considerare che dopo tre anni senza Casa da gioco, i numeri, anche se non soddisfano a pieno le necessità del paese, sono pur sempre un inizio verso l’auspicata normalità. C’è inoltre la possibilità di aumentare l’organico nel prossimo futuro, senza dimenticare che già dalla partenza, diverse persone potranno essere ricollocate nei servizi che verranno appaltati. Personalmente ritengo che l’attenzione massima debba essere rivolta a impiegare il maggior numero di persone nel minor tempo possibile, conciliando le reali necessità con la sostenibilità aziendale”. Lei è anche consigliere comunale, come giudica da un punto di vista politico la gestione delle problematiche del casinò da parte dell’amministrazione guidata da Roberto Canesi? “Da un punto di vista politico giudico positivamente la strategia adottata visto che ha portato all’accettazione del piano da parte del tribunale e quindi all’avvio del processo di riapertura. Nel mio ruolo di consigliere ho sostenuto gli interventi proposti per risanare la società di gestione della Casa da gioco ponendomi in maniera costruttiva e portando la mia esperienza, anche consapevole delle dinamiche che avevano portato alla dichiarazione di fallimento. Riaprire in tempi brevi rappresenta il cardine per la ripresa del paese e soprattutto dei campionesi e delle loro famiglie”.

Cassani (Snals-Confsal) «Finalmente la svolta per non vanificare i sacrifici dei lavoratori»

A tre anni dalla chiusura del Casinò Campione, finalmente la svolta. Quali aspettative nutre per la riapertura lo SnalsConfsal di Como? La parola ad Angelo Cassani, che ne è il segretario. “La possibilità di una riapertura entro la fine dell’anno rappresenta una svolta importante affinchè non vengano vanificati, i sacrifici fatti dai lavoratori negli ultimi anni prima della chiusura e il senso di responsabilità nella sottoscrizione delle richieste conciliative fatte dalla società. È evidente che la speranza è quella di poter garantire con l’avvio della attività il rientro graduale di tutto il personale”. Il “nuovo” Casinò in che cosa sarà uguale, e in che cosa diverso, rispetto a quello che era prima del 2018? “Credo che la riapertura non possa che passare attraverso la stesura di un nuovo contratto aziendale che deve necessariamente essere adattato alla nuova realtà che di fatto ha dettato le regole di assunzione e retribuzione”. Che cosa i futuri lavoratori del casinò chiedono alla società di gestione e che cosa al Comune? “Credo che i lavoratori abbiano come prima richiesta per società e Comune quella di riavere un posto di lavoro. È l’unica richiesta che in questi anni di chiusura si è sempre levata in ogni incontro e in ogni manifestazione. La chiusura del Casinò ha rappresentato una paralisi della vita dell’intera comunità campionese che ancora oggi si interroga sulle responsabilità di quanto avvenuto”.

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