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GIOCO RETAIL

LA RIVOLUZIONE DEL RETAIL ANCHE NEL GAMING

La tanto attesa “Fase 2” non riguarda i giochi: o, almeno, non del tutto. Al di là dei bar, per veder ripartire le sale da gioco e le agenzie di scommesse, bisognerà attendere la “fase tre”. Ma intanto, arrivano le prime soluzioni di allestimento dei locali basate sulle nuove misure di prevenzione.

Bisognerà aspettare (almeno) il mese prossimo per rialzare la saracinesca dei locali di gioco specializzati: le location che offrono esclusivamente gaming al loro interno, come sale slot e Vlt, sale bingo e agenzie di scommesse. Un mese di ritardo (salvo ulteriori proroghe), o giù di lì, rispetto alla maggior parte delle altre attività commerciali e produttive che possono tornare ad aprire già dal mese corrente. Salvo qualche piccola eccezione. Di certo, in questo caso, nessuno potrà dire “beati gli ultimi”: tuttavia per gli operatori di gioco questa prolungata attesa potrà servire per mettere in piedi soluzioni adeguate per organizzare i propri locali nel migliori dei modi per fare fronte alle nuove esigenze e alle disposizioni governative previste per il contenimento della pandemia. Stando alle linee guida diramate dall’Esecutivo con l’ultimo decreto del 26 aprile, redatto con il contributo della task force tecnico-scientifica, sono previste alcune regole da adottare negli ambienti aperti al pubblico che, con tutta probabilità, verranno estese anche al comparto dei giochi. Ciò significa, dunque, che al momento della ripartenza non potrà più essere consentito l’utilizzo di casse troppo vicine, dovendo garantire almeno un metro di distanza tra i clienti e la possibilità effettiva che i clienti possano evitare di “tossire in direzione della persona vicina”, girandosi quindi di lato. Ma anche queste accortezze non risolvono comunque il rischio di assembramento, volontario o involontario, all’interno delle sale. Per questo c’è chi pensa addirtitura all’impiego di un qualcosa di simile a un “vigile urbano” per dirigere il traffico interno. La logica soluzione sarebbe quella di utilizzare l’idea dei tavoli dei ristoranti che già viene usata nei ristoranti cinesi, ma con ulteriori pannelli in plexiglass, in modo da distanziare sia i clienti che i cassieri; oltre a dotare i corridoi di appositi canali di entrata ed uscita, sempre con pareti in plexiglass, al fine di evitare l’assembramento voluto o involontario tra i clienti in attesa, con apposita segnaletica e istruzioni. Una soluzione già adottata in diversi ambienti, come gli uffici postali o i supermercati, che comporta l’immediata conseguenza di una riduzione dei servizi, visto che in uno spazio dove prima di utlizzavano otto casse oggi se ne potranno prevedere al massimo tre, per poter mantenere la distanza minima tra gli utenti serviti. Fermo restando che l’ingresso nei locali sarà consentito a un massimo di pochi utenti alla volta, in base alla capienza generale. Il resto degli avventori sarà costretto a fare la fila fuori dalla porta di ingresso. Con vari aspetti negativi, non solo per il considerevole spreco di spazio, ma anche per l’inevitabile dimezzamento del personale di sala e per i disagi che ravviseranno gli utenti nel dover aspettare il proprio turno. Per allietare questa attesa, tuttavia, i gestori dei punti potranno ipotizzare alcune soluzioni: per esempio offrendo dei monitor anche in spazi esterni e magari, laddove possibile, creare delle aree di attesa tipo plateatico, sempre nel rispetto delle distanze. Ovviamente queste soluzioni valgono per sale superiori ai 40 metri quadrati, come da norme già in vigore, insieme a tutte le altre disposizioni igienicosanitarie per il Covid-19. Le pareti divisorie potranno non supereranno i due metri di altezza dal pavimento, più che sufficienti anche per la tranquillità igienico-sanitaria della clientela. Soluzioni similari, con accorgimenti architettonici supplementari, si possono prevedere per bar e sale bingo, in modo da garantire sia il distanziamento e sia il “non assembramento”, consentendo un maggior numero di clienti in sicurezza igienica sanitaria. Sarà sempre necessaria, in ogni caso, la sanificazione delle superfici in plexiglass più volte al giorno e una maggiore areazione del locale. Tutto questo, tuttavia, risulta fattibile per gli ambienti più ampi: con il problema che si pone, dunque, per tutte le sale con metratura inferiore ai 40 metri quadrati dove questo tipo di soluzione diventa difficilmente praticabile, con il rischio di una notevole mortalità tra le location di gioco, all’indomani della ripartenza.

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