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Esports, un universo in un libro 62. Microgame, il successo di poker e casinò del primo provider nazionale TORNEAND O TORNEAND O TORNEAND O
COVER STORY
Esports un universo in un libro
Un potente fenomeno sociale e un business su cui investire, ma che necessita di regole certe che ne tutelino l’integrità e gli sviluppi futuri. Se ne parla nel primo testo organico dedicato agli sport elettronici dal titolo: “eSports, un universo oltre il videogioco”, curato da Eurispes e pubblicato da Gn Media.
2019 il giro d’affari degli eSports è destinato a raggiunge il valore di un miliardo di euro, con oltre 450 milioni di audience. Mentre nel 2022 il business di settore potrebbe generare introiti compresi tra il miliardo e mezzo e i quasi tre miliardi. Bastano queste stime a rappresentare la portata del fenomeno dei videogame giocati a livello competitivo, già molto diffusi in America e Asia e in pieno sviluppo anche in Italia. Un mercato in crescita esponenziale e un vero e proprio mondo che vi ruota attorno, la cui complessità può creare spavento, accanto al grande interesse già molto diffuso. Va da sè la necessità di inquadrare il fenomeno, una volta per tutte: per delineare lo stato dell’arte del settore e tracciare le basi per un’adeguata regolamentazione, che diventa indispensabile alla luce dei numeri sopra citati. Ma più che un mondo, quello degli eSports rappresenta un vero e proprio universo. Da qui il titolo del volume: “eSports, un universo oltre il videogioco”, presentato in anteprima a Roma nella sede dell’Istituto per il Credito Sportivo e oggi in tour nella Penisola. Il libro, edito da Gn Media, in collaborazione con Eurispes e con il contributo di Aics – Associatione italiana cultura e sport, si propone di offrire alle istituzioni e a tutti i soggetti interessati un utile strumento di approfondimento sulle soluzioni di inquadramento giuridico degli sport elettronici a livello nazionale. Scritto dagli avvocati esperti di gaming Chiara Sambaldi e Andrea Strata, direttori dell’Osservatorio permanente dell’Istituto Eurispes su Giochi legalità e patologie “Italia in gioco”, il testo parte proprio dalla necessità di linee guida da parte delle istituzioni internazionali dopo l’avvio di una nuova fase di confronto all’interno dei singoli Paesi finalizzata a verificare termini e modalità di regolamentazione degli eSports, senza intaccare l’appeal di queste gare ad alto livello di competitività. Il tema è affrontato in chiave giuridica ma con un linguaggio semplice ed accessibile ad una platea ampia e multidisciplinare, con uno sguardo anche ai risvolti sociali, ai rischi per la salute dei giocatori, alla tutela dell’integrità delle competizioni e della legalità. Il lavoro di analisi ed approfondimento, partendo da un cenno storico e di inquadramento del mercato e dei giocatori, non trascura gli aspetti mediatici e commerciali con uno sguardo agli altri Paesi e si conclude con alcune interviste in profondità rivolte ad esperti ed esponenti delle istituzioni coinvolte. Nel
Fara (Eurispes): «Il primo studio sul fenomeno degli eSports»
A raccontare la genesi del libro è il professor Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes, che ne ha curato l’introduzione. “Queste nuove attività ludiche e sportive, competitive per definizione, sono principalmente diffuse tra i millennials e la generazione Z, intendendo con quest’ultimo termine i nati nel terzo millennio, e con millennials la fascia più vasta dei nativi digitale che comprende anche gli attuali trentenni. L’impatto quantitativo degli eSports è ancora poco studiato. In Italia non esiste in pratica una letteratura specifica, e lo spazio che Eurispes vi ha dedicato nel Rapporto Italia del 2018 rappresenta una delle prime aperture problematiche. Ecco perché questo testo riveste un particolare valore: cogliere un fenomeno già rilevante, e diffuso trasversalmente in Europa, come negli Stati Uniti e in Oriente, ma soprattutto destinato a esplodere in quanto legato alla diffusione delle relazioni in rete”.
Abodi (Istituto per il Credito Sportivo): «Prepararsi al futuro»
A fornire uno sguardo sulle prospettive di sviluppo degli eSports e sull’importanza di coglierle è Andrea Abodi, presidente dell’’Istituto per il Credito Sportivo, che ha firmato la prefazione del libro. “Gli eSports si sono sviluppati e affermati in questi anni in modo assolutamente indipendente dai sistemi sportivi, seguendo istintivamente percorsi nuovi disegnati proprio dalle tecnologie del gioco digitale e dalle opportunità offerte dalla rete. E’ necessario che il sistema sportivo, italiano e internazionale, si confronti anche con questo sempre più rilevante fenomeno, elaborando le migliori strategie da adottare per valutarne gli impatti, limitarne i rischi e valorizzarne le opportunità.”
Ora il futuro è scritto
“Non è facile parlare di eSports, e tanto meno scriverne”, spiega Chiara Sambaldi. “Occorre attenzione e rispetto per il tecnicismo di settore che è un aspetto purtroppo troppo spesso trascurato dal legislatore. Ed è anche l’errore che non si deve commettere di fronte a un fenomeno così rilevante e delicato. Siamo avvocati ma anche, e soprattutto nella veste di autori di questo libro, direttori di un Osservatorio permanente di un istituto autorevole e prestigioso: una posizione di grande privilegio che ci ha consentito di accendere un faro su questo spaccato della vita sociale ed economica”. Secondo Sambaldi, “occorre ottimismo contro le paure della rivoluzione digitale, e in questo settore sono le nuove opportunità lavorative che vanno valorizzate. La visione dell’Eurispes si contrappone alla paura dell’evoluzione tecnologica in tutte le sue espressioni incluse quelle ludico-competitive. Certo non si tratta di una fiducia incondizionata in quanto è ferma la convinzione che tutti i fenomeni digitali necessitano di regole ben precise quando a venire in ballo sono esigenze di tutela di interessi primari”. Venendo alla struttura della pubblicazione, gli autori hanno cercato di offire una fotografia il più possibile aggiornata di questo mondo su scala nazionale ed internazionale. Uno strumento di facile fruibilità per chi voglia approfondire questo mondo.”Siamo partiti dai profili storici, per passare alle categorie di videogiochi, i gamers più famosi e i tornei, la presenza femminile e la disabilità, la situzionae attuale in Italia e negli altri Paesi, le prospettive di inquadramento nell’ordinamento sportivo, i rapporti contrattuali e la posizione dei gamers, i media e le sponsorizzazioni e i possibili rischi sul fronte illegalità e sviluppo di dipendenza patologica. Infine, abbiamo inserito un valore aggiunto a nostro avviso indispensabile ovvero interviste in profondità ad esperti interni al settore e il testo si conclude con una nota di commento alle interviste. La questione posta da tutti gli intervistati, almeno per la parte italiana, è quella del possibile ostacolo rappresentato dalla proprietà privata dei titoli videoludici per cui ogni soluzione di regolamentazione uniforme presupporrebbe un accordo con i produttori dei videogiochi. Fermo restando che questa è evidentemente una sfida più che un ostacolo in quanto anche gli stessi publishers potrebbero beneficiare dall’evoluzione del settore verso una dimensione istituzionale, ufficiale e regolata, vi sono alcuni profili che invero legittimano o possono legittimare un intervento del legislatore in quanto sono in gioco interessi primari che necessitano di tutele e garanzie. Il primo è la tutela dei videogiocatori professionisti (gamers, cyberatleti) il loro inquadramento giuridico, economico, assistenziale. Il libro cerca di indagare questi profili ma ciò che emerge anche dalle interviste agli esperti è la necessità di tutelare ragazzi giovanissimi in un settore nel quale si intrecciano in
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teressi economici assai ri
levanti. Gli altri aspetti che rendono necessario un
intervento di regolamen
tazione sono quelli che ha già ricordato il Cio in occasione della storica apertura al vertire di Losanna del 2017, all’inclusione degli eSports tra le discipline olimpiche vale a dire il contrasto dei fenomeni degenerativi che sono il doping, le scommesse illegali e il match fixing ovvero le frodi”. Da qui l’evidente collegamento al mondo del gaming più in generale, già conosciuto e affrontato da Eurispes. Sugli aspetti relativi alla regolamentazione e tutela dei giocatori, esistono però già dei modelli con i quali confrontarsi, esplorati anche attraverso il libro, come spiega l’altro autore Strata:
“Su questi aspetti in Francia sono più avanti di noi: è prevista una disciplina specifica per i professionisti di tale settore e la normativa francese potrebbe costituire una buona base di partenza per una regolamentazione uniforme del settore a livello europeo. In Italia attualmente non è prevista alcuna forma di tutela per i videogiocatori. Tuttavia, ragionando in ottica di di
ritto sportivo, è attualmente all’esame del Parlamento la riforma dell’ordinamento sportivo, che, fra le tante novità, prevede la tutela del lavoratore sportivo. Ad ogni atleta saranno garantite tutele previdenziali e assistenziali, a prescindere dal suo status di professionista o dilettante”. Insomma, sul futuro degli sport elettronici e la loro regolamentazione, gli autori non hanno dubbi: “Proprio come la Tv on demand ha rivoluzionato il concetto di televisione, da
C. Sambaldi – A. Strata
ESPORTS
Chiara Sambaldi
Avvocato, Direttore dell’Osservatorio Permanente dell’Istituto Eurispes su Giochi legalità e patologie, “Italia in gioco”. Da oltre 15 anni si occupa di Gaming e svolge attività di consulenza e di assistenza giudiziale e stragiudiziale avendo maturato specifica esperienza nel contrasto dei fenomeni abusivi ed illegali. Autrice di numerosi articoli di approfondimento tematico pubblicati su riviste scientifiche e di settore, ha curato, con il collega Andrea Strata, la raccolta di dottrina “Giochi e scommesse: i confini tra legale ed illegale”, edita da Lex Giochi. A giugno 2018 ha partecipato quale relatrice al panel sugli eSports, organizzato da Gn Media, nell’ambito del Social Media Week di Milano.
Andrea Strata
Avvocato, Direttore dell’Osservatorio permanente dell’Istituto Eurispes su Giochi legalità e patologie, “Italia in gioco”. Assiste i principali operatori ed associazioni di categoria nell’ambito del settore dei giochi e scommesse. Esperto di diritto applicato alle nuove tecnologie. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, fra cui in tema di eSports: “Il fenomeno emergente degli eSports: attività sportive o ludiche?”, in 30° Rapporto Italia Eurispes, Minerva, 2018. Ha scritto diverse monografie, fra cui: “Network marketing, analisi giuridica di una strategia aziendale”, edita da Minerva; “Le criptovalute, analisi giuridica di un sistema monetario parallelo”, edita da Lex Giochi. Nel marzo 2019 ha partecipato quale relatore al panel sugli eSports, organizzato da Gn Media, nell’ambito della Fiera internazionale del gaming “Enada”.
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qui a breve gli eSports potranno rivoluzionare il concetto di sport”, conclude Strata. Leggere per credere. Gioco News, la rivista edita da Gn Media, insieme al quotidiano online GiocoNews.it rappresenta il punto di riferimento per l’industria del gioco pubblico. Distribuita in tutte le aziende del settore e nei principali centri di gioco, in Italia e all’estero, è lo strumento di approfondimento delle più importanti tematiche di business, politica, economia, ma anche di costume, società e life style.
Chiara Sambaldi – Andrea Strata
ESPORTS
Un universo dietro al videogioco
prefazione di Andrea Abodi Presidente Istituto per il Credito Sportivo introduzione di Gian Maria Fara Presidente Eurispes
IN LIBRERIA
In collaborazione con
€ 18,00 (i.i.)
Titolo: “eSports, un universo oltre il videogioco” Editore: Gn Media Autori: Avv.ti Andrea Strata, Chiara Sambaldi Illustratore: Alfonso “Alfi” Amarante In commercio dal: 9 aprile 2019 Pagine: 240 pagg., illustrato, rilegato Note: Il primo manuale completo dedicato al fenomeno degli sport elettronici. Disponibile in tutte le librerie, fisiche e online.
Poker Tax (quasi) free!
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di Cesare Antonini
Operazione All in è stata ormai archiviata a colpi di sentenze. In Europa si può giocare a poker live e vincere liberamente senza rischiare persecuzioni fiscali che neanche un boss di Gomorra proverebbe mai sulla sua pelle. Nei paesi in cui l’Italia ha una convenzione fiscale che va oltre il semplice scambio di informazioni, compresi gli Stati Uniti d’America, il divieto di doppia imposizione vale come nello Spazio Economico Europeo. In generale i principi contabili internazionali la vieterebbero sempre e comunque. Ma, si sa, ogni mondo è paese e per ogni “campanile” vale una legge diversa. A Monte Carlo, ad esempio, e in altri paesi dove non esiste una convenzione, i problemi col Fisco rimangono. Facciamo quindi un riepilogo partendo proprio dalla location in cui, mentre questa rivista verrà distribuita, si terrà uno dei principali tornei a livello internazionale. Dall’incubo dell’Operazione All in alle sentenze favorevoli ai players e all’ampliamento delle convenzioni fiscali, le vincite di poker live non sembrano essere più un grosso problema da dichiarare in buona parte del mondo. Ecco la nostra panoramica. L’
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AL PRINCIPATO IL FISCO RIMANE “GREY”
“Esiste un accordo di scambio di informazioni tra Italia e Principato di Monte Carlo a livello fiscale. Tuttavia, una vincita in un torneo di poker live (o al casinò) rischia ancora di essere tassata con aliquote che possono toccare anche 43-44 punti percentuali”. È l’esperto fiscalista e vincitore in Corte di giustizia europea insieme all’avvocato Max Rosa, della storica causa “Blanco/Fabretti”, Sebastiano Cristaldi, ad analizzare la situazione fiscale tra il nostro Paese e il piccolo Stato teatro di una tappa dell’European Poker Tour proprio nei giorni in cui il nuovo numero di Gioco News sarà tra le vostre mani. Parere autorevole quello di Cristaldi che ha, di diritto e di fatto, fermato l’operazione “All in” dell’Agenzia delle Entrate italiana, dopo anni di angherie subite dai bankroll dei nostri poker players. È ormai sancito e appurato, infatti, il divieto di doppia imposizione fiscale tra due paesi membri dell’Ue e quelli nello spazio economico europeo. “Ma anche quando ci sono delle convenzioni fiscali molto più profonde tra Italia e Paesi di riferimento (addirittura gli Usa, ndr) esiste qualche dubbio interpretativo col Fisco”, specifica Cristaldi che sta preparando un ricorso alle autorità fiscali proprio su questo tema. Molti players chiedono lumi: come siamo messi a Monte Carlo? “Il principato non è più in black list come prima, è più ‘grey’ che ‘white’, però, e la situazione rimane complessa. C’è stata una voluntary disclosure, lo strumento che il Fisco mette a disposizione dei contribuenti per regolarizzare la propria posizione fiscale e alle banche obbliga di fornire informazioni in merito ai correntisti. Tuttavia la tassazione rimane quella non essendoci una convenzione approvata da entrambi i regimi fiscali”. Quindi? Come funziona se un player dovesse vincere una somma di denaro nel corso di un torneo? “Anche se per il diritto internazionale la doppia imposizione dovrebbe essere valida – ribadisce Cristaldi – in una situazione come Monte Carlo si aprirebbe subito una trattativa col Fisco. Vanno studiate bene le carte e capire bene l’accordo cosa dice. In linea generale il player verrebbe tassato sul
reddito che già ha e in proporzione alla vincita che ottiene. Facciamo un esempio: se un contribuente ha vinto 100mila euro e ha un reddito di 50mila euro può arrivare a pagare anche il 43-44 percento”. Non si può fare nulla? “Come detto il tema va approfondito ma esiste uno scambio di informazioni e non si comprende per quale motivo il Fisco non dovrebbe riconoscere il divieto di doppia imposizione anche a Monte Carlo. Italia e Principato sono diventati collaborativi e cercando di essere trasparenti. Che non sia più black list è certo ma non esiste neanche una convenzione di cui parlavamo poc’anzi”. Siamo alle solite: perché tassare sempre tutto e con aliquote molto più alte, tra l’altro, del prelievo alla fonte nei casinò italiani, il 10 percento?
ECCO LE WORLD SERIES E IL SOLITO PROBLEMA DELLE TASSE
Si avvicinano le World Series Of Poker che si giocheranno a Las Vegas dalla fine di questo mese fino alla metà di luglio, e tanti giocatori iniziano a fare le loro valutazioni sul problema delle tasse. Come premessa ci sentiamo di consigliare di rimanere a giocare principalmente in ambito See (Spazio Economico Europeo) dove ormai il divieto di doppia imposizione fiscale è recepito e anche assimilato da molte commissioni tributarie. Sì, perché dopo la sentenza Blanco/Fabretti dell’ottobre 2014 ci vollero ancora un paio di anni prima che i vari livelli manageriali e degli uffici dell’Agenzia delle Entrate e delle locali commissioni, avessero recepito realmente i dettami della Corte di Giustizia Europea. Incredibile ma vero, pur con la sentenza passata in giudicato, alcuni ispettori continuavano a recapitare pesanti cartelle esattoriali ai poker players di casa nostra. Detto questo, le World Series e i tornei che offrono, non vincolano i players a pagare subito la quota di tasse che nel Nevada vanno dichiarate. C’è la possibilità di scegliere ma, alla fine, in Usa o in Italia la vincita va dichiarata. In altri casinò, come il The Venetian ad esempio, la somma di un 20-25 percento viene subito trattenuta. Poi, in Italia, la somma va segnalata e, teoricamente, la doppia imposizione non dovrebbe essere applicata vista la convenzione vigente tra Italia e Usa. Ma per qualsiasi caso è bene affidarsi a dei professionisti usando la massima cautela per prendere le necessarie precauzioni ed evitare poi di ritrovarsi in spiacevoli situazioni. A fare da apripista per gli Usa fu uno dei campioni del poker d’Italia e anche braccialetto delle series mondiali, Dario Minieri. Qualche anno fa l’avvocato Max Rosa e il fiscalista Sebastiano Cristaldi riuscirono ad annullare una cartella esattoriale da 1,4 milioni di euro che aveva minato la vita di Dario Minieri. Va ricordata la sentenza primaria “La EU:C.2014:2311 emessa dalla Corte di giustizia il 22 ottobre 2014 nei procedimenti riuniti C.344/13 (Blanco) e C-344/13 (Fabretti), ha statuito l’incompatibilità della normativa nazionale sulla tassazione delle vincite conseguite all’estero con esenzione delle analoghe vincite nazionali, per violazione dei principi di “non discriminazione” e di “libera prestazione dei servizi” all’interno dell’Unione europea (art. 18 e 56 Tfue). Max Rosa spiegava che “i nostri principi ormai sono stati riconosciuti come validi e cioè, l’imposizione diretta delle vincite extra Ue, così come pretesa dal nostro Fisco, ben lungi dal costituire un fatto acquisito, integri viceversa una modalità di tassazione illegittima, perché contrastante con i principi di diritto tributario internazionale di tax equity e di domestic neutrality, nonché con quelli convenzionali di “non discriminazione” e di “reciprocità”, e, infine, con quelli costituzionali di uguaglianza e capacità contributiva. Una sentenza, quella di Minieri, che ha aperto le frontiere del poker internazionale (nel Nevada sicuramente) dopo quella Blanco/Fabretti che aveva annullato la doppia imposizione a livello europeo. Va, però, ribadito che c’è da fare grande attenzione a tutti i casi particolari e che fuori dall’Ue non esiste una sentenza recepita a livello parlamentare come accadde per il caso dell’Operazione All In. Ma la strada per il poker live è decisamente in discesa.
ANCHE SAN MARINO È “TAX POKER FREE”
Un altro stato piccolo ma problematico sembrava essere la Repubblica di San Marino. Sembrava essere, visto che, come dice il direttore della Giochi del Titano Spa, Salvatore Caronia, “i giocatori si devono regolare per le vincite come se stessero giocando in un altro paese europeo”. Infatti, si ha l’obbligo di dichiarare le somme vinte e di inserirle in un quadro preciso della dichiarazione dei redditi come redditi diversi non imponibili (il quadro Rm). San Marino ha una convenzione con l’Italia che vieta la doppia imposizione fiscale, un concetto molto caro al diritto comunitario e anche inserito nei principi contabili internazionali. “Quindi i players che verranno a giocare da noi non saranno tassati due volte in Italia – prosegue Caronia - c’è stata anche la sentenza Blanco/Fabretti di qualche anno fa che ha ribadito questi concetti battendo le operazioni dell’Agenzia delle Entrate italiana sulle vincite dei poker players. Il trattamento è identico come se fossimo nel quadro del regime europeo e a livello internazionale. Aggiungo – prosegue Caronia – che anche in Italia i players sono comunque tenuti a dichiarare le vincite seppur abbiano già pagato le tasse nei casinò italiani. Il Fisco vuole comunque sapere che quei soldi il cittadino li possiede anche se non li tassa. Ovviamente consigliamo di conservare le ricevute dei cash vinti a San Marino che noi consegniamo sempre a tutti i players”.
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L’ultima Tana la occupa Sutera
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Finisce con la vittoria del player storico italiano, accompagnato dal suo coach e amico Biccio Ascari, la finalissima del Tana delle Tigri, il decennale evento organizzato da Cds Events in collaborazione con Lottomatica
Un successo un torneo freezeout da 266 entries senza possibilità di sbagliare, con le chips che “pesano” di più in mano e che i players lesinano e gestiscono con parsimonia. Certo, i più bravi, come ci dirà giustamente il 4 volte campione del mondo, Max Pescatori, aggrediscono di più proprio per cercare di intimorire i giocatori e “far male” agli stack degli avversari. Così accade spesso ai tavoli ed ecco che i migliori vanno avanti. Poi, la bad beat, il colpaccio, lo “scoppio” c’è. That’s poker! Così dal 28 al 31 di marzo la Cds Events ha presentato la finalissima del Tana delle Tigri per la stagione 2018-2019 organizzata in collaborazione con Lottomatica Poker. Diverse decine i qualificati online, i vincitori delle classifiche ma
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GIOVANNI SUTER A CON ARMANDO MASCI E ROBERTO ROBERTI
tantissimi affezionati all’evento che si sono presentati al Perla Resort di Nova Gorica, in Slovenia, per giocare l’evento in questione. Com’è andata? La tigre più grande (l’organizzazione da sempre regala ai winner degli eventi dei bellissimi peluche raffiguranti proprio le tigri, simbolo del torneo) l’ha vinta Giovanni Sutera, storico player italiano con tantissimi risultati in carriera e che mette la testa davanti a tutti nella finalissima del Tana delle Tigri, appunto. Una notizia nella notizia visto che Sutera torna a vincere un torneo importante come questo, arrivato a dieci anni di età, e da 266 entries con la formula freezeout, dopo un torneo del 2010, a Campione d’Italia, su 387 players italiani e del Nord Europa. E lo vince con un poker player storico alle spalle, come “angolista”, Fabrizio “Biccio” Ascari, tornato ai tavoli proprio per la formula freezeout scelta da Cds Events per la grande finale di una stagione da incorniciare. “Sono troppo contento di aver vinto questo evento - ha commentato Sutera - quando mia nipote ha visto il tigrotto nelle foto del torneo me lo ha chiesto, mi sono commosso e ho fatto di tutto per portargliela. Sono davvero contento del risultato e di come ho giocato. La struttura e l’organizzazione di questo
di Cesare Antonini
TANA DELLE TIGRI CUP 2019 PAYOUT FINAL TABLE
1 Giovanni Sutera 2 Armando Masci 3 Roberto Roberti 4 Romano Ravaioli 5 Kristijan Vodopivec 6 Alessandro Scermino 7 Mirko Sepak 8 Fabio Lupinetti 9 Marife Dolor € 27.000 18.000 12.000 10.000 8.500 7.200 6.000 5.000 4.200
grande evento sono state meravigliose. L’altra bella notizia è che ero col mio coach, Biccio Ascari, che è un grande amico e sono contento sia venuto con me in questo evento proprio perché era freezeout. Ho giocato benissimo anche con le mie gambe ma l’atmosfera è stata bellissima e ora porto la tigre più bella a mia nipote!”, ha concluso il winner dell’evento. Per Sutera un torneo importante condotto quasi sempre deep dall’inizio alla fine grazie a qualche colpo importante che gli ha consentito di giocare il suo poker nel corso di tutto il torneo e specie al Day2 quando ha gestito molto bene il suo big Stack. Ottima vittoria visto che, alla fine, ha messo in riga Armando Masci, suo run
ner up, Romano “Jack” Ravaioli dei Golden Boys, team in forma pazzesca da diversi mesi e che ha portato anche Mirco Ferrini al final table del side event da 212 entries e oltre 42mila euro a montepremi, e un certo Alessandro Scermino. Quest’ultimo ha centrato il quarto final table da fine 2018 a marzo 2019 al Perla Resort di Nova Gorica, vincendo un torneo e occupando tutte le posizioni del podio in questi eventi di grande rush. A completare il final table Mirko Sepak, Fabio Lupinetti e Marife Dolor. Tra i 31 andati a premio troviamo anche i due qualificati online Lottomatica Poker, Davide Maddaluno uscito ad un passo dal tavolo finale, e Gianmichele Messina in 17esima posizione. Alla fine esce 11esima Elibetta Leggi, 20esimo il campione di Mma, Philippe Wamet, quindi Francesco Favaloro 22esimo, Vittorio Di Troia 24esimo, Salvatore Bruni 28esimo e Massimo Caldera primo ad andare a premio dopo lo scoppio della bolla in 31esima piazza. Da segnalare l’ennesimo ottimo piazzamento di Aldo Zambruno all’Omaha Event che stavolta è stato battuto in heads up da Alessandro Gio,betti. Torneo che ha visto andare a premio anche Alessandro “Wodimello” De Michele, altro volto storico del field italiano di poker live e online.
ALESSANDRO SCERMINO
Nova Gorica – Ancora Aldo Zambruno al Tana delle Tigri ma al Pot Limit Omaha da 250 euro che ha totalizzato 50 entries. Stavolta, però, AldinoPro, è runner
I RISULTATI DELL’OMAHA EVENT
1 Alessandro Giombetti 2 Aldo Zambruno 3 Angelo Manlio Pavan 4 Giancarlo Panariello 5 Enrico Scalabrino 6 Alessandro De Michele € 3.500 2.500 1.500 1.100 800 600
Il side event principale, invece, ha totalizzato 212 entries con un Prize pool da oltre 42mila euro. A vincere, alla fine, è stato Marcello Saviola per una prima moneta da 9.000 euro. Runner up un altro player dei Golden Boys, Mirco Ferrini, per 6.000 euro. Bella la storia di Lorenzo Montanera e Aristide Montanera. Quest’ultimo, il padre, ha regalato il torneo al figlio Lorenzo che ha compiuto 18 anni pochi giorni fa. Alla fine quarto ha chiuso il figlio e nono il papà. Itm in 20 tra cui anche Nevis Alvisi, Davide Suriano 11esimo per 950 euro e a premio anche Maria Elena Giunchi in 15esima posizione.
ALESSANDRO GIOMBET TI E ALDO ZAMBRUNO
MAX PESCATORI
up e lascia spazio al winner, Alessandro Giombetti che primeggia per una moneta da 3,.500 euro anche se, i due primi, hanno deciso per un deal. “Sì stavolta Alessandro mi ha rubato la gioia del primo. Siamo arrivati a sei left che il gioco era abbastanza prevedibile - spiega Aldino raccontando il late stage del torneo - io e Giombetti abbiamo aggredito tantissimo e i tre corti sono usciti subito. Appena andati a premio, riesco ad eliminare Wodimello De Michele e siamo riusciti ad andare subito tre left. In un colpo riesco ad eliminare il terzo classificato con top two pair contro middle pair. All’heads up finale non riesco a battere il mio avversario”. La mano finale è la seguente: “Io ho K7Q10 con draw di quadri e lii ha AK92 con Asso e Kappa di fiori. Al turn ho scala nuts io ma lui chiude flush draw al River grazie ad un 2 di fiori e, stavolta mi devo accontentare di una seconda posizione”. Sempre on fire Zambruno al Plo e, stavolta, dopo non aver centrato i premi al Main Event, Alessandro De Michele centra una “bandierina” proprio in questa variante.
Qual è la nuova Tana?
C’è bisogno di nuove sfide, di nuove mete e di una nuova location. Perché la “base” del Tana delle Tigri alla fine vuole cambiarla spesso la sua “tana”. Così, dopo una meravigliosa stagione in quel di Nova Gorica, Perla Resort, si cambia per il 2019-2020. La collaborazione di Lottomatica rimane ma la Cds Events e i suoi aficionados prendono un aereo per volare , nella Moravia, in Repubblica Ceca, direzione Olomouc, una cittadina universitaria dove ci sono alcune case da gioco dove passare il weekend e partecipare all’evento tanto amato e che nel 2019 compie 10 anni. Uno dei più longevi della storia. La formula potrebbe tornare sui 330 euro di costo d’iscrizione con 1 re entry ma senza prize pool garantito e la classica struttura giocabilissima che contraddistingue il “Tana”. La data pare sia già fissata intorno alla fine di settembre ben sei mesi dopo dalla finalissima e con tanto tempo per poter organizzare un evento che, come al solito, raccoglie ottimi numeri e regala un’atmosfera di grande socialità con orari comodi per giocare e divertirsi anche fuori del tavolo di gioco. Nelle prossime settimane arriveranno i maggiori dettagli di un evento attesissimo. E, come detto, c’è grande curiosità dei dettagli sulla location, su come raggiungerla, sullo schedule e sulle attività collaterali che potranno arricchire la permanenza dei players.
1 Marcello Saviola 2 Mirco Ferrini 3 Salvatore Oliveri 4 Lorenzo Montanera 5 Nevis Alvisi € 9.000 6.000 4.450 3.750 3.200
LA TOP FIVE DEL TORNEO
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OLOMOUC, REPUBBLICA CECA
Trentatré gli anni del Pptour
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IL TORNEO DI POKER LIVE ITALIANO PIÙ LONGEVO E AMATO DELLA STORIA DEL GIOCO MODERNO VA IN ARCHIVIO AL CASINÒ PORTOMASO DI MALTA CON 513 ENTRIES E SCHETTINO WINNER
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Il vincitore della trentatreesima edizione del Pptour è Andrea Schettino, 45enne operatore finanziario di Roma, partito quinto al final table e capace di condurre in porto il main event nonostante l’agguerritissima concorrenza ai tavoli. Al primo classificato insieme all’ambitissimo P-Globe anche un premio da 60mila euro, strameritato dopo 4 giorni di efficaci strategie pokeristiche. Allenatore di calcio per passione, intervistato subito dopo il trionfo, il nuovo campione in carica ha così descritto le emozioni vissute nelle ultime mani: “L’heads up finale di un torneo così importante somiglia molto agli ultimi istanti di una partita di calcio, quando sei in vantaggio e a dieci secondi dalla fine la speranza è che arrivi presto il triplice fischio…”. Molto sentita per ANDREA SCHET TINO CON LUCA MOSCHITTA 1
di Cesare Antonini
Schettino la dedica alla madre recentemente scomparsa: “La vittoria è per lei che mi ha sempre supportato e sono certo che avrà seguito anche questo torneo fino alla fine”. Tanti i supporter che dalla Capitale hanno condiviso in streaming le gesta di Andrea: “Ho ricevuto – ha confessato - le immagini di ristoranti e bar con i maxischermi sintonizzati sulla diretta, con i tavoli pieni di amici che tifavano. Una circostanza che mi ha riempito di orgoglio”. Tra i fan di Schettino anche Luca Moschitta che, insieme a Matteo Sbrana e a tanti altri ospiti d’eccezione, ha impreziosito il commento tecnico della finale sapientemente condotto dal giornalista Domenico Gioffrè e dalla simpaticissima madrina Pamela Camassa. Altro protagonista del testa a testa conclusivo è stato Erminio Tofù, fedelissimo del Pptour, che ha regalato un’altra bellissima testimonianza su alcuni degli aspetti caratterizzanti del torneo: “In questi anni ho preso parte a diverse tappe del tour – ha raccontato – sempre conquistando il ticket con sat online. Tuttavia, non ero mai riuscito a piazzarmi itm prima di oggi. Stavolta
L ’ O R D I N E D ’ A R R I V O DEGLI OTTO FINALISTI
1 Andrea Schettino 2 Erminio Tofù 3 Germano Cervetti 4 Fabrizio Marancio 5 Samuele Matarazzi 6 Gregorz Skawinski 7 Stefano Mazzaferro 8 Eugenio Cupellini € 60.000 37.000 24.000 17.000 12.335 9.000 7.000 5.500
ho vinto il pacchetto con una partita da appena 1.50 euro anche se con un addon”. Per lui, dunque, una vincita netta da 37.000 euro se si escludono i 3 euro dei buy-in. Una testimonianza concreta delle possibilità di divertimento e partecipazione a costi decisamente sostenibili, offerta a tutti gli appassionati nella lobby di People’s Poker. D’altra parte, l’inossidabile apprezzamento riservato alla formula Pptour, giunto a 33 edizioni e a 10 anni di ininterrotta attività, è testimoniato anche dai numeri della tappa appena archiviata a Malta: 513 le iscrizioni registrate per un montepremi prossimo ai 250mila euro. Ennesima conferma per l’evento live targato Microgame, service provider organizzatore del People’s Poker Tour e leader italiano nel mercato del gaming online.
Nelle fasi iniziali da sottolineare la capacità di rimanere nelle zone alte della classifica di Mazzaferro, già leader del day1, mentre la leadership provvisoria è finita nelle mani di Samuele Matarazzi, tra i primissimi player a conquistare l’accesso al Pptour attraverso i satelliti online. ZioSem96, questo il nickname del temibile poker player, che era riuscito a conquistare il pacchetto per poter partecipare all’evento live con un sat da 15 euro giocato lo scorso 9 gennaio. E proprio lui, Stefano Mazzaferro, si era distinto subito conquistando la chipleading piazzandosi alla guida del gruppo di 35 left con già in cassaforte la qualificazione per il day2 in programma sabato 30 marzo. Mazzaferro con 278mila chips era riuscito ad accumulare un vantaggio importante sugli inseguitori, distanziando di 30 e 60mila gettoni, Javier Molina e James Rosenberg, rispettivamente secondo e terzo classificato del giorno. Nel gruppo dei giocatori rimasti in gara da segnalare c’erano Bramati con quasi 150mila, mentre a chiudere la top ten provvisoria ci pensano: Frau 142mila, Privitera 141.500 e Mizzi con 140mila chips. Peccato che nelle prime fasi di gara non sia riuscito a qualificarsi l’ambassador di Microgame e volto tv molto
La ripartenza del Final Table
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Samuele Matarazzi Erminio Tofù Stefano Mazzaferro Fabrizio Marancio Andrea Schettino Grzegorz Skawinski Eugenio Cupellini Germano Cervetti 5.170.000 4.035.000 2.635.000 2.510.000 2.215.000 2.015.000 1.125.000 750.000
noto per la conduzione di Tempation Island e per aver partecipato a tanti programmi dopo una delle primissime edizioni (quella che vinse Augusto De Megni, Ndr) del Grande Fratello: stiamo parlando di Filippo Bisciglia che, purtroppo, è uscito al ritorno dalla pausa cena del flight A. Tra gli otto finalisti anche due players che hanno ottenuto la qualificazione con i sat low-cost allestiti dal provider Microgame nella lobby di People’s Poker. Si tratta di Fabrizio “Aang3l” Marancio, qualificato lo scorso 11 marzo, e di Eugenio “cisiamo83” Cupellini che conquistò il biglietto per Malta lo scorso 14 febbraio: un San Valentino che potrebbe rivelarsi tra i più fruttuosi di sempre. La prima emozione la regala, suo malgrado, Eugenio Cupellini. Il romano partiva tra i più short e ha provato un paio di steal, venendo chiamato al terzo tentativo con J e 10. Niente da fare per lui, ma la grande sorpresa arriva con l’uscita di Stefano Mazzaferro. Il calabrese non ha trovato incroci favorevoli, anzi a un certo punto si è trovato “costretto” a giocarsi un coinflip contro Germano Cervetti. I JJ di quest’ultimo hanno avuto la meglio sugli AK di Mazzaferro, rimasto solo con un button ante e out subito dopo. Nel frattempo la leadership passa gradatamente dalle mani di Samuele Matarazzi a quelle di Fabrizio Marancio. Entrambi 23enni, entrambi al primo live della vita, ma Matarazzi paga più l’inesperienza in un paio di colpi. Samuele, che è radiologo e torneista per diletto, compromette gran parte del suo torneo in un colpo che invece rilancia le chance dell’abruzzese Erminio Tofù. Un colore nuts chiuso al turn è stato decisivo, anche perché il river ha portato una quarta cuori che ha regalato il colore second nut anche a Matarazzi, il quale non ha saputo resistere a chiamare la bet al river del rivale, rimanendo cortissimo e uscendo subito dopo. Nel frattempo era uscito anche il polacco Skawinski (6°), mentre si arena anche il sogno dell’altro 23enne in gara oggi: Fabrizio Marancio. Il palermitano paga a sua volta un po’ di inesperienza in un paio di colpi, dei quali si
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avvantaggia soprattutto Schettino. Marancio è infine quarto ed esce poco prima di Germano Cervetti. Quest’ultimo, professionista di cash game PLO, riesce nel miracolo di centrare il terzo posto dopo essere partito nettamente come il più short di giornata. Buon per lui, che tra qualche mese diventerà papà per la prima volta… Germano lascia in lotta per la vittoria i due giocatori più anziani del final table: Erminio Tofù e Andrea Schettino. Il romano parte con un vantaggio di circa 2 a 1 in chips rispetto al rivale, il quale però parte benissimo dimostrando di sapere interpretare meglio la fase heads up. Tuttavia, nella mano che poteva definitivamente rilanciarlo, Tofù subisce uno scoppio che pone fine al torneo. Il colpo può definirsi senza dubbio un cooler, poiché Schettino 3-betta A J e poi non può esimersi dal chiamare il push di Tofù che parte dominante con A K . Il board sembra scorrere liscio, ma al river scende proprio un J : gioco, partita, incontro.
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Il nuovo record continentale di un torneo di poker live lo centra il King’s Resort di Rozvadov con 6.371 entries per un buy in da appena 115 euro nel main event del Czech Poker Masters. Tanti azzurri anche al National.
LA FURIA CECA, AL KING’S, È DA SUPER RECORD!
National Championship - Payout
1 Michael Duerk 2 (thetheoofpoker) Germany Germany
e 44.104
32.251
il nuovo record europeo, “il torneo di poker più grande dell’Europa continentale”, come l’ha definito il poker director del King’s Resort di Rozvadov, Federico Brunato. Che ha proseguito: “Oggi (il torneo si è concluso nella notte tra il 22 e il 23 aprile, Ndr) è un giorno speciale, perché abbiamo battuto il vecchio record per il più grande torneo continentale dal Buy in di minimo 30 euro. Grazie a tutti i giocatori e lo staff coinvolti in questo grande evento”, ha concluso Brunato. Le entries expected È
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Tutto il payout
1 Marius Mikalauskas 2 Michal Dajč 3 Minator Alushaj 4 Iulian A. Chirculeanu 5 Danas Dambrauskas 6 Dominik A. Renner 7 Janoe G. Budak 8 Csaba Sandor Spak 9 Patrick Scaramozza 10 Kevin Schwanert 11 Timo Hein 12 Arvin Aghabeigi 13 Amadeous Machergui 14 Fabian Ene 15 Nesrin Can 16 Markus G. Wellen 17 Josef Dycka 18 Milan Nutta 19 Van Phi Dang 20 (Eddie) * deal Germany
e 100.350 e 68.572*
Czech Rep. Rks Romania Lithuania Germany Germany Hungary Italy Germany Germany Germany Germany Austria Turkey Germany Czech Rep. Slovakia Belgium Romania 57.795 41.850 30.350 24.600 11.400 7.800 5.700 4.200 3.200 2.500 2.500 1.850 1.850 1.850 1.350 1.350 1.350 1.000 1.000 70.350* 61.072*
erano di 5.500 registrazioni col garantito da mezzo milione superato con un buy in da 115 euro. Ma il Main Event del Czech Poker Masters che lo stesso Brunato ci aveva pronosticato come un torneo da record, ha superato tutti i confini totalizzando 6.371 entries con 4.593 giocatori unici e 1.775 rientri. Massiccia anche la presenza italiana con poco meno di 30 players a premio seppur nelle posizioni meno munifiche del payout. Il migliore comunque è Patrick Scaramozza che vince 4.200 euro in nona posizione sfiorando il tv table. A vincere il tedesco Marius Mikalauskas che, senza deal, avrebbe vinto oltre 100mila euro con un investimento di appena 115 euro, Poi, col deal, è lui ad alzare il trofeo ma si porta a casa oltre 68mila euro col secondo classificato, il ceco Michael Dajc che vince oltre 70mila euro. Accordo a tre, tra i primi tre, con Minator Alushak che porta nel bankroll oltre 61mila euro. Field davvero eterogeneo, con tantissimi tedeschi, cechi (il torneo era dedicato a loro e sono andati in massa), lituani, rumeni, ungheresi, slovacchi, belgi, svizzeri, ucraini, serbi, russi e anche un folto gruppo di italiani. Altri azzurri itm? Tutta la lista potete consultarla nell’elenco dettagliato del payout. Comunque bene Davide Vetri in 49esima piazza, Luigi Cardaropoli esce in 103esima posizione, Giuseppe Argentiero 105esimo, Alberto Panzeri 124esimo, Marco Intini 137esimo e via vi tutti gli altri. ANCHE IL NATIONAL È TEDESCO Il National Championship del Czech Poker Masters ha visto tre italiani a premio anche l’evento che ha preceduto il main event (anche se il buy in di questo evento era maggiore con un garantito da 200mile euro) parla tedesco e vede vincere Michael Duerk per una moneta di 23.454 euro. Un deal a 8 al final table, e con altri tre connazionali dietro di lui. Il primo premio di una pool da 209.665 euro più due ticket per il main event Wsop Europe era di ben 44.104 euro. Sono state totalizzate ben 1.000 entries e a premio sono andati in 107. Come detto, in the money Carlo Cinà, da Palermo, out in 69esima posizione per 605 euro (il buy in era di 195 euro), quindi Alberto Della Longa di Varese in 83esima posizione per 548 euro e quindi Daniele Caldarola93esimo per 548 euro. Deal a 8 come dicevamo con il miglior player ceco, Jiri Havlicek, out in settima piazza. di Cesare Antonini 3 (Baran) Germany 15.646 4 (Greyhound) Germany 11.848 5 Aliosha Staes Belgium 9.429 6 Richard C. Lenoir France 7.237 7 Jiri Havlicek Czech Rep. 5.234 8 (Gin Ali) Germany 3.571 9 (Lolari) Germany 2.834 10 Jan Hnilicka Czech Rep. 2.305 11 (Leonardo H.) Germany 2.305 12 Alireza Panahandeh Germany 1.984 13 (KALKO) Germany 1.984 14 (Parta) Czech Rep. 1.795 15 Christoph Stadelmann Switzerland 1.795 16 Sofie Thijs Belgium 1.606 17 Loui Gisselbrech France 1.606 18 Sven Keller Germany 1.417 19 (RAM U.S.A) Israel 1.417 20 Petr Hanzal Czech Rep. 1.417 * deal
DUE ITALIANI ALL’EPT SOCHI MA IL MAIN È DI GILBOA
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PIERRE VERRELLI E ANDREA FERRARI
di Cesare Antonini
Sochi –Alla fine la sua avventura è finita in 93esima piazza ma la favola a Sochi, in Russia, è continuata ancora qualche giorno ed è una storia bellissima! Pierre Verrelli si è portato a casa ben 5.725 euro. Niente male per aver raggiunto il suo amico, Andrea Ferrari, che una sera l’ha chiamato dicendogli: “Oh, non ci crederai, ma ho vinto un pacchetto per l’Ept a Sochi mentre giocavo uno Spin and Go online su PokerStars”. Poi c’ha provato anche Pierre, anche se Andrea l’avrebbe invitato volentieri a sue spese per fargli compagnia: “Ne ho giocati 5-6 da 15 euro e alla fine è uscito anche a me, ora ero io a non crederci perché so quanto sia difficile ma, tutto vero, e adesso siamo qua con la speranza di fare il colpaccio”, c’ha confessato Verrelli tra il Day1B e il Day2. Andrea, invece, è uscito al Day1 e, ironia della sorte, i due hanno anche giocato gli ultimi 5 livelli di giornata insieme, allo stesso tavolo. Sono tutti e due di Parma, Andrea ha 33 anni, fa l’assicuratore e gioca ancora a buoni livelli a pallavolo. Pierre ha 34 anni e gestisce un disco club, sempre in città. Ma si conoscono anche per via del poker, non a caso, i due giocano nell’unico club rimasto aperto in città. Insomma, una favola pazzesca: “Sì assolutamente assurda, non ci credevamo ma adesso siamo qua e speriamo in meglio anche se l’obiettivo è quello di fare URI GILBOA 1
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una bella esperienza e di divertirci”, spiegano i due. Purtroppo per Ferrari il torneo non è andato benissimo: “Sono uscito nell’ultima ora di gioco quando ero rimasto con 22.000 chips, nel colpo avevo two pair e l’avversario aveva settato. Era una mano decisiva per tutti e due ma dentro e fuori per me e alla fine ho tankato tanto ma poi ha chiamato e sono dovuto uscire senza premi”. Pierre è andato al Day3 già a premio e poi è riuscito a scalare una posizione nei premi, se non altro: “Sono partito già col big blind e ho fatto un’orbita senza vedere nulla. Al secondo BB ho provato con A10s a cuori ma mi hanno chiamato con AQs a picche ed è uscita la donna ma anche il 10, ormai inutile. Avevo anche flash draw che però non si è concretizzato. È stata comunque un’impresa arrivare fin qua e, alla fine, col premio vinto, è ancora più positiva come esperienza”, spiega Verrelli. Com’era il field russo e com’è andato il torneo? “Sono abbastanza aggressive non c’è che dire, io ho visto comunque tre volte AA senza riuscire a giocarli bene e a trappare qualcosa, ma mi capita spesso così e, anzi, pensavo di uscire. Poi ho avuto due 10 e ho chiuso a 49.000 chips al Day1, il resto lo sapete”. Intanto si gioca cash. Pierre ha vinto qualcosa anche lì, Ferrari stava pensando di provare qualche side. L’espressione, però, è quella di due amici in piena “zingarata”, in Russia, insieme e tutto questo (ok 400mila euro di prima moneta sarebbe il vero sogno) sembra già potergli bastare così. Hanno conosciuto Giovanni Rizzo a Parma, è quello che li ha impressionati di più al tavolo, ma il rapporto col po
PIERRE VERRELLI E ANDREA FERRARI, DUE AMICI E UNO SPIN AND GO CHE LI PROIETTA A SOCHI, ECCO LA LORO AVVENTURA DI VITA E POKERISTICA DURANTE L’EUROPEAN POKER TOUR IN TERRA RUSSA
ker è molto easy: “Io non ho giocato per 4 anni, poi magari per tre mesi non gioco e poi riprendo”, dice Pierre ma lo stesso è per Andrea. E online? Cosa giocate? Cosa giocherete? “Il mio nickname è gigiolo anche se qui mi prendono tutti in giro e mi chiamano “gigolò”, ecco ora mi sono rovinato mi prenderanno tutti in giro! - teme Pierre. Mentre Andrea si chiama “Ducati1985 perché quando mi sono iscritto ero ancora un pischello ed ero in fissa con la moto. Gioco solo Spin and Go adesso e sicuramente ne proveremo altri”. Pierre gioca le Winter Series e anche le Carnival series e ha “scippato” alcuni tornei anche.
IL MAIN VA IN ISRAELE: VINCE GILBOA SUL CONNAZIONALE BABAEV Si chiama Gilboa ed è fan di Rocky Balboa. Tutto vero. Lo afferma proprio lui citando una frase del film quando ha vinto il Main Event dell’Eutopean Poker Tour di Sochi: “Nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente!”. E Uri Gilboa, avvocato 61enne e ottimo player di bridge ha battuto il connazionale israeliano Zakhar Babaev. In un colpo solo è diventato il primo giocatore israeliano e il più vecchio riuscito mai a conquistare un titolo Ept.
I RISULTATI DEL FINAL TABLE
1 Uri Gilboa, Israel 27.475.000 ₽ 2 Zakhar Babaev, Israel 16.737.000 ₽ 3 Maksim Pisarenko, Russia 11.865.000 ₽ 4 Ivan Ruban, Russia 8.953.000 ₽ 5 Vyacheslav Mizun, Russia 7.091.000 ₽ 6 Serafim Kovalevsky, Russia 5.390.000 ₽ 7 Francisco Benitez, Uruguay 3.850.000 ₽ 8 Dmitry Yurasov, Russia 2.625.000 ₽
MICROGAME IL SUCCESSO DI POKER E CASINÒ DEL PRIMO PROVIDER NAZIONALE
LA PUNTAT A LE DRITTE DEL M AESTRO LE DRITTE DE L M AESTRO ENGLISH P AGES PROM O SPAC E
Non sono solo le quote di mercato raggiunte dal provider Microgame nel segmento texas hold’em come per gli altri prodotti di gioco, che certificano la leadership dell’azienda italiana nell’industria del gioco. I dati più recenti, infatti, testimoniano la capacità del gruppo di scalare classifiche e conquistare porzioni sempre più consistenti del pubblico di riferimento, in tutti i verticali di settore. I giochi di Network come Poker, Bingo, Card Games e Dfs restano uno degli asset strategici della proposta di gaming online. Le loro caratteristiche adrenaliniche connesse alle interazioni sociali in gioco hanno contribuito non poco a renderli uno dei veicoli più efficaci sul mercato regolamentato, continuano ad affascinare e ad emozionare schiere di affezionati concorrenti. Microgame può vantare un’indubbia capacità di rendere esclusiva la propria offerta come ad esempio nel caso del Texas Hold’em unendo la proposta live del People’s Poker Tour a quella delle lobby online. Il PPTour, evento di poker dal vivo che può vantare ben 33 edizioni consecutive, ha appena ottenuto un altro grande successo a Malta, dove fino al primo aprile scorso si sono dati battaglia 513 di iscritti. Difficile rintracciare il successo del PPTour nei bilanci di altri tornei live. Tra gli elementi che rendono imbattibile la formula c’è sicuramente la possibilità di accesso low-cost, messa a disposizione dal provider che nel palinsesto di tornei pokeristici, propone convenienti satelliti online per le partite dal vivo. Una filosofia che ha sempre favorito la partecipazione di un field eterogeneo al PPTour che, in questo modo, ha corroborato il proprio appeal tra i nomi di primo piano del circuito. L’inossidabile apprezzamento della community italiana è ribadito anche dalle
PAROLA DI COLLOVAT I PROM O SPAC E GIOCARE CO N GI O G UST O GIOCARE C O N
GI O G UST O
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quote raggiunte sul mercato online. A tutto il mese di marzo, Microgame è in grado di mettere in vetrina i risultati migliori tra tutti gli operatori nazionali del poker: il 18.2 percento del segmento cash, il 7.2 percento per quanto riguarda i tornei. Risultati ancora più stupefacenti se si considera la competizione costante che Microgame mette in campo con i colossi internazionali del poker. Sono da capogiro anche le cifre che descrivono il bacino complessivo raggiunto dal provider. I suoi marchi da gioco diretto, insieme ai numerosi brand forniti con la propria offerta, rappresenta un decimo circa dell’intero mercato nazionale del gaming online. Fisiologiche le oscillazioni che muovono l’asticella attorno al dieci per cento del totale: dall’oltre 11 percento di novembre scorso, al quasi 9 percento dello scorso mese. Una solidità, dunque, che costituisce un’ulteriore elemento di richiamo. I traguardi di Microgame sono ottenuti anche con il supporto del principale tra i prodotti commercializzati. Il provider, infatti, in grado di fornire tutte le specialità di gioco attive sul mercato italiano, può vantare diverse eccellenze tra le quali figura sicuramente il People’s Casinò. Esattamente come avviene per il poker, anche il casinò allestito da Microgame permette l’accesso al network alimentato dai player di tutti i marchi: una circostanza che consente al provider italiano di fornire partite, premi e palinsesti, immediatamente da leader di mercato. Il People’s Casino, il salone da gioco online al quale accedono i player dei diversi clienti Microgame, è il primo in Italia per quantità di specialità disponibili e numero di titoli offerti. In pratica l’offerta più completa tra tutte quelle attivabili, caratteristica che insieme alla possibilità di tarare l’offerta sui livelli più alti del mercato nazionale, contribuisce non poco allo straordinario successo del casinò online. Tanti gli elementi che risultano particolarmente apprezzati: dai numerosi jackpot disponibili, fino alle promozioni che assegnano extra bonus e un consistente surplus di partecipazione
PROM O SPAC E
a costo zero. Anche in questo caso il paradigma Microgame, con le sue peculiarità di partecipazione consapevole e accesso facilitato alla proposta di gioco, si evince già al primo accesso in lobby. Con estrema facilità si prende dimestichezza con le tante attenzioni grafiche, come gli elementi per riconoscere i nuovi giochi o quelli in promozione, la possibilità di concorrere per classifiche con extra premi in palio, del lancio periodico di esclusive anteprime, un catalogo con tutti i principali produttori di giochi, e con le attenzioni pensate per rendere l’esperienza di gioco unica e divertente in ogni momento. Record e risultati strabilianti per Microgame sono rintracciabili anche in specialità di gioco con un’utenza assolutamente diversificata: il bingo, tra tutti, è uno degli esempi più significativi. Il network a cui aderisce Microgame ha conquistato oltre la metà dell’intero mercato nazionale, anche grazie ad una serie di strumenti e possibilità esclusive. Quattro sale sempre aperte, classifiche settimanali con migliaia di euro, chat games, jackpot di ogni tipo ed estrazioni giocate su 90 e 75 numeri o solo 30 simboli, rendono le partite Bingo targate Microgame un’esperienza particolarmente ricercata. Una tensione a rendere coinvolgente l’accesso e la permanenza in lobby che richiama da un lato le attenzioni dei giocatori e dall’altro quelle dei principali marchi internazionali che si affacciano al mercato italiano. Microgame, oltre ad ottenere lusinghiere performance dai brand che operano in accordo alle concessioni di cui è titolare, si è ormai caratterizzata come un vero e proprio portale d’accesso privilegiato al mercato tricolore: facilità d’accesso e proposta commerciale top di gamma, la consacrano prima scelta per i principali gruppi di gaming, intenzionati ad operare in Italia, subito ai massimi livelli. Una scelta che ,se è ben compresa dai player esteri, non lascia indifferenti gli operatori italiani che, a centinaia, hanno aderito alla proposta del primo provider nazionale.
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La grande corsa verso il concordato
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L’AMMINISTRATORE UNICO DEL SAINT VINCENT RESORT & CASINO, FILIPPO ROLANDO, EVIDENZIA LA PRIORITÀ DELLA SUA GESTIONE: RIPIANARE I DEBITI. E ASSICURA CHE I SERVIZI ALLA CLIENTELA DELLA CASA DA GIOCO RESTERANNO QUALITATIVAMENTE E QUANTITATIVAMENTE GLI STESSI, NONOSTANTE IL TAGLIO DELL’ORGANICO.
Occhi puntati sul 9 luglio, quando i creditori saranno chiamati a esprimersi sul piano di concordato in continuità della società di gestione del Saint Vincent Resort & Casino, per il quale il tribunale di Aosta ha emesso il decreto di ammissione. A fare il punto con Gioco News è l’amministratore unico del Casinò resort, Filippo Rolando. Nel piano di concordato il valore totale dei terreni e dei fabbricati del Casinò resort è di 102,8 milioni di euro alla data del 12 /11/2018, mentre il valore totale da piano è sceso a 23,2 milioni di euro e quello di realizzo è di 15,2 milioni. Come mai una svalutazione così alta? “Innanzitutto non si tratta di una svalutazione, ma di una valutazione. Al momento della redazione di un piano di concordato, bisogna effettuare una valutazione a far data dalla presentazione della domanda relativa. A seconda dei punti di vista adottati, l’immobile può avere un valore di acquisto, storico, di liquidazione oppure in funzione della sua capacità di generare reddito. Assumiamo, è solo un esempio, che gli immobili valgano un miliardo di euro. Il creditore allora mi dice: vendi gli immobili e paga i debiti! Ma in questa offerta concordataria, gli immobili relativi ai terreni e ai fabbricati del Casinò resort sono assolutamente neutri, in quanto non è previsto che vengano venduti, e comunque la valutazione è stata fatta da un perito. Fanno eccezione i beni cosiddetti no core, dei quali il Consiglio Valle ha autorizzato la dismissione. In questo caso, prima che ciò avvenga, è necessario che il piano di concordato in continuità venga votato dai creditori, che sono stati convocati in tribunale ad Aosta il prossimo 9 luglio, e poi, se ciò avverrà con esito positivo, che il concordato stesso venga omologato. Per i beni no core è stato ipotizzato un valore di perizia, seguiranno poi aste giuFILIPPO ROLANDO
di Anna Maria Rengo
diziarie, che saranno gestite direttamente dal tribunale”. Tutta la procedura legata al concordato è costata oltre 2 milioni di euro. Sono i costi “soliti” di una procedura o è stato un caso particolarmente complesso e oneroso? “In realtà sinora non è stato effettuato alcun pagamento, in quanto ciò avverrà dopo l’omologa del concordato. Ricordo inoltre che nell’ambito del piano concordatario, che è stato asseverato e visto in prima istanza dal giudice, c’è anche una componente di Iva. Ciò premesso, quello relativo al Saint Vincent Resort & Casino è un piano molto complesso, basti pensare ai 100 milioni di euro circa di passivo a fronte di 60 milioni di euro annui circa di fatturato. Non voglio elencare il numero di avvocati che ci sono stati necessari, ma qualche giorno fa, in una sola riunione, ce n’erano ben dieci, ognuno esperto in un particolare aspetto della procedura concordataria. Una piccola immobiliare che deve presentare un piano di concordato non ha di certo la stessa necessità di perizie e di pareri che sono stati necessari per redigere questo. Inoltre sono stati scelti specialisti di questo mestiere, non improvvisati, e siamo sotto le tariffe professionali solite come preventivazione”. Che fine faranno i crediti vantati dalla finanziaria regionale Finaosta? “Più che di ‘fine’ è un problema della classificazione giuridica che hanno e che non abbiamo inventato noi. Si tratta di crediti postergati e che quindi vengono pagati dopo che ciò è avvenuto per i crediti chirografari. Si tratta inoltre di crediti che non sono stati rinunciati da parte di Finaosta”. Dalla Casa da gioco usciranno, ai sensi dell’accordo raggiunto con le organizzazioni sindacali, 71 dipendenti. Sarà possibile mantenere gli stessi servizi, quantitativamente e qualitativamente, e nel caso cosa cambierà? “Certamente bisognerà organizzare il lavoro in modo diverso. Bisogna tenere conto del fatto che l’accordo sindacale prevede qualche ora di lavoro in più alla settimana ri
spetto a quanto previsto in precedenza, e questo consente di aumentare la produtività. Inoltre, un’altra conquista dal punto di vista aziendale è che è stata conseguita una maggiore gestibilità dei reparti, e questo dovrebbe permetterci servizi analoghi sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo”. Per quanto riguarda la trentina di giovani croupier polivalenti cui non è stato rinnovato il contratto in scadenza a fine gennaio, c’è la possibilità di un loro utilizzo in futuro, anche in considerazione del fatto che avevano seguito dei corsi di formazione? “Quando un’azienda avvia la procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge 223/91 non può rinnnovare i contratti in scadenza, ma speriamo che per le punte di lavoro si potrà ricorrere di nuovo a questa professionalità, anche se non con un rapporti di dipendenza. Stiamo inoltre riqualificando il nostro personale, cercando di renderlo polivalente”. Per quanto riguarda il Billia, quale futuro si prospetta, tenendo conto della fuoriuscita di 64 dipendenti? “Con questo numero di dipendenti in meno, ci aspettiamo di perdere meno soldi sul Billia. Alcune funzioni saranno esternalizzate, altre saranno mantenute. Si tratta di un lavoro che richiede tempo e lo faremo appena possibile perchè al momento stiamo concentrando le nostre energie su dove c’è un fatturato importante”. Corrisponde a verità il fatto che potrebbe essere dato in gestione a terzi? Questo, oltre che opportuno, sarebbe anche tecnicamente possibile? “Sicuramente per ora dietro la mia porta non c’è la coda degli interessati a prenderlo in gestione. Sicuramente non abbiamo problemi a pensare a una ipotesi del genere. Sotto il profilo tecnico, nel caso bisognerà seguire delle procedure competitive a evidenza pubblica e che la gestione esterna sia neutra o migliorativa rispetto a quanto previsto dal concordato. E nel frattempo il Billia continuiamo a gestirlo noi”. Che cosa dobbiamo aspettarci da ora a luglio, quando i creditori approveranno o meno il piano? “Il commissario sta facendo i suoi controlli, poi redigerà la relazione ai creditori e auspichiamo che spieghi che il concordato è più conveniente rispetto al fallimento. Da parte nostra, continueremo a gestire l’azienda con ordine e buon senso”. A ogni accordo siglato in passato, i sindacati hanno sempre chiamato l’azienda a fare la sua parte, quindi non solo a tagliare, ma anche a rilanciare gli incassi. Come intende muoversi in proposito? “Stavolta la situazione è particolare. L’accordo sindacale ci ha permesso da un lato un’importante riduzione del personale, dall’altra una maggiore gestibilità operativa. Noi non vendiamo rilanci. Noi paghiamo debiti. Nell’impianto tecnico del piano di concordato che abbiamo presentato al tribunale abbiamo presentato conti con un fatturato molto realistico. Come fanno tutti i buoni imprenditori, useremo le risorse per fare il miglior concordato possibile. Ora non ci sembra il momento storico di pensare al rilancio degli incassi ma certamente, una volta stabilizzata e metabolizzata questa ristrutturazione, delle azioni per valorizzarli vanno fatte. Per ora, però, non spendiamo i soldi dei creditori per dare grandi illusioni di incasso, fermo restando che auspichiamo che il mercato si riprenda e che nel primo trimestre i nostri introiti sono aumentati. Evidenzio inoltre che abbiamo potuto sostenere la continuità aziendale perchè la macchina sta in piedi, anche grazie ad azioni di micromarketing come possono essere il sorridere ai clienti. Nessuno ci avrebbe mai asseverato un piano dove sostenevamo grandi rilanci, ma abbiamo fatto un ragionamento serio con i creditori”. Lei era stato chiamato a guidare l’azienda dalla giunta regionale allora guidata da Nicoletta Spelgatti. Nel frattempo la maggioranza è cambiata e governatore della Regione è diventato Antonio Fosson. Quali sono i suoi rapporti con quella attuale e teme che la “proverbiale” instabilità politica in Valle d’Aosta possa avere conseguenze sul suo operato? “L’azionista è sempre lo stesso, la Regione. Io ho rapporti buoni con tutti gli azionisti e le esigenze politiche mi riguardano relativamente. Il mio compito è di amministrare per fare in modo di portare a casa questa procedura. E certamente, ritengo l’attuale presidente Fosson una persona perbene”. Il suo incarico si concluderà con il piano di concordato? “Quando sono stato chiamato, la società di gestione del Casinò resort era in una conclamata crisi aziendale. Io mi occupo di crisi e il concordato era necessario, altrimento la società sarebbe fallita, tant’è che c’è tuttora un’istanza di fallimento da parte della Procura, uno scenario che diventa effettivo se non si mettono in atto misure per mettere in protezione l’azienda. Da qui il piano di concordato, che dovrà essere approvato, omologato e poi eseguito. Io ho un mandato per un certo periodo, poi deciderà l’azionista, è una sua scelta, che cosa fare”. Se si è giunti alla richiesta di concordato e all’istanza di fallimento, c’è qualche colpa da parte dei precedenti amministratori? “Cosa è successo in passato non ci interessa. A noi interessa che i creditori approvino il piano di concordato”.
IL NODO ENTRATE
Non c’è quasi mai pace in Valle d’Aosta, soprattutto quando si parla del Casinò di Saint Vincent. Ha dunque suscitato scalpore e tensione politica, con la maggioranza in Consiglio Valle compatta nel chiedere ulteriori approfondimenti, la notizia che l’Au è indagato per non aver versato all’Agenzia delle Entrate “entro il termine per la presentazione della dichiarazione annuale, la somma di euro 1.210.000 corrispondenti a ritenute alla fonte certificate relative ad emolumenti erogati nell’anno 2017”. Il Gip Giuseppe Colazingari ha anche disposto il sequestro preventivo di conti correnti e beni mobili/immobili della casa da gioco per un valore di 1,2 milioni di euro. “Non solo si tratta di atti dovuti, anche per gli stessi investigatori, ma di atti attesi”, così li ha commentati Rolando, aggiungendo che “Nel percorso che sta portando alla positiva conclusione del concordato, è stato inevitabile sospendere quei pagamenti: è però previsto, e da sempre, che questi importi siano integralmente versati nell’ambito del concordato”. La somma citata, 1.210.000 euro, è infatti dichiarata e specificata nel piano di concordato presentato al tribunale di Aosta e per il quale è stato emanato il decreto di ammissione.
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Al Casinò si vince?
L’ AVVOCAT O DE L DIAVOL O LA VL T
DEL M ESE L’ OROSCOP O GIOC O & PSICHE
L’OR A DEL GIOCO F ISCO & SLO T F ISCO & SLO T L’ AVVOCAT O DE L DIAVOL O LA SLOT DE L M ESE LA SLOT DEL M ESE PANN O NER O L’OR A DEL GIOCO
Dedichiamo questo numero della rubrica ad un tema che è da sempre oggetto di dibattito. Al Casinò, si vince? Secondo i detrattori del gioco d’azzardo, coloro che non riescono a percepirne il lato positivo, quello ludico e divertente, la risposta è sempre e comunque: ”assolutamente no!”. Dal nostro punto di osservazione privilegiato, di operatori dello specifico mondo, non possiamo che smentire fermamente tale affermazione. Una smentita che non è frutto del sentimento che inevitabilmente ci lega al mondo dell’azzardo, ma che si basa su presupposti logici. La percentuale della casa è assolutamente tra le più oneste tra quelle a disposizione di un giocatore. In alcuni casi è irrisoria, basti pensare al trente et quarante, uno dei giochi sicuramente più tradizionali, oggi purtroppo poco conosciuto e frequentato dalla clientela del casinò, che vanta una resa per il banco dell’1 percento circa. La più popolare roulette francese (zero singolo) assicura alla casa un vantaggio del 2,7 percento. Un nulla se confrontiamo lo stesso dato con il Gratta & Vinci che restituisce sotto forma di vincita solo il 75 percento del montante giocato, per una resa del “banco” di circa il 27 percento. Con queste premesse sem
DA NON P ERDERE NEWSLETTE R GIOC O & PSICHE RIFLESSION I DA ORSO RIFLESSION I DA ORSO LE AVVENTURE DA ROONEY LE AVVENTURE DA ROONEY LE AVVENTURE DA ROONEY LE AVVENTURE DA ROONEY CASINÒ FRANCESI CASINÒ FRANCESI CASINÒ FRANCESI CASINÒ FRANCESI
brerebbe assolutamente scontato optare per il gioco d’azzardo nel momento in cui si desidera tentare la sorte. Come sempre, non bisogna avere fretta nel trarre le conclusioni. Vero, le percentuali sono assolutamente diverse, occorre però andare oltre le prime impressioni. Il numero di eventi su cui si può giocare all’interno di un casinò, nel nastro orario di 13/14 ore in cui è aperto, se non opera 24 ore su 24, è talmente elevato da comportare per il giocatore un impegno in termini di risorse economiche decisamente importante. Ecco perché su questa pagina molto spesso abbiamo lanciato l’invito a giocare responsabilmente e con un solo fine, quello di divertirsi. Il modo migliore, lo ripetiamo per ennesima volta, è quello di fissare in anticipo un importo da dedicare alla nostra serata di divertimento, di scegliere il gioco che preferiamo, anche sulla base delle risorse economiche in nostro possesso - di suggerimenti ve ne abbiamo dati diversi - e di giocare. In questo modo, non avrete sorprese, vi divertirete e le eventuali vincite rappresenteranno qualcosa di assolutamente inaspettato. Ciò premesso, proprio perché per molti anni siamo stati impegnati sullo specifico campo, possiamo raccontarvi alcune storie, di cui siamo stati testimoni, che raccontano di grandi vincite al gioco. Ci è successo di assistere attoniti a sequenze positive che hanno generato, in vecchie lire, in un solo pomeriggio, una vincita di oltre un miliardo, con una base di partenza di 50 milioni, a favore di un solo giocatore. La fortuna è veramente cieca! Anche perché il giocatore in questione, nel suo giorno fortunato, non ha seguito alcuna strategia, si è limitato, aggiungiamo a sensazione, a puntare su numeri in pieno che non avevano alcuna correlazione tra loro. In un’altra occasione, un testa a testa tra due giocatori, ha causato un’emorragia di oltre un miliardo di lire per il banco, nell’arco di una sola serata. E sono altrettanto famigliari le storie che raccontano di recuperi straordinari, quindi di ripetute sessioni negative che, all’ultima giocata, si sono trasformate in progressioni positive che hanno permesso al giocatore, non solo di rientrare in possesso del suo denaro, ma di accumularne molto di più, anche cento volte. In realtà, per chi lavora o ha lavorato in un casinò, le vincite sono all’ordine del giorno e per il giocatore rappresentano la possibilità di continuare a giocare, unico obiettivo che persegue nel momento in cui entra in una casa da gioco. Quindi il giocatore non sfida la fortuna per arricchirsi, bensì per divertirsi e vincere significa allungare il tempo del proprio divertimento. Come abbiamo già precisato, gli eventi su cui giocare sono moltissimi nell’arco di una sola giornata e purtroppo, il giocatore perde la percezione del tempo che passa con l’inevitabile rischio, pur incassando più di una vincita, di vedere il proprio tesoretto esaurirsi. Poco importa, il tempo trascorso al tavolo da gioco, la rincorsa ai propri numeri, quelli che preferisce all’interno del cilindro della roulette, la loro uscita, in alcune sequenze, rappresenteranno i migliori contenuti delle storie che potrà condividere con chi ha la stessa passione, già nel corso della cena o della piccola colazione del giorno dopo.
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La rivoluzione delle slot online WILD WORLDS
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| Nome_ Wild Worlds | Data di rilascio_ aprile 2019 | Payout_ 96,47% | Produttore_ NetEnt
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| Disponibile su_ Desktop e mobile
›› grafica Più che una slot, sembra quasi di avere a che fare con un vero e proprio videogame, se non addirittura con un cartone animato. La grafica, di altissima qualità, è senza dubbio il pezzo forte di questa slot. Ricca di animazioni coinvolgenti, situazioni inattese – anche soltanto di sfondo e (apparentemente) estranee alle dinamiche di gioco – e caratterizzata da una simbologia inedita e anche piuttosto insolita, la nuova Wild Worlds rappresenta una rivoluzione anche visiva del concetto di slot online. Abbandonando anche la solita visualizzazione dei rulli. Per una vera e propria rivoluzione, grafica ed estetica.
›› sound Come nella grafica, anche nelle sonorità questa nuova slot si propone come un’autentica avanguardista. Superando completamente le dinamiche classiche delle slot machine “da casinò” e provando ad assecondare le nuove tendenze e il cambiamento generazionale in atto, che si caratterizza proprio nei gusti delle persone. Questa slot riesce a interpretarlo al meglio, anche in chiave sonora. Intrattenendo non solo con le diverse dinamiche della partita, ma anche con la sola musicalità del gioco.
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›› giocabilità Un gioco nuovo, che rompe gli schemi e propone tutta la capacità di innovazione e sviluppo del produttore svedese in un un unico prodotto. Basti pensare alla nuova serie di funzioni Hero Wilds, Destroy Feature e Boss Fights, tutte presenti in questa ultima creazione, che rendono la nuovissima Wild Worlds “un gioco come nessun altro”, come dichiarato dall’azienda in fase di lancio. Il tema è quello dei supereroi, che vede i giocatori combattere potenti mostri mentre viaggiano attraverso i reami di Ghiaccio, Fuoco e Foresta Nera. Tecnicamente parlando, abbiamo a che fare con una slot a cinque rulli e tre linee, ma con un’esperienza di gioco a più livelli con grandi potenzialità di vincita e scoperte graduali. Contiene tre mondi da brivido legati ai Free Spin, in cui gli eroi attaccano mostri malvagi con diverse meccaniche di gioco.
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›› bonus Con questo gioco NetEnt supera anche la tradizionale logica del bonus, introducendo alcune interessanti funzionalità per la prima volta in assoluto. Ogni mondo include delle proprie caratteristiche speciali: Foresta Nera (Spreading Wilds), Mondo del Ghiaccio (Heavy Wilds) e Terre del Fuoco (Random Wilds), con la destinazione di un giocatore che viene determinata da una rotazione della ruota che rivela il mondo Free Spins in cui entrano. Il rilascio di Wild Worlds vede il lancio della funzione Destroy del gioco base che rimuove i simboli di tutti i colori tranne uno sull’attivazione, e Hero Wilds, che trasforma tutti i simboli di pagamento alti dello stesso tipo in jolly ogni volta che c’è una vincita su un simbolo premium. E invece del classico “bonus game”, NetEnt stupisce tutti con una serie di livelli nascosti di narrazione e contenuti che aumentano il coinvolgimento e assicurano un’esperienza di gioco straordinaria. E senz’altro unica, almeno per ora.
il nostro giudizio. Ecco un caso in cui possiamo parlare di novità e innovazione. Pur avendo a che fare con il più classico dei giochi, qual è appunto una slot machine. O, almeno, così era: perché a quanto pare i tempi sono cambiati e NetEnt ha deciso di fare un salto in avanti provando a sfornare un prodotto completamente diverso dal solito, pur rimanendo legato alle logiche di gioco di base di una slot, ma arricchendole e facendole evolvere verso un nuovo concept, più orientato al videogame che al classico “azzardo”. Il risultato è decisamente convincente.
Un po’ bambini un po’ dei
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Marcello Veneziani al Casinò di Sanremo per presentare il suo ultimo saggio, dedicato all’eterna ricerca di risposte, da parte dell’uomo, ai grandi quesiti esistenziali
di Anna Maria Rengo
Quarant’anni di studi e di ricerca filosofica e spirituale, condensati in un’unica opera dal titolo evocativo, ma che non racchiude in sé tutti i molteplici messaggi che l’autore vuole lanciare. Scegliendo, tra le tante altre location italiane dove ha presentato il suo ultimo saggio edito da Marsilio, “Nostalgia degli dei”, anche il Casinò di Sanremo e la sua prestigiosa rassegna, i Martedì letterari. A spiegare se nel terzo millennio si sente ancora la nostalgia degli dei e quali sono le grandi domande esistenziali a cui gli uomini devono tuttora trovare risposta è il giornalista, saggista e filosofo Marcello Veneziani: “Non solo c’è ancora questa nostalgia, ma direi che c’è bisogno degli dei ora più che in altre epoche”, afferma. E comunque, “la nostalgia degli dei riguarda ogni epoca in quanto coglie l’essenza costitutiva di ogni uomo. Le domande da cui nasce questa esigenza riguardano la nascita, la morte, i confini che ci portano a proiettarci verso principi, idee o, appunto, dei, che rappresentano una protezione in terra e una proiezione verso il cielo, per noi che siamo creature limitate e passeggere”. Ma la verità esiste o è sempre un punto di vista? “Credo che la verità esista, ma che nessuno di noi ne possa detenere il monopolio e conoscerla nella sua integrità. Citando Vincenzo Gioberti, nella mia opera io parlo della poligonia del vero, teoria secondo la quale ciascuno di noi può conoscere un lato o più della verità, ma non può conoscerli tutti. Solo Dio può farlo, in quanto la verità è inafferrabile da noi. La mia è una visione religiosa della vita ma non in senso confessionale. Semmai, in un senso che precede la scelta confessionale. Poi qualcuno compie un passo ulteriore, attraverso una fede e credendo in un Dio, ma non tocca a me esprimere queste scelte. Non sono né un sacerdote né una persona così compiutamente credente da poterlo fare”. Lei presenta il suo libro, dedicato al sacro e alla filosofia, in una location invece dedicata principalmente al gioco. Come vede questo connubio? “Da alcuni autori il gioco è considerato come una sorta di antefatto alla scoperta del sacro. Nel mio libro ‘Amor fati’ parlo del legame tra gioco e destino. Il gioco, inoltre, da un lato rientra tra le attività caratterizzate dalla gratuità dei fini, dall’altro presenta la necessità di regole. Ci fa capire che non si vive solo di bisogni immediati e nella sfera dell’utile, ma che in tutti noi esiste una natura puerile e divina che ci porta a giocare”. In Italia è sempre molto forte il dibattito sul gioco. Lei che cosa ne pensa, per esempio, del divieto assoluto di pubblicità del gioco? “Anche su questo tema si assiste allo sdoppiamento tipico degli stati moderni. Da un lato si vuole garantire la libertà di ciascuno, dall’altro si ha una visione moralistica del gioco, che peraltro non vale quando si parla dello spaccio di sigarette. Soprattutto in Italia, si è partiti da analisi basate sul fondamento della ludopatia per arrivare a stabilire norme restrittive sul gioco e a condizionare la nascita di luoghi dedicati al gioco. Tutto ciò da una parte alimenta il gioco clandestino, dall’altra quello condotto all’estero. Si tratta di limitazioni curiose in una società che è invece aperta alle trasgressioni e abbastanza permissiva”.
Lui chi è?!?
Marcello Veneziani è nato a Bisceglie (Barletta Andria Trani) e vive tra Roma e Talamone (frazione di Orbetello, in provincia di Grosseto). Proviene da studi filosofici. Ha fondato e diretto riviste, ha scritto su vari quotidiani e settimanali. È stato commentatore della Rai. Si è occupato di filosofia politica scrivendo vari saggi tra i quali La rivoluzione conservatrice in Italia, Processo all’Occidente, Comunitari o liberal, Di Padre in figlio, Elogio della Tradizione, La cultura della destra e La sconfitta delle idee (editi da Laterza), I vinti, Rovesciare il 68, Dio, Patria e Famiglia, Dopo il declino (editi da Mondadori), Lettere agli italiani. È poi passato a temi esistenziali pubblicando saggi filosofici e letterari come Vita natural durante dedicato a Plotino e La sposa invisibile, e ancora con Mondadori Il segreto del viandante e Amor fati, Vivere non basta, Anima e corpo e Ritorno a sud. Dopo Lettera agli italiani (2015) ha pubblicato Alla luce del Mito e Imperdonabili, tutti con Marsilio, e Tramonti (Giubilei Regnani).
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Ippica e teatro unica passione
di Anna Maria Rengo
di Roberta Falasca
olto noto di cinema, teatro e piccolo schermo, con la sua inconfondibile simpatia tutta romanesca Maurizio
Mattioli ha sempre avuto due amori nella sua vita: l’ippica e il teatro. La passione per i cavalli è nata sugli spalti dell’ippodromo di Capannelle, ma oggi è cambiato un po’ tutto. Quella passione che lo fa ancora scommettere lascia spazio, troppo spesso, all’amarezza e alla delusione per i malanni della filiera dell’ippica. La sua carriera inizia negli anni
‘70 e da lì non ha mai smesso di avere successo, secondo lei, se dovesse dare un consiglio a un giovane che volesse intraprendere la professione di attore, cosa si sentirebbe di dire?
“Con simpatia, direi a un giovane che volesse intraprendere la carriera da attore di lasciare perdere: perchè si lavora meno e con più difficoltà. Ma scherzi V
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a parte, l’unica cosa che c’è da fare, ad oggi, per poter diventare un buon attore è studiare. Fare l’attore non è un passatempo, un hobby ma un mestiere e solamente lo studio può condurre al successo”. Lei è stato tra i primi attori a portare la comicità romana a teatro, al cinema e sul piccolo schermo. Oggi, secondo lei Roma è una città che è cambiata? “Roma è cambiata e di molto. È una città che da ‘importante e fastosa’ è diventata metropoli, con tutte le sue connotazioni negative: traffico ingestibile, quartieri nel degrado”. Lei è un grande appassionato di cavalli, che ne pensa della situazione attuale in cui vivono gli ippodromi? “Purtroppo la situazione in cui vivono gli ippodromi non è rosea e non riesce a cambiare. Ogni anno, si vivono le stesse scene, le stesse problematiche. La mia passione per i cavalli è l’unica cosa che continua a farmi credere a questo settore. Ho un cavallo giovane, Marie Bamby, che mi sta dando soddisfazioni e che mi tiene legato a questo mondo. Per esempio a Capannelle, ogni anno si ripresentano gli stessi problemi, sembrano che siano risolti appena ripren
L'attore Maurizio Mattioli racconta a Gioco News il suo grande amore per i cavalli
dono le corse ma invece l’anno dopo si ricomincia daccapo”. Secondo lei c’è speranza per la filiera di ritornare ai vecchi fasti? “Potrebbe darsi, io ci spero. Per ora, per come stanno le cose in Italia sull’ippica, mi sorregge solo la passione che mi fa passare sopra alla delusione e all’amarezza. Sarebbe da andare a correre in Francia, dove la qualità è più alta”. Il ministro Gian Marco Centinaio ha teso la mano ai rappresentanti del comparto ippico con il pagamento dei corrispettivi, bloccati da tempo e con l’istituzione di una task force per la condivisione e la risoluzione delle note problematiche. Cosa ne pensa? “Non credo che le questioni legate all’ippica si risolveranno definitivamente”. In merito al decreto Dignità, che vieta la pubblicità su gioco e scommesse sui mass media, secondo lei è una buona decisione da parte del Governo gialloverde per contrastare il gioco patologico d’azzardo oppure potrebbe portare ad alcuni effetti negativi come l’incentivo al settore del gioco illecito e anche la chiusura di molte aziende e quindi danni occupazionali? “Non scommetto e quindi non conosco il gioco in termini politici”. Che programmi futuri ha in serbo? “Sto lavorando in teatro con lo spettacolo ‘Ariecchime qua’ e ho un progetto di teatro nelle scuole”.
Lui chi è?!?
La carriera cinematografica di Maurizio Mattioli inizia prestissimo, con alcune interpretazioni minori negli anni settanta e verso la metà degli anni ottanta. Dopo aver recitato a teatro in “Un paio d’ali” nel 1997 ed in “Rugantino” nel 1998, ha interpretato il ruolo di Alberto Dominici nelle cinque serie della fiction “Un ciclone in famiglia”, e quello di Augusto Cesaroni, nella prima serie de “I Cesaroni”. In televisione viene ricordato anche nelle parodie di Bill Clinton e di varie presentatrici negli spettacoli del Bagaglino. Ha doppiato numerosi personaggi in cartoni animati e film di animazione, tra cui “Z la formica” e “La gang del bosco”, e dal 2007 presta la voce al personaggio di “Dog Chapman”, nella serie “Dog the Bounty Hunter”, trasmessa in Italia sul canale “Gxt della piattaforma Sky”. Tra le sue interpretazioni più conosciute vi è il personaggio di Nino Diamanti in Anni ‘60. Nel 2010-2011 fa parte del cast teatrale di Rugantino.